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PortaAusiliario per capire la Bibbia
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“Porta superiore della casa di Geova”. Questa poteva essere una porta che immetteva nel cortile interno, forse la “nuova porta di Geova”, dove fu processato Geremia; là inoltre Baruc segretario di Geremia lesse il rotolo davanti al popolo. (Ger. 26:10; 36:10) Può darsi che Geremia l’abbia chiamata “nuova porta” perché non era antica come le altre; forse si trattava della “porta superiore della casa di Geova” costruita dal re Iotam. — II Re 15:32, 35; II Cron. 27:3.
“Porta superiore di Beniamino, che era nella casa di Geova”. Probabilmente una porta che immetteva nel cortile interno, sul lato N del Tempio. — Ger. 20:2; confronta Ezechiele 8:3; 9:2.
Porta Bella. Porta del tempio ricostruito da Erode il Grande; luogo dove Pietro guarì un uomo zoppo dalla nascita. (Atti 3:1-10) Una tradizione identifica questa porta con la Porta d’Oro tuttora esistente nelle mura della città, ma può darsi che la Porta Bella fosse una porta interna dell’area del Tempio, forse corrispondente all’antica “Porta Orientale”. Alcuni dicono che poteva essere una delle porte a E dell’edificio stesso del Tempio, che si apriva sul cortile delle donne, porta che secondo Giuseppe Flavio era alta circa 22 m e aveva battenti di ottone di Corinto.
Altre porte menzionate sono la “porta dietro i corrieri” e la “porta dei corrieri”. Queste sono porte del Tempio, di ubicazione incerta. — II Re 11:6, 19.
USI FIGURATIVI
Nel Salmo 118:19, 20 si parla di “porte della giustizia” e della “porta di Geova” in cui entrano i giusti. (Confronta Matteo 7:13, 14). Quando uno moriva si diceva passasse per le “porte della morte”. (Sal. 9:13; 107:18) Andava nella comune tomba di tutto il genere umano e quindi passava per le porte dello Sceol o Ades. (Isa. 38:10; Matt. 16:18) Poiché Gesù Cristo ha le chiavi della morte e dell’Ades (Riv. 1:18), i componenti della sua congregazione avevano la certezza che questi nemici non li avrebbero tenuti schiavi per sempre. L’apostolo Paolo spiegò che tutti costoro muoiono, vanno nella morte e nell’Ades, come vi andò anche Cristo che Dio liberò dalle doglie della morte e non lasciò nell’Ades. (Atti 2:24, 31) E poiché ai cristiani fedeli è assicurata la risurrezione, la morte e l’Ades non riportano la vittoria finale sulla congregazione di Cristo. — I Cor. 15:29, 36-38, 54-57.
La città santa, la “Nuova Gerusalemme”, è raffigurata con dodici porte di perla, e con un angelo evidentemente di guardia a ciascuna porta. Queste porte sono sempre aperte, dato che non esiste la notte per cui si debba chiuderle. La gloria e l’onore delle nazioni entrano per le porte della città. Benché siano aperte, non vi possono entrare coloro che praticano cose malvage, impure o disgustanti. Solo coloro che vincono conservandosi puri, i quali diventano re e sacerdoti con Cristo, possono entrare passando davanti ai servitori angelici. (Riv. 21:2, 12, 21-27; 22:14, 15; 2:7; 20:4, 6) I popoli delle nazioni che camminano alla luce della città sono benedetti.
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PortafuocoAusiliario per capire la Bibbia
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Portafuoco
Nel servizio svolto presso il santuario i portafuoco avevano vari usi. C’erano portafuoco d’oro nei quali evidentemente si mettevano i pezzi di stoppini bruciati tolti dalle lampade del candelabro d’oro. (Eso. 25:38; 37:23; Num. 4:9) I portafuoco di rame dell’altare dell’olocausto servivano piuttosto come portacenere o come utensili per togliere i carboni dal fuoco. (Eso. 27:3; 38:3) Portafuoco venivano usati anche per bruciare incenso. (Lev. 10:1) Ogni mattina e fra le due sere il sommo sacerdote faceva fumare incenso profumato sull’altare d’oro dell’incenso. (Eso. 30:7, 8) Inoltre, ogni anno, il giorno di espiazione, il sommo sacerdote portava nel Santissimo il portafuoco, senza dubbio l’“incensiere d’oro” menzionato da Paolo. — Lev. 16:12, 13; Ebr. 9:3, 4.
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PortentoAusiliario per capire la Bibbia
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Portento
Il termine italiano “portento” (dal lat. portentum, presagio, pronostico, prodigio) è a volte un’appropriata traduzione dell’ebraico mohphèth e del greco tèras.
Mohphèth di solito fa pensare a un “miracolo”, come quelli compiuti in Egitto per mezzo di Mosè e Aaronne. Ma in certi casi il termine è usato decisamente nel senso di “portento”, per esempio parlando di un profeta o sognatore che compie un segno o portento (da adempiersi nel futuro) a sostegno della sua profezia. — Deut. 13:1-3.
Il portento (mohphèth) poteva essere un atto miracoloso che manifestasse potere divino, come quando Dio spaccò in due l’altare di Geroboamo, atto che presagiva l’ancora futura e più grande esecuzione del suo giudizio avverso su quell’altare e su coloro che vi prestavano servizio. (I Re 13:1-5; per l’adempimento avvenuto circa trecento anni dopo, vedi II Re 23:16-20). Oppure poteva essere semplicemente un’azione insolita compiuta da qualcuno, come quando Isaia andava in giro nudo e scalzo per preannunciare le circostanze che si sarebbero verificate in Egitto e in Etiopia per mano del re d’Assiria. — Isa. 20:3-6.
Dato che un portento è un segno che addita cose o circostanze future, uno scrittore può usare il termine mohphèth (“portento” o “miracolo”) mentre un altro usa ’ohth (“segno”) per descrivere la stessa cosa. (Confronta II Cronache 32:24 con II Re 20:8, 9). Un “segno” può servire come guida o norma per il presente, e anche per il futuro, mentre un “portento” si riferisce soprattutto al futuro. Definendo qualche cosa un “segno” si dà risalto al suo significato sia presente che futuro. Chiamandola un “portento” se ne sottolinea il significato in relazione al futuro.
Infatti, nel citare Gioele 2:30, che prediceva “portenti [pl. di mohphèth] nei cieli e sulla terra”, l’apostolo Pietro parlò di “portenti [pl. di tèras] in cielo di sopra e segni [pl. di semèion] sulla terra” (Atti 2:14, 19), com’è reso il versetto di Gioele nella Settanta greca. Nelle Scritture Greche Cristiane tèras ricorre sempre insieme a semèion (“segno”), termini usati entrambi al plurale. — Atti 7:36; 14:3; 15:12; II Cor. 12:12.
Fondamentalmente tèras si riferisce a qualsiasi azione o cosa che suscita meraviglia, per cui in certi casi è appropriatamente tradotto “prodigi”. (Matt. 24:24; Giov. 4:48, NW) Dove riguarda più chiaramente il futuro, “portento” è la traduzione più appropriata. “Potenti opere e portenti e segni che Dio fece in mezzo a voi mediante lui” servirono a dimostrazione del fatto che Gesù era stato “mandato” da Dio. (Atti 2:22) Le risurrezioni e guarigioni miracolose che compì non solo suscitavano meraviglia, ma preannunciavano anche quello che avrebbe fatto più in grande nel futuro. (Giov. 6:54; confronta Giovanni 1:50, 51; 5:20, 28). Alcune azioni preannunciavano la sua futura attività quale Sommo Sacerdote di Dio nel perdonare i peccati e nel giudicare. (Matt. 9:2-8; Giov. 5:1-24) Altre servirono come prova che in futuro avrebbe avuto l’autorità e il potere di agire contro Satana e i suoi demoni, inabissandoli. (Matt. 12:22-29; Luca 8:27-33; confronta Rivelazione 20:1-3).
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