Il servizio di Dio è causa di gioia
“La gioia di Jahve è il vostro baluardo”. — Neem. 8:10, Ga.
1, 2. Che cosa fece speciale impressione a Davide mentre era pastore, e come espresse in seguito i suoi sentimenti?
SUI colli della Palestina, lontano da qualsiasi abitazione, un pastore può sentirsi vicino a Geova, il grande Creatore. Egli ha il tempo di meditare e di esaminare con gli occhi le creazioni di quell’Onnipotente. Di notte quando giace sotto il cielo stellato, può meravigliarsi della sapienza e della potenza del Creatore nel fare i magnifici cieli. In paragone con essi egli è così piccolo e insignificante che ha ragione di rallegrarsi che il loro Fattore si accorga di lui e si interessi di lui. Il re Davide di Giuda ebbe questa esperienza quando, da giovane pastore, trascorse molte notti all’aperto nei campi a badare alle pecore di suo padre.
2 Davide fu un uomo di acuta percezione, e nutrì sincero amore per il suo Dio, Geova. Come ci si potrebbe aspettare, ricevette una profonda impressione dalle creazioni di Geova, specialmente i cieli stellati, la cui bellezza aveva ammirato tante volte quando era un giovane pastore. Esprimendo i suoi sentimenti, disse: “Quando contemplo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa mai è l’uomo, mi dico, perché ti ricordi di lui, e il figlio dell’uomo perché ti interessi di lui?” Parlando quindi della posizione dell’uomo come essendo inferiore agli angeli, disse: “Anzi, lo hai reso poco da meno di Dio; di gloria e splendore lo hai coronato. Lo hai fatto signore delle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: pecore e armenti tutti quanti, perfino le bestie selvatiche, gli uccelli dei cieli e i pesci del mare, che corrono i sentieri dei mari. Jahve, nostro Signore, quanto è mirabile il tuo nome per tutta la terra!” — Sal. 8:3-9, NM; 8:4-10, Ga.
3. (a) Spiegate come l’uomo ottenne il dominio su altre creature terrestri. (b) Quale uomo da Adamo fu in grado di esercitare dovutamente questo dominio, e come lo additò la dichiarazione di Davide?
3 Al tempo che Geova Dio creò l’uomo gli diede il dominio su tutte le altre creature della terra, dicendogli: “Abbia dominio sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sul bestiame, su tutte le fiere della terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. (Gen. 1:26, Ga) Questo fu un compito che Dio diede all’uomo, che non ha esercitato dovutamente nella sua condizione imperfetta. L’ispirata espressione di Davide riguardo alla posizione dell’uomo ha speciale significato perché additò specificamente Colui che divenne l’uomo perfetto, Gesù Cristo. Questi fu reso inferiore a quelli simili a dio, o angeli, cedendo la vita spirituale per divenire uomo. Essendo un uomo perfetto, poté dominare dovutamente sulle opere terrene delle mani di Dio. A motivo del suo fedele servizio a Dio, fu coronato di onore e gloria. (Ebr. 2:9) Davide non previde questo profetico significato di ciò che egli scrisse, ma vide effettivamente che l’uomo era stato benedetto da Dio. Quindi per la posizione preminente che Dio diede all’uomo sulla terra e per le cose meravigliose della creazione che l’uomo può guardare con ammirazione, Davide rese gloria a Geova, dicendo: “Quanto è mirabile il tuo nome per tutta la terra!”
4. Come Davide mostrò apprezzamento per il vero Dio?
4 Davide mostrò il suo apprezzamento per il vero Dio non servendo mai alcuno degli dèi d’umana fattura delle nazioni del suo giorno. Egli provò la massima gioia possibile nel servire Geova, Colui che aveva creato le cose per cui egli si meravigliava. Questo fu come un baluardo che contribuì a preservarlo. Esprimendo la sua gioia di poter servire il suo Creatore, Davide disse: “A far la tua volontà, o mio Dio, mi sono dilettato, e la tua legge è dentro le mie parti interiori”. (Sal. 40:8) Per tutta la sua vita, Davide mostrò che la legge di Dio era davvero dentro le sue parti interiori, essendo vicina al suo cuore, alla sua sede dei motivi. Cercando sempre di ubbidire a quella legge, lasciando che guidasse le sue azioni; e mettendo di continuo la volontà di Dio al primo posto nella sua vita, Davide manifestò la gioia che aveva nel servire il grande Governante dell’universo.
CIÒ CHE COMPORTA IL SERVIZIO DI DIO
5, 6. Qual è il modo principale per servire Dio? Fate esempi della vostra risposta.
5 Conoscendo bene ciò che Mosè fu ispirato a scrivere, Davide si rendeva conto che il servizio di Geova comportava alcune cose, una delle quali è l’esclusiva adorazione. Questo fu reso chiaro in ciò che Mosè disse alle dodici tribù d’Israele poco prima che attraversassero il Giordano per entrare nella Terra Promessa: “Temerai Jahve tuo Dio, gli renderai culto e giurerai nel suo nome. Non seguirete altri dèi tra le divinità dei popoli che vi circondano, poiché Jahve tuo Dio, che sta in mezzo a te, è un Dio geloso: la sua ira si accenderebbe contro di te e ti farebbe scomparire dalla faccia della terra”. (Deut. 6:13-15, Ga) Se avessero seguìto altri dèi adorandoli, avrebbero servito quegli dèi. Furono ripetutamente avvertiti di non far ciò: “Non renderai culto ai loro dèi. Ciò sarebbe per te una trappola”. — Deut. 7:16, Ga.
6 Mentre gli Israeliti erano schiavi in Egitto, Mosè chiese a Faraone di permetter loro di partire dall’Egitto per poter servire Geova. Mosè fece questo dietro comando di Dio, poiché Dio gli disse: “Va’ da Faraone e digli: Così dice il Signore, Iddio degli Ebrei: Lascia andare il mio popolo, perché mi serva”. (Eso. 9:1, Na) Lo avrebbero servito adorandolo, e questo essi fecero quando furono infine liberati dall’Egitto. Adorare Geova Dio è il modo principale in cui si può servirlo.
7. Spiegate la relazione fra l’ubbidienza e il servizio di Dio.
7 Un altro modo in cui si può servire Dio è ubbidendo ai suoi comandi. L’importanza di questo fu fatta capire agli Israeliti ogni volta che furono disubbidienti, e Dio glielo fece scontare. Nella Terra Promessa spesso a causa della disubbidienza egli li diede nelle mani dei loro nemici. Essendo ubbidienti potevano mostrare che la loro adorazione di Geova veniva dal cuore e non era vuoto formalismo. Per questa ragione il profeta Samuele disse al loro primo re, Saul: “Gradisce forse il Signore olocausti e sacrifici, quanto l’ascoltar la sua voce? Ecco, l’ubbidire val più del sacrificio, e il dar ascolto, più del grasso dei montoni”. (1 Sam. 15-22, Na) Ubbidendo ai giusti comandi di Geova la persona può servirlo, come l’umile servitore fa col suo padrone. Tale servizio di Dio significa che si cammina nella via che è gradita all’Altissimo, e ciò diviene fonte di gioia finché si continua su quella via. Per questa ragione è scritto saggiamente: “Felici gli irreprensibili di condotta, che camminano nella legge del Signore”. — Sal. 119:1, Na.
8, 9. (a) Spiegate come i Leviti servirono Dio in un altro modo e perché questo servizio fu caratteristico. (b) Come si poté considerare la forma di servizio dei Leviti causa di gioia?
8 Render servizio a Dio include, non solo adorazione e ubbidienza, ma anche delle attività che ha stabilito siano compiute. Nel caso dei Leviti, l’assegnazione di lavoro data da Dio era in relazione al servizio del tabernacolo. La presenza di Geova vi era rappresentata in modi miracolosi, che facevano capire a tutti l’importanza e il privilegio di servire lì. Questo privilegio di servizio era così prezioso che divenne l’eredità dei Leviti al posto di una proprietà terriera come nel caso delle altre tribù. Geova disse loro: “Sono io la tua parte e la tua eredità in mezzo ai figli di Israele”. (Num. 18:20, Ga) Questo fu un caratteristico privilegio di servizio di cui i Leviti potevano rallegrarsi.
9 Essere vicini alla casa di Dio dove nel Santissimo splendeva la miracolosa luce scecchina, che simboleggiava la sua presenza, era un piacere. Servire lì il grande Dio dell’universo era una cosa da desiderare. Esprimendo il suo amore per questo luogo che era così strettamente collegato all’adorazione di Geova, Davide disse: “O Eterno, io amo il soggiorno della tua casa e il luogo ove risiede la tua gloria”. (Sal. 26:8, VR) I Leviti che mantennero la stessa attitudine provarono grande gioia servendo Geova Dio in questo luogo.
SERVIZIO PER TUTTI
10, 11. (a) Come le dodici tribù ebbero il privilegio di servire Dio in relazione al tabernacolo e in seguito al tempio? (b) Come reagirono a questo servizio?
10 Le opportunità di servire Dio in modo attivo furono date a tutte le tribù. Una di tali opportunità fu quando stava per essere costruito il tabernacolo. Il popolo ebbe il privilegio di offrire contribuzioni per la costruzione, e offrendo tali contribuzioni ebbe la gioia di partecipare a qualche cosa che era molto importante nella loro adorazione del vero Dio. Che provassero gioia in questo privilegio di servizio è indicato dalla loro grande generosità. Gli uomini incaricati di ricevere le contribuzioni andarono da Mosè e dissero: “Il popolo porta più di quanto è necessario per il compimento dei lavori ordinati da Jahve”. (Eso. 36:5, Ga) La gioia di servire Dio con cose preziose fu di nuovo manifestata da questa nazione centinaia di anni dopo quando furono offerte contribuzioni per la costruzione del tempio di Geova a Gerusalemme.
11 Quando Davide rese noti al popolo i piani per la costruzione di un tempio durante il regno di suo figlio Salomone, chiese: “Chi dunque oggi è pronto a riempire la sua mano per offrire doni a Jahve?” (1 Cron. 29:5, Ga) La loro risposta fu una gran quantità di contribuzioni, oro, argento, pietre preziose e rame. Essi si rallegrarono di questa opportunità di servire Geova in maniera attiva. “Il popolo si rallegrò per la loro liberalità; essi infatti avevano presentato le loro offerte a Jahve con tutto cuore; non solo, ma anche il re David gioì grandemente”. (1 Cron. 29:9, Ga) Ma c’erano altri modi in cui le dodici tribù potevano servire Dio con le azioni.
12. In quali altri modi attivi le dodici tribù poterono servire Dio?
12 Fu proposito di Geova che la nazione d’Israele prendesse possesso della Terra Promessa come eredità da lui, ma per ricevere quell’eredità dovevano impegnarsi in un’attività che era in diretta relazione con quel proposito. Dovevano togliere dal paese i pagani che vi abitavano abusivamente e distruggere i falsi dèi che quella gente adorava. Le vittorie che ottennero con l’aiuto di Geova mentre adempivano questo proposito divino furono causa di gioia. Essi furono felici di servire Geova Dio benché rischiassero la vita in ciò. E quando ebbero conquistato il paese, furono in grado di servirlo attivamente andando a Gerusalemme tre volte all’anno per le feste che Dio aveva comandato loro di osservare. Questo richiese un grande sforzo da parte loro, specialmente per quelli che abitavano molto lontano da Gerusalemme. La loro partecipazione a queste feste fu un attivo servizio di Dio inseparabilmente legato alla loro adorazione di Lui. Sebbene queste fossero occasioni gioiose, non erano tempi per darsi a ubriachezza, gozzoviglie e ingordigia, come avveniva per le feste osservate dai pagani. Gli Israeliti dovevano osservare in maniera santa le feste di Dio.
13. Quale nuovo modo di servire attivamente Dio fu introdotto con l’avvento del cristianesimo?
13 Con l’introduzione del cristianesimo, i modi di servire Dio attivamente subirono alcuni cambiamenti. Dio non si poteva più servire con feste, con offerte di sacrificio che il popolo portava al tempio e con i servizi dei Leviti nel tempio. Col termine del patto della legge mediante il sacrificio di Cristo, Dio pose fine a queste forme di servizio. Il ministero cristiano divenne un nuovo modo per servire attivamente l’Altissimo. La pubblica proclamazione e l’insegnamento delle verità e dei propositi di Dio e del provvedimento che aveva preso per la salvezza dell’uomo mediante Cristo era un nuovo modo di servirlo straordinariamente gioioso. Infatti, era un modo in cui la persona poteva offrirgli un sacrificio di lode. “Offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome”. — Ebr. 13:15.
LA GIOIA CHE DERIVA DAL SERVIZIO DI DIO
14. Spiegate come si può avere gioia senza esprimerla udibilmente.
14 La gioia che si prova servendo Dio non si esprime sempre in modo udibile. Può essere un piacevole senso di soddisfazione il sapere che si fa ciò che è gradito e giusto agli occhi dell’Altissimo Dio. Il sapere che si fa una buona opera che reca beneficio ad altri, che si promuovono gli interessi di Geova sulla terra e che Lo si esalta reca un senso di contentezza e tranquillità interiore che rispecchia la gioia di Dio. Questa è gioia duratura che non richiede espressione udibile. Ma a volte accade qualche cosa di notevole che spinge a una momentanea espressione della gioia che si sente interiormente.
15. Fate esempi di occasioni notevoli che giustificarono udibili espressioni di gioia.
15 Quando gli Israeliti trasportarono a Gerusalemme l’arca del patto dalla casa di Obed-Edom, la loro gioia si manifestò con espressioni di allegrezza. Questa fu una grande occasione nella loro vita religiosa che li riempì di felicità, e quindi la espressero. “Tutto Israele trasportava l’arca dell’alleanza di Jahve fra il giubilo e gli squilli dei corni, delle trombe e dei cembali, facendo risuonare le arpe e le cetre”. (1 Cron. 15:28, Ga) Un’altra occasione che causò espressioni di gioia fu quando Saul e Davide tornarono con l’esercito israelita dopo aver riportato una vittoria sui Filistei. “Or avvenne che al loro ritorno, dopo che David ebbe ucciso il filisteo, le donne uscivano fuori da tutte le città d’Israele e andavano incontro al re Saul cantando e ballando, con tamburi e con timpani e inni di gioia”. (1 Sam. 18:6, Na) Queste furono occasioni notevoli che incitarono gli Israeliti a esprimere la loro gioia in modo udibile.
16. Che cosa non si dovrebbe scambiare per udibili espressioni di gioia devota? Perché?
16 Le udibili espressioni di gioia che sgorgano naturalmente da un cuore felice a motivo di qualche cosa di eccellente che ha avuto luogo in relazione all’adorazione o ai propositi di Geova non sono uguali agli accessi emotivi di persone mosse da fervore religioso. Le loro assurde grida e il canto sfrenato non sono frutto dello spirito di Dio, che, fra le altre cose, produce mitezza e padronanza di sé. Questo non è ‘la veste dello spirito quieto e mite’ che ci si aspetta indossi il servitore di Dio, ma, piuttosto, l’espressione di selvagge, sfrenate emozioni che i demoni trovano facile influenzare. (1 Piet. 3:4) Al contrario, l’udibile espressione di gioia che proviene dal cuore felice dei servitori di Dio è con la loro facoltà di ragionare e sotto il loro controllo. Non è una cosa regolare ma qualche cosa che ha luogo in seguito ad avvenimenti notevoli in adempimento dei propositi di Dio e nel promuovere i suoi interessi o a piacevoli esperienze che gli recano onore.
17. Come si ottiene la durevole gioia di servire Dio?
17 Il durevole senso di gioia inespressa è una cosa che la persona coltiva man mano che cresce in conoscenza e in intendimento della Parola e dei propositi di Dio. Man mano che accresce il suo intendimento e la sua fede, aumenta pure la sua gioia. Si alimenta meditando sulle opere e sulle istruzioni di Geova e nutrendosi di continuo spiritualmente. La persona che trascura ciò può perdere la gioia di servire Dio e anche la stretta relazione con lui.
18. (a) Chi sono quelli che Dio ama, rafforza e preserva? (b) Che cosa contribuisce alla loro sensazione di gioia?
18 Una stretta, rallegrante relazione con l’Onnipotente è possibile per quelli che si dedicano a servirlo e che rimangono fedeli alla loro dedicazione. Con le loro azioni rivelano tale dedicazione. Sono questi che egli ama, rafforza e preserva, proprio com’è scritto: “Vicino è il Signore a chiunque l’invoca, a chiunque l’invoca con sincerità”. (Sal. 145:18, Na) “La sua salvezza è vicina a quelli che lo temono”. (Sal. 85:9, NM; 85:10, Na) Sapendo questo e rendendosi conto di poter riporre in lui completa fiducia, la persona dedicata può provare la gioia che deriva da un sentimento di benessere e sicurezza, sentimento che fu espresso in Salmo 23:4 (Ga): “Anche se dovessi andare in valle tenebrosa non temerei alcun male, poiché tu sei con me”.
GESÙ CRISTO È UN ESEMPIO DA SEGUIRE
19. (a) Come manifestò Gesù la sua gioia nel servire Dio? (b) Che cosa rivela che egli ebbe la gioia di servire Dio prima di venire sulla terra?
19 Di tutti quelli che hanno servito il vero Dio, Gesù Cristo è il più eccellente esempio di uno che provò gioia nel servizio di Geova. Egli lo mostrò in maniera mite e quieta, come nella felicità che manifestò sia nel fare la volontà del Padre suo che nell’aiutare le persone ad imparare in merito ai grandi propositi del Padre suo. Infatti, provò gioia nel servizio di Dio molto tempo prima che venisse sulla terra. Mentre era ancora nei cieli come potente creatura spirituale, la prima che Dio creò, provò diletto nel servirlo. Parlando col simbolismo della sapienza, egli dice nel libro di Proverbi: “Io ero presso di lui come un artefice, ero del continuo esuberante di gioia, mi rallegravo in ogni tempo nel suo cospetto; mi rallegravo nella parte abitabile della sua terra, e trovavo la mia gioia tra i figliuoli degli uomini”. (Prov. 8:30, 31, VR; Col. 1:15; Riv. 3:14) La gioia che provò servendo Dio nei cieli continuò ad averla mentre fu uomo sulla terra.
20. Come reagì l’unigenito Figlio di Dio al privilegio di servire Dio sulla terra?
20 Quando Geova aprì un nuovo campo di servizio a questo suo diletto Figlio spirituale per cui dovette nascere come perfetto uomo, quel fedele Figlio si rallegrò. Riguardo a questo è scritto: “Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo Gesù, il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non la considerò una cosa da afferrare, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma d’uno schiavo, divenendo simile agli uomini. Per di più, quando si trovò nella forma d’un uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura”. (Filip. 2:5-8) Qualunque cosa il Padre suo volesse fargli fare egli fu disposto a farla per amore verso di Lui. Con questa eccellente attitudine Gesù Cristo diede uno splendido esempio a tutti quelli che vogliono servire il vero Dio.
21. Descrivete alcuni modi in cui Gesù servì Dio.
21 Mentre fu sulla terra servì Dio non solo adorandolo e ubbidendo alle leggi divine ma anche proclamando e insegnando pubblicamente la verità intorno a Lui. Aiutò le persone a trasformare la loro mentalità e la loro vita per poter divenire approvati servitori di Dio. Insegnò loro l’amore verso Dio, gli uni verso gli altri e verso i nemici e diede loro la speranza di un governo mondiale stabilito da Dio e anche la speranza della risurrezione dai morti. Questo avvicinò le persone a Geova Dio, intensificando il loro desiderio di servirlo in maniera incontaminata. In questo devoto servizio, Gesù provò gioia. Ma fu fonte di gioia specialmente grande per lui prender parte a rivendicare il buon nome del Padre suo dal biasimo gettato su di esso dai Suoi nemici e da adoratori che Gli erano stati infedeli.
22, 23. (a) Quale fu una gioia specialmente grande per Gesù, e come divenne necessario questo? (b) Perché Gesù Cristo è stato un’ispirazione per gli adoratori di Dio?
22 Il grande nemico della giustizia, Satana il Diavolo, aveva messo in dubbio l’integrità delle creature di Dio. Questo avvenne ai giorni del fedele uomo Giobbe, nel qual tempo Satana disse a Dio: “Pelle per pelle! L’uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita; ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia”. (Giob. 2:4, 5, VR) Questa sfida metteva in dubbio non solo l’integrità dell’uomo verso Dio ma anche l’integrità dell’unigenito Figlio di Dio, che era in una posizione molto favorita nei cieli. La sua integrità avrebbe ceduto nella prova come Satana accusava che avrebbe ceduto quella dell’uomo? La prova venne quando quel Figlio nacque come uomo. Egli mantenne la sua integrità sino a una morte violenta e provò che Satana è bugiardo. La sua fedeltà fu una rivendicazione per Geova Dio. La prospettiva di rivendicare il nome di Geova fu una gioia per Gesù Cristo.
23 Parlando dell’integra condotta di Gesù, la Bibbia ci dice: “Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura, disprezzando la vergogna, e si è messo a sedere alla destra del trono di Dio”. (Ebr. 12:2) La gioia di partecipare alla rivendicazione del grande nome di Geova gli permise di sopportare il palo di tortura fino al punto di morte. Come ricompensa per il suo fedele servizio, Geova Dio lo destò dai morti, riportandolo nel reame delle schiere angeliche con maggiore potere e onore di quello che aveva avuto prima. Pertanto il suo esempio di gioioso servizio di Dio è stato un’ispirazione per tutti gli adoratori del vero Dio fino a questo giorno.
24. Spiegate come la gioia è un baluardo che preserva in vita.
24 Quando consideriamo che il servizio di Dio è stato causa di gioia per i fedeli uomini in tutte le epoche passate, possiamo vedere che tale gioia è un baluardo che preserva in vita. Per quelli che la coltivano e la mantengono, Geova diviene fonte di forza e una protezione. La sua verità li salvaguarda dalle corruttrici falsità di questo diabolico mondo. Egli li aiuta a resistere nelle prove della loro fede; e quando questo vecchio sistema di cose sarà spazzato via dalle forze celesti, egli li preserverà perché vedano la nuova terra che introdurrà. La gioia aiuta a mantenere un forte, protettivo scudo della fede. Si può quindi dire di loro: “La gioia di Jahve è il vostro baluardo”. (Neem. 8:10, Ga) Essa li mantiene spiritualmente vivi in un mondo spiritualmente morto.
25. Perché possiamo provare la stessa gioia nel servizio di Dio che provò Davide?
25 Come il pastore Davide, che ebbe una tale impressione dai cieli stellati da esprimere la sua gioia servendo il Creatore d’essi, oggi noi abbiamo ampie ragioni per provare la stessa gioia. Anche noi possiamo meravigliarci delle sue stupende creazioni, e rivolgerci alle ispirate Scritture per imparare in merito alle sue attività ed essere istruiti da lui. Coltivando apprezzamento per le sue vivificanti verità e i suoi magnifici propositi per il genere umano, possiamo trovare oggi nel servizio di Dio causa di grande gioia.
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Gli Israeliti trasportano l’arca a Gerusalemme con grida di gioia