-
Per essere felici, badate alle vostre compagnieLa Torre di Guardia 1979 | 15 giugno
-
-
Salmi
Per essere felici, badate alle vostre compagnie
I COMPAGNI possono esercitare una buona o una cattiva influenza. Sono molti coloro che ammettono che a causa degli amici hanno cominciato a drogarsi, fumare, o hanno preso una strada immorale. Facendo uno sforzo deciso per troncare le cattive amicizie e cercare invece la compagnia di persone di sani principi, altri sono riusciti a vincere abitudini nocive.
Quindi, se desiderate vera felicità e sicurezza, dovete evitare di frequentare chi non ama ciò che è giusto. Questo argomento è presentato con enfasi nella Bibbia. Nel libro dei Salmi, per esempio, leggiamo: “Felice l’uomo che non ha camminato nel consiglio dei malvagi, e non è stato nella via dei peccatori, e non si è seduto sul posto degli schernitori”. — Sal. 1:1.
Coloro che ignorano le vie di Dio non possono trovare la felicità. Come Padre amorevole, l’Altissimo ha dato solo quelle leggi che promuovono il benessere delle sue creature intelligenti. Quindi, felice è colui che rifiuta di adottare il “consiglio” degli empi come norma di vita. Respingendo fermamente il loro pensiero, è certo che ‘non starà nella via dei peccatori’. Ciò significa che non si troverà dove sono loro; non vuole la loro compagnia. Perciò, non si abbassa al loro livello, sedendo con loro e schernendo la santità.
Naturalmente, il giusto non può essere felice semplicemente conducendo una vita di proibizioni. No, egli prova vero piacere in cose edificanti, riempiendo la propria mente e il proprio cuore con ciò che è salutare. Il primo salmo continua: “Il suo diletto è nella legge di Geova, e lègge sottovoce nella sua legge giorno e notte”. (Sal. 1:2) Il giusto prova vero piacere soddisfacendo il suo sincero desiderio di conoscere la legge di Geova e applicandola. (Confronta Giacomo 1:25). Non passa giorno senza che presti attenzione a cose spirituali.
Come tutte le altre creature umane, i giusti hanno prove. Ma sono in grado di superarle felicemente proprio come un robusto albero resiste a venti relativamente forti. Il salmista paragonò appropriatamente l’uomo devoto a un forte albero piantato in un luogo ben irrigato e disse: “Per certo diverrà come un albero piantato presso corsi d’acqua, che dà il suo proprio frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce, e ogni cosa che fa riuscirà”. (Sal. 1:3) L’albero piantato presso un’inesauribile sorgente d’acqua non si seccherà in un periodo di siccità o al calore dell’estate, ma porterà frutto. Allo stesso modo, la forza dei giusti proviene da una fonte inesauribile, cioè Geova Dio. Con l’aiuto dello spirito di Dio, sono in grado di sopportare prove e difficoltà. Alla fine, riescono in tutto, perché il loro principale obiettivo è quello d’essere approvati servitori dell’Altissimo. Il calore dell’opposizione non li distoglie dalla propria risoluzione. Escono vittoriosi e approvati da Geova Dio.
Com’è diverso con i malvagi! Forse sembra che prosperino per un po’, ma non hanno sicurezza duratura. Il salmista continua: “I malvagi non sono così, ma sono come la pula che il vento sospinge. Perciò i malvagi non staranno nel giudizio, né i peccatori nell’assemblea dei giusti. Poiché Geova acquista conoscenza della via dei giusti, ma la medesima via dei malvagi perirà”. — Sal. 1:4-6.
Perciò i malvagi non sono più sicuri di quanto non lo sia la pula durante la spulatura. La pula è soffiata via mentre i granelli, più pesanti, cadono a terra. Allo stesso modo, i giusti rimangono, ma i malvagi sono soffiati via come pula priva di valore. Nel giudizio i malvagi non staranno in piedi come approvati, ma saranno condannati. Non troveranno posto fra i giusti. I noti peccatori non riusciranno a fingere d’essere nell’assemblea dei giusti.
La ragione per cui i malvagi non staranno in piedi come approvati da Geova Dio e non saranno annoverati fra i retti è che l’Onnipotente conosce la “via dei giusti”. Sì, egli approva la loro condotta e li ricompensa conformemente. La via dei giusti, perciò, rimane per sempre, ma quella dei malvagi perisce. Dato che i malvagi periscono, la loro via o condotta finisce con loro.
Il primo salmo ci incoraggia calorosamente a provare diletto nella legge di Dio mentre evitiamo la familiarità con quelli che non hanno nessun vero amore per l’Altissimo. Così saremo felici non solo per pochi anni, ma in eterno come leali servitori di Geova Dio.
-
-
L’approvazione di GeovaLa Torre di Guardia 1979 | 15 giugno
-
-
L’approvazione di Geova
Il fatto d’avere avuto un tempo il favore divino non è una garanzia che si continuerà ad essere approvati servitori di Geova. Gli israeliti, per esempio, furono liberati dalla schiavitù egiziana e portati nel paese di Canaan. Nondimeno, divenendo l’eletto popolo di Dio non si assicurarono una relazione immutabile con l’Altissimo. Quando si volsero all’idolatria e trascurarono in altri modi la legge di Geova, il fatto d’essere stati scelti da Geova per amore dei loro fedeli antenati perse il suo significato. Per mezzo del profeta Amos, l’Onnipotente dichiarò: “‘Non mi siete voi come i figli dei Cusiti, o figli d’Israele?’ è l’espressione di Geova. ‘Non trassi io lo stesso Israele fuori del paese d’Egitto, e i Filistei fuori di Creta, e la Siria fuori di Chir?’” — Amos 9:7.
Gli israeliti potevano vantarsi d’essere stati scelti da Dio. Ma per la loro infedeltà, non avevano agli occhi di Geova una reputazione migliore di quella dei cusiti. La loro circoncisione non aveva vero valore. Secoli dopo l’apostolo Paolo ribadì lo stesso punto, dicendo: “La circoncisione è infatti di beneficio solo se pratichi la legge; ma se sei trasgressore della legge, la tua circoncisione è divenuta incirconcisione”. — Rom. 2:25.
Allo stesso modo, il fatto che gli israeliti erano stati tratti fuori d’Egitto non assicurava loro che avrebbero continuato ad avere l’approvazione di Geova Dio. Nel caso degli infedeli israeliti, la meravigliosa liberazione dei loro antenati dall’Egitto non era una garanzia che avrebbero continuato ad avere il favore divino più di quanto non lo fosse il fatto che i filistei e i siri abitavano in zone diverse dai loro precedenti luoghi di dimora.
Questo sottolinea vigorosamente il fatto che l’approvazione di Dio non dipende da nazionalità, tribù o famiglia. Ha poco valore che si professi semplicemente d’essere servitori dell’Altissimo. Ciò che conta è il fare la volontà di Geova Dio.
-