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Medi, MediaAusiliario per capire la Bibbia
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Pentecoste del 33 E.V. a Gerusalemme c’erano medi insieme a parti, elamiti e persone di altre nazionalità. Poiché viene detto che erano “Giudei, uomini riverenti, di ogni nazione”, può darsi che fossero discendenti degli ebrei che erano stati esiliati nelle città dei medi dopo la vittoria assira su Israele, o forse alcuni erano proseliti che avevano abbracciato la loro fede. — Atti 2:1, 5, 9.
Nel III secolo E.V. i medi erano ormai stati assorbiti dalla nazione iraniana e avevano cessato di esistere come popolo a sé.
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MediatoreAusiliario per capire la Bibbia
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Mediatore
Colui che s’interpone fra due contendenti per riconciliarli; intercessore, intermediario. Il termine greco mesìtes, “mediatore”, usato nelle Scritture Greche Cristiane, ricorre nella Settanta (ed. Bagster) in Giobbe 9:33: “Se fosse presente il nostro mediatore, e riprensore, e uno che udisse la causa fra noi due”. — Vedi PATTO.
IL MEDIATORE DEL PATTO DELLA LEGGE
Mosè fu il mediatore del patto della Legge fra Geova Dio e la nazione di Israele. Geova gli parlava “a bocca a bocca” (Num. 12:8), anche se in effetti era un angelo di Geova, un Suo rappresentante, a parlare. (Atti 7:38; Gal. 3:19; Ebr. 2:2) Mosè era un portavoce intermediario fra Geova e Israele. (Eso. 19:3, 7, 9; 24:9-18) Quale mediatore ‘a lui era affidata tutta la casa di Geova’. (Num. 12:7) Essendo il mediatore del patto della Legge aiutò la nazione di Israele a osservare il patto e a trarne beneficio.
L’apostolo Paolo dice: “Ora non vi è mediatore dove si ha a che fare con una sola persona, ma Dio è uno solo”. (Gal. 3:20) Nel patto della Legge Dio era una parte e la nazione di Israele era l’altra ‘parte’. A motivo della loro condizione peccaminosa, gli israeliti non potevano stipulare un patto con Dio. Avevano bisogno di un mediatore. La loro debolezza si manifestò nella richiesta che fecero a Mosè: “Parla tu con noi, e lasciaci ascoltare; ma non parli Dio con noi affinché non moriamo”. (Eso. 20:19; Ebr. 12:18-20) Perciò Geova costituì misericordiosamente Mosè mediatore del patto della Legge, e stabilì che per convalidare il patto venissero sacrificati degli animali. Anche Mosè naturalmente era imperfetto e peccatore; tuttavia fu senza dubbio dichiarato giusto in base alla sua fede, come lo era stato in precedenza Abraamo. (Ebr. 11:23-28) In occasione dell’inaugurazione del patto Mosè presenziò al sacrificio degli animali. Poi col sangue asperse il rotolo o “libro del patto”. Lesse al popolo il libro che stabiliva i termini, e il popolo rispose che era disposto a ubbidire. Mosè asperse quindi il popolo (senza dubbio gli anziani che lo rappresentavano) col sangue dicendo: “Ecco il sangue del patto che Geova ha concluso con voi rispetto a tutte queste parole”. — Eso. 24:3-8; Ebr. 9:18-22.
I sacerdoti designati della casa di Aaronne non potevano cominciare a svolgere le loro funzioni di propria iniziativa. Il loro insediamento doveva avvenire sotto la direttiva di Mosè mediatore di Dio. — Vedi INSEDIAMENTO.
Per mezzo di Mosè Israele ricevette un codice di oltre seicento leggi, che includevano gli statuti del sacerdozio. Mediante la potenza di Dio, Mosè compì molti miracoli a favore del popolo. Intercedette per gli israeliti, supplicando Geova di risparmiarli per amore del Suo nome. (Eso. 32:7-14; Num. 14:11-20; 16:20-22; 21:7; Deut. 9:18-20, 25-29; 10:8-11) Mosè aveva a cuore gli interessi del nome di Geova e anche gli interessi del popolo più dei propri. — Eso. 32:30-33; Num. 11:26-29; 12:9-13.
PARALLELI FRA CRISTO E MOSÈ
In quanto a coloro che sono introdotti nel nuovo patto, troviamo una situazione simile a quella dell’antico Israele. Anche i cristiani sono peccatori. E poiché il sangue di animali non può togliere effettivamente i peccati (Ebr. 10:4), è necessario un sacrificio migliore. Gesù Cristo è tale sacrificio migliore. (Ebr. 10:5-10) Lo scrittore di Ebrei lo spiega dopo aver menzionato i sacrifici offerti sotto la Legge: “Quanto più il sangue del Cristo . . . purificherà la nostra coscienza dalle opere morte affinché rendiamo sacro servizio all’Iddio vivente? Ed è per questo che egli è mediatore di un nuovo patto, affinché, essendo avvenuta la morte per la loro liberazione mediante riscatto dalle trasgressioni sotto il precedente patto, i chiamati ricevano la promessa dell’eredità eterna. Poiché dove vi è un patto, deve aver luogo la morte dell’uomo che ha fatto il patto. Poiché il patto è valido alla morte delle vittime, giacché non ha vigore in alcun tempo mentre l’uomo che ha fatto il patto è vivente”. — Ebr. 9:11-17.
Lo scrittore ispirato prosegue facendo notare che il patto precedente non fu inaugurato senza sangue. Quando venne stipulato, Mosè provvide affinché fossero fatti i sacrifici e asperse col sangue il “libro del patto”. (Ebr. 9:18-28) In modo simile Gesù Cristo, che Dio ha costituito Mediatore del nuovo patto, dopo il suo sacrificio si è presentato a Geova Dio col valore del suo sangue. Un’altra analogia è che il patto della Legge fu fatto con una nazione, non con singoli individui (Eso. 24:7, 8), e perciò anche il nuovo patto è fatto con la “nazione santa” di Dio, l’“Israele di Dio”. — I Piet. 2:9; Gal. 6:15, 16.
COLORO PER I QUALI CRISTO È MEDIATORE
L’apostolo Paolo dichiara che c’è “un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. (I Tim. 2:5, 6) Egli è il mediatore del nuovo patto fra Dio e coloro che sono introdotti nel nuovo patto, i quali costituiscono la congregazione dell’Israele spirituale. (Ebr. 8:10-13; 12:24; Efes. 5:25-27) Cristo è diventato Mediatore perché i chiamati possano ricevere “la promessa dell’eredità eterna” (Ebr. 9:15), e non assiste gli angeli, ma “il seme d’Abraamo”. (Ebr. 2:16) Assiste coloro che sono introdotti nel nuovo patto per essere ‘adottati’ nella famiglia dei figli spirituali di Geova, che saranno in cielo quali fratelli di Cristo, e insieme a lui parte del seme di Abraamo. (Rom. 8:15-17, 23-25; Gal. 3:29) Ha trasmesso loro il promesso spirito santo, spirito con cui sono suggellati e che costituisce una caparra di ciò che aspettano, un’eredità celeste. (II Cor. 5:5; Efes. 1:13, 14) Secondo Rivelazione 7:4-8 il numero complessivo di coloro che sono suggellati in modo definitivo e permanente è di 144.000.
INAUGURAZIONE DEL NUOVO PATTO
Dopo esser morto e risuscitato Gesù entrò nel cielo per comparire davanti alla persona di Dio e presentare la sua offerta, i cui benefici vanno innanzi tutto a quelli che sono introdotti nel nuovo patto. (Ebr. 9:24) In questo caso egli agiva in veste sia di Sommo Sacerdote che di Mediatore; in armonia con il modello seguito all’inaugurazione del patto della legge, Gesù Cristo presentò il valore del suo sacrificio davanti a Dio in cielo (come Mosè asperse col sangue il libro della Legge [dato che Dio non era presente di persona]). Poi, alla Pentecoste del 33 E.V., Gesù versò lo spirito santo da Dio sui primi introdotti nel nuovo patto, circa centoventi persone. Più tardi quel giorno circa 3.000 ebrei e proseliti si aggiunsero
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