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‘Accoglietevi gli uni gli altri’La Torre di Guardia 1981 | 1° dicembre
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circoncisi”. Perché? Perché doveva ‘confermare le promesse che Dio aveva fatte ai loro antenati’, che erano ebrei e non gentili. Per esempio, il loro ‘antenato’ Abraamo aveva avuto molti figli da tre donne, ma Dio aveva scelto l’unico figlio di Abraamo nato dalla prima moglie, Sara, perché ricevesse la promessa abraamica. Questo figlio si chiamava Isacco. A sua volta Isacco ebbe due figli, ma Dio scelse il gemello minore, Giacobbe (in seguito chiamato Israele), perché trasmettesse la promessa abraamica relativa al “seme” per mezzo del quale sarebbero state benedette tutte le nazioni della terra. A suo tempo i dodici figli di Giacobbe diedero origine alle dodici tribù d’Israele, nazione con cui Dio stipulò un patto nazionale tramite il profeta Mosè quale mediatore.
19. Perché Gesù non nacque nella tribù di Levi, e chi ne accolse con gioia la nascita sulla terra, e in che città?
19 Successivamente, dopo che la nazione di Israele ebbe scelto di avere un re umano quale visibile rappresentante di Geova, Egli fece la Sua regale promessa al re Davide, della tribù di Giuda. Quindi il promesso Messia o Cristo sarebbe dovuto nascere nella famiglia di Davide. Per questo motivo Gesù, quale erede davidico, nacque a Betleem, città natale di Davide, dalla vergine giudea Maria. Celesti angeli ne accolsero con gioia la nascita sulla terra. Perciò il celeste Figlio di Dio non poteva che nascere giudeo. Le inviolabili promesse di Dio suo Padre dovevano essere confermate, mostrate veraci. Dio non poteva mentire.
20. Sebbene Gesù divenisse uno di “quelli che sono circoncisi”, cos’era in serbo per le nazioni non giudaiche, e perché?
20 Gesù fu ben lieto di cooperare col suo Padre celeste. Perciò “divenne effettivamente ministro di quelli che sono circoncisi”. Anch’egli fu circonciso come loro. Per tre anni e mezzo dopo la morte e la risurrezione di Gesù, ai circoncisi giudei fu riservato un trattamento di favore. Ma anche gli incirconcisi gentili o non giudei stavano per essere accolti nella teocratica organizzazione di Geova, a conferma delle inviolabili promesse di Geova agli uomini.
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“Rallegratevi, o nazioni, col suo popolo”La Torre di Guardia 1981 | 1° dicembre
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“Rallegratevi, o nazioni, col suo popolo”
1. Perché gli ebrei che ancora osservano la legge di Mosè non sono il “popolo” col quale tutte le nazioni sono invitate a ‘rallegrarsi’?
CHI è il “popolo” col quale tutte le nazioni sono invitate a ‘rallegrarsi’? (Rom. 15:10) Non è il popolo ebraico. I giudei naturali che ancora cercano di osservare la legge di Mosè sono stati odiati e perseguitati nei 1.900 anni trascorsi dal 70 E.V., anno in cui le legioni romane al comando del generale Tito distrussero l’antica Gerusalemme. Fatto strano, nemmeno i giudei naturali si sono rallegrati col “suo popolo”, il popolo di Geova. Era stato il profeta ebreo Mosè, al termine di un cantico ispirato cantato nell’anno 1473 a.E.V., a dire: “Siate liete, o nazioni, col suo popolo, poiché egli vendicherà il sangue dei suoi servitori, e farà vendetta sui suoi avversari e in realtà farà espiazione per la terra del suo popolo”. — Deut. 32:43.
2. Quando cominciò ad aver luogo il trasferimento dei seguaci di Gesù “dall’autorità delle tenebre . . . nel regno del Figlio del suo amore”?
2 Verso il 56 E.V., quando Paolo citò queste parole di Mosè e le applicò, era passato diverso tempo dalla morte, risurrezione e ascensione di Gesù al cielo nel 33 E.V. Dalla Pentecoste di quell’anno il “suo popolo”, il popolo di Geova, erano i dedicati e battezzati discepoli di Gesù Cristo generati con lo spirito. Anni dopo, verso il 60/61 E.V., Paolo scrisse ai colossesi che appartenevano al “popolo” di Geova e disse: “[Ringraziate Geova,] il Padre che vi ha messi in grado di partecipare all’eredità dei santi nella luce. Egli ci ha liberati dall’autorità delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore”. (Col. 1:12, 13, Traduzione del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971) Questo trasferimento cominciò nel giorno giudaico della Pentecoste (6 sivan) del 33 E.V., dopo il ritorno di Gesù in cielo.
3. Con quel trasferimento nel regno spirituale del diletto Figlio di Dio, cosa divennero essi in relazione al Re?
3 Quel giorno il Padre celeste, tramite il suo glorificato Figlio regale, versò il suo spirito santo prima sui circa 120 discepoli in attesa a Gerusalemme. Così furono trasferiti da sotto l’autorità delle tenebre del mondo al regno spirituale di Gesù Cristo, il diletto Figlio di Dio, la “luce del mondo”. (Giov. 8:12) Quel regno spirituale fu istituito da Geova Dio, e in esso Gesù Cristo, quale re spirituale, presta servizio in qualità di ministro di stato di Geova. Nel compiere questo ministero egli impiega i suoi discepoli generati con lo spirito che sono sulla terra come “ambasciatori in sostituzione di Cristo”. (II Cor. 5:20) Secondo le parole della Versione Riveduta (VR), essi sono “ambasciatori per Cristo”. Tali ambasciatori hanno effettivamente un ministero, svolgono un servizio governativo.
4. (a) Da chi è composto quindi il “popolo” di Dio col quale le nazioni devono ‘rallegrarsi’? (b) A motivo di che cosa le nazioni gentili devono glorificare Dio?
4 È con questi ambasciatori che tutte le nazioni non composte di israeliti spirituali devono ‘rallegrarsi’. Per cosa? Il ministro e ambasciatore cristiano Paolo dà la risposta quando, scrivendo alla congregazione di Roma, dice: “Cristo divenne effettivamente ministro di quelli che sono circoncisi [i giudei naturali] a favore della veracità di Dio, onde confermasse le promesse che Egli aveva fatte ai loro antenati, e affinché le nazioni glorifichino Dio per la sua misericordia”. (Rom. 15:8, 9a) Quale misericordia aveva mostrato Dio alle “nazioni” gentili?
5. (a) Quale fu la “misericordia” di Dio verso gli incirconcisi gentili? (b) Quando e con chi ebbe inizio tale “misericordia”, con quale concessione?
5 Nel primo secolo E.V. questa era stata la “misericordia” di Dio: Geova Dio aveva concesso agli incirconcisi gentili [persone delle nazioni] di beneficiare delle “promesse” che egli aveva fatte agli antenati dei circoncisi giudei. Nel caso degli incirconcisi non giudei, questo cominciò nel 36 E.V., quando a Cesarea il centurione romano Cornelio, la sua famiglia e i suoi amici accettarono il ministero dell’apostolo Pietro, furono unti con lo spirito santo di Dio e quindi battezzati. (Atti, cap. 10) Non sappiamo se Cornelio e la sua famiglia abbiano poi lasciato Cesarea per tornare in Italia e divenire membri della congregazione di Roma, fino ad allora composta da circoncisi credenti giudei e forse da “proseliti” giudei. (Atti 2:1-10) Ma da quel momento in poi Dio mostrò “misericordia” ai credenti gentili battezzati accogliendoli nel “regno” spirituale del suo diletto Figlio, nonostante fossero incirconcisi.
6. (a) Ai giorni di Paolo la “misericordia” di Dio consisté nel permettere alle nazioni di entrare a far parte di che cosa? (b) Perché coloro che ricevono la “misericordia” di Dio non possono essere ministri dei governi del mondo?
6 In questo modo le “nazioni”, sia che si trattasse di circoncisi samaritani, circoncisi egiziani, o incirconcisi non giudei, ebbero il privilegio di poter entrare a far parte del ‘seme di Abraamo’ per mezzo del quale tutte le famiglie della terra si benediranno. (Gen. 12:3; 22:15-18; Gal. 3:3-29) Pur essendo al presente nel regno spirituale del Figlio dell’amore di Dio, tutti quelli che si mostrano fedeli fino alla morte terrena saranno risuscitati nel celeste regno di Dio. Lì regneranno con Cristo per mille anni, al fine di benedire tutte le famiglie della terra. (Riv. 20:4-6) Nel frattempo, mentre sono ancora in carne ed ossa sulla terra, hanno il compito di svolgere il loro “ministero” in veste di “ambasciatori in sostituzione di Cristo”, impegnandosi nel “ministero della parola” riguardante il regno di Geova retto da Cristo. Per questo motivo non possono coerentemente diventare ministri dei regni politici di questo mondo dominato dal Diavolo. — Atti 6:4.
PUBBLICO RICONOSCIMENTO FRA LE NAZIONI
7. Che posizione assumono questi “ambasciatori” nei confronti dei conflitti del mondo, e perché continuano a rallegrarsi e invitano altri ad unirsi loro in questo?
7 Gli “ambasciatori” del Regno assumono un atteggiamento di stretta neutralità nei confronti dei conflitti mondani. Sanno che agli inizi dell’autunno del 1914, mentre era in corso il terzo mese della prima guerra mondiale, finirono i “Tempi dei Gentili” o “fissati tempi delle nazioni”. (Luca 21:24; confronta VR). In quel tempo scadde il permesso concesso alle nazioni gentili di esercitare il dominio mondiale. Tali nazioni mondane, incluse quelle della cristianità, si rifiutano ostinatamente di
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