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CorvoAusiliario per capire la Bibbia
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se a volte attacca gli animali più piccoli e deboli, in prevalenza si nutre di carogne, nel qual caso ha l’abitudine di mangiare gli occhi e altre parti molli della vittima prima di squarciarne l’addome col becco robusto. (Prov. 30:17) Ha grande resistenza in volo; batte le ali con colpi forti e regolari, o si libra senza sforzo disegnando ampi cerchi mentre scruta il terreno sottostante in cerca di cibo. Questa continua ricerca di cibo lo porta molto lontano.
Secondo i naturalisti l’astuto corvo è uno degli uccelli più intelligenti, adattabili e pieni di risorse. Per questo oltre che per la sua forza in volo e per la possibilità di nutrirsi delle cose più svariate, incluse carogne, il corvo era l’uccello più adatto a essere mandato per primo fuori dell’arca quando le acque del diluvio cominciarono a ritirarsi. La Bibbia indica che il corvo rimase fuori, limitandosi a posarsi sull’arca per riposare. — Gen. 8:5-7.
Il corvo fu dichiarato impuro nel patto della Legge (Lev. 11:13, 15; Deut. 14:12, 14), e l’espressione “secondo la sua specie” pare abbracci altri uccelli della stessa famiglia come la cornacchia, il corvo nero, la taccola e il gracchio, tutti comuni in Palestina.
Il corvo, a differenza della cornacchia, di solito preferisce i luoghi incolti, le regioni montuose e persino desertiche. Era fra gli animali che, secondo la visione di Isaia, avrebbero popolato le rovine di Edom. (Isa. 34:11) Il corvo ha inoltre l’abitudine di conservare avanzi di cibo che nasconde nelle fessure della roccia o sotto le foglie. A ragione Dio scelse questi uccelli per portare miracolosamente, due volte al giorno, pane e carne al profeta Elia nascosto nella valle del torrente Cherit. — I Re 17:2-6.
I corvi fanno il nido sulle rupi o sulle alture rocciose, e anche su alberi d’alto fusto; si accoppiano per tutta la vita e sono genitori amorevoli. Geova Dio, che provvede ai bisogni di tutte le sue creature, attira su di Sé l’attenzione di Giobbe chiedendogli: “Chi prepara da mangiare al corvo quando i suoi propri piccoli invocano soccorso a Dio, quando continuano a errare perché non c’è niente da mangiare?” (Giob. 38:41) Anche il salmista spiega che il cibo che i genitori portano da lontano per placare i gridi rauchi dei piccoli affamati è dovuto ai generosi provvedimenti del Creatore (Sal. 147:7-9); e Gesù menziona in modo simile i corvi per rassicurare i suoi seguaci che Colui che ha cura di tali uccelli dell’aria avrebbe senz’altro provveduto ai bisogni dei suoi servitori. — Luca 12:24; confronta Salmo 104:27, 28; Matteo 6:26.
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CosAusiliario per capire la Bibbia
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Cos
Città situata all’estremità NE dell’isola omonima di cui è la capitale, poco distante dalla costa SO dell’Asia Minore. Fin dall’antichità, l’ottima posizione di cui godeva contribuì alla grande importanza commerciale e navale di Cos.
Dopo che Paolo si fu congedato dagli anziani di Efeso con cui si era incontrato a Mileto (Atti 20:17, 36-38), la nave su cui lui e Luca si erano imbarcati fece rotta direttamente per Cos, vale a dire compì il viaggio di oltre 55 km col vento in poppa, senza dover virare, anzi sfruttando i venti favorevoli che spirano lungo la costa. Secondo alcuni commentatori, con i normali venti da NO che soffiano sull’Egeo, tale distanza si poteva percorrere in sei ore circa, consentendo alla nave di Paolo di raggiungere Cos lo stesso giorno in cui era partita da Mileto, come indica Luca. Probabilmente la nave passò la notte all’ancora al largo di Cos e giunse a Rodi “il giorno dopo”, essendo partita in mattinata per quel viaggio relativamente breve di un’ottantina di chilometri.
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Cosa disgustanteAusiliario per capire la Bibbia
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Cosa disgustante
La profezia di Daniele aveva predetto una ‛cosa disgustante. . . che causa desolazione’. (Dan. 9:27) In genere, seguendo l’antica tradizione ebraica, quest’espressione è messa in relazione con la profanazione del tempio di Geova a Gerusalemme avvenuta nel 168 a.E.V. ad opera del re di Siria Antioco IV Epifane. Nel tentativo di soffocare l’adorazione di Geova, Antioco costruì un altare sopra il grande altare di Geova e vi immolò un maiale a Zeus Olimpico (Giove). Un’espressione simile a quella di Daniele (“abominazione della desolazione”) compare nel libro apocrifo di I Maccabei (1:54, Nardoni) a proposito di quell’avvenimento.
Ma questa era solo l’interpretazione ebraica degli avvenimenti, non una rivelazione ispirata. Cristo Gesù indicò che era sbagliata avvertendo i suoi discepoli: “Quando scorgerete perciò la cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele, stabilita nel luogo santo (il lettore usi discernimento), quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti”. (Matt. 24:15, 16) Queste parole indicano che la “cosa disgustante che causa desolazione” non era cosa passata, ma futura.
La profanazione dell’altare del tempio ad opera di Antioco, per quanto disgustante agli occhi di Dio, non provocò la desolazione del tempio né della nazione ebraica. Invece, trentatré anni dopo la morte di Gesù, i cristiani scorsero effettivamente “la cosa disgustante che causa desolazione . . . stabilita nel luogo santo”. (Matt. 24:15) Nel 66 E.V. gli eserciti pagani di Roma circondarono la capitale, Gerusalemme, centro della rivolta ebraica contro Roma. Quindi la ‛desolazione causata’ dalla cosa disgustante era imminente e questo era dunque l’ultimo segnale perché i cristiani che avevano discernimento ‛fuggissero ai monti’. (Matt. 27:25; 24:15, 16; Luca 19:43, 44; 21:20-22) Dopo la loro fuga avvenne la desolazione della città e della nazione: Gerusalemme fu distrutta nel 70 E.V., e nel 73 i romani conquistarono l’ultimo caposaldo ebraico, Masada. — Confronta Daniele 9:25-27.
LE COSE DISGUSTANTI DI BABILONIA LA GRANDE
Nella visione profetica di Rivelazione 17 è descritta la simbolica donna immorale, Babilonia la Grande, che è chiamata “la madre delle meretrici e delle cose disgustanti della terra”. Essa ha in mano un calice d’oro ‛pieno delle cose disgustanti della sua fornicazione con i re della terra’. Benché cerchi di accattivarsi il favore dei regni terreni, cavalcando una simbolica bestia selvaggia composta di tali regni, viene il momento in cui questa “bestia” all’improvviso rifiuta di portarla, si rivolta contro di lei e la rende completamente desolata.
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CosciaAusiliario per capire la Bibbia
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Coscia
[ebr. yarèkh; gr. meròs].
Parte della gamba dall’anca al ginocchio. Il termine ebraico oltre al fianco di una persona può riferirsi anche al “lato” di una cosa, come il lato del tabernacolo o di un altare. — Eso. 40:24; II Re 16:14.
La spada si portava al fianco, sulla coscia. (Eso. 32:27; Giud. 3:16, 21; Cant. 3:8; Sal. 45:3) In Rivelazione 19:11-21, Cristo Gesù è ritratto mentre cavalca un destriero bianco nella battaglia contro la “bestia selvaggia” e i re della terra coi loro eserciti. Il titolo “Re dei re e Signore dei signori” è chiaramente scritto sul suo manto, all’altezza della coscia, dove si porta la spada simbolo di autorità.
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