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OmaggioAusiliario per capire la Bibbia
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(anziché “adorare”) non si discostano affatto dall’originale, né dall’ebraico del Salmo 97:7 né dal greco di Ebrei 1:6, poiché tali traduzioni rendono il significato fondamentale sia di shahhàh che di proskynèo.
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OmbraAusiliario per capire la Bibbia
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Ombra
Una zona d’ombra, prodotta da una rupe (Isa. 32:2), una nube (Isa. 25:5), una capanna (Isa. 4:6), un albero (Cant. 2:3; Ezec. 17:23; Osea 4:13) o una pianta d’altro genere (Giona 4:5, 6), offre una piacevole protezione dal calore del sole. Perciò si dice figurativamente di essere all’“ombra” di qualche cosa a cui si chiede o che offre protezione, riparo, sicurezza o rifugio. Infatti, a proposito degli stranieri che aveva accolto in casa sua, Lot disse agli uomini di Sodoma: “Solo non fate alcuna cosa a questi uomini, perché per questo son venuti all’ombra del mio tetto”. (Gen. 19:8) E Geova, per mezzo del profeta Isaia, annunciò guai per coloro che cercavano rifugio “all’ombra dell’Egitto”, cioè che contavano sulla protezione dell’Egitto. (Isa. 30:1-3; vedi anche Lamentazioni 4:20; Ezechiele 31:6, 12, 17). In special modo di Geova viene detto che provvede protettiva ombra al suo popolo (Sal. 91:1; 121:5; Isa. 25:4) o gli provvede simile protezione sotto la sua “mano” o le sue “ali”. (Sal. 17:8; 36:7; 57:1; 63:7; Isa. 49:2; 51:16) Viceversa “profonda ombra” è messa in relazione con le tenebre, un pericolo o la tomba, il “paese delle tenebre”. — Giob. 10:21, 22; 24:17; 38:17; Sal. 23:4.
Il modo in cui un’ombra cambia forma e infine sparisce con l’avanzare del sole è usato come esempio della transitorietà dell’uomo o della brevità della sua vita. (I Cron. 29:15; Giob. 8:9; 14:1, 2; Sal. 102:11; 144:4; Eccl. 6:12; 8:13) Dire che i giorni di qualcuno sono “come un’ombra che è declinata” significa che la sua morte è vicina. (Sal. 102:11; 109:23) Mentre con la rotazione della terra le ombre proiettate dal sole cambiano sempre forma e direzione, Geova non muta. Come scrisse il discepolo Giacomo: “Presso di lui non vi è variazione di volgimento d’ombra”. — Giac. 1:17.
L’ombra o l’immagine scura prodotta su una semplice superficie da un oggetto è inconsistente, irreale. Eppure può dare un’idea generale della forma o della linea della realtà che la produce. In questo contesto Paolo spiegò che la Legge, incluse le feste, il tabernacolo e i sacrifici, aveva un’ombra che rappresentava cose più grandi avvenire, ma “la realtà appartiene al Cristo”. — Col. 2:16, 17; Ebr. 8:5; 9:23-28; 10:1.
Circa l’ombra miracolosamente tornata indietro di cui si parla in II Re 20:9-11 e Isaia 38:8, vedi MERIDIANA.
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OmerAusiliario per capire la Bibbia
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Omer
(òmer).
Misura per aridi pari alla decima parte di un’efa. (Eso. 16:16, 18, 22, 32, 33, 36) Sulla base dei dati archeologici circa la capacità della corrispondente misura per liquidi, il bat, si calcola che l’efa corrisponda a 22 litri. (Confronta Ezechiele 45:10, 11). Un omer sarebbe dunque pari a l 2,2.
Paragonando il testo ebraico di Esodo 29:40 e Numeri 28:5 si comprende che la “decima parte” significa il decimo di un’efa, cioè un omer. Questo consente di rendere l’espressione ebraica “decima parte” “un decimo di efa”. — Num. 15:4, ATE (nota in calce), CEI, NM, VR.
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OmicidioAusiliario per capire la Bibbia
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Omicidio
Nelle lingue originali i termini resi di volta in volta uccidere, ammazzare e assassinare significano togliere la vita, e il contesto o altri versetti biblici determinano se si tratta di un’azione volontaria e non autorizzata o illecita. Per esempio, nel comando “Non devi assassinare” (Eso. 20:13) il termine ebraico per “assassinare” (ratsàhh, lett. “spezzare” o “frantumare”) si riferisce chiaramente a un’uccisione intenzionale e illecita. Ma in Numeri 35:27 lo stesso termine indica l’azione che il vendicatore del sangue era autorizzato a compiere. Perciò il comando “Non devi assassinare” va inteso nel contesto dell’intera legge mosaica che, in certi casi, autorizzava a togliere la vita a un essere umano, per esempio un criminale condannato a morte.
ANTICAMENTE
L’omicidio risale praticamente all’inizio della storia umana. Con la sua disubbidienza il primo uomo Adamo trasmise il peccato e la morte alla sua discendenza, e così in effetti dimostrò di essere un omicida. (Rom. 5:12; 6:23) Poiché il Diavolo aveva intenzionalmente contribuito a questi sviluppi inducendo Eva moglie di Adamo a peccare, il termine greco anthropoktònos, “assassino” o “omicida”, si applica giustamente a Satana. — Gen. 3:13; Giov. 8:44.
Meno di 130 anni dopo ci fu il primo assassinio: un fratricidio. Caino, figlio primogenito di Adamo, spinto da odio e invidia, uccise il suo giusto fratello Abele. (Gen. 4:1-8, 25; 5:3) Per quest’azione Caino fu maledetto, costretto a vagare come un fuggiasco sulla terra. (Gen. 4:11, 12) Solo dopo il diluvio noetico Dio autorizzò esseri umani a infliggere la pena capitale per l’omicidio. — Gen. 9:6.
SOTTO LA LEGGE
Secoli dopo venne data agli israeliti la legge mosaica che includeva un’estesa legislazione relativa al sopprimere la vita umana. Distingueva fra omicidio volontario e involontario. Fra le aggravanti a carico di chi asseriva di aver ucciso involontariamente c’erano: (1) se precedentemente odiava l’ucciso (Deut. 19:11, 12; confronta Giosuè 20:5), (2) se aveva teso un’imboscata alla vittima (Num. 35:20, 21) o (3) se aveva usato un oggetto o un arnese capace di infliggere una ferita mortale. (Num. 35:16-18) Anche gli schiavi, se rimanevano uccisi sotto le percosse del padrone, dovevano essere vendicati. (Eso. 21:20) Mentre per l’omicida volontario c’era la pena di morte e non si poteva accettare riscatto, chi uccideva involontariamente poteva aver salva la vita avvalendosi della protezione accordatagli nelle città di rifugio. — Eso. 21:12, 13; Num. 35:30, 31; Gios. 20:2, 3; vedi CITTÀ DI RIFUGIO.
Certe azioni volontarie che avevano causato indirettamente o avrebbero potuto provocare la morte di qualcuno erano considerate omicidio volontario. Per esempio il proprietario di un toro abituato a cozzare, il quale non teneva conto di previe esortazioni a sorvegliare l’animale, poteva essere messo a morte se il toro uccideva qualcuno. In certi casi però si poteva accettare un riscatto invece della vita del proprietario. In casi del genere i giudici senza dubbio tenevano conto delle circostanze. (Eso. 21:29, 30) Inoltre chi tramava la morte di qualcuno presentando falsa testimonianza veniva lui stesso messo a morte. — Deut. 19:18-21.
La Legge consentiva la legittima difesa, ma limitava il diritto di difendere la proprietà. Chi di giorno coglieva in flagrante un ladro nell’atto di introdursi in casa sua e lo uccideva, si rendeva colpevole di spargimento di sangue. Questo evidentemente perché il furto non comportava la pena di morte e il ladro poteva essere identificato e assicurato alla giustizia. Di notte invece sarebbe stato difficile capire cosa stesse facendo e assicurarsi delle intenzioni di un intruso. Perciò chi uccideva un intruso nell’oscurità era ritenuto innocente. — Eso. 22:2, 3.
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