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GiuramentoAusiliario per capire la Bibbia
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veniva perduta (Eso. 22:10, 11); gli anziani di una città nei casi di omicidio non risolti. (Deut. 21:1-9) Erano consentiti giuramenti volontari di astinenza. (Num. 30:3, 4, 10, 11) A volte qualcuno in autorità richiedeva che servitori di Dio giurassero, ed essi dicevano la verità. Similmente il cristiano sotto giuramento non mente ma dice tutta la verità, oppure può rifiutarsi di rispondere se ciò mette in pericolo i giusti interessi di Dio o di altri cristiani, nel qual caso dev’essere pronto a subire le conseguenze del suo rifiuto di testimoniare. — I Re 22:15-18; Matt. 26:63, 64; 27:11-14.
I voti in Israele avevano valore di giuramento, erano sacri e si dovevano adempiere anche se ne risultava un danno per chi aveva fatto il voto. Era come se Dio osservasse per vedere che i voti fossero adempiuti, e punisse l’inadempiente. (Num. 30:2; Deut. 23:21-23; Giud. 11:30, 31, 35, 36, 39; Eccl. 5:4-6) I voti della moglie o delle figlie non sposate potevano essere confermati o annullati dal marito o dal padre, mentre i voti delle vedove e delle donne divorziate erano vincolanti. — Num. 30:3-15.
Nel Sermone del Monte Gesù Cristo rimproverò agli ebrei la consuetudine di fare giuramenti alla leggera, per qualunque cosa e indiscriminatamente. Era diventata una cosa comune fra loro giurare per il cielo, per la terra, per Gerusalemme e anche per la propria testa. Ma Gesù disse: “La vostra parola Sì significhi Sì, il vostro No, No; poiché il di più è dal malvagio”. — Matt. 5:33-37.
Con ciò Gesù Cristo non proibiva ogni giuramento, poiché egli stesso era sotto la Legge di Mosè, che in certi casi richiedeva che si giurasse. Infatti quando Gesù venne processato il sommo sacerdote gli chiese di giurare, ed egli non fece alcuna obiezione a ciò, ma diede risposta. (Matt. 26:63, 64) Gesù piuttosto voleva indicare che non si devono avere due misure. Mantenere la parola data deve essere considerato un sacro dovere e si deve adempiere come un giuramento; la persona deve essere sincera in ciò che dice. Gesù spiegò ulteriormente il senso delle sue parole quando smascherò l’ipocrisia degli scribi e dei farisei dicendo loro: “Guai a voi, guide cieche, che dite: ‘Se uno giura per il tempio, non è nulla; ma se uno giura per l’oro del tempio, è obbligato’. Stolti e ciechi! Infatti, che cosa è più grande, l’oro o il tempio che santifica l’oro?” Poi aggiunse: “Chi giura per il cielo giura per il trono di Dio e per colui che vi siede sopra”. — Matt. 23:16-22.
Con falsi ragionamenti e cercando il pelo nell’uovo, gli scribi e i farisei, come fece notare Gesù, si giustificavano di non mantenere certi giuramenti, ma questa era una falsità nei confronti di Dio e in effetti recava biasimo al suo nome (poiché gli ebrei erano un popolo dedicato a Geova). Geova dice espressamente che odia il giuramento falso. — Zacc. 8:17.
Giacomo conferma le parole di Gesù. (Giac. 5:12) Ma queste dichiarazioni da parte di Gesù e di Giacomo contro tali usanze indiscriminate non si devono intendere come divieti che impediscano al cristiano di giurare quando è necessario assicurare altri della serietà delle sue intenzioni o della veracità di ciò che dice. Per esempio, com’è illustrato dal comportamento di Gesù davanti al sommo sacerdote ebreo, un cristiano non avrebbe obiezione a giurare in tribunale, poiché dirà la verità sia che giuri o no. — Matt. 26:63, 64.
Anche l’apostolo Paolo, per dare maggior vigore alla sua testimonianza, in II Corinti 1:23 e Galati 1:20 fa un vero e proprio giuramento. Inoltre si riferisce a un giuramento come al modo giusto e consueto per porre fine a una disputa e richiama l’attenzione sul fatto che Dio, “proponendosi di dimostrare più abbondantemente agli eredi della promessa l’immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento”, giurando per se stesso, dato che non poteva giurare per qualcuno più grande. Questo aggiunse alla sua promessa una garanzia legale e diede una duplice assicurazione mediante “due cose immutabili nelle quali è impossibile che Dio menta”, cioè la sua promessa e il suo giuramento. (Ebr. 6:13-18) Per di più Paolo fa notare che Cristo è stato fatto Sommo Sacerdote mediante il giuramento di Geova ed è divenuto garante di un patto migliore. (Ebr. 7:21, 22) Nelle Scritture troviamo una cinquantina di casi in cui Geova stesso giura.
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GiuseppeAusiliario per capire la Bibbia
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Giuseppe
[che dà incremento, aumento].
1. Primo dei due figli che Giacobbe ebbe dalla diletta moglie Rachele. (Gen. 30:22-24; 35:24) Alla sua nascita Rachele, poiché era stata sterile, esclamò: “Dio ha tolto il mio biasimo!” Quindi lo chiamò Giuseppe, dicendo: “Geova mi aggiunge un altro figlio”, vale a dire un altro figlio oltre a Dan e Neftali, che Rachele aveva riconosciuti come figli suoi benché fossero stati partoriti dalla sua serva Bila. (Gen. 30:3-8, 22-24) In quel tempo Giacobbe aveva circa novantun anni. — Confronta Genesi 41:46, 47, 53, 54; 45:11; 47:9.
Sei anni dopo Giacobbe se ne andò da Paddan-Aram con tutta la famiglia per fare ritorno nel paese di Canaan. (Gen. 31:17, 18, 41) Saputo che suo fratello Esaù gli veniva incontro con quattrocento uomini, Giacobbe suddivise figli, mogli e concubine, mettendo Rachele e Giuseppe in coda, il posto più sicuro. (Gen. 33:1-3) Giuseppe e sua madre furono perciò gli ultimi a inchinarsi davanti a Esaù. — Gen. 33:4-7.
Dopo di che Giuseppe dimorò con la famiglia a Succot, Sichem (Gen. 33:17-19) e Betel. (Gen. 35:1, 5, 6) Poi, durante il viaggio da Betel a Efrata (Betleem), sua madre Rachele morì nel dare alla luce Beniamino. — Gen. 35:16-19.
ODIATO DAI FRATELLASTRI
Giuseppe diciassettenne badava alle pecore, insieme ai figli che Giacobbe aveva avuto da Bila e Zilpa. Benché fosse il più giovane, non prese parte alle loro cattive azioni, anzi riferì fedelmente al padre quello che facevano. — Gen. 37:2.
Giacobbe amava Giuseppe più di tutti gli altri figli, poiché era un figlio della sua vecchiaia. L’amore di Giuseppe per la giustizia può aver pure contribuito a renderlo particolarmente caro a suo padre. Giacobbe fece fare per lui una lunga veste a righe, forse simile a quelle indossate da persone di rango. Per questo Giuseppe era odiato dai fratellastri. Quando poi raccontò un sogno che indicava che avrebbe avuto preminenza su di loro, i fratelli si inasprirono ancora di più contro di lui. Un secondo sogno indicò che non solo i suoi fratelli, ma anche suo padre e sua madre (evidentemente non Rachele, allora già morta, ma forse la famiglia o la moglie principale di Giacobbe ancora in vita), si sarebbero inchinati davanti a lui. Per aver raccontato questo sogno Giuseppe fu rimproverato dal padre, e la gelosia dei fratelli aumentò. Il fatto che abbia parlato dei suoi sogni non significa che Giuseppe si sentisse superiore. Semplicemente riferiva quello che Dio gli aveva rivelato. Può darsi che Giacobbe abbia riconosciuto la natura profetica
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