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AlluceAusiliario per capire la Bibbia
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prese un po’ di sangue del montone dell’insediamento e lo mise sull’orecchio destro, sul pollice destro e sull’alluce destro di Aaronne e di ciascuno dei suoi figli. (Lev. 8:23, 24) Il sangue del sacrificio sulla parte prominente del piede destro (o migliore) indicava che dovevano dirigere i propri passi quanto meglio potevano senza deviare nell’assolvere i doveri del sacerdozio relativi ai sacrifici. Gesù Cristo, il grande Sommo Sacerdote, adempì questo tipo profetico mentre era sulla terra (Matt. 16:21-23), e i suoi sottosacerdoti, i suoi fratelli generati dallo spirito, devono seguirne rigorosamente le orme. — Ebr. 7:26; I Piet. 2:5, 8; Riv. 20:6.
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AlmugAusiliario per capire la Bibbia
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Almug
[ebr. ’almòg].
Albero incluso nella richiesta di legname fatta da Salomone a Hiram di Tiro per la costruzione del tempio, che servì per fare scale e sostegni e anche arpe e strumenti a corda. — II Cron. 2:8, 9; 9:10, 11; I Re 10:11, 12.
L’albero di almug è secondo la tradizione il sandalo rosso (Pterocarpus santalinus) che oggi si trova in India e a Ceylon, benché alcuni propendano per il sandalo bianco (Santalum album), forse per la dichiarazione di Giuseppe Flavio secondo cui è simile a legno di pino, ma più bianco e più lucido. (Antichità giudaiche, Libro VIII, cap. 7, 1) L’albero di sandalo rosso raggiunge altezze di 7–9 m e il suo legno è duro, di grana fine, bruno rossiccio e può essere finemente levigato.
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AloeAusiliario per capire la Bibbia
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Aloe
(àloe) [ebr. ʼahalìm (plurale) e ʼahalòhth (plurale), ʼahalòhth qetsi‘òhth; gr. alòe].
Nome dato a una varietà di albero che contiene una sostanza fragrante o aromatica usata come profumo in epoca biblica. (Sal. 45:8; Prov. 7:17; Cant. 4:14) Quasi tutti i commentatori pensano che l’albero di aloe menzionato nella Bibbia sia l’Aquilaria agallocha, che ora si trova principalmente in India e nelle regioni limitrofe. È un albero grande con larghi rami, che a volte supera i 30 m d’altezza. La parte interna del tronco e dei rami è impregnata di resina e olio odorifero, da cui si estrae il prezioso profumo. Poiché è più aromatico quando comincia a decomporsi, il legno a volte viene seppellito nel terreno per affrettare il processo di decomposizione. Ridotto in polvere fine è immesso sul mercato come “aloe”.
Il paragone del profeta Balaam fra le tende d’Israele e le “piante di aloe che Geova ha piantate, come cedri presso le acque”, può riferirsi alla forma allargata di questi alberi maestosi, per cui un gruppo di alberi di aloe assomiglia alle tende di un accampamento. (Num. 24:6) Questo versetto però ha provocato qualche dissenso, poiché gli alberi di Aquilaria agallocha di solito identificati con l’aloe della Bibbia non esistono in Palestina. Il fatto che sono assenti oggi certo non dimostra necessariamente che tali alberi non fossero presenti nel paese oltre 2.500 anni fa. D’altra parte, il riferimento di Balaam agli alberi non richiede che crescessero proprio nella zona dove parlava. Se i “cedri” menzionati subito dopo in questo versetto erano cedri del Libano, sarebbero stati alberi che non crescevano nella zona, e lo stesso poteva dirsi degli aloe. Balaam poteva averli conosciuti nel paese dove risiedeva presso l’Eufrate (Num. 22:5), anche se attualmente non crescono neanche in quella regione. Ad ogni modo gli altri versetti che menzionano l’aloe si riferiscono solo alle sue qualità aromatiche e lasciano intendere che poteva essere importato dall’estero.
Dopo la morte di Cristo Gesù, Nicodemo acquistò “un rotolo di mirra e aloe” che pesava circa 100 libbre romane (kg 32,7) da usare per preparare il corpo di Gesù per la sepoltura. (Giov. 19:39) Poiché lo storico greco Erodoto afferma che il valore dell’aloe corrispondeva un tempo al suo peso in oro, l’acquisto dovette richiedere una spesa considerevole da parte di Nicodemo, anche se non è indicato nel peso complessivo in che proporzione fosse l’aloe con la meno costosa mirra. Alcuni applicano il termine “aloe” di questo versetto alla pianta della famiglia delle Gigliacee che ora ha il nome botanico di Aloe vera o Aloe succotrina, tuttavia il prodotto di questa pianta (un succo denso estratto dalle foglie) è impiegato soprattutto come purgante, ed è usato attualmente dai veterinari per curare i cavalli. Perciò quasi tutti i commentatori moderni ritengono che l’aloe acquistato da Nicodemo corrisponda al prodotto del legno di aloe menzionato nelle Scritture Ebraiche.
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AltareAusiliario per capire la Bibbia
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Altare
[ebr. e gr. “luogo di sacrificio”].
Fondamentalmente, struttura o luogo innalzato su cui si offrono sacrifici o si brucia incenso nell’adorazione del vero Dio o di altra divinità.
ALTARI DEL TABERNACOLO
Quando fu eretto il tabernacolo si costruirono due altari secondo il modello divino. L’altare dell’olocausto (chiamato anche “altare di rame” [Eso. 39:39]) era di legno d’acacia e aveva la forma di una cassa vuota, pare senza coperchio e senza fondo. Misurava m 2,2 per lato ed era alto m 1,3 con “corni” che sporgevano dai quattro angoli superiori. Era interamente rivestito di rame. Una graticola o rete di rame fu posta “dentro sotto” il bordo dell’altare, “verso il centro”. Quattro anelli furono posti alle quattro estremità vicino alla graticola, e questi sembra fossero gli stessi anelli nei quali passavano le due stanghe di acacia rivestite di rame per portare l’altare. Ciò potrebbe indicare che da due lati dell’altare c’era una fessura in cui inserire una graticola piatta, e che gli anelli sporgevano dai due lati. Fra gli studiosi c’è notevole diversità d’opinione al riguardo, e molti ritengono probabile che ci fossero due serie di anelli, la seconda per inserirvi le stanghe portanti, attaccata direttamente all’esterno dell’altare. Si fecero utensili di rame come bidoni e pale per le ceneri, scodelle per mettere il sangue degli animali, forchettoni per prendere la carne, e portafuoco. — Eso. 27:1-8; 38:1-7, 30; Num. 4:14.
Questo altare di rame per gli olocausti era situato davanti all’ingresso del tabernacolo. (Eso. 40:6, 29) Anche se era relativamente basso, tanto che non era necessario un rialzo per accedervi, forse per maneggiare con facilità i sacrifici postivi dentro, la terra era rialzata tutt’intorno, o poteva esserci una rampa che portava all’altare. (Confronta Levitico 9:22, dov’è detto che Aaronne “scese” dal fare le offerte). Poiché l’animale veniva sacrificato “al lato dell’altare a nord” (Lev. 1:11), il “luogo delle ceneri grasse” lontano dall’altare era a E (Lev. 1:16), e il bacino di rame per lavarsi si trovava a O (Eso. 30:18), il lato S logicamente rimaneva libero per accedere all’altare.
Altare dell’incenso
L’altare dell’incenso (chiamato anche “altare d’oro” [Eso. 39:38]) era pure fatto di legno d’acacia, con i fianchi e la parte superiore rivestiti d’oro. In alto tutt’intorno aveva un bordo d’oro. L’altare misurava cm 44,5 per lato ed era alto cm 89, e aveva pure “corni” che sporgevano dai quattro angoli superiori. Furono fatti due anelli d’oro per inserirvi le stanghe d’acacia rivestite d’oro per trasportarlo, e questi anelli erano fissati sotto il bordo d’oro su lati opposti dell’altare. (Eso. 30:1-5;
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