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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1971 | 1° dicembre
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ciò di pagare per i servizi resi”. La condotta saggia che può impedire il sorgere di difficoltà è quella di determinare in anticipo il più approssimativamente che sia possibile quale sarà la spesa. Questo vale sia che si tratti con un professionista come un dentista, un avvocato o un medico, o con un artigiano come un falegname, un verniciatore o un elettricista. Gesù raccomandò tale attitudine previdente, dicendo: “Chi di voi volendo costruire una torre non si mette prima a sedere e non calcola la spesa, per vedere se ha abbastanza per completarla?” — Luca 14:28.
I testimoni di Geova sono molto conosciuti per la loro onestà in ogni aspetto della vita. Ed è così che dev’essere. Essi sanno che per avere l’approvazione di Dio devono essere onesti nelle loro attività finanziarie come in qualsiasi altro campo della vita. Pertanto non si impegnano in pratiche commerciali poco scrupolose per truffare i clienti o il governo, non scusano gli affari disonesti o non etici nascondendosi dietro leggi sociali o altri cavilli legali né si sottraggono volontariamente al pagamento dei loro conti.b Tutto ciò è in armonia con il consiglio biblico di essere onesti ed evitar menzogne, furti, frodi e avidità. — Col. 3:9; Efes. 4:28; 1 Cor. 6:8-10.
Nel raro caso in cui sorga effettivamente un imprevisto, come un incidente, e il cristiano sia momentaneamente nell’impossibilità di far fronte al pagamento di un conto, egli sarà guidato dall’onestà e dall’imparzialità. Per esempio, avendo considerazione verso il creditore si metterà in contatto con lui e gli spiegherà ciò che è accaduto. Probabilmente il creditore apprezzerà moltissimo la sincerità del cristiano e acconsentirà ad accettare pagamenti minori o qualche cosa del genere invece di affidarsi a un’agenzia per le riscossioni e quindi ricevere solo parte di ciò che viene riscosso. L’ovvia onestà del cristiano nell’essere deciso a pagare il conto sarà in netto contrasto con quelli che semplicemente si dimenticano di un conto che non possono o non vogliono pagare.
Anche nella faccenda di pagare i conti il cristiano può sostenere l’eccellente reputazione che hanno i testimoni di Geova d’essere onesti. Così non si reca nessun biasimo sulla congregazione, e si continua a parlare bene della via della verità. — 2 Piet. 2:2.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1971 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
● Come si possono mettere in armonia i racconti della morte del re Acazia di Giuda che si trovano in II Re 9:27 e in II Cronache 22:8, 9? — C. S., Stati Uniti.
Il racconto di II Re 9:27 dice: “Lo stesso Acazia re di Giuda lo vide e si diede alla fuga per la via della casa dell’orto. (Più tardi Ieu lo inseguì e disse: ‘Anche lui! Abbattetelo!’ Lo abbatterono dunque sul carro per la via che ascende a Gur, che è presso Ibleam. Ed egli continuò la sua fuga verso Meghiddo e vi morì)”. In quanto al racconto di II Cronache 22:8, 9, esso dice: “Avvenne che appena Ieu fu entrato in controversia con la casa di Acab, trovò i principi di Giuda e i figli dei fratelli di Acazia, ministri di Acazia, e li uccideva. Quindi cercò Acazia, e infine lo catturarono, mentre si celava in Samaria, e lo condussero a Ieu. Quindi lo misero a morte e lo seppellirono”.
‘L’apparente difficoltà si risolve quando notiamo che gli scrittori biblici non misero sempre gli avvenimenti in uno scrupoloso ordine cronologico. Inoltre, non avevano punteggiatura come l’abbiamo noi oggi per indicare le espressioni fra parentesi o per fare digressioni dall’ordine cronologico. Lo scrittore del racconto di Re, avendo menzionato Acazia e la sua fuga, continuò semplicemente a presentare le informazioni che aveva sul resto della sua vita, o fino alla sua morte, non indicando se tutto questo seguiva in ordine cronologico ciò che aveva ancora da dire o no. Per tale ragione la Traduzione del Nuovo Mondo non solo mette tra parentesi questi avvenimenti che si verificarono più tardi ma traduce anche la congiunzione ebraica waw, che dà inizio alle informazioni tra parentesi, con “più tardi”. Riguardo a questa parola ebraica waw, la Prefazione della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Ebraiche (inglese), Volume 1, pagina 18, edizione del 1953, dice:
“Benché waw (‘e’) ricorra molte volte in ebraico, non la trascuriamo e non ne tralasciamo la traduzione come se non fosse necessaria o se fosse goffa o di stile antiquato, ma l’esprimiamo servendoci di parole o espressioni di transizione con il senso che l’ebraico ci dà a intendere. Diamo peso al senso di waw nella sua relazione con il verbo a cui è unita. Questa semplice parola waw in ebraico è dunque usata per trasmettere molte sfumature di significato oltre al suo semplice significato fondamentale ‘e’”.
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