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ProfeziaAusiliario per capire la Bibbia
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Cristo Gesù. Alcuni di questi sono Davide, il re-sacerdote Melchisedec (Ebr. 7:15-17), il profeta Mosè (Atti 3:20-22) e altri. A proposito dei personaggi profetici, si noti che l’individuo non va considerato tipico o profetico sotto ogni aspetto. Infatti i tre giorni trascorsi da Giona nel ventre del grosso pesce prefigurarono il tempo trascorso da Gesù nello Sceol; ma la riluttanza di Giona ad accettare l’incarico e altri aspetti ancora non prefigurarono il comportamento del Figlio di Dio. Gesù disse di essere “più di Salomone”, dato che la sua sapienza e la pace del suo Regno sono simili ma superiori a quelle di Salomone. Comunque Gesù non perse la spiritualità come Salomone. — Matt. 12:39-42.
Drammi profetici, il cui significato spesso non era chiaro mentre venivano rappresentati, vennero pure impiegati da Dio. Paolo parla di un “dramma simbolico” del genere in cui comparivano i due figli che Abraamo ebbe da Sara e dalla schiava Agar. Spiega che le due donne rappresentano due patti, il patto abraamico e il patto della Legge, e i loro figli i due popoli prodotti da quei patti: la libera nazione cristiana e la nazione dell’Israele carnale rimasta in schiavitù a motivo dell’incredulità. (Gal. 4:21-31; confronta Giovanni 8:31-36). Il diluvio noetico e le condizioni che lo precedettero furono profetici di condizioni che si dovevano verificare al tempo della futura presenza di Cristo, nonché delle conseguenze per coloro che avrebbero rifiutato la via di Dio. — Matt. 24:36-39; confronta I Corinti 10:1-11.
Luoghi furono usati in senso profetico: la città di Gerusalemme sul monte Sion fu usata a volte per rappresentare un’organizzazione celeste. (Gal. 4:26; Ebr. 12:22, 23) La “Nuova Gerusalemme” simboleggia la celeste “sposa” di Cristo, costituita dai componenti della congregazione cristiana. (Riv. 21:2, 9-14; confronta Efesini 5:23-27, 32, 33; Rivelazione 14:1-4). Ma Gerusalemme, a motivo della generale infedeltà dei suoi abitanti, può essere usata anche in senso negativo. (Gal. 4:25; confronta Ezechiele 16:1-3, 8-15; vedi GERUSALEMME [Importanza della città]). Altri luoghi usati con significato profetico sono ovviamente Sodoma, l’Egitto, Meghiddo, Babilonia e la Valle di Innom o Geenna. — Riv. 11:8; 16:16; 18:2; Matt. 23:33.
Un modello profetico, riguardante oggetti e procedure, si ha nel caso del tabernacolo. L’apostolo spiega che gli arredi, le funzioni e i sacrifici erano un modello di realtà celesti, ‘una rappresentazione tipica e un’ombra delle cose celesti’. — Ebr. 8:5; 9:23, 24.
PROVARE LE PROFEZIE E LA LORO INTERPRETAZIONE
Data l’attività di falsi profeti, Giovanni esortò a non credere a ogni “espressione ispirata”, ciò che sono fondamentalmente le profezie, ma piuttosto a provare “le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio”. (I Giov. 4:1) Giovanni menziona una sola dottrina che serve per determinare l’origine divina dell’espressione ispirata, cioè la venuta di Cristo nella carne. Evidentemente non voleva dire che questo fosse l’unico criterio, ma fece un esempio di qualche cosa di cui si parlava in quel tempo, forse in modo predominante. (I Giov. 4:2, 3) Un altro fattore importante è l’armonia della profezia con la rivelata parola e volontà di Dio (Deut. 13:1-5; 18:20-22), e questa armonia non poteva essere parziale ma, perché la profezia o l’interpretazione di una profezia fosse corretta, doveva essere completa. Nella congregazione cristiana del I secolo alcuni avevano il dono del “discernimento di espressioni ispirate” (I Cor. 12:10), che permetteva di provare l’autenticità delle profezie. Anche se questa capacità miracolosa è cessata, è ragionevole che Dio renda ancora possibile il corretto intendimento delle profezie per mezzo della congregazione, specie nel predetto “tempo della fine”, non in modo miracoloso, ma grazie a diligenti ricerche e studio, e confrontando la profezia con la situazione e gli avvenimenti in corso. — Confronta Daniele 12:4, 9, 10; Matteo 24:15, 16; I Corinti 2:12-14; I Giovanni 4:6; vedi INTERPRETAZIONE, INTERPRETE.
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PropiziatorioAusiliario per capire la Bibbia
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Propiziatorio
[ebr. kappòreth, da una radice verbale che significa “coprire”, “nascondere (un peccato)”, quindi “propiziatorio”].
Come Geova ordinò a Mosè, Bezalel, esperto artigiano, fece un coperchio d’oro puro per la sacra cassa o arca del patto, lungo due cubiti e mezzo (ca. 111 cm) e largo un cubito e mezzo (ca. 67 cm). Era sormontato da due cherubini d’oro, uno a ciascuna estremità del coperchio, con le ali tese all’insù, che facevano da schermo al coperchio. Il volto dei cherubini era rivolto verso il coperchio. L’Arca venne posta nel Santissimo del Tabernacolo. — Eso. 25:17-21; 37:1, 6-9.
Il giorno di espiazione (yohm hakkippurìm, che significa “giorno delle coperture o propiziazioni” [Lev. 23:27, 28]), il sommo sacerdote entrava nel Santissimo e spruzzava parte del sangue del toro davanti al coperchio (sul davanti o sul lato E), poi faceva la stessa cosa col sangue del capro. (Lev. 16:14, 15) Quindi il coperchio d’oro dell’Arca aveva un ruolo speciale nella tipica propiziazione (o copertura) dei peccati.
RAPPRESENTAVA LA PRESENZA DI GEOVA
Di fra i cherubini sopra il propiziatorio Dio parlava quando voleva comunicare con Mosè o col sommo sacerdote. (Eso. 25:22; Num. 7:89; confronta Levitico 10:8-10; Numeri 27:18-21). Geova disse che sarebbe apparso in una nuvola sopra il coperchio dell’Arca. Questa nuvola evidentemente era luminosa o splendente, e illuminava il Santissimo. — Lev. 16:2; confronta Salmo 80:1.
‘LA CASA DEL PROPIZIATORIO’
In I Cronache 28:11 si parla del Santissimo, il compartimento più interno del Tempio, come della “casa della kappòreth”. In questo caso il termine ebraico non viene usato semplicemente per indicare il coperchio di una cassa, ma è usato a proposito della speciale funzione del coperchio nella propiziazione o espiazione dei peccati. Infatti l’espressione è resa “luogo per l’Espiatorio” (Ga), “casa della propiziazione” (Ri), “casa del coperchio propiziatorio” (NW).
SIMBOLICO
In Ebrei 9:5 il coperchio dell’Arca è indicato dal termine greco hilastèrios, “propiziatorio”. Nel tipo o modello la presenza di Dio era rappresentata fra i due cherubini sopra il propiziatorio. (Lev. 16:2; Eso. 25:22) Lo scrittore di Ebrei fa notare che quelle cose erano simboliche. Come il sommo sacerdote nel giorno di espiazione entrava nel Santissimo col sangue dei sacrifici, così Cristo portò il valore del suo sacrificio non davanti a un propiziatorio letterale, ma in cielo alla presenza stessa di Geova Dio. — Lev. 16:15; Ebr. 9:11-14, 24-28.
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ProselitoAusiliario per capire la Bibbia
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Proselito
Il termine greco prosèlytos significa “forestiero” o “che è pervenuto al giudaismo, convertito”. È usato sia nella Settanta che nelle Scritture Greche Cristiane.
Per oltre diciannove secoli Geova ebbe un popolo
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