Geova nostro Dio, giusto e retto
“Un Dio di fedeltà, . . . giusto e retto”. — Deut. 32:4.
1, 2. (a) Quale descrizione fa la Bibbia di Geova come Giudice? (b) Quali potrebbero essere i nostri sentimenti al riguardo, e perché?
RIGUARDO a Geova Dio, molto tempo fa un salmista ebreo cantò: “Egli ama giustizia e rettitudine”. E in un altro salmo leggiamo: “So bene, o Geova, che le tue decisioni giudiziarie sono giustizia”. Benché queste espressioni risalgano a molti secoli fa, non suscitano il vostro interesse? Non è soddisfacente e rassicurante pensare che il Creatore, la suprema autorità dell’universo, “ama giustizia e rettitudine”? — Sal. 33:5; 119:75.
2 Una ragione per cui proviamo tali sentimenti è senz’altro che ognuno di noi ha subìto qualche torto o ingiustizia. Forse siete stati trattati ingiustamente a causa di nazionalità, razza o condizione sociale. O forse siete stati trattati slealmente a scuola, sul lavoro o nel quartiere. E quante volte sentiamo di ingiustizie perpetrate da persone che detengono una certa autorità!
3, 4. Come possiamo paragonare questo con i sistemi di molti giudici umani, così che sorgono quali domande?
3 Gesù comprese come si sentivano le persone essendo trattate in questo modo. Questo è provato dalla descrizione che fece in una delle sue illustrazioni nella quale parlò di un giudice che evidentemente era stato nominato dai Romani. Com’era questo giudice? Anziché essere una persona a cui potersi rivolgere con la fiducia d’essere trattati giustamente, era “ingiusto”. Infatti, nella descrizione il giudice rende infine giustizia a una vedova giudea solo perché ella continuava a importunarlo. — Luca 18:1-6.
4 Come vi sentireste nei confronti di un simile giudice? Ecco un uomo che dovrebbe emanare decisioni giuste, ma che esita. Quale piacevole contrasto presenta il Giudice che è veracemente descritto come uno che “ama giustizia e rettitudine”! Ma considerate: È vero che il salmista disse questo di Geova, però ne siete convinti voi? Saprete che alcuni affermano che Dio non è giusto e retto. Qualcuno vi ha espresso tale opinione? Influisce essa su ciò che pensate di Dio? Potreste fornire convincenti ragioni per mostrare che siete d’accordo col salmista?
5. Quali aspetti della giustizia e della rettitudine di Dio hanno turbato alcuni?
5 Ci sono poi alcuni che s’interessano della Parola e dei propositi di Dio ma che sono turbati dalle domande che gettano un’ombra di dubbio sulla loro fiducia nella giustizia e nella rettitudine di Geova. Per esempio, si chiedono come tutti avranno l’opportunità di udire e accettare o respingere il messaggio del Regno nel breve tempo che rimane prima che la “grande tribolazione” ponga fine a questo sistema di cose malvagio. (Matt. 24:21) Un altro soggetto discusso è se certi parenti o uomini abietti dei tempi moderni e altri saranno destati dai morti nel Nuovo Ordine o no. Alcuni sono in ansia per i privilegi che Dio concederà nel Nuovo Ordine, particolarmente riguardo al matrimonio e alla famiglia. Riguardo a tali cose, siete turbati o avete fiducia che Geova farà quello che è giusto e retto?
6. Che cosa significa essere “giusto” e “retto”?
6 Che cosa vuol dire essere giusto e retto? Senza dare definizioni prolisse e legalistiche si può dire questo: “Giusto” è colui che fa ciò che è corretto e morale, colui che è virtuoso, esente da colpa. In relazione con ciò, “retto” è colui che amministra con imparzialità ciò che è giusto ed equo. Quindi la seguente descrizione di Geova è senz’altro molto significativa: “Un Dio di fedeltà, presso cui non è ingiustizia; egli è giusto e retto”. — Deut. 32:4.
CONSIDERATE LA TESTIMONIANZA
7. Quale testimonianza è appropriato esaminare?
7 Un famoso avvocato disse una volta: “La giustizia non esiste, né in tribunale né fuori”. L’esperienza che si era fatto nella professione legale, insieme alla testimonianza di altri, lo avevano portato a convincersi di questo fatto. Anche se questo in genere è vero nel mondo, che cosa ha mostrato l’esperienza riguardo a Geova? Consideriamo alcune prove, la testimonianza di persone che hanno avuto a che fare personalmente con Lui.
8, 9. (a) Che parte ebbe Abraamo in una questione giudiziaria divina? (b) Come reagì egli alla situazione?
8 Anche prima che si cominciasse a scrivere la Bibbia, uomini di fede si espressero riguardo alla giustizia e alla rettitudine di Dio. Abraamo è un caso pertinente. Per comando di Dio era partito dalla città mesopotamica di Ur ed era divenuto un residente errante nel paese di Canaan. (Gen. 12:1-5; Ebr. 11:8) Suo nipote Lot si stabilì vicino alla città di Sodoma. In seguito Abraamo fu visitato da un angelo che rappresentava Geova. L’angelo disse che avrebbe fatto un’ispezione giudiziaria a Sodoma e Gomorra a causa del grido che si levava per il peccato degli abitanti. (Gen. 18:20, 21) È da notare che l’angelo non disse che era già stata decisa una precisa azione giudiziaria. Egli sarebbe andato “a vedere se agiscono del tutto secondo il grido” e il lamento. Come accolse Abraamo queste informazioni?
9 Interessandosi della possibilità che gli abitanti di Sodoma, incluso Lot, fossero risparmiati, Abraamo chiese supplichevolmente cosa poteva accadere. Il racconto di Genesi 18:23-25 cita Abraamo: “Realmente spazzerai tu via il giusto col malvagio? Supponi che ci siano cinquanta giusti nel mezzo della città. Li spazzerai dunque via e non perdonerai il luogo per amore dei cinquanta giusti che sono dentro di essa? È impensabile da parte tua che tu agisca in questa maniera per mettere a morte il giusto col malvagio così che debba avvenire al giusto come al malvagio! È impensabile da parte tua. Non farà il Giudice di tutta la terra ciò che è giusto?” Poi, cercando di determinare il numero minimo di giusti che dovevano esserci nella città perché fosse risparmiata, Abraamo chiese: E se ci fossero quarantacinque, o quaranta, o trenta, o venti, o anche solo dieci giusti? — Gen. 18:26-33.
10, 11. Credette Abraamo che Geova avrebbe agito male?
10 Abraamo non sapeva, come invece sappiamo noi, che non c’era neanche quel determinato numero di abitanti “giusti”, che si sforzassero cioè di fare ciò che è morale, virtuoso e retto. Ma quando Abraamo disse: “Non farà il Giudice di tutta la terra ciò che è giusto?” volle egli dire che metteva seriamente in dubbio la giustizia di Dio e che temeva che agisse ingiustamente?
11 Niente affatto. Al contrario tutto indica che Abraamo, in considerazione di quello che sapeva della personalità di Geova, non poteva proprio pensare che il Creatore avrebbe distrutto il malvagio e il giusto. Per Abraamo, questo era “impensabile”, inconcepibile. Abraamo conosceva Dio troppo bene per pensare una cosa simile. Come indica l’apostolo Paolo in Ebrei capitolo 11, Abraamo sapeva che Geova è “il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. Egli confidava che Dio non avrebbe trattato quelli che volevano fare il bene nello stesso modo dei malvagi. Ma come poteva saperlo?
12. Perché Abraamo poté avere fiducia nell’operato di Geova?
12 Anzitutto Abraamo sapeva quello che Geova aveva fatto nel suo caso. Agendo con fede, Abraamo aveva ubbidito ed era partito da Ur. Se n’era Dio dimenticato? No, aveva benedetto e fatto prosperare Abraamo. (Gen. 12:16; 13:2) In Egitto Geova aveva protetto la moglie di Abraamo affinché non fosse violata da Faraone. (Gen. 12:17-20) In seguito, con l’aiuto di Dio, Abraamo aveva potuto riportare la vittoria su quattro re che avevano ‘sequestrato’ suo nipote Lot. (Gen. 14:14-20) Sì, conosceva Dio per esperienza.
13. Che effetto avrebbero avuto le passate azioni di Dio?
13 Abraamo però aveva altre ragioni ancora per credere che Geova è giusto e retto. Dio aveva avuto a che fare con altri vissuti prima di Abraamo. Per esempio, prima del diluvio, Noè antenato di Abraamo era vissuto con la sua famiglia in un mondo di persone di cui è detto: “Ogni inclinazione dei pensieri del [loro] cuore era solo male in ogni tempo”. (Gen. 6:5-7, 11, 12) Quando Dio pose fine a quel mondo di violenti, che cosa accadde a Noè, uomo che “si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei”? (Gen. 6:9, 13) Dio spazzò via il giusto Noè e la sua famiglia insieme ai malvagi? No di certo, e Abraamo lo sapeva! — 2 Piet. 2:5.
14. A quale conclusione avrebbe fatto pervenire questa evidenza?
14 Così quando ad Abraamo si presentò questa situazione apparentemente incerta, in quanto a se Dio avrebbe trattato allo stesso modo i giusti e i malvagi di Sodoma, aveva molte informazioni su cui basare il proprio modo di pensare. Trasse egli la conclusione corretta quando disse che era “impensabile” che il giusto Giudice trattasse allo stesso modo entrambe le classi di persone? Certo! Sodoma e le città circostanti furono distrutte. Ma Geova fece in modo che il “giusto Lot” avesse l’opportunità di scampare insieme alla sua famiglia. — 2 Piet. 2:7, 8; Gen. 19:21-29.
15. Perché questo ci interessa?
15 Che fareste voi se vi fosse posta la domanda su come Dio potrebbe risolvere in futuro una situazione che riguarda la vita dei giusti e dei malvagi? Sapete come Dio trattò Noè e Abraamo. Vedete che Dio fece ciò che è giusto e retto. Influirà questo sulla vostra valutazione di ciò che potreste aspettarvi da Dio in tale situazione che deve ancora verificarsi? Ignorerete la testimonianza della Bibbia o modellerete correttamente il vostro pensiero in base ad essa?
CI VUOLE MODESTIA
16, 17. Perché dobbiamo essere modesti a questo riguardo?
16 Conoscendo dal racconto biblico l’assoluta depravazione dei pervertiti abitanti di Sodoma e Gomorra, possiamo capire perché si levò un grido a motivo dei loro peccati. E possiamo convenire che Dio agiva con giustizia e rettitudine ponendo loro fine. (Gen. 19:4-11; Rom. 1:26-28, 32) Ma che dire se qualcuno non conosce tutti i fatti, e forse pensa che gli abitanti erano persone normali e apparentemente innocenti? Se gli dicessero che Dio distrusse le città con fuoco e zolfo, potrebbe trarre una conclusione affrettata e inesatta riguardo al Creatore.
17 Questo dovrebbe sottolineare la necessità d’essere modesti quando traiamo conclusioni sulle opere di Dio. Proverbi 11:2 dice che “la sapienza è coi modesti”, e questo è vero senz’altro in tale questione. Sarebbe saggio che un semplice uomo, il quale probabilmente non conosce i fatti essenziali su qualche passata azione di Dio, si erigesse a giudice e quindi condannasse “il Giudice di tutta la terra”? Un altro proverbio dichiara: “Quando chiunque risponde a una questione prima d’averla udita, questo da parte sua è stoltezza e umiliazione”. (Prov. 18:13) Chi conoscesse solo alcuni particolari e ignorasse specialmente i fatti e i princìpi inerenti più importanti, non si comporterebbe proprio così se concludesse che “il Giudice di tutta la terra” agì ingiustamente?
18. Che cosa causò le gravi difficoltà di Giobbe?
18 Questo fatto potrebbe essere illustrato ulteriormente con il racconto biblico di Giobbe. A insaputa di Giobbe e dei suoi tre compagni che in seguito lo consigliarono, Satana sfidò Geova riguardo all’integrità di Giobbe. Geova ebbe fiducia nell’amorevole lealtà di Giobbe, quindi permise a Satana di causare a Giobbe una serie di guai. Giobbe fu privato dei suoi beni. I guardiani dei suoi greggi e del suo bestiame furono uccisi da predoni. I suoi figli e le sue figlie perirono in un’eccezionale tempesta. Poi Giobbe fu colpito da gravi malattie fisiche, e perfino sua moglie lo biasimò. (Giob. 1:6-19; 2:1-9) Come si sarebbero comportati Giobbe e altri? Come vi sareste comportati voi? Che cosa avreste pensato di Dio?
19. Come reagì Giobbe? Ma che dire dei suoi tre compagni?
19 Benché deciso a essere leale a Dio, Giobbe non capì perché soffriva. Difendendo la propria giustizia, disse che Dio aveva diritto di affliggere il giusto come il malvagio. (Giob. 32:2; 10:7; 16:17; 23:11; 33:8-12) Naturalmente ora sappiamo che in questo Giobbe ‘parlava senza conoscenza’, poiché era Satana e non Geova ad affliggerlo. (Giob. 34:35) Quale atteggiamento assunsero i compagni di Giobbe? Diedero una risposta stolta e presuntuosa non essendo a conoscenza dei fatti. Accusarono Dio di non interessarsi dell’integrità dell’uomo. (Giob. 4:17-19; 15:15, 16) E in effetti condannarono i figli di Giobbe come se fossero stati peccatori e asserirono che Geova li aveva uccisi. (Giob. 8:3, 4, 20) Sì, la Bibbia dice correttamente che in effetti gli argomenti dei compagni di Giobbe ‘dichiararono Dio malvagio’. — Giob. 32:3.
20. (a) Come dovrebbe influire questo esempio sul modo in cui consideriamo certi racconti biblici? (b) Quale dovrebbe essere la nostra reazione?
20 Oggi siamo in grado di studiare il racconto completo, e non ci è difficile vedere quanto fosse errata la maniera in cui quei compagni considerarono il modo di agire di Dio. Ma che dire di altri racconti biblici su cui forse non abbiamo tante informazioni? Quando ad esempio leggiamo nella Bibbia che Geova o altri dietro suo comando giustiziarono certi popoli, città o nazioni malvage, imiteremo i compagni di Giobbe e ‘dichiareremo Dio malvagio’? (Deut. 9:1-5) Siamo molto più saggi e modesti concludendo che, anche se non conosciamo tutti i fatti o tutti i princìpi in questione, quello che avvenne dové essere in armonia col fatto che Geova “ama giustizia e rettitudine”. (Deut. 7:2, 23-26; Lev. 18:21-27) Questa fu la convinzione di Eliu, un giovane che corresse Giobbe e i suoi compagni. Eliu proclamò: “Lungi sia dal vero Dio l’agire malvagiamente, e dall’Onnipotente l’agire ingiustamente! Sì, infatti Dio stesso non agisce malvagiamente, e l’Onnipotente stesso non perverte il giudizio”. — Giob. 34:10, 12.
GIUSTO E RETTO VERSO TUTTI
21, 22. In quale modo significativo la giustizia e la rettitudine di Geova differiscono dal modo in cui agiscono molti uomini?
21 Fino a che punto arrivano la giustizia e la rettitudine di Geova? Si può attendere che siano manifestate in ugual misura sempre e a tutti? Abbiamo motivo di preoccuparcene, perché quando gli uomini sono investiti d’autorità o occupano un’alta carica, il modo in cui vi trattano dipende spesso da “chi siete”. Forse chiudono un occhio sul male commesso dalla persona ricca e importante, la perdonano o infliggono una pena leggera, mentre è più probabile che la persona povera e insignificante sia punita con severità. Non l’avete osservato? Ma che dire di Geova?
22 I commenti di Eliu ci forniscono la risposta. Notate che Eliu, descrivendo Geova, non limitò le sue osservazioni a come Dio aveva trattato Giobbe. Egli fece una dichiarazione generale: “Dio stesso non agisce malvagiamente, e l’Onnipotente stesso non perverte il giudizio”. Poi Eliu aggiunse che Geova “non ha mostrato parzialità ai principi e non ha prestato più considerazione al nobile che al misero, poiché son tutti opera delle sue mani”. — Giob. 34:12, 19.
23. Come la legge mosaica conferma questo fatto?
23 Si può confermare questo fatto notando un aspetto della legge che Geova diede agli Israeliti. Stabilendo che vi fossero giudici umani per risolvere i problemi e occuparsi della possibile cattiva condotta dei singoli, Geova comandò ai giudici: “Non dovete essere parziali nel giudizio. Dovreste udire il piccolo come il grande”. (Deut. 1:17; 16:18-20) Era richiesto ciò solo per evitare una causa di agitazione? No, era necessario perché in tal modo questi giudici avrebbero debitamente rispecchiato le caratteristiche del loro Dio. Leggiamo: “Non per l’uomo giudicate ma per Geova; ed egli è con voi nella faccenda del giudizio. . . . Poiché presso Geova nostro Dio non c’è nessuna ingiustizia né parzialità né accettazione di regalo”. — 2 Cron. 19:6, 7; Eso. 23:6, 7.
24. In che cosa possiamo quindi avere fiducia?
24 Questa testimonianza sull’imparziale giustizia e rettitudine di Geova non è forse rassicurante, e non ci dà un’indicazione di come tratterà noi? Dovremmo pure considerarla una prova che anche nelle cose che devono ancora accadere possiamo essere sicuri che agirà secondo le norme che ha stabilite e seguite in passato.
IL NOSTRO SENSO DI GIUSTIZIA E RETTITUDINE
25. Quale testimonianza rende riguardo a Geova il nostro “senso” interiore?
25 Un’altra prova della giustizia e rettitudine di Dio che possiamo considerare riguarda un nostro senso interiore. La Bibbia dice che l’uomo fu fatto a immagine di Dio. (Gen. 1:27) Questo non si riferisce alla Sua forma fisica, poiché Egli è spirito e noi siamo carne. Piuttosto, come mostra Colossesi 3:10, questa “immagine” riguarda la personalità o le qualità. Dio creò Adamo con qualità che Egli stesso ha, fra cui amore, rettitudine, giustizia e sapienza. Anche se siamo imperfetti e lungi dal perfetto Adamo, la maggioranza degli uomini riflette in una certa misura queste qualità divine, così come gli uomini in tutta la terra manifestano una certa coscienza o senso morale. (Rom. 2:14, 15) Stando così le cose, il nostro stesso senso di rettitudine e giustizia dovrebbe essere un motivo per aver fiducia che Dio ha e manifesta queste qualità, ma in misura assai superiore a noi uomini.
26, 27. Come si può illustrare questo con l’insegnamento dell’inferno di fuoco?
26 Per illustrare come opera questo “senso”, considerate come reagiscono molti — forse anche noi — all’insegnamento dell’inferno di fuoco. Specialmente in passato, molte chiese insegnavano che le anime dei malvagi sono tormentate per sempre nell’inferno. La Bibbia non sostiene tale idea, poiché dichiara che i morti sono inconsci e che la maggioranza dei morti tornerà a vivere mediante la risurrezione. (Eccl. 9:5, 10; Ezec. 18:4; Giov. 5:28, 29; 11:11-14) Ma anche senza sapere quello che dice la Bibbia, la dottrina dell’inferno di fuoco ripugna a molti. Non possono accettarla neppure se è la loro chiesa a insegnarla. È contraria alla loro natura. Non possono credere che un Dio d’amore, di rettitudine e giustizia prenderebbe qualcuno che è stato cattivo, diciamo, per sessant’anni e lo tormenterebbe per sempre infliggendogli atroci sofferenze. E molti hanno provato sollievo apprendendo che il loro senso di rettitudine e giustizia è confermato dalla Parola di Dio.
27 Il fatto stesso che noi uomini, che riflettiamo solo imperfettamente l’“immagine” di Dio, sentiamo l’impellente desiderio di veder fare ciò che è giusto e retto, dovrebbe accrescere la nostra certezza che Geova stesso è guidato da tali qualità.
28. Perché dobbiamo essere cauti circa quella che consideriamo la condotta giusta?
28 D’altra parte il fatto che riconosciamo d’essere imperfetti dovrebbe indurci a badare che questo “senso” non sia alterato e non ci faccia trarre conclusioni errate. Se il proprio senso di ciò che è giusto e retto viene falsato dall’imperfezione, si è come una persona che guarda attraverso un pannello di vetro ondulato. Per quanto voglia vedere chiaramente quello che c’è dall’altra parte, l’immagine che giunge ai suoi occhi è alterata dall’imperfezione del vetro.
29, 30. (a) Che cosa hanno concluso alcuni riguardo alla salvezza? (b) Ma che cosa insegna la Bibbia?
29 Quando consideriamo la giustizia e la rettitudine delle opere di Dio può accadere qualcosa di simile e questo lo si comprende da ciò che sono stati indotti a credere alcuni. Spinti dal loro senso di compassione, giustizia e rettitudine, e convinti che se essi nutrono questi sentimenti Dio deve senz’altro nutrirli in misura anche maggiore, hanno insegnato la dottrina della salvezza universale. Ragionano che Dio sarebbe iniquo e ingiusto lasciando perire in eterno gli uomini imperfetti. Quindi pensano che, sulla base del sacrificio di Cristo, Dio perdonerà ogni uomo che sia vissuto. Difatti arrivano al punto di dire che Dio perdonerà perfino Satana il Diavolo!
30 Sebbene questa dottrina possa ‘toccare una corda sensibile’ nelle emozioni e nei sentimenti di alcuni, essa non è in armonia con ciò che Geova stesso dice nella sua Parola. La Bibbia ci permette di capire chiaramente la Sua veduta, che non è distorta dall’imperfezione umana. Pertanto, di chi pecca e bestemmia contro lo spirito santo la Bibbia dice: “Non sarà perdonato, no, né in questo sistema di cose né in quello avvenire”. (Matt. 12:32) E ai cristiani ebrei l’apostolo Paolo scrisse: “Se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio”. (Ebr. 10:26, 27) Sì, le Scritture mostrano chiaramente che alcuni uomini non otterranno la salvezza eterna. Gesù infatti disse: “Chi esercita fede nel Figlio ha vita eterna; chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”. — Giov. 3:36; Rom. 2:7, 8.
31. Oltre al nostro “senso” di giustizia, che cos’altro occorre e perché?
31 Quindi possiamo capire che il pensiero umano basato sul nostro “senso” di giustizia e rettitudine deve essere equilibrato e guidato da ciò che Geova stesso dice. Come possiamo essere grati che vi siano abbondanti testimonianze e prove secondo cui Dio “ama giustizia e rettitudine”! (Sal. 33:5) E dovremmo essere maggiormente grati sapendo che il suo esercizio di queste qualità non può essere alterato dall’imperfezione. In ogni modo, in ogni tempo e con tutti, Egli fa ciò che è perfetto e secondo la conoscenza, la sapienza e l’amore di cui abbonda. Potremo sempre dire: “So bene, o Geova, che le tue decisioni giudiziarie sono giustizia”. — Sal. 119:75; Rom. 11:33-36.
32. Quali aspetti possiamo quindi considerare?
32 Questa fiducia dovrebbe certamente influire sul nostro modo di pensare quando ci poniamo domande su ciò che Dio farà in futuro, domande come quelle già menzionate riguardo alla portata della predicazione del Regno, alla risurrezione e al matrimonio nel Nuovo Ordine. Nell’articolo che segue, quindi, considereremo questi soggetti alla luce della Bibbia e con la piena certezza che il nostro Dio è giusto e retto.
[Riquadro/Immagini a pagina 691]
GEOVA, IL GIUDICE DI TUTTA LA TERRA, FA CIÒ CHE È GIUSTO
Dio ricompensò l’ubbidienza di Abraamo facendolo prosperare
Dio liberò Lot quando distrusse Sodoma
Dio risparmiò Noè e la sua famiglia quando distrusse i malvagi
[Immagine a pagina 693]
Eliu corresse Giobbe e i suoi compagni dicendo: “Lungi sia dal vero Dio l’agire malvagiamente, e dall’Onnipotente l’agire ingiustamente!”