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“Uomo” nelle Scritture EbraicheLa Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Com’è appropriato! — Giob. 38:3; 40:7, Ri.
Faraone, quando cominciò a cedere colpito dalle piaghe, dapprima diede il permesso perché gli uomini forti andassero nel deserto ad adorare. E quando gli Israeliti lasciarono infine l’Egitto leggiamo che 600.000 uomini forti, sopra i vent’anni e capaci di combattere, partirono dall’Egitto insieme ai loro piccoli. — Eso. 10:11; 12:37.
Poiché l’uomo forte è incline ad esser “superbo”, fidando nella propria forza, viene ripetutamente scelto per ricordare la stoltezza di tale atteggiamento mentale: “Ecco, il potente, che non ha posto Dio per suo rifugio”. “Qual è quel vivente che non vedrà la morte?” “Ma l’uomo, muore, ed è finito”. Sì: “Maledetto l’uomo [geber] che confida nell’uomo [adàm]”, e non in Geova. — Abac. 2:5; Sal. 52:9; 89:49; Giob. 14:10; Ger. 17:5, Na.
Geber è spesso usato per rendere comprensibile un punto mediante un contrasto. Infatti il salmista si lamenta: “Sono ridotto come un uomo stremato di forze”. Non avrebbe reso molto chiara l’idea se avesse detto che era divenuto come un debole mortale, un enòsh, perché come tale non avrebbe forza neanche per cominciare! Sullo stesso tono, Salomone osservò che non è bene se “per un pezzo di pane l’uomo pecca”. Ci potrebbe essere una scusa perché un enòsh faccia questo, ma non certamente un geber. Le cattive notizie ricevute fecero tremare le ossa di Geremia “come uno [geber] sopraffatto dal vino”, quindi un tremito violento. Egli mise pure in risalto la miserabile condizione degli uomini d’Israele usando questo termine: “Perché dunque vedo ogni uomo con le mani ai fianchi, come una partoriente, e tutti i volti sono impalliditi?” Certo questo era grave se persino gli uomini forti, non semplici enòsh o deboli mortali, si trovavano in tale condizione! — Sal. 88:5; Prov. 28:21; Ger. 23:9; 30:6, Na.
Logicamente ci viene detto che “l’uomo saggio è”, non un adàm, ish o enòsh, ma un geber, “forte”. Un saggio geber non ripone fiducia nella propria forza ma in Geova: “Benedetto l’uomo che si affida al Signore e nel Signore ripone la sua confidenza!” — Prov. 24:5; Ger. 17:7, Ri.
Davvero se notiamo come “uomo” viene usato nelle Scritture Ebraiche la nostra fede è rafforzata e comprendiamo come Dio considera l’uomo. Ed è veramente istruttivo perché possiamo mantenere la dovuta relazione col nostro Creatore ed ottenere la sua approvazione e benedizione.
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Due riviste: Quattro nuovi testimoniLa Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Due riviste: Quattro nuovi testimoni
● Una donna venezuelana ricevette una copia de La Torre di Guardia e di Svegliatevi! da un Testimone che andava di casa in casa. Le mise da parte e se ne dimenticò. Un giorno suo marito le vide in mezzo ai suoi dischi musicali e le lesse. Apprezzò talmente ciò che lesse che si recò immediatamente alla filiale della Società dove si abbonò a entrambe le riviste e si procurò altre pubblicazioni per lo studio biblico. Gli fu dato l’invito per assistere a un discorso pubblico nella Sala del Regno, e qualche settimana dopo vi andò con la moglie. Il discorso gli piacque molto e fu colpito dalla cordialità dei Testimoni.
● Fu disposto di tenere uno studio biblico a casa sua. Dopo breve tempo giunsero dalle Isole Canarie le sue due cognate che si unirono allo studio biblico e cominciarono a partecipare alle adunanze nella Sala del Regno. Entro cinque mesi tutt’e quattro partecipavano alla predicazione di casa in casa. Tutto ciò ebbe inizio con due riviste.
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