Domande dai lettori
● Indica la Bibbia che chi vuole servire Dio deve astenersi dall’uso del tabacco? — U.S.A.
La Bibbia non menziona il tabacco, giacché, per quanto narra la storia, esso non si usava al tempo in cui fu scritta la Bibbia. Ma possiamo pervenire a una conclusione riguardo all’uso del tabacco considerando i princìpi biblici.
Il cristiano è impegnato in una corsa per la vita. L’apostolo Paolo richiamò questo fatto all’attenzione dei cristiani di Corinto, che conoscevano bene i giochi istmici, tenuti lì vicino. I contendenti che partecipavano a questi giochi si sottoponevano a un rigido programma di addestramento che li teneva occupati per la maggior parte del tempo, sotto la stretta sorveglianza di giudici. Chi contravveniva a una regola era squalificato.
Paolo, servendosi di questi fatti per un’illustrazione, impresse sulla mente dei cristiani che essi erano continuamente sotto gli occhi del grande Giudice, Geova. Indicando che per rispettare le regole della corsa cristiana è necessario combattere i desideri della carne, disse: “Ogni uomo che prende parte a una gara esercita padronanza di sé in ogni cosa. . . . Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — 1 Cor. 9:24-27.
L’apostolo scrisse in seguito ai cristiani di Roma: “[Presentate] i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di ragionare”. (Rom. 12:1) “Santo” ha il senso della purezza sia fisica che spirituale. I cristiani devono purificarsi da “ogni contaminazione di carne e di spirito, perfezionando la santità nel timore di Dio”. — 2 Cor. 7:1.
L’impurità personale è indesiderabile e nociva, particolarmente per il cristiano. Seguendo volontariamente un’abitudine che comporta l’introdurre nel corpo sostanze velenose, contaminandolo, si ostacola il servizio che si rende a Dio. Se l’odore del tabacco, o le macchie sulla bocca e sui denti sono notati da altri, l’attenzione delle persone è distolta dalla buona notizia del Regno che si proclama. Sminuisce anche l’eccellenza, la bellezza e l’attrattiva dell’adorazione di Dio che si rappresenta e si sostiene.
Chi soddisfa i desideri della carne decaduta e abitualmente mangia troppo o prende qualche cosa che nuoce al suo corpo diventa schiavo del suo appetito. L’apostolo disse: “Ogni cosa mi è lecita; ma non mi farò porre sotto autorità da alcuna cosa”. Quindi proseguì dicendo che, in effetti, chi si lascia controllare da qualche cosa non sarebbe più duraturo della cosa che lo controlla. “I cibi per il ventre, e il ventre per i cibi; ma Dio ridurrà a nulla questi e quello”, dichiarò. (1 Cor. 6:12, 13) Certo, non vogliamo trovarci sotto il controllo di qualche cosa che si distrugge con l’uso, sia esso cibo, tabacco, o qualsiasi altra cosa.
Questi pensieri scritturali circa l’uso del tabacco non sono nuovi. Alcuni, quando ne vennero a conoscenza, intendevano metterli in pratica nella loro vita, tuttavia rimandarono a un giorno futuro. Riscontrarono di potersi associare con i testimoni di Geova senza smettere completamente di usare tabacco. Ora, benché provino un certo senso di colpa circa il loro vizio del tabacco, non fanno un vero sforzo per perderlo.
Comunque, tali persone dovrebbero chiedersi sinceramente: Seguendo tale condotta con cui si mostra indifferenza verso l’applicazione dei princìpi biblici si ha l’approvazione di Geova? Chi continua a praticare ciò che sa essere sbagliato ama veramente Geova ‘con tutto il suo cuore’? O trova invece piacere in ciò che dispiace a Dio? Se realmente vuole essere fra quelli che Geova favorirà dando loro la vita nel suo nuovo ordine, deve compiere un premuroso sforzo per mettere ora la sua vita in armonia con la Parola di Dio. Ricordate che quando certi discepoli di Gesù gli chiesero: “Signore, son pochi quelli che sono salvati?” egli consigliò loro di sforzarsi con vigore perché molti avrebbero cercato di entrare nel Regno ma non avrebbero potuto. — Luca 13:23, 24; Matt. 22:37.
Sullo stesso tono Paolo scrisse: “Guardate dunque accortamente che il modo in cui camminate non sia da persone non sagge ma da saggi, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi. Per questo motivo cessate di divenire irragionevoli [non facendo falsi o speciosi ragionamenti per sostenere qualche cosa che vorremmo giustificare], ma comprendete qual è la volontà di Geova”. (Efes. 5:8-17) Si dovrebbe ‘riscattare’ il tempo e non tardare a perdere un cattivo vizio. I giorni sono malvagi e indugiare a ubbidire in una cosa può far disubbidire maggiormente in altri modi.
I cristiani vogliono avere ora una buona coscienza presso Dio, poiché ciò è essenziale per rendergli adorazione con tutto il cuore. Se ora uno che fa uso di tabacco pensa di battezzarsi, dovrebbe considerare seriamente la cosa, perché il battesimo indica “non il togliere del sudiciume della carne, ma la richiesta fatta a Dio d’una buona coscienza”. (1 Piet. 3:21) Dovrebbe togliere prima ogni contaminazione della carne. La persona sarebbe alquanto incoerente se chiedesse una coscienza completamente buona sapendo di non abbandonare o di non voler abbandonare un vizio impuro e nocivo. E se fosse già battezzata dovrebbe perdere ora il vizio perché non ci fossero ostacoli alla sua buona coscienza, ed essere grata a Dio della Sua immeritata benignità. — Ebr. 4:16.
Alcuni che desiderano perdere il vizio del tabacco possono essere molto scoraggiati e abbattuti. Ma abbiamo l’assicurazione apostolica che possiamo perdere qualsiasi cattiva abitudine mediante la fede nella potenza del sacrificio di riscatto di Cristo e con l’aiuto di Dio. Paolo descrisse la propria lotta contro la carne decaduta e peccaminosa, concludendo: “Misero uomo ch’io sono! Chi mi libererà dal corpo che subisce questa morte? Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!” Egli scrisse pure: “Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che m’impartisce potenza”. — Rom. 7:21-25; Filip. 4:13.
Se vi è difficile perdere il vizio del tabacco, dovreste pregare Dio con fervore perché vi aiuti. Per giunta, vi è dato il consiglio: “Ricordate quelli che prendono la direttiva fra voi, i quali vi han dichiarato la parola di Dio, e mentre contemplate come va a finire la loro condotta imitate la loro fede”. (Ebr. 13:7) Quindi osserverete gli esempi che piacciono a Dio. Vi sentirete incoraggiato, perché molti di questi uomini hanno avuto la difficoltà che ora avete voi. Vi aiuteranno. Parlate loro, chiedete il loro consiglio e che preghino per voi. — Giac. 5:13-18.
Inoltre, nella misura che potete, associatevi con quelli che non hanno questo vizio. È anche di grande aiuto avere un intimo compagno che si può rapidamente chiamare al telefono o che si può visitare quando si sente lo “stimolo” di usare tabacco. Quindi tenetevi occupato nello studio della Bibbia, nelle cose che dovete fare per badare alla famiglia, nelle adunanze dove si considera la Bibbia e in qualsiasi servizio di Dio che potete svolgere. Solo con questa condotta potete esser certo di perdere il cattivo vizio e sostituirlo con buone abitudini. Farete questo per rendere gloria al nome di Geova in modo migliore e più accettevole. E Dio si compiacerà di voi. — Prov. 27:11.
● Isaia 7:8 dichiara che entro “sessantacinque anni” Efraim doveva essere “frantumato in modo da non essere un popolo”. Quando accadde ciò? — U.S.A.
Questa profezia fu pronunciata dopo che Peca re d’Israele aveva invaso Giuda durante il regno del re Acaz. (Isa. 7:1) Secondo la Bibbia, Peca regnò per un periodo di circa vent’anni e nel diciassettesimo anno del suo regno, o nel 762 a.E.V., Acaz divenne re. (2 Re 15:27; 16:1) Quindi i sessantacinque anni della profezia di Isaia dovettero cominciare a valutarsi non molto tempo dopo il 762 a.E.V. Nel 740 a.E.V. gli Assiri rovesciarono il Regno Settentrionale d’Israele. Quel regno, con Efraim come tribù dominante, ebbe dunque fine approssimativamente vent’anni dopo che Isaia aveva predetto che Efraim sarebbe stato “frantumato”. Comunque, solo durante il regno di Esar-Addon re d’Assiria popoli stranieri furono trapiantati nel territorio israelita. (Esd. 4:2) Evidentemente con la deportazione degli Israeliti e questo finale trapianto di stranieri, Efraim fu “frantumato in modo da non essere un popolo”. Tra la caduta del Regno Settentrionale e il dominio di Esar-Addon ci furono i regni dei re assiri Sargon e Sennacherib. Le iscrizioni mostrano che Esar-Addon fu contemporaneo del re giudeo Manasse (che regnò dal 716 a.E.V. al 661 a.E.V.). L’intervallo che c’è fra il tempo in cui furono pronunciate le parole di Isaia 7:8 a quando Esar-Addon operò il trasferimento consentirebbe dunque certamente il periodo di sessantacinque anni della profezia d’Isaia.