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ReniAusiliario per capire la Bibbia
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ferita molto profonda, sia in senso letterale che figurativo. (Giob. 16:13; Sal. 73:21; Lam. 3:13) Spesso i reni sono posti in stretta relazione col cuore, che pure è intimamente legato a sentimenti umani come l’affetto, e ai motivi. (Ger. 11:20; 20:12) Le emozioni profonde, secondo autorevoli fonti mediche, influiscono sui reni.
Geova conosce la costituzione dell’uomo nel modo più completo e profondo, perciò viene detto che scruta e prova “i reni”, come anche suo Figlio scruta “i più intimi pensieri [lett. “reni”] e i cuori”. (Sal. 7:9; Riv. 2:23) Geova può ‘raffinare’ i reni o le “più profonde emozioni” di una persona affinché divengano giusti ai suoi occhi, e sensibili al bene o al male. — Sal. 26:2; 16:7; Prov. 23:16; Ger. 12:2; confronta NW, edd. 1957, 1958, note in calce.
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Residente forestieroAusiliario per capire la Bibbia
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Residente forestiero
[ebr. ger].
In generale il nome ebraico ger si riferisce a chiunque risieda come forestiero fuori del proprio paese nativo e abbia diritti civili limitati. Può avere o non avere la stessa religione della popolazione del paese in cui risiede. Abraamo, Isacco, Giacobbe e i loro discendenti erano considerati tali prima di ricevere il diritto legale alla Terra Promessa. — Gen. 15:13; 17:18; Deut. 23:7.
Nella Bibbia il termine “residente forestiero” a volte viene usato per distinguere dal popolo di Israele un non israelita diventato proselito o adoratore di Geova. A volte si riferisce a uno straniero stabilitosi nella terra di Palestina che era contento di vivere fra gli israeliti, ubbidiva alle leggi fondamentali del paese ma senza accettare pienamente l’adorazione di Geova. Il contesto determina a quale delle due classi si applichi il termine.
La Settanta traduce ger proselito (gr. prosèlytos) oltre settanta volte. Alcuni ritengono che spesso il residente forestiero si aggregasse a una famiglia ebraica per avere protezione, e fosse in certo modo un dipendente pur non essendo uno schiavo. Questo viene dedotto dall’espressione “il tuo residente forestiero” (Deut. 5:14; confronta Deuteronomio 1:16; anche Levitico 22:10 dove viene usato il termine tohshàv, “avventizio”).
Quando presso il Sinai venne promulgato il patto della Legge, vi fu inclusa una speciale legislazione che regolava, con spirito molto amorevole, i rapporti del residente forestiero con l’israelita naturale. Poiché aveva lo svantaggio di non essere israelita per nascita, il residente forestiero godeva di speciale riguardo e protezione sotto il patto della Legge, che prevedeva molti provvedimenti a favore di chi era debole e vulnerabile. Geova richiamò più volte l’attenzione degli israeliti sul fatto che loro stessi conoscevano le afflizioni che il residente forestiero incontra in un paese non suo e quindi dovevano trattare i forestieri che risiedevano in mezzo a loro con lo spirito generoso e protettivo che non era stato mostrato loro. (Eso. 22:21; 23:9; Deut. 10:18) Fondamentalmente, il residente forestiero, specie il proselito, doveva essere trattato come un fratello. — Lev. 19:33, 34.
Il residente forestiero che era diventato un adoratore circonciso era sotto la stessa legge degli israeliti, cioè doveva ubbidire a tutte le clausole del patto della Legge. (Lev. 24:22) Ecco alcuni esempi: doveva celebrare la Pasqua (Num. 9:14; Eso. 12:48, 49) e la festa dei pani non fermentati (Eso. 12:19), la festa delle settimane (Deut. 16:10, 11), la festa delle capanne (Deut. 16:13, 14) e il giorno di espiazione (Lev. 16:29, 30), e doveva osservare il sabato. (Eso. 20:10; 23:12) Poteva offrire sacrifici (Num. 15:14) e doveva farlo nello stesso modo prescritto all’israelita naturale. (Num. 15:15, 16) Le sue offerte dovevano essere senza difetto (Lev. 22:18-20) e le doveva portare all’ingresso della tenda di adunanza come faceva l’israelita naturale. (Lev. 17:8, 9) Non poteva praticare nessun genere di falsa adorazione. (Lev. 20:2; Ezec. 14:7; Lev. 24:16) Doveva scolare il sangue della selvaggina uccisa cacciando, e sarebbe stato ‘stroncato’ se l’avesse mangiata senza dissanguarla. (Lev. 17:10-14) Come l’israelita naturale, poteva essere perdonato per la responsabilità collettiva per certi peccati. (Num. 15:26, 29) Doveva purificarsi se, per esempio, era impuro per aver toccato un cadavere. (Num. 19:10, 11) Il residente forestiero al quale si poteva dare il corpo di un animale morto di morte naturale evidentemente non era diventato adoratore di Geova. — Deut. 14:21.
Giuridicamente, al residente forestiero era assicurata giustizia imparziale nei giudizi che riguardavano un israelita naturale. (Deut. 1:16, 17) Non doveva essere frodato né giudicato ingiustamente, né si poteva prendere in pegno il suo abito. (Deut. 24:14, 17) Coloro che riservavano un trattamento ingiusto al residente forestiero erano maledetti. (Deut. 27:19) Le città di rifugio per l’omicida involontario accoglievano il residente forestiero e l’avventizio come l’israelita naturale. — Num. 35:15; Gios. 20:9.
I residenti forestieri, non avendo proprietà terriera ereditaria, potevano essere mercanti o lavoratori salariati. Alcuni erano schiavi. (Lev. 25:44-46) Avevano la possibilità di diventare ricchi. (Lev. 25:47; Deut. 28:43) In genere però la Legge li classificava fra i poveri e conteneva disposizioni per proteggerli e provvedere ai loro bisogni. Il residente forestiero poteva ricevere parte della decima provveduta ogni tre anni. (Deut. 14:28, 29; 26:12) Si doveva lasciare che spigolasse nel campo e raccogliesse nella vigna quello che era stato lasciato per lui. (Lev. 19:9, 10; 23:22; Deut. 24:19-21) Poteva usufruire di quello che cresceva da sé durante gli anni sabatici. (Lev. 25:6) Come lavoratore salariato riceveva la stessa protezione dell’israelita. Un israelita povero poteva vendersi schiavo a un residente forestiero ricco, nel qual caso doveva essere trattato bene, come un lavoratore salariato, e in qualsiasi momento poteva essere ricomprato da lui stesso o da un congiunto, o al più tardi veniva rimesso in libertà nel settimo anno di servitù o al Giubileo. — Lev. 25:39-54; Eso. 21:2; Deut. 15:12.
All’epoca del re i residenti forestieri continuarono a godere di un buon trattamento. Quando si costruiva il tempio a Gerusalemme furono impiegati come operai nella costruzione. (I Cron. 22:2; II Cron. 2:17, 18) Quando il re Asa si accinse a ripristinare la vera adorazione in Giuda, residenti forestieri provenienti da tutta la Terra Promessa si radunarono a Gerusalemme insieme agli israeliti naturali, per stipulare unitamente uno speciale patto al fine di cercare Geova con tutto il cuore e con tutta l’anima. (II Cron. 15:8-14) Dopo aver purificato il tempio, neI secondo mese il re Ezechia indisse una celebrazione pasquale a Gerusalemme, mandando in tutto Israele l’invito a parteciparvi accolto anche da molti residenti forestieri. — II Cron. 30:25.
Dopo il ritorno del rimanente degli israeliti dall’esilio in Babilonia c’erano ancora residenti forestieri uniti a loro nella vera adorazione presso il tempio, presenti nei gruppi dei netinei (“dati”), degli schiavi, dei cantori di professione, uomini e donne, e dei figli dei servi di Salomone. I netinei includevano i gabaoniti ai quali Giosuè aveva affidato il servizio permanente presso il tempio. (Esd. 7:7, 24; 8:17-20; Gios. 9:22-27) Fino all’ultima menzione che si fa di loro, questi residenti forestieri rimasero sostenitori inseparabili della vera
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