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LabanoAusiliario per capire la Bibbia
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chiamato anche “La Torre di Guardia”. (Gen. 31:43-53) Dopo aver salutato i nipoti e le figlie, Labano tornò a casa, e nella Bibbia non si fa più menzione di lui. — Gen. 31:54, 55.
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LabbroAusiliario per capire la Bibbia
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Labbro
Essendo parte della bocca ed essendo molto importanti per formulare le parole, le “labbra” sono usate figurativamente per indicare il discorso o il linguaggio (Prov. 14:3; I Cor. 14:21) e a volte in parallelismi insieme a “lingua” (Sal. 34:13; Prov. 12:19) e a “bocca”. (Sal. 66:14; Prov. 18:7) Prima della confusione del linguaggio a Babele, “tutta la terra continuava ad avere una sola lingua [lett. ‘labbro’] e le stesse parole”. (Gen. 11:1, 6-9; con lo stesso significato si trova in Salmo 81:5 e Isaia 19:18). Per mezzo del profeta Sofonia Dio promise di dare “in cambio ai popoli una lingua [labbro] pura”, riferendosi evidentemente alla verità che sarebbe stata rivelata al suo popolo mediante Gesù Cristo. — Sof. 3:9; confronta Proverbi 12:19.
Le labbra non sono un’indicazione sicura di ciò che è nel cuore, poiché possono essere usate per pronunciare parole ipocrite. (Matt. 15:8) Tuttavia le labbra non possono nascondere a Dio la vera condizione del cuore (Ebr. 4:13), e finiranno per esprimere quello che c’è nel cuore. — Prov. 26:23-26; Matt. 12:34.
Mosè voleva esimersi dal parlare davanti al faraone perché era “incirconciso di labbra”, come se le sue labbra fossero ricoperte da un involucro cutaneo o prepuzio e quindi fossero troppo lunghe e spesse per parlare con facilità. Può darsi che avesse qualche difetto di pronuncia. (Eso. 6:12, 30) Isaia, quando fu chiamato da Geova, desiderava prestare servizio, ma era preoccupato pensando di essere un uomo finito perché, lui impuro di labbra, aveva visto Geova in visione senza essere all’altezza di portare il puro messaggio di Dio. Geova allora fece purificare le labbra di Isaia. — Isa. 6:5-7; confronta Giovanni 15:3; Isaia 52:11; II Corinti 6:17.
La profezia di Osea incoraggiava gli israeliti a offrire a Geova “i giovani tori” delle loro labbra, cioè sacrifici di sincera lode. (Osea 14:2) Lo scrittore cristiano di Ebrei allude a questa profezia nell’esortare i compagni di fede a offrire a Dio “un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome”. — Ebr. 13:15.
Figurativamente parlando “labbra lusinghiere” sono sinonimo di parole ingannatrici. (Sal. 12:2, 3) Labbra del genere, come quelle dure e menzognere, possono essere nocive, ferire profondamente come una spada o essere velenose come una vipera. (Sal. 59:7; 140:3; Rom. 3:13) Chi “spalanca le sue labbra” parla in modo sconsiderato o poco saggio. (Prov. 13:3) Questo può essere la sua rovina, perché Dio chiede conto a ciascuno delle sue parole. — Deut. 23:23; Num. 30:6-8; Prov. 12:13; confronta Giobbe 2:10; Matteo 12:36, 37.
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LaccioAusiliario per capire la Bibbia
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Laccio
Vedi TRAPPOLA
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LachisAusiliario per capire la Bibbia
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Lachis
(Làchis).
Città di Giuda nella Sefela (Gios. 15:21, 33, 39), identificata generalmente con una collina circondata da vallate circa 25 km a O di Ebron, nota anche col nome arabo di Tell ed-Duweir. Anticamente occupava una posizione di grande importanza strategica sulla principale via carovaniera che collegava Gerusalemme con l’Egitto. Un tempo la città aveva un’estensione di sette ettari e una popolazione che contava dai 6.000 ai 7.500 abitanti.
All’epoca della conquista di Canaan da parte di Israele, Iafia re di Lachis si alleò con altri quattro re per sferrare un’offensiva contro Gabaon, città che aveva fatto la pace con Giosuè. (Gios. 10:1-5) In risposta alla richiesta di aiuto dei gabaoniti, l’esercito israelita venne da Ghilgal marciando tutta la notte. Con l’aiuto di Geova sconfissero la coalizione cananea, e i re stessi furono rinchiusi in una caverna e poi uccisi. (Gios. 10:6-27; 12:11) Quindi la città di Lachis fu conquistata in meno di due giorni di combattimento e gli abitanti furono messi a morte. Anche Oram, re di Ghezer, che era venuto in aiuto di Lachis, fu sconfitto. — Gios. 10:31-35.
Alcuni archeologi collegano la campagna di Israele contro Lachis con uno spesso strato di cenere scoperto nel Tell ed-Duweir, dove fra l’altro è stato rinvenuto uno scarabeo di Ramsete. Ma la Bibbia non dice che la città venisse incendiata, come avvenne invece nel caso di Gerico (Gios. 6:24, 25), Ai (Gios. 8:28) e Hazor. (Gios. 11:11) Anzi Giosuè 11:13 sembra indicare che raramente gli israeliti incendiassero le città edificate sui tell o cumuli di rovine. Perciò non c’è alcuna ragione scritturale per far risalire all’epoca di Giosuè la distruzione che diede origine allo strato di cenere e così stabilire la data della conquista israelita di Canaan. Si noti inoltre che non si può stabilire con precisione a a quale Ramsete si debba attribuire lo scarabeo. Almeno un archeologo l’ha attribuito a Ramsete III avanzando l’ipotesi che Lachis sia stata distrutta dai filistei nel XII secolo a.E.V.
Durante il regno di Roboamo (997-980 a.E.V.) Lachis fu fortificata militarmente. (II Cron. 11:5-12) In seguito, nell’829 a.E.V., il re Amazia fuggì a Lachis per sfuggire ai cospiratori, ma venne raggiunto e messo a morte. — II Re 14:19; II Cron. 25:27.
ASSEDIATA DA SENNACHERIB
Nel 732 a.E.V. Lachis venne assediata da Sennacherib re d’Assiria. Da lì mandò Rabsache, Tartan e Rabsaris a Gerusalemme con un imponente spiegamento militare nel tentativo di indurre alla resa il re Ezechia. Per mezzo del suo principale portavoce, Rabsache, Sennacherib sfidò Geova e poi mandò messaggeri a Gerusalemme con lettere di scherno e continue minacce per costringere Ezechia ad arrendersi. Ma questa insolenza verso Geova Dio si concluse con la morte di 185.000 guerrieri assiri, uccisi in una sola notte dall’angelo di Dio. — II Re 18:14, 17-35; 19:8-13, 32-35; Isa. 36:1-20; 37:8-13, 33-36.
Uno dei bassorilievi del palazzo di Sennacherib a Ninive rappresenta l’assedio di Lachis e rivela che la città era cinta da duplici mura con torri a intervalli regolari e che sulle colline circostanti crescevano palme, viti e fichi. La scena che mostra Sennacherib nell’atto di ricevere le spoglie di Lachis è accompagnata dalla seguente iscrizione: “Sennacherib, re dell’universo, re di Assiria, sedette su un seggio (nimedu) mentre il bottino di Lachis (La-kisu) passava dinanzi a lui”.
CONQUISTATA DAI BABILONESI
Quando i babilonesi sotto Nabucodonosor invasero Giuda (609-607 a.E.V.), Lachis e Azeca furono le ultime due città fortificate a cadere prima della resa di Gerusalemme. (Ger. 34:6, 7) Le cosiddette “lettere di Lachis” (scritte su frammenti di terracotta, diciotto dei quali rinvenuti nel Tell ed-Duweir nel 1935 e altri tre nel 1938) sembrano riferirsi a questo periodo. Una di tali lettere evidentemente inviata da un avamposto militare al comandante di Lachis, dice in parte: “... attendiamo segnalazioni da Lachis, secondo tutti i segnali che dà il mio signore, perché non vediamo quelli di Azeca”. Questo messaggio fa pensare che Azeca fosse già stata
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