Geova Dio, Uditore di preghiera
1. Come Davide da giovane diede prova di fede e devozione verso Geova?
DAVIDE fu un uomo di fede che cercò premurosamente Dio. Fu riccamente rimunerato nella sua ricerca. Nella sua giovinezza fu unto da Samuele, sotto la direttiva di Dio, perché fosse il futuro re d’Israele, essendo colui che Geova aveva trovato “secondo il suo cuore”. Non molto tempo dopo, nel ben noto incontro col gigante filisteo Golia, Davide diede prova della sua forte fede e devozione con l’azione. Anche prima, da ragazzo pastore, aveva mostrato questo stesso spirito uccidendo un leone e un orso quando aveva liberato le pecore di suo padre dalla medesima bocca di quelle creature feroci. Davide aveva un buon passato e da lui possiamo imparare molto. — 1 Sam. 13:14; 16:11-13; 17:34-36, 45-47.
2. Allorché fu intronizzato in Sion, quale azione compì Davide, e perché?
2 Quando Davide alla fine salì al trono e catturò Gerusalemme togliendola ai Gebusei, particolarmente la “fortezza di Sion”, stabilì il suo trono in quella città. Alla prima opportunità, Davide con grande allegrezza portò la sacra Arca a Sion. Egli apprezzava che essa rappresentava la presenza di Geova, che era “l’arca del vero Dio, su cui è invocato il nome, il nome di Geova degli eserciti, che siede sui cherubini”. — 2 Sam. 5:5-7; 6:2.
3. Quale successivo passo desiderò fare Davide, e con quale risultato?
3 Comunque, Davide non ne fu soddisfatto. Come in seguito disse in un’occasione: “Ebbi a cuore di edificare una casa di riposo per l’arca del patto di Geova e per lo sgabello dei piedi del nostro Dio”. Benché non gli fosse permesso di edificare questa casa o tempio, poiché aveva versato molto sangue in guerra, tuttavia Geova permise a Davide di fare molto per adempiere il desiderio del suo cuore. Nella preparazione, raccolse una grande quantità dei richiesti materiali da costruzione, alcuni con grande spesa per lui stesso. Come egli disse: “Secondo tutta la mia potenza io ho preparato per la casa del mio Dio . . . [e] c’è ancora una mia speciale proprietà, oro e argento; la do in effetti alla casa del mio Dio oltre a tutto ciò che ho preparato per la santa casa”. — 1 Cron. 28:2, 3; 29:2, 3.
4. Com’è la preghiera di Davide in paragone con la preghiera del Signore?
4 Infine, Davide benedisse Geova dinanzi a tutta la congregazione in preghiera, con un linguaggio della massima dignità e riverenza. È molto interessante notare quanto strettamente i suoi pensieri son paralleli ai punti principali contenuti in quella che è nota come la preghiera del Signore. (Matt. 6:9-13) Prima di tutto, Davide esalta e santifica il nome di Dio, attribuendogli “la grandezza e la possanza e la bellezza e l’eccellenza e la dignità . . . ti ringraziamo e lodiamo il tuo bel nome”. Dando importanza al regno di Dio e alla volontà divina da farsi in cielo e sulla terra, egli prega: “Poiché ogni cosa nei cieli e sulla terra è tua. Tuo è il regno, o Geova, che pure ti innalzi quale capo sopra tutto. . . . tu domini su ogni cosa”. Come nella preghiera del Signore segue la richiesta di soddisfare i bisogni personali e l’invocazione del perdono dei peccati, così Davide prosegue similmente riconoscendo che egli stesso e tutto il popolo dipendono completamente dai provvedimenti di Geova e sono personalmente indegni. Da ultimo, Davide esprime l’essenza dello spirito di dedicazione e devozione con tutta l’anima con queste parole: “O Geova nostro Dio, tutta questa abbondanza che noi abbiamo preparata per edificarti una casa per il tuo santo nome, viene dalla tua mano, e appartiene tutta a te”. — 1 Cron. 29:10-16.
5. In che modo il Salmo 122 mostra profondo apprezzamento per la casa e la città di Dio?
5 La casa di Dio e la città di Dio, queste furono manifestamente le due cose che prevalsero nella mente di Davide e furono care al suo cuore. La stretta identificazione che ne fece l’aiutò grandemente e lo guidò nelle sue preghiere. Un eccellente esempio di questo si vede nel Salmo 122, che vi raccomandiamo di leggere. Ogni rigo rivela il suo acuto desiderio, insieme ad altri, di adorare e “rendere grazie al nome di Geova” nella casa di Geova, situata “dentro le tue porte, o Gerusalemme . . . città che è stata congiunta insieme unicamente”. Egli specialmente chiede al suo popolo di pregare per “la pace di Gerusalemme”. Perché? In parte, come egli dice, “poiché l’amore dei miei fratelli e dei miei compagni ora di sicuro proferirò: ‘Ci sia pace dentro di te’”. Ma ancor più: “Per amore della casa di Geova nostro Dio di sicuro continuerò a cercare il bene per te”.
6. In quanto ad accostarsi a Dio in preghiera, che cosa indica il Salmo 65?
6 Conforme al nostro tema, notate anche le parole di Davide riportate nel Salmo 65. Mostrando che l’adorazione si può esprimere mediante contrasto, egli prega: “Poiché c’è lode — silenzio — o Dio, in Sion; e a te si pagherà il voto”. Indi dice: “O Uditore di preghiera, pure a te verranno persone di ogni carne”. Significa questo un accostarsi senza condizioni, che possiamo trovare Dio in ogni luogo, in qualsiasi luogo, come alcuni credono? Niente affatto. Notate ciò che Davide fu successivamente ispirato a dire: “Felice è colui che scegli e fai avvicinare, affinché risieda nei tuoi cortili. Per certo sarà sazio della bontà della tua casa, il santo luogo del tuo tempio”. — Sal. 65:1-4.
7. Quanto è esteso l’invito della Parola di Dio di accostarci a lui?
7 Comunque, notiamo che Davide non disse che solo il suo proprio popolo, gli Israeliti, potesse rivolgersi a Dio. Egli definitamente disse che a Geova, l’“Uditore di preghiera, pure a te verranno persone di ogni carne”. Quale clemente invito è implicito in queste parole! In stretta armonia con ciò, come sono esortatrici e definite le parole riportate da Isaia: “E gli stranieri che si sono uniti a Geova per servirlo e per amare il nome di Geova, per divenire suoi servitori . . . li dovrò anche condurre sul mio santo monte [Sion] e li farò rallegrare dentro la mia casa di preghiera . . . Poiché la mia propria casa sarà pure chiamata casa di preghiera per tutti i popoli”. — Isa. 56:6, 7; si veda anche II Cronache 6:32, 33.
8. Come Geova ha mostrato grande misericordia, prima all’Israele spirituale, poi anche a molti “stranieri”?
8 Vi vedete come uno di questi “stranieri”, cioè non un Israelita spirituale con la speranza celeste, e vi rallegrate tuttavia venendo alla conoscenza di Geova e ad amarlo e a servirlo? Avete accettato l’invito d’unirvi ad altri sinceri adoratori e siete venuto alla casa di preghiera di Geova? Anche quelli dell’Israele spirituale si dovettero radunare in questo modo, poiché durante il periodo della prima guerra mondiale incorsero nell’ira di Geova e caddero in un’inferma condizione da dispersi. Ma Geova, nella sua grande misericordia, li ristabilì nel suo favore, oltre ad aprire la via a una grande folla di persone simili a pecore che dovevano essere radunate in stretta unione col rimanente dell’Israele spirituale. La profezia d’Isaia continua a confermare questo molto chiaramente, dicendo: “L’espressione del Signore Geova, che raduna i dispersi d’Israele, dice: ‘Radunerò a lui altri, oltre a quelli dei suoi già radunati’”. — Isa. 56:8; si veda anche Isaia 12:1; Rivelazione 7:13-15.
9. Chi dapprima insegnò a Davide la vera conoscenza di Dio, e con quali risultati?
9 Che Davide conoscesse il modo di pregare è abbondantemente dimostrato dai suoi molti salmi. Ma chi gliel’insegnò? Egli dovette ben seguire l’istruzione e l’ammaestramento dei suoi genitori. Essi adempirono il comandamento dato per mezzo di Mosè, di “amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza vitale. E queste parole che oggi ti comando devono essere nel tuo cuore; e le devi inculcare a tuo figlio” in ogni tempo. (Deut. 6:4-7) Così Davide imparò ad apprezzare e ad adempiere i primari requisiti d’alimentarsi prima dell’accurata conoscenza d’una fonte fidata, la scritta Parola di Dio. Essendo egli ammaestrabile e avendo una giusta condizione di cuore, questa conoscenza e questo intendimento gli rafforzarono la fede, la quale, come abbiamo visto, non fu lento a dimostrare dalla sua prima giovinezza. Insieme alla sua fede, furono edificati in lui grande amore e lealtà verso Geova, che nulla poté infrangere, nonostante che una volta o due commettesse penosi errori.
10. È oggi possibile e necessaria una condotta simile a quella di Davide, e questo porta a quale domanda?
10 Voi potete non avere gli stessi vantaggi che Davide ebbe dalla prima infanzia, ma non c’è altra via. Non c’è nessuna scorciatoia. Potete iniziare acquistando accurata conoscenza e corretto intendimento della volontà e del proposito di Dio come sono rivelati nella sua Parola. Bisogna seguire questa condotta. Dovete continuare a cercare e scavare come per un tesoro nascosto, edificando un fondamento che cresca sempre più ampio e più profondo. (Prov. 2:1-9) Questa assimilata conoscenza e questo intendimento devono essere osservati e messi in pratica, onde producano forte fede in Geova e amore verso di lui conducendo alla dedicazione. Si può riuscire. Questo è stato fatto dai primi tempi, a cominciare da Abele. Viene fatto da uomini e donne e giovani di vario temperamento e d’ogni classe sociale, alcuni con poveri e avversi precedenti. È vero che tutti hanno bisogno di molto aiuto e incoraggiamento, e questo include che si impari a pregare. Comunque, come Davide, possiamo essere grandemente aiutati mantenendo stretta associazione con la città di Dio e con la casa di Dio. Ma dove si trovano queste oggi? È una città letterale e una casa letterale?
MODERNA CITTÀ E CASA DI DIO
11. (a) In che modo la Legge fu ‘un’ombra di buone cose avvenire’? (b) Come Paolo descrive e identifica la casa spirituale di Dio?
11 La Parola di Dio ci dà una chiara e incoraggiante risposta a queste domande. La Bibbia mostra che queste cose che Dio usò trattando con l’antico Israele furono figure, che prefigurarono cose assai migliori, a cominciare con Cristo Gesù, il più grande Davide. Paolo dice che l’intera disposizione della Legge, data per mezzo di Mosè, fu un’“ombra delle buone cose avvenire”. Quando venne Cristo Gesù, pose fine a quella disposizione tipica, figurativamente ‘inchiodandola al palo di tortura’. Per mezzo di lui, Dio stabilì una disposizione migliore rendendolo “mediatore di un nuovo patto”, allo scopo di produrre un nuovo popolo, un Israele spirituale, la congregazione cristiana. Di questo popolo c’è oggi sulla terra ancora un rimanente, che forma il nucleo dei testimoni di Geova. È questo popolo, unto con lo spirito santo di Dio e con la speranza celeste, che adempie la figura profetica della città e casa, o tempio, di Dio. Usando entrambe le illustrazioni, Paolo, quando scrive ai cristiani di Efeso, dice: “Siete concittadini dei santi e membri della casa di Dio”. Dopo aver menzionato gli apostoli e Cristo Gesù, ‘la pietra angolare di fondamento’, egli continua: “Unitamente a lui l’intero edificio, essendo armoniosamente collegato, cresce in un tempio santo a Geova. Unitamente a lui, anche voi siete edificati insieme in un luogo che Dio abiti mediante lo spirito”. Quale alta, eppur intima, concezione della stretta relazione fra Geova e l’intera congregazione cristiana, la classe del tempio. — Ebr. 9:15; 10:1; Col. 2:14; Efes. 2:19-22.
12. Secondo il Salmo 132, dove Geova prova diletto di dimorare, e con quale incoraggiamento per noi?
12 Comunque, quella non era la prima volta che si esprimeva tale pensiero. Quando Paolo scrisse quelle parole pensò probabilmente a ciò che il salmista era stato ispirato a scrivere in eccellente forma poetica nel Salmo 132, intitolato “Canto delle ascese”. Prima parla della sua espressa determinazione di non concedersi riposo “finché non avrò trovato un luogo per Geova, un grande tabernacolo per il Potente di Giacobbe”. Descrive che l’arca è portata in trionfale processione a Sion, dicendo: “Sorgi, o Geova, al tuo luogo di riposo, tu e l’arca della tua forza”. Quindi dice come Geova stesso si sente verso questa casa e questa città che ha scelta: “Poiché Geova ha scelto Sion; ne ha avuto gran desiderio come di una dimora per sé: ‘Questo è il mio luogo di riposo per sempre; qui dimorerò, poiché ne ho avuto gran desiderio’”. (Sal. 132:1-5, 8, 13, 14) Non possiamo forse dire che siccome Geova si sente così, di sicuro la preghiera e comunione con lui non sia quindi difficile per nessuno che sinceramente si identifichi con tale luogo di dimora?
13. Come Paolo paragona la congregazione cristiana a un uomo fatto?
13 Questa classe del tempio fu chiaramente vista nel giorno di Paolo nelle varie congregazioni cristiane. Ancor più chiaramente si vede nel nostro giorno, specie dal 1919, in cui molte parabole profetiche di Gesù si adempiono, come ‘il radunamento del grano nel deposito’ e ‘la raccolta del pesce eccellente in vasi’. (Matt. 13:30, 48; 24:31) Paolo attese questo tempo in cui la congregazione cristiana sarebbe pervenuta alla maturità di “uomo fatto, alla misura della crescita che appartiene alla pienezza del Cristo”. Egli spiega come questa crescita ed eccellente relazione si mantengono, prima “mediante ogni giuntura che dà ciò che è necessario”, nonché “secondo il funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura”, e così questo “opera per la crescita del corpo alla propria edificazione nell’amore”. Efes. 4:13-16.
14. Sotto quali aspetti i testimoni di Geova soddisfano oggi i requisiti ai quali si riferì Paolo?
14 Questa felice e sana condizione deve trovarsi oggi nell’eccellente e grande famiglia dei testimoni di Geova. Tutti son dedicati a Geova, com’è scritturalmente mostrato dall’immersione in acqua e dalla loro susseguente condotta. Essi adempiono i primari requisiti di acquistare accurata conoscenza con il continuo studio della Bibbia, edificando la loro fede e il loro spirito di devozione verso Geova. Benché solo una minoranza, un rimanente, abbia la speranza celeste, tuttavia nel mondo intero sono tutti ‘armoniosamente uniti e cooperano’ per mezzo di maggiori giunture o legami, che si vedono in quelli nominati a posti di sorveglianza. Comunque, come Paolo disse, la crescita è pure mantenuta mediante “ciascun rispettivo membro in dovuta misura”, facendo ciascuno la sua parte, sia giovane o vecchio, maschio o femmina, qualcuno in piccola misura per cominciare, altri in più grande misura di responsabilità. Come Paolo aveva detto in precedenza in quella stessa lettera, era beneplacito di Dio “al pieno limite dei tempi fissati . . . radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose che sono nei cieli e le cose che sono sulla terra”. Questo radunamento di cristiani in una stretta unità è conforme alla volontà di Dio e a lui è dovuto ogni credito. È “Dio che fa crescere”. — Efes. 4:16; 1:9, 10; 1 Cor. 3:7.
INSEGNACI A PREGARE
15. (a) Quale associazione dovremmo cercare, e perché? (b) Quando gli fu chiesto di insegnar loro a pregare, come rispose Gesù?
15 In vista di ciò, non è forse ragionevole concludere che noi stessi, individualmente, saremo grandemente aiutati a mantenere una personale relazione con Geova e comunione con lui nella preghiera per mezzo della stretta associazione con questo corpo di dedicati adoratori di Geova, fra i quali egli dimora? Essi considereranno un vero privilegio e piacere incoraggiarvi e aiutarvi sotto questo prezioso ed essenziale aspetto della vostra vita cristiana. Quando un discepolo disse a Gesù: “Signore, insegnaci a pregare”, egli prontamente rispose con la preghiera modello. A ciò fece seguire un’illustrazione mettendo in risalto il bisogno della costanza nella preghiera. Ciò non implicava che il Padre celeste fosse lento ad ascoltare o a rispondere, poiché Gesù concluse dicendo che come genitori imperfetti e peccatori ‘sanno dare buoni doni ai loro figli, tanto più il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono!’ — Luca 11:1-13.
16. Come i testimoni di Geova seguono a questo riguardo l’esempio di Gesù, e su che cosa si basa la loro unità?
16 In modo simile, i testimoni di Geova, come discepoli di Gesù, faranno a questo riguardo tutto il possibile, con la guida diretta, basata sulla Parola di Dio nonché con l’esempio. Quando si mettono in contatto con qualcuno che mostra interesse, cercano di disporre con tale persona un regolare studio biblico a domicilio, studio che si inizia e conclude con preghiera ogni qualvolta è possibile. Tutte le loro adunanze e sessioni, eccetto le adunanze per invitati, includono questo stesso aspetto, la preghiera, cui si uniscono sinceramente tutti i presenti. Assistendo e partecipando allo spirito di queste adunanze, trovate un’atmosfera che conduce alla preghiera. Non vogliamo dir questo nel senso di un appello o eccitazione emotiva, ma avviene perché tutti gli adunati si alimentano unitamente alla tavola di Geova dell’edificante cibo spirituale della sua Parola. Sono pure uniti nella loro devozione a Geova e nel servizio dei suoi interessi del Regno, oltre che nel loro genuino, sentito, altruistico amore reciproco. Naturalmente, i vostri sentimenti possono essere profondamente toccati in tali occasioni, ma i sentimenti in sé non sono il criterio o la principale mira. — Matt. 18:20.
17. Come si dà aiuto per risolvere problemi personali?
17 Per giunta, sarete aiutato negli aspetti più personali della preghiera, come nelle giuste cose da includere nelle vostre invocazioni ed espressioni di lode e rendimento di grazie. Nella vostra vita possono sorgere problemi, come sorgono nella vita di tutti quelli che cercano d’esser veri cristiani, e, in tutte queste cose, per quanto complesse, riscontrerete d’essere aiutati ad acquistare sulla questione il punto di vista di Dio. Imparerete a mettere in pratica l’eccellente esortazione dell’apostolo: “Non siate ansiosi di alcuna cosa, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie; e la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero guardi i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù”. — Filip. 4:6, 7.
18. Come i sinceri cercatori possono essere aiutati ad avvicinarsi a Dio, e con quale sostegno scritturale?
18 Noi potremmo, naturalmente, trattare molti altri particolari, ma in questa rassegna del soggetto della preghiera il nostro principale scopo è stato di mostrare ai sinceri cercatori dove trovare Dio e come avvicinarsi a lui per mezzo del solo e unico canale, Cristo Gesù, seguendo la guida delle Scritture. Riguardo a lui, Paolo disse: “Poiché abbiamo come sommo sacerdote non uno che non possa compatire le nostre debolezze, ma uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato. Accostiamoci perciò con libertà di parola al trono d’immeritata benignità, affinché otteniamo misericordia e troviamo immeritata benignità per aiuto al tempo opportuno”. — Ebr. 4:15, 16; Giov. 14:13, 14.
DUE ILLUSTRAZIONI DI STRETTA ASSOCIAZIONE
19, 20. (a) Collettivamente, quale eccellente associazione c’è ora, che fa sorgere quale domanda? (b) Quale cosa rimarchevole vide Giovanni in visione, e con quale effetto? (c) Come si dà risalto a questa intimità?
19 Le Scritture danno enfasi all’importanza della stretta associazione in maniera rimarchevole. Per vostro incoraggiamento, ne considereremo due illustrazioni, dai due punti di vista, collettivo e personale.
20 Com’è già stato menzionato, c’è ancora un rimanente dell’unta classe del tempio sulla terra, edificato “in un luogo che Dio abiti mediante lo spirito”, rendendo possibile a una “grande folla” di “altre pecore” d’avere con esso stretta associazione. (Efes. 2:22; Riv. 7:9, 15; Giov. 10:16) Alcuni chiederanno: Sarà perduta questa benedizione quando tutti quelli della classe del tempio s’uniranno alla fine a Cristo Gesù sul suo celeste trono, dopo Armaghedon? Non secondo ciò che Giovanni vide nella visione. Egli vide e descrisse la “città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito”. Sfida l’immaginazione! Non solo le misure della città vanno assai oltre la nostra esperienza, essendo in ciascuna direzione di 600 chilometri (12.000 stadi), in lunghezza, larghezza e altezza, ma l’intera città si vede scendere dal cielo. No, non con la letterale discesa del governo celeste, ma col volgerne l’attenzione e le attività a questa terra. Ciò nondimeno, con quale effetto riguardo a quelli della terra? È come Giovanni ode annunciare: “Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro”. (Riv. 21:2, 3, 16) Una più stretta associazione non potrebbe esprimersi con parole. Se risiedete con qualcuno, abitate nella sua stessa casa, non è vero? Questa è l’illustrazione. Quale gioia e conforto per tutti quelli che sono in armonia con quel governo celeste provare il senso della sua immediata vicinanza! Notate inoltre che ogni volta che Giovanni si riferisce a questa città è ispirato a menzionarne la discesa. La menziona tre volte per enfasi. La prima volta, quando scrive la promessa data a “colui che vince” nella congregazione di Filadelfia: “Scriverò su di lui . . . il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio”. (Riv. 3:12; 21:2, 10) Questo precede il messaggio alla congregazione di Laodicea, dove troviamo l’altra nostra illustrazione. Essa è personale e non si riferisce alla casa di Dio, ma alla vostra propria casa.
21. (a) Quale consiglio e quale illustrazione diede Gesù in Rivelazione 3:19, 20? (b) Come possiamo trarre beneficio rispondendo al bussare che Gesù menzionò?
21 In quale triste condizione si trovava quella congregazione che abbiamo menzionata per ultimo! Tiepida e sul punto d’esser vomitata dalla bocca del Signore. Tuttavia troviamo che a ogni individuo di quella congregazione pronto ad ascoltare, è rivolta questa amichevole parola d’avvertimento e consiglio: “Tutti quelli per i quali ho affetto li riprendo e disciplino. Perciò sii zelante e pentiti”. Ora notate ciò che in seguito Gesù dice: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se uno ode la mia voce e apre la porta, entrerò nella sua casa e prenderò il pasto serale con lui ed egli con me”. (Riv. 3:19, 20) No, non vi dice di andare a bussare alla porta della sua casa, facendovi chiedere cosa la chiamata possa significare. Invece, egli si raffigura in piedi mentre sta alla vostra porta e bussa. Quale sorprendente illustrazione! Immaginate che sia la vostra casa e che ve ne stiate per vostro conto, al momento di prendere il solito pasto serale. Quindi all’improvviso udite bussare e una voce annuncia chi è. Il Signore stesso! Sì, certo, lo invitereste immediatamente a entrare. Non vi dovreste preoccupare di ciò che è nella dispensa, poiché sapete che non sarebbe venuto per mandarvi in rovina, come a volte diciamo. Piuttosto, sapreste che il vero scopo della sua visita sarebbe di darvi il beneficio di un ricco, edificante, spirituale banchetto e per farvi avere preziosa comunione con lui nell’intima atmosfera dell’amicizia personale. Non è questo ciò che Gesù fece quando fu sulla terra e venne invitato, a un pasto serale, come allorché andò da Lazzaro e dalle sue sorelle? — Luca 10:38-42.
22. Come la dedicazione implica un duplice invito, che dà luogo a quali benedizioni?
22 Da una parte, questa illustrazione mostra che la nostra dedicazione implica un duplice invito. Primo, Geova, per mezzo di Cristo Gesù, vi invita a dedicarvi a lui pienamente e senza riserve. Secondo, Cristo Gesù, parlando per suo Padre e per sé, vi chiede d’invitarlo a entrare nella vostra casa, nella vostra mente e nel vostro cuore e in tutta la vostra vita. Per quale scopo? Egli vuole che lo lasciate parlare con voi nella quiete della vostra propria mente e del vostro proprio cuore. In che modo? Per mezzo della Parola del Padre suo e anche della sua organizzazione, cioè alle adunanze e nell’associazione col suo popolo. Questo significa, mentre ascoltate premurosamente, che ci sarà un libero fluire dello spirito di Geova. In tale atmosfera non ci sarebbe di sicuro nessuna difficoltà né barriera in quanto alla preghiera, come non ce ne sarebbe nell’associazione con i vostri fratelli e con le vostre sorelle alle adunanze.
23. Quale eccellente lezione d’umiltà si vede qui riguardo all’opera pastorale?
23 Per di più, quale sorprendente lezione abbiamo qui di vera umiltà. Nemmeno il risorto Signore chiede d’entrare, dicendo: Via, apri! Invece, si raffigura in piedi di fuori, a bussare con pazienza e ad attendere per vedere se sarete abbastanza buono da udire e rispondere. Quando fu sulla terra, Gesù disse che era di “indole mite e modesto di cuore”. Lo è ancora, e in questo ci dà un eccellente esempio. In questi giorni si dà molto risalto all’opera pastorale compiuta principalmente da servitori e sorveglianti nominati nelle congregazioni dei testimoni di Geova. Questi hanno il dovere di visitare tutti i piccoli di Geova, prestando speciale attenzione a chiunque sia divenuto come una pecora malata o smarrita. Quando fanno tali visite, come devono stare attenti questi servitori ad avere lo stesso motivo e a mostrare lo stesso spirito amichevole e umile che Gesù raffigurò nella sua illustrazione. — Matt. 11:29; 18:12-14; Ebr. 13:8.
24. Come questa stessa lezione si applica a tutti i testimoni di Geova?
24 Comunque, tutti i testimoni di Geova possono prendere a cuore la stessa lezione. Tutta la nostra opera di visite al popolo, dalla prima visita in poi, include l’aspetto pastorale. Cerchiamo persone paragonabili a pecore. In senso letterale, ‘siamo alla porta e bussiamo’. Sì, sentiamo che è un obbligo continuare a visitare, ma quantunque molti non rispondano o non mostrino l’attitudine da pecora, non dobbiamo mai, né letteralmente né figurativamente, mettere il piede alla porta, insistendo di presentare ad ogni costo il nostro messaggio. Non possiamo chiedere che ci ascoltino o che ci facciano entrare, ma dovremmo far sapere alle persone che siamo lì e in maniera sincera e amichevole, “con mitezza e profondo rispetto”, mostrare che il nostro motivo è buono. — Riv. 3:20; 1 Piet. 3:15.
25. In quale ulteriore modo la vera umiltà ci sarà d’inestimabile aiuto?
25 Infine, questa lezione di umiltà ci sarà di grande aiuto riguardo alle nostre preghiere indirizzate all’“Uditore di preghiera”. La mente e il cuore veramente umili contribuiranno molto a consentirci in ogni tempo d’accostarci con “libertà di parola al trono d’immeritata benignità”, sicuri d’essere uditi e di trovare misericordia e aiuto proprio al tempo giusto. — Ebr. 4:16.