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Gionatan, ‘un uomo fra mille’La Torre di Guardia 1980 | 1° giugno
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troverà, e tu stesso sarai re su Israele e io stesso ti sarò secondo; e anche Saul mio padre ne ha conoscenza’”. — I Sam. 23:16, 17.
Che nobiltà d’animo mostrò Gionatan dicendosi contento di occupare il secondo posto nel regno! Questa altruistica devozione fu possibile perché Gionatan aveva accettato Davide come l’uomo scelto da Geova per essere re e lo amava per le sue ottime qualità.
Gionatan, però, non divenne secondo nel regno, ma morì col padre in battaglia. (I Sam. 31:2) La morte di Saul e di Gionatan fornì a Davide l’occasione per comporre un canto funebre, “L’Arco”. Dapprima questo canto funebre entrò a far parte della raccolta di poemi, canti e altri scritti che formavano il libro di Iashar. In seguito “L’Arco” fu trascritto nel racconto ispirato di II Samuele. Il brano doveva essere insegnato ai figli di Giuda. — II Sam. 1:17-27.
Quando pensiamo al meraviglioso vincolo d’amicizia fra Davide e Gionatan, possiamo facilmente capire perché Davide si espresse in questo modo nell’“Arco”: “Sono angustiato per te, fratello mio Gionatan, tu mi eri molto piacevole. Il tuo amore mi era più meraviglioso dell’amore delle donne”. (II Sam. 1:26) Gionatan fu veramente ‘un uomo fra mille’.
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Mosè si rimangiò la parola?La Torre di Guardia 1980 | 1° giugno
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Mosè si rimangiò la parola?
AL TERMINE della nona piaga — tre giorni di buio totale — Faraone minacciò Mosè: “Guardati! Non cercar di vedere di nuovo la mia faccia, perché il giorno che vedrai la mia faccia morrai”. (Eso. 10:28) Secondo Esodo 10:29 Mosè replicò: “Così hai parlato. Io non cercherò di vedere più la tua faccia”.
Nel successivo capitolo di Esodo, versetti da 4 a 8, leggiamo però che Mosè annuncia a Faraone la decima piaga. Mosè si era forse rimangiato la parola? No, non sembra che le cose siano andate così. Evidentemente Esodo 11:1-3 va preso come una narrazione parentetica. Per cui, dopo aver detto: “Io non cercherò di vedere più la tua faccia”, Mosè non smise di parlare, ma continuò preannunciando la decima piaga. Poi, come dice il racconto, Mosè “uscì da Faraone acceso d’ira”. — Eso. 11:8.
Solo sapendo che la decima piaga sarebbe stata l’ultima Mosè avrebbe potuto dire a Faraone che non avrebbe cercato di rivedere la sua faccia. Altrimenti sarebbe stato un atto di presunzione acconsentire a qualcosa che poteva non essere in armonia con la volontà di Geova. Le parole di Esodo 11:1-3 mostrano che Mosè era consapevole che la decima piaga sarebbe stata l’ultima, e queste parole forniscono anche informazioni su ciò che gli israeliti avrebbero dovuto fare quando quella piaga si sarebbe abbattuta sugli egiziani. — Confronta Esodo 11:2, 3 con Esodo 12:35, 36.
Sotto la spinta degli eventi Faraone fu costretto a mandare a chiamare Mosè e Aaronne. Umiliato dalla decima piaga, Faraone disse loro: “Levatevi, uscite di mezzo al mio popolo, voi e gli altri figli d’Israele, e andate, servite Geova, proprio come avete affermato. Prendete i vostri greggi e le vostre mandre, proprio come avete affermato, e andate. Inoltre dovete anche benedirmi”. (Eso. 12:31, 32) Che contrasto! Il Faraone che aveva minacciato di morte Mosè ora implorava una benedizione. Non voleva che Mosè e gli altri israeliti lasciassero l’Egitto maledicendolo ancora e invocando su di lui altre calamità.
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