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FidanzamentoAusiliario per capire la Bibbia
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cioè ricevuto un certificato di divorzio. (Matt. 1:19) Se una ragazza commetteva fornicazione mentre era fidanzata col suo promesso sposo, era considerata adultera e condannata a morte. (Deut. 22:23-26) Anche se un uomo aveva rapporti con una schiava destinata a un altro uomo ma non ancora redenta o liberata, entrambi erano colpevoli e venivano puniti. Tuttavia non erano messi a morte perché la ragazza non era libera. (Lev. 19:20-22) L’uomo fidanzato era esonerato dal servizio militare. — Deut. 20:7.
Tra il fidanzamento e il matrimonio non c’era in genere un intervallo di anni, anche se a volte ci voleva un periodo di tempo perché lo sposo potesse pagare il prezzo stipulato o rendere il servizio desiderato. Nel caso di Giacobbe il fidanzamento durò sette anni, nei quali prestò servizio per avere Rachele, ma gli fu data Lea. Poi attese ancora una settimana prima che gli fosse data Rachele, pur continuando a servire Labano altri sette anni per lei. — Gen. 29:20-28.
LA SPOSA DI CRISTO
Gesù Cristo è il promesso sposo della congregazione cristiana, che è il suo corpo. (Efes. 1:22, 23) Alla Pentecoste del 33 E.V. i primi componenti della Sposa ricevettero lo spirito santo col miracoloso dono delle lingue. Questo fu una specie di dono di fidanzamento, che costituiva per la spirituale Sposa di Cristo “una caparra della nostra eredità, allo scopo di liberare mediante riscatto il possedimento di Dio, alla sua gloriosa lode”. (Efes. 1:13, 14) L’apostolo Paolo parlava di coloro ai quali aveva fatto conoscere la verità intorno a Cristo e che erano diventati cristiani come se fossero promessi in matrimonio, e li esortava a rimanere puri come una casta vergine promessa al Cristo. (II Cor. 11:2, 3) Coloro che sono fidanzati o promessi in matrimonio al Cristo, mentre sono sulla terra, sono considerati fidanzati e invitati al pasto serale del matrimonio dell’Agnello. — Riv. 19:9.
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FieleAusiliario per capire la Bibbia
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Fiele
Fluido prodotto dal fegato e contenuto nella colecisti o vescichetta biliare, piccolo sacchetto a forma di pera situato sulla parte inferiore destra del fegato. La colecisti può contenere in una volta fino a 40 gr di fiele o bile, fluido estremamente amaro, giallo o verdastro che serve alla digestione. Il fiele finì per rappresentare tutto ciò che è amaro o velenoso, e in questo senso il termine è usato nella Bibbia.
Nel descrivere la sua esperienza amara e penosa, Giobbe dice in senso figurativo che la sua “vescichetta del fiele” è versata per terra. (Giob. 16:1, 13) In seguito Zofar, con linguaggio figurativo, accusa Giobbe di aver agito malvagiamente e dice che il suo “cibo” sarà dentro di lui come “il fiele [o veleno] dei cobra”. Lo minaccia che un’arma gli trapasserà il “fiele”, cioè la colecisti. (Giob. 20:1, 14, 25) l termine ebraico qui tradotto “fiele” è reso anche ‘amaro’ in molte traduzioni italiane. — Deut. 32:32; Giob. 13:26; vedi PIANTA VELENOSA.
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FigliaAusiliario per capire la Bibbia
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Figlia
Discendente di sesso femminile. (Gen. 5:4; Matt. 14:6; Atti 21:9) Nei tempi biblici la nascita di una figlia non era un avvenimento così importante come la nascita di un maschio; le figlie avevano una posizione di minore onore rispetto a quella dei maschi, e i loro nomi non venivano ricordati altrettanto spesso. (I Cron. 2:34, 35) Comunque quasi tutti i genitori amavano teneramente le figlie e ne tutelavano gli interessi. Supplicato dai genitori addolorati, Gesù guarì la figlia di una donna fenicia, e risuscitò la figlia di Iairo. — Matt. 15:22-28; Luca 8:41, 42, 49-56.
Nella società patriarcale le figlie avevano certi diritti e responsabilità, e anche certe limitazioni. Venivano affidate loro varie faccende domestiche. Le figlie dei sacerdoti mangiavano della parte dei sacrifici spettante ai sacerdoti. (Gen. 24:16, 19, 20; 29:6-9; Lev. 10:14) Una figlia era proprietà di suo padre finché egli non la dava in matrimonio (Gios. 15:16, 17; I Sam. 18:17, 19, 27), e come tale poteva anche essere data come garanzia o venduta schiava, ma non a uno straniero. (Eso. 21:7-10; Nee. 5:2-5) Finché non era sposata, i voti della figlia potevano essere annullati dal padre. (Num. 30:3-5) Il padre non aveva però diritto di farne una prostituta, e se la figlia veniva violentata egli poteva esigere un risarcimento. (Eso. 22:16, 17; Lev. 19:29; Deut. 22:28, 29) Ci sono stati casi di padri che per proteggere gli ospiti hanno offerto le proprie figlie vergini a turbe depravate. (Gen. 19:6-8; Giud. 19:22-24) A volte le figlie ricevevano un’eredità insieme ai fratelli, mentre le cinque figlie di Zelofead, morto senza figli maschi, ricevettero l’intera eredità dei loro antenati, a condizione che sposassero figli di Manasse e la proprietà rimanesse nella stessa tribù. (Num. 36:1-12; Gios. 15:19; Giob. 42:15) Una figlia divorziata o vedova poteva tornare alla casa paterna. — Gen. 38:11; Lev. 22:13.
Il termine “figlia” si riferiva anche ad altre parenti che non erano discendenti immediate. Per esempio in certe circostanze il termine poteva riferirsi a una sorella (Gen. 34:8, 17), a una figlia adottiva (Est. 2:7, 15), a una nuora (Giud. 12:9; Rut 1:11-13), a una nipote (I Re 15:2, 10, dove la parola ebraica per figlia, bath, è tradotta “nipote” in Mo, NM; vedi II Cronache 13:1, 2) e a una discendente. — Gen. 27:46; Luca 1:5; 13:16.
A parte la parentela, “figlie” erano chiamate le donne in generale (Gen. 6:2, 4; 30:13; Prov. 31:29); le donne di una particolare terra, popolazione o città (Gen. 24:37; Giud. 11:40; 21:21); le adoratrici di falsi dèi (Mal. 2:11); era un appellativo che manifestava la benignità di una persona autorevole o di una persona anziana verso una donna più giovane. (Rut 3:10, 11; Mar. 5:34) Forme del termine bath sono pure tradotte “rami” di un albero (Gen. 49:22), “pupilla” dell’occhio (Sal. 17:8), “borgate dipendenti” di una città più grande. (Num. 21:25; Gios. 17:11; Ger. 49:2) Il termine “figlia” nei suoi numerosi significati ricorre più di seicento volte nella Bibbia.
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FiglioAusiliario per capire la Bibbia
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Figlio
Nell’antichità le coppie di sposi desideravano ardentemente un discendente di sesso maschile. (Gen. 4:1, 25; 29:32-35) Così si espresse il salmista: “I figli sono un’eredità da Geova;. . . Felice è l’uomo robusto che ne ha riempito la sua faretra”. (Sal. 127:3-5) Con la nascita di figli maschi la discendenza era assicurata, il nome degli avi preservato fra i posteri e i possedimenti terrieri ereditari rimanevano nella famiglia. (Num. 27:8) Le donne israelite desideravano avere figli maschi, forse nella speranza che uno dei loro figli potesse rivelarsi il “seme” per mezzo del quale Dio avrebbe benedetto il genere umano, com’era stato promesso ad Abraamo. (Gen. 22:18; I Sam. 1:5-11) A suo tempo l’angelo Gabriele annunciò a Maria, ragazza vergine della tribù di Giuda, che era stata “altamente favorita” e aggiunse: “Concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e dovrai mettergli nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre”. — Luca 1:28, 31, 32.
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