Diamo prova d’essere “uomini di buona volontà”
1. (a) Che cosa dissero unitamente un esercito di angeli celesti alla nascita umana di “Cristo il Signore”? (b) Che cosa indica che oggi tali “uomini” devono essere pochi, e quale domanda sorge dunque?
ALLA nascita umana di “Cristo il Signore”, che doveva essere l’Unto per “proclamare l’anno di buona volontà da parte del nostro Dio”, un esercito di angeli celesti dissero unitamente: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. (Luca 2:13, 14) Indubbiamente, nel corso dei diciannove secoli trascorsi da allora fino a questo giorno gli “uomini di buona volontà” sono stati pochi. Sono stati gli “uomini che [Dio] favorisce” (Moffatt), gli uomini che hanno la buona volontà o il favore di Geova Dio. Devono essere stati davvero pochi, perché, particolarmente dall’anno 1914 E.V. finora, c’è stata poca pace sulla terra e sempre più persone rivelano di non avere “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. (Filip. 4:7) In questo giorno inoltrato come possiamo dunque divenire “uomini di buona volontà” di Dio? Vogliamo esserlo, non è vero?
2. Che specie di lezione dovremmo ricevere dai Giudei del primo secolo E.V., e perché?
2 Dovremmo ricevere una lezione ammonitrice dai Giudei in Palestina nei primi secoli della nostra Èra Volgare. La loro disastrosa esperienza fu non solo storica ma anche figurativa, tipica, e serve da monito. L’ispirato apostolo Paolo dice: “Ora queste cose divennero nostri esempi, . . . Ora queste cose accadevano loro come esempi, e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. (1 Cor. 10:6-11) Certo con la venuta, il sacrificio umano, la risurrezione e l’ascesa di Gesù Cristo al cielo in quel tempo arrivarono i termini dei sistemi di cose, proprio com’è scritto in Ebrei 9:26: “Ma ora si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. Oggi viviamo nel corrispondente termine di un sistema di cose. Questo si vede molto bene dal 1914 E.V., proprio come mostrano senza ombra di dubbio la profezia biblica e gli avvenimenti e le condizioni del mondo. Per avvertimento a noi, dunque, furono scritti nella Bibbia gli esempi tipici.
3. (a) A somiglianza dei Giudei dei giorni apostolici, siamo vissuti nel tempo di che cosa? (b) Quale parte del “segno . . . del termine del sistema di cose” si è avverato in tutto il mondo, da quando e ad opera di chi?
3 Come i Giudei dei giorni apostolici del primo secolo E.V., anche noi siamo vissuti nel tempo di favore divino, “l’anno di buona volontà da parte di Geova”. (Isa. 61:1, 2) Come loro anche noi siamo vissuti nel termine di un sistema di cose. Pronunciando la sua profezia circa il “segno . . . del termine del sistema di cose”, Gesù Cristo disse ai suoi apostoli: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matt. 24:3, 14) Questa “buona notizia del regno” non è oggi predicata in tutto il mondo? Sì, secondo tutti i fatti e le cifre. Questo è avvenuto particolarmente dall’anno 1914 E.V., quando, proprio com’era stato calcolato dall’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, i Tempi dei Gentili, “i fissati tempi delle nazioni”, terminarono e giunse il tempo fissato da Dio per insediare il suo regno messianico nei cieli per la liberazione del genere umano. Da allora, non il veniente regno di Dio, ma l’istituito regno di Dio poteva essere predicato in tutto il mondo come buona notizia! Ed è stato così predicato! Da chi? Dai testimoni di Geova.
4. (a) Come nel primo secolo E.V., questa predicazione della buona notizia è un’evidenza di quale attitudine da parte di Dio? (b) Perché dovremmo approfittarne?
4 Nel primo secolo la predicazione del messaggio divino: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”, fu la prova della buona volontà di Dio verso la nazione giudaica. (Matt. 3:1, 2; 4:12-17; Isa. 9:1, 2) Similmente, oggi, la predicazione dell’istituito regno di Dio sin dal 1914 E.V. è stata l’evidenza della buona volontà di Dio. Questo è chiaro in quanto, allorché questa predicazione del Regno sarà terminata, “allora verrà la fine”, e tale fine dell’attuale sistema di cose significa il “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. Visto che la predicazione di “questa buona notizia del regno” continua ancora, e in crescente misura da parte dei testimoni di Geova, questa è la prova che noi di questa generazione viviamo ancora nell’“anno di buona volontà da parte di Geova”. Essendo stata compiuta la predicazione del Regno per tutto questo tempo, quell’“anno” deve stare per scadere, e noi dovremmo approfittare dell’“anno di buona volontà” prima che venga il “giorno di vendetta” su questo intero sistema di cose. Ne abbiamo approfittato, o ne approfitteremo?
5. Che cosa scrisse Paolo in II Corinti 5:21 a 6:2 a quelli che erano in una posizione simile alla nostra d’oggi, e quanto tempo prima della distruzione di Gerusalemme?
5 Viviamo nel tempo dell’opportunità, e la nostra vita è in gioco. Trascureremo l’opportunità, lasciando così che la divina buona volontà ci sia mostrata invano, o verremo meno al suo scopo, non ottenendo così la salvezza? L’apostolo Paolo supplicò quelli che erano in una posizione simile alla nostra d’oggi di non permettere che ciò accadesse. Spiegando il suo argomento citò Isaia 49:8, dove leggiamo: “Geova ha detto questo: ‘In un tempo accettevole [o in un tempo di buona volontà (approvazione), nota marginale] ti ho esaudito, e nel giorno di salvezza ti ho aiutato’”. (Traduzione del Nuovo Mondo [inglese], edizione del 1958) Quindi l’apostolo Paolo scrive: “Colui [Gesù Cristo] che non conobbe peccato egli lo ha fatto peccato per noi, affinché divenissimo giustizia di Dio mediante lui. Operando insieme a lui, vi supplichiamo anche di non accettare l’immeritata benignità di Dio venendo meno al suo scopo. Poiché egli dice: ‘Nel tempo accettevole ti ho udito, e nel giorno della salvezza t’ho aiutato’. Ecco, ora è il tempo specialmente accettevole. Ecco, ora è il giorno della salvezza”. (2 Cor. 5:21 a 6:2) Paolo scrisse ciò verso l’anno 55 E.V., o circa quindici anni prima che Gerusalemme fosse distrutta nel 70 E.V.
6. (a) Perché oggi andiamo incontro a qualche cosa di peggiore di ciò che accadde ai Giudei nel 70 E.V.? (b) Per quanto ci riguarda, che cosa non desideriamo che avvenga rispetto all’esercizio della buona volontà di Dio?
6 Con non meno urgenza l’ispirato argomento dell’apostolo Paolo ha valore oggi che siamo così avanti in questo “anno di buona volontà”. Andiamo incontro a qualche cosa di molto peggiore e più straordinario di quanto lo fosse la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel 70 E.V. Non è un semplice sistema di cose nazionale che si avvicina alla sua calamitosa fine nel “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”, ma il mondiale, internazionale sistema di cose che coinvolge ogni popolo, tribù, razza e religione non scritturale. Se desideriamo che la preghiera al solo vivente e vero Dio sia accettevolmente udita ed esaudita, ancora per un po’ ci sarà il “tempo di buona volontà” per essa. Se desideriamo l’aiuto divino per evitare d’essere giustiziati nel “giorno di vendetta”, ora è il “giorno della salvezza” per questo. Secondo l’immeritata benignità di Dio, l’“anno di buona volontà da parte di Geova” dura ancora. Se apprezziamo l’opportunità della vita eterna nella felicità non vorremo venire meno allo scopo dell’immeritata benignità di Dio né farci mostrare invano la sua buona volontà.
COME DARE LA PROVA
7. (a) Quale domanda sorge quindi per tutti quelli che amano la vita eterna, e mediante che cosa si può rispondere? (b) Giovanni Battista, Gesù Cristo e i suoi discepoli quale linea di condotta esortarono i Giudei a seguire?
7 Per tutti quelli che amano la vita eterna in un giusto nuovo sistema di cose, sorge in questo difficile tempo la domanda: Come posso divenire uno degli “uomini di buona volontà” di Dio? o: Come posso dare prova d’essere uno di loro? A entrambe le domande si può decisamente rispondere mediante la scritta Parola del grande Datore di vita, l’Iddio di buona volontà. Nel primo secolo l’invito fu rivolto da Giovanni Battista e poi da Gesù Cristo e dai suoi apostoli: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Dopo la risurrezione di Gesù dai morti e poco prima che ascendesse al cielo, disse ai suoi discepoli: “Così è scritto che il Cristo avrebbe sofferto e che sarebbe sorto dai morti il terzo giorno, e in base al suo nome il ravvedimento per il perdono dei peccati sarebbe stato predicato in tutte le nazioni”. (Luca 24:45-47) Il seguente giorno di Pentecoste, quando molti Giudei chiesero: “Che cosa faremo?” l’apostolo Pietro disse: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati”. — Atti 2:37, 38.
8. Quando Dio ammise gli incirconcisi non Giudei nella congregazione cristiana, che cosa dissero i cristiani giudei che Egli concedeva alle nazioni?
8 Oltre tre anni dopo, quando i cristiani giudei di Gerusalemme udirono che gli incirconcisi non Giudei delle nazioni erano stati ammessi nella congregazione cristiana, dissero: “Dunque Dio ha concesso anche alle persone delle nazioni il pentimento a vita”. — Atti 10:1–11:18.
9. Quale passo deve avvenire dopo il pentimento, e Pietro come mise in risalto questo passo parlando a una moltitudine di Giudei nel tempio di Gerusalemme?
9 Comunque, il semplice pentimento, sotto forma di sincero dispiacere e dolore per il fatto d’essere peccatore e aver commesso peccato, non basta. Questo dev’essere seguito dall’azione, dalla conversione o allontanamento dal peccato, seguendo la via della giustizia e producendo frutti degni del pentimento. L’apostolo Pietro mise in risalto questo ulteriore passo dicendo a una moltitudine di Giudei nel tempio di Gerusalemme: “Dio ha adempiuto le cose che aveva annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti, che il suo Cristo avrebbe sofferto. Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù, che il cielo deve in realtà ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. (Atti 3:18-21) Convertendosi dai peccati di cui si erano pentiti si sarebbero assicurati il perdono di tali peccati da Geova Dio.
10. Come, dopo il pentimento e la conversione, si diviene uno degli “uomini di buona volontà” di Dio?
10 Questa conversione o allontanamento dai peccati doveva essere seguìto dal battesimo in acqua, sia nel caso del Giudeo naturale che nel caso del Gentile incirconciso. Quando il risuscitato Gesù disse ai suoi discepoli di andare a fare discepoli di persone di tutte le nazioni, aggiunse: “battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. (Matt. 28:19) Il battesimo in acqua è il simbolo che il pentimento e la conversione hanno già avuto luogo e che ora il candidato al battesimo si è pienamente presentato o si è dedicato senza riserve al Padre, Dio, per mezzo del Figlio, Gesù Cristo. In tal modo il credente diviene discepolo di Cristo, e per questa ragione diviene nello stesso tempo uno degli “uomini di buona volontà” di Dio, o degli “uomini che egli favorisce”, o degli “uomini del suo beneplacito”, e ai quali elargisce la sua pace. — Luca 2:14, Moffatt; Garofalo.
11. Venendo così a Dio, l’esempio di chi seguiamo, allorché si adempì quale profezia?
11 Facendo pertanto ciò che piace a Dio non solo ubbidiscono al comando di Cristo ma imitano pure il suo degno esempio. Quando Gesù si presentò a Dio al tempo del suo battesimo nel fiume Giordano compiuto da Giovanni Battista, si adempirono le parole profetiche di Salmo 40:7, 8, parole che esprimono ciò che Gesù aveva nel cuore: “In vista di ciò, dissi: ‘Ecco son venuto, nel rotolo del libro è scritto di me. A far la tua volontà [piacere, nota marginale; Young; beneplacito, Rotherham], o mio Dio, mi sono dilettato, e la tua legge è dentro le mie parti interiori’”. — Traduzione del Nuovo Mondo [inglese], edizione del 1957.
12. (a) Dove quelle profetiche parole del salmista sono applicate a Gesù in una certa occasione? (b) Similmente, al battesimo che cosa veniamo a fare, per ottenere la buona volontà di Dio?
12 In Ebrei 10:5-9, lo scrittore ispirato applica le parole del salmista al tempo del battesimo di Gesù, dicendo: “Perciò quando egli viene nel mondo dice: ‘“Non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo. Non hai approvato interi olocausti né offerta per il peccato”. Quindi ho detto: “Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà”’. Dopo aver detto prima: ‘Non hai voluto e non hai approvato né sacrifici né offerte né interi olocausti né offerta per il peccato’ — sacrifici che sono offerti secondo la Legge — quindi effettivamente dice: ‘Ecco, io vengo per fare la tua volontà’”. Tale volontà di Dio era buona “volontà”; era il suo beneplacito, o ciò che gli piaceva. Quindi, venendo al tempo del battesimo per fare tale volontà divina, Gesù venne a fare ciò che aveva l’approvazione di Dio e Dio si compiacque moltissimo di lui. Similmente, quando cominciamo a fare la volontà di Dio o ciò che gli piace, otteniamo la Sua buona volontà, il Suo favore.
13. (a) A chi appartiene il re sotto cui si trova il popolo con cui veniamo a essere associati quali “uomini di buona volontà”? (b) Come partecipano felicemente all’“urlo di gioia”?
13 Come “uomini di buona volontà” di Dio veniamo a essere associati con il suo popolo su cui ora regna nei cieli il suo intronizzato Figlio, Gesù Cristo. Riguardo a questo popolo è scritto profeticamente, in Salmo 89:15-18: “Felice è il popolo che conosce l’urlo di gioia. O Geova, nella luce della tua faccia continuano a camminare. Nel tuo nome son gioiosi tutto il giorno e nella tua giustizia sono esaltati. Poiché tu sei la bellezza della loro forza; e mediante la tua buona volontà il nostro corno è esaltato. [Perché?] Poiché il nostro scudo appartiene a Geova, e il nostro re appartiene al Santo d’Israele”. Poiché il loro Re appartiene non a qualcuna delle terrestri nazioni senza pace, ma appartiene a Geova Dio, felicemente essi partecipano all’urlo di gioia. Partecipano con entusiasmo alla predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni, affinché queste nazioni siano informate del solo legittimo governo prima che venga la loro fine nel “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”.
14. Che cosa preferiscono questi “uomini di buona volontà” piuttosto che avere il furore del Re verso di loro, e da quale sua parte sono ansiosi d’essere in questo tempo in cui separa le persone?
14 Desiderano essere nel favore di questo Re che appartiene a Geova. Non desiderano udire il suo mugghiare e il suo furore nel “giorno di vendetta” da parte del suo Dio. Non vogliono sentire l’ardore della sua ira, ma preferiscono il rinfrescante ristoro del suo favore. Rammentano Proverbi 19:12: “Il furore del re è un mugghiare simile a quello di un giovane leone fornito di criniera, ma la sua buona volontà è simile alla rugiada sulla vegetazione”. I discepoli simili a pecore sono ansiosi d’essere alla sua destra in questo “tempo della fine” quando separa le persone delle nazioni mondane come un pastore separa le sue pecore dai capri. — Matt. 25:31-46.
MANTENIAMOCI NELLA BUONA VOLONTÀ DI DIO
15. Dopo essere divenuti il popolo che Dio favorisce, in che cosa dobbiamo perseverare, secondo Proverbi 11:20, 27?
15 Una volta divenuti uomini che Dio favorisce, dobbiamo continuare a dar prova d’essere suoi “uomini di buona volontà”. Ciò richiede che perseveriamo nel cercare la sua buona volontà, essendo di cuore retto. I Proverbi ci mettono la cosa in chiaro, dicendo: “I perversi di cuore sono qualche cosa di detestabile a Geova, ma gli irriprovevoli nella loro via gli fanno piacere. Chi cerca il bene, continuerà a cercare buona volontà; ma in quanto a chi cerca il male, esso verrà su di lui”. (Prov. 11:20, 27) Nella rettitudine dei nostri cuori continuiamo a investigare la Parola di Dio per sapere come ottenere ora e per sempre la sua buona volontà. Noi temiamo di divenire qualche cosa di detestabile a Geova e che venga su di noi il male nel “giorno di vendetta” che così rapidamente si avvicina.
16. Per assicurarsi la continua buona volontà di Geova, che cosa devono attendere, e dove, e che cosa devono fare, secondo Proverbi 8:34, 35 e Salmo 143:10?
16 Se continuiamo a cercare la sapienza celeste e ad agire conformemente ad essa, stando sempre all’erta in ogni luogo dove si può ottenere, ci assicureremo la buona volontà di Geova. Come risultato avremo felicità senza fine. In Proverbi 8:34, 35 la Sapienza personificata ci parla, dicendo: “Felice è l’uomo che mi ascolta mantenendosi sveglio di giorno in giorno alle mie porte, essendo a guardia degli stipiti dei miei ingressi. Poiché chi mi trova per certo troverà la vita, e otterrà buona volontà da Geova”. Significa perciò felicità e vita e divina buona volontà verso di noi se andiamo nei luoghi dove gli “uomini di buona volontà” di Geova si radunano insieme e attendiamo lì regolarmente presso gli stipiti degli ingressi per entrare a udire la considerazione della scritta Parola di sapienza di Dio, lontani dalla sapienza di questo mondo. Insieme al salmista essi pregano Geova: “Insegnami a fare la tua volontà [piacere, nota marginale; beneplacito, Young; Rotherham], poiché tu sei il mio Dio. Il tuo spirito è buono; mi conduca nel paese della rettitudine”. (Sal. 143:10, edizione [inglese] del 1957) Sanno che se fanno ciò che Gli reca piacere, riceveranno la sua buona volontà.
17. Con chi abbiamo bisogno di riunirci, e per essere incitati a fare che cosa, per ottenere quindi che cosa da Geova, secondo Proverbi 12:2, 22?
17 Mentre il “giorno di vendetta” si avvicina, è sempre più opportuno che gli “uomini di buona volontà” di Geova si riuniscano insieme, con il motivo di farsi del bene gli uni gli altri. Proprio come ci raccomanda Ebrei 10:24, 25: “Consideriamoci a vicenda per incitarci all’amore e alle opere eccellenti, . . . incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno”. Questa condotta ci rafforzerà per continuare a fare cose buone agli occhi di Geova e per essere fedeli nel proclamare le verità della sua Parola. Non dimentichiamo mai queste parole di sapienza dei Proverbi: “Chi è buono ottiene approvazione [favore, Versione Riveduta; Rotherham] da Geova, ma egli dichiara malvagio l’uomo dalle idee malvage. Le labbra false sono qualche cosa di detestabile a Geova, ma quelli che agiscono nella fedeltà gli fanno piacere”. — Prov. 12:2, 22.
18. Insieme a quale specie di sacrifici le nostre preghiere saranno accettevoli a Geova?
18 Se ci manteniamo sotto la buona volontà di Geova possiamo aver fiducia che egli udrà le nostre preghiere. Questo avviene specialmente se offriamo le nostre preghiere insieme all’offerta del “sacrificio di lode” e dei sacrifici di “fare il bene e di condividere con altri”, sacrifici descritti in Ebrei 13:15, 16. Allora Geova si compiacerà delle nostre preghiere, come ci è assicurato in Proverbi 15:8: “Il sacrificio dei malvagi è qualche cosa di detestabile a Geova, ma la preghiera dei retti gli fa piacere”. — Ger. 6:20.
19. Sin da quando recentemente e come è stato mostrato che il tempio spirituale di Geova è una “casa di preghiera per tutti i popoli”, e con quali parole fu questo predetto?
19 Mentre questo “anno di buona volontà da parte di Geova” ancora continua il suo tempio spirituale è stato reso una casa di preghiera per tutti i popoli. Questo è avvenuto particolarmente dall’anno 1935 E.V., quando egli cominciò a condurre al suo tempio spirituale una “grande folla” di adoratori “di ogni nazione e tribù e popolo e lingua” perché gli rendessero sacro servizio insieme al rimanente di unti discepoli dell’Agnello Gesù Cristo. (Riv. 7:9-15) Mantenendosi spiritualmente puri e rimanendo leali al suo regno messianico essi hanno la gioia di sapere che Egli accetta i loro sacrifici di lode e di fare il bene e di condividere altruisticamente con altri. Per loro incoraggiamento molto tempo fa fu scritto profeticamente: “Li dovrò anche condurre sul mio santo monte e li farò rallegrare dentro la mia casa di preghiera. I loro interi olocausti e i loro sacrifici saranno per l’accettazione sul mio altare. Poiché la mia propria casa sarà pure chiamata casa di preghiera per tutti i popoli”. — Isa. 56:7.
20. La nostra preghiera rivolta verso il cielo è d’essere ricordati con che cosa, e perciò stiamo in compagnia di quelli che usano quale specie di parole?
20 Oggi è una grande gioia essere associati agli “uomini di buona volontà” di Geova. Desideriamo mantenerci abbastanza puri e fedeli da farci considerare degni d’essere annoverati fra loro. La nostra continua preghiera rivolta verso il cielo è dunque questa: “Ricordati di me, o Geova, con la buona volontà verso il tuo popolo. Abbi cura di me con la tua salvezza”. (Sal. 106:4) Quando siamo in compagnia di questi, udiamo parole gradite a Geova. “Le labbra del giusto, conoscono la buona volontà, ma la bocca dei malvagi è perversità”. — Prov. 10:32.
21, 22. (a) In che modo l’essere sotto la buona volontà di Geova è in contrasto con il tempo in cui eravamo sotto la sua ira? (b) Per quale periodo di tempo vogliamo essere sotto la Sua buona volontà, e accompagnati da quale specie di grido?
21 Un tempo eravamo sotto l’ira divina perché non facevamo la volontà o ciò che piaceva a Geova Dio. Ma ora che abbiamo approfittato del suo “anno di buona volontà”, quella passata esperienza sembra sia stata per un momento, come una triste, buia sera che è passata. Fa venire in mente l’espressione del salmista Davide dopo che si era ripreso dal divino disfavore: “Perché l’essere sotto la sua ira è per un momento, l’essere sotto la sua buona volontà è per tutta la vita. La sera può albergare [fra noi] il pianto, ma la mattina c’è un grido di gioia”. (Sal. 30:5) Avendo approfittato in questo tempo finale dell’“anno di buona volontà” di Geova siamo stati liberati dalla momentanea sera di pianto sotto l’ira divina e siamo entrati nella mattina della sua buona volontà con “un grido di gioia”.
22 Possiamo noi essere sotto la buona volontà di Geova non semplicemente per una mattina, ma “per tutta la vita”. Abbiamo l’opportunità di restarci “tutta la vita” per l’eternità. Allora daremo sempre con apprezzamento un “grido di gioia” per il fatto d’essere sotto la buona volontà di Geova, e con il nostro grido renderemo grazie e lode a Lui per mezzo di Gesù Cristo.