Lode internazionale all’unico Dio
“Lodate Geova, voi nazioni tutte”. — Sal. 117:1; Rom. 15:11.
1. Che cosa dovranno ancora realizzare tutte le nazioni?
TUTTE le nazioni dovranno ancora realizzarlo. Tutte dovranno abbandonare i milioni di dèi che oggi adorano e unirsi nell’adorazione dell’unico Dio. Soltanto l’unico vero Dio potrà ricevere così l’adorazione di tutte le nazioni oggi religiosamente divise.
2. Che cosa hanno dimostrato di essere tutti gli dèi delle potenze mondiali, ma quale adorazione è durata fino ad oggi recando speranza, protezione e liberazione per gli adoratori?
2 Gli dèi dell’antico Egitto sono scomparsi, essendo stati incapaci di mantenere la potenza mondiale di una volta. Anche gli dèi della successiva potenza mondiale, Assiria, sono scomparsi. Gli dèi della grande potenza mondiale di Babilonia sono scomparsi. Sì, gli dèi delle potenze mondiali che susseguirono, Medo-Persia, Grecia e Roma, sono tutti scomparsi, lasciando solo un vago ricordo dell’imperialismo dei loro rispettivi adoratori. Dov’è la triade egiziana di Iside, Osiride e Horus? Dove sono Assur e Nisroc di Assiria? Dove sono Bel e Marduk di Babilonia? Dove sono Ahura Mazda di Persia, Zeus di Grecia e Giove di Roma? Durante i molti secoli dei tempi antichi un solo Dio si è opposto a tutti questi dèi e li ha dimostrati falsi. Un unico Dio è uscito vincitore e la sua adorazione è durata, come doveva, fino a questo stesso giorno. Egli conosce se stesso. Si rende conto che non vi è alcun altro vero Dio fuori di se stesso, e come nel passato, così oggi, tutti i falsi dèi delle nazioni del mondo si sono dimostrati inutili per i loro miliardi di adoratori, ma questo unico vero Dio è la speranza, la protezione e la liberazione dei suoi adoratori. Nel libro, che egli ispirò a scrivere, ci dice chiaramente chi è. Sotto l’influenza del suo spirito uno studioso della sua storia sacra scrisse:
3. Sotto l’influenza del Suo spirito che cosa scrisse di Lui nel Salmo 135 uno studioso di storia sacra?
3 “Io stesso so bene che Geova è grande, e il nostro Signore è più di tutti gli altri dèi. Tutto ciò in cui Geova ha preso piacere egli ha fatto nei cieli e sulla terra, nei mari e in tutte le acque gonfie. O Geova, il tuo nome è fino a tempo indefinito. O Geova, la tua memoria è di generazione in generazione. Gli idoli delle nazioni sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo della terra. Hanno una bocca, ma non possono dir nulla; hanno occhi, ma non possono veder nulla; hanno orecchi, ma non possono dar ascolto a nulla. E non esiste alcuno spirito nella loro bocca. Coloro che li fanno diventeranno proprio simili ad essi, tutti quelli che confidano in essi. Sia benedetto da Sion Geova, che dimora in Gerusalemme. Lodate Jah, voi popoli!” — Sal. 135:5, 6, 13, 15-18, 21.
4. Quale odierna condotta dei governanti e delle nazioni fu predetta nel Salmo 2, e tuttavia quale invito a lodare fu profeticamente emanato?
4 Le apparenti condizioni odierne sembrano distruggere ogni speranza e probabilità che tutte le nazioni della terra saranno un giorno felicemente unite nell’adorazione di quest’unico Dio il cui nome è Geova. Sì, nel suo stesso libro profetico la situazione del tempo presente fu predetta con queste parole poetiche: “Perché le nazioni sono state in tumulto e i popoli stessi hanno mormorato una cosa vuota? I re della terra si schierano e gli alti funzionari stessi si sono ammassati come un uomo contro Geova e contro il suo unto, [dicendo:] ‘Rompiamo i loro legami e gettiamo lungi da noi le loro funi!’” (Sal. 2:1-3) Eppure, malgrado egli abbia ispirato questa profezia dell’odierna opposizione a Geova come Dio e al suo unto Figlio, Gesù Cristo, come Re del nuovo mondo, egli rivolge inoltre questo comando ai popoli delle nazioni: “Lodate Geova, voi nazioni tutte; magnificatelo, voi genti tutte”. (Sal. 117:1) In seguito, uno dei dodici apostoli di Cristo accolse questo comando e lo ripeté ai Cristiani di Roma durante i giorni di questa potenza mondiale, dicendo: “Lodate Geova, voi nazioni tutte, e tutti i popoli lo lodino”. — Rom. 15:11.
5. Che cosa dimostra che negli ultimi quaranta anni e più l’invito a lodare non è stato emanato invano?
5 Questo invito a lodare l’unico vivente e vero Dio non è stato tramandato per iscritto fino a questo giorno inutilmente, senza adempimento. Malgrado il tumulto delle nazioni che ora esiste, da più di quarant’anni l’invito a lodare Geova è stato accolto meravigliosamente in più di 160 Paesi della terra. E non è giunta ancora la fine di questa attività. L’invito continua ad essere diffuso con crescente vigore. Un maggior numero di persone ascolta intelligentemente. Altri ancora di tutte le nazioni accetteranno sicuramente l’invito a lodare questo unico Dio, Geova. Ciò significherà per loro la salvezza.
CENTOCINQUANTA SALMI
6. Com’è chiamato il libro delle sue lodi, da chi fu composto e per mezzo di che cosa?
6 Un intero libro di lodi è stato scritto in suo onore. Nella lingua originale in cui il libro fu scritto fu chiamato Tehillìm, che significa “Lodi”. Ma quelli che non parlano ebraico lo chiamano generalmente I Salmi. Un salmo è un poema che si deve cantare con l’accompagnamento di strumenti a corda come l’arpa. Il pastore Davide di Betlemme nella Giudea, il quale divenne re di Gerusalemme, non fu il compositore di tutti i 150 Salmi. Il nome di Davide compare nell’intestazione di settantatré salmi. I nomi degli altri compositori compaiono nell’intestazione degli altri: il re Salomone, figlio di Davide, il profeta Mosè, i compositori Asaf, Heman ed Etan, e poi i figli di Kore. Ve ne sono quarantanove che non portano il nome di alcun compositore. Ma indipendentemente da chi siano stati composti sulla terra, tutti i 150 Salmi furono ispirati dallo spirito santo.
7. Che cosa dissero Davide e altri riguardo all’ispirazione dei Salmi, e quale sarà il risultato dell’invito a lodare?
7 Il re Davide, il più fruttuoso compositore di salmi, disse: “L’espressione di Davide, figlio di Iesse, e l’espressione dell’uomo che fu elevato in alto, l’unto del Dio di Giacobbe, e il diletto delle melodie d’Israele. Lo spirito di Geova fu ciò che parlò per mio mezzo, e la sua parola fu sulla mia lingua”. (2 Sam. 23:1, 2) Confermando tale ispirazione, il cristiano apostolo Pietro disse in un’adunanza a Gerusalemme: “Uomini, fratelli, fu necessario che si adempisse la scrittura che lo spirito santo dichiarò in anticipo per bocca di Davide”. (Atti 1:15, 16) Citando Salmo 95 di Davide, lo scrittore del libro agli Ebrei disse: “Perciò, come dice lo spirito santo: ‘Oggi se udrete la sua voce, non indurate i vostri cuori’”. (Ebr. 3:7, 8; 4:7) In un tempo critico i primi Cristiani pregarono Dio, rivolgendosi a lui come a Colui “che mediante spirito santo disse per bocca del nostro padre Davide, tuo servitore: ‘A che scopo tumultuarono le nazioni e i popoli meditarono cose infruttuose?’” (Atti 4:24, 25) Quindi poiché il libro dei Salmi è ispirato dall’Onnipotente Dio, l’invito in Salmo 117:1 rivolto a tutte le nazioni perché lo lodino dev’essere adempiuto.
8. Chi può meglio determinare l’ispirazione e la qualità profetica dei Salmi, e come i Salmi profetizzarono la sua esaltazione al cielo, come fu confermato da Pietro?
8 Per determinare l’ispirazione e la qualità profetica dei Salmi nessuno poteva essere migliore di Gesù Cristo, il Fondatore del Cristianesimo. Egli fu più che un semplice profeta simile a quelli che Dio aveva mandati prima di lui. Fu il primogenito Figlio di Dio venuto dal cielo. (Ebr. 1:1, 2) Per questa ragione, sebbene fosse un lontano figlio di Davide egli fu il Signore del re Davide. Per mostrare che il libro dei Salmi profetizzava la sua esaltazione in cielo molto al disopra del re Davide, Gesù disse ai capi religiosi: “Com’è ch’essi dicono che Cristo è figlio di Davide? Poiché Davide stesso dice nel libro dei Salmi: ‘Geova ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io faccia dei tuoi nemici uno sgabello per i tuoi piedi’. Davide, perciò, lo chiama ‘Signore’; com’è egli dunque suo figlio?” (Luca 20:41-44) Parlando per mezzo dello spirito di Dio l’apostolo Pietro disse che questo Salmo 110 fu adempiuto da Gesù Cristo, il quale fu risuscitato dai morti ed esaltato alla destra di Dio per divenire il suo unto Re del nuovo mondo. Questo Unto di Geova è colui contro il quale le nazioni di questo mondo hanno tumultuato sin dal 1914, e i re si sono schierati e gli alti funzionari si sono ammassati come un solo uomo; ma non riusciranno mai ad ostacolare il suo regno di mille anni sul genere umano.
9. Nel giorno della sua risurrezione in che modo Gesù mostrò che i Salmi erano profetici?
9 La sera del giorno in cui fu risuscitato dai morti per divenire il Signore di Davide in cielo, Gesù si manifestò improvvisamente ai suoi discepoli in una stanza a Gerusalemme. Egli dimostrò loro chiaramente che era il Gesù che era stato ucciso su un palo di tortura solo tre giorni prima. Quindi per confermare sia l’ispirazione che l’elemento profetico dei Salmi egli “disse loro ‘Queste sono le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi, che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi dovevano adempiersi’. Allora aprì del tutto le loro menti perché afferrassero il significato delle Scritture, e disse loro: ‘Così è scritto che il Cristo avrebbe sofferto e che sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e in base al suo nome il ravvedimento per il perdono dei peccati sarebbe stato predicato in tutte le nazioni; cominciando da Gerusalemme, voi dovete essere testimoni di queste cose’”. — Luca 24:44-48.
10. In armonia con ciò, che cosa si può dimostrare riguardo a Gesù nel libro dei Salmi, ma che cosa potrebbe includere l’espressione “Salmi”?
10 In armonia con ciò, si può forse dimostrare nei Salmi che Gesù Cristo doveva soffrire, morire ed essere risuscitato dai morti e quindi far proclamare il suo nome a tutte le nazioni come mezzo di salvezza dai loro peccati? Sì, nel solo libro dei Salmi. Ma si deve precisare che Gesù divise le antiche Scritture Ebraiche in tre sezioni, ossia, “la legge di Mosè”, “i Profeti” e “i Salmi”. Il libro dei 150 Salmi fu il primo libro nella sezione conosciuta come gli Scritti Sacri o Agiografi, composti da tredici libri. Pertanto l’intera terza sezione veniva chiamata i Salmi, per abbreviare. Tuttavia, vogliamo ora considerare particolarmente l’ispirato libro dei 150 Salmi.
11. Chi seguì l’esempio di Gesù nel citare i Salmi, e quindi che cosa sono i Salmi piuttosto che semplice poesia sentimentale e commovente?
11 I dodici apostoli di Gesù e gli altri discepoli seguirono l’esempio di Gesù citando frequentemente il libro dei Salmi. Nei ventisette libri delle Scritture Greche Cristiane, da Matteo ad Apocalisse, gli otto ispirati scrittori cristiani citarono brani di 103 dei 150 Salmi,a ossia dal Secondo Salmo al 149º Salmo. I Salmi non sono dunque semplice poesia sentimentale e commovente. Sono storici, sono anche profetici, sono una guida per le preghiere e le lodi del Cristiano, e sono una guida per l’opera del Cristiano nel servizio di Dio. Sono una parte importante di “tutta la Scrittura” che è “ispirata da Dio e utile a insegnare, a rimproverare, a mettere le cose a posto, a disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente capace, del tutto fornito per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:16, 17.
LA SUPREMA CONTESA RISPETTO A DIO
12. Perché sorse la controversia suprema dinanzi a tutto l’universo, e in che modo i Salmi 90 e 91 parlano di questa controversia?
12 In modo rimarchevole il libro dei Salmi si riferisce all’intero programma di avvenimenti sin dalla creazione dei cieli e della terra, durante i millenni dell’esistenza dell’uomo e fino ai nostri giorni e in seguito per la risoluzione della suprema contesa dinanzi a tutto l’universo. Questa importantissima contesa è la sovranità universale dell’unico Dio, il cui nome è Geova. Tale contesa o controversia si sollevò a causa dell’entrata del peccato fra gli uomini. Il salario di tale peccato è la morte al genere umano e un ritorno alla polvere della terra. Richiamando l’attenzione su ciò, il salmo scritto dal profeta Mosè dice: “O Geova, tu stesso sei stato per noi una vera dimora di generazione in generazione. Prima che i monti stessi fossero nati, o che tu procedessi a dar origine, come con dolori di parto, alla terra e al paese produttivo, infatti da tempo indefinito a tempo indefinito tu sei Dio. Tu fai ritornare l’uomo mortale in materia schiacciata e dici ‘Ritornate, voi figli degli uomini’. Poiché mille anni sono agli occhi tuoi solo come il giorno di ieri quando è passato e come una veglia durante la notte. Tu li hai spazzati via; diventano un semplice sonno”. (Sal. 90:1-5 e la soprascritta) I primi due versetti del successivo salmo parlano di questo Eterno, chiamandolo l’Altissimo, l’Onnipotente, Geova e Dio. A sostegno della sua parte nella suprema contesa, i Salmi chiamano Geova Dio anche il Sovrano Signore.
13. Come Sovrano Signore che cosa può fare per i suoi sostenitori, e in che modo senza pregiudizio i Salmi non fanno alcun tentativo di nasconderne il nome, i titoli e la sovranità?
13 Poiché egli è il Sovrano Signore, il Sovrano universale, può proteggere e preservare coloro che sostengono la sua sovranità universale. Il re Davide come salmista disse: “O Geova, Sovrano Signore, forza della mia salvezza, tu hai coperto il mio capo nel giorno della potenza armata”. “I miei occhi sono verso te, o Geova, Sovrano Signore. In te ho preso rifugio. Non esporre l’anima mia”. (Sal. 140:7; 141:8) “Il [vero] Dio è per noi un Dio di atti liberatori, e a Geova, al Sovrano Signore, appartengono le vie di uscita dalla morte”. “Ma in quanto a me, accostarmi a Dio è il mio bene. Nel Sovrano Signore, Geova, ho posto il mio rifugio, per dichiarare tutte le tue opere”. (Sal. 68:20; 73:28; 69:6; 109:21) Senza alcun pregiudizio e tentativo di nascondere il nome personale di Dio, per 848 volteb il libro dei Salmi lo chiama col suo nome Geova, quarantatré volte lo chiama col suo nome abbreviato Iah, e 475 volte lo chiama col suo titolo di Dio o Elohìm. In Salmo 50:1 leggiamo: “Il Divino, Dio, Geova, ha parlato egli stesso”. In Salmo 103:20-22 la sua sovranità o dominazione in cielo e sulla terra è data come ragione di emanare questo comando: “Benedite Geova, o voi angeli suoi, potenti di forza, eseguendo la sua parola, ascoltando la voce della sua parola. Benedite Geova, voi tutti i suoi eserciti, voi ministri suoi, facendo la sua volontà. Benedite Geova, voi tutte le opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio. Benedici Geova, o anima mia”.
14. Qual è per noi la conseguenza della parte empia sostenuta da Adamo ed Eva nella controversia, e perché fu necessario che Dio provvedesse un sacrificio adeguato?
14 Quando Adamo ed Eva sostennero la parte empia della controversia riguardo alla sovranità universale di Geova Dio, si tirarono addosso la sentenza di morte, in modo che tutti noi siamo nati imperfetti e sotto la condanna di morte. Nel suo dolore per aver commesso un grave peccato, il salmista Davide pregò Dio: “Ecco! con errore io fui generato con dolori di parto, e nel peccato mi concepì mia madre. Purificami dal peccato con l’issopo, affinché sia puro; lavami, affinché diventi più bianco perfino della neve”. (Sal. 51:5, 7) A quel tempo il re Davide e gli altri adoratori offrivano sacrifici animali a Geova Dio per il peccato, ma il salmista fu ispirato a dire che le vittime animali, come quelle che i ricchi potevano comprare e offrire in abbondanza, non potevano veramente togliere il peccato e sollevare il genere umano dalla condanna di morte: “Nemmeno uno di loro può in alcun modo redimere perfino un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui; (e il prezzo di redenzione della loro anima è così prezioso che è cessato a tempo indefinito) perché debba ancora vivere per sempre [e] non veder la fossa. Poiché egli vede che perfino i sapienti muoiono”. (Sal. 49:7-10) Per questa ragione fu necessario che il Sovrano universale provvedesse un perfetto sacrificio umano per tutto il genere umano. Come?
15. Come provvide Dio il perfetto sacrificio umano, e consapevole di che cosa Gesù presentò se stesso come adeguato sacrificio?
15 Il Sovrano Signore universale mandò dal cielo il suo unigenito Figlio perché nascesse quale creatura umana con un corpo perfetto e divenisse il Messia o Unto di cui i Salmi parlano profeticamente. Questo celeste Figlio di Dio nacque diciannove secoli fa nella famiglia reale del re Davide, non in un glorioso palazzo, bensì in una stalla nella città nativa di Davide, a Betlemme. Pertanto il suo letto fu una mangiatoia. Fu chiamato Gesù, nome che significa “Geova è la salvezza”, e con questo nome egli avrebbe salvato il suo popolo, i Cristiani, dai loro peccati. (Matt. 1:20, 21) Non c’è da meravigliarsi che egli dicesse ripetutamente di esser venuto nel nome del Padre suo. All’età di trent’anni fu battezzato nelle acque del fiume Giordano, non per simboleggiare che fosse un peccatore ma come segno davanti a Dio, ai santi angeli e a Giovanni il Battezzatore che egli si dedicava al più grande servizio di Dio il Padre. Subito dopo questo battesimo Dio unse Gesù di spirito santo dal cielo e in tal modo al nome di Gesù fu aggiunto il titolo “Cristo” o Unto; divenne Gesù Cristo. Il perfetto Gesù sapeva che i sacrifici animali dei Giudei non erano equivalenti al valore di un uomo e non potevano essere dunque il prezzo di redenzione per il genere umano; il loro sangue non poteva togliere i peccati del genere umano. Per questa ragione Gesù, rendendosi conto della propria perfezione umana, presentò se stesso come sacrificio adeguato.
16. Con questo, quali parole del Salmo 40 Gesù adempiva, e che cosa significava questa dichiarazione a suo riguardo?
16 Nel far ciò Gesù adempiva le parole di Salmo 40:6-8: “Il sacrificio e l’offerta tu non hai gradito; queste mie orecchie tu hai aperte [ma tu mi hai preparato un corpo]. L’olocausto ed il sacrificio per il peccato tu non hai richiesto. Quindi, io ho detto: ‘Eccomi, sono venuto, come nel rotolo del libro è scritto di me. Fare la tua volontà, o mio Dio, è la mia delizia, e la tua legge è nel mio intimo’”. (Nota in calce; Ebr. 10:5-10) Ciò significava che Gesù doveva morire senza peccato, come sacrificio, per sempre rinunciando in tal modo al perfetto corpo umano che Geova Dio aveva miracolosamente preparato per lui. Egli doveva usare quel sacrificio, non riprenderselo.
17. In che modo Gesù doveva morire, secondo il Salmo 22?
17 Secondo i Salmi e anche altre scritture profetiche, era stabilito come Gesù doveva morire. No, non sull’altare del tempio di Geova in Gerusalemme; questo non fu per i sacrifici umani. Ma su un palo di tortura, e inchiodato ad esso con le mani e i piedi. Come Salmo 22:16 profetizzò di Gesù: “I cani mi hanno circondato; l’assemblea dei malfattori mi ha accerchiato. Come un leone [sono] alle mie mani e ai miei piedi [Mi hanno forato le mani e i piedi]”. — Nota in calce.
18. Quali altri adempimenti dei Salmi 22 e 69 indicano Gesù come il Messia preannunciato?
18 Mentre leggiamo il resto del Salmo 22 alla luce del suo ulteriore adempimento possiamo sentire come i nemici che cospirarono di farlo inchiodare al palo di tortura lo schernirono, dicendo: “Egli confidò in Geova. Gli provveda Lui la liberazione! Lo salvi, giacché gli vuol bene!” Possiamo vedere i soldati romani mentre strappano a Gesù le vesti prima di inchiodarlo al palo, tirando a sorte per impadronirsi del suo abito intimo: “Spartiscono fra loro le mie vesti, e sul mio abito gettano la sorte”. Possiamo udire Gesù poco prima di morire ripetere le parole di Salmo 22:1: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai lasciato? [Perché te ne stai] lontano dal salvarmi, [dalle] parole del mio ruggito?” E mentre dà l’ultimo respiro e un soldato romano gli trafigge il fianco con una lancia facendone subito scorrere sangue e acqua, vediamo adempiersi le parole: “Come acqua io sono stato versato, e tutte le mie ossa sono state separate le une dalle altre. Il mio cuore è divenuto come cera; si è squagliato in mezzo alle mie viscere. Il mio potere si è disseccato come un frammento di terracotta, e la mia lingua si attacca alle mie gengive, e nella polvere della morte tu mi distendi”. (Sal. 22:8, 14, 15, 18; Matt. 27:43, 46; Giov. 19:23, 24) Perfino il fiele che avevano cercato di fargli bere, e l’aceto col quale i soldati gli bagnarono la bocca per saziargli la sete, furono predetti: “L’obbrobrio stesso mi ha spezzato il cuore e [la ferita] è inguaribile. E continuavo a sperare che qualcuno avesse pietà ma non vi fu, che vi fossero consolatori ma non ne trovai. Anzi per cibo [mi] diedero una pianta velenosa, e per la mia sete cercarono di farmi bere aceto”. (Sal. 69:20, 21; Giov. 19:28-30) Tali adempimenti rivelano Gesù come il Messia preannunciato!
19. Come predisse Geova nei Salmi la risurrezione di Gesù, e come adempì tale profezia?
19 Ma Gesù morto non avrebbe servito a rivendicarlo come Figlio di Dio fedele fino alla morte né a rivendicare Geova Dio come Sovrano Signore universale con ogni potere e dominio. Avendo questo in mente, Geova predisse nei Salmi che Gesù sarebbe stato risuscitato dai morti. Il morto Gesù fu seppellito in una vicina tomba in una roccia e così la sua anima, che egli aveva esposta alla morte, andò allo Sceol o comune tomba del genere umano. Ma Gesù morì con piena speranza in una risurrezione e la sua speranza è espressa in Salmo 16:8-11: “Io ho continuamente posto Geova dinanzi a me. Perché [egli] è alla mia destra io non mi farò smuovere. Perciò il mio cuore si rallegra e la mia gloria è incline ad essere gioiosa. Inoltre, la mia stessa carne dimorerà in sicurezza. Poiché tu non lascerai l’anima mia nello Sceol. Non permetterai che il tuo uomo di amorevole benignità veda la fossa. Tu mi farai conoscere il sentiero della vita. Pienezza di gioia è con la tua faccia; vi sono delizie alla tua destra per sempre”. Affinché questa ed altre profezie dei Salmi fossero adempiute, Geova Dio sconfisse il tentativo del Diavolo di ostacolarlo e risuscitò Gesù dai morti, liberandolo dallo Sceol il terzo giorno. Dio lo premiò con un corpo spirituale al posto del sacrificato corpo umano, onde conoscesse di nuovo il sentiero della vita e le delizie alla destra di Dio per sempre. — Atti 2:22-31.
LA CONGREGAZIONE E IL PATTO DEL REGNO
20. Quale opera predetta nel Salmo 40:8-10 doveva compiere Gesù sulla terra, come divenne un pastore e chi egli, a sua volta, riconobbe come suo pastore?
20 Ma prima di terminare la sua vita terrena Gesù aveva un’opera da compiere. La sua opera era di far conoscere il nome e la sovranità del solo vero Dio, di divenire il principale testimone di Geova, di riunire intorno a lui una congregazione di discepoli, fratelli spirituali, che avrebbero sviluppato e terminato sulla terra l’opera di testimonianza del Regno che egli aveva cominciata. Questa fu una parte della volontà di Geova per Gesù, come predisse Salmo 40:8-10: “Fare la tua volontà, o mio Dio, è la mia delizia, e la tua legge è nel mio intimo. Ho annunciato la buona notizia della giustizia nella grande congregazione. Ecco! non trattengo le mie labbra. O Geova, tu stesso lo sai bene. La tua giustizia non l’ho celata dentro il mio cuore. La tua fedeltà e la tua salvezza io le ho dichiarate. Non ho nascosto la tua amorevole benignità e la tua veracità nella grande congregazione”. Conformemente a questa profezia che fu scritta di lui nel rotolo della Bibbia di Dio, Gesù radunò intorno a sé dodici apostoli ed altri discepoli. Per questo “piccolo gregge” egli fu il Giusto Pastore di Geova. Ma egli stesso fu “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” e quindi, come il salmista Davide, poteva dire a Dio suo Padre: “Geova è il mio Pastore. Nulla mi mancherà. In pascoli erbosi egli mi fa giacere; presso luoghi di riposo con molta acqua egli mi conduce”. — Sal. 23:1, 2.
21. Quale confessione pubblica egli fece riguardo ai suoi Seguaci, e come questo fu predetto nel Salmo 22?
21 In questa sua opera di predicazione Gesù si fece accompagnare da molti suoi discepoli per addestrarli in vista del loro futuro ministero. Egli non ebbe vergogna di chiamarli suoi fratelli in senso spirituale. Questo fu predetto dalle seguenti parole di Salmo 22:22: “Io dichiarerò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo alla congregazione io ti loderò”. (Ebr. 2:11, 12) Quando qualcuno nella grande folla disse che sua madre e gli altri figli di lei volevano venire a parlargli, egli additò i suoi discepoli e disse: “Ecco! la mia madre e i miei fratelli!” Il giorno della sua risurrezione egli apparve a Maria Maddalena e le disse: “Va’ dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”. — Matt. 12:46-50; Giov. 20:17.
22. Quale patto annunciò Gesù nel celebrare il pasto serale del Signore, e come fu predetto ciò nel Salmo 50?
22 A questi fedeli discepoli Gesù fece conoscere il promesso nuovo patto che doveva sostituire il vecchio patto della legge che il profeta Mosè aveva presentato ad Israele come mediatore di Geova. Quando Gesù parlò del nuovo patto, durante la sua ultima cena con i suoi apostoli, prima della sua morte egli si riferiva al nuovo patto che doveva essere concluso in base al suo proprio sacrificio umano e che fu predetto in Salmo 50:4, 5: “[Dio] chiama i cieli di sopra e la terra onde eseguire giudizio sul suo popolo: ‘Radunatemi i miei uomini di amorevole benignità, quelli che concludono il mio patto mediante sacrificio’”.
23. Quale immeritata benignità dovevano ricevere i credenti mediante questo nuovo patto che li avrebbe resi felici, e con questo patto chi è radunato dalle nazioni?
23 Mediante questo nuovo patto essi dovevano ricevere l’effettivo perdono dei loro peccati in virtù della loro fede nel sacrificio umano per mezzo del quale il patto fu messo in vigore, rendendoli così il popolo più felice della terra. Come Davide predisse in Salmo 32:1, 2: “Felice colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto. Felice l’uomo a cui Geova non imputa errore, e nel cui spirito non vi è alcun inganno”. (Rom. 4:5-8; Ger. 31:31-34) Mediante questo patto noi siamo separati da tutte le nazioni mondane per divenire un popolo per il nome di Geova, ossia, i felici e giusti testimoni di Geova. (Atti 15:14) In questi ultimi giorni il rimanente di quelli su cui Geova ha conferito la sua amorevole benignità è stato radunato presso lui per servire come testimoni del suo regno a tutte le nazioni di tutta la terra abitata.
24. A quale proposito serve il Regno e chi doveva concepire l’idea di un patto del Regno, e parlano forse anche di ciò i Salmi?
24 Nella grandiosa disposizione di Geova il Regno serve al proposito più importante. È il mezzo speciale mediante il quale Geova rivendicherà la sua posizione come universale Sovrano Signore. In questo regno egli ha sul trono un suo rappresentante, uno che egli unge per essere Re. Poco dopo il diluvio dei giorni di Noè Geova scelse sulla terra un re che prefigurò il Suo unto Re del nuovo mondo. Egli si chiamava Melchisedec, ed era re della città di Salem e allo stesso tempo sacerdote dell’Altissimo Dio. Nessuna creatura in cielo o sulla terra avrebbe potuto disporre di farsi re del nuovo mondo. Fu Geova che dovette concepire l’idea di tale re e stabilire un patto o solenne accordo con colui che avrebbe scelto per essere re. Gesù Cristo è colui che Geova ha unto per essere re, e col quale ha fatto il patto speciale per il regno dei cieli. Dato che Gesù dimostrò ai suoi discepoli che i Salmi avevano molto da dire di lui profeticamente, troviamo forse alcuni salmi che parlano del patto del Regno e di Melchisedec? Sì. Geova scelse la famiglia del re Davide come quella mediante la quale il Messia, l’unto Re del nuovo mondo, sarebbe venuto. Quindi Geova fece con Davide un patto per un regno permanente.
25. In che modo Etan l’Ezraita si rivolse a Dio in base al patto del Regno nel Salmo 89?
25 Nel Salmo 89 Etan l’Ezraita fa un appello a Geova Dio in relazione con questo patto del regno; egli cita le seguenti parole di Geova: “Ho concluso un patto col mio eletto; ho giurato a Davide, mio servitore: ‘Fino a tempo indefinito io stabilirò fermamente la tua progenie, ed edificherò il tuo trono di generazione in generazione’. Egli stesso m’invocherà: ‘Tu sei il mio Padre, il mio Dio e la Rocca della mia salvezza’. Inoltre io stesso lo costituirò il primogenito, il più eccelso dei re della terra. A tempo indefinito io conserverò la mia amorevole benignità verso di lui, e il mio patto gli sarà fedele. E io stabilirò certamente la sua progenie per sempre e il suo trono come i giorni del cielo. Non profanerò il mio patto, e non muterò l’espressione uscita dalle mie labbra. Una volta ho giurato nella mia santità, a Davide non dirò menzogne. La sua stessa progenie sussisterà fino a tempo indefinito e il suo trono come il sole davanti a me. Come la luna essa sarà fermamente stabilita a tempo indefinito e sarà un fedele testimone nei cieli”. — Sal. 89:3, 4, 26-29, 34-37.
26. Come il salmista rammenta a Geova il patto del Regno nel Salmo 132, e perché Geova non si trarrà indietro da ciò che giurò a Davide molto tempo fa?
26 Anche un altro salmista, probabilmente il re Ezechia, insediato sul trono di Davide, rammenta a Geova Dio il suo patto del regno, dicendo: “Per amor di Davide tuo servitore, non respingere la faccia del tuo unto. Geova ha giurato a Davide, veramente egli non se ne trarrà indietro: ‘Io porrò sul tuo trono il frutto delle tue viscere. Se i tuoi figli manterranno il mio patto e le mie memorie che io insegnerò loro, anche i loro figli sederanno per sempre sul tuo trono’. Poiché Geova ha scelto Sion; egli l’ha desiderato come dimora per se stesso:’. . . Quivi farò crescere il corno di Davide. Ho preparato una lampada per il mio unto. I suoi nemici li vestirò di vergogna, ma su di lui fiorirà la sua corona’”. (Sal. 132:10-18) Dato che il Regno è il potente mezzo mediante il quale Geova ha scelto di rivendicare la sua sovranità universale, come potremmo perfino pensare che Geova potesse ritirare ciò che ha solennemente giurato al re Davide sebbene ciò sia avvenuto trenta secoli fa! Egli è un Dio che mantiene fedelmente il suo patto.
27. Con chi poi Geova fece un patto del Regno, e con chi costui fece un patto per lo stesso regno?
27 Nell’adempiere questo patto del regno egli mise il suo Figlio Gesù Cristo sulla terra come discendente del re Davide, e con Gesù egli fece un patto non solo per il regno della terra ma anche per il regno dei cieli. Per questa ragione, la notte prima di morire come testimone di questo regno, Gesù disse ai suoi fedeli apostoli: “Voi siete quelli che hanno persistito con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il padre mio ha fatto un patto con me, per un regno”. (Luca 22:28, 29) Per questa ragione Gesù avrà la sua congregazione di fratelli, unti con lo stesso spirito di Dio, come coeredi del regno dei cieli.
28. Come Gesù fu esaltato più dei re terreni?
28 Fu profetizzato che Gesù sarebbe stato esaltato più di qualsiasi re terreno, sì, più dello stesso re Davide. In tal modo, sebbene figlio di Davide, egli sarebbe divenuto il Signore di Davide. Poteva divenire il Signore di Davide solo divenendo un Re celeste, alla destra di Dio nei cieli. Sarebbe divenuto un sacerdote per Davide, e poiché Davide fu soltanto un re ma non un sacerdote, Gesù sarebbe divenuto ancora maggiore di Davide; sarebbe divenuto un Re-Sacerdote simile all’antico Melchisedec, re di Salem.
29. In che modo Gesù richiamò l’attenzione su questi fatti per far tacere i suoi nemici, e come anche Pietro si riferì a ciò nel giorno della Pentecoste?
29 Richiamando l’attenzione su questi fatti Gesù fece tacere i suoi nemici. Citò loro il Salmo 110, in cui il re Davide profeticamente chiamò Gesù Cristo il suo Signore, dicendo: “L’espressione di Geova al mio Signore è: ‘Siedi alla mia destra finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello per i tuoi piedi’. La verga della tua forza Geova manderà da Sion: ‘Domina in mezzo ai tuoi nemici’. Geova ha giurato (ed egli non se ne pentirà): ‘Tu sei sacerdote a tempo indefinito secondo la maniera di Melchisedec!’ Geova stesso alla tua destra certamente frantumerà dei re nel giorno della sua ira”. (Sal. 110:1, 2, 4, 5; Matt. 22:41-45) Per rispondere a questo invito rivolto a Gesù a sedere alla destra di Dio e a questo giuramento di rendere Gesù quivi seduto, un re eterno simile a Melchisedec, Geova risuscitò Gesù dalla morte il terzo giorno affinché ascendesse ai cieli invisibili. Il quarantesimo giorno dopo di ciò i suoi discepoli sul monte degli Ulivi lo videro salire al cielo, a suo Padre. Dieci giorni più tardi nel giorno della Pentecoste l’apostolo Pietro predicò a più di 3.000 Ebrei e citò il Salmo 110, dando loro le prove che Gesù era, quel giorno, nel cielo alla destra di Geova come Signore di Davide e come Cristo. — Atti 2:32-36.
IL REGNO È IN ATTO
30. Perché questi avvenimenti di diciannove secoli fa non sono così remoti da non influire oggi su di noi?
30 Ma ciò avvenne più di millenovecento anni fa! Che importanza ha per noi oggi? Come potrebbe ciò interessarci in questa èra di bombe all’idrogeno e di guerra nucleare? Noi uomini non dovremmo pensare che tutto questo sia troppo remoto nel passato per essere oggi di qualche importanza o valore per noi. Diciannove secoli potrebbero sembrarci un tempo molto, molto lungo, ma per Geova Dio, che è senza principio e senza fine e quindi considera mille dei nostri anni come un solo giorno, millenovecento anni sono meno di due giorni. Più che mai sin dall’anno 1914 la condotta di tutte le nazioni richiede la definizione della suprema contesa, la rivendicazione della sovranità di Geova sulla terra come anche in cielo. A tal fine vi è la presente necessità del regale governo del suo Re simile a Melchisedec.
31. In che modo è venuto questo regno dal 1914, e come ha dominato in mezzo ai nemici di Cristo?
31 Questo regno è ora venuto per sostenere la parte di Geova nella contesa della sovranità universale. Il regno nacque in cielo nel 1914 in adempimento del giuramento fatto da Geova al Signore di Davide. In quell’anno terminò per Gesù il periodo di tempo stabilito per star seduto alla destra del Padre celeste. Quindi nel 1914 era giunto per Geova il tempo di cominciare a fare dei nemici di Cristo lo sgabello per i suoi piedi. Era venuto per Geova il tempo di mandare la verga della forza di Cristo dalla Sion celeste con il comando: “Domina in mezzo ai tuoi nemici”. Al tempo preciso nel 1914 Geova Dio fedelmente compì queste azioni. Il suo regno mediante Cristo è ora in atto. A causa della sua condotta Satana il Diavolo e tutti i suoi demoni si trovano oggi cacciati dal cielo e confinati nelle vicinanze di questa terra in attesa del tempo non troppo lontano in cui Geova stesso, alla destra del suo unto Re, frantumerà i re nemici della terra nel giorno della rivendicazione della sua sovranità universale.
32. Perché questo è un giorno di opera e testimonianza insolita per la congregazione dei fratelli di Cristo?
32 Questo è conformemente un giorno di opera insolita per la congregazione dei fratelli di Cristo sulla terra. Questo è giorno di insolita testimonianza mediante gli unti testimoni del Sovrano universale. È il giorno predetto da Gesù Cristo per la predicazione della buona notizia dell’istituito regno di Dio a tutti gli abitanti della terra per una testimonianza a tutte le nazioni prima che giunga loro la fine nella “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”. Acclamino tutti questo giorno, poiché è il giorno per adempiere i divini comandi del Salmo 96: “Cantate a Geova un nuovo cantico. Cantate a Geova, [voi uomini di] tutta la terra. Cantate a Geova, benedite il suo nome. Annunciate di giorno in giorno la buona notizia della sua salvezza. . . . Dite fra le nazioni: ‘Geova stesso è divenuto re’”. E il successivo salmo dice ai popoli nelle nazioni grandi e piccole di gioire perché Geova ha fatto nascere il suo regale governo, dicendo: “Geova stesso è divenuto re! Gioisca la terra. Si rallegrino le molte isole. Poiché tu, o Geova, sei l’Altissimo su tutta la terra; tu hai reso la tua ascesa sommamente elevata sopra tutti gli altri dèi”. (Sal. 97:1, 9) Siamo veramente saggi se ci rallegriamo in fede per l’istituzione del regno di Dio invece di rattristarci per l’imminente sterminio dei regni di questo empio mondo.
33. Che cosa fanno coloro che ne gioiscono, e qual è il risultato della loro attività?
33 Che cosa fanno coloro che si rallegrano? Principalmente sin dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918 essi adempiono il Salmo 145:10-13: “Tutte le tue opere ti celebreranno, o Geova, e i tuoi uomini di amorevole benignità [la congregazione di quelli nel patto del regno] ti benediranno. Intorno alla gloria del tuo regno essi parleranno, e la tua potenza narreranno, per rendere noti ai figli degli uomini i suoi prodigi e la gloria dello splendore del suo regno. Il tuo regno è un regno di tutti i tempi indefiniti, e il tuo dominio è attraverso tutte le successive generazioni”. Questo parlare intorno alla gloria del regno di Geova mediante tutti i numerosi mezzi di predicazione non è stato inutile. Già centinaia di migliaia di figli degli uomini ai quali la gloria dello splendore del regno di Geova è stata resa nota in più di cento lingue hanno creduto e accettato il messaggio del Regno e ne gioiscono. Inoltre avendo fede in esso, agiscono adempiendo la preghiera del salmista: “La lode di Geova la mia bocca dirà, e benedica ogni carne il suo nome santo a tempo indefinito, per sempre”. (Sal. 145:21) Anch’essi sono divenuti testimoni del regno di Geova.
34. In che modo la classe della sposa di Cristo è figlia del Re, e chi si unisce a lei mentre si avvicina il giorno delle sue nozze?
34 Con linguaggio dilettevole il libro dei Salmi parla di questi gioiosi compagni del rimanente degli eredi del Regno che predicano. Il rimanente costituisce gli ultimi membri rimasti sulla terra della classe raffigurata come sposa di Cristo. Questi sono stati generati o prodotti da Geova Dio per mezzo del suo spirito vivificante e quindi sono divenuti una figlia del grande Re dell’eternità, Geova, il Sovrano universale. Ora che il regno del diletto Figlio di Dio, il loro Sposo, è stato istituito, si avvicina il tempo del loro matrimonio con lui nella “prima risurrezione”. Ora che il rimanente della classe della sposa si avvicina al giorno delle nozze parla con tutti gli amanti del governo divino del loro Sposo, il quale è stato fatto Re alla destra di Geova in cielo. Mentre vivono in questo mondo fino alla loro finale unione con lo Sposo si associano ad essi compagni di buona volontà che vogliono divenire sudditi del loro Sposo e Re. Questi diventano damigelle del rimanente.
35. Come il Salmo 45 descrive queste compagne della sposa, e in che senso sono ora nel palazzo del re?
35 Il Salmo 45:13-15 descrive sia la classe della sposa che le damigelle con queste belle parole: “La figlia del re è tutta gloriosa dentro [la casa]; la sua veste è di broccato d’oro. In vesti ricamate ella sarà condotta al re. Le vergini nel suo sèguito come sue compagne sono condotte . . . con letizia e giubilo; esse entreranno nel palazzo del re”. Queste damigelle, come per dire, provenienti da tutte le nazioni furono quindi predette come una felice moltitudine di persone e oggi sono indicibilmente felici. Sono felici perché hanno il privilegio di recare ad altri la buona notizia del Regno nella stretta compagnia del rimanente della classe della sposa. Sono nel palazzo del Re universale, Geova, perché sono ora presso il suo tempio spirituale, rendendogli quivi sacro servizio continuamente.
36. In che modo si è adempiuto su di loro Salmo 22:27, 28?
36 Questa grande folla di damigelle proviene dalle estremità della terra fino alle quali il messaggio del Regno è stato predicato, e appartiene a tutte le famiglie delle nazioni, essendo Dio imparziale verso tutte. Queste persone hanno conosciuto il nome di Geova e rigettando i falsi dèi di nomi diversi, adorano Geova come Dio e lo servono come legittimo Re. Esse adempiono il Salmo 22:27, 28: “Tutte le estremità della terra ricorderanno e ritorneranno a Geova. E tutte le famiglie delle nazioni si prostreranno dinanzi a te. Poiché il regno appartiene a Geova ed egli domina le nazioni”.
LE FELICITÀ (BEATITUDINI)
37. Che cosa ci fornisce il libro dei Salmi per guidarci verso la felicità, com’è indicato nei Salmi 1 e 2?
37 Mentre le nazioni mondane continuano a tribolare nell’afflizione e nell’incertezza, e mentre marciano verso la loro distruzione nella guerra universale di Armaghedon, noi possiamo essere felici. Vogliamo essere felici? Possiamo esserlo. Come? Vi sono ventiquattro felicità o beatitudini nei Salmi che ci rivelano il segreto di poter essere felici in una felicità che non avrà mai fine. Per noi è istruttivo conoscere alcune di queste beatitudini! Lo stesso libro dei Salmi comincia con una beatitudine: “Felice l’uomo che non ha camminato nel consiglio degli empi, e nella via dei peccatori non si è fermato e sul banco degli schernitori non si è seduto. Ma il suo diletto è nella legge di Geova, e nella sua legge egli legge sottovoce giorno e notte”. (Sal. 1:1, 2) La beatitudine nel Secondo Salmo è tale che non solo i governanti mondani ma anche tutti noi sotto la minaccia di Armaghedon dovremmo ascoltare: “Servite Geova con timore e gioite con tremore. Baciate il figlio, onde Egli non si adiri e voi non periate [dalla] via, poiché l’ira sua divampa facilmente. Felici tutti quelli che prendono rifugio in lui”. — Sal. 2:11, 12.
38. Quale ulteriore felicità è descritta per noi nei Salmi 40, 41, 94, 112, 119?
38 Non possiamo sfidare Dio, dicendo menzogne su di lui ed essere felici. “Felice l’uomo abile che ha posto Geova come sua fiducia e che non ha rivolto la sua faccia alle persone che sfidano, né a quelle che si sviano dietro alle menzogne”. (Sal. 40:4) Coloro che conservano la felicità del dare saranno preservati durante Armaghedon: “Felice chi agisce consideratamente verso l’umile; nel giorno della calamità Geova gli provvederà la liberazione. Geova stesso lo proteggerà e lo preserverà in vita. Egli sarà dichiarato felice nella terra, e tu non potrai affatto consegnarlo al vivo desiderio dei suoi nemici”. (Sal. 41:1, 2, nota in calce) La correzione che dà Geova ha per risultato la nostra felicità: “Felice l’uomo abile che tu correggi, o Iah, e che ammaestri mediante la tua stessa legge, per dargli quiete dai giorni della calamità, finché per l’empio sia scavata una fossa”. (Sal. 94:12, 13) L’ubbidienza al comando di Dio reca una insolita felicità: “Felice l’uomo che teme Geova, nei cui comandamenti egli ha preso moltissimo diletto”. “Felici coloro che sono integri nella [loro] via, che camminano nella legge di Geova. Felici quelli che osservano le sue memorie; con tutto il cuore continuano a cercarlo”. — Sal. 112:1; 119:1, 2.
39. Che cosa intendono per felicità quelli che sono ricchi materialmente, ma invece che cosa dicono i testimoni di Geova?
39 I ricchi di beni materiali potranno vantarsi delle loro famiglie e dei loro possedimenti terreni e potranno quindi dire: “‘Felice il popolo per il quale è proprio [così]!’” Ma la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova che è ricca spiritualmente dice in modo opposto: “Felice il popolo il cui Dio è Geova!” (Sal. 144:12-15) “Felice colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è in Geova suo Dio, il Fattore dei cieli e della terra”. — Sal. 146:5, 6.
ALLELUIA
40. Che cosa dovremmo fare per essere uniti mentre ci avviciniamo al giorno della guerra di Geova, e quindi quale dovrebbe essere la nostra determinazione?
40 Per la nostra massima felicità ora e nel mondo avvenire i Salmi servono come nostra guida fedele riguardo a ciò che è oggi per noi la volontà di Dio. Mentre ci avviciniamo al giorno dei giorni in cui Geova farà cessare le guerre fino alle estremità della terra, frantumando gli armamenti dei nemici e causando stupendi avvenimenti sulla terra, dobbiamo mantenerci uniti come suo popolo e riunirci insieme il più possibile. “Ecco! quanto è buono e piacevole che i fratelli dimorino insieme uniti!” (Sal. 133:1) Per promuovere questa bontà e piacevolezza nel dimorare insieme unitamente dobbiamo valerci delle opportunità ed edificarci a vicenda come fratelli e conservi credenti. Ci raduniamo, non solo per lodare il Sovrano universale e il suo regno, ma anche per aiutarci l’un l’altro a lodarlo davanti alle persone di fuori che hanno bisogno di salvezza. Noi dovremmo prendere questa determinazione: “Quanto a me, camminerò nella mia integrità. Liberami e mostrami favore. Il mio piede certamente resterà fermo in luogo piano; fra le folle congregate io benedirò Geova”. (Sal. 26:11, 12) “Ti celebrerò nella grande congregazione; in mezzo ad un popolo numeroso ti loderò”. — Sal. 35:18.
41. Quale invito dobbiamo estendere alle persone di fuori, come indicano i Salmi 107 e 149?
41 Dobbiamo invitare le persone infelici, perplesse che si trovano di fuori in pericolo ad unirsi con noi nelle nostre gioiose e incoraggianti adunanze: “Celebrino Geova per la sua amorevole benignità e per le sue meravigliose opere verso i figli degli uomini. E lo esaltino nella congregazione del popolo, e nella sede degli anziani lo lodino”. (Sal. 107:31, 32) “Lodate Iah! Cantate a Geova un nuovo cantico, la sua lode nella congregazione degli uomini di amorevole benignità. Si rallegri Israele nel suo grande Fattore, i figli di Sion — gioiscano nel loro Re”. — Sal. 149:1, 2.
42. Come Geova ha separato il suo popolo dalle nazioni, conducendolo in un paese nuovo?
42 Oggi non dimoriamo tutti insieme in un paese per conto nostro, come l’Israele dell’antichità, vivendo isolatamente senza alcuna relazione con le nazioni fuori dei nostri confini. Invece, noi viviamo sparsi su tutta la terra in mezzo a popoli mondani, alle cui empie pratiche, credenze, presunzioni nazionalistiche e ambizioni dobbiamo resistere. Eppure Geova ha separato i suoi testimoni da questo mondo mediante la sua verità, che li rende liberi, e mediante la sua organizzazione sopra di essi affinché collaborino tutti insieme nel fare la sua unica volontà. In questo Suo giorno Geova ha formato la sua nazione dell’Israele spirituale, nazione non assoggettata a nessun’altra di questo mondo. Egli ha dato al suo popolo una posizione spirituale ai suoi occhi, una posizione teocratica non occupata da nessun altro popolo sulla terra, in modo che egli ha fatto nascere, per modo di dire, un “nuovo paese” in questo grande giorno di Geova per la dimora del suo popolo. Quivi egli ha condotto i figli spirituali della sua donna Sion, e quivi egli ha radunato presso di loro centinaia di migliaia di temporanei residenti di buona volontà.
43. Che cosa dobbiamo fare per apprezzare la nostra nazionalità spirituale, e quali benedizioni ne riceveremo?
43 Per apprezzare la nostra nazionalità spirituale, la nostra unità nazionale, dobbiamo riunirci regolarmente nelle nostre adunanze. Questo è il luogo appropriato per parlare del Dio che ci ha resi il suo popolo organizzato. Qui in mezzo e insieme ai nostri fratelli nella fede dovremmo esprimere la nostra gioia per Geova, che è divenuto il nostro Re sin dal 1914. La benedizione che ce ne deriva consiste nella crescita del nostro amore per lui, per il suo Cristo e per i nostri fratelli, e nel consolidarci nel vincolo che ci unisce tutti contro il mondo intero schierato contro Geova e contro noi, Suoi testimoni.
44. Che cosa ci è comandato di fare dopo le nostre adunanze e, secondo Salmo 68:11, 12, chi anche vi parteciperà?
44 Ci è comandato di uscire dalle nostre adunanze per rendere testimonianza e dare l’avvertimento per l’ultima volta a tutte le nazioni, che la loro fine totale avverrà ad Armaghedon. Per fede e alla luce della profezia, vediamo la Sua vittoria e possiamo rallegrarci per quello che tale vittoria porterà alla sovranità universale di Dio e alla benedizione di tutti quelli che lo amano e servono. Mentre ci rechiamo al nostro territorio per rendere testimonianza pubblicamente e di casa in casa, egli ci dà oggi il suo messaggio trionfante. Le donne, e non soltanto gli uomini che di solito combattono, devono unirsi a questa proclamazione trionfale. Salmo 68:11, 12 si è avverato a questo riguardo: “Geova stesso dà la parola; le donne che annunciano la buona notizia sono un grande esercito. Anche i re degli eserciti fuggono, fuggono. Quanto a lei che resta a casa, ella divide le spoglie”. Anche nelle nostre case dovremmo parlare delle nostre vittorie teocratiche nella predicazione della buona notizia del regno trionfante di Geova.
45. Dove è riportata per la prima volta l’espressione “Alleluia”, e quante volte ci è rivolto questo invito nei Salmi, indipendentemente dalla nostra età o dal nostro sesso?
45 Antivedendo la vittoria di Geova ad Armaghedon, come fece il salmista, possiamo unirci a lui nel dire: “I peccatori saranno recisi dalla terra, e quanto agli empi, essi non saranno più. Benedici Geova, o anima mia. Lodate Iah!” (Sal. 104:35) Qui per la prima volta è riportata quella sacra esclamazione ebraica, Alleluia! essendo il nome Iah la forma abbreviata di Geova. Noi che abbiamo oggi testimoniato la nascita del suo regno e che abbiamo provato sotto di esso tante benedizioni abbiamo ogni motivo di lodare Geova. In questa parte finale del libro dei Salmi, ventitré volte riceviamo questo invito a lodare: Alleluia! Tutti gli uomini oggi viventi sulla terra sono invitati a lodare il Sovrano universale, indipendentemente dall’incarico che occupano sulla terra, indipendentemente dalla loro età o dal loro sesso: “Lodate Geova dalla terra, . . . voi re della terra e voi tutti gruppi nazionali, voi principi e voi tutti giudici della terra, voi giovani e vergini, voi vecchi insieme con ragazzi. Lodino il nome di Geova, poiché il suo nome solo è eccelso e irraggiungibile. La sua dignità è al di sopra della terra e dei cieli. Ed egli innalzerà il corno del suo popolo, la lode di tutti i suoi uomini di amorevole benignità, dei figli d’Israele, il popolo a lui vicino. Lodate Iah [Alleluia]!” — Sal. 148:7-14, nota in calce.
46. Che cosa è per noi oggi tempo di fare secondo le cinque dossologie del libro dei Salmi?
46 Ci avviciniamo al compimento del tempo della fine di questo vecchio mondo e dei suoi regni. È definitivamente finito il tempo per lodare uomini e organizzazioni e istituzioni umane. Per tutti coloro che vogliono vivere è il tempo decisivo di lodare il nostro Creatore e il nostro Sovrano. È l’occasione importante per noi di ubbidire all’invito a benedirlo. Il libro dei Salmi è diviso in cinque parti mediante cinque dossologie o cinque dichiarazioni di benedizioni sull’unico vivente e vero Dio, Geova; la prima dossologia alla conclusione del Salmo 41, la seconda alla conclusione del Salmo 72, la terza alla conclusione del Salmo 89, la quarta alla conclusione del Salmo 106, e la quinta conclude l’intero libro dei Salmi. Infatti è l’intero Salmo 150. Ogni cosa nella distesa dei cieli e sulla terra è compresa nel suo invito a tutti ad unirsi per cantare un grande Alleluia. “Lodate Iah! Lodate Dio nel suo santuario. Lodatelo nella distesa della sua potenza. . . . Ogni cosa che respira — lodi Iah. Lodate Iah [Alleluia]!” — Sal. 150:1-6, nota in calce.
47. Che cosa richiede il Salmo 150, e quindi in che cosa dovremmo avanzare?
47 Ciò richiede ora, oggi, lode internazionale all’unico Dio. Questo esprime i pensieri dell’ispirato salmista riguardo a lui. Questi sono anche i nostri pensieri riguardo a lui che è degno di lode universale. Avanti dunque, con la comandata predicazione della buona notizia del Regno ai popoli di tutte le nazioni in una testimonianza finale, affinché i riconoscenti possano unirsi all’universale Alleluia in adempimento di questa profezia e innalzare la lode a Geova per sempre nel suo nuovo mondo!
[Note in calce]
a Si veda l’indice dei luoghi nel Novum Testamentum Graece, di D. Eberhard Nestle, Stuttgart, Germania.
b Questo comprende le quarantotto volte in cui i Soferim giudaici cambiarono l’antico testo ebraico in Adonai invece di Yehovàh, che la Traduzione del Nuovo Mondo ha riportato secondo l’originale.