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Capra, caproAusiliario per capire la Bibbia
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19; 34:26; Deut. 14:21) La ragione di quest’ultima proibizione poteva essere che tale usanza aveva origini idolatriche. Si dice che certi popoli antichi lessassero o bollissero un capretto nel latte della madre, e poi ne spruzzassero il brodo su alberi, campi e orti, per assicurarne la fertilità.
Il capro serviva per i sacrifici, come olocausto (Lev. 1:10; 22:18, 19), sacrificio di comunione (Lev. 1:10; 22:18, 19), sacrificio di comunione (Lev. 3:6, 12), offerta per il peccato (Esd. 8:35) e offerta per la colpa. (Lev. 5:6) Ogni capro primogenito doveva essere sacrificato, ma non prima che avesse almeno otto giorni. (Lev. 22:27; Num. 18:17) Una capra di non più di un anno (o un’agnella) era l’offerta per il peccato prescritta per chi non era sacerdote o capotribù. (Lev. 4:28, 32; Num. 18:17) Naturalmente i capri offerti in sacrificio non potevano togliere effettivamente i peccati, ma raffiguravano il reale sacrificio espiatorio di Gesù Cristo. — Ebr. 9:11-14; 10:3, 4.
USO FIGURATIVO E PROFETICO
Capri furono usati per rappresentare esseri umani, specie quelli in opposizione a Geova. (Isa. 34:6, 7; confronta Geremia 51:40; Ezechiele 34:17; Zaccaria 10:3). Nella parabola di Gesù delle pecore e dei capri, i capri rappresentano coloro che rifiutano di fare il bene ai suoi minimi fratelli. — Matt. 25:31-46.
Il capro della profezia di Daniele rappresentava la potenza mondiale greca (o greco–macedone). (Dan. 8:5-8, 21) The Imperial Bible-Dictionary, Vol. I, p. 664, osserva in merito: “È interessante sapere che per gli stessi macedoni [il capro] era il simbolo della nazione. Esistono ancora monumenti in cui compare questo simbolo, per esempio una delle colonne di Persepoli, dov’è raffigurato un capro con un enorme corno in fronte, e un persiano che impugna il corno, per indicare la vittoria della Persia sulla Macedonia” (conseguita dai persiani verso la fine del VI secolo a.E.V.).
CAPRA DI MONTAGNA, CAPRA SELVATICA
Il termine ebraico ye‘elìm, tradotto “capre di montagna”, si pensa di solito si riferisca all’egagro, capra selvatica che dimora sui monti, dalle grandi corna ricurve all’indietro con grossi nodi trasversali. Quest’animale è di casa sui monti più alti (Sal. 104:18), dove salta con estrema agilità sulle vette e su strette sporgenze della roccia. Durante il periodo della gestazione queste capre cercano luoghi poco accessibili all’uomo. Forse a ciò si allude in Giobbe 39:1, dove viene posta una domanda che fa notare come questi animali siano assai indipendenti dall’uomo, infatti la nascita dei loro piccoli avviene a insaputa dell’uomo.
La forma ebraica femminile yaʽalàh ricorre in Proverbi 5:18, 19. Qui la moglie della giovinezza è paragonata a un’“attraente capra di montagna”, forse alludendo alla grazia di questo animale.
In Deuteronomio 14:4, 5, dove sono elencati gli animali commestibili, il termine ebraico ʼaqqòh è stato tradotto “capra selvatica”. Secondo alcuni eruditi ʼaqqòh potrebbe essere lo stesso animale indicato dal termine ye‘elìm, cioè l’egagro. Secondo altri si tratterebbe del markor.
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CaprimulgoAusiliario per capire la Bibbia
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Caprimulgo
[ebr. lilìth].
Questo termine ebraico compare nella descrizione della completa distruzione di Edom e degli animali che ne avrebbero popolato le rovine (Isa. 34:14), ed è stato tradotto “civette” (CEI), “nottole” (Ga), mentre la versione a cura di Nardoni si limita a traslitterare il nome “Lilit”.
In un articolo pubblicato sul Palestine Exploration Quarterly (1959, Vol. XCI, p. 56), il professor G. R. Driver collega il termine ebraico (lilìth) con una radice che descrive “ogni specie di movimento a spirale o di oggetto a spirale”, come il termine ebraico laỳlah (o làyil) che significa notte dà l’idea di “avvolgersi attorno o abbracciare la terra”. Tale derivazione di lilìth secondo lui indicherebbe il “caprimulgo”, uccello notturno noto per il rapido volo, fatto di giravolte e improvvisi mutamenti di direzione, cacciatore di falene, coleotteri e altri insetti alati notturni. Secondo un’enciclopedia di scienze naturali (Nel Mondo della Natura, ed. Motta, Vol. II, p. 3) i caprimulghi “sono attivi durante tutta la notte, ma, specialmente dopo il tramonto e poco prima dell’alba, volano agilmente in cerca di insetti, che costituiscono il loro alimento”.
Il caprimulgo, ritenuto parente del gufo, è lungo quasi 30 cm e ha un’apertura d’ali di 50 cm circa, piume simili a quelle del gufo, soffici e finemente variegate di grigio e marrone. Le morbide penne delle ali gli consentono un volo silenzioso come quello del gufo. Ma a differenza di quello, si nutre unicamente di insetti, ha becco piccolo con bocca insolitamente grande in cui inghiottisce la preda, e lunghe setole sporgenti agli angoli della bocca che aiutano a introdurvi gli insetti. La bocca grande è evidentemente la ragione per cui è chiamato volgarmente “succiacapre”, da cui il nome scientifico Caprimulgus: un’antica leggenda narra che l’uccello succhiava il latte delle capre.
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CaprioloAusiliario per capire la Bibbia
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Capriolo
Piccolo ruminante della famiglia dei Cervidi simile a una gazzella. È alto alla spalla 60 cm circa e lungo quasi m 1,2. Solo i maschi hanno corna che cambiano ogni anno. In questo differisce dalla gazzella, che ha corna permanenti, presenti di solito sia nei maschi che nelle femmine. Il manto estivo del capriolo è bruno rossiccio, e questo può spiegare il nome ebraico yahhmùr, che pare derivi da una radice che significa “essere rosso”. Questo animale non vive in branchi. In
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