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PalazzoAusiliario per capire la Bibbia
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del tempio, era solo uno dei tanti edifici governativi, la cui costruzione nell’insieme richiese tredici anni. Inclusi in questo complesso di edifici regali erano la Casa della Foresta del Libano, il Portico delle Colonne e il Portico del Trono. C’era anche una casa particolare per la figlia del faraone, una delle molte mogli di Salomone, oltre al palazzo del re. — I Re 7:1-8.
La descrizione che abbiamo del palazzo di Salomone è molto sommaria in confronto ai particolari del tempio. Tuttavia la grandezza delle pietre di fondamento indica che doveva essere un edificio imponente. Le pietre erano lunghe otto cubiti (m 3,6) e dieci cubiti (m 4,4), dovevano essere larghe e spesse in proporzione e pesare parecchie tonnellate. Sia all’interno che all’esterno le mura erano fatte di pietre pregiate, tagliate con cura secondo misure precise. — I Re 7:9-11; confronta Salmo 144:12.
Può darsi che il salmista, nel quarantacinquesimo salmo, quando menzionò il “grande palazzo d’avorio” avesse in mente le decorazioni e gli arredi del palazzo di Salomone. L’ispirato scrittore di Ebrei applica le parole di questo salmo a Gesù Cristo, il Re celeste. — Sal. 45:8, 15; confronta i versettiSal. 45:6 e Sal. 45:7 con Ebrei 1:8, 9, Luca 4:18, 21.
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PalestinaAusiliario per capire la Bibbia
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Palestina
Regione all’estremità E del Mediterraneo, un tempo occupata dall’antica nazione di Israele. Il nome deriva dal latino Palaestina e dal greco Palaistìne. Quest’ultimo, a sua volta, è tratto dall’ebraico Pelèsheth. Nelle Scritture Ebraiche Pelèsheth (tradotto “Filistea”) ricorre solo a proposito della ristretta regione costiera occupata dai filistei. (Eso. 15:14; Sal. 60:8; 83:7; 87:4; 108:9; Isa. 14:29, 31; Gioe. 3:4) Tuttavia Erodoto, nel V secolo a.E.V., e più tardi altri scrittori secolari (Filone, Ovidio, Plinio, Giuseppe Flavio, Girolamo) usarono il termine greco o latino per indicare tutta la regione un tempo nota come “paese di Canaan” o “paese d’Israele”. (Num. 34:2; I Sam. 13:19) Anche l’imperatore Vespasiano, sulle monete che coniò a ricordo della caduta di Gerusalemme avvenuta nel 70 E.V., chiamò la regione “Palestina”. Dato che Geova aveva promesso questo paese a Abraamo e ai suoi discendenti (Gen. 15:18; Deut. 9:27, 28), era pure appropriato chiamarlo Terra Promessa o Paese della Promessa. (Ebr. 11:9) Dal medioevo in poi, è stata spesso chiamata Terra Santa.
POSIZIONE E CONFINI
In un certo senso la Palestina collega tre continenti: Europa, Asia e Africa. Questo la poneva al centro di un cerchio intorno a cui gravitavano le antiche potenze mondiali: Egitto, Assiria, Babilonia, Persia, Grecia e Roma. (Ezec. 5:5) Delimitata da grandi deserti a E e a S e dal Mar Grande o Mediterraneo a O, la Palestina costituiva un ponte fra il Nilo e l’Eufrate, ponte percorso dalle carovane del commercio mondiale.
I confini della Terra Promessa erano stati stabiliti da Geova stesso. Nel senso più lato abbracciava la zona che si estendeva “dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate” (Gen. 15:18; Eso. 23:31; Num. 34:1-12; Gios. 1:3, 4; 15:4), dimensioni raggiunte solo durante i regni di Davide e Salomone. Per gran parte della storia di Israele si trattò di una regione molto più limitata.
A S si poteva tracciare una linea immaginaria dall’estremità S del Mar Morto alla sponda SE del Mediterraneo, e a N un’altra linea dai pendii S dell’Ermon a un punto nei pressi di Tiro. Entro tali confini da N a S, “da Dan a Beer-Seba” (I Sam. 3:20; II Sam. 3:10), il paese era lungo circa 240 km. Come latitudine la sua capitale, Gerusalemme, si trovava poco al di sotto dei 32º parallelo N, e come longitudine, rispetto ai fusi orari mondiali, 2 ore e 21 minuti cioè 3.334 km a E del meridiano di Greenwich, in Inghilterra.
La larghezza della Palestina, meno di un terzo della sua lunghezza, era piuttosto indefinita dato che a E non esisteva una frontiera stabilita; le regioni di Galaad e Basan cedevano a poco a poco il posto a steppe desolate dove vagavano indisturbate tribù arabe nomadi. Si calcola che il territorio a E del Giordano avesse un’estensione di oltre 10.360 km2. A O della centrale valle del Giordano, la distanza fra Dan e il Mediterraneo a N era di poco più di 42 km, e fra l’estremità meridionale del Mar Morto e il Mediterraneo a S di quasi 130 km. Questo corrispondeva ad altri 15.540 km2, per un totale di 25.900 km2, che rendevano la regione nel suo insieme poco più grande della Sicilia.
CONFIGURAZIONE GEOGRAFICA
Per avere un’idea della configurazione geografica della Palestina si può dividere il paese in quattro regioni più o meno parallele.
Prima c’era una striscia di fertile pianura lungo la costa che aveva ben poco da offrire in quanto a porti naturali. Questa pianura costiera era divisa in due dal promontorio del Carmelo, catena montuosa che si protendeva fino al mare. La parte N era nota come pianura di Aser o Fenicia. La parte S costeggiava le dune sabbiose presso la riva del mare e comprendeva la pianura di Saron e la Filistea, che si allargava a S.
La seconda regione geografica, dopo le pianure costiere, comprendeva le principali catene montuose, che da N a S costituivano una specie di spina dorsale del paese. A N c’erano i monti di Neftali, detti anche colline della Galilea. Erano un’estensione delle catene montuose del Libano, note per le foreste di cedri e la vetta principale dell’Ermon, alta ben 2814 m. I monti settentrionali della Palestina raggiungono un’altitudine che varia da oltre 900 m nell’alta Galilea a poco più di 600 m per il monte Tabor, divenuto famoso ai giorni di Barac. (Giud. 4:12) A S del monte Tabor c’era una pianura centrale relativamente ampia che attraversava diagonalmente il paese da O a E, separando i monti a N da quelli a S. Questa valle, dove si combatterono molte battaglie decisive, era divisa in due parti: a E il “bassopiano di Izreel” e a O la “pianura della valle di Meghiddo”. — Gios. 17:16, II Cron. 35:22.
A O e a N della valle di Meghiddo, nella quale scorreva il Chison, c’era la catena del Carmelo che, dalla costa, in direzione SE si congiungeva coi monti di Efraim o della Samaria, dove si trovavano le cime famose del Gherizim e dell’Ebal, quest’ultimo alto 940 m. (Deut. 11:29) Più a S questi rilievi erano noti come la “regione montagnosa di Giuda”, la cui altitudine variava da 610 a 1000 m circa, costituita prevalentemente di altopiani, colline tondeggianti e dolci pendii. (II Cron. 27:4; Luca 1:39) In questa regione sorgevano città quali Gerusalemme, Betleem e Ebron.
A S i monti della Giudea cedevano gradatamente il posto al Negheb (nome che si ritiene derivato da una radice che significa “essere riarso” o “secco”), regione che si estendeva fino alla valle del torrente d’Egitto e costituiva la parte meridionale della Palestina. All’estremità N del Negheb c’era la città di Beer-Seba simile a un’oasi; all’estremità S, Cades-Barnea. — Gen. 12:9; 20:1; 22:19.
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