La vera festa della raccolta in corso
1-4. Quale prova fu data nel 1942 ai testimoni di Geova che l’opera di raccolta non era allora compiuta?
CONSIDERANDO le molteplici caratteristiche del tipo, possiamo comprendere che la festa delle capanne raffigurò quello che i testimoni di Geova avrebbero avuto il privilegio di compiere al servizio del Re al tempo della raccolta finale delle sue “altre pecore”. Al principio del 1942 certe circostanze indussero alcuni a ritenere che l’opera di testimonianza fosse pressoché terminata e che Harmaghedon fosse imminente. Ma un articolo apparso nell’edizione de La Torre di Guardia inglese del 1 febbraio intitolato “Raccolta finale” indicava che una grande opera di raccolta doveva ancora esser fatta. Geova avvisò così i suoi servitori in tutto il mondo che dovevano procedere attivamente nell’opera di testimonianza perché le “altre pecore” non erano state tutte raccolte. Il summenzionato articolo diceva:
2 “Per parecchi anni Geova ha fatto operare la sua organizzazione teocratica, ed egli li ha ammaestrati e istruiti proprio per questa opera. È stato assegnato a ciascuno di loro il proprio territorio nel campo, ed essi non devono permettere che la loro attenzione sia distolta, ma devono essere costanti nell’eseguire quest’unica opera, sapendo che cosa ricercano, e devono camminare con circospezione, sempre pronti ad adoperare i mezzi provveduti dal Signore per questo tardo giorno e devono agire e operare insieme in assoluta unità.
3 “Poiché le cose stanno così, la raccolta finale per opera del Signore è in corso. Nulla interrompa neppure per un istante l’avanzata del popolo del suo patto al suo servizio. Il tempo è breve, l’opportunità è grande, e benedetto è colui che ha parte in essa.”
4 Considerando ora ciò che veniva fatto e detto durante la festa delle capanne o della raccolta, vedremo che quest’ultima festa dell’anno giudaico raffigura la “raccolta finale” delle altre pecore del Signore; e quando questa figura sarà cessata, l’opera di raccolta di Geova sarà terminata, e il suo “lavoro inaudito” seguirà prontamente. — Isa. 28:21.
5. Gli Israeliti dovevano dimorare in capanne durante la festa delle capanne. Che cosa raffigurò questo?
5 Durante la festa delle capanne il popolo doveva dimorare entro capanne o baracche fatte di rami di “alberi d’ornamento”. La dimora in capanne è significativa. La capanna è un luogo di dimora temporanea, mentre si cerca una dimora permanente. Durante il viaggio dall’Egitto verso la terra promessa gl’Israeliti dimorarono in tende o capanne. Abrahamo, Isacco e Giacobbe dimorarono entro tende ai loro giorni. Essi non desideravano far parte del mondo di Satana, ma aspettavano una “città” o un governo che sarebbe stato dominato da Geova. Tutti questi confessarono d’esser forestieri e pellegrini sulla terra, in attesa d’una patria celeste. (Ebr. 11:8-16) Gesù disse: “Il mio regno non è di questo mondo”; quindi tutti quelli che cercano il regno di Dio come loro speranza non sono abitanti permanenti in questo mondo malvagio, e non si considerano come parte d’esso. Non dedicano il loro tempo e la loro energia ad accumulare ricchezze mondane. Queste saranno tutte spazzate via ad Harmaghedon tanto completamente quanto le cose materiali del primo mondo furon distrutte nel diluvio ai giorni di Noè.
6. Com’è adempiuta questa caratteristica della festa delle capanne dai testimoni di Geova attualmente?
6 Le capanne erette dagli Israeliti non erano mobiliate con molta accuratezza, ma contenevano le cose strettamente necessarie per avere un po’ di comodità. Oggi i servitori di Geova impegnati nella proclamazione della “buona novella” del Regno non dedicano tempo e denaro alla costruzione di costose abitazioni nelle quali vivere con tutti gli agi e ospitare amici per godervi piaceri mondani. Essi sono occupati nel servizio del Re in cerca delle altre pecore del Signore, dove possono esser trovate. Dopo aver trovato una delle pecore del Signore, essi fanno ciò che il Maestro disse ai suoi discepoli: “Pasci le mie pecore”. Fanno loro successive visite, tengono studi biblici a domicilio con loro, affinché possano imparare i buoni propositi di Geova, e prendano posizione dalla sua parte, unendosi quindi all’opera di raccolta. “Chi ode dica: Vieni”. (Apoc. 22:17) L’opera è grande e gli operai son pochi. Tutti quelli che amano il Signore ed i loro simili si uniranno a quest’opera, prima che sia troppo tardi. Questa è un’opera singolare per i religionisti. È “l’opera di mietitura di Geova, e presto sarà completata; allora il “lavoro inaudito” di distruzione avrà inizio, ad Harmaghedon.
7. Quanti giovenchi venivano offerti durante la festa delle capanne, e che cosa raffigurava questa offerta?
7 Molti sacrifici venivano offerti durante la festa delle capanne. Di giorno in giorno essi offrivano giovenchi finché ne erano sacrificati settanta. Il giorno dell’espiazione il sommo sacerdote offriva un giovenco e due capri, raffiguranti il sacrificio fatto da Cristo Gesù a beneficio del genere umano. Il fatto che durante la festa delle capanne venivano sacrificati settanta giovenchi avrebbe mostrato che il sacrificio offerto da Gesù era completo tanto dal punto di vista umano quanto da quello divino. Settanta è multiplo di dieci e di sette. Il sette rappresenta la completezza dal punto di vista celeste, e il dieci dal punto di vista umano o terreno. Gesù diede se stesso come riscatto per tutti, e così pagò il prezzo richiesto al completo. — Num. 29:12-34; 1 Tim. 2:5, 6.
ACCLAMANDO IL RE CON GIOIA
8. Che cosa era raffigurato dai rami di palme portati dal popolo durante la festa delle capanne?
8 Durante la festa delle capanne il popolo portava di giorno in giorno dei rami di palme. I rami di palme dovevano dar l’idea di gioia e di vittoria. Pochi giorni prima della sua morte, Gesù entrò a Gerusalemme cavalcando un asino che non era mai stato cavalcato da nessuno. Questo avvenne al tempo della pasqua, e ‘gran folla era venuta alla festa’. Quando si udì che Gesù stava giungendo a Gerusalemme, la gente prese dei rami di palme, uscì ad incontrarlo, e si mise a gridare: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re d’Israele!” (Giov. 12:12-15) L’apostolo Giovanni vide poi una gran folla in piedi davanti al trono di Dio e all’Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano. E gridavano con gran voce dicendo: “La salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono, ed all’Agnello”. Questa gran folla si rallegrava della vittoria del Re di Geova, e l’acclamava come suo Signore e Redentore. (Matt. 21:7-9; Apoc. 7:9, 10) All’antica festa delle capanne gl’Israeliti si rallegravano grandemente, dando lode a Geova per la sua bontà verso di loro, e lo riconoscevano come salvatore e liberatore. Allo stesso modo quelli che andavano davanti a Gesù mentre egli entrava a Gerusalemme e si offriva ad Israele come loro Re lo acclamarono come re d’Israele. Similmente la “gran folla” di Apocalisse acclamava il Re sventolando rami di palme.
9. Perché l’ultima festa dell’anno era occasione di grande allegrezza?
9 Le tre feste speciali che il Signore aveva comandato a Israele di celebrare ogni anno eran tempi d’allegrezza per tutto il popolo. Erano “feste a Geova”; perciò all’ultima festa dell’anno il popolo doveva avere speciale occasione di render grazie a Geova. Tutte le benedizioni dell’anno trascorso eran venute dal Signore, ed essi desideravano mostrare la loro riconoscenza per tutto ciò che veniva fatto per loro. Egli era il loro Creatore, il loro Redentore e il loro Re ed era degno d’adorazione e di lode, e questa essi desideravano rendergli senza parsimonia. Il prodotto dei campi e delle vigne era stato raccolto, ed essi avevano abbondanza di provviste per l’inverno imminente. Erano il popolo di Geova ed egli era il loro Dio; così tutto andava bene.
10. Quale motivo hanno i testimoni di Geova di rallegrarsi oggi?
10 Il popolo di Geova oggi sulla terra ha parimenti buon motivo di rallegrarsi. Gli unti del rimanente sono stati accolti nel tempio spirituale, e sono oggi impegnati con il Signore nella raccolta finale. Le altre pecore stan venendo fuori dalle prigioni religiose, dove sono state tenute nella schiavitù per mezzo dell’ignoranza e della superstizione. L’opera di raccolta si espande rapidamente, mentre gli unti e le “altre pecore” loro compagne avanzano recando il messaggio del Regno a tutte le nazioni della terra; e facendo questo ubbidiscono al comando del Maestro: “Questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine”. (Matt. 24:14) Questo è motivo di molta allegrezza, perché il Regno è stabilito nei cieli, e questa verità vien proclamata al popolo, affinché ne traggano conforto e speranza, e possano scampare dalle organizzazioni religiose che li hanno così a lungo tenuti nell’ignoranza di Geova e dei suoi gloriosi propositi. I servitori di Geova incontrano molta opposizione e molte prove mentre procedono nel suo servizio, ma niente di tutto questo li smuove, perché son decisi di terminare l’opera con gioia. Essi partecipano alla gioia del Signore Iddio nella rivendicazione del suo santo nome.
11, 12. Quale speciale caratteristica veniva osservata quando la festa delle capanne era celebrata nell’anno sabatico? e che cosa raffigura questo?
11 Ogni settimo anno e l’anno cinquantesimo del giubileo erano anni sabatici. Quando la festa delle capanne era celebrata in un anno sabatico, i sacerdoti dovevano radunare tutto il popolo, uomini, donne, bambini, e tutti gli stranieri che si trovavano nel paese con loro, per ascoltare la lettura della legge. “Mosè diede loro quest’ordine: ‘Alla fine di ogni settennio, al tempo dell’anno di remissione, alla festa delle Capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti all’Eterno, al tuo Dio, nel luogo ch’egli avrà scelto, leggerai questa legge dinanzi a tutto Israele, in guisa ch’egli l’oda. Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini, con lo straniero che sarà entro le tue porte, affinché odano, imparino a temere l’Eterno, il vostro Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. E i loro figliuoli, che non ne avranno ancora avuto conoscenza l’udranno e impareranno a temer l’Eterno, il vostro Dio.’” —Deut. 31:10-13.
UN TEMPO DI EDUCAZIONE BIBLICA
12 Da queste istruzioni risulta chiaro che la festa delle capanne raffigurava un tempo in cui la verità di Dio dev’essere insegnata a tutti i popoli. Oggi vi è sulla terra una moltitudine di persone simile ai bambini dei quali parla il testo sopracitato. Essi non sanno nulla dei propositi di Geova e del Regno che è la loro sola speranza. Il profeta Osea disse: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza”. (Osea 4:6) Perché dovrebbe il popolo dei paesi cosiddetti cristiani perire per mancanza di conoscenza? Il profeta Ezechiele risponde, nel capitolo 34 della sua profezia, come segue: “Figliuol d’uomo, profetizza contro i pastori d’Israele; profetizza, e di’ a quei pastori: Così parla il Signore, l’Eterno: Guai ai pastori d’Israele, che non han fatto se non pascer se stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbon pascere? Voi mangiate il latte, vi vestite di lana, ammazzate ciò ch’è ingrassato, ma non pascete il gregge”. Quindi il profeta aggiunge: “Io le pascerò in buoni pascoli, . . . pascoleranno in grassi pascoli sui monti d’Israele”. (Ezech. 34:2, 3, 14) Allora le “altre pecore” saranno riunite in un solo gregge, come dichiarò Gesù in Giovanni 10:16. Essendo il regno di Dio oggi stabilito nei cieli, le pecore denutrite troveranno nutrimento sostanzioso per le loro anime affamate sul monte (reame del Regno) d’Israele.
13. Aveva qualche significato il fatto che la festa delle capanne veniva dopo il giorno dell’espiazione?
13 La festa delle capanne cominciava cinque giorni dopo l’annuale giorno di espiazione. Il giorno dell’espiazione il sommo sacerdote offriva un giovenco e due capri per i peccati di tutto Israele; poi veniva la benedizione della festa delle capanne. La benedizione raffigurata nella festa delle capanne non poteva venire finché Gesù non avesse dato la sua vita per i peccati del genere umano. Il sacerdote faceva espiazione prima per i sacerdoti e i Leviti, quindi per tutto il popolo. Ora che il Regno è stabilito e che il rimanente è stato raccolto nel tempio, è venuto il tempo per le altre pecore d’essere accolte nell’ovile. Giovanni disse che Gesù era “la propiziazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”. (1 Giov. 2:2) Tutto il genere umano ereditò la maledizione della morte da Adamo. Nei pochi anni che passano sulla terra sono assaliti da molti dolori, a causa dell’influenza di Satana e dei demoni che sono uniti a lui, e nessun uomo può redimere l’anima sua o quella del suo fratello. Tutti devono rivolgersi a Cristo Gesù e all’“Iddio vivente, che è il Salvatore di tutti gli uomini, principalmente dei credenti”. — 1 Tim. 4:10.
14. Che cos’era raffigurato dal suono della tromba il giorno dell’espiazione nel cinquantesimo anno?
14 Il giorno dell’espiazione nel cinquantesimo anno veniva suonata la tromba del giubileo in tutto il paese. Il suono di quella tromba significava libertà per il popolo. Oggi la tromba del giubileo risuona in tutto il mondo. Questo significa libertà per i prigionieri tenuti nell’ignoranza e nella superstizione nell’organizzazione del Diavolo e nelle sue prigioni religiose, e, per grazia del Signore, una grande moltitudine di costoro stanno trovando la via verso la libera organizzazione di Geova, dove possono avere libertà e pace. Essi non considerano più gli uomini come autorità superiori a cui debbano servire e ubbidire. (Rom. 13:1) Geova Dio e Cristo Gesù sono le autorità superiori alle quali tutti i credenti consacrati si rivolgono, e in loro essi trovan riposo e sicurezza. “Beato il popolo che conosce il grido di giubilo [simile a tromba annunziante il Re di Geova]; esso cammina, o Eterno, alla luce del tuo volto”. — Sal. 89:15.
15. Ha qualche significato il fatto che l’apostolo Giovanni fece un resoconto così particolareggiato della presenza di Gesù alla festa delle capanne? In tal caso, quale?
15 L’apostolo Giovanni fa la narrazione della venuta di Gesù alla festa delle capanne, e delle cose che disse e che fece, la quale ci fa dedurre che questa visita fu molto importante; e così troviamo che essa serve per mostrare l’importanza della festa delle capanne. Gesù era in Galilea, dove faceva molti miracoli, e per questo suscitava molto interesse in se stesso e nella sua opera, ma i suoi fratelli non credevano allora in lui. La festa delle capanne era vicina. “Perciò i suoi fratelli gli dissero: Partiti di qua e vattene in Giudea, affinché i tuoi discepoli veggano anch’essi le opere che tu fai. Poiché niuno fa cosa alcuna in segreto, quando cerca d’essere riconosciuto pubblicamente. . . . Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui. Gesù quindi disse loro: . . . Salite voi alla festa; io non salgo ancora a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto. . . . Quando poi i suoi fratelli furono saliti alla festa, allora vi salì anche lui; non palesemente, ma come di nascosto”. — Giov. 7:2-10.
16, 17. Che cos’era raffigurato dal fatto che Gesù ammaestrava il popolo alla festa delle capanne e che i Giudei eran sorpresi che egli non avesse mai frequentato le loro scuole?
16 Pochi giorni dopo, “quando già s’era alla metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. Onde i Giudei si maravigliavano e dicevano: Come mai s’intende costui di lettere, senz’aver fatto studi? E Gesù rispose loro e disse: La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato”. (Giov. 7:14-16) La lettura della legge alla festa delle capanne veniva fatta per l’istruzione del popolo. I capi religiosi dei Giudei cercavano Gesù in quei giorni, per ucciderlo. Dato questo fatto, qualcuno potrebbe chiedere: Perché si espose Gesù pubblicamente? Egli cominciò qui ad adempiere questo tipo. Egli stava insegnando la verità a quelli che volevano ascoltare, mostrando loro così la via della vita e della felicità. Qui il tipo cominciò ad adempiersi.
17 Completando ora l’adempimento di questo tipo, i testimoni di Geova insegnano al popolo le grandi verità relative al Regno che devono ora esser comprese, I religionisti dicono alquanto beffardamente: “Con quale autorità ammaestrate il popolo? Voi non avete mai frequentato le nostre scuole teologiche, né siete stati ordinati dalle nostre denominazioni”. Tuttavia, le cose che insegnamo son tratte dalla Parola di Dio, e abbiamo l’ordine di “predicare la Parola” in questo tempo da un’autorità più alta di quella che possiedono le organizzazioni terrene civili e religiose. Il comando fu dato da Gesù e gli apostoli lo confermarono. (Matt. 24:14; 2 Tim. 4:2; Isa. 61:1-4) Affinché questo comando del Maestro sia eseguito in questo tempo, la Società Watchtower mantiene la scuola biblica di Galaad, nella quale sono istruiti centinaia di missionari e vengon così preparati per andare in paesi esteri a “predicare la Parola”. Studenti vengono da molti paesi per frequentare questa scuola biblica nel settentrione dello stato di New York. Parecchie centinaia di loro hanno già raggiunto il loro territorio e proclamano la buona novella del Regno. a molte anime affamate che nel passato sono state nutrite dei rifiuti delle tradizioni umane offerte dal clero. Questa caratteristica della festa delle capanne si sta ora, adempiendo. — Matt. 28:19, 20.
18, 19. Ha iniziato Gesù l’adempimento della figura fatta dal sacerdote che portava acqua dalla fonte di Siloe e la versava sull’altare? In caso affermativo, come?
18 Un’altra interessante caratteristica della celebrazione della festa delle capanne consisteva nell’atto del sacerdote che portava acqua dalla fonte di Siloe e la versava sull’altare. Mentre il sacerdote entrava nel cortile con la brocca d’acqua i Leviti suonavano le trombe, i sottosacerdoti cantavano le parole del capitolo XII d’Isaia: “Ecco, Iddio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché l’Eterno, l’Eterno è la mia forza ed il mio cantico, ed egli è stato la mia salvezza. Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza”. (Isa. 12:1-3) Nell’ultimo giorno della festa, il gran giorno, Gesù, stando in piedi, esclamò: “Se alcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. (Giov. 7:37, 38) Qui, dunque, Gesù indicò il principio dell’adempimento di questa parte del tipo.
19 Il fiume d’acqua della vita che più tardi fu visto da Giovanni nell’Apocalisse procedeva dal trono di Dio e dell’Agnello Cristo Gesù. (Apoc. 22:1) Alla fine dei tempi dei Gentili, il 1914 d.C., Cristo Gesù fu posto sul trono come Re del nuovo mondo. (Apoc. 12:5) Dopo di questo il fiume d’acqua della vita doveva scorrere per dissetare tutti quelli che erano di buona volontà. Nel passato le acque, rappresentanti la verità, sono state intorbidate dai falsi profeti, dall’infedele clero. Uno dei profeti di Geova che ebbe una visione simile di un fiume di verità disse: “Vi par egli troppo poco il pascolare in questo buon pascolo, che abbiate a pestare co’ piedi ciò che rimane del vostro pascolo? il bere le acque più chiare, che abbiate a intorbidare co’ piedi quel che ne resta? E le mie pecore hanno per pascolo quello che i vostri piedi han calpestato; e devono bere, ciò che i vostri piedi hanno intorbidato!” (Ezech. 34:18, 19) Il fiume d’acqua pura come cristallo che procede dal trono di Dio e dell’Agnello, senza dubbio faceva parte di quello a cui si riferiva Gesù quando disse alla festa delle capanne che “fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. (Giov. 7:38) Infatti i Cristiani del rimanente oggi hanno il privilegio di servire quest’acqua agli assetati.
20. Quale risultato disse il profeta Zaccaria avrebbe avuto la mancanza di osservare la festa delle capanne?
20 Il profeta Zaccaria parlò dei tentativi dell’empio per distruggere l’organizzazione di Geova mettendole contro persone di tutte le nazioni. Questi tentativi non sarebbero riusciti. In seguito persone di queste nazioni si sarebbero rivolte al Signore Geova e si sarebbero unite con i suoi testimoni per portare le acque della vita agli assetati. Su quelli che non si sarebbero uniti in quest’opera, raffigurata dalla festa delle capanne, non sarebbe caduta pioggia. Cioè, essi non avrebbero ricevuto l’acqua della vita. — Zacc. 14:16, 17.
21. Con quale autorità i testimoni di Geova e i loro compagni invitano ora tutti gli assetati a venire e a bere l’acqua della vita?
21 Ora che il regno di Dio è stabilito nei cieli, e da esso sgorgano le acque della vita, è tempo d’invitare gli assetati perché vengano a bere. “E lo spirito e la sposa dicono: Vieni. E chi ode dica: Vieni. E chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita”. (Apoc. 22:17) Centinaia di missionari vengono mandati dalla scuola Watchtower di Galaad in diverse parti della terra onde portino la novella del Regno al popolo. Essi sono invitati a venire e a bere gratuitamente dell’acqua datrice di vita che ora scorre dal Regno stabilito. Migliaia di anime assetate vengono e bevono gratuitamente, senza denaro e senza pagare. Il profeta dei tempi antichi disse: “O voi tutti che siete assetati, venite alle acque, e voi che non avete danaro venite, comprate, . . . senza danaro, senza pagare!” — Isa. 55:1.
ILLUMINAMENTO
22. Che cosa raffiguravano gli speciali lampadari accesi alla festa delle capanne? e che cosa disse Gesù riguardo alla vera luce?
22 La caratteristica finale della festa delle capanne da considerare è l’accensione di diversi lampadari nel cortile delle donne ogni notte. Scrittori giudei dicono che quei lampadari davano una luce così brillante che poteva esser vista a considerevole distanza. Essi raffiguravano la luce spirituale che emana dal tempio di Dio. A questo proposito Gesù disse: “Io son la luce del mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Giov. 8:12) È possibile che Gesù abbia fatto questa dichiarazione il giorno dopo la fine della festa. (Giov. 7:37) In quel momento i brillanti lampadari del tempio erano stati spenti e non davano luce ad alcuno, per cui il popolo doveva camminare nelle tenebre; ma la luce che dava Gesù avrebbe brillato per sempre, perché egli dava la luce della vita. Il salmista disse: “La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”. (Sal. 119:105) Questa luce che s’irraggia dalla Parola di Dio vien da Dio e Cristo Gesù la riflette. Essa guiderà il suo popolo attraverso questo mondo di tenebre, finché raggiungano il nuovo mondo di giustizia, dove non saranno tenebre d’errore che accechino i redenti del Signore.
23. In quale senso gli unti seguaci di Cristo sono la luce del mondo?
23 In un’occasione Gesù disse ai suoi unti seguaci: “Voi siete la luce del mondo”. (Matt. 5:14) Con questa dichiarazione il Maestro non volle dire che i suoi seguaci sarebbero stati le più brillanti persone che vivevano a quel tempo, né che avrebbero avuto molta istruzione e notevole cultura secondo il modello del mondo. Paolo disse: “Guardate la vostra vocazione: non ci son tra voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i savi”. (1 Cor. 1:26, 27) Lo stesso apostolo disse: “Affinché siate irreprensibili e schietti, figliuoli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita”. (Filip. 2:15) È a motivo della luce di verità che portano ch’essi risplendono come luminari in questo mondo di tenebre. Essi recano al popolo il messaggio del regno di Dio, come l’unica speranza per il genere umano.
24. Perché i popoli del mondo sono nelle tenebre circa i propositi di Geova, e come potrebbero essi trovar luce?
24 Il mondo è attualmente nelle tenebre in quanto ai propositi di Geova. Il profeta disse: “Ecco, le tenebre coprono la terra, e una fitta oscurità avvolge i popoli”. (Isa. 60:2) Oggi il genere umano è nelle più fitte tenebre circa i propositi di Geova. Non ha conoscenza ben definita intorno al futuro. Se si guarda le condizioni del mondo alla luce delle dottrine delle Cristianità si prova scoraggiamento. Di giorno in giorno la stampa pubblica richiama l’attenzione sul fatto che una terza guerra mondiale è possibile, e che questa guerra potrebbe essere combattuta con le bombe atomiche e con quelle all’idrogeno. Alcuni asseriscono che queste armi potrebbero distruggere tutte le creature della terra, e quindi far andare il pianeta in pezzi. Noi non siamo sorpresi che ‘gli uomini vengano meno per la paurosa aspettazione di quel che sarà per accadere al mondo’. (Luca 21:26) Gesù fece riferimento a tutte queste cose come prova che saremmo pervenuti al tempo della fine, e che le condizioni non sarebbero migliorate, ma sarebbero peggiorate. Mentre quelli che sono nelle tenebre sarebbero stati occupati tentando di migliorare le condizioni di questo vecchio mondo i servitori di Geova sarebbero stati occupati nella predicazione di questo evangelo del Regno come la sola speranza di pace e sicurezza per la razza umana sulla terra. Affin di essere illuminato, volga il popolo lo sguardo alla luce che s’irradia da Geova e che i suoi testimoni riflettono a tutte le nazioni.
25, 26. Che cosa promise di fare Gesù per i suoi unti seguaci alla fine del mondo? E quali sarebbero state le loro responsabilità?
25 Gesù disse ancora che i suoi seguaci non sarebbero stati lasciati nel dubbio e nelle tenebre con il resto del genere umano, perché egli “manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, dall’un capo all’altro de’ cieli”. (Matt. 24:31) Affermò pure che avrebbe avuto un ‘servitore fedele e prudente ch’egli avrebbe costituito su tutti i suoi beni (interessi del Regno) per dar loro il vitto a suo tempo’. (Matt. 24:45-47) Lo avrebbe costituito su tutti i suoi beni affinché ne fosse il distributore. Infatti vi è una sola organizzazione sulla terra che oggi ‘annunzia il regno di Dio come speranza del genere umano’, e questa organizzazione è il fedele e prudente servitore di Geova associato con la Watchtower Bible Society.
26 In Matteo 13:43 si legge ancora che Gesù disse che i servitori di Geova “risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro”, dopo che il frumento sarà stato separato dalla zizzania. Noi siamo stati testimoni di quest’opera di separazione nel passato, e ora vediamo i fedeli raffigurati dal “frumento” risplendere come il sole. L’espressione “risplendere come il sole” dà l’idea di qualche cosa che risplende come un fascio di luce. Questo risplendere come un fascio di luce può non aver avuto alcun significato speciale ai giorni di Gesù, ma oggi ha molto significato per noi. Un poderoso velivolo giunge sopra un campo d’atterraggio con un carico umano in un giorno di nebbia. Il pilota non può scorgere il campo d’atterraggio; il suo carburante sta per finire; come deve portare l’apparecchio col suo prezioso carico ad un sicuro atterraggio? Non gli sarebbe possibile se non fosse guidato dalla torre di comando col fascio di luce proiettato nella nebbia che lo guidi al campo d’atterraggio. Attualmente una moltitudine di persone di buona volontà brancola nelle tenebre che annebbiano la niente degli uomini che ricercano Iddio se mai lo possano trovare. Essi vanno errando senza pastore, senza saper dove andare. Quindi il Signore manda loro un fascio di luce dalla sua Parola di verità che li guida attraverso le tenebre e la confusione causate dalle contrastanti dottrine degli uomini, verso la sua organizzazione dove trovano pace e sicurezza. Affinché quest’opera possa esser compiuta, i testimoni di Geova distribuiscono ogni anno milioni di libri, opuscoli e riviste in tutta la terra. La luce esposta nel tempio di Geova a Gerusalemme durante la festa delle capanne era un’ombra di buone cose a venire, e queste buone cose son ora venute mentre la figura fatta nel passato si va realizzando. — Ebr. 10:1.
27. Quale assicurazione vien data che Harmaghedon non comincerà prima che tutta la grande moltitudine sia stata trovata e nutrita?
27 Ora siamo pervenuti al tempo della fine, cioè, alla consumazione di questo vecchio sistema di cose, e c’è ancora molto da fare prima che si scateni la tempesta di Harmaghedon perché distrugga l’empia organizzazione di Satana che per così lungo tempo ha diffamato il nome di Geova e ha perseguitato tutti quelli che han preso posizione dalla Sua parte nella grande controversia. Il messaggio del Regno deve ancora pervenire a una grande moltitudine di persone prima che l’opera sia terminata. Nel Rivelazione capitolo 7 dell’Apocalisse leggiamo che questa moltitudine verrà da tutte le nazioni, tribù e lingue. Nello stesso capitolo si legge pure che gli angeli stanno “ritenendo i quattro venti” finché l’opera di segnare degli unti di Dio sia completata. I rapporti che giungono da varie parti del mondo dimostrano che l’opera degli unti del rimanente si espande e la moltitudine delle altre pecore del Signore ascoltano il messaggio e vengono all’unico luogo di salvezza che esiste sulla terra oggi, cioè all’organizzazione del Signore; e beato è l’uomo che ha parte a questa grande opera che sarà presto terminata per la gloria di Geova e per la benedizione di tutti quelli che si mettono dalla sua parte.
28. Come mostrano le tre feste che Geova comandò a Israele di osservare il progressivo sviluppo del proposito di Geova nella preparazione di un popolo per il suo nome?
28 Poiché Geova aveva comandato al suo popolo eletto di osservare tre feste speciali ogni anno, cioè la festa dei pani azzimi, la festa delle settimane e la festa delle capanne, come ombre di buone cose a venire, è ragionevole dedurre che tutte queste feste avrebbero avuto il loro adempimento durante la vita del rimanente, e che i suoi compagni si sarebbero uniti con loro nell’adempimento dell’ultima festa, vale a dire della festa delle capanne. Queste feste prefigurano cose importantissime nell’esecuzione dei propositi divini. La festa della pasqua e dei pani azzimi e l’offerta delle primizie della raccolta dell’orzo prefigurarono la morte e risurrezione di Cristo il Signore. La festa delle settimane o Pentecoste mostra che la chiesa sarebbe stata tratta sia dai Giudei che dai Gentili come popolo per il nome di Geova. I due pani agitati delle primizie della raccolta del frumento raffigurano queste due grandi classi chiamate per l’alta vocazione di Dio in Cristo. La festa delle capanne, osservata dopo che i frutti dei campi e delle vigne erano stati raccolti, fa pensare che dopo che la chiesa è stata raccolta presso il Signore nel tempio, l’attenzione sarebbe rivolta alla “grande moltitudine”. I fatti in adempimento di queste feste dimostrano che furono tipi di cose che sarebbero state adempiute durante l’èra cristiana.
29. Quali obblighi sono imposti oggi ai membri del rimanente e ai loro compagni?
29 I membri del rimanente e i loro compagni hanno oggi l’obbligo di continuare l’opera di predicazione della Parola e di indicare l’acqua della vita che tutti ora possono bere gratuitamente per risplendere così come luminari in questo mondo di tenebre. (Filip. 2:15, 16) Il nemico farà tutto il possibile per arrestare quest’opera e distruggerne i lavoratori. Questo non farà rallentare l’attività dei fedeli. Confidando in Geova e nel suo Re essi procederanno in questo benedetto servizio finché tutte le altre pecore siano in salvo nell’ovile provveduto dal buon Pastore. Allora i fedeli nel cielo e sulla terra celebreranno le lodi del nome di Geova.