Libro biblico numero 6: Giosuè
Scrittore: Giosuè
Dove fu scritto: Canaan
Quando fu completato: ca. 1450 a.E.V.
Tempo a cui si riferisce: 1473–ca. 1450 a.E.V.
1. In quale situazione si trova Israele nel 1473 a.E.V.?
L’ANNO è il 1473 a.E.V. La scena è molto drammatica ed emozionante. Gli israeliti, accampati nelle pianure di Moab, stanno per entrare in Canaan, la Terra Promessa. Questo territorio, dall’altra parte del Giordano, è occupato da numerosi piccoli regni, ciascuno con il proprio esercito. Essi sono divisi fra loro e indeboliti da anni di corrotta dominazione egiziana. Tuttavia, nei confronti della nazione d’Israele, l’opposizione è formidabile. Per assoggettare il paese gli israeliti devono conquistare le numerose città fortificate cinte da mura, come Gerico, Ai, Hazor e Lachis. Li attende un periodo critico. Si devono combattere e vincere battaglie decisive, nelle quali Geova stesso interverrà con potenti miracoli a favore del suo popolo, per adempiere la propria promessa di farlo risiedere nel paese. Non c’è dubbio che questi avvenimenti emozionanti, così notevoli fra gli atti compiuti da Geova verso il suo popolo, dovranno essere messi per iscritto, e che questo dovrà essere fatto da un testimone oculare. Chi meglio di Giosuè, incaricato da Geova come successore di Mosè, potrebbe farlo? — Num. 27:15-23.
2. Perché la scelta di Giosuè come condottiero e narratore è appropriata?
2 La scelta di Giosuè, sia come condottiero che come narratore degli avvenimenti che stanno per aver luogo, è molto appropriata. È stato intimo compagno di Mosè in tutti i precedenti 40 anni nel deserto. È stato “ministro di Mosè dalla sua giovinezza”, mostrandosi qualificato sia come capo spirituale che militare. (Num. 11:28; Eso. 24:13; 33:11; Gios. 1:1) Quando Israele lasciò l’Egitto, nel 1513 a.E.V., egli condusse l’esercito d’Israele alla vittoria sconfiggendo gli amalechiti. (Eso. 17:9-14) In quanto leale compagno di Mosè e intrepido comandante dell’esercito, venne naturalmente scelto come rappresentante della tribù di Efraim quando da ogni tribù fu scelto un uomo per la pericolosa missione di esplorare Canaan. Per il coraggio e la fedeltà dimostrati in quell’occasione, gli fu accordato di entrare nella Terra Promessa. (Num. 13:8; 14:6-9, 30, 38) Sì, quest’uomo, Giosuè figlio di Nun, è un “uomo in cui c’è spirito”, un uomo che ‘ha seguito Geova pienamente’ ed è “pieno dello spirito di sapienza”. Non c’è da meravigliarsi se “Israele continuò a servire Geova per tutti i giorni di Giosuè”. — Num. 27:18; 32:12; Deut. 34:9; Gios. 24:31.
3. Cosa prova che Giosuè fu un vero servitore di Geova, nonché lo scrittore del libro che porta il suo nome?
3 A motivo della sua esperienza, del suo addestramento e delle sue provate qualità di vero adoratore di Geova, Giosuè era certamente adatto per essere impiegato come uno degli scrittori delle ‘Scritture ispirate da Dio’. Giosuè non è affatto una figura leggendaria, ma un servitore di Geova realmente esistito. È menzionato per nome nelle Scritture Greche Cristiane. (Atti 7:45; Ebr. 4:8) Era logico che, proprio come Mosè era stato impiegato per scrivere gli avvenimenti verificatisi durante la sua vita, così il suo successore, Giosuè, fosse impiegato per scrivere gli avvenimenti di cui era stato testimone. Che il libro sia stato scritto da un testimone oculare è indicato da Giosuè 6:25. La tradizione ebraica riconosce che lo scrittore fu Giosuè, e il libro stesso dichiara: “Giosuè scrisse quindi queste parole nel libro della legge di Dio”. — Gios. 24:26.
4. In che modo l’autenticità del libro di Giosuè è stata provata sia dall’adempimento di una profezia che dalla testimonianza di scrittori biblici posteriori?
4 Al tempo della distruzione di Gerico, Giosuè pronunciò una maledizione profetica sulla riedificazione della città, che ebbe un rimarchevole adempimento ai giorni di Acab re d’Israele, circa 500 anni dopo. (Gios. 6:26; 1 Re 16:33, 34) L’autenticità del libro di Giosuè è ulteriormente comprovata dai numerosi accenni che scrittori biblici posteriori fanno ad avvenimenti in esso riportati. Più volte i salmisti rievocano quegli eventi (Sal. 44:1-3; 78:54, 55; 105:42-45; 135:10-12; 136:17-22), e altrettanto fanno Neemia (Nee. 9:22-25), Isaia (Isa. 28:21), l’apostolo Paolo (Atti 13:19; Ebr. 11:30, 31) e il discepolo Giacomo (Giac. 2:25).
5. (a) A quale periodo di tempo si riferisce il libro di Giosuè? (b) Perché il nome Giosuè è appropriato?
5 Il libro di Giosuè si riferisce a un periodo di oltre 20 anni, dall’entrata in Canaan nel 1473 a.E.V. fino a circa il 1450 a.E.V., anno in cui probabilmente Giosuè morì. Il nome stesso Giosuè (ebraico: Yehohshùaʽ), che significa “Geova è salvezza”, è molto appropriato in vista del ruolo che Giosuè ebbe come capo visibile di Israele durante la conquista del paese. Egli diede tutta la gloria a Geova come Liberatore. Nella Settanta il libro è chiamato Iesoùs (equivalente greco di Yehohshùaʽ), da cui deriva il nome Gesù. Per le sue eccellenti qualità di coraggio, ubbidienza e integrità, Giosuè fu veramente uno splendido tipo profetico del “nostro Signore Gesù Cristo”. — Rom. 5:1.
CONTENUTO DI GIOSUÈ
6. In quali parti si divide naturalmente il libro di Giosuè?
6 Il libro si divide naturalmente in quattro parti: (1) ingresso nella Terra Promessa, (2) conquista di Canaan, (3) ripartizione del paese e (4) ultime esortazioni di Giosuè. L’intero racconto è scritto in uno stile vivido ed è pieno di episodi emozionanti.
7. Quale incoraggiamento e quali consigli Geova dà a Giosuè?
7 Ingresso nella Terra Promessa (1:1–5:12). In vista delle prove che attendono Giosuè, Geova subito lo rassicura e gli dà ottimi consigli: “Solo sii coraggioso e molto forte . . . Questo libro della legge non si deve allontanare dalla tua bocca, e vi devi leggere sottovoce giorno e notte, per aver cura di fare secondo tutto ciò che c’è scritto; poiché allora avrai successo nella tua via e allora agirai con saggezza. Non ti ho io comandato? Sii coraggioso e forte . . . poiché Geova tuo Dio è con te dovunque tu vada”. (1:7-9) Giosuè riconosce Geova come vero Condottiero e Comandante, e immediatamente si prepara ad attraversare il Giordano secondo l’ordine ricevuto. Gli israeliti lo accettano come successore di Mosè e si impegnano a essergli leali. Avanti, dunque, alla conquista di Canaan!
8. (a) In che modo Raab dimostra la sua fede? (b) Come mostra Geova di essere “un Dio vivente” in mezzo a Israele?
8 Due uomini vengono mandati a esplorare Gerico. La meretrice Raab coglie l’opportunità di dimostrare la sua fede in Geova nascondendo le spie a rischio della propria vita. In cambio, i due le giurano che sarà risparmiata quando Gerico verrà distrutta. Le spie di ritorno riferiscono che tutti gli abitanti del paese sono scoraggiati a causa degli israeliti. Poiché il loro rapporto è favorevole, Giosuè avanza immediatamente verso il Giordano, che è in piena. Geova dà ora una prova tangibile che egli sostiene Giosuè e che, proprio come al tempo di Mosè, c’è “un Dio vivente” in mezzo a Israele. (3:10) Allorché i sacerdoti che portano l’arca del patto mettono piede nel Giordano, le acque a monte si fermano, permettendo agli israeliti di attraversare sull’asciutto. Giosuè prende 12 pietre di mezzo al fiume come memoriale e ne pone altre 12 nel fiume, nel punto in cui si sono fermati i sacerdoti, dopo di che questi ultimi attraversano e le acque tornano a scorrere in piena.
9. Che avviene poi a Ghilgal?
9 Attraversato il fiume, il popolo si accampa a Ghilgal, fra il Giordano e Gerico, e qui Giosuè erige le pietre commemorative come testimonianza per le generazioni avvenire, e “affinché tutti i popoli della terra conoscano la mano di Geova, che è forte; affinché veramente temiate sempre Geova vostro Dio”. (4:24) (Giosuè 10:15 fa pensare che Ghilgal sia poi stata usata per qualche tempo come campo base). È qui che i figli d’Israele vengono circoncisi, poiché questo non era stato fatto durante il viaggio nel deserto. Si celebra la Pasqua, cessa la manna e finalmente gli israeliti cominciano a mangiare i prodotti del paese.
10. Quali istruzioni Geova dà a Giosuè circa la conquista di Gerico, e quale drammatica azione viene compiuta?
10 Conquista di Canaan (5:13–12:24). Il primo obiettivo è ormai a tiro. Ma come prendere questa città di Gerico, cinta da mura e “saldamente chiusa”? (6:1) Geova stesso spiega nei dettagli come procedere, inviando il “principe dell’esercito di Geova” a istruire Giosuè. (5:14) Una volta al giorno per sei giorni l’esercito di Israele deve marciare intorno alla città, con gli uomini di guerra davanti, seguiti in processione da alcuni sacerdoti che suonano i corni di montone e da altri che portano l’arca del patto. Il settimo giorno devono fare il giro sette volte. Giosuè trasmette fedelmente gli ordini al popolo. Esattamente come ordinato, l’esercito marcia intorno a Gerico. Non si ode parola. Non c’è nessun rumore eccetto il calpestio dei piedi e il suono dei corni dei sacerdoti. Quindi, l’ultimo giorno, dopo che è stato completato il settimo giro, Giosuè dà il segnale di urlare. Essi lanciano “un grande grido di guerra”, e le mura di Gerico crollano! (6:20) Come un sol uomo si lanciano all’assalto della città, catturandola e votandola alla distruzione col fuoco. Solo la fedele Raab e la sua famiglia vengono risparmiate.
11. Come si pone rimedio all’iniziale sconfitta subita ad Ai?
11 Si prosegue quindi verso Ai! La fiducia in un’altra facile vittoria si tramuta in costernazione allorché gli uomini di Ai mettono in fuga i 3.000 soldati israeliti mandati a catturare la città. Che cosa è accaduto? Geova li ha forse abbandonati? Giosuè ansioso interroga Geova, il quale rivela che, contrariamente al suo comando di votare alla distruzione ogni cosa trovata a Gerico, qualcuno nel campo ha disubbidito, rubando qualche cosa e nascondendola. Questa impurità dev’essere rimossa dal campo prima che Israele possa continuare a prosperare con la benedizione di Geova. Sotto la guida divina il malfattore Acan viene scoperto e lapidato insieme alla sua famiglia. Riottenuto il favore di Geova, gli israeliti avanzano ora contro Ai. Ancora una volta Geova stesso rivela la strategia da seguire. Gli uomini di Ai vengono attirati fuori della città cinta da mura e cadono in un’imboscata. La città è catturata e votata alla distruzione con tutti i suoi abitanti. (8:26-28) Nessun compromesso con il nemico!
12. Quale comando divino esegue poi Giosuè?
12 Ubbidendo al comando che Geova aveva dato per mezzo di Mosè, Giosuè edifica poi un altare sul monte Ebal e vi scrive “una copia della legge”. (8:32) Quindi legge le parole della Legge, insieme alla benedizione e alla maledizione, all’intera nazione riunita in assemblea, metà di fronte al monte Gherizim e metà di fronte al monte Ebal. — Deut. 11:29; 27:1-13.
13. Che esito ha l’‘accorta’ azione dei gabaoniti?
13 Allarmati per la rapidità dell’invasione, parecchi piccoli regni di Canaan si alleano nel tentativo di arrestare l’avanzata di Giosuè. Comunque i gabaoniti, ‘quando odono ciò che Giosuè ha fatto a Gerico e ad Ai, agiscono con accortezza’. (Gios. 9:3, 4) Fingendo di venire da un paese lontano da Canaan, stipulano un patto con Giosuè perché ‘li lasci vivere’. Quando lo stratagemma viene scoperto, gli israeliti rispettano il patto ma costituiscono i gabaoniti “raccoglitori di legna e attingitori d’acqua”, come ‘infimi schiavi’, adempiendo così in parte l’ispirata maledizione di Noè su Canaan, figlio di Cam. — Gios. 9:15, 27; Gen. 9:25.
14. A Gabaon, come dimostra Geova di combattere per Israele?
14 Questa defezione dei gabaoniti non è una cosa di poco conto, poiché “Gabaon era una città grande . . . più grande di Ai, e tutti i suoi uomini erano potenti”. (Gios. 10:2) Adoni-Zedec, re di Gerusalemme, vede in questo una minaccia per sé e per gli altri re di Canaan. Si deve dare un esempio per impedire ulteriori casi di diserzione. Adoni-Zedec e altri quattro re (quelli delle città-stato di Ebron, Iarmut, Lachis ed Eglon) si organizzano e muovono guerra a Gabaon. Onorando il patto fatto con i gabaoniti, Giosuè marcia tutta la notte per andare in loro aiuto, e mette in rotta gli eserciti dei cinque re. Ancora una volta Geova prende parte al combattimento, usando forze sovrumane e segni, con risultati devastanti. Dal cielo cadono enormi chicchi di grandine, che uccidono più nemici di quanti non ne uccidano le spade dell’esercito israelita. E poi, meraviglia delle meraviglie, ‘il sole sta fermo in mezzo ai cieli e non si affretta a tramontare per circa un giorno intero’. (10:13) Così è possibile completare le operazioni di rastrellamento. I saggi di questo mondo possono non credere a questo avvenimento miracoloso, ma gli uomini di fede accettano il racconto divino, ben sapendo che Geova ha il potere di controllare le forze dell’universo e di dirigerle secondo la sua volontà. Infatti, “Geova stesso combatteva per Israele”. — 10:14.
15. Descrivete il procedere dell’invasione e il suo culmine ad Hazor.
15 Dopo aver messo a morte i cinque re, Giosuè vota Maccheda alla distruzione. Passando rapidamente a sud, distrugge completamente Libna, Lachis, Eglon, Ebron e Debir, città sui colli fra il Mar Salato e il Mar Grande. Ora la notizia dell’invasione si diffonde in tutto Canaan. A nord Iabin, re di Hazor, dà l’allarme. In lungo e in largo, da entrambi i lati del Giordano, egli chiama a raccolta tutte le forze disponibili per un’azione congiunta contro gli israeliti. Mentre si accampano presso le acque di Merom, le forze congiunte del nemico formano “un popolo così numeroso come i granelli di sabbia che sono sulla spiaggia del mare”. (11:4) Di nuovo Geova assicura a Giosuè che otterrà la vittoria e indica la strategia da seguire. Il risultato? Un’altra schiacciante sconfitta per i nemici del popolo di Geova! Hazor è data alle fiamme, e le città alleate e i loro re sono votati alla distruzione. Così Giosuè estende la dominazione israelita in lunghezza e in larghezza attraverso Canaan. Sono stati sconfitti 31 re.
16. Quali assegnazioni territoriali vengono fatte?
16 Ripartizione del paese (13:1–22:34). Nonostante che siano state riportate tutte queste vittorie, che molte importanti città fortificate siano state distrutte e che ogni resistenza organizzata sia stata per il momento infranta, “rimane ancora da prendere possesso di grandissima parte del paese”. (13:1) Comunque, Giosuè ha ora circa 90 anni e c’è ancora un altro grande compito da assolvere: quello di ripartire il paese come eredità fra nove tribù intere e metà della tribù di Manasse. Ruben, Gad e l’altra metà della tribù di Manasse hanno già ricevuto la loro eredità terriera a est del Giordano, e la tribù di Levi non ne deve ricevere alcuna, perché “Geova l’Iddio d’Israele” è la sua eredità. (13:33) Con l’aiuto del sacerdote Eleazaro, Giosuè fa ora le assegnazioni a ovest del Giordano. L’85enne Caleb, ansioso di combattere i nemici di Geova fino all’ultimo, chiede e ottiene la regione di Ebron infestata dagli anachim. (14:12-15) Dopo che le tribù hanno ricevuto la loro eredità a sorte, Giosuè chiede la città di Timnat-Sera sui monti di Efraim, che gli viene data “per ordine di Geova”. (19:50) La tenda di adunanza viene eretta a Silo, anch’essa nella regione montagnosa di Efraim.
17. Quale provvedimento viene preso in relazione alle città di rifugio e alle città levitiche?
17 Per gli omicidi involontari vengono istituite sei città di rifugio, tre da ciascun lato del Giordano. Quelle a ovest del fiume sono Chedes in Galilea, Sichem in Efraim ed Ebron sulle colline di Giuda. Quelle a est sono Bezer nel territorio di Ruben, Ramot in Galaad e Golan in Basan. A queste viene conferito “un carattere sacro”. (20:7) Quarantotto città con i loro pascoli, sparse nel territorio delle varie tribù, vengono assegnate a sorte ai leviti perché vi risiedano. Queste includono le sei città di rifugio. Così Israele ‘prese possesso del paese e vi dimorava’. La promessa di Geova “si avverò tutta”. — 21:43, 45.
18. Quale crisi sorge fra le tribù orientali e quelle occidentali, ma come viene risolta?
18 Gli uomini di guerra delle tribù di Ruben e Gad e della mezza tribù di Manasse, che fino a questo momento hanno seguito Giosuè, ora tornano alle loro eredità di là dal Giordano, accompagnati dall’esortazione di Giosuè a rimanere fedeli e dalla sua benedizione. Durante il viaggio, quando giungono nei pressi del Giordano, erigono un grande altare. Questo provoca una crisi. Poiché il luogo stabilito per l’adorazione di Geova è presso la tenda di adunanza a Silo, le tribù occidentali temono si tratti di un tradimento e di slealtà, e si preparano a dare battaglia ai presunti ribelli. Comunque, lo spargimento di sangue è scongiurato quando viene spiegato che l’altare non è stato eretto per offrire sacrifici, ma solo come “una testimonianza fra noi [gli israeliti a est e quelli a ovest del Giordano] che Geova è il vero Dio”. — 22:34.
19, 20. (a) Quali esortazioni di addio pronuncia Giosuè? (b) Quale scelta egli pone davanti a Israele, e come mette in risalto la scelta giusta che Israele dovrebbe fare?
19 Ultime esortazioni di Giosuè (23:1–24:33). ‘E avviene molti giorni dopo che Geova ha dato a Israele riposo da tutti i loro nemici d’ogni intorno’, che Giosuè, ormai “vecchio e avanzato nei giorni”, convoca tutto Israele per rivolgere ispiratrici esortazioni di addio. (23:1) Umile sino alla fine, Giosuè dà a Geova tutto il merito delle grandi vittorie riportate sulle nazioni. Tutti continuino ora a essere fedeli! “Dovete essere molto coraggiosi nell’osservare e nel mettere in pratica tutto ciò che è scritto nel libro della legge di Mosè non deviando mai da esso né a destra né a sinistra”. (23:6) Devono rifuggire dai falsi dèi e ‘stare costantemente in guardia per le loro anime amando Geova loro Dio’. (23:11) Non ci dev’essere nessun compromesso con i cananei rimasti, nessuna alleanza matrimoniale o religiosa con loro, poiché questo provocherebbe l’ardente ira di Geova.
20 Radunate tutte le tribù a Sichem e convocati i loro rappresentanti ufficiali dinanzi a Geova, Giosuè riferisce quindi il resoconto di Geova stesso circa i Suoi rapporti con il Suo popolo da quando aveva chiamato Abraamo e lo aveva fatto entrare in Canaan fino alla conquista e all’occupazione della Terra Promessa. Di nuovo Giosuè mette in guardia gli israeliti contro la falsa religione, invitandoli a ‘temere Geova e a servirlo senza difetto e in verità’. Sì, “servite Geova”! Quindi presenta la questione in termini molto chiari: “Sceglietevi oggi chi volete servire, se gli dèi che servirono i vostri antenati . . . o gli dèi degli amorrei nel cui paese dimorate. Ma in quanto a me e alla mia casa, serviremo Geova”. Con una convinzione che ci ricorda Mosè, egli rammenta a Israele che Geova “è un Dio santo; è un Dio che esige esclusiva devozione”. Stiano dunque alla larga dagli dèi stranieri! Il popolo è così stimolato che dichiara come un sol uomo: “Serviremo Geova nostro Dio e ascolteremo la sua voce!” (24:14, 15, 19, 24) Prima di congedarli, Giosuè fa un patto con loro, scrive queste parole nel libro della legge di Dio ed erige una grande pietra come testimone. Quindi Giosuè muore alla veneranda età di 110 anni e viene seppellito a Timnat-Sera.
PERCHÉ È UTILE
21. Quale saggia esortazione del libro di Giosuè è oggi di inestimabile beneficio?
21 Mentre leggete le esortazioni conclusive di Giosuè a prestare fedelmente servizio, il vostro cuore non ne è stimolato? Non vi sentite spinti a fare eco alle parole che Giosuè proferì più di 3.400 anni fa: “In quanto a me e alla mia casa, serviremo Geova”? O se servite Geova in condizioni difficili oppure isolati da altri fedeli, non vi sentite incoraggiati dalle parole che Geova rivolse a Giosuè all’inizio della marcia per entrare nella Terra Promessa: “Solo sii coraggioso e molto forte”? Inoltre, non trovate d’inestimabile beneficio seguire l’esortazione divina a ‘leggere [la Bibbia] sottovoce giorno e notte, per avere successo nella vostra via’? Di sicuro tutti quelli che seguono questi saggi consigli li troveranno di notevole utilità. — 24:15; 1:7-9.
22. Quali essenziali esigenze della vera adorazione sono messe in risalto?
22 Gli avvenimenti così vividamente descritti nel libro di Giosuè sono più che storia antica. Mettono in risalto alcuni princìpi divini: innanzi tutto, che per ottenere la benedizione di Geova sono essenziali fede e ubbidienza incondizionate. L’apostolo Paolo ricorda che per fede “le mura di Gerico caddero dopo che ne fu fatto il giro per sette giorni”, e che a motivo della fede “Raab la meretrice non perì con quelli che agirono disubbidientemente”. (Ebr. 11:30, 31) Anche Giacomo cita Raab come utile esempio per i cristiani affinché compiano opere di fede. — Giac. 2:24-26.
23. Quali potenti rammemoratori sono contenuti in Giosuè?
23 Gli insoliti avvenimenti soprannaturali narrati in Giosuè 10:10-14, quando il sole rimase immoto e la luna si fermò, nonché i molti altri miracoli che Geova compì a favore del suo popolo, sono potenti rammemoratori della sua capacità e volontà di annientare definitivamente tutti i suoi malvagi oppositori. Isaia mette in relazione Gabaon, teatro di battaglia sia al tempo di Giosuè che al tempo di Davide, con l’agitarsi di Geova, che si leverà per questo sterminio, “per fare la sua opera — la sua opera è strana — e per compiere il suo lavoro, il suo lavoro è insolito”. — Isa. 28:21, 22.
24. In che modo il libro di Giosuè si collega alle promesse relative al Regno, e quale assicurazione dà che ‘si avvereranno tutte’?
24 Gli avvenimenti di Giosuè additano il Regno di Dio? Certamente! Che la conquista e l’occupazione della Terra Promessa debbano essere collegate con qualcosa di più grande fu indicato dall’apostolo Paolo: “Poiché se Giosuè li avesse condotti in un luogo di riposo, Dio non avrebbe parlato in seguito di un altro giorno. Rimane dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio”. (Ebr. 4:1, 8, 9) I cristiani fanno il possibile per rendere sicuro il loro “ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”. (2 Piet. 1:10, 11) Come mostra Matteo 1:5, Raab divenne un’antenata di Gesù Cristo. Il libro di Giosuè provvede così un altro essenziale anello del racconto che porta alla venuta del Seme del Regno. Ci dà la ferma assicurazione che le promesse relative al Regno di Geova saranno sicuramente adempiute. Parlando della promessa che Dio fece ad Abraamo, Isacco e Giacobbe e che ripeté agli israeliti, loro discendenti, il racconto dice con riferimento ai giorni di Giosuè: “Nemmeno una promessa venne meno di tutta la buona promessa che Geova aveva fatto alla casa d’Israele; si avverò tutta”. (Gios. 21:45; Gen. 13:14-17) Similmente, “la buona promessa” di Geova relativa al giusto Regno dei cieli si avvererà tutta!