Cauti come serpenti fra i lupi
“Ecco! io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; perciò dimostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe. Guardatevi dagli uomini”. — Matt. 10:16, 17, NM; Luca 10:3.
1. Da chi deve dipendere una pecora minacciata dai lupi, e perché?
UNA pecora fra i lupi ha poca forza sua propria per proteggersi dall’essere divorata. Una pecora, quindi, deve dipendere dal suo pastore per essere protetta dai lupi. Essa vuol servire i buoni propositi del suo pastore e non essere divorata dai lupi rapaci. Pertanto ubbidisce alla voce del suo pastore.
2. A quale animale Gesù rassomigliò i suoi veri seguaci, e contro quali animali li mise in guardia?
2 La qualità di lupo è manifestata da molti uomini eminenti che dovrebbero essere come pecore perché dicono di essere cristiani. Se un uomo si dice cristiano quando in realtà è un lupo in veste di pecora, mascherato per approfittarsi delle persone mansuete, costui è un ipocrita. Gesù Cristo rassomigliò i suoi veri seguaci a pecore e se stesso ad un pastore che le protegge contro i lupi voraci. Egli li preserva per servire i suoi buoni propositi, ed essi devono ubbidire alla sua voce per ricevere la sua protezione, provvisione ed assistenza. Ai suoi dodici rappresentanti speciali, i suoi dodici apostoli, egli disse: “Ecco! io vi mando come pecore in mezzo ai lupi”. E oltre a questi apostoli, ad altri settanta egli disse similmente: “Ecco! io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. — Matt. 10:16 e Luca 10:3, NM.
3. Quale messaggio furono mandati a predicare, eppure a quale potere crudele sarebbero stati apparentemente abbandonati?
3 Gesù li mandava a predicare la buona notizia, che avrebbe dovuto far presa sul popolo, disgustato com’era dei governi umani: “E andando, predicate dicendo: “Il Regno dei cieli è vicino’”. “E, dovunque entrate in una città e vi ricevono, mangiate le cose postevi dinanzi, e guarite i malati in essa, e dite loro: ‘Il regno di Dio si è avvicinato a voi’”. (Matt. 10:7, Co; Luca 10:8, 9, NM) Eppure mandarli a predicare un messaggio così attraente sarebbe stato come abbandonarli apparentemente al crudele potere dei lupi. Chi dunque erano i lupi?
4. Quali erano i “lupi” allora menzionati?
4 Un lupo o una persona che agisce da lupo è nemico non solo delle pecore ma anche del loro Giusto Pastore. Il lupo non raccoglie le pecore presso il pastore ma le disperde; esso non è con il Giusto Pastore Gesù ma contro di lui. (Luca 11:23) Il lupo non sostiene l’unità del gregge cristiano ma lo disperde per poter attaccare le pecore una alla volta e divorarle per soddisfare la sua ingordigia. Dato che Gesù allora mandava i predicatori del Regno esclusivamente fra il popolo giudaico, i lupi si trovavano fra i Giudei che asserivano di essere il popolo di Dio, la gente allora più religiosa sulla terra. Essi erano lupi religiosi, che facevano preda delle “pecore perdute della casa d’Israele”. — Matt. 10:6.
5. Mediante quali avvertimenti Gesù indicò che nei lupi erano compresi individui religiosi, e che cosa fecero essi alle pecore prima del 70 d.C.?
5 Che i lupi dei suoi giorni comprendessero uomini religiosi contrari alla predicazione della buona notizia del regno di Dio e persecutori dei suoi umili seguaci che l’annunciavano, Gesù lo dimostrò con le sue ulteriori parole a quelli che mandava: “Guardatevi dagli uomini; perché vi consegneranno a corti locali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. Infatti sarete trascinati davanti a governatori e re per amor mio a scopo di una testimonianza per loro e per le nazioni. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; . . . E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. (Matt. 10:17, 18, 23, 28, NM) Quando gli fu detto che il re Erode Antipa voleva ucciderlo, Gesù lo chiamò una “volpe”. (Luca 13:31, 32) Prima che Gerusalemme fosse distrutta, nel 70 (d.C.), i lupi attaccarono le pecore di Gesù, ne uccisero molte e le dispersero con grande persecuzione. Ma ovunque fossero disperse le pecore predicavano il messaggio di Dio. Pertanto la persecuzione aiutò a diffondere la buona notizia invece che a soffocarla. Le pecore sanno come resistere agli attacchi dei branchi di lupi. — Atti 8:1-5.
6. Perché le parole di Gesù in Matteo 10:16 si riferiscono oggi a tutta la terra?
6 Le parole di Gesù: “Ecco! io vi mando come pecore in mezzo ai lupi” oggi si riferiscono anche a tutta la terra intorno al paese d’Israele. Sin dal 1914 d.C., quando scoppiò la prima guerra mondiale, si adempie il comando di Gesù ai suoi umili seguaci: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. (Matt. 24:14, NM) Il regno di Dio, quel regno dei cieli, si è avvicinato ora molto di più che non quando Gesù mandò i dodici apostoli per predicare, poiché nel 1914 Geova Dio assunse la sua grande potenza e mise il proprio Figlio Gesù Cristo sul trono perché governasse come re in mezzo ai suoi nemici e così il regno di Dio venne al potere nei cieli. Sulla terra la guerra infuriò fra le nazioni per la contesa del dominio mondiale e anche nei cieli invisibili la guerra imperversò, ma il regno allora nato trionfò e Satana il Diavolo e i suoi demoni furono gettati giù sulla terra, in attesa della fine completa del loro mondo nella battaglia di Armaghedon. Particolarmente alla fine della prima guerra mondiale nel 1918 venne il tempo debito per predicare questa buona notizia del nuovo regno in tutta la terra abitata. Divenne necessario che Gesù Cristo, ora stabilito al potere, adempisse la sua stessa profezia e mandasse servitori a predicare questa buona notizia del Regno. Di nuovo ha dovuto mandare i suoi fedeli seguaci come pecore in mezzo ai lupi. I lupi peggiori e più numerosi si trovano nel territorio religioso della Cristianità. Per gli umili predicatori del regno di Dio essa si è dimostrata una spelonca di lupi. Chiedetelo ai soli che oggi predichino questa buona notizia del neonato regno, sì, ai testimoni di Geova, poiché essi lo sanno. E anche voi siete consapevoli delle loro esperienze con i lupi.
COME SERPENTI
7. In che modo i predicatori del Regno possono salvarsi dai lupi e rimanere ancora come pecore?
7 In che modo i predicatori del Regno possono salvarsi dai lupi e rimanere ancora come pecore, innocui, ubbidienti alla voce del loro Pastore? Il nostro Pastore ce l’ha spiegato. Dopo aver preavvertito i suoi discepoli dei lupi esistenti tutt’intorno egli disse: “Perciò dimostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe. Guardatevi dagli uomini”. (Matt. 10:16, 17, NM) “Siate sempre prudenti come i serpenti”. (Ricciotti) “Mostratevi quindi astuti [accorti] come serpenti”. — L’ecole Biblique de Jérusalem, francese.
8. (a) Come agì il serpente nell’Eden, e perché? (b) Quale domanda viene dunque sollevata?
8 Seimila anni fa il serpente menzionato nell’Eden non dovette combattere contro un lupo vorace. Si trovò dinanzi una donna innocente e senza sospetti. Il racconto dice: “Ora il serpente aveva mostrato di essere il più cauto di tutte le bestie selvatiche del campo che Geova Dio aveva fatte. Ed esso cominciò a dire alla donna: ‘È vero che Dio v’ha detto di non mangiare di ogni albero del giardino?’” (Gen. 3:1, NM) Il serpente non dovette proteggersi contro un lupo. Quindi non si ritirò con cautela ma rivolse le sue attenzioni alla donna Eva. Perché? Per ingannarla. L’apostolo Paolo dice: “Il serpente sedusse Eva con la sua astuzia”. “La donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione”. (2 Cor. 11:3 e 1 Tim. 2:14, NM) Dietro le quinte il Diavolo controllava le ingannevoli azioni e parole del serpente, facendolo agire astutamente, con l’intento di nuocere. La sua menzogna fu causa della disubbidienza umana, portando la morte al genere umano. Per essere cauti come serpenti possiamo usare tale astuzia contro i lupi?
LA CAUTELA PERMETTE IL TRAVESTIMENTO?
9. Nelle Scritture Ebraiche in quali persone troviamo esempi di cautela, e quale domanda ci rivolgiamo riguardo a loro?
9 Nelle antiche Scritture Ebraiche troviamo molti esempi in cui i servitori di Geova adoperarono la cautela, fra cui Abrahamo, Sara, Isacco, Davide e Gionathan. Facendo ciò, caddero forse in disonore come bugiardi? Esaminiamo il retroscena delle loro azioni.
10. Quale esperienza ebbe Abrahamo con Faraone d’Egitto a causa di Sara?
10 Per scampare ad una grave carestia in Palestina Abrahamo non ritornò in Ur dei Caldei (avendo lasciato Ur per sempre per ordine di Dio) ma scese in Egitto. Abrahamo poteva aver sentito dire di un caso, narrato in un papiro ora scoperto, in cui un Faraone egiziano, sotto l’influenza dei suoi prìncipi, aveva mandato truppe armate per prendersi la bella moglie di un altro uomo per il proprio arem. Nei pressi di Egitto Abrahamo disse a Sara di nascondere il fatto che ella era sua moglie: “Di certo mi uccideranno, ma a te lasceranno la vita. Ti prego di dire che sei mia sorella, affinché io sia trattato bene a motivo di te, e la mia anima certamente vivrà per amor tuo”. Faraone prese Sara per farla sua moglie, ma Geova colpì Faraone e la sua casa con piaghe, richiamando la sua attenzione sul fatto che Sara era moglie di Abrahamo. Quindi Faraone la restituì, ma si lamentò con Abrahamo perché non era stato informato di tutto in modo da poter evitare l’accaduto. — Gen. 12:10-20, NM.
11, 12. Quale esperienza ebbe Abrahamo con Abimelec, re di Gherar, a causa di Sara?
11 Anni più tardi Abrahamo si trovava in Gherar nel territorio dei Filistei. “E Abrahamo ripeté intorno a Sara sua moglie: ‘Ella è mia sorella’”. Perché? Come Abrahamo più tardi spiegò ad Abimelec, re di Gherar, che aveva preso Sara: “L’ho fatto perché dicevo fra me: ‘Senza dubbio non c’è timor di Dio in questo luogo e certamente mi uccideranno a causa di mia moglie’. E inoltre, ella è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed ella è divenuta mia moglie. E avvenne che, quando Dio mi fece errare dalla casa di mio padre, io le dissi: ‘Ecco l’amorevole benignità che tu potrai adoperare verso di me: Ovunque arriveremo dirai di me: “Egli è mio fratello”’”. È molto probabile che a quel tempo Sara fosse incinta del suo unico figlio Isacco. L’Onnipotente Dio operò affinché Abimelec non contaminasse Sara, avvertendolo nel sogno e dicendo: “Or dunque, restituisci la moglie a quest’uomo, poiché è profeta, ed egli supplicherà per te. Quindi continua a vivere”. Nel restituire Sara il re Abimelec diede ad Abrahamo mille pezzi d’argento e disse a Sara: “Eccoti, un velo sugli occhi a tutti quelli che sono con te, e dinanzi a tutti, e tu sei priva di biasimo”. Alla supplica di Abrahamo Iddio guarì Abimelec e la moglie e le schiave, affinché queste ultime fossero di nuovo in grado di partorire. — Gen. 20:1-18, NM.
12 Se consideriamo Abrahamo un bugiardo tergiversatore, in queste due occasioni, siamo costretti a chiederci: Permise Geova Dio che un bugiardo e infedele codardo lo supplicasse di guarire Abimelec che aveva agito innocentemente? Per comprendere l’azione di Dio verso il suo profeta Abrahamo dovremmo tener presenti non solo la fedeltà di Dio verso il suo patto con Abrahamo ma anche le circostanze di quel tempo.
13. In quale territorio si trovò Abrahamo, e quali relazioni desiderava mantenere con gli abitanti?
13 Sia in Egitto che in Palestina Abrahamo si trovava in territorio nemico e doveva usare cautela. Egli voleva vivere per poter adempiere il proposito di Dio per lui, e ritenne saggio usare strategia verso quelli che avrebbero potuto essere indotti a ferirlo o ucciderlo nel servizio di Geova. Sì, avrebbe potuto andare in guerra contro loro; una volta con 318 dei suoi schiavi domestici aveva sconfitto gli eserciti di quattro re della Mesopotamia che avevano invaso la Palestina portando via suo nipote Lot con la sua famiglia. Ma Abrahamo preferì mantenere relazioni pacifiche con gli abitanti delle nazioni in cui soggiornava. Non era disposto a entrare in guerra con loro a causa di sua moglie.
14. Quali due casi dimostrano che in quegli antichi tempi le donne potevano essere date, e quindi che cosa era pronta a fare Sara per risparmiare la vita di Abrahamo?
14 In quei giorni, prima che Geova avesse stabilito il suo patto della legge con i discendenti di Abrahamo mediante il mediatore Mosè, le donne potevano essere date. Ricordate come Lot offrì alla feroce turba di Sodomiti le sue due figlie nubili o fidanzate per soddisfare la concupiscenza dei Sodomiti e salvare la vita dei due uomini che egli aveva ospitati in casa sua. (Gen. 19:1-8) Ricordate come il vecchio di Ghibea offrì la propria figlia vergine e la concubina del suo ospite ad una turba consimile di Beniaminiti per proteggere il religioso Levita accolto da lui. Infine lo stesso Levita prese la propria moglie concubina, che riconduceva a casa, e la mise fuori della casa per soddisfare la turba, provocando la morte di lei. (Giud. 19:1-3, 10-28) Quindi Abrahamo presentò Sara come sorella per evitare una violenta contesa a causa della sua condizione di moglie. Sara riconobbe Abrahamo come proprio signore ed accettò la disposizione, pronta a subirne le conseguenze. Era disposta a fare la sua parte per salvare la vita del profeta di Geova, col quale Egli aveva stabilito il suo patto. Abrahamo considerò questo suo gesto come manifestazione dell’amorevole benignità di Sara verso di lui, e anch’essa aveva la medesima attitudine. — 1 Piet. 3:5, 6.
15. Quale raffigurazione possiamo notare in questa specie di strategia di Abrahamo, e perché?
15 Ma i critici hanno un altro concetto. Essi ritengono Abrahamo del tutto menzognero, tergiversatore, debole codardo, e non un cauto stratega in un paese nemico pieno di lupi. Avendo Dio approvato Abrahamo ritenendolo nel suo patto e conservata Sara incontaminata, non scorgiamo forse una raffigurazione in questa specie di strategia? Abrahamo è usato altrove per raffigurare Geova Dio e Sara è usata per raffigurare la donna di Dio, la sua organizzazione celeste che produce la promessa Progenie, il Cristo. Pertanto nella condotta di Abrahamo possiamo vedere come, nel corso dei secoli, sia sembrato che Geova avesse ripudiata la propria moglie o organizzazione, come cioè abbia celata la loro relazione di marito e moglie. Per molto tempo le ha rifiutato la promessa Progenie ed ha anche permesso che i figli spirituali di lei sulla terra soffrissero per mano degli uomini e diavoli, apparentemente senza protezione divina. Tutto ciò ha dato al nemico un’idea sbagliata e gli empi si sono sentiti liberi di cercare di contaminare i rappresentanti della consorte organizzazione di Geova. Ma adempiendo il suo patto riguardo al Cristo, Geova li ha protetti nelle loro prove e li ha risparmiati nella loro integrità. — Gal. 4:21-31; Isa. 54:5-8.
16. Come Isacco imitò suo padre in questo, e dopo questo quale favore ricevette da Geova Dio?
16 Seguendo l’esempio del padre Abrahamo, Isacco similmente chiamò sua moglie Rebecca sorella dinanzi agli uomini della stessa città di Gherar. La vera relazione di lei con Isacco fu scoperta dal re Abimelec, che in seguito disse ad Isacco: “Poco è mancato che qualcuno del popolo si giacesse con tua moglie, e tu ci avresti tirato addosso una gran colpa”. Il re Abimelec avrebbe dovuto aggiungere: “Se Geova l’avesse permesso!” Il pacifico Isacco spiegò la sua strategia, dicendo: “L’ho detto [che ella fosse mia sorella] per timore d’essere ucciso a causa di lei”. Dopo questa scaramuccia col re Abimelec riguardo a Rebecca Geova continuò a benedire Isacco a tal punto che i Filistei divennero invidiosi di lui. — Gen. 26:1-11, VR e NM.
17. Sebbene avesse paura, che cosa non fecero Abrahamo e Isacco, e quindi come agì Geova verso di loro?
17 Possiamo considerare il modo di agire di Isacco verso sua moglie Rebecca dallo stesso punto di vista con cui guardiamo quello di Abrahamo verso Sara. Abrahamo ed Isacco potrebbero aver avuto paura, eppure mai, per paura, fecero un’empia alleanza con re pagani per ricevere protezione. Quindi noi non possiamo applicare ad essi il pungente rimprovero di Isaia 57:11-13: “Chi dunque paventi? di chi hai paura per rinnegarmi così? per non più ricordarti di me, per non dartene più pensiero? Non me ne sono io rimasto in silenzio e da gran tempo? Per questo tu non mi temi più. Io proclamerò la tua rettitudine [personale], e le tue opere che non ti gioveranno nulla. Quando tu griderai, venga a salvarti la folla de’ tuoi idoli!” Geova liberava sempre Abrahamo e Isacco perché si tenevano separati dal mondo.
18. Perché Rahab è generalmente condannata come ingannatrice?
18 Rahab, l’albergatrice prostituta di Gerico, è generalmente condannata come ingannatrice. Ella accolse in casa sua due spie dal vicino campo d’Israele, perché temeva il loro Dio Geova. Quando il re di Gerico mandò uomini e le ordinò di consegnare le due spie, avrebbe Rahab dovuto condurre gli ufficiali del re alle spie nascoste sul tetto sotto la stoppia di lino, rivelando il loro nascondiglio e restituendole perché subissero la sorte delle spie? Sarebbe stato questo un atto di fiducia nel loro Dio per la loro protezione? Sarebbe stato forse contento Geova e avrebbe ciò mostrato che Rahab avesse fede in lui, sostenendo la sua causa? Rifiutarsi all’ordine del re e mandar via i suoi ufficiali con false indicazioni non richiedeva una forte fede in Geova? Ella disse: “È vero; essi vennero da me, ma io non sapevo donde fossero; quando poi si stava per chiuder la porta, sul far della notte, essi se ne andarono non so dove. Inseguiteli senza perder tempo e li raggiungerete”. In questo caso mentiva forse Rahab in modo peccaminoso?
19. Come sappiamo che Rahab allora non mentiva in modo peccaminoso?
19 Ricordate che allora c’era una guerra. I nemici non meritavano di conoscere una verità che poteva nuocere o mettere in pericolo i servitori di Geova. In tempo di guerra è giusto cercare di sviare il nemico vorace. Mentre gli uomini del re se ne andarono con false indicazioni per inseguire le spie, Rahab le aiutò a fuggire oltre le mura della città. La Parola di Dio loda la sua azione come prova pratica della sua fede: “Allo stesso modo Rahab, la meretrice, non fu anch’essa giustificata per le opere, quando accolse i messaggeri e li fece partire per un’altra strada?” Quindi la vita di Rahab e dei suoi parenti fu risparmiata quando le mura di Gerico furono abbattute e tutta l’altra gente della città fu sterminata. — Giosuè 2:1-24; 6:17-23 e Giac. 2:25, Ricciotti.
20. In che modo Davide e sua moglie Mical e suo cognato Gionathan adoperarono cautela verso il re Saul, e perché?
20 Davide, l’uccisore di Goliath, gigante filisteo, era cauto come un serpente verso il re Saul ed altri che agivano da lupi. Davide scansò il geloso e invidioso re Saul in tempo di pericolo, non cercando mai una volta di rendere la pariglia a danno di Saul. Vedendo che Saul aveva dichiarato guerra all’innocente Davide, gli amici di Davide adoperarono strategia di guerra per proteggerlo. Mical, figlia di Saul, aiutò suo marito Davide a scappare dalla finestra. Ella trattenne gli ufficiali di Saul con l’annuncio: “È malato”. Per sostituire Davide ella mise l’idolo domestico nel suo letto e, quando il letto con l’idolo fu portato al re Saul e l’opera di Mical per la fuga di Davide fu smascherata, ella disse al padre indignato: “È lui che mi ha detto: Lasciami andare; altrimenti, t’ammazzo!” Il re Saul chiamò questa un’impostura menzognera, ma effettivamente era strategia di guerra per proteggere gli innocenti. Gionathan, fratello di Mical, il quale amava Davide, anche adoperò strategia per deviare il suo insensato e geloso padre dalle tracce di Davide. — 1 Sam. 19:9-17; 20:17-42.
21. Come Davide aiutò il sommo sacerdote Ahimelec a non sentirsi obbligato verso il re Saul, e in che modo fu ricompensato Doeg per aver agito quale informatore contro Davide?
21 In fuga, Davide si presentò al sommo sacerdote Ahimelec a Nob. Quando gli fu chiesto perché venisse da solo, Davide nascose le sue azioni, dicendo: “Il re m’ha dato un’incombenza, e m’ha detto: ‘Nessuno sappia nulla dell’affare per cui ti mando e dell’ordine che t’ho dato’”. (1 Sam. 21:1, 2) Ciò tolse al sommo sacerdote la possibilità di sentirsi costretto a rivelare al re Saul il luogo in cui si trovava Davide. Doeg l’Idumeo, capo dei pastori di Saul, era presente in quell’occasione. Quando egli riferì l’accaduto a Saul, questi per ricompensa gli diede l’ordine di uccidere il sommo sacerdote ed altri ottantaquattro sacerdoti assistenti. Ma da Dio Doeg ricevette una ricompensa diversa. Dio ispirò Davide a comporre il Salmo 52 contro il malvagio delatore idumeo, come indica la stessa soprascritta del salmo. — 1 Sam. 21:1-7; 22:6-19.
22. Come adoperò Davide cautela verso il re Akis di Gath, e fu forse questo in qualche senso un atto condannabile?
22 Davide si rifugiò nella terra dei Filistei con Akis, re di Gath. Quando i Filistei scoprirono chi fosse e suggerirono al re che Davide costituiva un pericolo, Davide ebbe paura dei lupi. “Mutò il suo modo di fare in loro presenza, faceva il pazzo in mezzo a loro, tracciava de’ segni sui battenti delle porte, e si lasciava scorrer la saliva sulla barba”. Il re Akis rifiutò di averlo vicino e lo lasciò andare con la sua vita come un innocuo idiota. Quindi Davide poté uscirne vivo per recarsi alla spelonca di Adullam. Per quanto la sua finta pazzia dinanzi al re Akis avesse contribuito alla sua fuga, tuttavia Davide fu ispirato a scrivere il Salmo 34 e ringraziare Geova per aver benedetto la sua strategia e averlo liberato dal re Akis. Nei versetti 12, 13 di Salmo 34 Davide dice: “Qual è l’uomo che prenda piacere nella vita, ed ami lunghezza di giorni per goder del bene? Guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dal parlar con frode”. Pertanto il Salmo 34 non esprime alcun senso di peccato e di fallo da parte di Davide per aver dato al re Akis una falsa impressione onde effettuare la propria fuga. (1 Sam. 21:8 fino a 22:1) Più tardi Davide ritornò in condizioni diverse e il re Akis gli assegnò Tsiklag come luogo di abitazione. Di nuovo Davide adoperò strategia di guerra verso questo nemico del popolo israelita di Davide e gli dissimulò i suoi veri movimenti. Quindi Akis non molestò Davide e i suoi uomini. — 1 Sam. 27:2 fino a 28:2; 29:3-11.
23, 24. (a) Fuggendo da Absalom quali istruzioni diede Davide a Hushai, e come agì Geova in merito? (b) Come si comportò una donna simile a Rahab verso i due informatori di Davide?
23 A tempo debito Davide divenne re d’Israele a Gerusalemme. Quando suo figlio Absalom cospirò contro di lui per prendere il trono, Ahitofel, il più fidato consigliere di Davide, lo tradì e si unì alla cospirazione. Mentre fuggiva da Gerusalemme, Davide fu informato del tradimento di Ahitofel. “E Davide disse: ‘Deh, o Eterno, rendi vani i consigli di Ahitofel!’” Come agì Davide in armonia con questa preghiera? Quando Hushai, l’Arkita, volle unirsi a lui nella fuga, Davide lo rimandò a Gerusalemme dicendo: “Se torni in città e dici ad Absalom: — Io sarò tuo servo, o re; come fui servo di tuo padre nel passato, così sarò adesso servo tuo, —,tu dissiperai a mio pro i consigli di Ahitofel”. Stava Davide insegnando ad Hushai a mentire? Hushai ritornò e finse di essere servitore di Absalom. In un dissenso fra il consiglio di Ahitofel e quello di Hushai Absalom e i suoi uomini preferirono quello di Hushai. Deluso, Ahitofel se ne andò a casa e s’impiccò, come Giuda. Il consiglio di Hushai permise a Davide di mettersi in salvo e di prepararsi per la battaglia della riconquista del suo trono. Geova benedisse la strategia di Hushai in armonia con le istruzioni di Davide stesso e frustrò i consigli di Ahitofel in risposta alla preghiera di Davide.
24 Quando furono scoperti due uomini che portavano notizie da Hushai a Davide nel deserto, si trovava lì accanto una donna come Rahab. I due uomini si nascosero nella cisterna del cortile del marito di lei. La donna distese una coperta sulla bocca della cisterna e vi sparse sopra del grano pesto. Quando giunsero i servitori di Absalom e chiesero dei messaggeri, “la donna rispose loro: ‘Hanno passato il ruscello’”. Dopo che i servitori di Absalom se ne furono andati per un’inutile ricerca, i due uomini uscirono dalla cisterna e si recarono da Davide. Tutta questa strategia di guerra deluse il nemico, ma contribuì al successo di Davide nella battaglia contro Absalom e alla sua restaurazione sul trono d’Israele. — 2 Sam. 15:31-34; 16:16-19; 17:18-23.
LA STRATEGIA DEI PROFETI DI GEOVA
25, 26. (a) Quale domanda è sollevata riguardo ai profeti del “Dio di verità”? (b) In che modo Geova rivendicò Eliseo dall’accusa di bugiardo e maledetto conduttore dei ciechi?
25 Con una vera confessione Davide pregò: “Tu m’hai riscattato, o Eterno [Geova], Dio di verità”. (Sal. 31:5) Poiché Geova è il Dio di verità, possiamo trovare menzogne nella bocca dei suoi profeti? Prendiamo il caso del suo approvato profeta Eliseo. Poiché Eliseo aveva ripetutamente smascherato al re d’Israele le insidie degli eserciti siri, l’adirato re di Siria mandò grandi forze militari per circondare la città di Dothan e catturare Eliseo. Quando i Siri cominciarono ad attaccare la città, Eliseo pregò Geova, dicendo: “Ti prego, accieca cotesta gente!” Geova l’esaudì. “E l’Eterno l’accecò, secondo la parola d’Eliseo”.
26 Si rese quindi bugiardo Eliseo verso questi Siri accecati per incorrere in una maledizione: “Maledetto chi fa smarrire al cieco il suo cammino”? (Deut. 27:18) Infatti leggiamo: “Allora Eliseo disse loro: ‘Non è questa la strada, e non è questa la città; venitemi appresso, ed io vi condurrò all’uomo che voi cercate’. E li menò a Samaria”. Invece di arrendersi a loro come l’uomo che cercavano a Dothan, egli li condusse da Dothan a Samaria, al re d’Israele. Ma non aveva fatto ciò per recar loro danno; l’aveva fatto per esaltare la potenza, superiorità e misericordia di Geova dinanzi a tutti i Siri. Leggiamo: “Quando furono entrati in Samaria, Eliseo disse: ‘O Eterno, apri loro gli occhi, affinché veggano’. L’Eterno aperse loro gli occhi, e a un tratto videro che si trovavano nel mezzo di Samaria”. Si accorsero di essere stati sviati avendo gli occhi aperti e per mezzo dello stesso uomo che ricercavano. Dovevano essere molto spaventati, oltre che meravigliati! Ma Eliseo dimostrò che non aveva intenzioni di far loro del male. Impedì al re d’Israele di colpirli e lo indusse a preparare per loro un pranzo, accumulando così carboni accesi sulla loro testa. Poi li rimandò in Siria incolumi. In questo caso, invece di rendersi un colpevole mentitore Eliseo adoperò la strategia di guerra per sviare i Siri dal loro empio proposito, e Geova Dio cooperò con Eliseo in questa manovra. Pertanto Geova rivendica Eliseo contro il titolo di “Bugiardo!” — 2 Re 6:8-23.
27. In che modo un profeta anteriore si travestì per ingannare il re Achab dopo che questi aveva lasciato andare Ben-Hadad?
27 Si presenta anche il caso di un profeta anteriore. Per il suo proprio nome Geova aveva permesso al re Achab d’Israele di ottenere una seconda vittoria sui Siri, sì, e di catturare lo stesso re Ben-Hadad. Compiendo un atto che spiacque a Geova, che aveva dato il nemico Ben-Hadad nelle sue mani perché fosse giustiziato, il re Achab lo lasciò andare, con un patto o trattato fra loro per aggiunta. Quindi il profeta di Geova lo fece colpire e ferire. Come dunque questo profeta notificò ad Achab il suo peccato e le conseguenze di esso? Leggiamo: “Allora il profeta andò ad aspettare il re sulla strada, e cangiò il suo aspetto mettendosi una benda sugli occhi”. Fu questo travestimento una ingannevole impostura verso un uomo innocente e senza sospetti? Ma questo travestimento non era tutto. Infatti mentre il re passava vicino al profeta, questi gridò e disse al re: “Il tuo servo si trovava in piena battaglia; quand’ecco uno s’avvicina, mi mena un uomo e mi dice: — Custodisci quest’uomo; se mai venisse a mancare, la tua vita pagherà per la sua, ovvero pagherai un talento d’argento. — E mentre il tuo servo era occupato qua e là quell’uomo sparì”.
28. Perché questo figlio dei profeti prende posto nella storia biblica come stratega e non come bugiardo?
28 Vi era forse qualche verità? Penserete che sia una menzogna. Perché allora il profeta di Geova la disse? Veramente era un’illustrazione di ciò che il re Achab aveva fatto, ossia riguardava lo stesso principio; soltanto nell’illustrazione il profeta non aveva mostrato Achab quale offensore, ma se stesso. In tal modo Achab poteva sentirsi libero di pronunciare un giudizio imparziale in conformità al principio di questa specie di condotta, perché il suo giudizio era contro un altro uomo non identificato come profeta. Ecco perché il profeta disse ciò che i critici avrebbero chiamato una menzogna. Ma attirò dall’empio re Achab un’imparziale espressione di giudizio: “Il re d’Israele gli disse: ‘Quella è la tua sentenza; l’hai pronunziata da te stesso’”. Ma il re d’Israele aveva effettivamente pronunciato giudizio contro se stesso; aveva dato sentenza contro se stesso, poiché il profeta subito si rivelò e disse ad Achab: “Così dice l’Eterno: — Giacché ti sei lasciato sfuggir di mano l’uomo che io avevo votato allo sterminio, la tua vita pagherà per la sua, e il tuo popolo per il suo popolo”. (1 Re 20:35-42) Questo figlio dei profeti prende posto nella storia biblica, non come bugiardo, ma come stratega, e in rivendicazione di lui la sua profezia contro Achab si avverò.
29, 30. (a) In che modo il re Achab si tirò addosso un’ulteriore condanna a morte, con altre azioni, e come le menzogne condussero alla sua morte implicando Geova? (b) Mediante quale visione Micaiah smascherò i profeti di Achab come bugiardi?
29 Il re Achab tornò a casa giudicato meritevole di morte secondo il suo stesso giudizio. Più tardi egli s’impossessò della vigna di Naboth dopo che quest’uomo mediante falsi testimoni fu assassinato per ordine della regina Jezabel. Ciò provocò su Achab l’ulteriore sentenza di morte da parte di Geova. Inoltre, spregevoli cani avrebbero leccato il suo sangue reale, la sua regina sarebbe stata mangiata dai cani e tutta la sua famiglia sarebbe stata sterminata per essere mangiata da cani e uccellacci come carogna. (1 Re 21:20-24) Venne per Achab il tempo di essere giustiziato, e le menzogne ebbero una parte importante nella sua morte implicando perfino Dio. Come? Achab indusse il re Giosafat di Giuda ad unirsi a lui in guerra contro Ramoth di Galaad allora sotto il dominio dei Siri. Per indagare nel futuro il re Achab consultò religiosamente i suoi falsi profeti, in numero di circa quattrocento. Essi profetizzarono favorevolmente, dicendo: “Va’, e il Signore la darà nelle mani del re”. Così essi coinvolsero Geova nella loro menzogna. Alla richiesta del re Giosafat di un riconosciuto profeta di Geova il re Achab fece chiamare l’odiato Micaiah. Quando Micaiah ironicamente imitò i bugiardi profeti di Achab, questi impose a Micaiah un giuramento perché dicesse la verità. E Micaiah lo fece, prevedendo che gli eserciti di Achab sarebbero stati dispersi come pecore senza pastore. Poi, per smascherare i bugiardi, Micaiah aggiunse:
30 “Ascolta la parola dell’Eterno [Geova]. Io ho veduto l’Eterno che sedeva sul suo trono, e tutto l’esercito del cielo che gli stava dappresso a destra e a sinistra. E l’Eterno disse: — Chi sedurrà Achab affinché salga a Ramoth di Galaad e vi perisca? — E uno rispose in un modo e l’altro in un altro. Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò dinanzi all’Eterno, e disse: — Lo sedurrò io. — L’Eterno gli disse: — E come? — Quegli rispose: — Io uscirò, e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti. — L’Eterno gli disse: — Sì, riuscirai a sedurlo; esci, e fa’ così. — Ed ora ecco che l’Eterno ha posto uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma l’Eterno ha pronunziato del male contro di te”.
31. Come fu mostrato che Sedekia era falso e che Geova aveva parlato per mezzo di Micaiah?
31 Udendo ciò il profeta Sedekia diede uno schiaffo sulla guancia a Micaiah, affermando che lui, e non Micaiah, aveva lo spirito di Geova, cioè che lo spirito di Geova aveva detto la verità mediante lui e che lo spirito menzognero era in Micaiah. Per conservare la verità nel memoriale, Micaiah disse che Sedekia un giorno avrebbe visto se ciò fosse vero. Quando il re Achab cacciò Micaiah in prigione con pane e acqua per nutrimento fino al proprio vittorioso ritorno, Micaiah disse: “Se tu ritorni sano e salvo, non sarà l’Eterno quegli che avrà parlato per bocca mia”. (1 Re 22:1-28) La morte di Achab in battaglia malgrado il suo travestimento a Ramoth di Galaad, in seguito alla quale i cani leccarono il suo sangue dal carro, dimostra che Geova, e non uno spirito menzognero, aveva parlato per mezzo di Micaiah.
32. Perché una delle creature spirituali di Geova si offrì per sviare il re Achab, e divenne essa responsabile delle menzogne dei profeti di Achab?
32 Ma come poteva avvenire che una creatura spirituale di Geova fosse divenuta uno spirito seduttore o menzognero e come avrebbe potuto il Dio di verità autorizzarlo a divenire ‘spirito di menzogna in bocca a tutti i profeti di Achab’? Ecco come: Achab voleva essere incoraggiato a compiere un piano d’azione suicida mediante profeti menzogneri. Dimostrò questo quando imprigionò Micaiah per aver detto la sfavorevole verità. Achab desiderava sentire menzogne a sua propria morte; quindi Geova permise ad Achab di sentire menzogne allora perché Achab era stato condannato a morte e il tempo per essere giustiziato era venuto. Geova non s’intromise mediante il suo spirito per indurre i profeti di Achab a dir la verità, come quando uno dei suoi angeli mutò la maledizione del profeta Balaam in una benedizione per Israele. Una delle creature spirituali di Geova vide la necessità di una menzogna che prevalesse per spingere Achab verso la propria distruzione, permettendo ai bugiardi di prevalere sul veritiero Micaiah. Una creatura spirituale di Geova Dio ha il potere di far parlare una creatura, anche un bruto come l’asino di Balaam. Perciò l’angelo di Geova offrì di usare il suo potere sui profeti di Achab perché parlassero soltanto, permettendo loro di far dire al proprio cuore ciò che voleva per accontentare il loro sostenitore, il re. Così la creatura spirituale o angelo era responsabile, non delle loro menzogne, ma soltanto del loro parlare.
33. Perché Geova autorizzò la creatura spirituale ad ingannare Achab, e in che modo rimase esonerato dalle menzogne?
33 Geova approvò che l’angelo facesse questo, perché Egli voleva dimostrare che è disastroso affidarsi ai profeti menzogneri e anche perché era giunto il tempo di eseguire la condanna a morte su Achab. Egli sapeva che Achab voleva essere ingannato dalla menzogna, specialmente poiché c’erano tanti bugiardi. Quindi Geova disse alla creatura spirituale che l’uso del suo potere sui profeti di Achab li avrebbe messi in grado di pronunciare la menzogna micidiale, facendola prevalere sul fedele avvertimento del profeta di Geova, Micaiah. Così avvenne e Achab come un criminale giustiziato versò il suo sangue, leccato dai cani, e Geova il Dio di verità rimase esonerato dalle menzogne. — 1 Re 22:29-38; 2 Cron. 18:1-34.
34. Perché non dobbiamo rivolgerci al lontano passato per vedere questo modo di agire della forza divina, e perché i popoli stanno per perire in numero spaventevole?
34 Dobbiamo forse rivolgerci al lontano passato per vedere questo modo di agire della forza divina? No! Vediamo che oggi in questo ventesimo secolo Geova osserva questa stessa regola di azione, per adempiere il proprio avvertimento profetico. La sua profezia scritta dall’apostolo Paolo dice: “La venuta di costui [l’iniquo] avrà luogo per opera di Satana, con ogni potenza e segni e prodigi bugiardi, e con tutti gli inganni di ingiustizia per quelli che periranno per non aver accolto l’amore della verità in maniera da salvarsi. E per questo manderà loro Iddio forza d’inganni sì che credano alla menzogna, onde siano condannati quelli che non hanno creduto alla verità e anzi si son compiaciuti dell’ingiustizia”. (2 Tess. 2:9-11, Ricciotti) I popoli di questo mondo si trovano ora di fronte ad Armaghedon e periranno allora in numero spaventevole. Perché? Forse perché la verità non è loro disponibile? No; poiché i testimoni di Geova predicano la buona notizia del suo regno trionfante in tutta la terra abitata per una testimonianza a tutte le nazioni. Veramente è perché il popolo, come questa proclamazione del Regno mediante i testimoni di Geova ha dimostrato durante questi anni in sempre più Paesi, rifiuta di amare la verità e così salvarsi dalla distruzione ad Armaghedon. Gli uomini preferiscono gli inganni di ingiustizia che accompagnano l’attività di Satana da quando fu scacciato dai cieli, e preferiscono l’inganno perché “si son compiaciuti dell’ingiustizia”.
35. Perché Geova non è fonte della “forza d’inganni” o “opera di errore”?
35 La traduzione della Bibbia che abbiamo citata dice: “Per questo manderà loro Iddio forza d’inganni sì che credano alla menzogna”. Dobbiamo pertanto dedurre che Dio crei potenti inganni per far loro credere ciò che è falso? No; egli non è fonte di menzogna. In riferimento alla sua profezia e al suo patto, la sua Parola dice: “Iddio non è un uomo, perch’ei mentisca, né un figliuol d’uomo, perch’ei si penta. Quand’ha detto una cosa non la farà? o quando ha parlato non manterrà la parola?” “La gloria d’Israele non mentirà”. (Num. 23:19; 1 Sam. 15:29) Quindi Geova non è fonte della “forza d’inganni” o “opera di errore”.
36. Come dunque Geova la manda loro senza essere responsabile della loro distruzione?
36 Come dunque avviene che egli la ‘mandi loro’? Per il fatto che egli non la impedisce ma le permette di andare a loro, come fece nel caso del re Achab. Nelle Scritture il verbo ebraico che significa “mandare” è spesso tradotto “lasciar andare”, come quando Geova disse a Faraone: “Manda via il mio popolo” (NM; Young); oppure, “Lascia andare il mio popolo”. (VR; Ti; Di; in Esodo 5:1; 7:16; 8:1, 20; 9:1, 13; 10:3) Quindi la Traduzione del Nuovo Mondo rivendica Geova Dio traducendo 2 Tessalonicesi 2:11: “Ecco perché Dio lascia che un’opera di errore pervenga quindi a loro onde finiscano col credere alla menzogna”. Dio non li induce a credere alla menzogna più di quanto non abbia creato la menzogna, ma permette che pervenga a loro perché preferiscono l’opera dell’errore. Quindi egli lascia che adoperino il proprio libero arbitrio e diventino responsabili della loro propria distruzione ad Armaghedon. Ma prima, misericordiosamente, egli dà loro un pieno avvertimento mediante i suoi testimoni. A questo avvertimento porgono orecchio coloro che ‘accettano l’amore della verità onde siano salvati’. — NM.
NON È ‘MENTIRE CONTRO LA VERITÀ’
37. Perché Gesù fu in armonia con lo spirito di Geova quando avvisò i suoi discepoli di essere cauti come serpenti in mezzo ai lupi?
37 In considerazione dei suddetti esempi scritturali Gesù era in armonia con lo spirito di Geova Dio quando diede istruzioni ai suoi apostoli e li mandò come pecore in mezzo ai lupi: “Dimostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe”. Poiché i lupi anticristiani dichiarano guerra contro le pecore e vogliono rendersi “oppositori effettivamente contro Dio”, è giusto che le innocue “pecore” adoperino la strategia di guerra contro i lupi negli interessi dell’opera di Dio. Nessuno di quelli contro cui viene usata questa strategia ne viene colpito ingiustamente, mentre le “pecore” o quegli interessi che meritano d’essere protetti saranno risparmiati. Dio non ci obbliga ad imitare la stupidità delle pecore per divenire trastulli nelle mani del nostro nemico in arme. Dovremmo resistere alla progenie del Serpente, “razza di vipere”, con la cautela di serpenti. Prevedendo il pericolo, dovremmo difenderci dai lupi che fanno preda del gregge di Geova. “Penetreranno fra voi oppressivi lupi che non tratteranno il gregge con tenerezza, . . . Perciò siate desti”, avverte Paolo. (Atti 20:28-31, NM) “L’uomo accorto vede venire il male, e si nasconde”. — Prov. 22:3.
38. Se i rapaci avversari fanno deduzioni errate a causa delle nostre manovre, perché le pecore sono tuttavia innocenti e innocue?
38 È appropriato camuffare i nostri piani per l’opera che Dio ci ha comandato di fare. Se nemici voraci come lupi fanno deduzioni errate a causa delle nostre manovre per superarli in astuzia, nessun male verrà da loro fatto alle innocue pecore, innocenti nelle intenzioni come colombe. Tale condotta non deriva dall’odio di un bugiardo. “Chi dissimula l’odio ha labbra bugiarde, e chi spande la calunnia è uno stolto. La lingua bugiarda odia quelli che ha ferito”. — Prov. 10:18; 26:28.
39. Quali casi sono brevemente descritti, i quali non possono essere considerati quelli di un bugiardo e ingannatore?
39 Non possiamo condannare come bugiarda e ingannatrice la testimone di Geova che dovendo attraversare la frontiera per ritornare nella Germania nazista e portando con sé letteratura biblica a rischio della propria libertà, la depose nella carrozzina ai piedi del suo bambino e la coprì di pannolini sporchi. Quando l’ufficiale nazista ispezionò la carrozzina e vi intromise la mano toccando i pannolini bagnati e sudici, la ritirò subito con disgusto. Le permise di attraversare la frontiera, e con lei vi entrò anche la letteratura per cibare molte delle pecore oppresse e maltrattate dal regime di Hitler. Si racconta poi della testimone che predicava di casa in casa con una cesta di letteratura. Alcuni nemici informarono la polizia descrivendola come una donna vestita di una camicetta di un certo colore. Allora, girando l’angolo della strada, ella tirò fuori una camicetta di un altro colore e se la cambiò, poi ritornò sulla stessa via, oltrepassò il poliziotto che la inseguiva e riuscì a non essere riconosciuta. Un altro testimone, un fratello, fu condannato ai lavori forzati in una miniera dalla quale nessuno era mai riuscito a venir fuori vivo. Essendo musicista, gli fu risparmiata la fatica micidiale della miniera, ma egli non pensava soltanto alla propria vita. A rischio dei propri privilegi di suonatore dell’ufficiale del campo, egli portava clandestinamente porzioni di cibo ai suoi fratelli affamati condannati al penoso lavoro della miniera, riuscendo a mantenerli in vita. Quando infine venne la liberazione, non solo lui ma anche quelli che egli aveva cibati a dispetto dei regolamenti nazisti uscirono insieme da quel luogo di condanna.
40. Perché rendersi più astuti degli oppressori delle pecore non significa mancare di rendere a Cesare quello che è di Cesare?
40 Fino ai nostri giorni la storia dei testimoni di Geova riporta sempre casi del genere, in cui essi hanno superato l’astuzia dei lupi adoperando la dovuta cautela di fronte al pericolo mentre s’impegnavano in una buona, amorevole opera conformemente al volere e comando di Dio. Rendersi più astuti degli oppressori delle pecore non significa mancare di ‘rendere a Cesare quello che è di Cesare’; infatti è un modo coraggioso e ragionevole di ‘rendere a Dio quello che è di Dio’. (Matt. 22:21, Ricciotti) Se il rapace nemico costringe il popolo di Geova ad un’attività clandestina come quando Davide fu costretto da Saul a rifugiarsi nella spelonca di Adullam e in altre spelonche, la loro adorazione clandestina non diventa un’opera d’inganno e di menzogne solo perché non viene esplicata all’aperto sotto gli avidi occhi dei lupi. (2 Sam. 23:13; 1 Sam. 22:1; 24:3-10; 1 Re 18:4, 13) L’ipocrisia e l’inganno sono dalla parte dei lupi che rendono apertamente la casa di Dio una “spelonca di ladroni”. — Mar. 11:15-17.
41. Dove non si deve esercitare tale cautela di serpenti, e come dimostra ciò Paolo?
41 Cautela simile a quella dei serpenti dev’essere esercitata soltanto quando le pecore si trovano in mezzo ai lupi o in contatto con essi. Gesù non consigliò questo modo di agire in mezzo alla congregazione del popolo di Geova, poiché in essa tutti sono pecore. Quindi tanto per l’Israele spirituale di oggi quanto per l’Israele naturale dell’antichità, ecco la regola: “Non ruberete, e non userete inganno né menzogna gli uni a danno degli altri. Non giurerete il falso, usando il mio nome; chè profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono l’Eterno [Geova]”. (Lev. 19:11, 12) In questi giorni sin dal 1919 d.C. quando Geova ha ripristinato il rimanente dell’Israele spirituale e i loro dedicati compagni nella sua pura adorazione, le sue istruzioni profetiche sono: “Queste son le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, alle vostre porte, secondo verità e per la pace; nessuno macchini in cuor suo alcun male contro il suo prossimo, e non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio, dice l’Eterno”. (Zacc. 8:3, 16, 17) L’apostolo Paolo stesso applica queste parole ai Cristiani santificati, “l’Israele di Dio”. — Efes. 4:25; Gal. 6:16.
42. Abbiamo bisogno di deludere i nostri fratelli per coprire una condotta giusta, e come mostrò Paolo la risposta?
42 Non avendo nessuna necessità di eludere i nostri fratelli cristiani o di usare strategia per sviarli, non dobbiamo fingere per coprire una condotta giusta. Pietro (Cefa) una volta finse dinanzi ai fratelli ad Antiochia, in Siria. In privato viveva come qualsiasi Cristiano non-giudeo ma in pubblico si comportava come un Cristiano “alla giudaica” per timore di essere criticato dai visitatori cristiani provenienti da Gerusalemme. L’apostolo Paolo lo rimproverò perché non agiva sinceramente ma sosteneva esteriormente dottrine e pratiche errate. — Gal. 2:11-14.
43. Contro chi non osiamo mentire, e come si manifestò questo fatto nel caso di Anania e Saffira?
43 Noi non abbiamo nessun male da nascondere ai lupi avversari, ma se vi è qualche male non possiamo nasconderlo a Geova. A lui non osiamo mentire. Anania e sua moglie Saffira cercarono di mentire a Dio simulando un atteggiamento ultrageneroso dinanzi agli apostoli e agli altri della congregazione di Gerusalemme. Pietro chiese ad Anania: “Per qual fine Satana ti ha indotto a fare il falso allo spirito santo . . .? . . . Tu hai fatto il falso, non agli uomini, ma a Dio”. Lo spirito santo in Pietro rese più acuto il suo discernimento onde comprendesse che Anania cercava di mentire a Dio, e lo spirito uccise Anania subito. Era già morto ed era stato portato via, quando sua moglie entrò e mise alla prova lo spirito in Pietro, cercando di sostenere la simulazione. Pietro chiese: “Perché vi siete accordati a tentare lo spirito di Geova?” Immediatamente ella cadde e spirò. — Atti 5:1-10, NM.
44. Come cercò Acan di compiere un’azione menzognera? e come fu smascherato il tentativo del re Saul di mentire a Dio?
44 Similmente, alla caduta di Gerico Acan cercò di compiere un’azione menzognera dinanzi ai suoi fratelli israeliti e mettere alla prova il potere rivelatore dello spirito di Dio. Contrariamente agli ordini ricevuti da Dio Acan prese un po’ del bottino proibito della condannata città di Gerico e lo nascose sotto la sua tenda. L’azione ingannevole non passò inosservata a Geova, e il suo spirito fece smascherare Acan come l’avido disturbatore d’Israele. Egli e la sua famiglia furono lapidati in giusta punizione. (Gios. 7:1, 10-26) Più tardi il re Saul cercò di mentire a Dio e al suo spirito nel profeta Samuele. Prima ancora che Saul avesse riferito la cosa a Samuele, Geova lo aveva informato della disubbidienza di Saul nel non aver votato tutti i beni degli Amalekiti allo sterminio. Saul cercò di dare un sapore religioso alla propria azione di essersi conservato il miglior bottino e di aver risparmiato il re Agag, ma Samuele smascherò la sua ribelle ed ipocrita presunzione, dicendo: “L’ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio che il grasso dei montoni”. (1 Sam. 15:22) Mentire a Dio non ha mai successo.
45. Come si può mentire contro la Parola di Dio rendendolo simile ad un bugiardo, e con quali conseguenze per noi stessi?
45 Noi non osiamo mentire contro la Parola di Dio, aggiungendo ad essa o togliendo da essa, leggendo in essa ciò che non dice e negando, scartando o omettendo ciò che veramente dice. “Ogni parola di Dio è affinata col fuoco. . . . Non aggiunger nulla alle sue parole, ch’egli non t’abbia a riprendere, e tu non sia trovato bugiardo”. (Prov. 30:5, 6) Non dobbiamo dire falsità nel suo nome, poiché ciò renderebbe Dio simile ad un bugiardo. “Sia Dio trovato verace, benché ogni uomo sia trovato bugiardo”. (Rom. 3:4, NM) Al tempo di Geremia i falsi profeti profetizzarono menzogne nel nome di Geova e mentirono contro il suo proposito, predicendo in nome suo ciò che egli non aveva predetto. Quindi Geova era contro di loro, e li giustiziò nella distruzione di Gerusalemme nel 607 a.C. (Ger. 23:25; 27:15) I mentitori religiosi odierni, al pari di quelli, non possono scampare ad un simile giudizio ma subiranno la stessa fine ad Armaghedon.
46. Perché non dobbiamo giurare falsamente nel nome di Geova, e come mostriamo di non amare un giuramento falso?
46 Non giurate mai il falso nel nome di Geova. Geova dichiara che al suo tempio egli sarà un ‘testimonio senza indugio contro quelli che giurano il falso’. (Mal. 3:5) Non fate mai un giuramento nel suo nome dicendo poi menzogne come testimonio giurato. Rahab di Gerico non aveva prestato giuramento nel nome di Geova per raccontare i fatti agli ufficiali del re e quindi non era una falsa testimone né aveva giurato il falso. “Il testimonio fedele non mentisce, ma il testimonio falso spaccia menzogne”. (Prov. 14:5) Il fedele testimonio non ama un falso giuramento. Quindi egli dice la verità proprio come ha giurato di fare. Ciò che dirà sarà sempre la verità. Se vorrà parlare del tutto dirà la verità. Fino al punto che egli deciderà parlare dichiarerà la verità. Se per motivi di coscienza rifiuta di dir tutto sarà pronto a subire le conseguenze qualora sia giudicato meritevole di una punizione. Egli rifiuta di dire tutto, non di evitare la punizione, ma accetta la punizione per motivi di coscienza. Anche Gesù restò in silenzio dinanzi a Pilato, rifiutando di rispondere sebbene conoscesse il potere di Pilato. — Giov. 19:8-11.
47. Che cosa significa giurare di fare una certa cosa e poi non farla, e in che modo Scimei che aveva una volta maledetto Davide illustra le conseguenze di ciò?
47 Non fate mai giuramento di fare una certa cosa mostrandovi poi falsi ad esso mancando di fare ciò che avete giurato. Ciò significa, mostrarsi falsi al “giuramento di Geova”. Significa ‘giurare falsamente nel fermare patti’. (Osea 10:4, SA) Scimei, che aveva maledetto il re Davide mentre fuggiva, giurò a Salomone nel nome di Geova di non trasferirsi da Gerusalemme per il resto dei suoi giorni. Quando si mostrò falso al proprio giuramento uscendo da Gerusalemme per riprendere due schiavi fuggitivi, al suo ritorno il re Salomone gli disse: “Perché dunque non hai mantenuto il giuramento fatto all’Eterno e non hai osservato il comandamento che t’avevo dato?” Mostrandosi falso al giuramento di Geova Scimei morì e il suo sangue ricadde sulla propria testa. (1 Re 2:36-46) In modo simile Sedekia, l’ultimo re di Gerusalemme della discendenza di Davide, compì un’azione bugiarda contro il giuramento di Geova.
48. Come il re Sedekia compì un’azione menzognera contro il giuramento di Geova, e come comprese egli l’odio di Geova contro i falsi giuramenti e gli spergiuri?
48 Questo giuramento nel nome di Geova il re Sedekia l’aveva fatto dinanzi al re Nabucodonosor di Babilonia per garantire che egli sarebbe stato ubbidientemente sottomesso al suo dominatore babilonese. Dopo otto anni di fedeltà a questo patto egli ricorse all’Egitto per aiuto e si ribellò contro Nabucodonosor, disprezzando così il “giuramento di Geova” e insinuando che nulla fosse garantito mediante il nome di Geova. “Perciò così parla il Signore, l’Eterno [Geova]: Com’è vero ch’io vivo, il mio giuramento ch’egli ha violato, il mio patto ch’egli ha infranto, io glieli farò ricadere sul capo”. (Ezech. 17:13, 16-21; 2 Cron. 36:13) Sedekia comprese come Geova odiava i falsi giuramenti e gli spergiuri, allorché la sua città cadde, i figli furono uccisi sotto i suoi occhi, quindi egli fu accecato e portato via in cattività per morire a Babilonia.
49. In che modo la nazione d’Israele come anche Scimei e Sedekia costituiscono per noi un esempio ammonitore, e a quali due comandi di Dio e del Re abbiamo giurato di ubbidire?
49 La nazione d’Israele (ad eccezione di un fedele rimanente) era un esempio in grandi proporzioni del mostrarsi falsi al “giuramento di Geova”, dell’atto di fermare un patto con lui mediante giuramento divenendo poi ribelli ad adempiere quel patto. (Dan. 9:11; Ezech. 16:59; Deut. 29:12-14) La nazione d’Israele, Scimei e Sedekia sono per noi esempi di avvertimento a non considerare con leggerezza il nostro proprio “giuramento di Geova” di dedicarci a lui mediante Cristo per poi non adempiere fedelmente quella dedicazione in piena ubbidienza alla sua volontà. Il suo comando per noi è: “Voi siete i miei testimoni, dice Geova”. (Isa. 43:10, 12, SA) Il suo Re Gesù Cristo regna sin dal 1914 d.C. e il comando del Re per noi è: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni”. (Matt. 24:14, NM) Nel nome di Geova noi abbiamo giurato di ubbidire a questi comandi. L’ispirato saggio ci consiglia: “Osserva gli ordini del re; e questo, a motivo del giuramento che hai fatto dinanzi a Dio”. (Eccl. 8:2) Noi faremo ciò con risolutezza.
50. Quindi che cosa faremo rispetto ai lupi e rispetto a Dio e alle sue pecore?
50 Eseguendo le istruzioni del nostro Re riguardo alla predicazione nel campo seguiremo il suo consiglio di essere “cauti come serpenti e innocenti come colombe” in mezzo ai lupi. Saremo leali al proposito di Dio, proclamandolo e cooperando per esso. Saremo leali alla sua Parola, predicandola in tutta la sua purezza e non divulgando il falso nel nome di Dio. Saremo leali al Suo spirito, non mettendolo mai alla prova mediante una condotta falsa e ipocrita nella sua organizzazione, ma permettendo al suo spirito di spronarci a seguire una condotta veritiera dinanzi a tutte le sue pecore. Ad esse diremo la verità per la loro edificazione e protezione, non abbandonandole mai alle zanne dei lupi. Come pecore in mezzo ai lupi continueremo a predicare sotto la guida del nostro Pastore finché tutti i lupi siano distrutti e tutte le sue pecore siano salve nei verdeggianti pascoli e lungo le acque chete del suo nuovo mondo.