Capitolo VI
Sacerdoti per dieci secoli senza nessuna macchinazione clericale
1, 2. (a) Perché i sacerdoti del racconto storico trattarono così male il popolo? (b) A Listra quando fu mostrato un contrasto fra il dio greco Zeus e il vivente Dio dei Giudei?
DAI primissimi tempi, la storia umana è piena dei racconti di sacerdoti. La ragione per cui il genere umano è stato così sviato, ingannato, sfruttato e oppresso dai sacerdoti è da attribuire al fatto che in grande maggioranza questi non sono stati sacerdoti del solo vivente e vero Dio. Proprio su questo fu richiamata l’attenzione di un sacerdote che millenovecento anni fa serviva il supremo dio dei pagani greci. In che modo?
2 Questo accadde verso il 47-48 E.V., nella città di Listra, provincia romana di Licaonia, in Asia Minore. Gli abitanti di questa città adoravano il dio che i Romani chiamavano Giove ma che i Greci chiamavano Zeus. Si mostrò un aperto contrasto fra la divinità di Zeus o Giove e quella del solo vivente e vero Dio, quando nella città vennero due uomini che predicavano il regno di Dio. Uno di questi uomini era Paolo, che anni prima aveva fatto parte della setta giudaica dei Farisei, e l’altro era Barnaba, che era stato Levita addetto al tempio di Gerusalemme. Lasciamo che il medico Luca ci narri ora quello che accadde:
3. Quale guarigione miracolosa a Listra indusse il sacerdote di Zeus a voler offrire lì sacrificio?
3 “Ora a Listra stava a sedere un uomo inabile ai piedi, zoppo dal seno di sua madre, e non aveva mai camminato. Quest’uomo ascoltava parlare Paolo, che, avendolo guardato attentamente e vedendo che aveva fede da esser sanato, disse ad alta voce: ‘Alzati dritto sui tuoi piedi’. Egli saltò sù e camminava. E le folle, vedendo ciò che Paolo aveva fatto, levarono le loro voci, dicendo in lingua licaonica: ‘Gli dèi sono divenuti simili agli uomini e sono scesi a noi!’ E chiamavano Barnaba Zeus, ma Paolo Ermes [Mercurio], siccome era quello che prendeva la direttiva nel parlare. E il sacerdote di Zeus, il cui tempio era davanti alla città, portò tori e ghirlande alle porte e desiderava offrir sacrifici con le folle.
4. Come Barnaba e Paolo impedirono che si facesse loro sacrificio?
4 “Comunque, gli apostoli Barnaba e Paolo, udito ciò, si strapparono i mantelli e saltarono in mezzo alla folla, gridando e dicendo: ‘Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo uomini e abbiamo le stesse infermità che avete voi, e vi dichiariamo la buona notizia, affinché vi volgiate da queste cose vane all’Iddio vivente, che ha fatto il cielo e la terra e il mare e tutte le cose che sono in essi. Nelle generazioni passate egli ha permesso a tutte le nazioni di seguire le loro vie, benché, in realtà, non si sia lasciato senza testimonianza in quanto ha fatto del bene, dandovi piogge dal cielo e stagioni fruttifere, riempiendo i vostri cuori di cibo e buon umore’. E dicendo queste cose, a stento trattenevano le folle dal sacrificar loro”. — Atti 14:8-18.
5. Più tardi che cosa mostrò quanto siano mutevoli le folle eccitate religiosamente, e quale macchinazione clericale continuò quindi a Listra?
5 Alcuni abitanti di Listra divennero discepoli di Gesù Cristo e adoratori dell’“Iddio vivente”, ma non le folle del popolo in genere. Quanto le folle eccitate religiosamente siano mutevoli e instabili fu mostrato dal fatto che più tardi si fecero persuadere dai Giudei nemici del cristianesimo fino al punto di lapidare Paolo che aveva fatto il miracolo, lasciandolo a terra come morto, fuori della città. Evidentemente il sacerdote di Zeus della città non fece obiezione, e le folle di Listra continuarono ad adorare Zeus e a permettere che questo sacerdote di Zeus ancora le sviasse e le sfruttasse. E i persecutori giudei che agivano contro il cristianesimo provavano piacere che a Listra fosse così. — Atti 14:19-22.
6. Come il racconto del processo e dell’esecuzione di Gesù al palo prova che anche i sacerdoti dell’Iddio vivente possono volgersi al male?
6 Secondo il racconto, anche sacerdoti giudei al servizio dell’“Iddio vivente” eran divenuti malvagi. Per esempio, in quel noto giorno di Pasqua del 33 E.V., quando le folle chiesero clamorosamente che Gesù Cristo fosse messo al palo e il governatore romano cercò d’impedirlo loro, dicendo: “Metterò io al palo il vostro re?” chi furono quelli che presero la direttiva rigettando Gesù Cristo come re dei Giudei? Il racconto dice: “Pilato disse loro: ‘Metterò io al palo il vostro re?’ I capi sacerdoti risposero: ‘Noi non abbiamo nessun re eccetto Cesare’. Allora, perciò, lo consegnò loro perché fosse messo al palo”. (Giovanni 19:14-16) Più tardi quel giorno, quando i passanti parlavano ingiuriosamente di Gesù mentre era inchiodato al palo di esecuzione sul Calvario, chi c’era fra quelli che lo deridevano? L’esplicito racconto ci dice: “I capi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano in modo simile, dicendo: ‘Ha salvato altri; non può salvar se stesso! Egli è il Re d’Israele; scenda ora dal palo di tortura e noi gli crederemo. Ha riposto la sua fiducia in Dio; lo salvi ora se lo desidera, poiché ha detto: “Io sono Figlio di Dio”’”. — Matteo 27:39-43.
7. Quando Pietro e Giovanni e in seguito i dodici apostoli furono dinanzi al Sinedrio giudaico di Gerusalemme, che cosa fu evidente riguardo alla relazione dei capi sacerdoti con Dio?
7 Con la menzione dei “capi sacerdoti” si intendono esattamente Anna (che era stato deposto da sommo sacerdote) e il suo genero Caiafa. (Luca 3:1, 2; Giovanni 18:13, 24; Atti 4:5, 6) Quando questi capi sacerdoti e il resto della Corte Suprema di Gerusalemme (Sinedrio) comandarono agli apostoli cristiani Pietro e Giovanni “di non dire in nessun luogo alcuna espressione né d’insegnare in base al nome di Gesù”, Pietro e Giovanni dissero a quei capi sacerdoti: “Se è giusto dinanzi a Dio ascoltare voi anziché Dio, giudicatelo voi stessi. Ma in quanto a noi, non possiamo smettere di parlare delle cose che abbiamo viste e udite”. (Atti 4:18-20) Qualche tempo dopo tutt’e dodici gli apostoli di Gesù Cristo furono dinanzi a quella stessa Corte Suprema di Gerusalemme, e il sommo sacerdote come colui che presiedeva udì questi apostoli che dissero a lui e al resto della Corte: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29) Era evidente che quei capi sacerdoti giudei avevano smesso di rendere servizio all’“Iddio vivente”. Non Lo rappresentavano più.
8. Quali uomini con precedenti paralleli a quelli di tali capi sacerdoti giudei saranno esclusi dal sacerdozio millenario di Cristo?
8 Di fronte a una tale testimonianza biblica, non è senza parallelo che gli uomini che nei sistemi religiosi della cristianità portano il titolo di “sacerdote” han lasciato di sé una testimonianza così odiosa e spregevole come mostrano la storia religiosa e la storia secolare. Ci sarebbe da rabbrividire e provar timore se si pensasse che sacerdoti terreni simili a quelli sarebbero inclusi fra coloro dei quali Rivelazione 20:6 dice: “Saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. Siamo felici che le ispirate Sacre Scritture escludano tali uomini come non adatti al sacerdozio millenario con Gesù Cristo nei cieli.
9. Mostra la Bibbia se tutti i sacerdoti giudei erano come quei capi sacerdoti?
9 Ma, con ogni onestà, si deve dire che non tutti i sacerdoti giudei che prestavano servizio presso il tempio di Gerusalemme divennero sacerdoti malvagi. Il racconto biblico ce ne dà assicurazione dopo aver narrato come l’allora corpo direttivo della congregazione cristiana corresse una difficoltà sorta nella congregazione di Gerusalemme. Atti 6:7 prosegue, dicendo: “Quindi la parola di Dio cresceva, e il numero dei discepoli si moltiplicava moltissimo in Gerusalemme; e una gran folla di sacerdoti ubbidiva alla fede”.
10. Che cosa accadde del lavoro nel tempio dei sacerdoti e dei Leviti che avevan creduto in Gesù, e di quale sacerdozio divennero membri?
10 Naturalmente, dopo essersi battezzati nel nome del Signore Gesù come il Messia e Figlio di Dio, quei sacerdoti della linea della famiglia di Aaronne fratello del profeta Mosè si dimisero dal loro lavoro come sacerdoti nel tempio di Gerusalemme. Nello stesso modo Giuseppe Barnaba di Cipro si dimise dal suo lavoro come Levita presso lo stesso tempio. (Atti 4:36, 37) Comunque, quegli ex sacerdoti divennero ora membri di un più grande sacerdozio. Questo era il “regal sacerdozio” di cui l’apostolo Pietro assicurò i cristiani che avevano la speranza celeste, dicendo: “Ma voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. — 1 Pietro 2:9; 1:3, 4.
11. Perché Gesù Cristo non fu sulla terra un sacerdote umano giudaico, ma secondo l’alto sacerdozio di chi fu modellato il suo vero sacerdozio?
11 È però rimarchevole che sulla terra nessun sacerdozio provvide il Sommo Sacerdote di quel “regal sacerdozio”, di quel “regno di sacerdoti”. (Esodo 19:6) Gesù Cristo fu invero un Giudeo o Israelita secondo la carne, ma non nacque nella discendenza della famiglia di Aaronne della tribù di Levi, a cui il sacerdozio giudaico era riservato. Essendo “figlio di Maria”, Gesù nacque nella famiglia reale di Davide e quindi nella tribù di Giuda. “Poiché è del tutto chiaro che il nostro Signore è sorto da Giuda, tribù della quale Mosè non disse nulla riguardo ai sacerdoti”. (Ebrei 7:14) Non può dunque dirsi che il celeste Sommo Sacerdozio di Gesù Cristo si basasse sul fatto che era stato sacerdote umano sulla terra. Qui dobbiamo ora esaminare come oltre a essere re egli divenne sacerdote. Comunque, il suo vero sacerdozio fu modellato secondo quello del sommo sacerdote giudeo Aaronne.
VALORE DI UN VERO SACERDOTE DELL’“IDDIO VIVENTE”
12. Secondo Ebrei 5:1-3, di quale valore è in ogni modo un sacerdote?
12 Di quale valore è in ogni modo un sacerdote? Ebbene, egli fa qualche cosa che un semplice re non può fare. Parlando non di un sacerdozio privo di valore di un dio pagano, ma del sacerdozio della famiglia di Aaronne il Levita, Ebrei 5:1-3 dice: “Poiché ogni sommo sacerdote preso di mezzo agli uomini è costituito a favore degli uomini sulle cose relative a Dio, affinché offra doni e sacrifici per i peccati. Egli può trattare moderatamente gli ignoranti e i traviati giacché è egli stesso [come il sommo sacerdote Aaronne] circondato dalla propria debolezza, e per questo motivo deve fare offerte per i peccati sia per se stesso che per il popolo”.
13. (a) Quando non ci fu bisogno di sacerdote per il genere umano? (b) Perché Gesù poté divenire sommo sacerdote e offrire un sacrificio?
13 Se non ci fossero peccati umani contro l’“Iddio vivente”, non ci sarebbe nessun bisogno di un sacerdote, in particolar modo di un sommo sacerdote. Il perfetto uomo Adamo non ebbe bisogno nel Giardino di Eden di nessun sacerdote, poiché era stato creato senza peccato da Geova Dio, che non è l’origine del peccato. (Genesi 2:7, 8; Ecclesiaste 7:29) Gesù Cristo, che è chiamato “l’ultimo Adamo”, nacque in una razza di peccatori, ma non ebbe bisogno di nessun sacerdote, poiché la sua nascita fu da una vergine, Maria, e la sua vita venne direttamente da Dio. Egli nacque senza peccato e crebbe senza peccato e rimase senza peccato fino alla sua morte di sacrificio. (1 Corinti 15:45-47; Ebrei 7:26; 1 Pietro 2:21-24) A causa della sua innocenza, poté divenire sommo sacerdote e offrire un sacrificio perfetto.
14, 15. (a) Come Gesù divenne un sommo sacerdote, con la sua propria decisione di rendersi tale, o come? (b) Avendo Geova risuscitato Gesù, come si adempì Salmo 2:7, e come Gesù poté quindi essere sacerdote simile a Melchisedec?
14 Chi fece di Gesù Cristo un sommo sacerdote, benché fosse della tribù reale di Giuda? Decise di farsi sommo sacerdote da sé? No; non poteva farlo. Questo ci è spiegato in Ebrei 5:4-6, in queste parole: “E uno prende questo onore non da sé, ma solo quando è chiamato da Dio, come lo fu anche Aaronne. E così il Cristo non glorificò se stesso divenendo sommo sacerdote, ma fu glorificato da colui che disse a suo riguardo: ‘Tu sei mio figlio; oggi, io son divenuto tuo padre’. Come dice pure in un altro luogo: ‘Tu sei sacerdote per sempre secondo la maniera di Melchisedec’”.
15 Risuscitando Gesù Cristo dai morti, Dio Onnipotente adempì quelle parole citate da Salmo 2:7 come erano state scritte da Davide, e così Dio divenne un Padre eterno per il risuscitato Gesù Cristo, e questi, essendo stato destato incorruttibile, divenne il Figlio eterno del suo celeste Datore di vita, Geova Dio. Essendo ora un Figlio incorruttibile, poté essere reso “sacerdote per sempre” che non aveva bisogno di nessun successore e così sarebbe stato sacerdote “secondo la maniera di Melchisedec!” — Atti 13:33-37; Salmo 110:4.
16. Chi fu quel Melchisedec, e, secondo il libro di Genesi, come apparve nella scena della storia?
16 Chi fu quel misterioso personaggio storico di Melchisedec? Non fu un Ebreo. Non fu un Israelita. Non fu un Levita. Non fu un Giudeo. Ad un tratto, in qualche tempo fra gli anni dal 1943 al 1933 a.E.V., egli appare nella scena nei pressi di dove è oggi Gerusalemme. “Abramo l’Ebreo” ve l’incontrò mentre tornava dalla guerra nei pressi di dove oggi è Ebron. Ecco tutto ciò che le Scritture Ebraiche ci narrano di questo incontro: “Quindi il re di Sodoma gli uscì incontro dopo che fu tornato dalla sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, nel Bassopiano di Save, che è il Bassopiano del re. E Melchisedec re di Salem portò pane e vino, ed era sacerdote dell’Iddio Altissimo. Quindi lo benedisse, dicendo: ‘Benedetto sia Abramo dall’Iddio Altissimo, che ha fatto il cielo e la terra; e benedetto sia l’Iddio Altissimo, che ha consegnato i tuoi oppressori nella tua mano!’ Allora Abramo gli diede un decimo di ogni cosa”. — Genesi 14:17-20.
17. Sotto quali aspetti Melchisedec prefigurò Gesù Cristo come Sommo Sacerdote, e fu Gesù il successore di Melchisedec?
17 Questo non dice chi fu il padre umano di Melchisedec, così che possiamo affermare che Melchisedec ereditasse il suo sacerdozio da questo padre. Né ci narra quando Melchisedec morì, così che possiamo affermare che il suo sacerdozio quindi avesse fine. Il suo sacerdozio si estese dunque per un tempo indefinito. Conforme a ciò, non si riferisce che Melchisedec avesse alcun successore. Sotto questo aspetto egli poté essere impiegato per prefigurare il sommo sacerdote Gesù Cristo. O, poté dirsi che Gesù Cristo era “sacerdote per sempre secondo la maniera di Melchisedec”. Gesù Cristo non ottenne il proprio sacerdozio da Melchisedec; non fu un successore sacerdotale di Melchisedec. Egli fu simile al re-sacerdote di Salem solo nella “maniera”.
18. Secondo il nome Melchisedec, che specie di sacerdozio sarà quello di Gesù Cristo, e in che modo Ebrei da 6:20 a 7:3 dà spiegazioni su Melchisedec?
18 Poiché il nome Melchisedec significa “Re di giustizia” e poiché Gesù Cristo gli è simile nella “maniera”, questo assicura che per mille anni il sommo sacerdozio di Gesù Cristo sarà un sommo sacerdozio giusto senza macchinazioni o intrighi sacerdotali. Questo ci è piacevolmente spiegato in Ebrei da 6:20 a 7:3, dove leggiamo: “Gesù, il quale è divenuto sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre. Poiché questo Melchisedec, re di Salem, sacerdote dell’Iddio Altissimo, che andò incontro ad Abraamo quando tornava dall’uccisione dei re e lo benedisse e al quale Abraamo ripartì la decima di ogni cosa, è prima di tutto, per traduzione, ‘Re di giustizia’, ed è poi anche re di Salem, cioè ‘Re di pace’. Essendo senza padre, senza madre, senza genealogia, non avendo né principio di giorni né fine di vita, ma essendo stato reso simile al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote in perpetuo”.
19. In che modo Melchisedec fu “reso simile al Figlio di Dio” in quanto al sacerdozio, e così da che cosa dipese il sacerdozio di Gesù?
19 In che modo Melchisedec fu “reso simile al Figlio di Dio” o impiegato come un’illustrazione di Gesù Cristo il Figlio di Dio? In quanto Geova Dio impiegò Melchisedec come un modello quando parlò di un giuramento che Egli stava per fare a favore del suo Figlio Gesù Cristo. Dio ispirò il re Davide a dire, in Salmo 110:1-4: “Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’. . . . Geova ha giurato (e non si rammaricherà): ‘Tu sei sacerdote a tempo indefinito secondo la maniera di Melchisedec!’” Così, come nel caso di Melchisedec, il sacerdozio di Gesù Cristo non fu fatto poggiare su una discendenza e un’eredità umane. Egli non dovette ottenere il suo sacerdozio da Melchisedec o dalla famiglia sacerdotale di Aaronne della tribù di Levi. Il sacerdozio di Gesù poggiò sul giuramento di Geova Dio e sulla sua risurrezione quale incorruttibile dai morti alla vita celeste alla destra di Dio.
20, 21. (a) A favore del morituro genere umano, perché si richiedeva un cambiamento di sacerdozio da quello di Aaronne a quello simile al sacerdozio di Melchisedec? (b) Come lo dichiara Ebrei 7:11-14?
20 Il sacerdozio della famiglia levitica di Aaronne fu stabilito mediante la Legge che Geova Dio diede al popolo d’Israele per mezzo del mediatore Mosè sul monte Sinai d’Arabia. Ma la famiglia di Aaronne, avendo ereditato il peccato e l’imperfezione dal trasgressore Adamo, non generò e non poté generare un sommo sacerdote perfetto; non fu prodotta da essa nessuna perfezione sacerdotale. (Romani 5:12) Quindi la situazione di tutto il genere umano richiedeva da Geova Dio un cambiamento di sacerdozio, da un sacerdozio imperfetto e morituro a un sacerdozio perfetto ed eterno. Così questo richiedeva un sommo sacerdote simile all’antico Melchisedec. Questo è ciò che si intende quando Ebrei 7:11-14 dice:
21 “Se, dunque, la perfezione fosse stata realmente per mezzo del sacerdozio levitico (poiché sulla base di esso [il sacerdozio levitico] il popolo ricevette la Legge), quale ulteriore bisogno vi era che sorgesse un altro sacerdote secondo la maniera di Melchisedec e non detto secondo la maniera di Aaronne? Poiché siccome è cambiato il sacerdozio, v’è di necessità anche un cambiamento di legge. Poiché l’uomo [Gesù Cristo] di cui si dicono queste cose è stato membro di un’altra tribù, da cui nessuno ha officiato all’altare. Poiché è del tutto chiaro che il nostro Signore è sorto da Giuda, tribù della quale Mosè non disse nulla riguardo ai sacerdoti”.
22, 23. (a) In contrasto con il sommo sacerdote levitico, come Gesù fu fatto sommo sacerdote? (b) Conforme a Ebrei 7:23-28, come Gesù in qualità di sommo sacerdote può salvare completamente quelli che accedono a Dio per mezzo suo?
22 Il sommo sacerdote giudeo Aaronne e i suoi successori nominati non furono fatti sacerdoti con una dichiarazione giurata da Geova Dio. Ma Gesù Cristo, senza avere sulla terra nessuna relazione sacerdotale, fu fatto sommo sacerdote mediante il giuramento di Dio. La sua vita fu brevemente interrotta dalla sua morte come sacrificio umano perfetto, ma egli fu risuscitato alla vita celeste come incorruttibile per essere sommo sacerdote per sempre a somiglianza di Melchisedec. Il contrasto fra lui e il sacerdozio levitico di Aaronne e dei suoi successori è esposto in Ebrei 7:23-28, dove leggiamo:
23 “Inoltre, molti [figli di Aaronne] dovettero divenire sacerdoti in successione perché erano impediti dalla morte di rimanere tali, ma egli [il più grande Melchisedec] siccome rimane vivente per sempre ha il proprio sacerdozio senza successori. Quindi egli può anche salvare completamente quelli che accedono a Dio per mezzo suo, perché è sempre vivente per intercedere a loro favore. Poiché a noi conveniva un sommo sacerdote come questo, leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori e innalzato al di sopra dei cieli. Egli non ha bisogno di offrire sacrifici ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: (poiché fece questo una volta per sempre quando offrì se stesso); poiché la Legge [di Mosè] costituisce sommi sacerdoti uomini aventi debolezza, ma la parola del giuramento [di Dio] che venne [più di quattrocento anni] dopo la Legge costituisce un Figlio, che è reso perfetto per sempre”.
24. Gesù Cristo è sommo sacerdote in quale specie di “luogo santo”, e il genere umano dovrebbe esser grato del sacerdozio di lui in quale periodo di tempo?
24 Qual è dunque il punto che qui si mette in risalto? Questo, come spiegano i seguenti due versetti (Ebrei 8:1, 2), in questo riassunto: “Ora in quanto alle cose di cui si ragiona questo è il punto principale: Noi abbiamo un tale sommo sacerdote, ed egli si è messo a sedere alla destra del trono della maestà nei cieli, pubblico servitore del luogo santo e della vera tenda, che Geova, e non un uomo, eresse”. Non dovrebbe perciò il genere umano esser più che grato a Dio d’avere un tale Sommo Sacerdote quale è questi, che si accosta a Dio e supplica a loro favore negli assegnati mille anni in cui Satana il Diavolo e i suoi demoni sono legati e nell’abisso? Sì! Veramente questa disposizione di Dio assicura al genere umano i migliori benefici.
25. Perché Gesù non prestò servizio come sommo sacerdote nel tempio di Gerusalemme, e di che cosa il tempio di Gerusalemme fu un tipo?
25 Gesù Cristo, quando fu sulla terra come uomo perfetto, non prestò mai servizio nel tempio di Gerusalemme come servitore pubblico. Non era autorizzato a far questo dalla Legge di Mosè, poiché non era Levita o della famiglia sacerdotale di Aaronne. Comunque, rese servizio in un più alto luogo santo, in un tempio più alto o più importante, eretto non in Gerusalemme dagli uomini come il re Erode il Grande o il governatore Zorobabele o il re Salomone. Quei templi edificati dagli uomini, come la sacra tenda di adunanza eretta dal profeta Mosè, furono solo tipici, illustrativi. (Esodo 40:1-33) Non c’è nessuna testimonianza che il re Melchisedec edificasse un tempio a Salem e che avesse bisogno di un tale edificio per rendere servizio quale “sacerdote dell’Iddio Altissimo”. Così riguardo a Melchisedec nulla di simile può usarsi come un tipo. Ma il più grande Melchisedec, Gesù Cristo, rende servizio come Sommo Sacerdote nel luogo santo e tempio antitipico cioè nel ‘luogo santo e vera tenda, che Geova, e non un uomo, eresse’.
IL VERO TEMPIO
26, 27. (a) In quali compartimenti erano divisi la sacra tenda e il tempio di Gerusalemme? (b) Quali erano gli arredi nei rispettivi compartimenti della tenda e del tempio di Salomone?
26 La tenda sacra eretta da Mosè al monte Sinai e i templi di Gerusalemme ebbero due compartimenti, il primo compartimento che fu chiamato Santo e il secondo o compartimento più interno che fu chiamato Santissimo o Santo dei Santi, il più Santo di tutti.
27 Nel primo compartimento, il Santo, gli arredi erano la tavola d’oro per la presentazione dei pani comunemente chiamati “pani di presentazione” e il candelabro d’oro a sette bracci in cima ai quali erano lampade e lo stazionario altare d’oro per l’incenso. Qui alla luce del candelabro d’oro il sommo sacerdote poteva disporre i pani di presentazione e offrire sull’altare il fragrante incenso. Ma nel compartimento più interno o Santissimo c’era, nel caso della tenda eretta da Mosè e nel tempio edificato dal re Salomone, l’aurea sacra Arca del Patto con il suo coperchio d’oro sormontato da due cherubini d’oro rivolti l’uno verso l’altro con le ali stese. La luce in questo compartimento più interno o Santissimo era fornita dalla luce miracolosa, chiamata Luce Scechina, che era sospesa sopra il coperchio del propiziatorio e fra i due cherubini.
28. Quale preparazione faceva il sommo sacerdote giudeo per aspergere nel Santissimo il sangue dei sacrifici di espiazione, e per i peccati di chi faceva così espiazione?
28 Prima di presentare il sangue dei sacrifici di espiazione una volta l’anno nel Giorno di Espiazione, il sommo sacerdote aaronnico prendeva un incensiere portatile o un portaincenso a mano e passava di là dalla cortina interna che separava il primo compartimento dal compartimento più interno (il Santissimo) e bruciava incenso davanti all’Arca del Patto all’illuminazione della Luce Scechina. Questo gli serviva da preparazione perché potesse tornare più tardi con il sangue dei due sacrifici di espiazione e aspergerlo davanti al coperchio del propiziatorio (Espiatorio) dell’Arca del Patto. In questo modo egli faceva espiazione per i peccati suoi e della sua casa o tribù levitica e quindi per i peccati del popolo d’Israele. Questa era la procedura per l’espiazione stabilita dal patto della Legge di Mosè. — Ebrei 9:1-10; Numeri 7:89.
29. (a) Quando fu inaugurata la sacra “tenda” eretta da Mosè, e quando anche il tempio di Salomone? (b) Quando fu portata all’esistenza la vera tenda o tempio?
29 La sacra tenda di adunanza fu eretta da Mosè nel deserto del Sinai il primo giorno del mese primaverile di Nisan dell’anno 1512 a.E.V. Il re Salomone completò il suo tempio a Gerusalemme nel 1027 a.E.V. e in seguito lo dedicò il quindicesimo giorno del mese autunnale di Tishri dell’anno 1026 a.E.V. (1 Re 8:1, 2, 65, 66) Ma quando venne all’esistenza la tenda o tempio antitipico, la “vera tenda” con il suo “luogo santo”? Questo avvenne mentre si ergeva ancora in Gerusalemme il tempio tipico edificato dal re Erode il Grande. Avvenne all’inizio dell’autunno dell’anno 29 della nostra Èra Volgare. In che modo? Che cosa accadde quindi da richiedere il vero tempio?
30, 31. (a) In quale occasione e come venne all’esistenza il Sommo Sacerdote antitipico? (b) Quale antitipico giorno per togliere i peccati cominciò allora, e ciò che offrì Gesù come fu in paragone con ciò che offrì Aaronne?
30 Quell’anno 29 E.V. venne all’esistenza il Sommo Sacerdote antitipico, e, come il sommo sacerdote levita Aaronne, doveva avere una sacra tenda o tempio in cui rendere servizio. Questo sacrificante Sommo Sacerdote antitipico è il Signore Gesù, unto con lo spirito santo di Dio per essere sommo sacerdote spirituale. Questa unzione con spirito santo venne su di lui dopo che era stato battezzato da Giovanni il Battista nel fiume Giordano. Egli divenne così il Messia o Unto all’età di trent’anni, tre anni e mezzo prima della sua morte di sacrificio per i peccati del genere umano. (Daniele 9:24, 25, 27; Luca 3:21-23) In questo tempo cominciò il grande Giorno di Espiazione antitipico, e Gesù Cristo aveva qualche cosa di migliore di ciò che aveva avuto il sommo sacerdote Aaronne il giorno di espiazione tipico nel remoto anno 1512 a.E.V., dopo ch’era stata eretta la sacra tenda o tabernacolo. Di che cosa si trattava? In Ebrei 8:3-6 e 9:11-14 ci viene detto:
31 “Ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici; per cui era necessario che anche questo avesse qualche cosa da offrire. Se, ora, egli fosse sulla terra, non sarebbe sacerdote, essendovi uomini che offrono i doni secondo la Legge, ma che rendono sacro servizio in una rappresentazione tipica e in un’ombra delle cose celesti; come Mosè, quando stava per completare la tenda, ricevette il comando divino: Poiché egli dice: ‘Guarda di fare ogni cosa secondo il modello che ti fu mostrato sul monte’. Ma ora Gesù ha ottenuto un più eccellente servizio pubblico, così che egli è anche il mediatore di un patto corrispondentemente migliore, che è stato legalmente stabilito su promesse migliori”.
32. Com’era stato tipificato nel caso di Aaronne, in che cosa entrò Gesù Cristo, e con che cosa per purificare la nostra coscienza dalle opere morte?
32 “Comunque, essendo venuto Cristo come sommo sacerdote delle buone cose adempiute per mezzo della tenda più grande e più perfetta non fatta con mani, cioè non di questa creazione, egli entrò una volta per sempre nel luogo santo [corrispondente al Santissimo della tenda], no, non con sangue di capri e di giovani tori, ma col proprio sangue e ottenne per noi una liberazione eterna. Poiché se il sangue di capri e di tori e la cenere di una giovenca aspersa su quelli che si sono contaminati santifica in quanto alla purità della carne, quanto più il sangue del Cristo, che per mezzo di uno spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte affinché rendiamo sacro servizio all’Iddio vivente?”
33, 34. (a) Essendo immerso nel fiume Giordano, che cosa simboleggiò Gesù? (b) Che cosa aveva preparato Dio per l’uomo Gesù, e perché egli lo offrì, e quanto spesso?
33 Così, quando il perfetto uomo Gesù dopo il suo battesimo in acqua divenne Sommo Sacerdote unto da Dio, che cosa ebbe da offrire a Dio in sacrificio? Non il corpo di qualche animale subumano il cui sangue non avrebbe mai potuto lavare i peccati umani, ma il suo proprio corpo umano perfetto, che egli aveva a causa della nascita da una donna vergine, Maria. Riconobbe che l’Iddio Onnipotente l’aveva preparato e fornito per questo corso di sacrificio. Riconobbe che in questo tempo segnato era volere di Dio che egli seguisse questo corso del sacrificio di se stesso. Conformemente, quando venne da Giovanni Battista per essere immerso nel fiume Giordano, venne presentandosi a Dio per fare da ora in poi la volontà divina. Il suo battesimo in acqua simboleggiò la presentazione di se stesso per fare la volontà di Dio fino a una morte di sacrificio. Su ciò, Ebrei 10:4-10 dice:
34 “Non è possibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati. Perciò quando egli viene nel mondo dice: ‘“Non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo. Non hai approvato interi olocausti né offerta per il peccato”. Quindi ho detto: “Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà”’. Dopo aver detto prima: ‘Non hai voluto e non hai approvato né sacrifici né offerte né interi olocausti né offerta per il peccato’ — sacrifici che sono offerti secondo la Legge — quindi effettivamente dice: ‘Ecco, io vengo per fare la tua volontà’. Egli sopprime ciò che è primo per stabilire ciò che è secondo. Mediante la quale ‘volontà’ noi siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre”.
35. (a) Nel Giorno di Espiazione tipico che cosa si applicava all’altare, e che cosa vi si offriva? (b) Che cosa fu l’“altare” antitipico su cui Gesù offrì se stesso?
35 Nell’antico giorno di espiazione tipico il sommo sacerdote Aaronne applicava parte del sangue delle vittime di espiazione all’altare e anche bruciava il grasso delle vittime di espiazione su questo altare, che era in mezzo al cortile di fronte alla sacra tenda di adunanza. (Levitico 16:16-19, 25) Che cosa fu, dunque, l’“altare” antitipico su cui Gesù Cristo in qualità di sommo sacerdote spirituale offrì il sacrificio della sua perfetta umanità? Non fu un altare materiale come quell’altare di rame che era nel cortile della tenda di adunanza. Non fu il palo di esecuzione su cui stette appeso finché morì sul Calvario, poiché quel palo fu qualche cosa di maledetto e non venne santificato dal suo prezioso sangue. (Deuteronomio 21:22, 23; Galati 3:13) Piuttosto, fu qualche cosa di spirituale su cui Gesù Cristo poté offrire il valore del suo perfetto corpo umano vivente. Fu la “volontà” o beneplacito divino. Egli venne a presentarsi per fare questa “volontà”. Ora fu volere di Dio accettare un sacrificio umano anziché vittime animali. Pertanto, in base a questa “volontà” divina, Gesù offrì il valore della propria vita umana.
36. Chi è autorizzato a mangiare di questo “altare” spirituale, e con quale risultato per sé?
36 In questo modo venne all’esistenza l’“altare” antitipico, circa il quale Ebrei 13:10 dice agli unti cristiani: “Abbiamo un altare di cui non hanno autorità di mangiare quelli che fanno sacro servizio nella tenda”. Come sono perciò di mente materialistica e antiscritturale certi sacerdoti della cristianità che erigono un “altare” materiale nei loro edifici ecclesiastici o in altri luoghi di adorazione e pretendono di offrire più volte il sacrificio di Cristo, come nella loro celebrazione della “Messa”! Quelli che hanno autorità di mangiare dal vero “altare” spirituale sono “santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre”.
37. (a) Insieme all’“altare” spirituale, che cosa venne all’esistenza com’era stato tipificato in relazione con l’antica “tenda”? (b) Cosa tipificò questo cortile nel caso di Gesù?
37 Proprio come l’antico altare di rame era in mezzo al cortile davanti alla sacra tenda di adunanza, così insieme allo spirituale “altare” antitipico venne all’esistenza il “cortile” antitipico. Questo non rappresenta un luogo o posto, ma la condizione di una persona sulla terra. Gesù Cristo l’unto Sommo Sacerdote fu in quel cortile antitipico perché fu nella condizione di una creatura umana perfetta. Sulla terra la sua condizione fu perciò letteralmente giusta, retta, senza difetto, immacolata. Come i figli di Cora il Levita, egli si trovò un luogo di riposo presso il grande altare della volontà di Geova nel cortile del vero “grande tabernacolo” di Geova Dio. (Salmo 84:1-3) Si dilettò facendo la volontà divina. — Salmo 40:8.
38, 39. (a) Che cos’altro venne all’esistenza insieme al cortile e all’altare antitipici? (b) Quale domanda questo suscita, e quali parole di Gesù mostrano il posto di Dio?
38 Allora vennero all’esistenza non solo l’altare e il cortile antitipici per accogliere il nuovo Sommo Sacerdote spirituale, l’unto Gesù, ma in modo simile venne all’esistenza la tenda o tempio antitipico. Da quel tempo in poi la ‘vera tenda, che Geova eresse’, fu a disposizione del nuovo Sommo Sacerdote spirituale.
39 Che cos’è questa “vera tenda” o tempio? È un nuovo edificio speciale che il Creatore si è fatto lassù nei cieli invisibili? No, poiché Dio non ha bisogno di una tal cosa. L’Iddio Altissimo ha sempre avuto in cielo un luogo di residenza. Egli non è uno spirito onnipresente che pervada ogni cosa e sia presente da per tutto nello stesso tempo. Essendo una Persona intelligente, ha il suo luogo, il suo posto di residenza dove può essere avvicinato. Gesù Cristo insegnò ai suoi discepoli a pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”. Egli ci avvertì di non disprezzare nessuno dei “piccoli” che credono in lui e ne spiegò la ragione, dicendo: “Poiché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nel cielo”. (Matteo 6:9; 18:10) Tali angeli celesti hanno cioè accesso al Padre divino.
40. Che cosa poté fare Dio riguardo alla sua residenza celeste per renderla paragonabile al Santissimo della sacra “tenda”?
40 Comunque, l’Iddio Onnipotente può cambiare l’aspetto del suo esclusivo luogo di residenza. Così al tempo in cui generò il suo spirituale Sommo Sacerdote ungendo Gesù Cristo, appena battezzato, Dio poté far assumere alla sua propria residenza celeste un nuovo aspetto, avendo nuove attribuzioni o caratteristiche, relativamente al genere umano nel suo peccato (non relativamente agli angeli senza peccato). La santità della sua residenza celeste fu intensificata in contrasto con l’eccessiva peccaminosità del genere umano. La sua residenza personale si presentò ora come il santo luogo di un Dio che è giusto e tuttavia misericordioso così che accetta un adeguato sacrificio perfetto a favore di un genere umano non santo. Ma questo sacrificio, o il suo valore, doveva essere presentato da un Sommo Sacerdote senza peccato e santo e in grado di avere accettevole accesso personale a Dio. Così il suo trono celeste diviene un trono propiziatorio. In questo modo Dio fece assumere alla sua residenza celeste le caratteristiche spirituali del Santissimo o del compartimento più santo della tenda o tempio tipico.
41, 42. (a) In che cosa era permesso ad Aaronne di entrare “una volta l’anno”, e come? (b) Che cosa era il Santissimo in cui entrò Gesù Cristo, in quale periodo di tempo, e quanto spesso?
41 Questo è il punto di vista della Bibbia. Ricordiamo che il sommo sacerdote Aaronne portò il sangue dei sacrifici del giorno di espiazione nel Santissimo della terrena tenda di adunanza, e per far questo passò di là dalla cortina o velo interno. (Levitico 16:12-17; Ebrei 9:7) Per adempiere la figura tipica, il sommo sacerdote Gesù Cristo doveva entrare nel vero Santissimo. La Bibbia dove mostra che esso si trova, e che cos’è?
42 Ascoltate: “Perciò era necessario che le rappresentazioni tipiche delle cose dei cieli fossero purificate mediante queste cose, ma le cose celesti stesse con sacrifici che son migliori di tali sacrifici. Poiché Cristo entrò non in un luogo santo fatto con mani, [luogo santo] che è una copia della realtà, ma nel cielo stesso, per apparire ora dinanzi alla persona di Dio per noi. Né è onde offra se stesso spesso, come in realtà il sommo sacerdote entra nel luogo santo di anno in anno con sangue non suo. Altrimenti, [Gesù] avrebbe dovuto soffrire spesso dalla fondazione del mondo. Ma ora si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose [tipici] per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. — Ebrei 9:23-26.
43, 44. (a) Qual è, dunque, la santa residenza di Dio riguardo al suo tempio? (b) Che cosa separava il Santo dal Santissimo, e come Gesù Cristo lo oltrepassò nell’antitipo?
43 Al culmine del Giorno di Espiazione antitipico, invece di entrare in un “luogo santo” tipico entro la tenda o tempio tipico, il sommo sacerdote Gesù Cristo entrò “nel cielo stesso” dove è la “persona di Dio”. Questa residenza celeste della medesima persona di Dio è il vero Santissimo, il Santo dei Santi, il più Santo di tutti.
44 Nella tenda o tempio tipico sulla terra il Santissimo era diviso da una cortina o velo, e perciò si diceva che il Santissimo era dentro la cortina. Quindi quella cortina rappresentò la barriera carnale umana che si deve oltrepassare per andare dalla vita umana sulla terra nei cieli invisibili. Con la morte e risurrezione Gesù Cristo oltrepassò questa barriera per entrare nel Santissimo celeste. Questo è ciò che si intende in Ebrei 6:19, 20, dove, dopo aver parlato della speranza celeste dei 144.000 fedeli discepoli, dice: “Questa speranza noi l’abbiamo come un’àncora per l’anima, sicura e ferma, ed essa penetra entro la cortina, dove un precursore è entrato a nostro favore, Gesù, il quale è divenuto sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre”. La speranza ancorata “entro la cortina” è celeste.
IL “SANTO” DEL TEMPIO SPIRITUALE DI DIO
45. (a) Oltre al Santissimo che cos’altro c’era nella “tenda”? (b) Chi entrava nel Santo, quanto spesso, e come?
45 Non trascuriamo il fatto che il Santissimo non era tutto ciò che si trovava nella tenda o tempio terrestre. Oltre al suo compartimento più interno, il Santissimo, la tenda o tempio aveva un altro compartimento di fronte alla cortina di divisione. Questo compartimento si chiamava il Santo. (Ebrei 9:1-3) Siccome il Santissimo tipificava “il cielo stesso” dove è la “persona di Dio”, che cosa rappresentava il Santo di fronte alla cortina o tenda? Mentre nel Santissimo poteva entrare il sommo sacerdote solo “una volta l’anno” nel giorno di espiazione, nel Santo potevano regolarmente entrare non solo il sommo sacerdote, ma anche tutti i sottosacerdoti. I sacerdoti entravano in questo primo compartimento, il Santo, direttamente dal cortile dov’era l’altare; ma dovevano attraversare una portiera o cortina che separava il Santo dal cortile.
46, 47. (a) Quando e come Gesù entrò nel Santo antitipico? (b) Che cosa rappresenta dunque il Santo, e quali privilegi vi hanno i sacerdoti antitipici?
46 Quindi il Santo rappresentava una condizione sacra più grande di quella del cortile. Poiché il Santo era diviso e il suo contenuto era così nascosto agli occhi di quelli che stavano nel cortile, il Santo tipificava una condizione spirituale superiore a quella raffigurata dal cortile, che raffigurava una condizione umana reputata giusta dinanzi a Dio. Gesù Cristo entrò nella condizione raffigurata dal compartimento del Santo quando fu generato dallo spirito santo di Dio dopo il suo battesimo in acqua, divenendo così un Figlio spirituale di Dio. (Matteo 3:13-17) Essendo stato anche unto dallo spirito di Dio, Gesù come Figlio spirituale di Dio fu rivestito di autorità sacerdotale; egli divenne il Sommo Sacerdote di Dio, com’era stato raffigurato dal sommo sacerdote Aaronne.
47 Da questo punto di vista si può vedere che il compartimento del Santo rappresentava la condizione di quelli che sono stati generati dallo spirito e sono investiti di questo sacerdozio spirituale. In tale condizione questi sacerdoti spirituali sulla terra godono la luce spirituale come mediante un candelabro d’oro, mangiano cibo spirituale come da una tavola d’oro di pani di presentazione, e offrono incenso di preghiere e servizio a Dio come se stessero dinanzi a un altare d’oro dell’incenso. — Esodo 40:4, 5, 22-28.
48. Per quanto tempo Gesù fu nella condizione raffigurata dal Santo, e perché i suoi discepoli non avevano di lui un chiaro discernimento?
48 Calcolando dal giorno del suo battesimo e della sua unzione con spirito santo fino al giorno della sua morte (dal 29 al 33 E.V.), Gesù Cristo fu in quella condizione sacerdotale di generato dallo spirito, raffigurata dal compartimento del Santo, per tre anni e mezzo. In questa condizione i suoi servizi non poterono essere dovutamente compresi e apprezzati da semplici uomini naturali, nemmeno dai suoi fedeli discepoli, perché essi guardavano le cose da un naturale punto di vista umano. Il giorno della Festa di Pentecoste del 33 E.V., con il suo versamento dello spirito santo, non era ancora arrivato. (Giovanni 7:39) Il loro discernimento era ostacolato come dalla “portiera dell’ingresso al tabernacolo”, che nascondeva le cose entro il compartimento del Santo. — Esodo 40:28, 29.
49. Come nel Santo antitipico Gesù fu ostacolato dall’accedere direttamente al Santissimo celeste?
49 Entro la condizione del Santo, la condizione sacerdotale dei generati dallo spirito, sulla terra il sommo sacerdote Gesù Cristo fu ostacolato dal diretto accesso alla celeste presenza di Dio perché era ancora nella carne come perfetta creatura umana. Fra lui e il Santissimo celeste c’era quella simbolica “cortina”, proprio come quando Mosè “mise la cortina della portiera a posto e chiuse l’accesso all’arca della testimonianza”. — Esodo 40:21.
50. (a) Quando Gesù Cristo oltrepassò la “cortina” interna, e come? (b) Quale giuramento relativo al sacerdozio quindi entrò in vigore verso Gesù Cristo, e perché?
50 Gesù Cristo come Sommo Sacerdote oltrepassò quella cortina simbolica della “vera tenda” il 16 Nisan dell’anno 33 E.V., essendo risuscitato dai morti, non più solo generato dallo spirito e nella carne, ma ora pienamente generato come Figlio spirituale di Dio nei cieli invisibili. L’apostolo Pietro lo dichiara in maniera corretta quando scrive: “Anche Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito”. (1 Pietro 3:18) In quel memorabile giorno la dichiarazione giurata di Dio relativa a un sacerdozio eterno “secondo la maniera di Melchisedec” entrò in vigore verso Gesù Cristo, ora che veniva ricompensato con il “potere di una vita indistruttibile”. (Ebrei 7:16, 24; Atti 13:33-37; Romani 1:1-4) Dopo essere apparso ai suoi fedeli discepoli con una speciale manifestazione nei quaranta giorni successivi, egli ascese in cielo e presentò a Dio medesimo nel vero Santissimo il valore del suo perfetto sacrificio umano. — Atti 1:1-11; Ebrei 9:24.
51. (a) Quando finì il Giorno di Espiazione antitipico, e quanto tempo era durato? (b) Come fu data la prova che era stato accettato nel Santissimo il merito del sacrificio di Gesù?
51 Con tale presentazione del merito del sacrificio di Cristo nel Santissimo celeste, ebbe fine il grande Giorno di Espiazione antitipico. Nel caso del sommo sacerdote Aaronne della tribù di Levi, il giorno di espiazione nazionale era solo un letterale giorno della durata di ventiquattro ore. Ma nel caso del sommo sacerdote Gesù Cristo, il Giorno di Espiazione antitipico risultò un periodo della durata di quasi tre anni e otto mesi. Dieci giorni dopo l’ascensione di Gesù in cielo fu data ai suoi fedeli discepoli sulla terra la prova che il merito del suo perfetto sacrificio umano presentato a Dio nel Santissimo celeste era stato accettato. Come? Con il versamento di spirito santo su di loro a Gerusalemme, la domenica 6 Sivan, il giorno della Festa delle Settimane o il giorno di Pentecoste, dell’anno 33 E.V. (Atti 2:1-36) Questo segnò qualche cosa di nuovo rispetto alla ‘vera tenda, che Geova eresse’. Ora lo vedremo.
SOTTOSACERDOTI SPIRITUALI
52. (a) Come fu prefigurato che il più grande Melchisedec ha sottosacerdoti? (b) Quando fu insediato il sacerdozio aaronnico, e quale “santo segno” fu posto sulla testa di Aaronne?
52 Non c’è nessuna testimonianza che il re-sacerdote Melchisedec dell’antica Salem avesse alcun sottosacerdote. Ma il Figlio di Dio, che è divenuto “sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec” ha sottosacerdoti. (Ebrei 5:8-10) Questo fu prefigurato dalla famiglia sacerdotale di Aaronne il Levita. Geova Dio chiamò Aaronne perché fosse sommo sacerdote d’Israele e i suoi figli perché fossero suoi sottosacerdoti. Il primo giorno del mese primaverile di Nisan dell’anno 1512 a.E.V., il profeta Mosè ubbidì al comando di Dio insediando Aaronne e i suoi figli nel sacerdozio. (Esodo 40:1, 2, 12-16; 29:4-9; Levitico 8:1-13) Fra gli articoli di vestiario del sommo sacerdote “fecero la lamina risplendente, santo segno di dedicazione, d’oro puro e scrissero su di essa un’iscrizione con incisioni di sigillo: ‘La santità appartiene a Geova’”. — Esodo 39:30.
53. (a) Adornando così il turbante del sommo sacerdote Aaronne, a quale comando di Geova ubbidì Mosè? (b) Da quale verbo ebraico deriva il termine per “segno di dedicazione”?
53 Quando vestì dunque suo fratello Aaronne per insediarlo come sommo sacerdote, Mosè adempì il comando di Geova: “E devi mettergli in testa il turbante e porre il santo segno della dedicazione sul turbante. E devi prendere l’olio d’unzione e versarglielo sulla testa e ungerlo”. (Esodo 29:6, 7) Siccome questo “santo segno della dedicazione” era la “lamina risplendente” d’oro puro, molti traduttori delle Scritture Ebraiche preferiscono rendere questa espressione il “sacro diadema”. (Si veda Esodo 29:6, Na) Certo, le regolari parole ebraiche per “diadema” e “corona” sono diverse dalla parola ebraica qui resa “segno della dedicazione”. In Levitico 21:12 quest’ultima parola ebraica si applica all’olio di unzione sulla testa del sommo sacerdote, poiché leggiamo: “Non dovrebbe inoltre uscire dal santuario e non dovrebbe profanare il santuario del suo Dio, perché il segno della dedicazione, l’olio d’unzione del suo Dio, è su di lui”. La parola ebraica deriva dal verbo na.zarʹ, che in Osea 9:10 è tradotto ‘dedicare’. — An American Translation; NM.
54, 55. (a) Com’era chiamato l’unto sommo sacerdote, e che cosa era tipificato dalla sua unzione? (b) Giovanni il Battista unse Gesù con spirito santo, o chi lo unse?
54 Senza dubbio, il sommo sacerdote Aaronne e i suoi successori nell’incarico furono uomini dedicati a Geova Dio a causa del loro insediamento ufficiale. (Esodo 29:30, 35) Siccome era unto con il santo olio d’unzione, il sommo sacerdote era chiamato “l’unto” o Messia (Levitico 4:3, 5, 16; 6:22), come in seguito furono chiamati gli unti re d’Israele. (1 Samuele 24:6, 10; 26:9-11; Lamentazioni 4:20) Così, dopo che ci sono stati detti i nomi dei quattro figli e sottosacerdoti del sommo sacerdote Aaronne, leggiamo: “Questi furono i nomi dei figli di Aaronne, gli unti sacerdoti le mani dei quali erano state riempite di potere per fare da sacerdoti”. (Numeri 3:1-3) Quando Mosè, mediatore fra Geova Dio e la nazione d’Israele, unse il suo fratello maggiore Aaronne perché fosse sommo sacerdote, ciò ebbe un significato tipico. Tipificò che Dio avrebbe unto il suo Figlio Gesù con spirito santo dopo l’uscita di Gesù dalle acque del battesimo.
55 Giovanni il Battista era figlio di un sacerdote levita, cioè di Zaccaria della divisione sacerdotale di Abia. Comunque, Giovanni semplicemente battezzò Gesù nel fiume Giordano; egli non unse Gesù perché fosse un sommo sacerdote spirituale. (Luca 1:5-17; 3:21-23; Marco 1:9-11) Solo Dio avrebbe potuto ungere Gesù con lo spirito santo.
56, 57. (a) Giovanni il Battista cosa disse che Gesù sarebbe stato autorizzato a fare? (b) Prima che Gesù lasciasse i suoi discepoli, che cosa disse loro circa il battesimo con lo spirito santo?
56 Riferendosi a Gesù, Giovanni il Battista aveva detto: “Dopo di me verrà uno più forte di me; io non son degno di chinarmi a sciogliergli i legacci dei sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con spirito santo”. Dio ne aveva annunciato a Giovanni la venuta, poiché Giovanni disse: “Nemmeno io lo conoscevo, ma Colui che mi ha mandato a battezzare in acqua mi disse: ‘Chiunque sia colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo spirito, questi è colui che battezza nello spirito santo’”. (Marco 1:7, 8; Giovanni 1:33) Gesù fu dunque non solo unto lui stesso con spirito santo per essere sommo sacerdote spirituale, ma dovette per giunta essere autorizzato a battezzare altri con spirito santo. Ma quando avrebbe egli, battezzato con spirito santo? Non prima della sua morte come perfetto sacrificio umano.
57 Dopo la sua risurrezione dai morti, egli materializzò corpi carnali e fece apparizioni visibili ai suoi discepoli che erano ancora in Gerusalemme. Che cosa disse quindi loro circa lo spirito santo? Atti 1:4, 5 ci narra: “E mentre era radunato con loro diede gli ordini: ‘Non vi ritirate da Gerusalemme, ma continuate ad aspettare ciò che il Padre ha promesso, di cui avete udito da me; perché Giovanni, in realtà, battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati nello spirito santo fra non molti giorni’”.
58, 59. (a) Quando accadde questo battesimo, e come Gesù Cristo adempì antitipicamente ciò che il sommo sacerdote faceva quel giorno nel tempio? (b) Quale profezia di Gioele cominciò qui ad adempiersi, e come Pietro mise questo in relazione con Gesù?
58 Questo accadde dieci giorni dopo la sua ascensione in cielo. Accadde il 6 Sivan dell’anno 33 E.V., il Giorno della Festa delle Settimane (o Pentecoste), quando il sommo sacerdote giudaico nel tempio di Gerusalemme presentava a Dio due pagnotte di pane lievitato come primi frutti della raccolta del frumento. (Levitico 23:15-21) In questo stesso giorno, in maniera antitipica, il sommo sacerdote celeste Gesù Cristo presentò a Geova Dio la congregazione cristiana come primi frutti a Lui. (Rivelazione 14:4) Egli fece questo servendo come un canale per versare lo spirito santo sui suoi discepoli in attesa a Gerusalemme. Fu il principio dell’adempimento della profezia di Gioele 2:28, 29, e l’apostolo Pietro pieno di spirito lo spiegò in questo modo, dicendo alle migliaia di spettatori giudei:
59 “Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti testimoni. Perciò, perché è stato esaltato alla destra di Dio e ha ricevuto dal Padre il promesso spirito santo, egli ha versato questo che vedete e udite. Effettivamente Davide non ascese ai cieli, ma egli stesso dice: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”’. Perciò sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. — Atti 2:14-21, 32-36.
60. Come l’atto di versare così spirito santo da parte di Gesù era stato prefigurato da ciò che Mosè fece il 1º Nisan 1512 a.E.V.?
60 In questo modo Gesù Cristo battezzò i suoi fedeli discepoli con lo spirito santo. Questo era stato prefigurato molto tempo prima, il 1º Nisan 1512 a.E.V. Ciò avvenne quando Mosè portò a compimento gli ordini di Geova e con il santo olio d’unzione unse i figli del sommo sacerdote Aaronne. Su questo leggiamo: “Quindi Geova parlò a Mosè, dicendo: ‘Nel giorno del primo mese, il primo del mese, devi erigere il tabernacolo della tenda di adunanza. Quindi devi far avvicinare Aaronne e i suoi figli all’ingresso della tenda di adunanza e lavarli con acqua. E devi vestire Aaronne delle vesti sante e ungerlo e santificarlo, e deve dunque farmi da sacerdote. Dopo ciò farai avvicinare i suoi figli e devi vestirli delle lunghe vesti. E li devi ungere come hai unto il loro padre, ed essi devono dunque farmi da sacerdoti, e la loro unzione deve servire per loro di continuo quale sacerdozio a tempo indefinito durante le loro generazioni’. E Mosè faceva secondo tutto ciò che Geova gli aveva comandato. Egli fece proprio così”. — Esodo 40:1, 2, 12-16.
61. Cosa deve dirsi in risposta alla domanda se i successori di quei quattro sottosacerdoti originali furono unti, e se il successore del sommo sacerdote fu individualmente unto con olio santo?
61 Così i quattro figli di Aaronne furono unti come i primi sottosacerdoti d’Israele. Ma in seguito, ai loro successori che furono insediati nell’incarico di sottosacerdoti non fu fatta nessuna unzione individuale con santo olio d’unzione. Si considerò sufficiente che semplicemente si vestissero con le vesti ufficiali di un sottosacerdote. L’unzione dei primi quattro sottosacerdoti servì loro da rappresentazione. Comunque, ciascun successore del sommo sacerdote Aaronne fu unto individualmente. (Numeri 3:1-3; Esodo 29:29, 30; Numeri 20:23-29; Deuteronomio 10:6) Ciò nondimeno, l’intero sacerdozio d’Israele doveva essere considerato come una classe unta secondo l’unzione dei membri originali.
62. Essendo stato impiegato per ungere i suoi discepoli sulla terra, che cosa li fece essere Cristo sotto di sé, e come in Rivelazione Giovanni è in armonia con questo?
62 Nell’adempimento antitipico, ungendo i 144.000 fedeli discepoli con spirito santo, il celeste Gesù Cristo agisce come il Rappresentante di Dio e ne fa sacerdoti spirituali, suoi sottosacerdoti sopra i quali egli è il Sommo Sacerdote. Per questo l’apostolo Giovanni riferendosi a Gesù Cristo poté scrivere quanto segue: “Gesù Cristo, ‘il Testimone Fedele’, ‘Il primogenito dai morti’ e ‘Il Governante dei re della terra’. A colui che ci ama e che ci ha sciolti dai nostri peccati mediante il proprio sangue — e ci ha fatti essere un regno, sacerdoti al suo Dio e Padre — sì, a lui siano la gloria e la potenza per sempre. Amen”. Inoltre: “Tu fosti scannato e col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra”. — Rivelazione 1:5, 6; 5:9, 10.
63. Come l’apostolo Pietro rese testimonianza per lettera al sacerdozio degli unti discepoli di Gesù?
63 Il fatto ha un altro ispirato testimone, l’apostolo Pietro. Scrivendo alcuni anni prima che il tempio di Gerusalemme fosse distrutto dai Romani (nel 70 E.V.) e che i sacerdoti levitici vi perdessero il loro incarico, Pietro disse ai cristiani unti dallo spirito che nutrivano la speranza celeste: “Questi inciampano perché sono disubbidienti alla parola. . . . Ma voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. — 1 Pietro 2:8, 9.
64. Così, in quale condizione sono quegli unti discepoli come fu tipificato dall’antica “tenda di adunanza”, e, a somiglianza di Gesù, di quali privilegi godono in tale condizione?
64 Che ora fossero un sacerdozio significava una nuova condizione rispetto alla “vera tenda” o tempio, eretto non da mani umane, ma da Geova Dio. Significava che adesso erano nello stato sacerdotale dei generati dallo spirito, che era stato tipificato dal compartimento del Santo dell’antica “tenda di adunanza” eretta da Mosè. Ciò era esattamente come nel caso del sommo sacerdote Gesù Cristo nel tempo dalla sua unzione con spirito santo fino alla sua morte come perfetta creatura umana. Così, a sua somiglianza, essi, mentre sono ancora nei loro corpi carnali sulla terra, godono la luce spirituale diffusa dall’aureo candelabro antitipico; mangiano del cibo spirituale come fu tipificato dalle due pile dei pani di presentazione sulla tavola d’oro; offrono preghiere e fervido servizio a Dio come se offrissero incenso presso l’altare d’oro dell’incenso nel Santo della tenda di adunanza.
65. A quelli nella condizione prefigurata dal Santo, che cosa scrisse l’apostolo Giovanni circa la loro unzione?
65 A questi che sono nella condizione dei generati dallo spirito, raffigurati dal Santo tipico, è scritto: “Voi avete un’unzione dal santo; voi tutti avete conoscenza. Vi scrivo queste cose riguardo a quelli che cercano di sviarvi. E in quanto a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno v’insegni; ma, come l’unzione di lui v’insegna intorno a tutte le cose, ed è vera e non è menzogna, e come vi ha insegnato, rimanete uniti a lui”. — 1 Giovanni 2:20, 26, 27.
66. A quelli che sono nella condizione raffigurata dal Santo, che cosa scrisse l’apostolo Paolo riguardo alla loro unzione?
66 A quelli che sono nella condizione sacerdotale dei generati dallo spirito, tipificata dal compartimento del Santo in cui era permesso ai sacerdoti aaronnici d’entrare a rendere servizio, l’apostolo Paolo ancora scrive: “Colui che garantisce che voi e noi apparteniamo a Cristo [l’Unto] e che ci ha unti è Dio. Egli ha anche posto su noi il suo suggello e ci ha dato la caparra di ciò che deve venire, cioè lo spirito, nei nostri cuori”. — 2 Corinti 1:21, 22.
67. Agli Ebrei divenuti cristiani, che cosa disse l’ispirato scrittore in quanto a mangiare dell’altare e in quanto al sacrificio?
67 Poiché questi 144.000 sono sacerdoti spirituali sotto il celeste sommo sacerdote Gesù Cristo, hanno l’autorità di mangiare del sacrificio di Gesù Cristo sull’“altare” della “volontà” di Dio, e quelli che per incredulità rifiutarono Gesù come vero Messia o Cristo non ebbero nessuna autorità di mangiare del suo sacrificio sull’“altare” di Dio antitipico. Senza presunzione lo scrittore ispirato poté dire agli Ebrei che avevan creduto nel cristianesimo, in Ebrei 13:10-15: “Abbiamo un altare di cui non hanno autorità di mangiare quelli che fanno sacro servizio nella tenda. Poiché i corpi di quegli animali, il cui sangue è portato nel luogo santo dal sommo sacerdote per il peccato, son bruciati fuori del campo. Quindi anche Gesù, affinché santificasse il popolo col proprio sangue, soffrì fuori della porta [di Gerusalemme]. Usciamo, dunque, verso di lui fuori del campo, portando il biasimo che egli portò, poiché non abbiamo qui una città che rimanga, ma cerchiamo premurosamente quella avvenire. Per mezzo di lui offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome”.
68, 69. (a) Il fatto che essi mangiano dell’altare indica che antitipicamente sono in quale luogo, e come vi pervennero? (b) Come prova che sono in questa condizione, che cosa fu scritto ai cristiani di Roma?
68 Poiché questi sottosacerdoti spirituali hanno autorità divina e mangiano del sacrificio sul vero “altare” di Dio, ciò significa che sono anche nella condizione prefigurata dal cortile in cui era situato l’altare di rame per i sacrifici. Questa è la condizione d’esser dichiarati giusti o giustificati da Dio per mezzo della loro fede nel sacrificato Gesù Cristo. Quando il sommo sacerdote Gesù Cristo prese il valore del suo “sangue” di sacrificio ed entrò nel Santissimo celeste e lo presentò direttamente a Geova Dio, allora, dal giorno di Pentecoste del 33 E.V. in poi, i benefici del suo perfetto sacrificio umano si cominciarono ad applicare sulla terra ai discepoli a causa della loro fede. Per fede, con apprezzamento di cuore, essi mangiarono del sacrificio di Cristo offerto in base alla volontà di Dio. In questo modo ottennero il perdono dei loro peccati. Concedendo loro questo perdono e ritenendoli così senza peccato nella carne, Dio li dichiarò giusti o li giustificò. In questo modo li introdusse nel cortile antitipico. Come prova che sono in questa condizione, leggiamo:
69 “Crediamo in colui che destò il nostro Signore Gesù dai morti. Egli fu consegnato per i nostri falli e fu destato per dichiararci giusti. Perciò, ora che siamo stati dichiarati giusti quale risultato della fede, godiamo la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale abbiamo anche guadagnato il nostro accesso per fede in questa immeritata benignità nella quale ora stiamo; ed esultiamo, basandoci sulla speranza della gloria di Dio. Tanto più, quindi, giacché ora siamo stati dichiarati giusti mediante il suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui”. — Romani da 4:24 a 5:2, 9.
70. (a) Dando ulteriore assicurazione che mentre sono ancora nella carne essi sono in una condizione non condannata dinanzi a Dio, che cosa è scritto in Romani? (b) Con qualche sacrificio da parte loro, possono essi aggiungere alcuna cosa al valore o merito del sacrificio di Cristo?
70 Dando ulteriore assicurazione che questi sottosacerdoti spirituali son riconosciuti da Dio come se fossero privi di peccato, senza condanna nella carne mentre sono ancora su questa terra, è scritto: “Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Così, dunque, con la mia mente io stesso [l’apostolo Paolo] sono schiavo della legge di Dio, ma con la mia carne della legge del peccato. Perciò quelli che sono uniti a Cristo Gesù non hanno nessuna condanna. Poiché la legge di quello spirito che dà vita unicamente a Cristo Gesù ti ha reso libero dalla legge del peccato e della morte”. (Romani da 7:25 a 8:2) Questa condizione di giusti, non condannati, dinanzi a Dio mentre sono ancora nella carne imperfetta carica di peccati è ciò che fu prefigurato dall’antico cortile in cui era l’altare di rame per i sacrifici e in cui prestavano servizio i sacerdoti aaronnici. Essi non possono aggiungere nulla al valore o merito del sacrificio di Cristo per i peccati con alcun sacrificio carnale loro proprio. Per questo offrono a Dio per mezzo di Cristo il “sacrificio di lode” e buone opere cristiane. Vedono l’assoluta inutilità di compiere quello che in qualche chiesa è chiamato il “sacrificio della messa”.
71. (a) I cristiani così dichiarati giusti sono antitipicamente anche in quale luogo? (b) Che cosa li separa dal Santissimo celeste, e chi vi entrò come precursore per preparare loro la via?
71 Mentre sono ancora sulla terra nella carne, questi sottosacerdoti, vestiti con le vesti dell’attribuita giustizia, si trovano anche in quella condizione di generati dallo spirito che fu raffigurata dal compartimento Santo della tenda o tempio tipico. Tuttavia, come il loro sommo sacerdote Gesù Cristo, nutrono la speranza di entrare nel Santissimo celeste dove Dio siede personalmente sul trono. Ciò che ora impedisce loro di entrare direttamente in quel vero Santissimo è la barriera della carne, il fatto che vivono ancora nella carne. Questa barriera carnale fu raffigurata dalla cortina interna che separava il compartimento Santo della tenda dal Santissimo, dove si trovava l’aurea Arca del Patto con la sua Luce Scechina. Gesù Cristo preparò per loro la via “attraverso la cortina” e nel vero Santissimo. Egli entrò per loro come un “precursore” nel Santissimo “entro la cortina”. (Ebrei 6:19, 20) Così inaugurò questa nuova via nella vita celeste.
72. I 144.000 sottosacerdoti sono incoraggiati a mostrarsi degni di entrare in che cosa, e come?
72 Quindi a questi 144.000 sottosacerdoti spirituali viene detto di farsi coraggio nello sforzo di mostrarsi degni per essere ammessi “entro la cortina” mediante la fedeltà sino alla morte nel corpo carnale e a una risurrezione dai morti per la vita nello spirito. “Perciò, fratelli”, dice l’ispirato scrittore in Ebrei 10:19-22, “poiché abbiamo baldanza per la via d’ingresso nel luogo santo mediante il sangue di Gesù, [via] che egli inaugurò per noi come via nuova e vivente attraverso la cortina, cioè la sua carne, e giacché abbiamo un grande sacerdote sulla casa di Dio, accostiamoci con vero cuore nella piena certezza della fede”.
73. Oltrepassando la barriera carnale, in che cosa entreranno i sottosacerdoti spirituali, e per fare che cosa?
73 Quando, dopo aver adempiuto fedelmente i loro doveri terreni come sottosacerdoti spirituali fino alla morte, saranno stati portati alla vita nella “prima risurrezione”, essi avranno oltrepassato la barriera carnale, l’antitipica “cortina”, e saranno ammessi nel Santissimo celeste e vedranno l’indescrivibile gloria dell’Iddio vivente. Entreranno alla sua presenza non per fare come il sommo sacerdote Gesù Cristo, che presentò il merito di un perfetto sacrificio umano, ma per rendere servizio con il loro Sommo Sacerdote al fine di estendere al bisognoso genere umano i benefici del sacrificio di Cristo. (Rivelazione 20:6) Sebbene ci siano mille anni di sacerdozio celeste da compiere, non avranno bisogno di successori che prestino servizio dopo di loro. Come il loro glorificato Sommo Sacerdote, avranno il “potere di una vita indistruttibile” e potranno pienamente portare a termine il loro sacerdozio per mille anni senza successori. — Ebrei 7:16, 24.
SACERDOTI AMICHEVOLI, COMPRENSIVI
74. (a) Il sacrificio propiziatorio di Cristo preparò la via onde i 144.000 ottenessero che cosa? (b) Perché quel sacrificio farà dei mille anni del sacerdozio di Cristo un tempo benedetto per il genere umano?
74 Quale tempo benedetto saranno quei mille anni di questo sacerdozio celeste per il peccatore e morente genere umano! Il suo Sommo Sacerdote offrì a Dio il perfetto sacrificio non solo per i suoi 144.000 sottosacerdoti, ma per tutto il genere umano. Come uno di questi sottosacerdoti spirituali, Giovanni scrisse diciannove secoli fa: “Figliuoletti miei, vi scrivo queste cose affinché non commettiate peccato. Eppure, se qualcuno commette peccato, abbiamo un soccorritore presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto. Ed egli è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo”. (1 Giovanni 2:1, 2) Il sacrificio propiziatorio di Gesù Cristo preparò la via onde i 144.000 sottosacerdoti si liberassero dal peccato e dalla sua condanna a morte e ottenessero la vita eterna con il loro Sommo Sacerdote in cielo. Questo stesso sacrificio propiziatorio ha sufficiente merito da recare beneficio all’intera razza del genere umano; esso è per i peccati del mondo. Come disse Giovanni il Battista, additando il battezzato Gesù Cristo: “Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” — Giovanni 1:29.
75. (a) Il potere di Cristo d’aiutare i 144.000 sottosacerdoti mentre sono sulla terra è un’assicurazione che egli può aiutare quali altre persone? (b) Oltre alla grande folla dei sopravvissuti alla tribolazione chi riceverà il beneficio del merito del sacrificio di Cristo?
75 Gesù Cristo il Sommo Sacerdote poté aiutare la congregazione dei suoi 144.000 sottosacerdoti a superare il peccato e ad essere liberata dalla sua condanna a morte. Egli può fare la stessa cosa per tutto il resto del genere umano, specialmente per quelli che vogliono, che bramano la vita eterna con buona coscienza verso Dio. Cristo ha mille anni per far questo. È disposto e desideroso di farlo. Non verrà assolutamente meno al suo sacerdozio millenario “secondo la maniera di Melchisedec”. Allora aiuterà più che i soli viventi, la “grande folla” che sopravvivrà e verrà fuori della grande tribolazione con cui finirà questo mondano sistema di cose. Aiuterà anche le innumerevoli migliaia di milioni di persone che ora dormono il sonno della morte nelle tombe della terra. (2 Timoteo 4:1; Rivelazione 7:9-15; Atti 24:15) Non lascerà che parte del prezioso merito del suo perfetto sacrificio umano rimanga inutilizzato, non applicato ai bisognosi.
76, 77. (a) Come si comportò Gesù verso gli uomini quando fu sulla terra nella prova, e questo in che modo ci assicura che egli tratterà il genere umano durante il suo sacerdozio millenario? (b) Così perché Gesù Cristo è meglio in grado di venire in aiuto di quelli che son messi alla prova?
76 “Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. (Romani 5:8) Questo provò che egli aveva verso il decaduto genere umano, erede del peccato e della morte dai traviati Adamo ed Eva, un’attitudine amichevole, misericordiosa, pronta al sacrificio. Quando fu sulla terra per trentatré anni e mezzo, fu gentile, paziente, compassionevole, soccorrevole e comprensivo. Essendo egli stesso un uomo e soggetto alla tentazione, fu in grado di capire gli uomini, e questo gli consentì di comprendere più vivamente la specie di trattamento di cui aveva bisogno l’imperfetto genere umano piagato dal peccato. Anche quando morì innocentemente sul palo di esecuzione al Calvario, subì senza lamentarsi i maltrattamenti e gli scherni di uomini sviati. Se, ora, egli si comportò in questo modo quando fu sulla terra nelle condizioni peggiori, possiamo esser sicuri che si comporterà proprio allo stesso modo verso il genere umano durante il suo sacerdozio millenario. Questa è l’accorata argomentazione che fa lo scrittore ispirato:
77 “Egli realmente non assiste affatto gli angeli, ma assiste il seme d’Abraamo. Quindi dovette divenire simile ai suoi ‘fratelli’ sotto ogni aspetto, affinché divenisse un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose relative a Dio, onde offrisse sacrificio propiziatorio per i peccati del popolo. Poiché in ciò che egli stesso ha sofferto essendo messo alla prova, può venire in aiuto di quelli che son messi alla prova”. — Ebrei 2:16-18; Si paragoni Ebrei 5:1, 2.
78. Cosa mostra Ebrei 5:7-10 che soffrì Gesù per amore della pura adorazione e per amore nostro?
78 Ciò che Gesù Cristo soffrì per mostrarsi sommo sacerdote idoneo, senza difetto sulla terra per la pura adorazione di Dio e per amor nostro ci è brevemente descritto in Ebrei 5:7-10, con queste parole: “Nei giorni della sua carne Cristo offrì supplicazioni e anche richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte, con forti grida e lagrime, e fu favorevolmente udito per il suo santo timore. Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; e dopo essere stato reso perfetto divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna, perché è stato da Dio specificamente chiamato sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec”.
79, 80. (a) Avendo il “potere di una vita indistruttibile” che cosa potrà fare Cristo a favore del genere umano durante il suo sacerdozio millenario? (b) Quale specie di sacerdozio genera la dichiarazione giurata di Dio in contrasto con quello generato dalla Legge?
79 Avendo il “potere di una vita indistruttibile” sarà in grado di adempiere il suo sacerdozio millenario senza successori portandolo a termine a onore di Dio. Egli potrà aiutare il genere umano fino alla totale eliminazione del peccato e della sua terribile pena, la morte. Potrà fare ciò che molti sacerdoti aaronnici in successione non poterono mai fare nel loro sacro servizio di oltre un millennio e mezzo. Com’è scritto, in Ebrei 7:23-28:
80 “Inoltre, molti dovettero divenire sacerdoti in successione perché erano impediti dalla morte di rimanere tali, ma egli siccome rimane vivente per sempre ha il proprio sacerdozio senza successori. Quindi egli può anche salvare completamente quelli che accedono a Dio per mezzo suo, perché è sempre vivente per intercedere a loro favore. Poiché a noi conveniva un sommo sacerdote come questo, leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori e innalzato al di sopra dei cieli. Egli non ha bisogno di offrire sacrifici ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: (poiché fece questo una volta per sempre quando offrì se stesso); poiché la Legge costituisce sommi sacerdoti uomini aventi debolezza, ma la parola del giuramento che venne dopo la Legge costituisce un Figlio, che è reso perfetto per sempre”.
81. (a) Perché i 144.000 sottosacerdoti potranno mostrarsi verso il genere umano amichevoli e comprensivi? (b) Avendo il “potere di una vita indistruttibile”, che cosa potranno fare?
81 E che dire dei 144.000 sottosacerdoti spirituali, che “saranno sacerdoti di Dio e del Cristo . . . per i mille anni”? (Rivelazione 20:6) Ebbene, Dio li preordinò “ad essere modellati secondo l’immagine del suo Figlio”. (Romani 8:29) Sono anche nati e cresciuti come uomini e donne, come persone umane, ma nel peccato e nell’imperfezione, mal disposti a causa dell’eredità ricevuta dai ribelli Adamo ed Eva. Sanno perciò che cosa significa essere una creatura umana debole e peccaminosa. E così, come il loro sommo sacerdote Gesù Cristo, possono essere amichevoli e benignamente disposti verso il peccaminoso genere umano morituro. Essi erano in tale stato quando si trovavano ancora sulla terra come sottosacerdoti spirituali. Saranno proprio nello stesso stato quando parteciperanno alla “prima risurrezione” e diverranno sottosacerdoti celesti. Non dovranno morire e lasciare con dispiacere il loro lavoro senza completarlo. No, ma avendo il “potere di una vita indistruttibile”, potranno unirsi al loro Sommo Sacerdote e compiere l’opera di rimuovere il peccato fino a completarla perfettamente. Con quale risultato? Tutti i volenterosi del genere umano saranno riportati alla perfezione umana senza peccato.
82. Come Rivelazione 21:4 descrive la stupenda impresa di quel sacerdozio millenario, e Dio avrà di nuovo quale specie di universo?
82 La stupenda impresa di questo sacerdozio millenario senza macchinazioni clericali ci è descritta con queste meravigliose parole: “La morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”. (Rivelazione 21:4) Sì, il peccato, che è “il pungiglione che produce la morte”, sarà scomparso! La peccaminosità del genere umano ereditata dai nostri egoistici primogenitori umani sarà spazzata via, con tutti i suoi luttuosi effetti che hanno disonorato Dio. L’Iddio Altissimo, Geova, avrà di nuovo un universo pulito, puro e santo.
[Cartina a pagina 92]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
PLANIMETRIA DELLA TENDA DI ADUNANZA
Tavola dei pani di presentazione
SANTISSIMO
Cortina
SANTO
Portiera
Bacino
Altare degli olocausti
Porta
Arca del Patto
Altare dell’incenso
Candelabro
CORTILE