“Cingetevi di modestia di mente”
“Voi tutti cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. — 1 Piet. 5:5.
1. Quali qualità i cristiani sono incoraggiati ad acquistare? Perché?
CONOSCETE alcuni che sono superbi, altezzosi, vanitosi, egotisti e presuntuosi? La maggioranza di noi ne conosce. Ma quanto è preferibile frequentare chi è umile, modesto di mente, mansueto, alla buona! Infatti, tutti i cristiani sono incoraggiati ad acquistare le qualità dell’umiltà e della modestia di mente. In un’occasione Gesù sapeva che i suoi discepoli avevano discusso fra loro su chi era il più grande, e disse loro: “Se alcuno vuole esser primo, dev’essere l’ultimo di tutti e ministro di tutti”. Quindi proseguì mostrando che non c’era posto per l’uomo di mente altera, spiegando che se accettavano quelli che erano simili a fanciullini in base al suo nome era come accettare lui e il Padre suo Geova. Pertanto incoraggiò certamente i suoi discepoli a essere modesti di mente. (Mar. 9:33-37) Anni dopo Pietro scrisse: “Voi tutti cingetevi di modestia di mente”, e proseguì spiegandone il perché e disse: “Perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. (1 Piet. 5:5) Quindi, non solo riscontriamo che la modestia di mente è una qualità desiderabile, ma anche Dio la considera tale, e la ricompensa con immeritata benignità.
2. Perché dobbiamo considerare Secondo Re, capitolo cinque?
2 Vogliamo avere l’approvazione di Dio, per cui facciamo bene a considerare seriamente il soggetto dell’umiltà. Giacché la Bibbia dice che le cose scritte in essa “furono scritte per nostra istruzione”, possiamo trovare nelle Scritture un racconto che ci dia una lezione di umiltà? (Rom. 15:4) Un racconto degno di nota a questo riguardo si trova in Secondo Re, capitolo cinque. Da esso apprendiamo di un uomo dei tempi antichi che acquistò umiltà, e leggendo ed esaminando il racconto possiamo personalmente trarne profitto mentre ognuno di noi cerca di cingersi di modestia di mente.
NAAMAN IMPARA L’UMILTÀ
3. Che cosa apprendiamo riguardo all’uomo Naaman?
3 Nel decimo secolo a.E.V., la Siria, situata a nord d’Israele, aveva un capo dell’esercito di nome Naaman, che condusse i Siri alla vittoria. Benché a quel tempo Naaman non lo sapesse, era stato Geova che per mezzo di lui aveva dato la salvezza alla Siria. Naaman “era divenuto un uomo grande dinanzi al suo signore e tenuto in stima, . . . e l’uomo stesso aveva mostrato d’essere un potente uomo di valore”. (2 Re 5:1) Senz’altro a motivo della sua posizione e delle sue gesta militari, Naaman era superbo, ma aveva contratto la lebbra. Questa detestabile malattia non gli impediva di occupare la posizione di capo dell’esercito in Siria come sarebbe avvenuto in Israele, ma, col tempo, servì a umiliarlo e gli recò beneficio in un modo molto insolito. — Lev. 13:46.
4. Come fece il re di Siria a sapere di Eliseo?
4 Bande di predoni siri avevano preso prigioniera dal paese d’Israele una ragazzina e questa ragazza era divenuta serva della moglie di Naaman. Questa ragazza (il cui nome non è menzionato nella Bibbia) era a conoscenza del profeta di Geova chiamato Eliseo e dei miracoli da lui compiuti. Ella aveva fede in Geova, Dio di Eliseo, e rese testimonianza alla sua fede. Parlando in un’occasione alla moglie di Naaman, sua padrona, disse: “Se solo il mio signore fosse dinanzi al profeta che è in Samaria! In tal caso lo guarirebbe dalla sua lebbra”. La testimonianza della ragazza israelita giunse col tempo agli orecchi del re di Siria. — 2 Re 5:2-4.
5. Come Naaman venne a contatto con Eliseo?
5 Il re siro, che era evidentemente Ben-Adad II, scrisse una lettera a Ieoram, re d’Israele, e la fece consegnare dal capo del suo esercito Naaman, a una distanza di circa centosessanta chilometri. Insieme a Naaman mandò doni preziosi. Ieoram ricevette la lettera e lesse: “E ora nello stesso tempo che questa lettera viene a te, ecco, ti mando in effetti Naaman mio servitore, affinché tu lo guarisca dalla sua lebbra”. Ieoram fu sgomentato dalla lettera e temette che il re siro ‘cercasse una lite’ con lui. Eliseo, profeta del vero Dio, lo seppe e mandò a dire al re Ieoram: “[Lascia] venire [Naaman] da me, ti prego, affinché egli sappia che esiste un profeta in Israele”. Ah, Naaman avrebbe infine ricevuto attenzione personale dall’uomo che la ragazzina israelita aveva detto poteva guarirlo! — 2 Re 5:5-8.
6. (a) Che cosa accadde quando Naaman arrivò a casa di Eliseo? (b) Che cosa non cercava di fare Eliseo, e di che cosa si interessava?
6 “Naaman venne dunque coi suoi cavalli e coi suoi carri da guerra e stette all’ingresso della casa di Eliseo”. Come avrebbe agito Eliseo alla presenza di un tale dignitario? Avrebbe fatto qualche speciale cerimonia per questo famoso capo dell’esercito? Il racconto continua: “Comunque, Eliseo mandò da lui un messaggero, dicendo: ‘Andandovi, ti devi bagnare sette volte nel Giordano affinché la tua carne ti torni; e sii puro’”. No, Eliseo non cercava di guadagnarsi con le lusinghe il favore di qualcuno d’alto rango. Egli desiderava continuare ad avere il favore di Geova e fare in modo che la Sua volontà fosse compiuta. — 2 Re 5:9, 10.
7. Come reagì Naaman alle istruzioni di Eliseo?
7 Fu lieto Naaman di apprendere con quanta facilità poteva guarire dalla sua lebbra? No; piuttosto, il racconto continua dicendo: “A ciò Naaman si indignò e se ne andava e diceva: ‘Ecco, avevo detto fra me: “Mi uscirà incontro e per certo si fermerà e invocherà il nome di Geova suo Dio e muoverà la mano da una parte all’altra sul luogo ed effettivamente guarirà il lebbroso”. Non sono l’Abana e il Farpar, i fiumi di Damasco, migliori di tutte le acque d’Israele? Non mi posso bagnare in essi e per certo esser puro?’ Allora si volse e andò via con furore”. — 2 Re 5:11, 12.
8. A causa del suo orgoglio, che cosa perdeva di vista Naaman che i suoi servitori lo aiutarono a considerare?
8 Sembrò che l’orgoglio di Naaman gli impedisse di ottenere la guarigione. Non si compiacque della povera accoglienza ricevuta né di un rimedio così semplice. A quanto pare, che la pompa e la cerimonia accompagnassero la cura gli interessava più della cura stessa. L’orgoglio stava per impedirgli di ubbidire alle istruzioni del profeta di Dio. Ma i servitori di Naaman lo aiutarono a vedere le cose nella loro giusta luce. Gli dissero: “Se il profeta stesso ti avesse proferito una cosa grande, non la faresti? Quanto più, quindi, giacché ti ha detto: ‘Bagnati e sii puro’?” (2 Re 5:13) Essi avevano la giusta veduta. Riconoscevano che per Naaman la cosa principale era di guarire dalla sua malattia, e la conversazione che fecero con il loro signore diede risultati.
9. Che cosa accadde quando Naaman ubbidì alle istruzioni di Eliseo?
9 “Allora scese e si tuffava nel Giordano sette volte secondo la parola dell’uomo del vero Dio”. Sì, cominciò a mostrare modestia di mente; si cinse di umiltà e fece quanto gli era stato raccomandato. Andò al Giordano e si tuffò nell’acqua, una volta, due volte, fino a sei volte, ma non si vedeva nessuna guarigione. Poi si tuffò la settima volta, e il risultato? “La sua carne tornò come la carne di un ragazzino e divenne puro”. Era guarito! — 2 Re 5:14.
10. (a) Come reagì Naaman quando fu guarito? (b) Perché Eliseo rifiutò l’offerta di un dono di Naaman?
10 Ma quanto fu umiliante questo per Naaman? Sarebbe ora tornato a casa, orgoglioso d’essere stato purificato ma privo di apprezzamento per quanto era stato fatto? Il racconto prosegue mostrando che tornò dall’uomo del vero Dio, percorrendo una distanza di forse quaranta chilometri o più, insieme ai suoi cavalli e carri da guerra. Questa volta Eliseo apparve dinanzi a lui, e Naaman disse: “Ecco, ora, per certo so che non c’è nessun Dio in alcun luogo sulla terra salvo in Israele”. Che confessione di fede! Riconoscente offrì a Eliseo un dono di benedizione. Eliseo, comunque, non voleva trarre profitto dal servizio di Geova, per cui disse: “Come vive Geova dinanzi al quale in effetti io sto, di sicuro non l’accetterò”. Nonostante le insistenze di Naaman, Eliseo “rifiutava” di accettare qualsiasi dono, poiché comprendeva che era stato Geova a dare la guarigione ed egli non cercava di trarre profitto dall’incarico affidatogli da Geova. — 2 Re 5:15, 16.
11, 12. Per che cosa Naaman espresse ora il suo interesse? In quali modi?
11 Infine Naaman disse: “Se no, ti prego, sia dato al tuo servitore del terreno, il carico di un paio di muli; perché il tuo servitore non offrirà più olocausto né sacrificio ad alcun altro dio ma a Geova”. Naaman espresse umilmente il suo desiderio di adorare il Dio di Eliseo, ma volle farlo sul suolo israelita benché dovesse tornare al servizio del re di Siria. — 2 Re 5:17.
12 Com’era divenuto modesto di mente Naaman, non interessandosi di fare dell’ostentazione o di mettere in risalto se stesso, ma, piuttosto, volendo piacere a Geova, colui che ora riconosceva come vero Dio! Egli proseguì dicendo a Eliseo: “In questa cosa perdoni Geova il tuo servitore: Quando il mio Signore entra nella casa di Rimmon [il falso dio adorato dal re di Siria] per inchinarvisi, ed egli si appoggia alla mia mano, e io mi devo inchinare nella casa di Rimmon, quando mi inchino nella casa di Rimmon perdoni Geova, ti prego, il tuo servitore a questo riguardo”. Naaman non avrebbe più adorato questo idolo di Rimmon, ma si sarebbe inchinato solo meccanicamente per aiutare il suo re a inchinarsi. Eliseo credette alla sincerità di Naaman, per cui gli disse: “Va in pace”. — 2 Re 5:18, 19.
13. Quale fu per Naaman il risultato dopo che si fu ‘cinto di modestia di mente’?
13 Non è interessante vedere come, in un tempo relativamente breve, Naaman imparò a ‘cingersi di modestia di mente’ e come risultato divenne adoratore di Geova e ottenne il Suo favore e la Sua benedizione? Ma in questo stesso tempo, qualcun altro stava diventando egocentrico, di mente altera. Chi?
GHEAZI FU SPINTO DALL’AVIDITÀ
14, 15. Come mostrò Gheazi ciò che gli interessava realmente?
14 Eliseo aveva un servitore di nome Gheazi che evidentemente era presente alla conversazione di Naaman con Eliseo. Gheazi vide le cose in modo diverso da Eliseo. È riferito che disse, apparentemente fra sé: “Ecco, il mio padrone ha risparmiato Naaman questo Siro non accettando dalla sua mano ciò che ha portato. Come Geova vive, di sicuro gli correrò dietro e prenderò da lui qualche cosa”. Gheazi si interessava del guadagno materiale, di trarre profitto dall’opera dello spirito di Geova; le cose spirituali non erano dunque di supremo interesse nella sua mente. — 2 Re 5:20.
15 Naaman saltò giù dal suo carro per andare incontro a Gheazi e chiese: “Va tutto bene?” Gheazi rispose: “Tutto bene”, e poi disse una menzogna per ottenere quello che cercava. “Il mio padrone stesso mi ha mandato, dicendo: ‘Ecco, proprio ora son venuti da me due giovani dalla regione montagnosa di Efraim dai figli dei profeti. Da’ loro, ti prego, un talento d’argento e due mute di vesti’”. Mentendo Gheazi coinvolse nel suo malvagio complotto il suo padrone Eliseo e i figli dei profeti. — 2 Re 5:21, 22.
16. Che cosa accadde quando Gheazi tornò da Eliseo?
16 Naaman manifestò ancora lo stesso spirito generoso che aveva mostrato prima a Eliseo e disse: “Orsù, prendi due talenti”. Quindi Naaman “sollecitava” Gheazi, e così quest’uomo avido prese i due talenti d’argento e le due mute di vesti e li depose nella sua casa. Poi, a mani vuote, Gheazi tornò da Eliseo. “Da dove sei venuto, Gheazi?” chiese Eliseo. Dicendo un’altra menzogna per coprire quelle che aveva dette a Naaman, e mentendo per nascondere la verità, Gheazi rispose: “Il tuo servitore non è andato in nessun luogo”. Ma, naturalmente, Geova sapeva quello che Gheazi aveva fatto e rivelò tutta la faccenda a Eliseo. Per cui Eliseo disse a Gheazi: “Non è il mio cuore stesso andato insieme mentre l’uomo si voltava per scendere dal suo carro a incontrarti? È tempo d’accettare argento o di accettare vesti o uliveti o vigne o pecore o bovini o servi o serve?” — 2 Re 5:23-26.
17. (a) Perché Eliseo fu giustamente turbato? (b) Che cosa accadde a Gheazi a motivo della sua avidità?
17 Potete immaginare il sentimento d’orrore che si impadronì di Gheazi? Ebbene, il suo padrone sapeva esattamente quello che aveva fatto! Immaginate pure la giusta indignazione che Eliseo provò. Egli aveva servito gli interessi di Geova guarendo Naaman dalla lebbra e aveva rifiutato qualsiasi ricompensa pecuniaria per la parte avuta in questo miracolo. E ora il suo servitore, che non vi aveva avuto nessuna parte diretta, era andato e aveva preso avidamente qualcosa con falsi pretesti. Eliseo, con l’ovvio sostegno di Geova, proseguì dicendo a Gheazi: “La lebbra di Naaman s’attaccherà dunque a te e alla tua progenie a tempo indefinito”. E il racconto termina dicendo: “Immediatamente egli uscì d’innanzi a lui, lebbroso, bianco come la neve”. — 2 Re 5:27.
ATTRIBUTI DA IMITARE O DA EVITARE
18. Che cosa possiamo ripassare in relazione a Secondo Re, capitolo cinque?
18 Ripensate al racconto di Secondo Re capitolo cinque che abbiamo appena considerato. Notiamo per certo alcune rimarchevoli caratteristiche e inclinazioni di diverse persone. Ci sarà molto utile ripassare alcune di queste differenze.
19. (a) Quali ammirevoli qualità possedeva la ragazzina israelita? (b) Come possiamo manifestare tali caratteristiche?
19 Pensate alla ragazzina israelita. Fu presa prigioniera in Israele, ma questo non indebolì la sua fede in Geova né nella Sua capacità di servirsi di uno dei suoi fedeli servitori per compiere miracoli. Eliseo non aveva mai guarito nessun lebbroso in Israele, come indicò in seguito Gesù. (Luca 4:27) Ma questa ragazzina ebbe vera fede. Nella sua mente non ci furono dubbi in merito; ella credeva senza riserve che se Naaman andava a chiedere, Geova avrebbe risposto. Benché fosse solo una serva, ebbe il coraggio di rendere testimonianza alla fede che aveva in Geova. Dovette far questo con entusiasmo e in modo convincente per riuscire a far accettare il suo messaggio così che spinse ad agire e non fu considerato solo un’idea infantile. Come questa umile, innominata servitrice di Dio che diede un così straordinario esempio di fede, dovremmo intrepidamente proferire la verità affinché tutte le persone di cuore onesto ne traggano profitto. Non dovremmo mai trattenerci dal far conoscere Geova e i suoi propositi, temendo di non essere qualificati per parlare a qualcuno di condizione sociale più elevata della nostra. Dovremmo avere piena fiducia in Geova e nella sua capacità di guidarci. — Sal. 56:11.
20. Come possiamo imitare Eliseo?
20 C’è poi Eliseo. La Bibbia ci parla molto di questo servitore di Geova che compì miracoli. Fu impiegato da Dio anche per destare qualcuno dai morti. (2 Re 4:32-37) Ma il suo desiderio non era quello di farsi vedere né di arricchire ma, piuttosto, di aiutare gli altri ad accrescere il loro apprezzamento verso Geova e i suoi propositi. Egli si interessava non certo di farsi un nome bensì di esaltare il nome del suo Dio, Geova. Facciamo bene a imitare Eliseo interessandoci primariamente di Geova, mettendo al primo posto il nostro amore per lui e aiutando altri a invocarlo per avere la salvezza. — Matt. 22:37, 38; Rom. 10:13.
21, 22. Quali sono alcune cose che Naaman dovette fare per umiliarsi?
21 Pur essendo “un potente uomo di valore” prima di incontrare Eliseo, Naaman imparò a cingersi di modestia di mente. Si rese conto che agli occhi di Geova era solo una persona come un’altra, e non qualcuno degno di ricevere dai Suoi servitori speciali onori o attenzione. Che gioia dovette provare quando uscì dal Giordano la settima volta e vide la sua pelle completamente purificata! Come fu lieto d’essersi umiliato e d’avere seguìto il suggerimento di Eliseo datogli per mezzo di un messaggero!
22 Pensate anche che cosa dovette significare per un uomo della sua posizione fare quello che fece. Non solo accettò la parola di una ragazzina schiava presa da una nazione nemica; ma dovette abbandonare i suoi propri dèi, pensando forse che rischiava d’incorrere nella loro disapprovazione, e andare in un paese ostile al suo per chiedere al profeta di un Dio straniero di fare qualche cosa per lui. Divenendo umile Naaman ottenne qualche cosa che fu per lui di maggior valore che l’essere purificato dalla lebbra. Che cosa? Lo fece diventare adoratore di Geova, desideroso d’avere l’approvazione del solo vero Dio. Un’eccellente ricompensa davvero per essersi rivestito d’umiltà. Come accadde a Naaman, anche noi possiamo trarre spiritualmente immenso profitto se ci ‘rivestiamo d’umiltà’ e comprendiamo che Dio favorisce gli umili. — 1 Piet. 5:5, La Bibbia Concordata.
23. Perché possiamo trarre profitto riesaminando la condotta di Gheazi?
23 Un altro le cui attività son portate alla nostra attenzione in questo capitolo della Bibbia è qualcuno il cui esempio facciamo bene a non imitare. Gheazi era da qualche tempo al servizio di Eliseo e aveva avuto ampia opportunità di vedere come Geova impiegava Eliseo e che privilegio aveva d’essere con Eliseo. Ma nacque in lui desiderio di ricchezze materiali. L’avidità ebbe il sopravvento su di lui quando vide che il suo padrone rifiutava tutto l’argento e le vesti offerte da Naaman. Il suo desiderio divenne fertile e lo spinse a peccare. (Giac. 1:14, 15) Egli inventò una storia per ottenere alcune delle cose materiali con le quali Naaman tornava a casa. Arrivò al punto di mentire al suo padrone, mentendo in effetti a Geova, che aveva nominato Eliseo. E quali disastrosi risultati ebbe, poiché fu colpito dalla lebbra! L’avidità gli costò la salute e il privilegio che aveva avuto di servire insieme a Eliseo. Possiamo trarre profitto da questa illustrazione dei disastrosi risultati derivanti dall’essere avidi e dall’idolatrare se stessi. Apprendiamo che è molto pericoloso cercar di trarre un guadagno personale dal servizio di Geova e che è qualcosa da evitare. — Si paragoni Giovanni 12:4-6.
PARALLELO PROFETICO PER IL GIORNO D’OGGI
24. Di chi Eliseo e Naaman si possono considerare figure?
24 Eliseo fu un unto servitore di Dio. Cioè fu specialmente nominato da Geova per compiere una certa opera. Può dunque essere impiegato come figura o tipo profetico dei rimanenti della sposa di Cristo ancora sulla terra, il rimanente dei 144.000 che saranno uniti con Cristo nei cieli. (Riv. 14:1-3) Il genere umano in generale è pressappoco nella stessa posizione in cui fu Naaman. Invece d’essere afflitto dalla lebbra, soffre della mortifera piaga del peccato, e in tale condizione esso combatte per la maggior parte contro i rimanenti membri della sposa di Cristo ancora sulla terra e quelli associati a loro. — Rom. 5:12; Matt. 24:9.
25. Com’è stata aiutata la “grande folla” simile a Naaman?
25 Comunque, mediante la testimonianza del Regno che è stata data, simile a quella della piccola serva israelita della moglie di Naaman, molti del genere umano sono stati indirizzati nella via giusta per guarire dal loro stato di malattia, spiritualmente parlando. Sono venuti in contatto con l’unta classe di Eliseo ed è stato loro detto ciò che Geova richiede da loro per guarire spiritualmente e per ottenere una buona coscienza verso di lui. Come avvenne nel caso di Naaman, così anch’essi hanno dovuto mostrare fede e umiliarsi. Sono stati incoraggiati e hanno ubbidito e hanno avuto la gioia d’essere purificati, ottenendo una condizione accettevole agli occhi di Dio. Sono ora divenuti parte della “grande folla” la cui speranza è di vivere per sempre in un giusto nuovo sistema in una terra purificata. (Riv. 7:9) I componenti di questa “grande folla” hanno riconosciuto che non c’è nessun Dio in alcun luogo salvo che fra i testimoni del vero Dio, Geova. Riconoscono che la guarigione spirituale è data gratuitamente, in armonia con le istruzioni di Gesù. — Matt. 10:1, 8.
26. Come sono considerati quelli che, col pretesto di servire Dio, sfruttano altri per un guadagno personale?
26 La classe di Eliseo non desidera sfruttare la “grande folla” per il fatto che l’assiste a ottenere la guarigione spirituale dalla piaga del peccato. Rifiuta qualsiasi paga per l’assistenza che dà alle persone onde ottengano la guarigione spirituale, come Eliseo rifiutò qualsiasi dono, pecuniario o materiale, da parte di Naaman. Impiega gratuitamente il suo tempo per assistere altri che vogliono studiare la Parola di Dio. E se alcuni di quelli che sono associati alla congregazione del popolo di Dio sulla terra cercano di trarre un guadagno materiale a spese della “grande folla”, costoro sono smascherati come avidi, colpevoli di idolatrare se stessi. Sono rimossi dall’organizzazione, in armonia con il trattamento che Eliseo inflisse a Gheazi per la sua concupiscenza e avidità. Ciò è conforme alla regola: “Né fornicatori . . . né avidi, . . . né rapaci erediteranno il regno di Dio”. — 1 Cor. 6:9, 10.
27, 28. Che cosa si può fare oggi per dare prova che si fa parte della “grande folla”?
27 Anche i componenti della “grande folla” che si associano agli unti servitori di Dio devono cingersi di modestia di mente. In 1 Pietro 5:5 si legge: “E voi tutti dovete indossare il grembiule dell’umiltà, per servirvi gli uni gli altri; poiché la scrittura dice: ‘Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili’”. (Today’s English Version of the Bible). Un grembiule ci fa pensare a qualcuno che serve, che ha cura degli interessi altrui, che prepara da mangiare per altri. Per indossare il “grembiule dell’umiltà” è dunque necessario essere umili, modesti di mente, interessati a servire altri.
28 Sei disposto a ‘cingerti di modestia di mente’, a “indossare il grembiule dell’umiltà”? Sei disposto ad accettare la via di Geova per ottenere la salvezza? In questo ventesimo secolo abbiamo un esempio di umiltà, di modestia di mente, che si trova in tutto il mondo. È nell’organizzazione dei testimoni di Geova. Perché non continui a leggere per vedere come si sono umilmente conformati alla via di Geova per la salvezza?
[Immagine a pagina 752]
Mostrando modestia di mente il capo dell’esercito siro Naaman fu miracolosamente guarito dalla lebbra
[Immagine a pagina 756]
L’avidità di Gheazi lo spinse a cercar di trarre profitto dall’opera dello spirito di Geova e dalla generosità di Naaman. Costò a Gheazi la salute e il privilegio di servire insieme a Eliseo