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En-GhediAusiliario per capire la Bibbia
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Bibbia parla di certi “luoghi cui era difficile appressarsi in En-Ghedi”. (I Sam. 23:29) Tuttora alcuni visitatori descrivono in modo simile i pericolosi e scoscesi valichi rocciosi della zona. L’asperità di parte del terreno è indicata anche dalla menzione di “nude rocce delle capre di montagna”. (I Sam. 24:2) Alcuni traduttori lo considerano il nome proprio — “Balze dei Camosci” (Nardoni), “Rocce dei Camosci” (Con; Mar) — di qualche località particolare dove probabilmente si radunavano capre selvatiche, come fanno tuttora nella zona di En-Ghedi. Altri invece la considerano semplicemente un’espressione descrittiva che ben si adatta a quei crinali e cocuzzoli impervi abitati da capre. Le rocce di En-Ghedi sono costellate di spaziose caverne. Davide e i suoi uomini forse si nascosero in una di queste. (I Sam. 24:3) Alcuni avanzano l’ipotesi che i “recinti di pietra per le pecore” dove si fermò Saul potessero riferirsi a queste caverne, con un rozzo muretto davanti per proteggersi dalle intemperie. — I Sam. 24:2-10.
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En-MispatAusiliario per capire la Bibbia
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En-Mispat
Vedi CADES, CADES-BARNEA.
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En-RoghelAusiliario per capire la Bibbia
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En-Roghel
(En-Ròghel) [sorgente del follatore].
Sorgente o pozzo presso Gerusalemme che segnava il confine fra Giuda e Beniamino. (Gios. 15:7; 18:16) Gionatan e Ahimaaz, spie di Davide, attesero a En-Roghel informazioni sulla ribellione di Absalom. (II Sam. 17:17) Nei pressi l’altro figlio ribelle di Davide, Adonia, tenne in seguito un convito onde procurarsi sostenitori per la sua usurpazione del trono. — I Re 1:9.
È generalmente accettato che En-Roghel corrisponda al moderno Bir Ayyub, o pozzo di Giobbe, che si trova a S dell’estremità SE delle mura di Gerusalemme, ai piedi della scarpata orientale della valle del Chidron, circa 180 m a S della confluenza con la valle di Innom. Il pozzo è profondo quasi 40 m; la parte inferiore è scavata nella viva roccia e la parte superiore è rivestita internamente di pietra. Raggiunge una sorgente o un corso d’acqua sotterraneo che, dopo una pioggia, a volte si ingrossa al punto che il livello dell’acqua sale fino in superficie.
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EnigmaAusiliario per capire la Bibbia
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Enigma
Espressione oscura da decifrare. Enigmi sono messi in contrasto con espressioni chiare, facilmente comprensibili. (Num. 12:8) Questo termine a volte è usato come un’espressione parallela a proverbio, perché un enigma può anche essere un detto pieno di significato ma espresso in linguaggio oscuro. (Sal. 49:4) Lo stesso termine ebraico reso “enigmi”, in un diverso contesto, è tradotto “domande da render perplessi”. (II Cron. 9:1) Formulare un enigma, che spesso racchiude un’oscura ma accurata analogia, richiede una mente pronta, e per risolvere un enigma del genere bisogna saper vedere le cose in relazione l’una con l’altra; perciò la Bibbia si riferisce agli enigmi come all’espressione dei saggi e a qualche cosa che può essere ben compreso dall’uomo d’intendimento. — Prov. 1:5, 6.
La Bibbia stessa contiene enigmi relativi ai propositi di Geova. (Sal. 78:2-4) Sono dichiarazioni che in un primo momento possono rendere perplesso il lettore; possono essere volutamente oscure, facendo ricorso a paragoni densi di significato che non dovevano esser compresi all’epoca in cui furono scritti. Per esempio, in Zaccaria 3:8 Geova parla profeticamente del “mio servitore Germoglio”, ma non spiega che si tratta di un germoglio o progenie della discendenza reale di Davide; che in effetti è il Figlio stesso di Dio allora nei cieli che sarebbe nato da una vergine discendente del re Davide. E in Rivelazione 13:18 si legge che “il numero della bestia selvaggia” è “seicentosessantasei”, ma non viene spiegato il significato di tale numero.
A volte gli enigmi servivano non per confondere le idee degli ascoltatori, ma anzi per suscitare interesse e rendere il messaggio più vivace. Tale fu l’enigma delle due aquile e della vite, proposto alla casa d’Israele dal profeta Ezechiele. (Ezec. 17:1-8) Immediatamente dopo aver presentato l’enigma, Ezechiele ricevette da Geova l’ordine di chiedere al popolo se l’avevano capito e poi di spiegarlo loro.
Alcuni enigmi si dovevano indovinare, e spesso erano in versi, come quello proposto da Sansone ai filistei. (Giud. 14:12-18) Deliberatamente egli ricorse a dei paragoni che non sarebbero stati facilmente comprensibili quando disse: “Da colui che mangia è uscito qualche cosa da mangiare, e dal forte è uscito qualche cosa di dolce”. Tale enigma si basava su un’esperienza che aveva personalmente avuta di recente quando aveva raccolto del miele dalla carcassa di un leone, dove era stato depositato da uno sciame di api. — Giud. 14:8, 9.
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EnocAusiliario per capire la Bibbia
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Enoc
(Ènoc) [iniziato, dedicato].
Figlio nato a Iared quando aveva 162 anni; il settimo uomo della discendenza di Adamo. Oltre a Metusela, nato quando aveva 65 anni, Enoc ebbe altri figli e figlie. Enoc fu uno del “così gran nuvolo di testimoni” che avevano dato notevole esempio di fede nell’antichità. “Enoc continuò a camminare col vero Dio”. (Gen. 5:18, 21-24; Ebr. 11:5; 12:1) Profeta di Geova, predisse la venuta di Dio con le Sue sante miriadi per eseguire il giudizio contro gli empi. (Giuda 14, 15) Le sue profezie attirarono probabilmente su di lui la persecuzione. Dio però non permise agli oppositori di uccidere Enoc. Anzi, Geova “lo prese”, cioè troncò la sua vita a un’età molto inferiore a quella di gran parte dei suoi contemporanei. Enoc fu “trasferito” in quanto evidentemente non provò le doglie della morte, anche se morì all’età di 365 anni. (Gen. 5:24; Ebr. 11:5, 13) Comunque non fu portato in cielo, come fanno notare le chiare parole di Gesù in Giovanni 3:13. Sembra che, come nel caso del corpo di Mosè, Geova abbia eliminato il corpo di Enoc, infatti “non fu trovato in nessun luogo”. — Deut. 34:5, 6; Giuda 9.
Enoc non è lo scrittore del “Libro di Enoc”, libro apocrifo, non ispirato, scritto molti secoli più tardi, probabilmente nel II e I secolo a.E.V.
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EnosAusiliario per capire la Bibbia
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Enos
(Ènos) [uomo].
Figlio di Set, natogli quando aveva 105 anni. Enos aveva 90 anni quando divenne padre di Chenan, e visse 905 anni in tutto. (Gen. 5:6-11) Il suo nome è pure menzionato nelle genealogie in I Cronache 1:1 e Luca 3:38. Ai suoi giorni “si cominciò a invocare il nome di Geova”. (Gen. 4:26) Evidentemente questa non era un’invocazione di Geova fatta con fede e secondo la pura adorazione come quella praticata da Abele più di centocinque anni prima della nascita di Enos. Dotti ebrei sostengono che il versetto dovrebbe leggersi “cominciò in modo profano” o “allora iniziò la profanazione”. Dei giorni di Enos il Targum palestinese dice: “Quella fu la generazione ai cui giorni cominciarono a errare, e a farsi idoli, e chiamarono i loro idoli col nome della parola del Signore”. Secondo Maimonide, “Enos stesso fu (uno) di quelli che errarono”. Sembra dunque che del nome di Geova si facesse un uso errato o non appropriato. Alcuni poterono usare il Suo nome riferendosi a se stessi o ad altri uomini per mezzo dei quali pretendevano di rivolgersi in adorazione a Dio; oppure davano il Suo nome a oggetti idolatrici.
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