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PovertàAusiliario per capire la Bibbia
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18; Giacomo 5:17, 18). Alcuni, essendo pigri (Prov. 6:10, 11; 10:4; 19:15; 20:13; 24:30-34), ubriaconi, ghiottoni (Prov. 23:21) o amanti dei piaceri (Prov. 21:17), potevano ridurre in povertà se stessi o la loro famiglia. Inoltre potevano verificarsi circostanze impreviste che avrebbero ridotto alcuni in povertà. La morte poteva lasciarsi dietro orfani e vedove. Incidenti e malattie potevano, per un po’ o in modo permanente, impedire di svolgere il lavoro necessario. Per queste ragioni Geova poté dire a Israele: “Qualche povero non mancherà mai d’essere in mezzo al paese”. — Deut. 15:11.
La Legge tuttavia faceva molto per rendere più facile ai poveri far fronte alla situazione. Essi avevano diritto di spigolare nei campi mietuti, in frutteti e vigneti, e perciò non erano costretti a mendicare il pane o a rubare. (Lev. 19:9, 10; 23:22; Deut. 24:19-21) L’israelita bisognoso poteva prendere denaro in prestito senza dover pagare interessi, e gli si doveva mostrare uno spirito di generosità. (Eso. 22:25; Lev. 25:35-37; Deut. 15:7-10; vedi DEBITO, DEBITORE). Per aumentare le sue risorse finanziarie poteva vendere la sua terra o vendersi come schiavo, temporaneamente. (Lev. 25:25-28, 39-54) Per non mettere in difficoltà i poveri, la Legge permetteva loro di portare al santuario offerte di minor valore. — Lev. 12:8; 14:21, 22; 27:8.
La Legge di Dio prescriveva la stessa giustizia per il ricco e per il povero, senza favorire né l’uno né l’altro a motivo della sua condizione. (Eso. 23:3, 6; Lev. 19:15) Ma poiché la nazione di Israele divenne infedele, i poveri subirono molta oppressione. — Isa. 10:1, 2; Ger. 2:34.
NEL I SECOLO E.V.
Sembra che nel I secolo E.V. fra gli ebrei ci fosse notevole povertà. Dall’epoca dell’esilio in Babilonia la dominazione straniera aveva senza dubbio interferito nell’applicazione della legge mosaica, che tutelava i possedimenti ereditari. (Confronta Neemia 9:36, 37). I capi religiosi, specie i farisei, si preoccupavano più della tradizione che di inculcare sincero amore del prossimo e dovuto rispetto per i genitori anziani e bisognosi. (Matt. 15:5, 6; 23:23; confronta Luca 10:29-32). I farisei amanti del denaro s’interessavano ben poco dei poveri. — Luca 16:14.
Cristo Gesù invece ‘ebbe pietà per le folle, perché erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore’. (Matt. 9:36) La sua proclamazione della buona notizia ai poveri e agli oppressi era in così netto contrasto con l’atteggiamento dei capi religiosi del giudaismo da costituire una delle prove che era davvero il Messia. (Matt. 11:5; Luca 4:18; 7:22) A coloro che prestavano ascolto essa offriva inoltre il glorioso privilegio di ereditare il regno celeste. — Matt. 5:3; Luca 6:20.
Essendo in una relazione di patto con Dio, gli ebrei avevano l’obbligo di aiutare altri israeliti bisognosi. (Prov. 14:21; 28:27; Isa. 58:6, 7; Ezec. 18:7-9) Consapevole di ciò Zaccheo, nel riconoscere Gesù quale Messia, esclamò: “Ecco, la metà dei miei averi, Signore, la do ai poveri”. (Luca 19:8) Per la stessa ragione Cristo Gesù poté dire: “Quando fai una festa, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai felice, perché essi non hanno nulla per ricompensarti”. (Luca 14:13, 14) In un’altra occasione incoraggiò un giovane capo assai ricco: “Vendi tutte le cose che hai e distribuiscile ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; e vieni, sii mio seguace”. (Luca 18:22) Il fatto che quest’uomo non fu disposto a rinunciare ai suoi possedimenti per aiutare altri dimostrava che non aveva veramente a cuore gli oppressi e quindi non aveva le qualità necessarie per essere un discepolo di Gesù. — Luca 18:23.
L’incoraggiamento di Gesù ad aiutare i poveri era in armonia con quello che aveva fatto lui stesso. Quale Figlio di Dio nei cieli aveva avuto tutto. Ma “benché fosse ricco divenne povero”. Pur essendo un uomo povero sulla terra fu in grado di redimere la razza umana, offrendo ai suoi seguaci la più grande ricchezza, la prospettiva di diventare figli di Dio. (II Cor. 8:9) Inoltre furono offerte loro altre grandi ricchezze spirituali. — Confronta II Corinti 6:10; Rivelazione 2:9; 3:17.
Mentre era sulla terra Gesù si interessò personalmente di quelli che erano poveri in senso materiale. Lui e gli apostoli avevano un fondo comune a cui potevano attingere per aiutare gli israeliti bisognosi. (Matt. 26:9-11; Mar. 14:5-7; Giov. 12:5-8; 13:29) Lo stesso amorevole interessamento per i poveri fu mostrato anni dopo dai cristiani, che provvidero aiuto materiale ai loro fratelli bisognosi. (Rom. 15:26; Gal. 2:10) Ma alcuni se ne dimenticarono, rendendo necessario che il discepolo Giacomo li rimproverasse di aver mostrato favoritismo ai ricchi e disprezzato i poveri. — Giac. 2:2-9.
Naturalmente solo i meritevoli ricevevano aiuto materiale. La pigrizia non era mai incoraggiata. Come l’apostolo Paolo scrisse ai tessalonicesi: “Se qualcuno non vuole lavorare, neppure mangi”. — II Tess. 3:10.
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Pozzo
Traduzione del termine ebraico be’èr, che di solito indica un pozzo o una buca scavata nel terreno per sfruttare una fonte naturale d’acqua. Il termine be’èr compare in nomi propri di luogo come Beer-Laai-Roi (Gen. 16:14), Beer-Seba (Gen. 21:14), Beer (Num. 21:16-18) e Beer-Elim. (Isa. 15:8) Può significare anche “fossa” e, nei Salmi 55:23 (“fossa”) e 69:15 (“pozzo”), sembra indicare la tomba. È usato in senso metaforico a proposito di una moglie o donna diletta. (Prov. 5:15 [“cisterna”]; Cant. 4:15 [“pozzo”]) E Proverbi 23:27, dove la donna straniera è paragonata a un pozzo stretto, può alludere al fatto che attingere acqua da un pozzo del genere spesso comporta difficoltà, e le giare di terracotta si rompono facilmente contro le sue sponde. — Vedi FONTE, SORGENTE.
Nei paesi che hanno una lunga stagione asciutta, specie nelle regioni desertiche, sin dai tempi più remoti i pozzi hanno avuto grande importanza. Sembra che nell’antichità l’uso non autorizzato di pozzi fosse considerato una violazione dei diritti di proprietà. (Num. 20:17, 19; 21:22) La scarsità d’acqua e la fatica richiesta per scavare pozzi ne accrescevano il valore. Non di rado il possesso di pozzi dava origine a violente dispute e lotte. Per questa ragione una volta il patriarca Abraamo stabilì formalmente che un certo pozzo presso Beer-Seba gli apparteneva. (Gen. 21:25-31; 26:20, 21) Ma dopo la sua morte i filistei non tennero conto dei diritti di Isacco, suo figlio ed erede, e turarono i pozzi scavati dai servitori di Abraamo. — Gen. 26:15, 18.
Spesso i pozzi erano circondati da un muretto e coperti con una lastra di pietra, senza dubbio per tenerli puliti e impedire che vi cadessero dentro animali e persone. (Gen. 29:2, 3; Eso. 2:15, 16) Presso alcuni pozzi c’erano abbeveratoi per gli animali domestici. (Gen. 24:20; Eso. 2:16-19) Su tutte le colline della Palestina i pozzi venivano scavati nel calcare, e gradini che scendevano fino all’acqua erano spesso tagliati nella viva roccia. In alcuni pozzi, una volta scesi, per attingere bastava immergere direttamente un recipiente nell’acqua. Ma nel caso di sorgenti molto profonde vi si calava un secchio di
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