La via di Dio è amore
“Dio è amore”. — 1 Giov. 4:16, Knox.
I nostri sinceri lettori saranno interessati di notare che tutte le scritture adoperate in questo articolo son prese da edizioni cattoliche delle Sacre Scritture. La più nota edizione cattolica italiana è quella di monsignor Antonio Martini pubblicata con l’approvazione della Chiesa Cattolica. Un’altra versione che ora viene pure diffusa ed è scritta in italiano moderno è la traduzione di Eusebio Tintori. Queste, e le traduzioni di monsignor Ronald A. Knox e Douay-Rheims, sono le riconosciute versioni cattoliche della Sacra Bibbia che vengono qui citate.
Vi compiacerete di osservare come, da queste traduzioni della Parola divina, sono mostrate le meravigliose opere di Dio, le quali dimostrano che “la via di Dio è amore”, e vedrete quali benedizioni sono riservate al fedele genere umano per mezzo della disposizione di Dio. Prendendo le Sacre Scritture, se ne avete una copia, leggete la conferenza stampata qui come fu fatta dal presidente della Watch Tower Society ad un’annunciata adunanza pubblica e nello stesso tempo diffusa da una ben nota radiostazione di New York.
1. (a) Chi fu il Promesso di Dio? (b) Poiché egli fu generato tanto tempo fa, quale domanda rivolgono oggi gli uomini?
L’IDDIO Altissimo, che creò il genere umano, ci diede la sua Parola scritta, le Sacre Scritture, e vi pose molte promesse. Queste profezie predissero che per tempo un Santo sarebbe stato generato per benedire tutte le famiglie della terra. Questo Promesso fu Gesù Cristo. Oggi il genere umano, concepito nelle iniquità, concepito nei peccati, si domanda perché c’è tanta difficoltà, perché ci sono tante sofferenze, malattie e angustie fra gli uomini, perché c’è tanto egoismo e malcontento in questo mondo, dopo così lungo tempo da che fu generato il Promesso, Gesù Cristo. Il genere umano vuole e cerca benedizioni. Perciò chiede: “Se Gesù Cristo è la promessa Progenie di Dio ed egli porterà le benedizioni che influiranno sugli uomini di tutte le nazioni, perché non viene fatto qualche cosa in merito ora?” Continuerete voi a leggere per capire il perché secondo le Sacre Scritture?
2, 3. (a) Dove e come fu generato questo Promesso? (b) Come seppe la vergine Maria che egli sarebbe nato da lei?
2 Oltre diciannove secoli fa Gesù Cristo nacque a Betlemme. Nacque da una donna altamente favorita da Dio, la vergine Maria. Una delle cose più mirabili che siano mai accadute sulla terra fu questo miracolo, un bambino nato da una vergine. Fu Dio Onnipotente dal cielo che, per mezzo del suo spirito santo, trasferì la vita del suo Figlio celeste nel seno della vergine e al tempo dovuto generò la promessa Progenie. Il profeta di Dio, Isaia, aveva predetto questo: “Per questo il Signore darà egli stesso a voi un segno: Ecco che una vergine concepirà, e partorirà un figliuolo, e il nome di lui sarà detto Emmanuel”. (Isa. 7:14, Ma) La madre di Gesù era della linea genealogica del re Davide e poteva quindi generare il suo reale erede. Ella fu la vergine scelta per generare la Progenie della promessa. Ella sapeva questo perché l’angelo del Signore, Gabriele, andò da lei e le parlò, come dice il racconto della Sacra Bibbia:
3 “E l’Angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio; ecco, tu concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di David suo padre; e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine. Allora Maria disse all’Angelo: Come avverrà questo, se io non conosco uomo? E l’Angelo rispose: Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà, per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio”. — Luca 1:30-35, Ti.
4. Per quali due scopi fu generato Gesù in questo modo?
4 Questo meraviglioso miracolo fu compiuto in adempimento della promessa di Dio, una vergine generò il Figlio di Dio, e la Sua ulteriore promessa avrà anche adempimento: “Il suo regno non avrà mai fine”. Perché, dunque, il Figlio di Dio fu generato in questa maniera? Primariamente per far conoscere il nome, la Parola e il regno dell’Iddio Altissimo, il Padre suo del cielo. Nel suo ministero Gesù stesso ci disse questa medesima cosa: “Nessun uomo ha mai veduto Dio; ma ora il suo unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, ci ha egli stesso portato un chiaro messaggio”. (Giov. 1:18, Knox) Sì, questo Figlio, che aveva risieduto col Padre suo nella sua esistenza preumana, fu trasferito dal cielo alla terra e fu reso un “poco inferiore agli Angeli” perché ci desse un chiaro messaggio del Padre suo. Egli conobbe il Padre, e noi veniamo alla conoscenza del Padre perché il Figlio fu col Padre. Poiché il Figlio disse in preghiera al Padre: “Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai data a fare; ed ora, Padre, glorifica me nel tuo cospetto con quella gloria che ebbi presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai affidati nel mondo”. (Giov. 17:4-6, Ti) Lo scopo principale di Gesù su questa terra fu quello di far conoscere il nome, la Parola e il regno del Padre suo. Il suo scopo secondario fu quello di provvedere un sacrificio di riscatto per il genere umano.
5. Quale grande attributo Dio ha manifestato così al genere umano?
5 Questi due propositi portati a compimento da Gesù sono grandi benedizioni che influiscono su di noi tutti. Questo dono di Dio, questo invio del suo Figlio nel mondo per questi propositi, mostra quindi il grande amore che Dio ha per noi e dimostra che la via di Dio è amore. Ripetutamente egli ha manifestato il suo amore verso il genere umano, e dispone di continuo per benedirlo, benché oggi l’uomo pensi che Dio è lento in questo. Ma siamo noi pazienti abbastanza per trovare ulteriormente ciò che Dio ha fatto, sta facendo, e ancora farà per noi? Continuiamo a leggere, dunque.
6. Quale, dunque, è la via di Dio, e come mostriamo noi di conoscere Dio?
6 Avendo camminato con Gesù Cristo, l’apostolo Giovanni ci dice che “Dio è amore”, il che vuol dire che la Sua via è amore quando guida e tratta il genere umano. “Come può l’uomo che non ha amore avere alcuna conoscenza di Dio, giacché Dio è amore? Ciò che ha rivelato l’amore di Dio, in cui siamo interessati, è il fatto che egli ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, affinché abbiamo la vita mediante lui. Questo amore consiste, non nel nostro mostrare alcun amore verso Dio, ma nel suo mostrar amore verso di noi per primo, quando mandò il suo proprio Figlio perché fosse un’espiazione per i nostri peccati. Diletti, se Dio ha mostrato tale amore a noi, anche noi dobbiamo amarci l’un l’altro. Nessun uomo ha mai veduto Dio; ma se ci amiamo l’un l’altro, Dio abita allora in noi, e l’amore di Dio ha raggiunto la sua piena crescita nella nostra vita”. — 1 Giov. 4:8-13, Knox.
7. In considerazione di ciò che insegnano gli uomini intorno a Dio contrariamente a ciò che insegna la sua Parola, quali domande siamo indotti a rivolgere?
7 Vedendo ciò che Dio ha fatto in adempimento delle sue proprie profezie contenute nelle Scritture, con l’invio del suo unigenito Figlio nel mondo per aiutare l’uomo a capire e conoscere il suo Creatore, certo dobbiamo dire che Dio è amore. Dal modo in cui insegnò Gesù e dal modo in cui insegnano le ispirate Sacre Scritture noi possiamo comprendere che Dio è AMORE. Ma quale differenza vi è quando si tratta delle cose che gli uomini ci insegnano oggi intorno a Dio! Considerando tali insegnamenti degli uomini e vedendo che Dio ha fatto tanto tenendo presente la nostra benedizione eterna, siamo indotti a domandare: Se Dio è amore, come potrebbe esserci un luogo di eterno tormento, chiamato inferno, dove miliardi di creature umane a immagine di Dio si dice che vadano dopo la morte del corpo? Fuoco e zolfo si dice che vi brucino per l’eternità e le anime condannate si dice che vi rimangano senza esser rilasciate, nel tormento cosciente. Come potrebbe esservi perfino un luogo come il “purgatorio”, dove le anime si dice che subiscano tormentose pene mentre aspettano la loro liberazione per essere portate in cielo? Perché mai dovrebbe essere la volontà di Dio che la gran maggioranza del popolo viva e soffra in tale povertà e dolore, in modo che tante persone dicono che l’uomo ha il suo inferno proprio qui sulla terra? Come può l’amore di Dio concordare con tali idee e insegnamenti degli uomini? Quando le persone devote di Berea furono istruite su certe cose dallo stesso apostolo Paolo, esse le considerarono “esaminando ogni giorno le Scritture, se le cose stessero così”. (Atti 17:11, Ti) Noi possiamo essere così nobili come quei Bereani facendo la stessa cosa.
8, 9. (a) A causa delle attuali miserie dell’uomo, quale domanda facciamo noi sul suo futuro? (b) Come Dio avrebbe più amore per un albero che non per l’uomo?
8 Nella loro attuale condizione le creature del genere umano sono infelici. Quale uomo non è afflitto? Egli vive pochi giorni e poi va nella morte. Dopo di ciò, secondo certi insegnamenti di questo mondo, se non è stato un buon uomo deve andare nei tormenti eterni del fuoco dell’inferno. Il paziente Giobbe, un uomo che amò e servì Dio, disse questo: “L’uomo nato di donna vive poco tempo, e pieno di molte miserie”. (Giob. 14:1, Ti) Non vi pare che l’uomo ne ha abbastanza di guai sulla terra senza dover andare in un luogo di eterno tormento dopo che muore per provare altra e peggiore miseria? Ascoltiamo dunque con interesse ciò che Giobbe ancora ci dice: “Per la pianta c’è una speranza: anche tagliata, rimette, e ritorna ad avere i suoi rami; ed anche quando sarà invecchiata sotto la terra la sua radice, quando il suo tronco sarà morto nella polvere, appena sente l’acqua rinverdisce e fa le fronde come pianta novella. Ma l’uomo, morto che sia, non ha più nulla. È finito. Di grazia, che ne resta?” (Giob. 14:7-10, Ti) Una pianta è bella; essa è la creazione di Dio, ma non è intelligente.
9 L’uomo è intelligente, a immagine di Dio, e dobbiamo forse credere che Dio ami una pianta più dell’uomo, che una pianta dopo che è stata tagliata rimetta i rami e cresca di nuovo, ma che all’uomo non accada niente di simile; che malgrado abbia vissuto nelle sue miserie qui, Iddio lo tormenti ancora di più dopo la morte? A nessuno di noi piace la morte. Noi dovremmo desiderar di tornare a vivere come una verde pianta, e dovremmo desiderare di essere in luoghi piacevoli, se sapessimo solo come. Ma dopo la morte dov’è l’uomo? domandò Giobbe. Credette Giobbe che fosse in un ardente inferno, in un infuocato purgatorio, o in un limbo?
10. Che cosa pregò Giobbe riguardo all’inferno, e perché?
10 Che cosa seppe Giobbe intorno a questo soggetto dell’“inferno”? In quel tempo Giobbe era coperto di pustole a causa di una malattia inflittagli da Satana il Diavolo. Egli era realmente un uomo nella miseria sulla terra. Quindi considerando gl’insegnamenti popolari intorno all’“inferno”, non è forse strano che Giobbe dicesse questo a Dio: “Chi mi darà che tu nell’inferno mi cuopra, e ascoso mi serbi, fino a tanto che passi il tuo furore, e che tu mi prescriva un tempo, in cui ti ricordi di me?” (Giob. 14:13, Ma) Qui Giobbe, nella sua miseria, prega Dio che dal cielo lo nasconda nell’inferno. Potete immaginare il suo desiderio di andare ivi se l’inferno fosse un luogo di terribile tormento cosciente? Certo Giobbe ne ebbe abbastanza di guai e non volle saltare dalla padella nella brace. No, egli non volle questo. Ma per evitare questa apparente contraddizione alcuni hanno immaginato che ci debba essere una parte dell’inferno che sarebbe beata e un’altra parte per il tormento. Al contrario, Giobbe pregò in quel modo perché conosceva le disposizioni di Dio e sapeva che cosa significa “inferno” nelle Sacre Scritture. Egli sapeva che in un qualche tempo nel futuro Dio avrebbe ricordato tutti quelli che erano andati nello scritturale “inferno”, e avrebbe dato loro l’opportunità di un nuovo mondo, “dove abita la giustizia”. (2 Piet. 3:13, Ma) Che cos’è dunque questo “inferno”?
11. Chi sono quelli che vengono, ammassati come pecore nell’inferno, e quale speranza vi è per loro?
11 Uno scrittore dei Salmi disse questo al riguardo: “Udite questo, o popoli tutti, porgete le orecchie voi tutti, abitatori del mondo, figli del popolo, figli di nobili, ricchi e poveri, tutti quanti: Come pecore sono ammassati nell’inferno, la morte li divorerà. E i giusti domineranno su loro nel mattino; la loro forza svanirà nell’inferno, dopo la loro gloria”. (Sal. 49:1, 2, 14, NW; 48:2, 3, 15, Ti) Le pecore non sono nell’inferno, ma le pecore sono uccise a milioni. In tale gran numero muoiono anche gli uomini andando nello scritturale “inferno”. Qui il salmista dice che la morte li divora e la loro forza svanisce, ma aggiunge: “Ma Dio redimerà l’anima mia dal potere dell’inferno, quando mi avrà preso con sé”. — Sal. 49:15, NW; 48:16, Ti.
12. (a) Perché gli uomini sono stati costretti a vedere la morte? (b) Perché il loro andare nell’inferno non potrebbe essere per il tormento delle loro anime?
12 Un altro scrittore di Salmi dice: “Qual è quell’uomo che avrà vita senza veder mai la morte? chi trarrà l’anima sua dalle mani d’inferno?” (Sal. 89:48, Ma) Con nessun mezzo umano suo proprio o di un altro uomo alcuna persona vivente sulla terra può oggi sfuggire allo scritturale “inferno”. La ragione per la quale l’uomo è stato costretto a vedere la morte è che egli è stato generato come peccatore a causa del peccato dei nostri primi genitori Adamo ed Eva nel “paradiso di delizie”. “La paga del peccato si è la morte. Grazia di Dio (è) la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore”. (Rom. 6:23, Ma) Poiché tutti sono stati costretti ad andare nell’ “inferno” scritturale, è questo accaduto perché le loro anime fossero torturate in qualche modo? Come potrebbe avvenire ciò alle anime peccatrici, quando Dio dice, in Ezechiele 18:4 (Ti), questo: “Ecco che tutte le anime sono mie, quella del padre, come quella del figlio, è mia, e morirà l’anima che ha peccato”? Pertanto, secondo le Sacre Scritture, l’uomo va fuori dell’esistenza quando va all’ “inferno”, poiché la sua anima muore, divenendo impossibile che la sua anima sia tormentata per un certo tempo o per l’eternità.
13. (a) Se inferno significasse tormento, che cosa dovremmo sostenere riguardo a Gesù? (b) Un paragone delle traduzioni di Tintori e di Knox che cosa mostra che è l’inferno?
13 Se qualcuno vuol sostenere che l’inferno sia un luogo di ardente tormento cosciente, egli deve sostenere anche che Cristo Gesù, il Figlio di Dio, questo generato dalla vergine Maria, sarebbe andato pure in un luogo di tormento delle anime per prendere il posto del peccaminoso genere umano. Parlando della risurrezione di Gesù, l’apostolo Pietro disse: “Infatti David dice di lui: . . . perché tu non lascerai l’anima mia nell’inferno e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione. . . . profetando della risurrezione di Cristo, disse che egli non sarebbe stato lasciato nella morte e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione”. (Atti 2:25-31, Ti) L’inferno scritturale in cui Gesù fu per parte di tre giorni è la comune tomba del genere umano, e fu da questa tomba che il suo celeste Padre lo risuscitò il terzo giorno. Come prova di questo la traduzione di mons. Knox di Atti 2:27, 31 non adopera la parola “inferno” come fa la versione di Tintori, ma dice: “Tu non lascerai la mia anima nel luogo della morte, né permetterai che il tuo fedele servitore veda la corruzione. Fu del Cristo che egli disse, prevedendo la sua risurrezione, che non fu lasciato nel luogo della morte, e che il suo corpo non vide la corruzione”.
14. Come un’autorità cattolica mostra che l’“inferno” è la comune tomba?
14 Le Sacre Scritture parlano dei morti come se fossero addormentati, non come se soffrissero coscientemente dei tormenti. I morti non potrebbero esser tormentati andando nell’“inferno” scritturale, perché questa parola è tradotta in italiano dalla parola ebraica sceol delle Vecchie Scritture e dalla parola greca hades delle Nuove Scritture. Le 65 volte che la parola ebraica sceol ricorre, la Versione di Tintori la traduce a volte “abisso”, a volte “morte”. a volte “inferno”, a volte “soggiorno dei morti”. (Giob. 17:16; Osea 13:14, Ti) Ma in Giobbe 14:13, citato sopra (§ 10), mons. Knox traduce sceol “tomba” invece di “inferno”, ed egli la traduce “tomba” invece di “inferno” anche in altri luoghi. (Gen. 37:35; 42:38, Knox) Così gli studiosi cattolici riconoscono che l’“inferno” delle Scritture è la comune tomba del genere umano.
15. Si ha qualche sensazione nell’inferno? Che cosa mostrano le Scritture?
15 Quando qualcuno muore e va all’inferno, vi prova dunque qualche sensazione? Ha egli alcuna consapevolezza che lo renderebbe soggetto a qualche tormento? La Parola di Dio, non la parola dell’uomo, risponde: “Perocché quelli che vivono sanno d’avere a morire; i morti poi non sanno più nulla, e non han più veruna mercede, e la loro memoria è stata messa in oblio. Tutto quello che può operar la tua mano, fallo con sollecitudine; perocché né azione, né pensiero, né sapienza, né scienza ha luogo nel sepolcro, verso del quale tu corri”. (Eccl. 9:5, 10, Ma) In questa scrittura, invece di “sepolcro”, la versione cattolica Douay traduce sceol con “inferno”. Certo se una persona fosse viva in purgatorio o inferno, dovrebbe avere qualche ragione, qualche conoscenza, qualche senso. per sentire la tortura e le pene che alcuni insegnanti ci dicono che le persone soffrano in tale luogo dopo la morte. Al contrario, ci viene detto definitamente, in Salmo 146:4, NW; 145:4 (Ti): “Esalato lo spirito, ritornano nella loro polvere; in quel giorno svaniscono tutti i loro disegni”. E in Salmo 6:5 (Ma): “Imperocché nella morte non è chi di te si ricordi; e nell’inferno chi mai ti confesserà?” Secondo le Sacre Scritture, quando un uomo muore cessa di pensare e di sentire; egli va nell’“inferno”, l’inferno scritturale, che è la comune tomba, e qui dorme fino alla risurrezione. Egli non vi gode nessun riposo cosciente.
16. Che cosa mostrò il caso di Lazzaro, che Gesù risuscitò dai morti, riguardo a quelli che sono nell’inferno?
16 L’amico di Gesù, Lazzaro, era morto e nella tomba da quattro giorni. Gesù, parlando ai suoi discepoli intorno alla morte di Lazzaro, disse che egli dormiva. I suoi discepoli pensarono che Gesù volesse dire che non era ancora morto ma solo riposava. Giovanni 11:11-15 (Ti) ci dice: “Soggiunse: Lazzaro il nostro amico, dorme, ma vado a svegliarlo dal sonno. Dissero perciò i discepoli: Signore, se dorme sarà salvo. Or Gesù aveva parlato della morte di lui, ed essi credevano che avesse parlato del sonno ordinario. Allora Gesù disse loro apertamente: Lazzaro è morto. E di non essere stato là ho piacere per voi: affinché crediate; ma ora andiamo da lui”. Gesù ebbe una meravigliosa opportunità qui di mostrare ciò che sarebbe stata la risurrezione nel nuovo mondo, facendo risorgere Lazzaro che era effettivamente morto e nella tomba. Al suo arrivo la sorella di Lazzaro, Marta, disse a Gesù: “Se tu eri qui, mio fratello non sarebbe morto”. In seguito Gesù risuscitò Lazzaro dalla tomba, ma non c’è niente nelle Sacre Scritture che mostri che Lazzaro dicesse alcuna cosa circa il trovarsi in un inferno di infuocato tormento o in purgatorio per quattro giorni o in un limbo, oppure di essere in cielo con i santi angeli. Certo se Lazzaro fosse stato in qualche luogo diverso dalla tomba e se la sua anima fosse andata viva nello spazio in qualche posto, egli lo avrebbe saputo quando tornò a Betania suo paese di residenza. Lo avrebbe detto all’apostolo Giovanni e l’apostolo Giovanni lo avrebbe riportato quindi nel suo santo Vangelo. Ma egli non fece questo. Perciò Lazzaro provò solo ciò che Ecclesiaste 9:10 dichiarò, che non c’è sapienza, scienza, senso, attività nell’inferno o tomba nel quale l’uomo va alla morte.
17. Perché Dio non avrebbe mai potuto insegnare una tal cosa come il tormento eterno delle anime dopo la morte?
17 Iddio non avrebbe mai potuto meditare alcuna cosa come il purgatorio o il tormento eterno nell’inferno. Questa sarebbe stata la cosa più lontana dalla sua mente. La prova che Dio non ha mai pensato a una tal cosa è contenuta nella sua Sacra Bibbia, dove la obiezione a una tal cosa, dicendo: “Han costruiti i loro alti luoghi di Tofet, nella valle dei figli d’Ennon, per bruciarvi nel fuoco i loro figli e le loro figlie, cose che io mai ordinai e mai pensai nel mio cuore”. Iddio non ebbe mai una tale idea verso le sue creature, e ciò nonostante il suo popolo apostata prese i suoi figli e le sue figlie e li bruciò nel fuoco agli idoli e alle immagini dei falsi dèi. A questo Dio disse: “Hanno fabbricato degli alti luoghi a Baal, per bruciare nel fuoco i loro figlioli in olocausto a Baal, cose che io mai comandai, di cui mai feci parola, e che mai mi vennero in mente”. (Ger. 7:31; 19:5, Ti) No, un Dio amorevole non avrebbe mai potuto pensare di tormentare le creature fatte a sua immagine, mettendo gli umani vivi nel fuoco come sacrificio. Tanto meno il suo amore gli avrebbe permesso di pensare a una dottrina di eterno tormento o di tormento in un purgatorio di fuoco per le anime umane dopo la morte.
18. Nelle Sacre Scritture che cosa indica il fuoco, come in 2 Tessalonicesi 1:7-9?
18 Quando il fuoco viene menzionato nelle Sacre Scritture indica completa distruzione, non eterno tormento; come, per esempio, in questo testo di 2 Tessalonicesi 1:7-9 (Dy): “E a voi che siete tribolati, riposo con noi, quando il Signore Gesù sarà rivelato dal cielo con gli angeli della sua potenza: in una fiamma di fuoco, facendo vendetta di quelli che non conoscono Dio e che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù Cristo. I quali subiranno eterna punizione nella distruzione, dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza”. Qui “distruzione” non significa privare o danneggiare. Quando Dio distrugge o brucia qualche cosa, egli la mette completamente fuori dell’esistenza.
19. Chi Dio odia e a chi mostra misericordia?
19 Ora quelli che odiano Dio egli non li benedirà. Salmo 145:20, NW; 144:20 (Ti) dichiara: “Il Signore protegge tutti quelli che lo amano, e stermina tutti i peccatori”. La sua espressione d’amore non sarà rivolta a quelli che sono i suoi odiatori; ma a quelli che lo amano Dio mostra misericordia: “Io sono il Signore Dio tuo forte geloso, che visito l’iniquità dei padri sopra i figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano; e fo misericordia fino alla millesima di quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”. (Eso. 20:5, 6, Ti) Voi notate che Dio mostra la sua ira solo verso quelli che lo odiano. Egli non mostra odio contro le persone solo perché son nate da certi padri in una condizione peccaminosa. Ogni persona adulta ha il libero arbitrio. Essa può decidere per suo conto chi servirà. Quelli che odiano Dio e lo rigettano non vivranno. La sua misericordia egli la mostra a migliaia di quelli che lo amano. Vale la pena di esser devoti a Dio mostrando amore verso di Lui. Esso ci preserva dall’ardente distruzione di Dio contro i malvagi.
ESPRESSIONE DI AMORE
20. In che modo il fatto che siamo vivi è un’espressione dell’amore di Dio?
20 Tutto ciò che Dio ha fatto e farà nel futuro è dovuto all’amore. Non potrebbe essere altrimenti, poiché “Dio è amore”. La nostra stessa esistenza è un’espressione del suo amore. Egli ci creò, dandoci la vita. “Presso di te è la fonte della vita”. (Sal. 36:9, NW; 35:10, Ti) Egli è Colui che autoesiste. Non giova a niente indagare quando ebbe inizio, perché egli non ebbe inizio: è senza principio e similmente senza fine. Prima di cominciare la creazione era solo. Ma provava gran gioia e felicità generando le creazioni di tutte le specie, in modo che noi oggi vediamo intorno a noi le meraviglie della sua creazione. Tutte le cose che egli fa gli rendono lode e onore quando sono ubbidienti alle sue regole, e così deve essere. Egli ha prodotto una razza di intelligenti creature terrestri, di creature umane. È naturale che vogliano vivere, perché Dio ha dato loro la vita e il desiderio di preservarla. La sola vita non è completa in se stessa, ma la vita nella felicità, la vita con l’opportunità di lodare il proprio Creatore, reca completa gioia alla creatura umana.
21. Come tutta la natura dimostra che il Creatore è un Dio di amore?
21 Quando ci guardiamo attorno, vediamo tutta la natura che dimostra che il Creatore è un Dio di amore. Egli ha fatto tutte le cose per la delizia dell’uomo. Guardate la Sua generosità nella natura. Per il genere umano ha provveduto ogni specie di cibo: frutta, vegetali, nocciuole, grani, bacche, oltre all’acqua per rinfrescarci. In quanto alle cose che ci occorrono per la nostra vita, egli le dà al genere umano in sovrabbondanza. Basta viaggiare in varie parti della terra per vedere le diverse specie di cibo che vengono mangiate dai vari popoli, tutte nutrienti, tutte gustose. I nostri bisogni circa gli abiti e l’abitazione Iddio pure li considera. Egli ha generato animali che producono lana, e nei campi il cotone e le piante che forniscono fibre, materie che si possono ridurre in stoffa, e alberi che producono legno e rami e foglie per asilo. Anche le pelli di animali potrebbero servire per vestiario; per cui noi possiamo avere gli indumenti necessari e la protezione che ci occorre per i nostri corpi, tutto in tale abbondanza. Tutto ciò che il genere umano deve fare è servirsi delle sue capacità e mettere queste cose al giusto uso.
22, 23. (a) Quali sensi ci ha dato Dio, e per quale scopo? (b) Come l’uomo può esprimere la vita, e dove gli piacerebbe vivere per sempre?
22 Considerate questo corpo che Dio ci ha dato, e osservate quello che l’uomo ci può fare. Egli può vedere, guardando i suoi simili, contemplando tutta la meravigliosa creazione di Dio animata e inanimata. Può sentire, dicendo se le cose sono calde o fredde, determinando la forma delle cose col tatto delle sue dita, anche se non le può vedere. Iddio ci ha dato un meraviglioso senso del gusto. Qualsiasi cosa mangiamo noi possiamo distinguerla, anche se c’è una piccola differenza nel sapore tra questo e quel cibo. Egli ci ha permesso di udire, di afferrare la musica della melodia degli uccelli, del rumoreggiar delle onde, dei mutevoli e percettibili moti dei venti. Ci ha dato l’udito onde possiamo ascoltare le voci amate, quelle dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, dei nostri padri, delle nostre madri e dei nostri amici. Possiamo scoprire ciò che essi vogliono dire e ciò che desiderano esprimerci. Iddio ci ha dato anche il senso dell’odorato. Con esso possiamo sentire la fragranza del gran numero di fiori che ha fatti, i naturali profumi che empiono l’aria, l’odore dei gustosi cibi che mangiamo.
23 Tutti questi sensi Dio ce li ha dati come un prezioso dono per accrescere il nostro godimento della vita, non perché proviamo tormento ora o in futuro. Mostra che egli ha amato le sue creature dal principio. Come le sue creature possono esprimere la vita sulla terra! L’uomo può camminare, correre, saltare, nuotare, sì, volare, non con ali naturali come gli uccelli ma servendosi di macchine che i doni mentali dati all’uomo da Dio gli han permesso di costruire per elevarsi nell’aria mediante l’applicazione delle leggi naturali di Dio. Tutto questo ci ha dato Dio. Noi non siamo creature sviluppateci da noi stessi per evoluzione. Non siamo giunti qui per caso. Fummo fatti creati dalla potenza di Dio, e tutte queste cose che possediamo sono Suoi doni, benedizioni di un Dio amorevole. Benché ora sia imperfetto, l’uomo ha i suoi cinque sensi e abita nella sua casa, la terra. Se le cose fossero perfette e pacifiche, l’uomo sarebbe contento di vivere per l’eternità sulla terra. Ebbene, non lo sareste voi?
24. Che cosa può fare Il cervello, e che cosa mostra questo dono di Dio?
24 In realtà voi non sapreste di esser vivi se non fosse per il cervello che Dio ha messo nella vostra testa. Quale organo è esso! Quali ricordi riproduce! Quali impressioni son fatte su di esso durante la nostra presente vita! Quante cose possiamo rammentare! Quale immaginazione ha per concepire le cose! Come può ragionare! C’è volontà in tale cervello che ci muove all’azione, ci fa agire in determinate maniere. Questo nostro cervello ha una coscienza che può essere ammaestrata nella giustizia. Pare che non ci sia limite nell’estensione in cui il nostro cervello può essere usato. Può esser diretto nello studio di materie scientifiche, astronomia, matematica, ingegneria. Può studiare la costruzione di grandi edifici e impianti per abitazione e per lavoro del popolo della terra. Può studiare, inventare e sviluppare linguaggi. Potremmo continuare senza fine a pensare delle cose che il cervello umano può fare, perché ci sono Oggi uomini in tutto il mondo che usano il loro cervello in tanti diversi modi, alcuni per la benedizione del popolo e, ahimé, altri per il male del popolo. Indipendentemente dal modo in cui l’uomo decaduto lo usa, Dio ci ha dato il cervello e certo questo in se stesso è un’espressione del suo amore.
25 Quali attributi Dio diede all’uomo?
25 Un’altra cosa importante: Dio diede all’uomo i suoi propri attributi. Gli attributi di Dio sono amore e sapienza, giustizia e potenza. Questi egli li mise nel primo uomo Adamo quando lo creò, poiché Dio fece Adamo a sua immagine. “Dio è amore”. (1 Giov. 4:8, Ti) “In Lui è la sapienza e la forza”. (Giob. 12:13, Ti) “Vedete dove siede, . . . giustizia e rettitudine i pilastri del suo trono”. (Sal. 97:2, NW; 96:2, Knox) “Non una, ma due volte ho udito la voce di avvertimento di Dio; tutta la potenza è di Dio”. — Sal. 62:11, NW; 61:12, Knox.
26. Esprimendo amore, che incarico Dio diede all’uomo?
26 Queste diverse scritture testificano che egli è un Dio di sapienza, amore, giustizia e potenza. Se tutti gli uomini avessero seguito questi attributi come furono posti nel primo uomo nella perfezione, questa terra ora sarebbe uno stupendo luogo nel quale vivere. Col suo amorevole interesse per l’uomo, Dio gli diede poteri direttivi per le sue responsabilità nella cura degli animali inferiori e per trattare con tutta la famiglia umana: “Poi Dio disse: ‘Facciamo l’Uomo a nostra imagine e somiglianza, ché domini i pesci del mare, i volatili del cielo, le bestie, e tutta la terra, e tutti i rettili che strisciano sopra la terra’”. (Gen. 1:26, Ti) Iddio fu generoso, amorevole, prendendo l’uomo e affidandogli la responsabilità di tutte queste cose.
27. Dove Dio pose l’uomo e come provvide egli perché non vivesse da solo?
27 “Il Signore Dio prese adunque l’uomo e lo pose nel paradiso di delizie, affinché lo coltivasse e lo custodisse. E gli diè questo comandamento: ‘Mangia pure di ogni albero del paradiso, ma dell’albero della scienza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai, tu morrai.’ (Gen. 2:15-17, Ti) Dio diede quindi all’uomo una perfetta e amorevole moglie come sua aiutante e per popolare la terra. “E Dio li benedì e disse loro: ‘Crescete e moltiplicatevi, e riempite la terra e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare, e sui volatili del cielo. e sopra tutti gli animali che si muovono sulla terra.’ (Gen. 1:28, Ti) Un’altra espressione dell’amore di Dio! Egli non soltanto fece un uomo e una donna mettendoli lì in un’abitazione paradisiaca per lasciarli vivere con gli animali. No! Fece provvedimenti per la felice vita familiare tra gli uomini, come il mezzo per popolare la terra. Egli disse: ‘Ora moltiplicatevi, riempite la terra con la vostra razza e assoggettatevela. Generate figli e crescano per divenire persone come voi ed esse si moltiplichino ancora finché questa intera terra sia ripiena di creature umane. Nello stesso tempo rendete la terra un perfetto paradiso. Questa è la vostra abitazione.’ Certo il Creatore mostrò amore facendo l’uomo e mettendolo in un terrestre paradiso di delizie.
PROVA DELL’AMORE
28. L’albero proibito messo nel paradiso da Dio mostrò che la felicità e la soddisfazione dell’uomo dipendevano da che cosa?
28 Se l’uomo avesse perseverato nell’amore di Dio le cose sarebbero diverse oggi. Ma l’uomo abbandonò l’amore di Dio e si comportò a suo proprio modo. Malgrado l’uomo facesse questo, Dio non ripudiò il genere umano. “Così adunque Dio ha amato il mondo che ha dato il suo Figlio Unigenito, affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna”. (Giov. 3:16, Ti) Ma alcuni si chiedono: ‘Ebbene, Dio non sarebbe stato troppo amorevole mettendo l’albero della conoscenza del bene e del male nel paradiso. In che modo questo albero e la proibizione all’uomo di mangiarne poteva essere un’espressione di amore divino?’ In ogni caso, il Creatore conosce ciò che è meglio per l’uomo. Egli conosce il Suo proposito nel farlo e nel metterlo qui sulla terra. La felicità e la soddisfazione di Adamo ed Eva, e della loro famiglia, dipendevano dal loro continuo apprezzamento delle benedizioni di Dio. Se Dio si fosse estraniato una volta dalla loro vita essi non avrebbero potuto esser contenti, né avrebbero potuto godere la vita, perché avrebbero perduto l’amore del Padre, e questo è una cosa essenziale per la vita. Ciò che importava a Dio era la continuazione della vita dell’uomo nel Suo favore, nella Sua benedizione e nella Sua vera adorazione. Quindi essa dipendeva dall’amore, dalla giustizia, dalla sapienza e dalla potenza di Dio e dall’osservanza della legge di Dio, non della legge dell’uomo.
29. (a) Doveva l’uomo governar se stesso? (b) Quindi che cosa volle vedere Dio nell’uomo?
29 “Dio non dispose perché l’uomo si governasse da sè. Dio fece complete disposizioni per dirigere le cose della terra e affinché l’uomo facesse le cose nel modo in cui Dio sapeva che era il migliore nel quale l’uomo potesse farle. Tutto questo per la benedizione della creazione. L’uomo doveva ora mostrare apprezzamento per la sovranità di Dio, per il suo governo sopra l’universo. Se non si fosse mostrato nessun apprezzamento, certo le benedizioni sarebbero state perdute. Dio disse all’uomo: “Tu puoi mangiare a sazietà di tutti gli alberi del giardino eccetto l’albero che reca la conoscenza del bene e del male; se mangi di questo, la tua condanna è la morte”. (Gen. 2:17, Knox) Questo mostra che Dio avrebbe governato l’uomo, non con la forza o la coercizione, non con la paura del tormento in un inferno di fuoco, ma facendo appello all’apprezzamento dell’uomo, alla gratitudine dell’uomo, all’amore dell’uomo per il suo Creatore. Dio governa con amore. Tutto ciò che egli disse all’uomo di fare fu: Non mangiare di quel solo albero particolare. Ciò che Dio volle vedere nell’uomo fu l’ubbidienza.
30. L’apprezzamento avrebbe portato l’uomo a fare che cosa?
30 L’ubbidienza è espressa per mezzo dell’apprezzamento e facendo ciò che vuole Colui che vi benedice. Sarebbe stato per il bene stesso dell’uomo se avesse fatto ciò che Dio voleva da lui. Se l’uomo avesse avuto apprezzamento, condiscendenza e amore verso il Padre suo, egli avrebbe fatto con esattezza ciò che il suo Creatore voleva che si facesse. Che cosa ebbe l’uomo? Nulla eccetto ciò che gli aveva dato Dio, e tutto quello che aveva era per il suo bene. L’uomo avrebbe dovuto avere quindi amore e apprezzamento per il suo Fattore. Egli doveva osservare i princìpi che Dio aveva posti per l’uomo attenendosi a tali principi. L’uomo doveva ricordare che è Geova Dio il Legislatore, il quale dà le istruzioni per la condotta che l’uomo deve tenere. L’uomo doveva rispettare queste leggi e questi comandamenti di Dio. Pertanto Dio mise l’uomo a una semplice prova. Era una prova di ubbidienza per ciò che riguardava il suo mangiare. Solo tenendosi lontano da quell’albero proibito l’uomo avrebbe potuto certamente mostrare che apprezzava e amava Dio.
31. Chi preferì ascoltare Eva?
31 Ma Eva e Adamo non amarono Dio, poiché presero del frutto di quell’albero. Per mezzo del serpente, Satana il Diavolo si presentò a Eva ed ella preferì credere a Satana il serpente anziché al Creatore. Il serpente disse ad Eva: “Che cos’è questo comando che Dio vi ha dato, di non mangiare il frutto di alcun albero del giardino?” “A cui la donna rispose: Noi possiamo mangiare il frutto di qualsiasi albero del giardino eccetto l’albero che è nel mezzo del giardino; è questo che Dio ci ha proibito di mangiare o anche di toccare, colla pena di morte. E il serpente le disse: Che cos’è questo discorso di morte? Dio sa bene che appena mangiate questo frutto i vostri occhi si apriranno, e voi sarete come dèi, conoscendo il bene e il male”. (Gen. 3:2-5, Knox) “Ma il serpente disse alla donna: Assolutamente voi non morrete”. — Gen. 3:4, Ma.
32. Di che cosa Adamo ed Eva mostrarono d’esser privi, e perché?
32 Non ci fu nessuna dimostrazione di amore da parte di Eva allorché prese il frutto proibito. Adamo mostrò pure il suo egoismo, mangiandolo. Non c’era amore nei loro cuori, né apprezzamento, né gratitudine per tutte le meravigliose cose che Dio aveva dato loro. Essi preferirono esser disubbidienti, fare le loro proprie leggi, decidere per loro conto ciò che era buono e ciò che era male, non rivolgendosi più al grande Sovrano dell’universo che ha tutta la potenza, tutta la sapienza e tutto l’amore per Sua guida. No, ora avrebbero agito da furbi, avrebbero fatto le loro proprie leggi e sarebbero vissuti conforme ad esse, sarebbero stati come Dio. Come era stolto, poiché allo scopo di godere la vita una creatura deve riconoscere la legge, la disposizione e la maniera di benedire del Supremo, non ciò che la creatura pensa di dover fare!
33. In che modo Dio mostrò quindi che il suo amore per l’umanità non veniva meno?
33 Allora nel paradiso di delizie i nostri primi genitori si rivoltarono contro Dio. Ma l’amore di Dio non venne meno. In questa promessa egli espresse la sua via dell’amore per la famiglia umana: “lo porrò inimicizia fra te [il serpente] e la donna, fra la tua progenie e la progenie di lei; essa ti schiaccerà la testa e tu la insidierai al calcagno”. (Gen. 3:15, Ti) Perciò Dio lasciò che Adamo ed Eva vivessero tanto a lungo da allevare una grande famiglia. Iddio sapeva che avrebbe potuto ricevere l’amore di quelli della discendenza di Adamo che avrebbero apprezzato le benedizioni divine; ma quelli che si mostravano volontariamente malvagi e non volevano vivere sotto la legge e la disposizione di Dio sarebbero stati distrutti da Lui. Essi non sarebbero stati benedetti in eterno dalla Progenie della donna di Dio, ma sarebbero stati schiacciati come progenie del serpente.
34. Quale diritto perdettero Adamo ed Eva, ma qual è il proposito di Dio che resta per l’abitazione del genere umano?
34 Per la disubbidienza Adamo ed Eva perdettero il diritto di vivere sulla terra. Perdettero la loro abitazione nel paradiso di delizie e furono cacciati dal giardino di Eden. Ma in quanto alla loro discendenza, Dio promise che la sua Progenie promessa sarebbe venuta e avrebbe cambiato le cose. Dio determinò che l’uomo vivesse per sempre nella sua abitazione terrestre, mentre ora il genere umano vive per un breve tempo. Questa terra fu fatta per l’abitazione dell’uomo, non il cielo, non un purgatorio, non un inferno di tormento eterno. “Così dice il Signore, creatore del cielo, lo stesso Dio che ha formata la terra, l’ha fatta, l’ha plasmata, non invano l’ha Creata, l’ha formata perché fosse abitata”. (Isa. 45:18, Ti) Dio dice ancora: “Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non tornerà a me senza frutto, ma opererà tutto quello che io voglio, e compirà quelle cose per le quali l’ho mandata”. (Isa. 55:11, Ti) Questa terra, l’abitazione dell’uomo, non sarà bruciata e annullata dall’esistenza. Dio dice che questa terra non l’ha creata invano, e non sarà vana, ma la fece come abitazione dell’uomo, perché fosse riempita di perfetti umani e venisse portata a una condizione di paradiso in ogni luogo. Salmo 104:5, NW; 103:5 (Ti) dice: “Tu hai stabilito sulle sue basi la terra, non piegherà nei secoli dei secoli”. Ecclesiaste 1:4 (Ti) aggiunge: “Una generazione va e l’altra viene, ma la terra riman sempre al suo posto”. La terra resterà per sempre l’abitazione dell’uomo, e a suo tempo Dio avrà un perfetto genere umano vivente sopra di essa per l’eternità nella delizia, nella prosperità, con abbondanza. L’uomo loderà allora Dio, perché la via di Dio è amore ed egli la prepara per il beneficio e la benedizione dell’uomo.
AMOREVOLE DONO DI UN LIBRO
35. Quale libro è un dono dell’amore di Dio, e come fu prodotto?
35 Tutte le citazioni che abbiamo lette sopra sono delle Sacre Scritture, la Sacra Bibbia. Questo libro dei libri è un dono dell’amore di Dio, poiché contiene una registrazione delle sue promesse. Mostra come ha trattato l’uomo nei passati 6.000 anni, benedicendo e guidando gli uomini ubbidienti fino a questo tempo attuale. Nel sedicesimo secolo avanti Cristo Iddio cominciò a far scrivere la Bibbia nella sua forma attuale. Fu principiata con gli scritti di Mosè. Vennero poi altri scrittori ispirati, scrivendo tutti sotto la direzione di Dio. Infine, verso il 98 d.C., l’apostolo Giovanni finì di scrivere l’ultimo dei libri della Bibbia.
36. Che cosa disse l’apostolo Pietro circa gli scritti dei profeti di Dio?
36 Parlando dei più di trentacinque libri della Bibbia scritti prima che avesse inizio la chiesa cristiana l’apostolo Pietro scrive: “E abbiamo una parola ancor più sicura, quella dei profeti, alla quale fate bene a prestare attenzione, come a una lucerna che splenda in luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Però notate, prima di tutto, che nessuna profezia della Scrittura è di privata interpretazione; perché non furono pronunziate per umano volere le profezie, ma ispirati dallo Spirito Santo parlavano i santi uomini di Dio”. — 2 Piet. 1:19-21, Ti.
37. Qual è pertanto la migliore guida scritta per noi, e perché?
37 Ora tutte queste cose furono scritte per il nostro beneficio. Dio provvide che il testo della Bibbia fosse preservato, poiché quel testo era suo, scritto sotto la sua ispirazione. Quindi la Sua Parola è una perfetta guida per noi tutti. Dovremmo rivolgerci ad essa e studiarla. Ci rende saggi per ottenere la salvezza. Paolo disse a Timoteo: “Sin dall’infanzia conosci le sacre lettere, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salute, mediante la fede che è in Cristo Gesù. Ogni scrittura, divinamente ispirata, è utile a insegnare, a redarguire, a correggere, a educare alla giustizia, a far sì che l’uomo di Dio sia perfetto e pronto ad ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:15-17, Ti.
38, 39. (a) Quale libro rivela i propositi di Dio, e che cosa promise Dio ad Abrahamo, Davide e Daniele? (b) Che cosa il Regno renderà certo per Il genere umano?
38 Noi possiamo certamente dipendere dalla Bibbia, più che dalle parole pronunciate dall’uomo. Essa è la parola di verità di Dio, che narra la storia dell’umanità da Adamo al tempo presente e ci dice che cosa accadrà nel prossimo futuro. La Sacra Bibbia rivela i propositi di Dio per un nuovo mondo. Rivolgendoci alle Scritture possiamo udire le promesse di Dio circa questo nuovo mondo con la benedizione per tutto il fedele genere umano. Molto tempo fa Dio promise ad Abrahamo: “Nella tua progenie saran benedette tutte le nazioni della terra, perché hai obbedito alla mia voce”. (Gen. 22:18, Ti) Adamo aveva disubbidito portando peccato, afflizione e morte sulla famiglia umana, ma l’ubbidiente Abrahamo ricevette da Dio la promessa che la benedizione sarebbe venuta a tutte le nazioni per mezzo della sua Progenie, che è Gesù Cristo. In seguito Dio promise a Davide un Governatore per il genere umano: “Io farò sorgere dopo di te uno di tua stirpe, uno che sarà dei tuoi figli e stabilirò il suo regno. Egli mi edificherà una casa, ed io renderò stabile il suo trono in eterno. lo gli sarò padre ed egli mi sarà figlio; e non toglierò a lui la mia misericordia come la tolsi al tuo predecessore. Io lo stabilirò nella mia casa e nel mio regno in eterno, e il suo trono sarà stabile in perpetuo”. — 1 Paralipomeni 17:11-14, Ti.
39 Nei secoli successivi Dio ispirò Daniele a profetizzare: “Or nel tempo di quei regni, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto in eterno; il regno di lui non passerà ad un altro popolo, ma stritolerà e consumerà tutti questi regni ed esso durerà in eterno”. (Dan. 2:44, Ti) Queste scritture, con molte altre profezie della Bibbia, indicano un regno che Dio istituisce per sempre per la benedizione degli uomini e delle donne fedeli. Questo regno renderà il genere umano sicuro nelle sue dimore: “Fabbricheranno case e le abiteranno, e pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. . . . non pianteranno più perché altri mangi, Il lupo e l’agnello pascoleranno insieme, e il leone e il bove mangeranno lo strame, cibo del serpente sarà la polvere: non faran del male, non faran morire in tutta la mia santa montagna — dice il Signore”. Inoltre, riguardo al Re e al suo governo Isaia dice: “Giudicherà con giustizia i poveri, e prenderà le giuste difese degli umili della terra; . . . Il lupo starà insieme coll’agnello, il leopardo s’accovaccerà insieme col capretto; il vitello, il leone e la pecorella staranno assieme, e farà loro da pastore un piccolo fanciullo. Il vitello e l’orso andranno ai medesimi pascoli, i loro piccoli riposeranno insieme. Il leone mangerà paglia come il bove. Il fanciullo di latte scherzerà alla buca dell’aspide, nella tana del basilisco metterà la mano appena divezzato. Non vi sarà più male, né uccisioni in tutto il mio monte santo, perché la scienza del Signore ha riempita la terra, come le acque il fondo del mare”. — Isa. 65:21-25 e 11:4-9, Ti.
40 Che cosa possiamo dire circa le guerre fra le nazioni sotto il Regno?
40 In quei giorni, sotto quel regno, ci saranno ancora guerre fra le nazioni? Ascoltate Michea 4:3, 4 (Ma): “E giudicherà molti popoli, e correggerà nazioni potenti ancora rimote; ed elle spezzeranno le spade per farne dei vomeri, e le aste per farne delle vanghe: non impugneranno la spada un popolo contro l’altro, e non istudieranno più il mestiere dell’armi. E ciascuno sederà sotto la sua vite e sotto il suo fico, senza aver timore di alcuno: perché il Signore degli eserciti di sua bocca ha parlato”. Cristo Gesù, la Progenie della promessa di Dio, è Colui che recherà tutte queste benedizioni alla famiglia umana mediante il Regno che Dio ha decretato di stabilire con Gesù come Re.
41. In che modo l’adempimento delle parole dette dall’angelo a Maria portò l’adempimento di Isaia 9:6, 7?
41 Ricordate ora le parole dette dall’angelo alla vergine Maria: “Tu concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. . . . il Signore Dio gli darà il trono di David suo padre; e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine”. (Luca 1:31-33, Ti) Questo avveniva in adempimento di Isaia 9:6, 7 (Ti): “Ecco ci è nato un pargolo, ci fu largito un figlio: ha sopra i suoi omeri il principato; ed ecco il suo nome: l’Ammirabile, il Consigliere, Dio, il Forte, il Padre del secolo futuro, il Principe della pace. Il suo impero sarà esteso, la pace sarà senza fine; Egli sederà sul trono di David e ne avrà il regno, per stabilirlo e renderlo potente nel diritto e nella giustizia, ora e sempre, per tutta l’eternità. Lo zelo del Signore degli eserciti farà questo”.
42. Quale preghiera insegnò Gesù al suoi discepoli, e che cosa significa il suo adempimento in quanto alle nazioni di questo mondo?
42 Gesù sapeva di essere chiamato a questa esaltata posizione per essere il Governatore del nuovo mondo. Quindi insegnò ai suoi apostoli di pregare per questo regno, poiché essi vi sarebbero stati posti con lui. Rivolgendosi a Dio loro Padre del cielo essi pregarono: “Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”. (Matt. 6:10, Ti) Fino a questo giorno i Cristiani ripetono questa stessa preghiera, ma avete pensato mai a ciò che avete effettivamente pregato? Vi rendete conto che quando chiedete al Padre del cielo che la sua volontà si faccia sulla terra come è fatta in cielo voi domandate che egli distrugga tutta questa malvagia disposizione che esiste sulla terra? Poiché le nazioni terrestri non fanno la sua volontà. Voi pregate che esse siano tolte, come profetizzò Daniele, e che in loro vece Dio rechi il suo regno. Quindi cesserete ora di recitare questa preghiera oppure volete il Regno e le sue benedizioni?
RISCATTO E RISURREZIONE
43. Come ha reso possibile Gesù che l’uomo ottenga la vita eterna?
43 Sulla terra Gesù non soltanto rivendicò il santo nome e la Parola del suo celeste Padre ma provvide anche il riscatto di cui il genere umano aveva bisogno, morendo come un perfetto sacrificio sul calvario. Dando la sua perfetta, pura vita umana egli controbilanciò la condanna che la legge di Dio imponeva sulla discendenza di Adamo. Così, tutto ciò che quel ribelle Adamo aveva perduto per la sua non generata posterità, Gesù lo comprò con quella sentenza. Con ciò rese possibile all’uomo di ottenere la vita eterna. Perciò l’apostolo Paolo scrive: “Essendo paga del peccato la morte, e grazia di Dio la vita eterna in Gesù Cristo nostro Signore”. (Rom. 6:23, Ti) Tutto ciò che Adamo guadagnò come sua paga per il peccato fu la morte, non la vita eterna in un inferno o purgatorio di fuoco. Se oggi noi accettiamo Cristo Gesù, la grazia che Dio ci conferirà per mezzo di lui è la vita eterna, nel nuovo mondo. Gesù disse: “Come il Padre ha in sé il dono della vita, così ha concesso al Figlio che egli pure abbia in sé il dono della vita, e gli ha anche concesso il potere di eseguire il giudizio, poiché egli è il Figlio dell’Uomo. Non vi sorprendete di questo; il tempo viene, in cui tutti quelli che sono nelle loro tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli le cui azioni sono state buone, risorgendo a nuova vita, e quelli le cui opere sono state cattive, risorgendo per trovare la loro sentenza”. — Giov. 5:26-29, Knox.
44. Mediante chi venne la morte, ma per mezzo di chi viene la vita e per quanto tempo deve regnare?
44 “Qui abbiamo la promessa di Gesù che tutti quelli che sono nelle loro tombe verranno fuori al tempo dovuto, alcuni a una risurrezione di vita e benedizione nel nuovo mondo ed altri a un giudizio che sarà avverso per alcuni di loro perché non si conformeranno al regno di Dio sotto Cristo in quel tempo. La vita si ottiene per mezzo di Cristo Gesù; come leggiamo in 1 Timoteo 2:5, 6 (Ma): “Dio è uno, uno anche il mediatore tra Dio e gli uomini, uomo Cristo Gesù: il quale diede sé stesso in redenzione [come riscatto, Knox] per tutti”. Il primo uomo Adamo introdusse il peccato nel mondo e la morte per mezzo del peccato, per cui noi tutti suoi discendenti siamo morti. L’uomo Cristo Gesù ha provveduto il riscatto per tutti i credenti. Gesù presentò il suo riscatto a Dio in cielo dopo la sua risurrezione dai morti, ed ora Dio, lo ha posto sul trono celeste perché governi come Re del nuovo mondo. L’apostolo Paolo dice: “È necessario che egli regni ‘fino a che non abbia posto sotto i piedi tutti i nemici’. L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte”. (1 Cor. 15:25, 26, Ti) Il regno di Cristo è il provvedimento di Dio per il genere umano, nell’espressione del suo amore per esso, Dio ama la vita, non la morte. La morte è la paga del peccato. Geova ama il peccatore che si pente e si rivolge a Lui. Il fatto che il primo uomo peccò e andò contro di Lui non ha posto Dio contro la famiglia umana. Ma Dio esige comunque che noi siamo ubbidienti alle sue leggi e seguiamo le sue disposizioni, se vogliamo vivere.
QUANDO
45. Quando tutto questo comincerà ad accadere, e a che cosa l’egoismo e l’odio portano le nazioni?
45 Ecco, dice qualcuno, voi parlate della via divina dell’amore; dunque quando avverrà tutto questo? Per avere la risposta prendete Matteo, capitolo 24. Ci parla di un segno con molte caratteristiche, guerre, pestilenze, carestie, terremoti, persecuzione di Cristiani, che sarebbe apparso allorché il Regno avrebbe dovuto cominciare. Gesù predisse qui ai suoi discepoli che quando i Cristiani avrebbero veduto queste cose verificarsi insieme sulla terra avrebbero saputo che questo vecchio sistema di cose sta scomparendo e che il nuovo e giusto governo, il regno di Dio per il quale insegnò loro a pregare, è stabilito nei cieli. Egli disse: “Allora molti si scandalizzeranno e si tradiranno e si odieranno a vicenda”. (Matt. 24:10, Ti) Ora non è questa una verace descrizione dello stato in cui si trova la terra oggi? L’egoismo domina supremo. Questo conduce a una “grande tribolazione” come l’uomo non ne ha mai visto l’uguale né mai più la vedrà. Essa distruggerà tutta questa malvagità e le nazioni che vi si impegnano. Il culmine di tale grande tribolazione sarà la battaglia di Harmaghedon che il Papa è stato spinto a menzionare. Quella battaglia porrà fuori dell’esistenza tutti gli angeli malvagi insieme a Satana, e tutti gli umani che servono questa organizzazione malvagia.
46. In che modo la battaglia di Harmaghedon potrebbe essere un’espressione dell’amore di Dio?
46 È questa battaglia, dunque, un’espressione dell’amore di Dio per la famiglia umana? Sì. Dio non prende alcun piacere nella morte dei malvagi, ma sarà una benedizione per il genere umano che Iddio distrugga tutti i malvagi. “lo giuro, dice il Signore Dio; io non voglio la morte dell’empio, ma che l’empio dalla sua via si converta, e viva. Convertitevi, convertitevi dalle pessime vie vostre: e perché morrete voi, casa d’Israele?” (Ezech. 33:11, Ma) È proprio stolto per qualsiasi creatura allontanarsi dai comandamenti e dalla direttiva di Dio. Perché morreste solo per seguire la vostra propria volontà e maniera di vivere? Quelli che rifiutano di ubbidire ai comandamenti di Dio egli li porterà all’estinzione, spazzandoli via, annichilendoli. Questo è ciò che accadrà ai malvagi. (Sal. 145:20, NW; 144:20, Ti; 2 Tess. 1:7-9) È essenziale per tutti gli uomini che amano la giustizia che i malvagi siano così distrutti. La distruzione di quelli che sono malvagi nell’universo è un’espressione dell’amore di Dio per la giustizia e della sua benignità verso l’uomo.
47. Con chi Dio popolerà la terra?
47 Il sovrano Governatore dell’universo farà una terra perfetta, popolata da una perfetta famiglia umana. Perché, dunque, dovrebbe Dio lasciare che i malvagi rimanessero su questa terra corrompendola? È Dio che propone di produrre una perfetta società di uomini e donne, tutto nell’espressione del suo amore, dando loro felicità, pace, abbondanza e soddisfazione della loro vita perfetta. È il suo proposito che questa terra sia piena di creature felici e giuste, non malvage.
48. Come il diluvio dei giorni di Noè mostra che Harmaghedon sarà un’espressione dell’amore di Dio?
48 “Ai giorni di Noè il diluvio fu un avvenimento molto essenziale. La terra in quel tempo era piena di malvagità, poiché il genere umano si era rivoltato quasi tutto contro Dio. Fu un’eccezione la diretta famiglia di Noè, che amò e predicò la giustizia, otto persone. Il popolo rifiutò di convertirsi all’avvertimento di Dio annunciato da Noè, purificandosi; egli lo annichilì, compresi i governi che allora esistevano, perché Dio si pentì di aver fatto l’uomo; egli si afflisse per la condizione nella quale era caduto. Perciò li distrusse tutti. Noè amava Dio e Dio amava Noè e la sua famiglia, quattro coppie di coniugi. Questi Dio preservò nella catastrofe, la distruzione di quel vecchio ed empio mondo. Dio dovette distruggere quel primo mondo e tutto il suo popolo affinché Noè, la moglie, i loro tre figli e le loro mogli, potessero godere la vita nella felicità. Iddio farà di nuovo la stessa cosa. Egli deve farla. Come il diluvio fu un’espressione del suo amore, è anche un’espressione d’amore che egli porti la battaglia di Harmaghedon. È essenziale ora perché le persone che amano la giustizia vivano nella pace e nell’unità in eterno.
49. Come gli uomini pervengono alla conoscenza di più che una semplice esistenza?
49 La vita è piacevole nella felicità solo sotto Dio. Noi oggi viviamo, sì, ma pochi del genere umano hanno questa vita. L’uomo vive, esiste, ma quando le persone sincere pervengono alla conoscenza di Dio e seguono i suoi giusti comandamenti vivendo conforme ai suoi buoni principi, esse cominciano a vivere nella felicità. “La benedizione di Dio è quella che fa ricchi, e non avrà per compagna l’afflizione”. (Prov. 10:22, Ti) Il regno di Geova per il quale noi preghiamo sarà esteso a tutta la terra e sarà una benedizione durevole per l’umanità ubbidiente.
50. Che cosa si deve predicare ora prima di Harmaghedon, affinché gli uomini facciano che cosa?
50 Ed ora, prima della battaglia del “gran giorno di Dio Onnipotente”, Harmaghedon o Armagedon, questa buona notizia della distruzione di questo mondo e l’istituzione del regno di Dio dev’essere predicata in tutti i paesi e le isole del mare. (Apoc. 16:14-16, Ti; Matt. 24:14) Come Noè seppe della venuta del diluvio e fu un predicatore di giustizia predicando la notizia di salvezza nei suoi giorni, così quelli che apprendono di Harmaghedon e del regno di Dio devono predicare “questo vangelo” in tutto il mondo per una testimonianza. Non c’è nessuna via di scampo dalla distruzione nella battaglia di Harmaghedon a meno che le persone non vengano al Signore Dio e cerchino la giustizia e cerchino la mansuetudine, “per vedere se potete mettervi al sicuro nel giorno del furore del Signore”, come anche Noè e la sua famiglia sopravvissero al diluvio. Essi furono messi al sicuro nel giorno del furore del Signore contro quel vecchio mondo. (Sof. 2:3, Ti) Iddio non muta. Egli può preservare il suo popolo in ogni parte della terra in questi giorni, alla fine di questo mondo malvagio.
51. Ha Dio suscitato dei testimoni e qual è il loro proposito, il loro lavoro, il loro contegno?
51 Iddio sta provvedendo perché “questo vangelo del regno” sia dunque predicato nel mondo intero per una testimonianza a tutte le nazioni. Dopo di ciò verrà la fine, la fine di questo sistema di cose. Dio ha suscitato i suoi testimoni. Questi testimoni di Geova Dio sono molto ansiosi a questo riguardo. Essi vogliono che il popolo conosca la via di Dio. Gli mostrano il loro apprezzamento predicando la buona notizia del Regno in tutto il mondo. I testimoni di Geova sentono la loro responsabilità di portare questo messaggio al popolo. Essi non sono politici, né commerciali, e sono contro tali false speranze come l’ateo comunismo. Amano l’Iddio del cielo e vogliono servire lui e il suo Figlio Gesù Cristo il Re. Vogliono che altri, anche, conoscano lui e lo servano. Incoraggiano tutte le persone che amano la giustizia a provare con le Sacre Scritture tutte le cose che essi predicano. Chiunque può prendere la Sacra Bibbia, sia essa un’edizione cattolica o no, e provare con sua propria soddisfazione quali sono le provvisioni di Dio per lui. Tutti dovrebbero rivolgersi alle Sacre Scritture per la prova, come fecero gli antichi Bereani: “Questi Giudei erano più nobilmente disposti di quelli di Tessalonica, e ricevettero la parola con tutta avidità, esaminando ogni giorno le Scritture, se le cose stessero così”. — Atti 17:11, Ti
52. Come testimoni di Geova, a quali cose fondamentali crediamo noi?
52 Mediante queste Sacre Scritture noi, come testimoni di Geova, crediamo che il primo uomo peccò e portò la morte sull’intera famiglia umana. Ma Geova Dio ha amato l’umanità e ha disposto per la loro redenzione onde ottengano la vita nel nuovo mondo. Egli diede il suo Figlio Gesù Cristo affinché il peccato del mondo fosse tolto.
53. Quale testimonianza intorno alla risurrezione diamo noi e chi otterrà o non otterrà la vita nel nuovo mondo?
53 Dalle Sacre Scritture abbiamo imparato e rechiamo testimonianza che la risurrezione è una delle più grandi dottrine insegnate nella Parola di Dio, e che il genere umano ora nelle tombe sarà risuscitato e avrà l’opportunità di ricevere la vita eterna, il piccolo gregge avrà la vita nel cielo come sposa di Cristo, e il resto del genere umano credente avrà un’eredità nel paradiso restaurato sulla terra. Quelli che mostrano amore verso Dio e cercano di fare la volontà di Dio con fedeltà vivranno in eterno. Quelli che rifiutano di seguire la legge di Dio andranno nella morte eterna.
54. Quali cose dovremmo cercare noi prima di Harmaghedon, e perché?
54 Il nuovo mondo è proprio davanti a noi. Prima di Harmaghedon noi dobbiamo cercare la giustizia e la mansuetudine affinché siamo messi al sicuro nel giorno del furore del Signore. Geova Dio non è adirato con quelli che lo amano. Egli manifesterà la sua ira contro il Diavolo e i suoi malvagi demoni e contro le persone della terra che servono il Diavolo. Questi la Progenie della donna di Dio li schiaccerà eliminandoli dall’esistenza.
55. Quale libro dovremmo acquistare, leggere e studiare, e perché?
55 Tutto ciò che ha fatto Iddio lo ha fatto per amore. Egli ha espresso il suo proposito nelle Sacre Scritture, e noi possiamo confidare nella sua Parola. La Sacra Bibbia si è dimostrata verace finora, e possiamo aver fede nelle promesse di Dio per il futuro. Per ottenere la vita eterna nella felicità dobbiamo acquistare la conoscenza del grande Creatore Geova Dio e del suo Figlio. Ecco perché Gesù disse a Dio: “E la vita eterna è questa: che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3, Ti) Prendete una versione della Bibbia di Martini o di Tintori. Leggetela. Provate a voi stessi che quello che avete letto qui è verità scritturale. Con amore Dio ha preservato la sua Parola, la Bibbia, per voi. Leggetela dunque. Apprendete intorno alla vita e alla vostra opportunità per essa, come prova che la via di Dio è amore.