Manteniamo l’unità in tempi difficili
“Che state fermi in un solo spirito, combattendo a fianco a fianco con una sola anima per la fede della buona notizia, e non essendo per nulla spaventati dai vostri oppositori”. — Filip. 1:27, 28.
1. In che modo vi è contrasto tra i testimoni di Geova e il mondo?
NON v’è dubbio, viviamo in tempi difficili! Sono stati predetti e ci troviamo in essi. (2 Tim. 3:1) In questo turbolento “tempo della fine” con le sue tempestose onde di agitazione nella società umana, la tranquillità e l’unità dei testimoni di Geova è in netto contrasto. Ma questa condizione di armonia non è una cosa venuta da sé, automaticamente, senza sforzo, semplicemente perché vi sono congregazioni di queste persone in ogni luogo. Il precedente articolo ha mostrato alcuni dei fondamenti spirituali su cui si basa questa unità. Benché questa unità non sia da attribuire agli uomini, ogni componente di questa grande famiglia di Dio deve fare del suo meglio per mantenere e perfezionare questa unità.
2, 3. (a) Quali sono alcuni pericoli per l’unità? (b) Come si possono evitare?
2 Vi sono molti fattori che contribuiscono all’unità, ma vi sono anche molti fattori che operano per la disunione e le difficoltà. Il vigile servitore di Dio conoscerà e vedrà questi pericoli e li eviterà. Questi pericoli per l’unità vengono dal nemico di Dio, Satana, che molto tempo fa riuscì a infrangere l’unità della famiglia di Dio. Questi pericoli vengono anche dal suo mondo, e infine, ma non sono i più piccoli, si trovano nell’uomo decaduto stesso. — 1 Giov. 5:19; Gal. 5:19-21.
3 Nel suo tempo l’apostolo Paolo aveva buone ragioni per ammonire i cristiani di Corinto di rimanere uniti. Aveva appreso che vi erano alcuni dissensi tra loro. “Poiché mi è stato rivelato a vostro riguardo, . . . che esistono fra voi dei dissensi”. (1 Cor. 1:11) Questo può accadere anche oggi ogni tanto tra il popolo di Dio. Spesso queste difficoltà sono più che altro di natura personale, ma a volte hanno effetto anche sulla congregazione nel suo insieme. Qualunque sia la situazione, si dovrebbero evitare queste difficoltà e ogni interessato dovrebbe fare del suo meglio per eliminare al più presto possibile la difficoltà. “Il sole non tramonti sul vostro stato d’irritazione, né date luogo al Diavolo”. — Efes. 4:26, 27.
BADATE ALLA LINGUA, SIATE PRONTI A PERDONARE
4. Perché dobbiamo badare al modo in cui parliamo?
4 Un fattore che può provocare molto rapidamente la tensione è l’errato uso della lingua. La Bibbia indica che questo piccolo membro del corpo può recare grande danno. Un fiammifero — com’è insignificante e piccolo — eppure può incendiare una foresta, causando danni per milioni di lire. “Così anche la lingua è un piccolo membro eppure si vanta di grandi cose. Ecco, qual piccolo fuoco ci vuole per incendiare una grande foresta!” (Giac. 3:5) Se si dicono menzogne e calunnie di una persona, questo non crea un sentimento di amicizia, ma, piuttosto, un sentimento di freddezza, e porta con sé il seme della divisione e della disunione. Naturalmente, a causa di questa divisione o difficoltà personale la congregazione cristiana non si divide, ma ciò nonostante questo può avere effetto un giorno, cioè quando la simpatia e l’antipatia si insinuano e cominciano a dividere in qualche modo i membri della congregazione. La congregazione si raduna sempre insieme e continua ad adempiere la sua missione di predicare il vangelo, ma vi è un’ombra su di essa e la gioia viene soffocata.
5. Come l’umiltà aiuta a mantenere l’unità?
5 Si deve dunque tenere a freno la lingua. (Giac. 3:10-18) Se parole dure, incontrollate, offensive o non vere hanno provocato tensione fra voi e il vostro fratello, non dovreste esitare a chiedere scusa. Sì, questo può richiedere umiltà, ma questa umiltà contribuisce in molti modi alla pace e all’unità. L’umiltà significa modestia di mente. Non è debolezza; al contrario, è uno stato mentale che piace a Geova. “Ma voi tutti cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. (1 Piet. 5:5) L’umiltà ci renderà facile riconoscere uno sbaglio e chiedere scusa, indipendentemente dall’incarico di responsabilità che abbiamo nell’organizzazione di Dio. Avendo umiltà ci sarà facile adattarci all’ordine esistente nella famiglia di Dio. L’umiltà ci aiuterà anche a tenere lontana dai nostri cuori la gelosia se altri fratelli ricevono incarichi di servizio che noi non abbiamo. Ci aiuterà sempre a vederci come piccoli uomini nella giusta relazione e proporzione col nostro Padre celeste, coi fratelli e con l’organizzazione teocratica. L’umiltà ci impedisce di considerarci troppo importanti o di prenderci troppo sul serio.
6. Perché dovremmo essere disposti a perdonare?
6 Avete mai incontrato persone che non si perdonavano? Le loro relazioni personali sono troncate o ridotte al minimo. Ma dove saremmo noi se il nostro Padre celeste non ci perdonasse? La prontezza a perdonare è dunque un fattore molto importante per mantenere l’unità cristiana. Quante volte dovremmo essere pronti a perdonare? A questa domanda fu data la risposta per Pietro. “Gesù gli disse: ‘Io non ti dico: Fino a sette volte, ma: Fino a settantasette volte’”. (Matt. 18:22) Colui che non è pronto a perdonare va contro i suoi propri interessi. Perché? Non solo perché l’animosità e i rancori danneggiano la pace mentale e la salute fisica, ma perché tale persona corre il rischio che un giorno Dio non perdoni più i suoi peccati. Questo è ciò che dicono le Scritture: “Poiché se voi perdonate agli uomini i loro falli, il vostro Padre celeste perdonerà pure a voi; mentre se voi non perdonate agli uomini i loro falli, il Padre vostro non perdonerà neanche i vostri falli”. — Matt. 6:14, 15.
7. Quale atteggiamento dovremmo avere riguardo alle offese personali? Perché?
7 Quante volte le offese sono soltanto di piccola entità, e sono dovute esclusivamente a leggerezza, mancanza di tatto o di educazione o a momentanea eccitazione, e sono senza cattiva intenzione! Perciò, non dovremmo essere di mente ristretta quando si tratta di perdonare altri, ma, piuttosto, dovremmo essere di vedute larghe e perdonare l’offesa. In tal modo disperderemo rapidamente le oscure nubi che si avvicinano nei nostri rapporti personali e il sole tornerà a risplendere. Nessuno di noi è perfetto. Abbiamo tutti delle imperfezioni e siamo tutti grati se gli altri ci perdonano. Ma di solito vediamo molto più rapidamente le imperfezioni degli altri che le nostre.
EVITIAMO LA DISUNIONE NELLE QUESTIONI DOTTRINALI
8. (a) Perché i testimoni di Geova hanno unità dottrinale? (b) Quali suggerimenti sono dati per aiutare a capire i punti difficili e mantenere l’unità?
8 Può anche sorgere la disunione in questioni dottrinali. Come si può evitare? È bene in tali momenti ricordare la scrittura di Giovanni 6:45, dove si legge: “Essi saranno tutti ammaestrati da Geova”. I testimoni di Geova in ogni parte del mondo ricevono un insegnamento basato sulla Bibbia. Le spiegazioni bibliche sono date dalla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, che rappresenta lo “schiavo fedele e discreto” menzionato in Matteo 24:45. Questo insegnamento centralizzato e uniforme ha contribuito in notevole misura all’unità dei testimoni di Geova in tutta la terra. Se ora un membro di una congregazione fa fatica a capire o ad accettare un certo punto, ha la possibilità di considerare la cosa con fratelli che hanno matura conoscenza. Se non si può ancora comprendere il punto, è meglio lasciare stare la cosa. Forse la Società pubblicherà successivamente ulteriori informazioni al riguardo, e allora l’intendimento sarà accresciuto. Possiamo chiedere in preghiera a Geova maggior intendimento della cosa. “Quindi, se alcuno di voi è privo di sapienza, continui a chiederla a Dio, poiché egli dà generosamente a tutti e senza biasimare; ed essa gli sarà data”. (Giac. 1:5) Sarebbe errato, comunque, cercare di presentare la vostra opinione discordante circa un certo punto dottrinale a quanti più possibile nella congregazione. Questo non opera per la preservazione dell’unità, ma, piuttosto, può seminare discordia e sfiducia. Di solito questi punti controversi sono di poca importanza. Ma possono divenire così grandi da adombrare la grande verità del regno di Dio, e si può addirittura smettere di predicare questa buona notizia.
9. Quale punto di vista dovremmo avere quando non comprendiamo ancora chiaramente qualche cosa?
9 La verità relativa al rivelato proposito di Geova può essere paragonata a un meraviglioso quadro. Questo quadro ci fa conoscere la speranza e la prospettiva di vivere per sempre in un nuovo ordine. Ma possiamo dire che a questo quadro non è stato ancora dato l’ultimo tocco. Non comprendiamo ancora ogni cosa. E col passare del tempo possiamo capire meglio alcune cose. Il fatto che non vediamo ancora tutti i particolari dovrebbe forse essere una ragione per perdere la gioia e cercare di trovare a ridire su tutta la Parola di Dio e la sua organizzazione? No. Notate quanta verità avete conosciuto mediante la Società Torre di Guardia, che Geova usa. Quindi sarete grati. Notate come Geova ha guidato al sicuro il suo popolo per mezzo della sua organizzazione. Quindi sarete fiduciosi. Benché non avessimo sempre la stessa misura di intendimento, non abbiamo patito né la fame né la sete spiritualmente, né siamo stati privi del Suo amore. Possiamo dire con gratitudine come disse Davide: “L’Eterno [Geova] è il mio pastore, nulla mi mancherà. Egli mi fa giacere in verdeggianti paschi, mi guida lungo le acque chete. Egli mi ristora l’anima”. — Sal. 23:1-3, VR.
UNITÀ NELLA PERSECUZIONE
10, 11. Quale condotta scritturale segue il popolo di Geova nella persecuzione?
10 In adempimento alla profezia di Gesù nel ventiquattresimo capitolo di Matteo, si è abbattuta molta persecuzione sui testimoni di Geova in questo “tempo della fine”, tanto che non è passata inosservata nel mondo. Oggi è particolarmente difficile per i testimoni di Geova compiere la loro opera cristiana negli stati totalitari, che recano opposizione e persecuzione su di loro. Mediante la forza di Dio, essi perseverano. Non si ribellano all’autorità politica, non si vendicano, perché sono fedeli cristiani e non rivoluzionari o controrivoluzionari. Non si aspettano la salvezza da nessun sistema politico, qualunque esso sia, compresa la democrazia, ma esclusivamente dal regno di Dio. Solo il regno di Dio farà tutte le cose nuove. — Riv. 21:5.
11 Se è importante che i testimoni di Geova facciano del loro meglio in ogni tempo per mantenere l’unità in generale, lo è anche di più in tempi di particolare difficoltà e persecuzione, quando l’opera dev’essere fatta clandestinamente. Perché?
12. Che cosa può accadere quando l’opera è al bando?
12 Se in un paese l’opera è al bando, come in Romania, Ungheria o Russia, questo ha un effetto immediato sulla corrispondenza con l’ufficio centrale di Brooklyn. Può darsi che per mesi non si possano scambiare lettere. Nel paese dittatoriale stesso praticamente cessa anche tutta la corrispondenza tra le congregazioni e i fratelli responsabili. Il postino non va alla porta a portare le riviste della Società, né le sue lettere di istruzioni e informazioni. Il cibo spirituale, che in circostanze normali giunge in abbondanza alle congregazioni e ai singoli individui, tutt’a un tratto diventa scarso. Molto di esso probabilmente è stato confiscato dalla polizia. Le Sale del Regno sono chiuse e molto probabilmente non vi è in nessun luogo una grande biblioteca di pubblicazioni della Torre di Guardia da poter consultare facilmente.
13, 14. Quale sforzo può essere fatto per fermare il ministero, e perciò che cos’è essenziale?
13 Ma questo non è tutto. Può darsi benissimo che il sorvegliante della congregazione e i fratelli responsabili dell’ufficio filiale siano privati della libertà e si trovino in qualche prigione. Altri fratelli che forse non sono conosciuti personalmente da tutti i fratelli devono prendere il loro posto. Non vi sono più adunanze in grandi proporzioni, ma solo in piccoli gruppi clandestini. Non c’è bisogno di dire che questo sottopone a grande pressione l’unità del popolo di Dio, e non si può mai mettere troppo in risalto il bisogno di fare tutto il possibile per mantenere l’unità.
14 Vi è un detto latino che dice divide et impera e che significa “dividi e domina”. Questo principio è seguìto spesso negli stati totalitari, dove il governo ha cercato di distruggere l’organizzazione dei testimoni di Geova. Non essendo riusciti a distruggere l’organizzazione con un attacco frontale, hanno cercato di dividerla dall’interno usando ogni specie di astuzia per infrangere l’unità.
15. Come hanno alcuni Testimoni resistito alla tentazione?
15 Per esempio, in questi paesi totalitari alcuni hanno cercato di convincere diversi fratelli con le lusinghe, dicendo loro quale grande vantaggio avrebbero avuto cooperando col governo e dimenticando i loro princìpi cristiani, anziché divenire così “esagerati”, dogmatici e ostinati e subire quindi la punizione del governo. Ad alcuni fratelli sono stati offerti dal governo incarichi di responsabilità nell’organizzazione dei testimoni di Geova, e, se fossero stati accettati, tutto sarebbe stato in perfetto ordine, diceva il governo. Ma i fratelli hanno rifiutato di accettare simile offerta non teocratica. Uno ha risposto: “Non sono in vendita”. Sapevano che una nomina di servizio nell’organizzazione teocratica non poteva provenire da nessun governo mondano, ma solo tramite l’organizzazione stessa. Hanno resistito alle lusinghe. — Sal. 12:2.
16. Quali tentativi sono stati fatti per provocare confusione tra i Testimoni?
16 In un paese comunista, la polizia segreta dello stato scrisse delle lettere circolari in ciclostile che furono inviate a diversi fratelli, nelle quali erano lanciati violenti attacchi a varie persone responsabili dell’organizzazione dei testimoni di Geova. Questi responsabili furono accusati di essere ubriaconi, adulteri e traditori. Lo scopo di queste macchinazioni era molto chiaro: queste lettere erano scritte per creare confusione e diminuire la loro fiducia nei fratelli responsabili. Naturalmente, queste lettere non dicevano che erano state scritte e inviate dalla polizia segreta. Sulle buste invece erano scritti gli indirizzi di fedeli fratelli come mittenti, per dare l’impressione che le lettere erano state scritte da fratelli. In un altro paese la polizia fece perfino copie falsificate di una rivista La Torre di Guardia, con lo stesso scopo di confondere i fratelli. Nel preparare questa edizione falsificata de La Torre di Guardia, furono presi articoli da un’autentica rivista La Torre di Guardia che poi vennero svisati perché servissero allo scopo del nemico. Ma i fratelli notarono la differenza, e questo tentativo fallì.
17. Di che cosa siamo responsabili? Illustrate.
17 Un altro mezzo per ‘dividere e dominare’ nei paesi dove l’opera è al bando consiste nel simulare che una persona sia contro un’altra. Un giudice esaminatore può raccogliere informazioni circa l’opera clandestina, presentarle ai fratelli che sta interrogando e dire: “Il tuo fratello N. mi ha detto tutto questo. Vedi, egli è pronto a cooperare. Perché ora non cooperi anche tu?” Con questo il giudice dà l’impressione che siano stati vittime di un tradimento. I fratelli che si sono trovati in queste situazioni hanno chiesto di essere messi a confronto con la persona o le persone che si supponeva avessero detto tali cose alla polizia. Di solito questo non è concesso, così i fratelli sanno che le dichiarazioni non sono veraci. In nessuna circostanza si dovrebbe rimanere colpiti da queste macchinazioni e menzogne. Ma che dire se è certo che un fratello ha ceduto e si è volto contro i suoi fratelli? Questa non è una ragione per cui altri seguano il suo esempio. Non siete responsabili di ciò che egli ha fatto. Siete responsabili delle vostre proprie azioni e di proteggere i fratelli fedeli. Ricordate che gli esempi da seguire sono quelli fedeli e di questi ne abbiamo molti, sia nei tempi attuali che nei tempi passati, com’è scritto nell’undicesimo capitolo di Ebrei.
18. Perché le Scritture consigliano di non affidare un incarico di responsabilità a un uomo convertito di recente?
18 Le Scritture non raccomandano di affidare a uomini convertiti di recente incarichi nella congregazione cristiana. “Non un uomo convertito di recente, per timore che si gonfi d’orgoglio e cada nel giudizio emesso contro il Diavolo”. (1 Tim. 3:6) Specialmente in tempi di persecuzione non si può ignorare questo principio. Gli uomini convertiti di recente possono essere zelanti nel servizio del Regno, ma possono non avere maturità. In condizioni normali si possono sorvegliare e aiutare meglio queste persone. Nell’opera di predicazione del regno di Dio clandestina questo è più difficile. L’uomo convertito di recente può causare dissensi se comincia ad agire in modo indipendente. Può non avere ancora imparato a confidare nella direttiva del fidato “schiavo fedele e discreto”. Confida troppo in se stesso. Ha le sue proprie idee anziché quelle di Dio. Non comprende che la sua azione può recare a lui e ad altri conseguenze indesiderate. Può essere pronto a fare compromesso o avere idee estreme ed essere incline al fanatismo. Se fosse sorvegliante di una congregazione, potrebbe essere causa di disunione. Perciò nell’opera clandestina si deve badare bene di affidare gli incarichi di servizio a persone ben provate e fidate. “E questi siano prima provati in quanto all’idoneità, quindi servano quali ministri, secondo che siano liberi da accusa”. (1 Tim. 3:10) Questo avviene in tutti i casi di sorveglianti, specialmente dei servitori di circoscrizione e di distretto, che mantengono i contatti con le congregazioni di un paese.
19. Come si potrebbe porre rimedio alla disunione secondo un precedente scritturale?
19 Se dovesse mai esservi disunione, i fratelli coinvolti non dovrebbero esitare ad accettare le direttiva dei fratelli responsabili dell’opera nel paese, poiché i loro consigli sarebbero basati sulla Parola di Dio. Può darsi perfino che l’ufficio principale della Società scriva una lettera se le circostanze lo richiedono, lettera che conterrebbe ammonizione o decisioni. Nella chiesa primitiva abbiamo un esempio in cui fu risolta una divergenza d’opinioni mediante una lettera del corpo direttivo. La controversia a quel tempo era la questione della circoncisione. Alcuni diffondevano l’idea che la circoncisione fosse necessaria per ottenere la salvezza. Questa veduta era sbagliata. (Atti 15:1) Ciò causò non poco dissenso. Dopo che i fratelli responsabili a Gerusalemme ebbero chiarito la controversia, la risposta corretta, che la circoncisione non era più necessaria, fu comunicata per lettera alle congregazioni. Possiamo leggere l’interessante contenuto di questa lettera anche oggi, in Atti 15:23-29. La lettera del corpo direttivo fu un incoraggiamento e un vero aiuto per i fratelli: “Dopo averla letta, essi si rallegrarono dell’incoraggiamento”. — Atti 15:31.
20. Quale problema si incontra circa la neutralità cristiana, e come lo si può risolvere?
20 Per i cristiani maturi, la questione di quale atteggiamento assumere riguardo alle elezioni politiche non presenta nessun problema. Nei paesi totalitari spesse volte le persone sono obbligate dalla legge a recarsi alle urne e talvolta sono anche prelevate a casa e condotte alle urne. Anche in certe democrazie la legge rende obbligatorio per i cittadini l’andare alle urne. I testimoni di Geova non prendono parte alla politica in nessun paese. Non sono di questo mondo. (Giov. 17:14) Perciò non prendono parte alle votazioni durante le elezioni. Essi non compromettono la loro neutralità in questioni di politica, comunque, se vanno alle urne e annullano in qualche modo la scheda, cancellandola o scrivendo ad esempio su di essa le parole “Sono per il regno di Dio”. In questo modo egli dice a favore di che cosa è. Facendo questo la loro scheda sarà annullata; non conterà nell’elezione di un uomo. Hanno osservato la legge e sono andati alle urne e probabilmente hanno evitato la punizione. Ricordate il consiglio di Gesù: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; perciò mostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe”. (Matt. 10:16) Chi agisce così non dev’essere condannato. “Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? O anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio”. — Rom. 14:10.
21. Come possiamo essere guidati saggiamente se abbiamo dubbi?
21 Ma che dire quando si verificano situazioni che non si sono mai presentate prima, che forse non sono mai state considerate, situazioni che richiedono decisioni? Forse non c’è nessuno a cui chiedere. Se conosce i princìpi della Parola di Dio contenuti nella Bibbia non sarà difficile alla persona dedicata prendere decisioni giuste. Sappiamo che cosa dobbiamo agli uomini, ma, primariamente, sappiamo che cosa dobbiamo a Geova. Dobbiamo amarlo e ubbidirgli sopra ogni altra cosa. (Matt. 22:36-40) Siamo nel mondo, ma non ne siamo parte. Perciò siamo neutrali riguardo alla politica e alle guerre. Conosciamo la corretta relazione verso persone del sesso opposto. Siamo informati in merito all’errato uso del sangue. Conosciamo l’ordine scritturale nella famiglia e nella congregazione cristiana, il giusto atteggiamento verso il nostro datore di lavoro e il governo. Se la nostra coscienza è illuminata dalla luce dei princìpi biblici, saremo in grado di prendere giuste decisioni. Se abbiamo dubbi circa la decisione giusta in una faccenda, agiamo saggiamente se decidiamo in modo che la nostra coscienza non resti turbata. Se ci troviamo in situazioni in cui dobbiamo prendere decisioni, facciamo bene a chiedere mediante la preghiera la guida di Geova nella cosa. “Per amor del tuo nome guidami e conducimi”. — Sal. 31:3, VR.
22. In che modo il corpo umano è una bella illustrazione dell’unità dell’organizzazione?
22 Il pensiero dell’unità e della più stretta cooperazione è illustrato molto appropriatamente nella Bibbia. Leggete Primo Corinti, capitolo 12. È usato il corpo umano come illustrazione. In realtà il corpo umano è un’unità ed è in unità, è qualcosa di completo. Esso funziona armoniosamente e per il benessere di tutto l’organismo. Se un organo non funziona più dovutamente, ne risultano di solito disturbi e malattie. La Società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova, benché sparsa in tutto il mondo, può essere paragonata a tale corpo umano. Appropriatamente, si può paragonare l’organizzazione in ogni singolo paese a un corpo umano. Non tutti i suoi membri compiono la stessa funzione. “Se tutti fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo? Ma ora sono molte membra, eppure un solo corpo. L’occhio non può dire alla mano: ‘Non ho bisogno di te’; o, ancora, la testa non può dire ai piedi: ‘Non ho bisogno di voi’”. — 1 Cor. 12:19-21.
23. Come si può mantenere l’unità malgrado l’opposizione esterna, e quale errore si deve evitare?
23 Nell’opera clandestina non si può ignorare questo principio. E in tali circostanze l’opera è diretta soltanto da un luogo centrale e responsabile in un paese, che può essere paragonato alla testa del corpo. Non solo esso riceve il cibo spirituale affinché lo distribuisca in tutte le parti del paese, ma riceve le istruzioni e i consigli necessari. Ricordate che la Parola di Dio è sempre la nostra vera guida. Se conduciamo una vita cristiana secondo l’esempio dato da Gesù e, oltre a ciò, predichiamo la buona notizia del regno di Dio, faremo la cosa giusta. Seguendo questa condotta, si manterrà l’unità anche malgrado l’opposizione e la persecuzione. Vorremo anche mantenerci in contatto con lo strumento responsabile nel nostro paese, se solo è possibile. Dovremmo conoscere i nostri fratelli fedeli. Se li conosciamo, non faremo l’errore che fecero alcuni fratelli di Corinto: “Ciò che voglio dire è questo, che ciascuno di voi dice: ‘Io appartengo a Paolo’, ‘ma io ad Apollo’, ‘ma io a Cefa’, ‘ma io a Cristo’. Esiste diviso il Cristo?” (1 Cor. 1:12, 13) La risposta, naturalmente, è No! Perciò, indipendentemente da dove sono i testimoni di Geova, state vicini a tutti i vostri fedeli fratelli.
24. Quanto è forte il vincolo dell’amore, e che cosa può fare per noi?
24 Geova ha chiamato il suo popolo dalla confusione di questo mondo. (1 Piet. 2:9) Ha chiamato tutto il suo popolo all’unità, all’unità con se stesso e all’unità coi suoi fratelli. Il nuovo sistema di cose, che si avvicina ogni giorno di più, conoscerà solo questa unità. Per noi tutti che viviamo in questi giorni difficili è all’ordine del giorno vivere ora in unità, ogni giorno e in tutte le circostanze, sia nella libertà che nella persecuzione, operare per l’unità e tenerci uniti all’organizzazione di Geova. Ci è stato dato il perfetto vincolo dell’unità: L’amore! “Ma, oltre a tutte queste cose, rivestitevi d’amore, poiché è un perfetto vincolo d’unione”. (Col. 3:14) L’amore per Geova e per il prossimo può essere molto forte, sì, un vincolo indissolubile. Ci unisce tutti insieme, sia che abitiamo nel Settentrione o nel Meridione, in Oriente o in Occidente. Ci unisce, sia che possiamo predicare liberamente il vangelo e radunarci liberamente o che dobbiamo farlo clandestinamente, in segreto. L’amore ci impedirà di usare male la lingua e di ferire il nostro fratello. L’amore ci farà riconoscere facilmente l’ordine teocratico nella famiglia di Dio in ogni tempo. L’amore ci impedirà di agire in modo presuntuoso e indipendente. Ci aiuterà a non divenire egoisti, a non compiacere noi stessi con idee esagerate o a non seguire la via più facile. Ci impedirà anche di tramare al fine di ottenere incarichi di responsabilità per i quali non siamo stati nominati. Ci insegnerà a servire Geova.
25. Quali buoni consigli diede Paolo per aiutarci a mantenere l’unità in tempi difficili?
25 Coltiviamo dunque questo meraviglioso attributo, l’amore, tanto più che vediamo avvicinarci la caduta di questo vecchio sistema di cose e la prova che ciò recherà per l’eletto popolo di Geova. Con rincoranti parole l’apostolo Paolo ci ammonisce di essere uniti, quando dice: “Solo comportatevi in maniera degna della buona notizia del Cristo, affinché, sia che io venga e vi veda o che sia assente, io oda delle cose che vi riguardano, che state fermi in un solo spirito, combattendo a fianco a fianco con una sola anima per la fede della buona notizia, e non essendo per nulla spaventati dai vostri oppositori. Questa stessa cosa è prova di distruzione per loro, ma di salvezza per voi; e questa indicazione è da Dio”. — Filip. 1:27, 28.