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GerusalemmeAusiliario per capire la Bibbia
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questo adempiva la profezia divinamente ispirata. — Deut. 28:68.
La città fu rasa al suolo; rimasero solo le torri del palazzo di Erode e un tratto del muro occidentale come testimonianza per le future generazioni che la potenza difensiva non era valsa a nulla. Giuseppe osserva che, a parte quei resti, la distruzione fu “così radicale, che chiunque fosse arrivato in quel luogo non avrebbe mai creduto che vi sorgeva una città”. (Guerra giudaica, Libro VII, cap. I, 1) Un bassorilievo dell’arco di Tito a Roma rappresenta soldati romani che portano via i sacri arredi del tempio distrutto. — Confronta Matteo 24:2.
IMPORTANZA DELLA CITTÀ
Gerusalemme era molto più che la capitale di una nazione terrena. Era l’unica città al mondo su cui Geova Dio aveva posto il suo Nome. (I Re 11:36) Dopo che vi fu trasferita l’arca del patto, simbolo della presenza di Dio, e ancor più quando vi fu costruito il santuario del tempio o casa di Dio, Gerusalemme diventò figurativamente la “dimora” di Geova, il suo “luogo di riposo”. (Sal. 78:68, 69; 132:13, 14; 135:21; confronta II Samuele 7:1-7, 12, 13). Poiché i re della discendenza di Davide erano gli unti di Dio e sedevano sul “trono di Geova” (I Cron. 29:23; Sal. 122:3-5), la città stessa era pure chiamata “il trono di Geova”, e quelle tribù o nazioni che si volgevano verso Gerusalemme riconoscendo la sovranità di Dio si radunavano in effetti nel Nome di Geova. (Ger. 3:17; Sal. 122:1-4; Isa. 27:13; confronta 33:17, 20-22). Coloro che si mostravano ostili o combattevano contro Gerusalemme, si opponevano in realtà all’espressione della sovranità di Dio. Questo doveva accadere, secondo le parole profetiche di Genesi 3:15.
Gerusalemme rappresentava dunque la sede del governo divinamente costituito o del tipico regno di Dio. Da essa emanavano la legge di Dio, la sua parola e la sua benedizione. (Mic. 4:2; Sal. 128:5) Coloro che contribuivano alla pace di Gerusalemme e al suo bene contribuivano al successo del giusto proposito di Dio, all’attuazione della sua volontà. (Sal. 122:6-9) Benché situata fra i monti di Giuda e senza dubbio imponente, la vera grandezza e bellezza di Gerusalemme derivava dal fatto che Geova Dio l’aveva onorata e glorificata, affinché potesse essere per lui una “corona di bellezza”. — Sal. 48:1-3, 11-14; 50:2; Isa. 62:1-7.
Sono principalmente le creature intelligenti che lodano Geova e fanno la sua volontà, per cui non erano gli edifici della città ma i suoi abitanti, governanti e governati, sacerdoti e popolo, a determinare il destino della città. (Sal. 102:18-22; Isa. 26:1, 2) Finché erano fedeli, onoravano il nome di Geova con le parole e con la loro condotta, egli benediceva e difendeva Gerusalemme. (Sal. 125:1, 2; Isa. 31:4, 5) Ma il disfavore di Geova colpì ben presto la popolazione e i sovrani a motivo della condotta apostata della maggioranza. Per questa ragione Geova dichiarò il suo proposito di rigettare la città che aveva portato il suo nome. (II Re 21:12-15; 23:27) Avrebbe tolto alla città “sostegno e appoggio”, col risultato che si sarebbe riempita di tirannia, delinquenza minorile, mancanza di rispetto per chi aveva una posizione onorevole; grande sarebbe stata la degradazione e l’umiliazione di Gerusalemme. (Isa. 3:1-8, 16-26) Anche se settant’anni dopo aver permesso che fosse distrutta da Babilonia Geova Dio restituì alla città la sua bellezza facendone di nuovo il centro della vera adorazione sulla terra (Isa. 52:1-9; 65:17-19), gli abitanti e i loro capi caddero di nuovo nell’apostasia.
Geova preservò la città finché mandò suo Figlio sulla terra. Doveva esistere perché si adempissero le profezie messianiche. (Isa. 28:16; 52:7; Zacc. 9:9) L’apostasia di Israele giunse al culmine quando venne messo al palo il Messia, Gesù Cristo. (Confronta Matteo 21:33-41). Questo avvenne a Gerusalemme, per istigazione dei capi della nazione con l’appoggio della popolazione, e rese certo il completo e irreversibile ripudio da parte di Dio della città che non poteva più rappresentarLo e portare il Suo Nome. (Confronta Matteo 16:21; Luca 13:33-35). Né Gesù né gli apostoli predissero la restaurazione della Gerusalemme terrena da parte di Dio dopo la distruzione da Lui decretata, che si abbatté sulla città nel 70 E.V.
Eppure il nome Gerusalemme continuò a simboleggiare qualche cosa di più grande della città terrena. L’apostolo Paolo, per divina ispirazione, rivelò che c’era una “Gerusalemme di sopra”. Ne parlò come della “madre” dei cristiani unti. (Gal. 4:25, 26) Questo attribuisce alla “Gerusalemme di sopra” la posizione di moglie di Geova Dio, il grande Padre e Datore di vita. Quando la Gerusalemme terrena era la capitale della nazione eletta di Dio, anche di lei si parlava come di una donna, la moglie di Dio, legata a lui dai santi vincoli di un patto (Isa. 51:17, 21, 22; 54:1, 5; 60:1, 14), e rappresentava l’intera congregazione dei servitori umani di Dio. Perciò la “Gerusalemme di sopra” deve rappresentare l’intera congregazione dei servitori spirituali di Dio.
La Nuova Gerusalemme
Nella Rivelazione ispirata, l’apostolo Giovanni parla della “nuova Gerusalemme”. (Riv. 3:12) Vede in visione questa “città santa . . . scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito”. Tutto questo in relazione alla visione di “un nuovo cielo e una nuova terra”. Questa “sposa”, viene precisato, è “la moglie dell’Agnello”. (Riv. 21:1-3, 9-27) Altri scrittori apostolici applicano la stessa illustrazione alla congregazione cristiana degli unti. (II Cor. 11:2; Efes. 5:21-32) In Rivelazione capitolo 14 è descritto l’“Agnello” Cristo Gesù sul monte Sion, nome pure associato a quello di Gerusalemme (confronta I Pietro 2:6), e con lui sono 144.000 che hanno il nome suo e il nome del Padre suo scritto sulla fronte. — Riv. 14:1-5; vedi NUOVA GERUSALEMME.
La Gerusalemme infedele
Dal momento che molto di quanto viene detto di Gerusalemme nelle Scritture viene detto a sua condanna, è chiaro che solo quando era fedele Gerusalemme simboleggiava o prefigurava la vera congregazione cristiana, l’“Israele di Dio”. (Gal. 6:16) Quando era infedele, era rappresentata come una prostituta e un’adultera; era diventata simile agli amorrei e agli ittiti pagani che un tempo avevano dominato la città. (Ezec. 16:3, 15, 30-42) Come tale poteva solo rappresentare gli apostati, coloro che ‘si prostituiscono’ seguendo una condotta di infedeltà al Dio il cui nome affermano di portare. — Giac. 4:4.
È dunque chiaro che “Gerusalemme” ha più di un significato e in ciascun caso si deve esaminare il contesto per avere il corretto intendimento.
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GessoAusiliario per capire la Bibbia
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Gesso
L’unica volta che il termine ebraico sèredh ricorre nella Bibbia, in Isaia 44:13, si riferisce al gesso rosso usato dai falegnami per fare segni.
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