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Capo degli alloggiAusiliario per capire la Bibbia
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Capo degli alloggi
[ebr. sar menuhhàh].
Forse il funzionario addetto al vettovagliamento delle truppe. Una traduzione letterale è “principe del luogo di riposo”, e poteva riferirsi a chi era preposto alla carovana del re durante un viaggio o una campagna militare. Seraia, capo degli alloggi di Sedechia re di Giuda, accompagnò il re nel suo viaggio a Babilonia nel quarto anno del suo regno, e portò con sé la profezia contro Babilonia scritta da Geremia. Dopo averla letta ad alta voce in quella città, Seraia vi legò una pietra e la scagliò nell’Eufrate, come simbolo della futura caduta di Babilonia, caduta da cui non si sarebbe mai risollevata. — Ger. 51:59-64.
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Capo, testaAusiliario per capire la Bibbia
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Capo, testa
[ebr. ro’sh; gr. kephalè].
Per la sua posizione superiore rispetto al corpo umano e soprattutto perché è la sede della mente e dei sensi della vista, dell’udito, dell’odorato e del gusto, nella Bibbia la testa ha un posto preminente sia in senso letterale che figurativo.
L’espressione ‘rompere la testa’ (Sal. 68:21; 74:13, 14) significa recare morte o distruzione. La prima profezia della Bibbia (Gen. 3:15) precisa che dopo aver subito una ferita al calcagno il ‘seme della donna’ ferirà la testa del serpente. Altri versetti spiegano che nell’adempimento il grande Serpente, Satana il Diavolo, rimarrà per mille anni nell’abisso in una condizione simile alla morte, per essere poi annientato per sempre nel “lago di fuoco”, la “seconda morte”. — Riv. 20:1-3, 7, 10, 14; 12:9.
Alcune espressioni relative alla testa letterale di solito hanno anche un significato figurativo. Faraone adempì l’interpretazione del sogno del capo coppiere fatta da Giuseppe ‘alzandogli la testa’ in modo notevole fra i suoi servitori, cioè ridandogli l’incarico precedente. Ma ‘alzò la testa di dosso’ al capo panettiere, mettendolo a morte. (Gen. 40:13, 19-22) Presso alcune nazioni i soldati venivano seppelliti con la spada sotto la testa, vale a dire con gli onori militari. (Ezec. 32:27) Il fatto che Gesù Cristo non aveva “dove adagiare la testa” significava che non aveva casa propria. — Matt. 8:20.
BENEDIZIONE, UNZIONE, GIURAMENTO
La testa era la parte del corpo su cui si impartiva la benedizione. (Gen. 48:13-20; 49:26) I sacerdoti e altri a favore dei quali si facevano certi sacrifici ponevano le mani sul capo dell’animale come riconoscimento che il sacrificio era fatto a loro favore. (Lev. 1:2-4; 8:14; Num. 8:12) L’olio d’unzione veniva versato sulla testa. (Lev. 8:12; Sal. 133:2) Nel Sermone del Monte Gesù consigliò ai discepoli di ‘spalmarsi la testa d’olio’ quando digiunavano, per apparire ben pettinati e non ostentare ipocritamente la rinuncia onde avere riconoscimento pubblico. (Matt. 6:17, 18) Spalmare d’olio la testa di un ospite divenne un importante segno di ospitalità. (Luca 7:46) Mettersi polvere, terra o cenere sulla testa indicava afflizione, lutto o umiliazione. (Gios. 7:6; I Sam. 4:12; II Sam. 13:19) Il salmista, nel descrivere le prove e difficoltà del popolo di Dio, disse che degli uomini avevano cavalcato sulla testa d’Israele. Evidentemente si riferiva alla dominazione esercitata sul popolo di Dio da semplici uomini terreni (il termine ebraico è ’enòhsh, “uomo mortale”) potenti, crudeli e superbi. (Sal. 66:12; confronta Isaia 51:23). Gli ebrei avevano preso l’abitudine di giurare per la propria testa, usanza condannata da Gesù. — Matt. 5:36, 37.
RAPPRESENTA LA PERSONA
La testa, essendo la parte che dirige il corpo, rappresentava la persona stessa. La testa del nazireo era vincolata da un voto, come attestavano i suoi capelli lunghi. (Num. 6:5, 18-20) Si diceva che gli errori o i peccati di uno gravavano sulla sua testa. (Esd. 9:6; Sal. 38:4; confronta Daniele 1:10). Quando la sentenza raggiunge il malvagio si dice che ha quello che si merita poiché il male o la punizione ricade sulla sua stessa testa. (Giud. 9:57; I Sam. 25:39; Ger. 23:19; 30:23; Gioe. 3:4, 7; Abd. 15; confronta Neemia 4:4). Il sangue o la colpa per aver sparso sangue è sulla testa del colpevole; vale a dire chi seguiva una condotta errata che meritava la condanna a morte era personalmente responsabile della perdita della propria vita. (II Sam. 1:16; I Re 2:37; Ezec. 33:2-4; Atti 18:6) Far ricadere sulla testa di uno il sangue di quelli che ha uccisi significava condannarlo per aver sparso sangue innocente. (I Re 2:32, 33) In questo senso il sommo sacerdote d’Israele confessava i peccati del popolo, con le mani sulla testa del capro per Azazel (trasferendo i peccati sul capro), dopo di che l’animale era condotto nel deserto perché portasse nell’oblio tali errori. (Lev. 16:7-10, 21, 22) Altri versetti spiegano che Gesù Cristo si addossò ‘le nostre infermità e i nostri travagli’ e ‘portò i peccati di molti’. — Isa. 53:4, 5; Ebr. 9:28; I Piet. 2:24.
ESALTAZIONE, UMILIAZIONE, DISPREZZO
Il favore, la guida e la sapienza di Dio sono paragonati a una lampada che risplende sul capo e a un attraente serto. (Giob. 29:3; Prov. 4:7-9) Il saggio “ha gli occhi in testa”, cioè vede dove va. (Eccl. 2:14) Il re Davide, umiliato e afflitto, si rivolse a Geova, il suo Scudo e Colui che gli avrebbe ‘rialzato il capo’, permettendogli di tenere di nuovo la testa alta. (Sal. 3:3; confronta Luca 21:28). Egli mostrò inoltre di apprezzare la riprensione del giusto, chiamandola olio che la testa non vorrebbe rifiutare. (Sal. 141:5) Chinare la testa era segno di umiltà o di lutto (Isa. 58:5), e scuotere la testa indicava derisione, disprezzo o stupore. — Sal. 22:7; Ger. 18:15, 16; Matt. 27:39, 40; Mar. 15:29, 30.
POSIZIONE DOMINANTE
“Capo” poteva essere il membro principale di una famiglia, di una tribù o nazione, e di un governo. (Giud. 11:8; I Sam. 15:17; I Re 8:1; I Cron. 5:24) “Patriarca” (gr. patriàrkhes) letteralmente significa capofamiglia. (Atti 2:29; 7:8, 9; Ebr. 7:4) Quindi essere ‘alla testa’ significa impartire direttiva. (Mic. 2:13) Israele stesso, se avesse ubbidito a Dio, sarebbe stato alla testa delle nazioni, alla sommità, in quanto la nazione sarebbe stata libera e prospera, prestando a persone di altre nazioni che si sarebbero indebitate. (Deut. 28:12, 13) Ma se gli israeliti avessero disubbidito i residenti forestieri avrebbero fatto loro prestiti e si sarebbero messi alla loro testa. — Deut. 28:43, 44.
LA RELAZIONE DI GESÙ CRISTO CON LA CONGREGAZIONE CRISTIANA
Nella congregazione cristiana Gesù Cristo è il Capo della congregazione, che è il suo “corpo” con 144.000 membri. (Efes. 1:22, 23; Col. 1:18; Riv. 14:1) Avendo immortalità, è un collegamento vivente per il corpo dei cristiani generati dallo spirito sulla terra, in grado di fornire in qualsiasi momento tutto ciò che è necessario per crescere spiritualmente ed essere attivi alla gloria di Dio. (I Cor. 12:27; Efes. 4:15, 16; Col. 2:18, 19) Come il tempio materiale aveva una “testata” (Zacc. 4:7), così Gesù è la Pietra angolare del tempio spirituale (Atti 4:8-11; I Piet. 2:7) e il Capo di ogni governo e autorità sotto Dio, che è il Capo di tutti. (Col. 2:10; I Cor. 11:3) La Bibbia paragona la posizione di Cristo quale Capo della congregazione a quella di un marito nei confronti della moglie, per fare capire bene ai coniugi che il marito deve prendere la direttiva, avere cura e amore per la moglie, e che la moglie deve essere sottomessa. — Efes. 5:22-33; vedi AUTORITÀ
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CapotribùAusiliario per capire la Bibbia
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Capotribù
[ebr. nasì’].
Uomo autorevole, come il capo ereditario di una tribù o di una casa paterna. Il termine ebraico viene tradotto in vari modi nelle versioni della Bibbia, come “capo”, “principe”, “capotribù”. I capi delle dodici case paterne o tribù
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