Insediato un sacerdozio per l’effettivo servizio
“Sarete chiamati sacerdoti di Geova; si dirà che siete ministri del nostro Dio”. — Isa. 61:6.
1. Perché molti sacerdozi noti nella storia vennero meno al popolo?
LA STORIA, antica e moderna, narra la formazione di numerosi sacerdozi che hanno preteso di avere la capacità e l’autorità di avvicinare gli uomini a Dio, ottenendo per loro benedizioni divine. Poiché quei sacerdozi non furono da lui costituiti, non furono da lui ordinati ma furono piuttosto formati da uomini, che cercavano per lo più incarichi egoistici, non hanno prodotto nessun buon risultato. Infatti, persone imparziali ammetteranno che oggi il genere umano si allontana sempre più dal Creatore, Geova Dio, ed è apparentemente condannato all’autodistruzione nella guerra termonucleare. A questo punto, com’è essenziale che le persone di cuore onesto apprendano il misericordioso provvedimento di Dio d’un sacerdozio a cui ha concesso tutte le necessarie qualità per un efficace ministero!
2. Qual è l’essenziale ragione per prestare oggi diligente attenzione alle direttive del più grande Mosè?
2 Dopo che Mosè era stato chiamato in cima al Sinai e vi era stato istruito dall’angelo di Geova, fu in grado di rivelare la volontà di Dio alla nazione d’Israele. Similmente, Cristo Gesù, entrato alla medesima presenza del Padre suo in cielo, poté rivelare il mistero della volontà di Geova ai suoi fedeli seguaci sulla terra, con l’aiuto dello spirito santo di Dio versato su di loro, così che avessero la capacità intellettuale d’afferrare le meravigliose cose rivelate. (Ebr. 9:24; 1 Giov. 5:20) Seguiamo, quindi, con la Bibbia aperta all’ottavo capitolo del libro biblico di Levitico, e cerchiamo di capire ciò che il più grande Mosè, Cristo Gesù, deve dirci sull’istituzione del sacerdozio celeste prefigurato da quel tipico sacerdozio stabilito il 1º-7 Nisan 1512 a.E.V.
3. Quale importante verità è indicata da Levitico 8:1?
3 Geova parlava a Mosè. (Vers. Lev. 8:1) “E Geova parlava a Mosè, dicendo:” La Fonte e il canale di ogni dono buono che perviene alle creature qui è identificato. L’apostolo Paolo disse ad altri che, insieme a lui, erano stati “santificati unitamente a Cristo Gesù, chiamati ad esser santi”: “Effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per lui; e c’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale son tutte le cose, e noi per mezzo di lui”. Possiamo esser sicuri che l’intendimento della disposizione di Dio per conferire potere a un sacerdozio eterno sarà per noi assai utile. — 1 Cor. 1:2; 8:6.
4. Quale significato ha per noi l’assemblea delle altre tribù non sacerdotali?
4 L’assemblea congregata all’ingresso. (Vers. Lev. 8:3) “E fa congregare tutta l’assemblea all’ingresso della tenda di adunanza”. L’assemblea di tutte quelle tribù non sacerdotali indica una moltitudine da tutte le nazioni che a suo tempo dev’essere radunata e istruita in quanto alle opportunità e alle esigenze della vita. Tali radunati corrispondono alle “dodici tribù d’Israele” sulle quali è destinato a dominare il sacerdozio celeste sotto Cristo Gesù. (Matt. 19:28) Nell’adempimento moderno abbiamo osservato, in particolar modo dall’anno 1935 in poi, l’assemblea di una gran folla di terrene “pecore” di Geova essenzialmente interessate al suo provvedimento per la loro eventuale riconciliazione con lui.
5. Quale relazione fra Cristo Gesù e il suo Padre celeste è indicata dalle parole di Mosè nel versetto 5 di Levitico 8?
5 Questa è la cosa che Geova ha dato comando di fare. (Vers. Lev. 8:5) “Mosè disse ora all’assemblea: ‘Questa è la cosa che Geova ha dato comando di fare’”. Indicando Geova come colui che aveva dato origine a questo meraviglioso provvedimento per un vivificante sacerdozio a favore degli uomini ubbidienti, Cristo Gesù mostra completa sottomissione al Padre suo. Come si espresse durante il suo ministero terreno: “Non faccio nulla di mia propria iniziativa; ma . . . dico queste cose come il Padre mi ha ammaestrato”. Com’è essenziale, quindi, che noi prestiamo molta attenzione a queste cose proferite e fatte secondo l’autorità dello stesso Sovrano Dio! — Giov. 8:28.
6. Che cosa è rappresentato (a) dal lavaggio di Aaronne, e (b) dal lavaggio dei suoi figli?
6 Mosè lava con acqua Aaronne e i suoi figli. (Vers. Lev. 8:6) “Mosè fece dunque avvicinare Aaronne e i suoi figli e li lavò con acqua”. Dato che Aaronne fu eletto sommo sacerdote, non rappresenta altri che Cristo Gesù. Qui l’abluzione non potrebbe dunque riferirsi in nessun modo ad alcuna purificazione di colui che fu “leale, semplice, incontaminato”. Piuttosto, il lavato Aaronne addita quell’immacolato che, secondo l’apostolo Paolo, “offrì se stesso senza macchia a Dio”. (Ebr. 7:26; 9:14) In quanto ai figli di Aaronne, che fossero lavati da Mosè indica una reale purificazione che è compiuta su quelli che sono stati eletti e chiamati per esser membri del sacerdozio celeste. Non può dunque riferirsi al battesimo dei sottosacerdoti di Cristo, in particolare dal momento che il battesimo non si riferisce alla faccenda della purificazione. Paolo, scrivendo sotto ispirazione, ci dice ciò che questa abluzione significa: “Anche il Cristo amò la congregazione [dei suoi sottosacerdoti] e si consegnò per essa, affinché la santificasse, purificandola col bagno dell’acqua per mezzo della parola, affinché presentasse la congregazione a sé nel suo splendore, non avendo macchia né grinza né alcunché di simile, ma affinché fosse santa e senza biasimo”. (Efes. 5:25-27) Applicando il suo insegnamento alla loro mente e al loro cuore, e con l’opera dello spirito santo di Dio, questi son resi figli spirituali di Dio, “certe primizie delle sue creature”. — Giac. 1:18.
7. (a) Che cosa raffigura la lunga veste di lino messa sopra Aaronne? (b) E la fascia?
7 Aaronne indossa la lunga veste e la fascia. (Vers. Lev. 8:7) “Dopo ciò gli mise sopra la lunga veste e lo cinse con la fascia e lo vestì del manto senza maniche e gli mise l’efod e lo cinse con la cintura dell’efod e con essa glielo legò strettamente”. In Rivelazione 19:8 apprendiamo che il “lino fino rappresenta gli atti giusti dei santi”. Cristo, Sommo Sacerdote, è stato per certo identificato dai giusti atti che ha compiuti dal tempo in cui acconsentì volontariamente di deporre la gloria celeste e di divenire uomo fino al tempo attuale, atti giusti che sono tali perché in piena armonia con i propositi di Geova progressivamente rivelati. La fascia può anche essere compresa alla luce di ciò che il profeta Isaia scrisse: “E la giustizia dev’essere la cintura dei suoi fianchi, e la fedeltà la cintura dei suoi lombi”. Questo ben descrive il principale servitore di Geova, Cristo Gesù, che si diletta sempre di riconoscere la sua sottomissione al Padre. — Isa. 11:5.
8. (a) Quale applicazione ha il manto turchino senza maniche? (b) E che dire della sua frangia ornamentale?
8 Il manto senza maniche, col suo prevalente colore turchino, e una bella frangia di melagrane ricamate che si alternavano a campanelli d’oro, era invero una bella veste. Poiché il turchino doveva servire quale segno agli Israeliti onde ‘si ricordassero di tutti i comandamenti di Geova e li mettessero in pratica’, il glorioso Sommo Sacerdote celeste dà a tutti il giusto esempio apprezzando altamente i rammemoratori di Geova. Come si addicono alle sue labbra le parole del salmista: “I tuoi rammemoratori sono meravigliosi. Perciò la mia anima li ha osservati”. Mentre fu sulla terra si riferì di continuo ai rammemoratori della scritta Parola di Dio. (Num. 15:37-41; Sal. 119:129) Le melagrane indicano la fruttuosità e la produttività che contrassegnano il servizio di questo fedele sacerdote della “vera tenda”, mentre i campanelli d’oro fanno pensare alla gioiosa proclamazione. Poiché il “suono da lui deve udirsi quando entra nel santuario dinanzi a Geova e quando esce”, questo indicherebbe che la gioiosa proclamazione deve farsi non solo quando hanno luogo la sua risurrezione e ascensione al cielo, ma anche quando appare di nuovo ai suoi fedeli seguaci al tempo della sua seconda presenza. — Eso. 28:35.
9. Che cosa si comprende circa (a) le due parti dell’efod, e (b) i gioielli scolpiti alle spalle?
9 Sopra il manto senza maniche si pone quindi l’efod, una parte di cui pende davanti e l’altra di dietro. Oggi il grande Re-Sacerdote simile all’antico Melchisedec porta sulle spalle la responsabilità datagli da Dio di amministrare i benefici di due patti che promisero meravigliose benedizioni agli uomini ubbidienti. Uno di questi fu dato al fedele Abraamo nel remoto passato (la parte di dietro), mentre l’altro è di un tempo molto posteriore, il patto che Dio fece con Cristo Gesù stesso per un regno, il cui patto egli menzionò in occasione di quello speciale pasto serale che inaugurò per loro proprio prima della sua morte di sacrificio. (Gen. 12:1-3; Luca 22:28-30) Che le due parti fossero legate alle spalle, con gioielli sui quali erano scolpiti i nomi delle dodici tribù, ci dice in simbolo come Gesù Cristo unisce a sé nella propria amministrazione gli Israeliti spirituali che “regneranno con lui per i mille anni”. — Riv. 20:6.
10. Che cosa è raffigurato dal pettorale che Aaronne portava e da ciò che conteneva sopra il suo cuore?
10 Il pettorale del giudizio con Urim e Tummim. (Vers. Lev. 8:8) “Poi gli mise sopra il pettorale e mise nel pettorale l’Urim e il Tummim”. Questo ci rammenta che “il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio”. Inoltre, portando il simbolico pettorale, Cristo Gesù porta dinanzi a Geova continuamente la responsabilità della purezza e della lealtà degli Israeliti spirituali. In questa e in tutte le cose egli ha a cuore i sani princìpi di giustizia e verità da cui è guidato e che ha appresi dal Padre. Ai giorni della sua carne sulla terra disse: “Come odo, giudico; e il giudizio che rendo è giusto, perché cerco non la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. — Giov. 5:22, 30; Eso. 28:29, 30.
11. Come Cristo Gesù ha dato il giusto esempio ai suoi sottosacerdoti, come raffigurano il turbante e la sua lamina d’oro?
11 Il turbante con la sua lamina d’oro. (Vers. Lev. 8:9) “Quindi gli pose sulla testa il turbante e sul turbante pose dalla parte anteriore la risplendente lamina d’oro, santo segno di dedicazione, proprio come Geova aveva comandato a Mosè”. Questo copricapo e le parole SANTO A GEOVA scolpite sulla lamina che portava sulla fronte esprimono il chiaro riconoscimento del principio dell’autorità insegnato dal Signore Gesù ai suoi discepoli e da essi trasmessoci: “Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è il Cristo; a sua volta il capo della donna è l’uomo; a sua volta il capo del Cristo è Dio”. Per di più, questo bel distintivo mostra la franca e aperta confessione del celeste Sommo Sacerdote che è posseduto dal suo Dio e Creatore, e che non si metterà mai al servizio di nessun altro. Il suo corpo di sottosacerdoti deve seguire la sua direttiva, poiché essi pure devono avere “il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti”. — 1 Cor. 11:3; Riv. 14:1.
12. Quali essenziali verità sono rappresentate dall’unzione della tenda, dell’altare e del bacino?
12 Mosè unge con olio la tenda, l’altare, il bacino. (Verss. Lev. 8:10, 11) “Mosè prese ora l’olio d’unzione e unse il tabernacolo e tutto ciò ch’era in esso e li santificò. Dopo ciò ne spruzzò sette volte l’altare e unse l’altare e tutti i suoi utensili e il bacino e la sua base in modo da santificarli”. Dato che l’olio d’unzione significa l’invisibile forza attiva di Geova, l’unzione con esso di tutti i provvedimenti di quella simbolica tenda, sia dentro che fuori della tenda, ci aiuta a capire che la forza attiva di Geova è ciò che approva e permea il suo sistema propiziatorio sotto Cristo Gesù, con tutta la sua manifestazione sia in cielo che sulla terra. È lo spirito di Dio che dirige l’offerta del perfetto sacrificio per il peccato, e che provvide la sua Parola scritta e il suo potere per la purificazione di quelli che si appressano a lui.
13. Come l’unzione di Aaronne si applica nell’adempimento, e come influisce nell’adempimento sul corpo dei sacerdoti di Cristo?
13 L’unzione di Aaronne. (Vers. Lev. 8:12) “Infine versò dell’olio d’unzione sulla testa di Aaronne e lo unse in modo da santificarlo”. Che abbiamo il corretto intendimento dell’olio e del suo significato lo possiamo notare dalle parole dell’apostolo Pietro: “Voi conoscete il soggetto di cui si è parlato in tutta la Giudea, a cominciare dalla Galilea dopo il battesimo predicato da Giovanni, cioè Gesù di Nazaret, come Dio lo unse con spirito santo e potenza”. (Atti 10:37, 38) E che questa unzione si estenda per mezzo di lui ai membri del suo sacerdozio ci è assicurato da Paolo: “Ma colui che garantisce che voi e noi apparteniamo a Cristo e che ci ha unti è Dio. Egli ha anche posto su noi il suo suggello e ci ha dato la caparra di ciò che deve venire, cioè lo spirito, nei nostri cuori”. — 2 Cor. 1:21, 22.
14. L’appropriato calcolo del tempo della vestizione dei figli di Aaronne quale significato ha?
14 I figli di Aaronne vestiti di lunghe vesti d’insediamento. (Vers. Lev. 8:13) “Mosè fece quindi avvicinare i figli di Aaronne e li vestì delle lunghe vesti e li cinse con le fasce e avvolse su di essi il copricapo, proprio come Geova aveva comandato a Mosè”. Questo avviene dopo l’investitura di Aaronne e dopo che egli è stato unto con olio. Nell’adempimento ulteriore, l’unzione di Gesù al Giordano nell’autunno del 29 E.V. precedette dunque di oltre tre anni e mezzo l’unzione con spirito santo dei suoi discepoli alla Pentecoste del 33 E.V. Essi pure devono seguire il loro Sommo Sacerdote compiendo giusti atti di devozione in ubbidienza alla rivelazione della volontà di Geova nei loro riguardi.
TORO DELL’OFFERTA PER IL PECCATO
15. Che cosa raffigura il toro dell’offerta per il peccato, e qual è il significato del fatto che Aaronne e i suoi figli posero le mani sulla sua testa?
15 Aaronne e i suoi figli pongono le mani sulla testa del toro. (Vers. Lev. 8:14) “Quindi fece accostare il toro dell’offerta per il peccato e Aaronne e i suoi figli posero le mani sulla testa del toro dell’offerta per il peccato”. La loro azione mostra che sono direttamente partecipi a questa profferta vittima. Cristo Gesù, da parte sua, acconsente lietamente di ‘portare il peccato di molti, e di intercedere per i trasgressori’, mentre i suoi unti seguaci prontamente confessano che egli costituisce il sacrificio per i loro peccati su cui caricano tutta la loro colpa. Il toro rappresenta quindi “l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. (1 Tim. 2:5, 6) I futuri membri del celeste sacerdozio devono riporre la loro speranza di vita e accettazione presso Geova completamente sulla loro fede in quella preziosa offerta.
16. Nelle realtà, che cosa si deve intendere per il sangue che era posto sull’altare e non sul bacino per lavare?
16 Il sangue del toro è posto sull’altare. (Vers. Lev. 8:15) “E Mosè scannava e prendeva il sangue e lo metteva col dito sui corni dell’altare all’intorno e purificava l’altare dal peccato, ma il resto del sangue lo versò alla base dell’altare, affinché lo santificasse per fare su di esso espiazione”. Poiché quelle cose visibili fuori della tenda si riferiscono alle cose visibili qui sulla terra, ha speciale significato che il sangue sia posto non sul bacino di rame, ma sull’altare. Il purificatore ‘bagno d’acqua della parola’ non ha bisogno che si applichi a esso nessun beneficio espiatorio per i peccati, poiché “i detti di Geova sono detti puri”. (Sal. 12:6) Comunque, il simbolico altare su cui Gesù fu offerto è mondo e puro e a Dio è proprio come l’altare di rame dopo che vi fu posto il sangue del sacrificio. I corni dell’altare in particolar modo indicano la sua potenza per l’accettazione presso Dio, la cui potenza deriva dal valore del sacrificio di Cristo per i peccati. In base al sacrificio di Cristo sul simbolico altare di Dio si devono ora presentare tutti i doni e i voti di quelli che cercano favore e riconciliazione presso Dio. — Ebr. 13:10-12.
17. Quale applicazione ha nella realtà il fatto che il grasso e le parti interiori venivan fatte fumare sull’altare?
17 Grasso intestinale, fegato, reni fatti fumare sull’altare. (Vers. Lev. 8:16) “Dopo ciò prese tutto il grasso che era sopra gli intestini, e la parte annessa al fegato e i due reni e il loro grasso e Mosè li fece fumare sull’altare”. Lo sfrigolante, fumante grasso qui accuratamente rappresenta l’ardente zelo con cui Cristo Gesù compirà la volontà di Geova sulla terra, visto che dovette mantenere la sua integrità in mezzo a infuocata persecuzione e biasimo. Parlando profeticamente per Cristo Gesù, il salmista dichiara: “Poiché l’assoluto zelo per la tua casa mi ha divorato, e i medesimi biasimi di quelli che ti biasimano son caduti su di me”. (Sal. 69:9; Rom. 15:3) I vitali organi interni dell’offerta qui rappresentano gli intimi sentimenti e brame del Sommo Sacerdote, il puro motivo con cui rese ogni cosa nell’adorazione al Padre suo.
18. Quale significato hanno le parti bruciate fuori del campo, e come lo confermò l’apostolo Paolo?
18 Il resto del toro bruciato fuori del campo. (Vers. Lev. 8:17) “E fece bruciare col fuoco il toro e la sua pelle e la sua carne e il suo sterco fuori del campo, proprio come Geova aveva comandato a Mosè”. Come il grasso e le parti interiori si riferiscono a ciò che non si vede, le vere inclinazioni e gli intimi desideri della creatura, così le parti esteriori, la carne e le ossa, che coprono gli organi vitali sembrano indicare l’uomo esteriore, nel caso di Gesù il corpo carnale su cui il nemico sfogò il suo odio violento. Per essere aiutati a discernere la realtà di questa parte del quadro prefigurativo, dobbiamo leggere le parole dell’apostolo Paolo: “Poiché i corpi di quegli animali, il cui sangue è portato nel luogo santo dal sommo sacerdote per il peccato, son bruciati fuori del campo. Quindi anche Gesù, affinché santificasse il popolo col proprio sangue, soffrì fuori della porta. Usciamo, dunque, verso di lui fuori del campo, portando il biasimo che egli portò”. (Ebr. 13:11-13) All’insediamento del sacerdozio aaronnico il sangue del toro sacrificato non era portato nel Santissimo, perché questo poteva farsi solo in un solo giorno l’anno, il giorno dell’espiazione, il 10 Tishri. Ma in effetti sappiamo che all’insediamento dei sacerdoti il toro qui rappresentò invero “un solo sacrificio per i peccati per sempre”.
19. In che modo la sopportazione della persecuzione rese Cristo Gesù specialmente qualificato?
19 La fedele condotta di Gesù nella prova e nella persecuzione fino alla morte lo perfezionò o lo rese qualificato per fare il Sommo Sacerdote che sarebbe entrato nel cielo stesso col valore della sua propria sacrificata, perfetta vita umana. Pertanto l’apostolo Paolo poté scrivere: “Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza [nella più cruciale prova] dalle cose che soffrì; e dopo essere stato reso perfetto [nell’ubbidienza] divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna”. (Ebr. 5:8, 9) Il suo corpo di sottosacerdoti deve pure mostrare lo stesso coraggio e la stessa perseveranza sotto il biasimo del nemico pure fino alla morte.
IL MONTONE DELL’OLOCAUSTO
20. Che cosa significa il montone dell’olocausto, e perché eran poste le mani sulla sua testa?
20 Presentato il montone dell’olocausto. (Vers. Lev. 8:18) “Ora fece avvicinare il montone dell’olocausto, e Aaronne e i suoi figli posero quindi le mani sulla testa del montone”. Di nuovo l’imposizione delle mani da parte di Aaronne e dei suoi figli indica il fatto che questo montone implica tutti i membri del sacerdozio celeste, e poiché è un sacrificio bruciato in “odore riposante” a Geova, esprime la preghiera a Geova del più grande Aaronne che ora applicherebbe i benefici del suo sacrificio di riscatto ai membri del suo corpo di sottosacerdoti perché siano in grado di funzionare accettevolmente a favore di tutti gli altri che si accostino a Dio. Gli unti seguaci di Gesù confidano interamente sul valore della sua offerta di se stesso per i loro peccati onde siano impiegati e accettati da Geova.
21. Quale significato ha per noi il sangue del montone asperso sull’altare?
21 Applicazione del sangue del montone. (Vers. Lev. 8:19) “Dopo ciò Mosè lo scannò e asperse il sangue all’intorno sull’altare”. Di nuovo notiamo che il sangue è posto sull’altare, per indicare che l’altare di Dio, per mezzo del quale perviene ai suoi sottosacerdoti il valore espiatorio dello sparso sangue di Gesù, è mondo e puro. In tal modo è aperta la via alle moltitudini di persone di cuore onesto d’ogni nazione e lingua perché si adunino presso un’organizzazione di sacerdoti mediante cui, durante il Millennio, Geova si compiacerà di riceverli per istruirli e purificarli sotto la guida del grande Sommo Sacerdote dei cieli.
22. Quale applicazione ha la disposizione dell’intero montone dell’olocausto rispetto a Cristo Gesù e ai suoi sottosacerdoti?
22 L’intero montone fatto fumare sull’altare. (Verss. Lev. 8:20, 21) “E tagliò il montone nei suoi pezzi, e Mosè faceva fumare la testa e i pezzi e il sego. E lavò gli intestini e le gambe con acqua, e Mosè fece quindi fumare l’intero montone sull’altare. Fu un olocausto di odore riposante. Fu un’offerta fatta a Geova mediante il fuoco, proprio come Geova aveva comandato a Mosè”. La completezza del sacrificio di Gesù, di se stesso, delle sue facoltà fisiche e mentali, dei suoi intimi pensieri e desideri, il fatto che seguì una condotta pura, si nota qui dall’ombra che la rappresenta. I suoi unti seguaci devono seguire il sentiero che egli percorse, dedicandosi di tutto cuore al servizio della “vera tenda”. Non possono mai permettere che alcun’altra preoccupazione della vita adombri la loro devozione agli interessi della pura adorazione di Dio. Come fece il loro Condottiero, così essi pure devono pensare non solo a se stessi, ma alla moltitudine di altri che hanno urgente bisogno d’aiuto per appressarsi con successo a Geova.
IL MONTONE D’INSEDIAMENTO
23. Come si applica nella realtà la presentazione del montone d’insediamento?
23 Presentato il montone d’insediamento. (Vers. Lev. 8:22) “Quindi fece avvicinare il secondo montone, il montone d’insediamento, e Aaronne e i suoi figli posero le mani sulla testa del montone”. Di nuovo dobbiamo apprezzare che quest’offerta è qualche cosa di prima considerazione per l’intero sacerdozio sotto Cristo, poiché Aaronne e i suoi figli posero le mani su questa terza offerta animale. Essendo stato il sangue di Gesù offerto per prima a favore dei peccati del genere umano, ed essendo stata quindi fatta la speciale richiesta che i benefici di quel sacrificio risultino a cominciare dai suoi unti seguaci, il terzo passo è quello di costituire l’effettivo insediamento di questo corpo di sacerdoti, incaricandoli di doveri e responsabilità relativi alla pura adorazione. Anche qui l’enfasi è posta sull’offerta perfetta da cui derivano i poteri affidati a questo sacerdozio perché prestino servizio in effetti presso la “vera tenda” dell’adorazione di Dio.
24. Come Cristo Gesù ha adempiuto la prefigurazione fatta spalmando di sangue l’orecchio, il pollice e l’alluce destri di Aaronne?
24 Sangue posto sull’orecchio, sul pollice, sull’alluce destri di Aaronne. (Vers. Lev. 8:23) “Dopo ciò Mosè lo scannò e ne prese del sangue e lo mise sul lobo dell’orecchio destro di Aaronne e sul pollice della sua mano destra e sull’alluce del suo piede destro”. Durante il suo ministero di sacrificio di tre anni e mezzo sulla terra, il più grande Sommo Sacerdote, Cristo Gesù, provvide il perfetto esempio per i suoi sottosacerdoti. Il suo orecchio fu continuamente all’unisono con le direttive di Geova come sono espresse nella Parola scritta; prestò a queste la sua primaria attenzione. Le sue facoltà e doti fisiche e mentali furono pienamente impiegate per compiere l’opera assegnatagli; diede il suo meglio. E il suo piede non si sviò mai dall’angusto sentiero dell’osservanza dell’integrità; profeticamente i suoi medesimi passi gli erano stati tracciati, e poté pertanto dirsi che “tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè e nei Profeti e nei Salmi” furono invero adempiute. — Luca 24:44.
25. In che modo il fatto che del sangue fu posto sui figli di Aaronne si applica al sacerdozio cristiano?
25 Sangue posto sui figli di Aaronne. (Vers. Lev. 8:24) “Mosè fece poi avvicinare i figli di Aaronne e mise del sangue sul lobo del loro orecchio destro e sul pollice della loro mano destra e sull’alluce del loro piede destro; ma Mosè asperse il resto del sangue all’intorno sull’altare”. Gli unti seguaci di Gesù sono incaricati di seguire un corso identico a quello del loro Sommo Sacerdote. Essi pure devono prestare la loro migliore attenzione alle direttive della Parola di Dio rese loro chiare dallo spirito santo. Devono dedicare le loro migliori facoltà fisiche e mentali all’opera di adempiere le cose udite, e devono sempre camminare nella giusta via dinanzi a Geova, ‘facendo di continuo sentieri diritti per i loro piedi’. (Ebr. 12:13) Devono afferrare il servizio di Dio, per così dire con la mano destra, e dedicare ai loro doveri sacerdotali le loro migliori facoltà.
26. Perché le informazioni relative al celeste sacerdozio sotto Cristo è oggi di speciale conforto per quelli che cercano la vita?
26 Com’è confortante e rallegrante sapere che l’esaltato Re-Sacerdote di Geova secondo la maniera di Melchisedec regna e ha un’organizzazione di servitori sacerdotali che prestano servizio con lui durante il Millennio come accettevole accesso per moltitudini allorché porteranno i loro doni e offriranno i loro voti al Sovrano Dominatore di tutto l’universo, con la profonda speranza d’essere alla fine portati in piena armonia con lui!
[Immagine a pagina 751]
Mosè pose del sangue del montone d’insediamento sul lobo dell’orecchio destro di Aaronne e sul pollice della sua mano destra e sull’alluce del suo piede destro