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Corte di giustiziaAusiliario per capire la Bibbia
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amministrare la giustizia per circa tre milioni di persone affidate alla sua cura.
Gli uomini scelti come giudici dovevano essere capaci, fidati, uomini che temevano Geova e odiavano il profitto ingiusto. (Eso. 18:21) Generalmente erano capifamiglia e capitribù, anziani della città in cui fungevano da giudici. I leviti, che erano stati scelti da Geova per essere speciali insegnanti della Legge, prestavano un importante servizio anche come giudici. — Deut. 1:15.
Poiché dovevano essere uomini retti e giudicare secondo la legge di Geova, i giudici rappresentavano Geova stesso. Quindi essere davanti ai giudici era come essere davanti a Geova. (Deut. 1:17; 19:17; Gios. 7:19; II Cron. 19:6) I termini “assemblea” o “congregazione” quasi sempre si riferiscono all’assemblea generale del popolo, ma quando la Bibbia parla di sottoporre un caso al giudizio dell’assemblea o congregazione, come in Numeri 35:12, 24, 25 e Matteo 18:17, si riferisce ai suoi membri rappresentativi, i giudici.
La corte locale si radunava alla porta della città. (Deut. 16:18; 21:19; 22:15, 24; 25:7; Rut 4:1) Per “porta” si intende lo spiazzo all’interno delle mura della città, presso la porta. Qui la legge veniva letta al popolo radunato e venivano proclamati gli editti. Alla porta era facile trovare testimoni per una questione civile, come la vendita di proprietà, ecc., poiché di giorno c’era un gran viavai di gente. Inoltre la pubblicità data a un processo tenuto alla porta avrebbe influito sui giudici inducendoli a essere giusti e diligenti nello svolgimento del processo e nel prendere decisioni. Evidentemente vicino alla porta c’era un posto dove i giudici potevano presiedere comodamente. — Giob. 29:7.
I giudici dovevano essere rispettati, in quanto come tali rappresentavano Geova. (Eso. 22:28; Atti 23:3-5) Quando i sacerdoti, i leviti presso il santuario o il giudice in carica (per esempio, Mosè o Samuele) emanavano un giudizio, la loro decisione era vincolante e chiunque rifiutava di rispettarla era messo a morte. — Deut. 17:8-13.
Se un uomo veniva condannato a essere battuto con le verghe, lo si faceva prostrare davanti al giudice ed era battuto in sua presenza. (Deut. 25:2) La giustizia era prontamente amministrata. Gli unici casi in cui uno era trattenuto per qualche tempo erano quelli in cui la questione era difficile e si doveva attendere il giudizio di Geova. Allora l’accusato era tenuto sotto sorveglianza finché non era presa una decisione. (Lev. 24:12; Num. 15:34) La Legge non prevedeva la detenzione. Solo più tardi, quando la nazione degenerò, e anche in tempi di dominazione gentile, esistevano prigioni. — II Cron. 18:25, 26; Ger. 20:2; 29:26; Esd. 7:26; Atti 5:19; 12:3, 4.
DURANTE IL PERIODO DEI RE
Dopo l’instaurazione del regno in Israele i casi giudiziari più difficili erano presentati al re o al santuario. La Legge, in Deuteronomio 17:18, 19, richiedeva che il re, una volta salito al trono, scrivesse una copia della Legge e vi leggesse ogni giorno, per essere in grado di giudicare casi difficili. Prima di morire Davide nominò seimila leviti qualificati che dovevano essere giudici in Israele. (I Cron. 23:4) Salomone era noto per la sua saggezza nel giudicare. Un caso che lo rese famoso fu quello delle due prostitute che si contendevano il figlio. (I Re 3:16-28) Giosafat compì una riforma religiosa in Giuda e consolidò l’ordinamento giuridico. — II Cron. 19:5-11.
IL SINEDRIO
Il Sinedrio era l’alta corte ebraica di Gerusalemme. Questa alta corte o Grande Sinedrio aveva settantun membri. All’epoca del ministero terreno di Gesù erano inclusi fra questi il sommo sacerdote in carica e altri che avevano già ricoperto l’incarico di sommo sacerdote (alcuni dei quali potevano essere in vita nello stesso tempo, dato che sotto la dominazione romana questa era diventata una carica elettiva). Erano inclusi anche familiari del sommo sacerdote, anziani, capitribù e capifamiglia, e scribi, uomini versati nella legge. (Atti 4:5, 6) Costoro appartenevano alle sette dei farisei e dei sadducei. (Atti 23:6) Il capo e presidente del Sinedrio era il sommo sacerdote, che convocava l’assemblea.
Probabilmente il Sinedrio fu istituito all’epoca della dominazione greca sulla Palestina. Sotto la dominazione romana il Sinedrio aveva molto potere sugli ebrei, tanto che la sua autorità religiosa era riconosciuta anche dagli ebrei della Diaspora. (Vedi Atti 9:1, 2). Ma non aveva più l’autorità di infliggere la pena capitale, a meno che non avesse l’autorizzazione del procuratore romano. (Giov. 18:31) Dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. il Sinedrio venne abolito.
LA CONGREGAZIONE CRISTIANA
La congregazione cristiana, pur non essendo un tribunale avente autorità secolare, può prendere provvedimenti contro propri componenti che si comportano male e hanno bisogno di disciplina spirituale e può anche espellerli dalla congregazione stessa. Perciò l’apostolo Paolo dice alla congregazione, cioè ai suoi membri rappresentativi che hanno incarichi di sorveglianza, di giudicare quelli all’interno dell’organizzazione. (I Cor. 5:12, 13) Scrivendo alle congregazioni e ai sorveglianti sia Paolo che Pietro sottolineano che gli anziani dovrebbero prestare molta attenzione alla condizione spirituale della congregazione e dovrebbero aiutare e ammonire chiunque faccia un passo falso o poco saggio. (II Tim. 4:2; I Piet. 5:1, 2) Coloro che causano divisioni o sette devono essere consigliati una prima e una seconda volta prima che la congregazione prenda provvedimenti. (Tito 3:10, 11) Chi insiste nel praticare il peccato dev’essere rimosso, espulso dalla congregazione. Paolo dà istruzioni a quegli uomini che, nella congregazione, hanno la responsabilità di agire in qualità di giudici (I Cor. 6:1-5) affinché tengano un’adunanza per esaminare casi del genere. (I Cor. 5:4) Devono accettare l’accusa come vera solo quando ci sono due o tre testimoni, valutando le prove senza pregiudizi, non facendo nulla secondo un’idea peconcetta. — I Tim. 5:19, 21; vedi ESPULSIONE.
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CorvoAusiliario per capire la Bibbia
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Corvo
[ebr. ʽorèv, gr. kòrax].
Il primo uccello menzionato per nome nella Bibbia è il corvo (Corvus corax). (Gen. 8:7) I lessicografi sono incerti se il nome ebraico si riferisca al colore nero dell’uccello (mettendolo in relazione col verbo ebraico ‘aràv, che significa divenir sera e quindi diventare scuro), o se imiti il rauco gracchiare caratteristico dell’uccello.
Il più grosso degli uccelli passeriformi, il corvo è lungo anche 60 cm con un’apertura alare di un metro circa. Il piumaggio nero e lucente (Cant. 5:11) ha sfumature iridescenti che danno sul viola e sul blu metallico, con la parte inferiore che a volte tende al verde. La sua dieta è estremamente varia, infatti mangia qualunque cosa da noci, bacche e cereali a roditori, rettili, pesci e uccellini. Anche
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