-
GhilgalAusiliario per capire la Bibbia
-
-
4:38-41) Forse questa o un’altra Ghilgal ancora è quella descritta in Deuteronomio 11:29, 30, di fronte al monte Gherizim e al monte Ebal.
Successivamente questa città (o forse quella al n. 1) divenne un centro di falsa adorazione. (Osea 4:15; 9:15; 12:11) Geova, prevedendo che il regno settentrionale sarebbe finito in esilio, per mezzo del profeta Amos dice sprezzantemente agli israeliti incorreggibili di ‘commettere di frequente trasgressione’ a Ghilgal, predicendo l’esilio anche per gli abitanti di quella città. — Amos 4:4; 5:5.
-
-
GhiottoneAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Ghiottone
Persona egoista, avida, che va agli eccessi, specie nel mangiare. Qualsiasi forma di ghiottoneria è diametralmente opposta ai precetti e ai principi biblici. — Prov. 28:7; 23:20, 21.
La legge mosaica colpiva il problema alla radice in quanto i genitori di un figlio incorreggibile che era ghiotto e ubriacone dovevano portarlo dagli anziani della città, i quali lo facevano lapidare. — Deut. 21:18-21.
Nel tentativo di screditare Gesù Cristo, una delle calunniose accuse con cui gli oppositori si scagliarono contro di lui fu: “Ecco, un ghiottone e un bevitor di vino”. Gesù confutò molto semplicemente la falsa accusa dicendo: “Che la sapienza sia giusta è provato dalle sue opere” o “da tutti i suoi figli”. (Matt. 11:19; Luca 7:34, 35) Gesù diceva in altre parole: ‘osservate la mia condotta e le mie giuste opere e riconoscerete che l’accusa è falsa’.
Certo la ghiottoneria è fuori luogo nella congregazione cristiana, e l’apostolo Paolo volle assicurarsi che non vi si insinuasse. Perciò nel lasciare Tito a Creta a curare la giovane organizzazione cristiana locale, egli ricordò che uno degli stessi profeti di Creta (forse Epimenide, poeta cretese del VI secolo a.E.V.) aveva detto: “I Cretesi sono sempre bugiardi, dannose bestie selvagge, ghiottoni disoccupati”. Quindi i sorveglianti che Tito avrebbe nominati, diceva Paolo, dovevano essere uomini liberi da ogni accusa del genere, non avidi né ubriaconi, ma uomini in grado di padroneggiarsi. — Tito 1:5-12.
Pur non essendo una delle “opere della carne” menzionate separatamente, la ghiottoneria spesso accompagna l’ubriachezza, le gozzoviglie “e simili”, ed è certo inclusa in tali cose di cui viene detto che quelli che le praticano “non erediteranno il regno di Dio”. (Gal. 5:19, 21) La moderazione nel mangiare, come in tutte le altre attività, è una virtù cristiana. — I Tim. 3:2, 11.
-
-
GhirlandaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Ghirlanda
Il termine ebraico tsephiràh (tradotto “ghirlanda” [NW], “serto” [NM] o “diadema” in molte versioni) è usato in senso simbolico in una profezia del giudizio di Geova su Samaria, la capitale di Efraim, il regno delle dieci tribù d’Israele. Samaria era in quel tempo piena di “ubriaconi” politici, ebbri dell’indipendenza da Giuda del regno settentrionale e delle sue alleanze politiche con la Siria e altri nemici del regno di Geova in Giuda. (Vedi Isaia 7:3-9). E come gli ubriaconi durante le bisbocce portavano sulla testa ghirlande di fiori, così Samaria portava la ghirlanda o il serto di tale potere politico. Era un adornamento di bellezza, ma sarebbe scomparso come un fiore che appassisce. Allora Geova sarebbe diventato per i rimanenti del suo popolo una corona ornamentale e una ghirlanda di bellezza. — Isa. 28:1-5.
Nelle Scritture Greche Cristiane il plurale del termine greco stèmma, “ghirlanda”, ricorre in Atti 14:13. Come viene riferito, il sacerdote di Zeus a Listra portò tori e ghirlande alle porte della città per offrire sacrifici, perché il popolo supponeva che Paolo e Barnaba fossero dèi. Può darsi che intendessero mettere le ghirlande sul capo di Paolo e di Barnaba, come si faceva a volte agli idoli, oppure su se stessi e sugli animali da immolare. Tali ghirlande in genere erano di foglie ritenute piacevoli al dio che veniva adorato. — Atti 14:8-18.
-
-
GiacintoAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Giacinto
(giacìnto) [gr. hyàkinthos].
Pietra semipreziosa di colore blu intenso; il termine si riferiva prevalentemente a un fiore, forse al giaggiolo blu scuro. In Rivelazione capitolo 21 viene descritta la Nuova Gerusalemme vista in visione dall’apostolo Giovanni, ed è precisato che l’undicesima delle sue pietre di fondamenta è giacinto (v. 20).
Il blu giacinto (giacintino) è uno dei colori delle corazze dei celesti eserciti di cavalleria descritti in Rivelazione 9:16, 17. Probabilmente tali corazze erano indossate da coloro che cavalcavano i cavalli. Gli altri due colori sono rosso fuoco e giallo zolfo. Poiché viene dichiarato che dalla bocca dei cavalli usciva fuoco, fumo e zolfo, il blu giacinto può rappresentare l’oscurità del fumo, che, insieme a fuoco e zolfo, può essere micidiale.
-
-
GiacobbeAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Giacobbe
(Giacòbbe) [che afferra il calcagno; soppiantatore].
Figlio di Isacco e Rebecca, e fratello gemello minore di Esaù. I genitori di Giacobbe erano già sposati da vent’anni quando nel 1858 a.E.V. nacquero questi gemelli, i loro unici figli. Isacco aveva allora sessant’anni. Perciò, come nel caso di Abraamo, le preghiere di Isacco per avere una progenie furono esaudite solo dopo che la sua pazienza e la sua fede nelle promesse di Dio erano state pienamente provate. — Gen. 25:20, 21, 26; Rom. 9:7-10.
Durante la gravidanza Rebecca era afflitta perché i gemelli lottavano dentro di lei; questo, spiegò Geova, era l’inizio di due nazioni ostili. Inoltre Geova dichiarò che contrariamente alla consuetudine il maggiore avrebbe servito il minore. Infatti alla nascita Giacobbe, il secondo nato, teneva il calcagno di Esaù; per questo fu chiamato Giacobbe, che significa “che afferra il calcagno”. (Gen. 25:22-26) Geova dimostrò così la sua capacità di scoprire la tendenza genetica del nascituro e di esercitare la sua preconoscenza e il diritto di decidere in anticipo chi scegliere per i suoi propositi, senza però determinare in alcun modo il destino finale dei singoli. — Rom. 9:10-12; Osea 12:3.
A differenza di Esaù, il figlio prediletto dal padre, che era un indomito, inquieto cacciatore vagabondo, Giacobbe è descritto come “un uomo irriprovevole [ebr. tam], che dimorava in tende”, conduceva la vita tranquilla del pastore, era fidato nell’occuparsi di tutto ciò che riguardava la famiglia ed era il figlio particolarmente amato dalla madre. (Gen. 25:27, 28) Altre volte il termine ebraico tam è usato per descrivere quelli che Dio approva. Per esempio, “gli uomini assetati di sangue odiano ogni irriprovevole [ebr. tam]”, eppure Geova assicura che “il futuro di tal uomo [irriprovevole] sarà pacifico”. (Prov. 29:10; Sal. 37:37) Il fedele Giobbe “si mostrava irriprovevole [ebr. tam] e retto”. — Giob. 1:1, 8; 2:3.
PRIMOGENITURA E BENEDIZIONE
Abraamo morì nel 1843 a.E.V. quando suo nipote Giacobbe aveva quindici anni, e perciò il ragazzo ebbe ampia opportunità di sentir parlare del patto di Dio vincolato da giuramento direttamente dalle labbra del nonno oltre che dal padre. (Gen. 22:15-18) Giacobbe comprese quale privilegio sarebbe stato partecipare all’adempimento di simili promesse
-