Chi sarà risuscitato — Perché?
“Se ora si predica che Cristo è stato destato dai morti, come mai alcuni fra voi dicono che non vi è risurrezione dai morti?” — 1 Cor. 15:12.
1. (a) Come parlò Gesù della condizione di morte del suo amico Lazzaro? (b) Secondo 1 Corinti 15:20, da che cosa dipende il risveglio dai morti?
QUANDO nel 32 dell’Èra Volgare Lazzaro di Betania morì e fu sepolto in una tomba davanti alla quale venne rotolata una grossa pietra, il suo amico Gesù Cristo era a quattro giorni di cammino. Ricevendo la triste notizia, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo”. Come fece Gesù? Il quarto giorno dalla morte di Lazzaro, Gesù giunse alla tomba e risuscitò Lazzaro dai morti. (Giov. 11:1-44, VR) Ebbene, solo perché Gesù Cristo usò tale linguaggio non possiamo adottare il linguaggio di alcuni ecclesiastici religiosi della cristianità e chiamare Gesù “psicopannichista”. In effetti la Sacra Bibbia dice ripetutamente che i morti i quali hanno la prospettiva della risurrezione sono addormentati. La loro risurrezione o il loro risveglio dal sonno della morte nell’Ades o Sceol dipende dalla risurrezione di Gesù Cristo. Per tale ragione in 1 Corinti 15:20, nella Versione Riveduta della Bibbia, è scritto: “Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono”. Per questo molti saranno risuscitati. Ma chi?
2, 3. (a) Quale speranza di un futuro offre la Parola di Dio a quelli che sono giustiziati nella battaglia di Armaghedon? (b) Che cosa disse Gesù in Matteo 24:36-39 circa la sua venuta in questa battaglia distruttiva?
2 Non è detto che quelli che l’Onnipotente Dio distrugge, anima e corpo, siano addormentati nell’Ades, poiché non saranno risvegliati dalla distruzione. (Matt. 10:28) Quindi la scritta Parola di Dio non offre nessuna speranza di risurrezione a quelli che combattono contro Dio e sono giustiziati nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, ad Armaghedon. (Riv. 16:14, 16; 19:11-21) In merito alla venuta del Figlio di Dio, Gesù Cristo, nella distruttiva battaglia di Armaghedon, Gesù parlò nella sua profezia sul termine di questo malvagio sistema di cose. Gesù disse:
3 “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Poiché come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini prendevano moglie e le donne andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”. — Matt. 24:3, 36-39.
4. Che cosa accadde a quelli che erano fuori dell’arca durante il Diluvio?
4 Nel Diluvio, tutti quelli che erano fuori dell’arca di Noè, cioè uomini, donne, bambini e neonati, Nefilim o progenie ibrida nata dal matrimonio degli angeli disubbidienti con le figlie umane degli uomini, tutti quelli allora viventi furono improvvisamente distrutti mediante un diretto atto di Dio e furono quindi annientati per sempre. E così avverrà di tutte le persone sulla terra che non saranno in armonia col regno di Dio nella battaglia di Armaghedon che si avvicina rapidamente.
5. (a) Quale speranza di un futuro indica 2 Pietro 3:6, 7 per quelli che morirono nel Diluvio? (b) In adempimento a Rivelazione 20:11-13, li darà la morte?
5 Parlando dei giorni di Noè, 2 Pietro 3:6, 7 dice: “Il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua. Ma mediante la stessa parola [di Dio] i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. Evidentemente non v’è nessuna speranza di risurrezione per quelli che morirono in quel distruttivo diluvio. Perciò, quando si adempirà Rivelazione 20:11-13, questi che furono distrutti non saranno dati quando il mare, “la morte e l’Ades” daranno i morti che sono in essi i quali verranno giudicati davanti al “grande trono bianco” durante il regno millenario di Cristo sopra la terra.
6. Come si distinse Matusalemme, e quale speranza di risurrezione v’è per lui?
6 Noè aveva un nonno che si chiamava Matusalemme. Questo Matusalemme era figlio del profeta di Geova, Enoc. (Gen. 5:21-24) Matusalemme ebbe il privilegio di vivere più a lungo di qualsiasi altro uomo sulla terra, per quanto dice il racconto biblico. Il figlio di Matusalemme, Lamec, morì cinque anni prima del grande diluvio. Vivendo novecentosessantanove anni, Matusalemme sopravvisse a suo figlio Lamec e morì nel 2370 a.C., l’anno stesso in cui cominciò il Diluvio. Il Diluvio cominciò in novembre, ma la Bibbia dice che Matusalemme “morì”, non che affogò nel Diluvio e fu distrutto da questo “atto di Dio”. (Gen. 5:25-32) V’è dunque la speranza della risurrezione dall’Ades o Sceol per Matusalemme, e anche per i suoi antenati fino a Set e gli altri antidiluviani che morirono prima dell’inizio del Diluvio. Ma son compresi fra questi Adamo, Eva e Caino?
7. Perché Abele, fratello di Caino, avrà certamente la risurrezione?
7 Centinaia d’anni prima che il Diluvio distruggesse il “mondo di empi”, Caino, primo figlio di Adamo, morì. Egli fu “maledetto, condannato ad errar lungi dalla terra” perché aveva assassinato il suo devoto fratello Abele per gelosia, poiché il sacrificio di Abele era stato approvato da Dio. (Gen. 4:1-24, VR; 2 Piet. 2:5) È certo che Abele avrà la risurrezione alla vita sulla terra sotto il messianico regno di Dio, poiché egli morì come parte del “così gran nuvolo di testimoni” comprendente altri come Enoc, Noè, Abraamo, Isacco e Giacobbe, Mosè, Sansone, Davide e altre persone di fede che furono degne di una “risurrezione migliore”. (Ebr. 11:4 fino a 12:2) Ma riguardo a Caino leggiamo:
8, 9. (a) In che modo 1 Giovanni 3:10-12 classifica Caino? (b) Con chi Gesù classificò Caino, in Matteo 23:33-36?
8 “I figli di Dio e i figli del Diavolo son mostrati da questo fatto: Chiunque non pratica la giustizia non ha origine da Dio, né ha origine da Dio colui che non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito dal principio, che dobbiamo avere amore gli uni per gli altri; non come Caino, che ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello. E per quale motivo lo scannò? Perché le sue opere erano malvage, ma quelle del suo fratello erano giuste”. — 1 Giov. 3:10-12.
9 Pertanto Caino è classificato fra i “figli del Diavolo”, e, come tale, Caino “ebbe origine dal malvagio”. Perciò egli era del seme del grande Serpente, Satana il Diavolo. (Gen. 3:15) Come tale, Caino meritava di subire la stessa fine del suo padre spirituale, il Diavolo, che sarà scagliato nel simbolico “lago di fuoco e zolfo”, dove rimarrà per sempre nella “seconda morte”. (Giov. 8:44; Riv. 20:10) Migliaia di anni dopo che Caino era morto, gli ipocriti scribi e Farisei giudaici furono chiamati “serpenti, progenie di vipere”. Così Gesù Cristo li avvertì che erano soggetti al “giudizio della Geenna”, e parlò degli omicidi che avrebbero ancora commesso. Mise anche in relazione il loro spargimento di sangue giusto col “sangue del giusto Abele”. (Matt. 23:33-36) Poiché Caino era l’omicida che aveva sparso il “sangue del giusto Abele”, Gesù classificò quindi Caino insieme agli scribi e Farisei che erano soggetti al “giudizio della Geenna”.
10. I cristiani che diventano come Caino possono sperare nella risurrezione?
10 Perciò Caino non sarebbe stato fra quelli che la morte e l’Ades daranno durante il Giorno del Giudizio di mille anni. (Riv. 20:11-13) Tutti i cristiani che divengono come Caino non possono sperare di ottenere la risurrezione dai morti per ricevere un’eredità celeste. — Giuda 11.
QUALE SPERANZA VI È PER ADAMO ED EVA?
11. Quali domande sorgono circa Adamo ed Eva e la risurrezione?
11 Le Sacre Scritture non offrono nessuna speranza di risurrezione all’omicida Caino, ma che dire del padre e della madre di Caino, Adamo ed Eva, i nostri primi genitori umani? Oggi questo è un soggetto molto discusso. Adamo ed Eva meritano la risurrezione? Sono essi inclusi nell’amorevole provvedimento di Dio per la risurrezione dei morti umani? E in ogni caso, che cosa impedisce irremovibilmente che siano destati dai morti sotto il regno di Dio? Poiché Gesù Cristo “diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”, i nostri primi genitori umani non hanno diritto di trarre qualche beneficio da quel “riscatto per tutti”? — 1 Tim. 2:5, 6.
12. Di chi è Adamo un tipo, secondo Romani 5:14?
12 In Romani 5:14 l’apostolo cristiano Paolo scrive: “Tuttavia, la morte regnò da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, che è un tipo di colui che doveva venire”. Ciò vuol dire che Adamo, il primo uomo sulla terra, è un tipo di Gesù Cristo, la cui venuta era stata promessa nel giardino d’Eden quando il Giudice Geova Dio stava per condannare Adamo ed Eva per la trasgressione di cui si erano resi entrambi colpevoli.
13, 14. In che modo Paolo, in 1 Corinti 15:45, 21, 22, indica un’ulteriore somiglianza fra Adamo e Gesù, quindi mediante chi dobbiamo ottenere la vita eterna?
13 Accennando ulteriormente a questa somiglianza fra Adamo e Gesù Cristo, l’apostolo Paolo scrive nel suo incomparabile capitolo sulla risurrezione: “Così è anche scritto: ‘Il primo uomo Adamo divenne anima vivente’. L’ultimo Adamo divenne spirito vivificante. Poiché siccome la morte è per mezzo di un uomo, la risurrezione dai morti è pure per mezzo di un uomo. Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. — 1 Cor. 15:45, 21, 22.
14 Pertanto, come noi tutte creature umane ricevemmo dal primo uomo Adamo la vita terrena che oggi abbiamo, così ora noi che moriamo, tutti indistintamente, dobbiamo riceverla da Gesù Cristo, “l’ultimo Adamo”. Non vi sarà un’altra persona come Adamo sulla terra; così, se desideriamo ottenere la vita eterna sulla terra, dovremo ottenerla mediante questo “ultimo Adamo”, Gesù Cristo.
15. Come si somigliano Adamo e Gesù in quanto all’essere figli?
15 Quando era sulla terra, come prima in cielo, Gesù Cristo era un Figlio di Dio. Adamo, che è un suo tipo, cominciò pure come “figlio di Dio”, ma un figlio terreno. Tracciando la linea di discendenza terrena di Gesù attraverso il re Davide e il patriarca Abraamo e il profeta Noè, la tavola genealogica di Luca 3:24-38 termina dicendo: “Il figlio di Enos, il figlio di Set, il figlio di Adamo, il figlio di Dio”. Come Gesù Cristo, Adamo fu creato quasi seimila anni fa come perfetto figlio di Dio.
16, 17. Come fu provveduta una moglie ad Adamo, e qual era l’espressa volontà di Dio per loro?
16 Per provvedere ad Adamo una compagna terrena adatta, Geova Dio creò ad Adamo una moglie, servendosi di una costola tratta dal fianco di Adamo come base su cui procedere. Così la donna Eva che ne risultò era ossa delle ossa di Adamo e carne della carne di Adamo. Infatti, come disse Gesù Cristo stesso circa altre coppie umane sposate, Adamo ed Eva non erano due, ma erano “una sola carne”. (Gen. 2:7-23; Matt. 19:4-6) Quindi Dio, loro Creatore e Padre, dichiarò qual era la sua volontà per loro, come leggiamo in Genesi 1:28 (VR):
17 “Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra’”.
18. Secondo la volontà di Dio, che cosa non doveva trasmettersi da Adamo ed Eva a tutto il mondo del genere umano?
18 In tal modo si doveva produrre un mondo del genere umano. Non il peccato e l’imperfezione, ma la giustizia e la perfezione umana si dovevano trasmettere da questa prima coppia a tutto il genere umano. Se non avessero peccato, la morte, che è la punizione per il peccato, non sarebbe entrata nel mondo e non sarebbe stata trasmessa a tutta la loro progenie. Dio aveva avvertito Adamo, quando era ancora celibe nel giardino di Eden: “Ma del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai”. — Gen. 2:17, VR.
19. Quale pena era offerta ad Adamo per la peccaminosa disubbidienza, e, se avesse peccato, sarebbe stato per ignoranza?
19 Questo non è un fatto da trascurare. Dio non disse ad Adamo che, se avesse disubbidito al comando divino e fosse morto, non doveva preoccuparsi, in quanto Dio, il suo Padre celeste, avrebbe provveduto ad Adamo un riscatto e l’avrebbe risuscitato dai morti dandogli un’altra opportunità di ottenere la vita eterna sulla terra nel giardino d’Eden. Che voleva dire se Dio avesse offerto ad Adamo tale prospettiva? Essa sarebbe stata un incoraggiamento a peccare quando Adamo fosse stato tentato. Avrebbe indebolito la forza dell’avvertimento di Dio circa la pena di morte per il peccato di disubbidienza a Dio. In armonia con tale fatto, la Bibbia mostra che ad Adamo, se avesse peccato, era offerta solo la morte, senza alcuna speranza di liberazione. Il suo peccato sarebbe stato senza scusa. Se avesse peccato non avrebbe peccato per ignoranza.
20. Perché si poteva attribuire il peccato ad Adamo, e quale sarebbe stata la pena appropriata per ciò?
20 In Romani 5:13 l’apostolo Paolo scrive: “Il peccato non è attribuito a nessuno quando non vi è legge”. Ma a quel tempo, nel giardino d’Eden, v’era una legge chiaramente espressa data dal Supremo Legislatore. Quindi, se Adamo infrangeva quella legge, diveniva peccatore. Il peccato gli sarebbe stato attribuito, ed egli avrebbe giustamente subìto la pena, la morte eterna, la non esistenza nel suolo da cui era stato tratto.
21. (a) Quali due possibilità furono poste dinanzi ad Adamo? (b) Se avessero peccato, quale morte avrebbe potuto esservi per Adamo ed Eva?
21 Conformemente Adamo aveva dinanzi due possibilità, una di vita eterna sulla terra, e l’altra di morte eterna nella polvere del suolo. (Gen. 3:19; 2:7) Oltre a ciò, se Adamo ed Eva avessero peccato prima d’avere figli, non avevano la promessa che la morte immediata sarebbe stata loro risparmiata e che avrebbero potuto vivere abbastanza a lungo per mettere al mondo figli e dare così inizio alla famiglia umana. Perciò la morte di Adamo ed Eva a causa del peccato poteva anche essere una morte senza figli, dato che non era loro promessa una vita prolungata in prigione di nove mesi o più finché nascessero loro figli sotto la condanna della morte.
22. Premeditò Adamo il suo peccato, o come fu indotto Adamo a peccare, e volontariamente?
22 Adamo non premeditò il suo peccato. La Bibbia lo indica. Il grande Tentatore, un angelo decaduto degli invisibili cieli, indusse Adamo a peccare. Prima, con l’inganno, sviò Eva, la moglie di Adamo, facendola trasgredire. Quindi, per mezzo di Eva divenuta peccatrice, il Tentatore indusse Adamo a trasgredire, partecipando al peccato della moglie Eva e acconsentendo al peccato di lei. Quando Adamo si trovò davanti al Giudice Supremo per rispondere del suo peccato, disse: “La donna che tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato del frutto dell’albero, e io n’ho mangiato”. (Gen. 3:12, VR) Adamo, creato a immagine di Dio e secondo la somiglianza di Dio, era abbastanza intelligente da sapere che peccava contro la legge espressamente dichiarata di Dio. Egli agì volontariamente.
23. Secondo 1 Timoteo 2:13, 14, perché Adamo meritò giustamente la morte eterna?
23 Dando la prova che il peccato di Adamo fu volontario, l’apostolo Paolo scrisse: “Adamo fu formato per primo, poi Eva. E Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione”. (1 Tim. 2:13, 14) Perciò Adamo meritava giustamente la morte, la morte eterna, senza alcuna speranza di risurrezione.
24. Secondo Genesi 3:17-19, quale condanna fu pronunciata su Adamo, e offriva la speranza della risurrezione?
24 Allorché il Supremo Giudice condannò Adamo, non attenuò la condanna con la speranza della risurrezione, ma disse ad Adamo: “Perché hai dato ascolto alla voce della tua moglie e hai mangiato del frutto dell’albero circa il quale io t’avevo dato quest’ordine: Non ne mangiare, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto; perché sei polvere, e in polvere ritornerai” — Gen. 3:17-19, VR.
25. Fu offerta qualche speranza ad Adamo con ciò che Dio disse al serpente, in Genesi 3:15?
25 Adamo non comprese allora e non comprese mai ciò che Dio volle dire con le parole che rivolse al serpente. Evidentemente, fu solo al serpente che Dio disse: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno”. (Gen. 3:15, VR) Così Adamo, non comprendendo, si attese la morte eterna.
26. (a) Come vestì Dio i peccatori Adamo ed Eva, e che si può dire di un significato simbolico di ciò? (b) Perché Dio scacciò Adamo dal giardino d’Eden?
26 I peccatori Adamo ed Eva provarono dunque vergogna essendo nudi alla presenza di Dio e l’uno davanti all’altro. Quindi fu un misericordioso atto da parte di Dio quello che è descritto in Genesi 3:21 (VR): “L’Eterno Iddio fece ad Adamo e alla sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì”. Questo robusto indumento sostituì le foglie di fico meno resistenti di cui s’erano coperti. Non c’è bisogno di attribuire un significato simbolico al fatto che Dio li vestì con le pelli di alcuni animali (cervo, orso, capro, pecora, o un altro grosso animale), come se Dio rappresentasse profeticamente che avrebbe coperto il loro peccato volontario mediante un sacrificio propiziatorio, di cui sarebbe stato sparso il sangue. Dio si limitò a vestire meglio Adamo ed Eva prima di cacciarli dal giardino paradisiaco d’Eden, lontani dall’“albero della vita”. Dio cacciò fuori Adamo affinché “non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo”. (Gen. 3:22, 23, VR) Quindi Dio evidentemente scacciò Adamo ed Eva affinché morissero “in perpetuo”.
27. (a) Che cosa indica se Adamo morì come peccatore perdonato? (b) L’Ades o Sceol venne all’esistenza alla sua morte?
27 Nel giardino d’Eden, si pentì forse Adamo e chiese perdono a Dio per sé e per sua moglie? Se no, perché avrebbe Dio coperto Adamo con un indumento di pelle per raffigurare che li avrebbe coperti mediante l’espiazione del peccato? Non v’è neppure un accenno nella Bibbia che Adamo si pentisse e chiedesse la misericordia divina per sé e per sua moglie, neanche riponendo un po’ di fede nel seme promesso della donna che doveva ferire alla testa il serpente. Dopo Genesi 3:20 (VR), dove si legge che “l’uomo pose nome Eva alla sua moglie”, non troviamo nessuno scritto di qualcosa che Adamo dicesse in seguito né di come si sentisse, tranne che diede a uno dei suoi figli il nome Set. Nel racconto della storia di Adamo, si legge semplicemente: “E tutto il tempo che Adamo visse fu novecentotrent’anni; poi morì”. (Gen. 5:1-5, VR) Poiché nulla nella Bibbia dice il contrario, Adamo morì come peccatore volontario. Quando morì, lo Sceol o Ades, che è la comune tomba del morto genere umano nella terra, esisteva già, ma ricevette Adamo?
28. (a) Quando venne all’esistenza lo Sceol o Ades? (b) A quel tempo, parlò Adamo come parlò in seguito Giacobbe, in Genesi 37:35?
28 Lo Sceol o Ades venne all’esistenza al più tardi ottocentoun anni prima della morte di Adamo, poiché il figlio di Adamo, Set, era nato quando Adamo aveva centotrent’anni, e poiché Set fu concepito poco tempo dopo la morte di Abele, che venne ucciso dal fratello maggiore Caino. (Gen. 4:1-11, 25, 26; 5:4) Se non vi furono morti per varie cause prima del martirio di Abele, lo Sceol o Ades venne all’esistenza alla morte di Abele. Abele morì come fedele adoratore e testimone di Geova Dio, e la Bibbia gli promette la risurrezione dai morti. (Ebr. 11:4 fino a 12:3, 24) Ma non è scritto che alla morte e sepoltura di Abele, suo padre Adamo dicesse quello che disse il patriarca Giacobbe alla scomparsa del suo caro figlio Giuseppe: “Scenderò facendo cordoglio da mio figlio nello Sceol [Ades, LXX]!” (Gen. 37:35) È vero che alla sua morte da martire il giusto Abele scese nello Sceol (Ades), ma suo padre Adamo non si congiunse a lui ottocento anni dopo, poiché sia Adamo che Eva andarono nella completa distruzione, raffigurata dalla Geenna.
29. Che cosa può sostenere qualcuno riferendosi alle parole di Eva in Genesi 4:1, ma perché quelle parole erano solo appropriate?
29 Facendo obiezione alla distruzione di Eva, qualcuno menzionerà le parole di Eva secondo cui Dio agiva a suo favore. Per esempio, quando nacque il suo primogenito, ella parlò del nome e dell’aiuto di Dio. Genesi 4:1 (VR) dice: “Or Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: ‘Ho acquistato un uomo, con l’aiuto dell’Eterno [Geova]’”. Ma era giusto che Eva dicesse questo, se si considerano le parole della condanna che Dio pronunciò su di lei a causa del suo peccato: “Io [Geova] moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figliuoli; i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te”. (Gen. 3:16, VR) Geova non pronunciò queste parole per benedire Eva; e non fu certamente mediante il suo potere, con uno sviluppo evoluzionistico, che Eva partorì il suo primo figlio e in seguito altri bambini.
30. In armonia con quelle parole di Eva, che cosa aveva permesso Geova Dio, e che cosa adempiva egli in lei?
30 Inoltre, se Dio avesse subito distrutto Adamo ed Eva invece di farli morire gradualmente dopo molti anni e molte gravidanze di Eva, ella non avrebbe certamente partorito neppure il primo figlio Caino. E se Eva, con le parole che disse quando nacque Caino e quando gli diede il nome, rivelò che pensava d’essere la donna di cui Dio aveva parlato al serpente, si sbagliava di molto. (Gen. 3:15) Dio adempiva soltanto le parole della sua condanna su Eva, cioè di accrescere i dolori della sua gravidanza.
31. Secondo le parole di Eva in Genesi 4:25, la usava Dio come sua prima profetessa, e come influisce 1 Timoteo 2:12-14 sulla risposta?
31 In quanto alle parole che Eva disse dopo la morte di Abele, in Genesi 4:25 (VR) leggiamo: “Adamo conobbe ancora la sua moglie, ed essa partorì un figliuolo, a cui pose nome Set, ‘perché’ ella disse, ‘Iddio m’ha dato un altro figliuolo al posto d’Abele, che Caino ha ucciso’”. Era molto improbabile che Geova Dio usasse in questo caso Eva come sua prima profetessa, in quanto ella era peccatrice sotto la condanna di morte e in quanto era una donna che si poteva ingannare, come disse l’apostolo Paolo in 1 Timoteo 2:12-14: “Non permetto alla donna d’insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Poiché Adamo fu formato per primo, poi Eva. E Adamo [l’uomo] non fu ingannato, ma la donna [Eva] fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione”. Quando Eva mangiò il frutto proibito, rigettò il primo profeta di Dio, Adamo.
32, 33. (a) Il fatto che tutta la linea di discendenza del genere umano risale a Set prova forse che le parole di Eva riguardo a lui erano profetiche? (b) Fu solo Eva a dare un nome a Set, e mostrano le sue parole che ella aveva la prospettiva della salvezza futura?
32 È vero che la linea di discendenza del genere umano risale a Set piuttosto che ad Abele; ma questo non è una prova che Eva pronunciasse una profezia ispirata come profetessa di Dio quando nacque Set e quando gli pose il nome. Potendo vivere più a lungo e non perdendo le sue facoltà riproduttive all’età di centotrent’anni, Eva poté giustamente attribuire a Dio l’aver messo al mondo Set, specialmente tenendo presenti le parole di condanna che Dio le aveva dette. — Gen. 3:16.
33 Eva poté accettare molto appropriatamente il figlio che le nacque subito dopo in sostituzione di Abele e chiamarlo perciò Set che significa “posto; messo; fissato”. Dobbiamo ricordare anche ciò che dice Genesi 5:3 (Ga): “Adamo visse centotrent’anni e poi generò a sua somiglianza un figlio che era come la sua immagine e [Adamo] lo chiamò Set”. Quindi le parole di Eva quando pose nome a Set non si possono usare in modo assoluto per sostenere che Eva parlasse come profetessa e quindi mostrasse di avere la prospettiva della salvezza futura mediante il provvedimento di Dio e non della distruzione.
34. (a) Che cosa indica 1 Timoteo 2:14 circa il fatto che Eva avesse una scusa per essere stata “completamente ingannata”? (b) Ma quale domanda suscitano le successive parole di Paolo in 1 Timoteo 2:14, 15?
34 È vero, come dice l’apostolo Paolo, che Eva “fu completamente ingannata” dal serpente nel giardino d’Eden, ma questo non la scusa, poiché Paolo prosegue dicendo che Eva “si trovò in trasgressione”. Ella era sempre in trasgressione rispetto alla legge di Dio, legge che conosceva molto bene, come indicano le parole che disse al serpente. (1 Tim. 2:14; Gen. 3:1-3) Ma che dire delle successive parole di Paolo? Non dimostrano che almeno Eva sarà salvata, se non anche suo marito Adamo? Paolo dice: “La donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione. Comunque, ella sarà tenuta in salvo per mezzo del parto, purché rimangano in fede e amore e santificazione insieme a sanità di mente”. (1 Tim. 2:14, 15) Ma dicendo: “Comunque, ella sarà tenuta in salvo [o: sarà salvata, VR] per mezzo del parto”, Paolo non si riferisce a Eva. Perché no?
35. Perché Paolo, usando qui il pronome “ella”, non si riferisce a Eva?
35 Paolo aveva appena considerato il posto della donna nella congregazione cristiana. Quindi fece riferimento a Eva solo a questo proposito, per mostrare perché non permetteva alla donna di insegnare nella congregazione. Paolo disse: “La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna d’insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio”. Quindi, dopo aver usato Eva per illustrare la ragione per cui impediva alla donna di insegnare nella congregazione, Paolo si riferisce di nuovo alla “donna” esclusa o alle donne in genere e dice che ella sarà tenuta spiritualmente in salvo “per mezzo del parto”, per mezzo della maternità, anziché insegnando nella congregazione.
36, 37. Quali moderne traduzioni della Bibbia indicano che 1 Timoteo 2:15 non si riferisce a Eva?
36 In armonia con ciò notiamo le seguenti traduzioni moderne di 1 Timoteo 2:15: La Sacra Bibbia di Fulvio Nardoni rende questo versetto così: “Tuttavia ella si salverà mediante la generazione di figli, se essa persevererà nella fede, nella carità e nella santità, con modestia”.
37 La Sacra Bibbia a cura di mons. Garofalo dice: “Si salverà però come madre e procreatrice, purché dimori pudica nella fede e carità e santità”. La Versione di Eusebio Tintori dice: “Ma pure si salverà diventando madre, se rimarrà nella fede e nella carità e nella santità con modestia”. La Sacra Bibbia annotata da Giuseppe Ricciotti dice: “Sarà salvata per la procreazione di figli, purché rimanga nella fede e nella carità e nella santità con modestia”. La Sacra Bibbia, Edizioni Paoline, dice: “Tuttavia ella si salverà mediante la maternità, purché perseveri nella fede, nella carità e nella santità, senza dimenticar la modestia”. — 1 Tim. 2:15.
SI APPLICA IL RISCATTO?
38. Quale domanda suscita 1 Timoteo 2:5, 6 in relazione ad Adamo ed Eva?
38 È chiaro che i versetti biblici sopra considerati applicati a favore di Eva e della sua salvezza sotto il regno di Dio non sono la prova definitiva che sia data a Eva un’altra opportunità per ottenere la vita eterna. Quindi Adamo non trarrà beneficio da nessun argomento che si cerchi di usare a favore di Eva. Comunque, non trarranno sia Adamo che Eva beneficio dal sacrificio di riscatto del Signore Gesù Cristo, “l’ultimo Adamo”? In 1 Timoteo 2:5, 6 l’apostolo Paolo dice: “L’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. Perciò Adamo ed Eva, di cui parla Paolo più avanti nei versetti 13 e 14 di 1 Timoteo 2, non hanno giustamente diritto di ricevere i benefici di questo “riscatto corrispondente”? Molti sostengono di sì.
39, 40. (a) Che cos’è un riscatto, e che cosa disse Gesù a questo riguardo in Matteo 20:28? (b) Quale legge conosceva Gesù che Dio aveva data mediante Mosè circa il riscatto?
39 Un riscatto è una cosa di valore data o pagata a una persona o a un’organizzazione che tiene schiava, soggetta o è in possesso di qualcosa, onde ottenere la liberazione di ciò che è così tenuto. Per quanto riguarda il Signore Gesù Cristo, dando se stesso nella morte di sacrificio, egli diede un “riscatto corrispondente”, che significa che la cosa di valore data corrisponde esattamente alla cosa tenuta, la cosa che si deve liberare, salvare o ricomprare. Secondo Matteo 20:28, Gesù disse: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. Gesù conosceva benissimo la legge di Dio data mediante il mediatore Mosè alla nazione d’Israele, cioè:
40 “Se ne segue una disgrazia, tu pagherai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, ustione per ustione, ferita per ferita . . . Quando un toro [non custodito] . . . causi la morte di un uomo o di una donna, il toro sarà lapidato e anche il padrone [che non ha dato ascolto all’avvertimento] sarà messo a morte; se invece gli è imposto un riscatto, egli dovrà per la salvezza della propria vita pagare tutto ciò che gli sarà imposto”. — Eso. 21:23-30, Ga.
41. Che cosa dovette fare il Figlio di Dio per essere in grado di fornire un “riscatto corrispondente”?
41 Al fine di fornire un “riscatto corrispondente” per il genere umano, il Figlio di Dio che veniva dal cielo doveva divenire un uomo perfetto esattamente come il perfetto Adamo nel giardino d’Eden o corrispondente a lui. A questo scopo nacque come bambino umano da una vergine giudea, Maria, ma Geova Dio continuò a essere suo Padre. In tal modo nacque miracolosamente perfetto e senza peccato; e il peccato di Adamo non gli fu trasmesso. Quando fu divenuto un uomo di trent’anni, allorché fu battezzato in acqua da Giovanni Battista per simboleggiare la sua dedicazione a Dio per compiere la volontà divina, Gesù corrispondeva pienamente sotto l’aspetto umano al perfetto Adamo senza peccato nel giardino d’Eden. Fu così in grado di offrire la sua vita o anima umana come “riscatto corrispondente” per liberare il genere umano dal peccato e dalla pena di morte.
42. Trarranno beneficio i molti discendenti di Adamo ed Eva dal “riscatto corrispondente” di Gesù, e questo riscatto non si applica anzitutto ad Adamo e poi a Eva?
42 La Bibbia insegna chiaramente che i molti discendenti di Adamo ed Eva trarranno beneficio da questo “riscatto corrispondente” di Gesù Cristo e avranno la risurrezione dallo Sceol o Ades per ricevere l’opportunità di ottenere la perfezione umana su una terra paradisiaca. Ma che dire di Adamo ed Eva? Poiché il corpo e l’anima umana di Gesù corrisposero esattamente a quelli del perfetto Adamo in Eden, il “corrispondente riscatto” pagato da Gesù non si applicherebbe anzitutto ad Adamo e in secondo luogo a sua moglie Eva? Non necessariamente!
43, 44. (a) Nell’interesse di chi erano le città di rifugio in Israele, e in che modo? (b) Che cosa diceva questa legge riguardo all’omicida intenzionale, in Numeri 35:18-21, 30-32?
43 Facciamo un’illustrazione: Nella legge di Geova data alla nazione d’Israele mediante il profeta Mosè, Egli stabilì che vi fossero sei “città di rifugio”, in località strategiche o convenienti in tutto il paese d’Israele. In esse poteva rifugiarsi l’uomo che commetteva un omicidio per disgrazia. L’omicida accidentale poteva evitare la pena di morte sfuggendo al vendicatore del sangue e rifugiandosi nella più conveniente città di rifugio e rimanendovi fino alla morte del Levita che serviva a quel tempo come sommo sacerdote di Geova. (Num. 35:9-29) Ma che dire dell’omicida o assassino intenzionale o volontario? Riguardo a ciò, la legge di Dio sulle città di rifugio dice:
44 “L’omicida sia messo a morte. Il vendicatore del sangue che metterà a morte l’omicida, lo metterà a morte quando lo incontrerà. Se uno per odio ha dato una spinta [all’uomo assassinato] oppure gli ha gettato addosso qualcosa con premeditazione e ne ha causato la morte o, se per inimicizia, lo ha colpito con la mano e ne ha causato la morte: colui che ha colpito sia messo a morte. È un omicida. Il vendicatore del sangue metterà a morte l’omicida, quando lo incontrerà”. “In tutti i casi in cui uno colpisce una persona, l’omicida sarà ucciso sulla deposizione dei testimoni; ma la testimonianza di un solo testimonio non basta per sostenere la condanna capitale contro una persona. PER LA VITA DI UN OMICIDA PASSIBILE DI MORTE NON ACCETTERETE RISCATTO, poiché deve esser messo a morte. Non accetterete riscatto per colui [l’omicida accidentale] che, fuggito nella città di rifugio, vuole ritornare ad abitare nella sua terra prima della morte del sacerdote”. — Num. 35:18-21, 30-32, Ga.
45. Come dovremmo considerare il fatto che Geova si rifiutava di accettare il riscatto per l’omicida volontario?
45 Geova Dio, il Datore di ogni vita, aveva diritto, pur rimanendo nei limiti della giustizia, di rifiutare d’accettare il riscatto per l’omicida volontario e di lasciarlo vivere sotto l’ombra protettiva del sommo sacerdote giudaico.
46, 47. (a) Che cosa dicono Romani 5:12-14 e 1 Timoteo 2:14 riguardo ad Adamo quale responsabile? (b) Oltre a essere condannato, che cosa avrebbe potuto eliminare Adamo col suo peccato?
46 È la stessa cosa nelle relazioni fra Dio e Adamo ed Eva. Riguardo ad Adamo quale maggiore responsabile, Romani 5:12-14 dice: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato. . . . Tuttavia, la morte regnò da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo”.
47 Per mezzo di Adamo entrarono nel mondo del genere umano il peccato e la pena di morte. Così Adamo divenne responsabile della peccaminosità e della morte di tutti i suoi discendenti, con tutto il biasimo che ciò ha recato sul santo nome del suo Fattore, Geova Dio. Adamo non fece questo per caso; “Adamo non fu ingannato”. (1 Tim. 2:14) Egli sapeva di trasgredire la legge di Dio che diceva di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Egli sapeva di seguire la condotta che significava morte per mano di Dio, e poteva aspettarsi che gli venisse inflitta la morte proprio in quel giorno di ventiquattro ore prima di avere l’opportunità di divenire padre. In tal modo avrebbe potuto eliminare ogni opportunità di vita, o anche di dar inizio alla vita, per tutti i suoi discendenti. Quando, per immeritata benignità di Dio, Adamo diede inizio alla sua famiglia, vi diede inizio nel peccato e sotto la condanna della morte, senza alcun diritto alla vita.
48. (a) Che cosa si può dire circa il rifiuto di Dio di accettare un riscatto a favore di Adamo? (b) Che dire di ciò rispetto ai discendenti di Adamo ed Eva?
48 Poiché Adamo, malgrado il chiaro avvertimento di Dio, arrecò volontariamente la morte su tutti i suoi discendenti, fu omicida volontario, ed Eva partecipò con lui a questa trasgressione volontaria. Così Geova, agendo in armonia con la sua successiva legge inerente alle israelite “città di rifugio”, si sarebbe rifiutato di accettare qualsiasi riscatto a favore di Adamo e a favore di Eva, non permettendo che fossero inclusi nel ministero del Sommo Sacerdote Gesù Cristo. Ma in quanto alla famiglia umana che discese da loro, Dio poteva giustamente accettare il sacrificio di riscatto del suo Sommo Sacerdote Gesù Cristo a loro favore, perché la loro peccaminosità meritevole di morte era accidentale, non essendo stata voluta da loro ma essendo dovuta alla nascita da Adamo.
49. Che possiamo dire circa i benefici del riscatto e Caino figlio di Adamo?
49 Nel caso di Caino, primo figlio di Adamo, Dio trattiene giustamente i benefici del sacrificio di riscatto di Cristo da lui, perché Dio avvertì direttamente Caino eppure egli assassinò malvagiamente il suo devoto fratello Abele. Sia per Caino che per i suoi genitori Adamo ed Eva non è ragionevole aspettarsi la risurrezione dai morti.
[Immagine a pagina 521]
Adamo ed Eva scacciati dall’Eden