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aggiunse che Giosia, perché si era umiliato davanti a Geova, non avrebbe visto la calamità, ma sarebbe stato raccolto presso i suoi antenati e portato nel sepolcro in pace. — II Re 22:8-20; II Cron. 34:14-28.
Alcuni ritengono che la profezia di Ulda sia inesatta visto che Giosia morì in un’inutile battaglia. (II Re 23:28-30) Tuttavia la “pace” che Giosia avrebbe trovato nel sepolcro è ovviamente contrapposta alla “calamità” che doveva abbattersi su Giuda. Giosia morì prima di quella calamità verificatasi nel 607 a.E.V. quando i babilonesi assediarono e distrussero Gerusalemme. Inoltre l’espressione ‘essere raccolto presso i propri antenati’ non esclude necessariamente di morire di morte violenta in guerra, com’è indicato dall’uso di un’espressione simile, ‘giacere con i propri antenati’, riferita a una morte in combattimento e anche a una morte non violenta. — Confronta Deuteronomio 31:16; I Re 2:10; 22:34, 40.
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Ultimi giorni
Nelle profezie bibliche “ultimi giorni” o espressioni simili come “parte finale dei giorni” indicavano un tempo futuro. (Ezec. 38:8, 16; Dan. 10:14) Il contenuto della profezia indica l’inizio della “parte finale dei giorni” quando gli avvenimenti predetti cominciano a verificarsi. Si poteva dire che coloro che erano in vita quando la profezia si adempiva vivevano negli “ultimi giorni” o nella “parte finale dei giorni”. Secondo la natura della profezia, questo poteva essere un periodo di soli pochi anni o di molti secoli e si poteva riferire a periodi di tempo molto lontani fra loro.
PROFEZIA DI GIACOBBE IN PUNTO DI MORTE
Quando disse ai figli: “Raccoglietevi affinché io vi dichiari ciò che vi accadrà nella parte finale dei giorni” o “nei tempi avvenire” (PIB), Giacobbe intendeva il tempo futuro in cui le sue parole avrebbero cominciato ad adempiersi. (Gen. 49:1) Oltre due secoli prima Geova aveva dichiarato ad Abramo (Abraamo) nonno di Giacobbe che la sua progenie sarebbe stata afflitta per quattrocento anni. (Gen. 15:13) Perciò, in questo caso, il tempo futuro cui si riferiva Giacobbe come alla “parte finale dei giorni” non poteva iniziare finché non fossero terminati i quattrocento anni di afflizione. (Per i particolari su Genesi cap. 49, vedi le voci sui figli di Giacobbe sotto i rispettivi nomi).
PROFEZIA DI BALAAM
Prima che gli israeliti entrassero nella Terra Promessa il profeta Balaam disse a Balac re di Moab: “Vieni, lascia che io ti consigli ciò che questo popolo [Israele] farà poi al tuo popolo alla fine dei giorni.... Una stella per certo verrà da Giacobbe, e uno scettro in realtà si leverà da Israele. Ed egli per certo spezzerà le tempie di Moab e il cranio di tutti i figli del tumulto di guerra”. (Num. 24:14-17) Nell’adempimento iniziale di questa profezia la “stella” era il re Davide, che sottomise i moabiti. (II Sam. 8:2) Evidentemente dunque in questa profezia particolare la “fine dei giorni” iniziò quando Davide diventò re.
ULTIMI GIORNI DEL SISTEMA DI COSE GIUDAICO
Meno di tre anni e mezzo prima che non ebrei entrassero a far parte della congregazione cristiana, lo spirito di Dio fu versato su fedeli ebrei discepoli di Gesù Cristo. In quel tempo Pietro spiegò che ciò adempiva la profezia di Gioele: “E negli ultimi giorni’, dice Dio, ‘io verserò del mio spirito su ogni sorta di carne, ... E farò portenti in cielo di sopra e segni sulla terra di sotto, sangue e fuoco e vapor di fumo; il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue prima che arrivi il grande e illustre giorno di Geova’”. (Atti 2:16-20) In questo caso gli “ultimi giorni” precedettero il “grande e illustre giorno di Geova”, “giorno” che pose fine agli “ultimi giorni”. (Confronta Sofonia 1:14-18; Malachia 4:5; Matteo 11:13, 14; vedi GIORNO DI GEOVA). Dal momento che Pietro parlava a ebrei naturali e proseliti, le sue parole dovevano riferirsi in particolare a loro e indicavano chiaramente che vivevano negli “ultimi giorni” dell’allora esistente sistema di cose giudaico col suo centro di adorazione a Gerusalemme. Qualche tempo prima Cristo Gesù stesso aveva predetto la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio (Luca 19:41-44; 21:5, 6), avvenuta nel 70 E.V.
Sempre in riferimento alla fine del sistema di cose giudaico fu detto che Cristo Gesù sarebbe apparso e avrebbe svolto la sua attività “alla fine dei tempi” o “alla fine di questi giorni”. (I Piet. 1:20, 21; Ebr. 1:1, 2) Questo è confermato dalle parole di Ebrei 9:26: “Ma ora [Gesù] si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”.
ULTIMI GIORNI IN RELAZIONE ALL’APOSTASIA
Le parole “ultimi giorni” o espressioni simili sono usate a volte in relazione all’apostasia che doveva verificarsi all’interno della congregazione cristiana. L’apostolo Paolo scrisse a Timoteo: “L’espressione ispirata dice definitamente che in successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate e a insegnamenti di demoni”. (I Tim. 4:1; confronta Atti 20:29, 30). In una successiva lettera a Timoteo, Paolo trattò di nuovo questo argomento e parlò di futuri “ultimi giorni”. Allora, dato che la gente avrebbe abbandonato la condotta retta, quelli dovevano essere “tempi difficili” o più letteralmente “fissati tempi difficili”. (Int) Dopo aver descritto nei particolari il comportamento ostinato e perverso prevalente fra coloro che sarebbero vissuti in quel tempo, Paolo prosegue: “Da questi sorgono quegli uomini che s’insinuano scaltramente nelle case e conducono come prigioniere deboli donne cariche di peccati, mosse da vari desideri, che imparano sempre e non sono mai in grado di venire all’accurata conoscenza della verità”. (II Tim. 3:1-7) Quindi confronta quelle persone corrotte con Timoteo, che aveva seguito fedelmente l’insegnamento dell’apostolo, e lo incoraggia ‘a rimanere nelle cose che aveva imparate ed era stato persuaso a credere’. (II Tim. 3:8-17; vedi anche II Timoteo 4:3-5). Dal contesto è dunque chiaro che l’apostolo informava molto in anticipo Timoteo di futuri sviluppi fra i sedicenti cristiani.
Similmente l’apostolo Pietro fornì ai cristiani informazioni anticipate circa le difficoltà che sarebbero sorte all’interno della congregazione: “Pure fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione. Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta”. (II Piet. 2:1, 2) Lo stesso avvertimento è ripetuto nelle parole di Giuda, che incoraggiavano i cristiani “a combattere strenuamente per la fede”: “In quanto a voi, diletti, ricordate le parole che sono state dette in precedenza dagli apostoli del nostro Signore Gesù
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