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ImparzialitàAusiliario per capire la Bibbia
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di grande responsabilità dovuta al loro incarico. L’onore reso in questo caso particolare dai cristiani, superiore a quello accordato a privati cittadini, non è un riconoscimento personale né indice di parzialità. — Rom. 13:1, 2, 7.
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Imposizione delle maniAusiliario per capire la Bibbia
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Imposizione delle mani
Vedi MANO.
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ImpuritàAusiliario per capire la Bibbia
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Impurità
Vedi PUREZZA, PURO.
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InaugurazioneAusiliario per capire la Bibbia
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Inaugurazione
Solenne cerimonia con cui si dà inizio o si consacra un’istituzione o un edificio. Il termine italiano, derivato dal verbo latino inaugurare, non ha più il significato originale di quello, cioè “prendere gli auspici o trarre presagi”. Nel suo significato moderno il verbo italiano “inaugurare” è anzi un appropriato equivalente del verbo ebraico hhanàkh (sostantivo, hhanukkàh) quando significa “iniziare, dedicare o consacrare formalmente”. “Inaugurare” ben traduce anche il verbo greco egkainìzo, che significa restaurare, rinnovare e anche consacrare. — Vedi FESTA DELLA DEDICAZIONE.
Quando entrò in vigore, il patto della Legge mosaica fu solennemente introdotto da adeguate cerimonie con sacrifici animali e spruzzando il sangue sull’altare, sul libro e sul popolo. Menzionando quell’avvenimento l’apostolo Paolo usa il verbo egkainìzo a proposito dell’inaugurazione del patto. — Eso. 24:4-8; Ebr. 9:18-20.
Con le parole “nemmeno il patto precedente fu inaugurato senza sangue” (Ebr. 9:18), Paolo indica che il nuovo patto entrò in vigore o fu inaugurato in modo simile mediante la morte, risurrezione e ascensione di Gesù al cielo, dove presentò il valore della sua vita umana, e da dove poi versò spirito santo sui discepoli. Gesù Cristo, essendo risuscitato in spirito, poté effettivamente entrare nel “luogo santo” vero e proprio, i cieli della presenza di Geova, e col suo sacrificio di riscatto dare anche ai suoi seguaci unti la possibilità di andare in cielo. Quindi si poteva dire che aveva iniziato, aperto o inaugurato la via che portava al cielo, che in seguito sarebbe stata percorsa da altri. — Ebr. 10:19, 20.
Leggiamo anche delle solenni cerimonie relative alle offerte dei capitribù per l’inaugurazione dell’altare del tabernacolo nel deserto. (Num. 7:10, 11, 84-88) Per l’inaugurazione del grande altare per i sacrifici e del tempio di Salomone si tenne una speciale assemblea. — I Re 8:63; II Cron. 7:5, 9.
Quando il tempio fu ricostruito sotto Zorobabele dopo l’esilio in Babilonia, ci furono solenni cerimonie d’apertura in cui si sacrificarono centinaia di animali. (Esd. 6:16, 17) Più tardi vennero restaurate per ordine di Neemia le mura intorno alla ricostruita Gerusalemme, e ancora una volta si tenne una solenne cerimonia di inaugurazione, con la partecipazione di due grandi cori di rendimento di grazie alla lode di Geova. — Nee. 12:27-43.
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IncensiereAusiliario per capire la Bibbia
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Incensiere
Vedi PORTAFUOCO.
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IncensoAusiliario per capire la Bibbia
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Incenso
Miscuglio di balsami e resine aromatiche che, bruciato lentamente, sprigiona un fragrante aroma. I termini ebraici qetòreth e qetohràh derivano dalla radice qatàr, che significa ‘bruciare, fumigare o fumare, specie bruciando legno odoroso o aromi; fare fumo di sacrificio o far salire in fumo sacrifici’. L’equivalente nelle Scritture Greche Cristiane è thumìama, da thumiào.
Il sacro incenso prescritto per il tabernacolo nel deserto era composto di costosi ingredienti contribuiti dalla congregazione. (Eso. 25:1, 2, 6; 35:4, 5, 8, 27-29) Nel rivelare la formula divina di questa miscela di quattro ingredienti, Geova disse a Mosè: “Prenditi dei profumi: gocce di stacte e conchiglia odorosa e galbano profumato e olibano puro. Ci sia di ciascuno la stessa porzione. E ne devi fare un incenso, un miscuglio aromatico, opera di profumiere, salato, puro, qualche cosa di santo. E devi pestarne una parte in polvere fine e metterla davanti alla Testimonianza nella tenda di adunanza, dove mi presenterò a te. Dovrebbe essere santissimo per voi”. Quindi per sottolineare la particolarità e santità dell’incenso, Geova aggiunse: “Chiunque ne faccia di simile per sentirne l’odore dev’essere stroncato di fra il suo popolo”. — Eso. 30:34-38; 37:29.
Più tardi i rabbini ebrei aggiunsero altri ingredienti all’incenso usato nel tempio, infatti Giuseppe Flavio dice che era composto di tredici sostanze profumate. (Guerra giudaica, Libro V, cap. V, 5) Secondo Maimonide fra gli ingredienti aggiunti c’erano ambra, cassia, cinnamomo, mirra, zafferano e nardo.
Nel tabernacolo “l’altare dell’incenso” era situato all’estremità O del Santo, vicino alla cortina che lo divideva dal Santissimo. (Eso. 30:1; 37:25; 40:5, 26, 27) Anche nel tempio di Salomone c’era un simile altare dell’incenso. (I Cron. 28:18; II Cron. 2:4) Su tali altari, ogni mattina e ogni sera veniva bruciato l’incenso sacro. (Eso. 30:7, 8; II Cron. 13:11) Una volta all’anno, nel giorno di espiazione, carboni presi dall’altare, insieme a due manciate di incenso, venivano portati in un incensiere o portafuoco nel Santissimo, dove si faceva fumare l’incenso davanti al propiziatorio dell’arca della testimonianza. — Lev. 16:12, 13.
Inizialmente il sommo sacerdote Aaronne offriva l’incenso sull’altare. (Eso. 30:7) Tuttavia la sorveglianza dell’incenso e degli altri arredi del tabernacolo fu affidata a suo figlio Eleazaro. (Num. 4:16) Sembra che, fatta eccezione per il giorno di espiazione, l’incenso non venisse bruciato solo dal sommo sacerdote: infatti viene detto che il sottosacerdote Zaccaria (padre di Giovanni il Battezzatore) aveva questa mansione. (Luca 1:8-11) Poco dopo l’inaugurazione del tabernacolo, due figli di Aaronne, Nadab e Abiu, furono messi a morte da Geova per aver voluto offrire incenso con “fuoco illegittimo”. (Lev. 10:1, 2; confronta Esodo 30:9; vedi ILLEGITTIMO). Più tardi Cora e altri 250, tutti leviti ma non di discendenza sacerdotale, si ribellarono contro il sacerdozio aaronnico. Come prova, Mosè ordinò loro di prendere i portafuoco e di bruciare incenso all’ingresso del tabernacolo, affinché Geova potesse indicare se li riconosceva quali suoi sacerdoti. Perirono tutti in quell’atto, coi portafuoco in mano. (Num. 16:6, 7, 16-18, 35-40) Anche il re Uzzia fu colpito da lebbra quando volle presuntuosamente bruciare incenso nel tempio. — II Cron. 26:16-21.
Col passar del tempo la nazione di Israele diventò così negligente nella prescritta adorazione di Geova che il tempio venne chiuso e si bruciava incenso su altri altari. (II Cron. 29:7; 30:14) Peggio ancora, gli israeliti bruciavano incenso ad altri dèi davanti ai quali si prostituivano, e profanavano in altri modi il sacro incenso, tutte cose detestabili agli occhi di Geova. — Ezec. 8:10, 11; 16:17, 18; 23:36, 41; Isa. 1:13.
SIGNIFICATO
Poiché il patto della Legge era un’ombra di cose migliori avvenire (Ebr. 10:1), il bruciare incenso sotto quella disposizione pare rappresentasse la preghiera. Il salmista disse infatti solennemente:
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