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AbsalomAusiliario per capire la Bibbia
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glielo ha detto Geova! Forse Geova vedrà coi suoi occhi, e Geova mi renderà bontà invece della sua maledizione in questo giorno”. — II Sam. 16:1-14.
Occupando Gerusalemme e il palazzo, Absalom accettò l’apparente defezione di Husai dalla sua parte dopo aver osservato con sarcasmo che Husai era il fedele “compagno” di Davide. Poi, seguendo il consiglio di Ahitofel, Absalom ebbe pubblicamente rapporti con le concubine del padre a riprova della completa frattura fra lui e Davide e della sua inesorabile determinazione di conservare il trono. (II Sam. 16:15-23) In tal modo ebbe adempimento l’ultima parte dell’ispirata profezia di Natan. — II Sam. 12.11.
Ahitofel sollecitò Absalom ad affidargli il comando dell’esercito per infliggere a Davide un colpo mortale quella notte stessa, prima che il suo esercito potesse riorganizzarsi. Compiaciuto Absalom ritenne tuttavia saggio sentire l’opinione di Husai. Questi, rendendosi conto che Davide aveva bisogno di tempo, dipinse un vivido quadro, forse per approfittare della mancanza di vero coraggio da parte di Absalom (che finora aveva manifestato più arroganza e astuzia che ardimento virile), e anche per far leva sulla sua vanità. Husai raccomandò di aspettare onde raccogliere prima forze preponderanti comandate dallo stesso Absalom. Per volere di Geova, il consiglio di Husai prevalse su quello di Ahitofel, il quale pensando che ormai la rivolta fosse una causa persa si suicidò. — II Sam. 17:1-14, 23.
Per precauzione Husai mandò ad avvertire Davide del consiglio di Ahitofel e, nonostante i tentativi di Absalom per arrestare i corrieri clandestini, Davide ricevuto l’avvertimento attraversò il Giordano e raggiunse Maanaim sulle colline di Galaad (dove Is-Boset aveva avuto la sua capitale). Qui fu accolto con espressioni di generosità e benignità. Preparandosi per il conflitto Davide organizzò le sue crescenti forze in tre divisioni al comando di Gioab, Abisai e Ittai il gattita. Esortato a rimanere in città, dove la sua presenza sarebbe stata più utile, Davide cedette e mostrò ancora una volta straordinaria assenza di rancore verso Absalom chiedendo pubblicamente ai suoi tre comandanti di ‘trattare gentilmente il giovane Absalom per amor suo’. — II Sam. 17:15-18:5.
BATTAGLIA DECISIVA E MORTE
Le forze di Absalom di recente formazione subirono una schiacciante disfatta da parte degli esperti combattenti di Davide. Il combattimento raggiunse la foresta di Efraim. Absalom cercò di allontanarsi cavalcando il suo mulo regale, ma passando sotto i rami bassi di un grosso albero la chioma gli si impigliò nella biforcazione di un ramo così che rimase sospeso per aria. L’uomo che riferì a Gioab di averlo visto disse che non avrebbe disubbidito alla richiesta di Davide uccidendo Absalom neanche per “mille pezzi d’argento”, ma Gioab non ebbe ritegno e conficcò tre aste nel cuore di Absalom, e anche dieci dei suoi uomini si unirono al loro comandante nell’assumersi la responsabilità per la morte di Absalom. Il corpo di Absalom fu poi gettato in una buca e ricoperto con un mucchio di sassi come indegno di sepoltura. — II Sam. 18:6-17; confronta Giosuè 7:26; 8:29.
Quando i messaggeri raggiunsero Davide a Maanaim, la sua prima preoccupazione fu per il figlio. Informato della morte di Absalom, Davide si mise a camminare avanti e indietro nella camera sul terrazzo, piangendo: “Figlio mio Absalom, figlio mio, figlio mio Absalom! Oh fossi io morto, io stesso, invece di te, Absalom figlio mio, figlio mio!” (II Sam. 18:24-33) Solo il discorso e il ragionamento deciso e schietto di Gioab fecero uscire Davide dal suo grande dolore per la tragica fine di questo giovane fisicamente attraente e pieno di risorse, che l’enorme ambizione aveva indotto a combattere contro l’unto di Dio a sua propria rovina. — II Sam. 19:1-8; confronta Proverbi 24:21, 22.
Il Salmo 3 si pensa sia stato scritto da Davide al tempo della ribellione di Absalom, come indica la soprascritta all’inizio del salmo.
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Absalom, monumento diAusiliario per capire la Bibbia
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Absalom, monumento di
Cippo eretto da Absalom nel “Bassopiano del Re”, detto anche “Bassopiano di Save”, presso Gerusalemme. (II Sam. 18:18; Gen. 14:17) Egli eresse il monumento perché non aveva figli che ne tenessero vivo il nome dopo la morte. Sembra quindi che i tre figli menzionati in II Samuele 14:27 siano morti piccoli. Absalom non fu sepolto sul luogo del suo monumento ma rimase in una buca nella foresta di Efraim. — II Sam. 18:6, 17.
Nella valle di Chidron c’è un monumento di pietra chiamato “Tomba di Absalom”, ma la sua forma architettonica indica che appartiene al periodo greco-romano, forse all’epoca di Erode. Non c’è dunque alcuna ragione per associarvi il nome di Absalom.
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AcabAusiliario per capire la Bibbia
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Acab
(Àcab) [fratello del padre].
Figlio di Omri e re del regno settentrionale d’Israele. Regnò ventidue anni in Samaria, dal 940 al 919 a.E.V., e alla morte gli successe il figlio Acazia. — I Re 16:28, 29; 22:40, 51.
TOLLERA LA FALSA ADORAZIONE
La storia di Acab è una delle peggiori per quanto riguarda la vera adorazione. Non solo egli continuò a profanare l’adorazione di Geova col culto dei vitelli d’oro istituito da Geroboamo ma, dopo il suo matrimonio con Izebel, figlia di Etbaal re di Sidone, lasciò che l’adorazione di Baal contaminasse Israele in misura senza precedenti. Giuseppe Flavio, citando l’antico storico Menandro di Efeso, menziona Etbaal come Itobalo, e in un suo scritto (Contro Apione, Libro I, 18) riferisce che era sacerdote di Astarte prima di salire al trono avendo assassinato il re. Acab si fece trascinare all’adorazione di Baal dalla moglie pagana Izebel, costruì un tempio a Baal ed eresse un palo sacro in onore di Astoret (Astarte). (I Re 16:30-33) In breve c’erano 450 profeti di Baal e 400 profeti del palo sacro, che mangiavano tutti alla tavola regale di Izebel. (18:19) I veri profeti di Geova furono uccisi con la spada e solo grazie all’intervento di un uomo di fede, Abdia, economo della casa di Acab, ne rimasero in vita un centinaio nascosti da lui in caverne, dove vissero di pane e acqua. — 18:3, 4, 13; 19:10.
Per essersi volto all’adorazione di Baal, Acab fu informato da Elia della venuta di una grave siccità, che secondo Luca 4:25 e Giacomo 5:17 interessò un periodo di tre anni e sei mesi. (I Re 17:1; 18:1) Solo alla parola di Elia avrebbe ricominciato a piovere e, benché Acab lo facesse cercare in tutte le nazioni e i regni circostanti, Elia rimase introvabile fino al momento opportuno. (17:8, 9; 18:2, 10) Acab cercò di dare a Elia la colpa della siccità e della carestia, accusa che Elia respinse indicando che la vera causa era l’adorazione di Baal patrocinata da Acab. Una prova sostenuta in cima al monte Carmelo dimostrò l’inesistenza di Baal e manifestò che Geova era il vero Dio; i profeti di Baal furono uccisi per comando di Elia, e poco dopo una pioggia torrenziale pose fine alla siccità. (18:17-46) Acab tornò a Izebel dalla moglie e la informò delle azioni di Elia contro il baalismo. Izebel reagì minacciando con
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