Il cantico più estesamente proclamato
1. Che cosa fa avere attrattiva ai cantici, ed è l’attrattiva di solito di lunga durata?
PER ricevere la più estesa proclamazione, un cantico deve avere attrattiva. Le sue parole devono recare letizia o conforto o suscitare profonde emozioni. I cantici aiutano talvolta le persone a dimenticare, momentaneamente, le quotidiane afflizioni. Ma la maggioranza dei cantici non hanno popolarità di lunga durata. Come la moda degli abiti, diventano antiquati, sia le parole che la musica.
2. Quali cantici in genere hanno grande attrattiva, e perché?
2 Comunque, alcuni cantici hanno durevole attrattiva, essendo fra questi gli inni. Gli inni nazionali sono in cima alla lista e son durati di solito quanto le nazioni stesse. In genere hanno un sapore religioso e politico. La musica è vigorosa e le parole suscitano emozioni in chi canta, così che nel canto delle masse una grande ondata di fervore afferra e influenza la folla che canta.
3. (a) Qual è il tema del cantico che ha maggiore attrattiva, e perché ha tale attrattiva? (b) Quanto estesamente è stato proclamato il cantico?
3 Fra tutti i cantici che sono stati cantati, sentimentali, nazionali, religiosi o d’altro genere, ce n’è uno che li eclissa tutti. Le sue parole hanno attrattiva universale e contengono il più profondo significato. Fa appello sia alla ragione che alle emozioni e reca più che un passeggero sollievo dalle afflizioni, sì, reca reale, durevole conforto e letizia. La musica è la musica dei cieli — delle stelle e degli astri — e il cantico è appropriatamente cantato ora e sarà appropriato e interessante in tutto il futuro, giacché il suo tema è eterno come gli eterni corpi celesti. Il cantico è una specie di inno, poiché parla del governo di una fonte celeste che recherà pace, giustizia, vita e unità mondiale su questa terra. Esso è già stato proclamato più estesamente di qualsiasi cantico, essendo cantato ogni giorno in più di 197 paesi della terra, spingendo oltre un milione di persone ad agire armoniosamente ed essendo udito da incalcolabili milioni d’altri.
4. (a) Chi fu il primo a udire il cantico, in modo profetico, quando e dove? (b) Descrivete la visione data a Giovanni.
4 Questo cantico fu udito per la prima volta in una visione dell’apostolo Giovanni, che era stato esiliato per la sua zelante attività di predicazione nell’isola penale romana di Patmos, al largo della costa dell’Asia Minore. Verso la fine del primo secolo E.V. egli ebbe una della più rimarchevoli visioni che l’uomo abbia mai avuto. Egli descrive l’imponente coro:
“E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. E udii un suono dal cielo come il suono di molte acque, e come il suono di alto tuono; e il suono che udii era come di cantori che si accompagnavano con l’arpa suonando le loro arpe. Ed essi cantano come un nuovo cantico davanti al trono e davanti alle quattro creature viventi e alle persone anziane; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. — Riv. 14:1-5.
5. Perché sarebbe ragionevole esaminare ora la visione con la speranza di comprenderla?
5 L’angelo che recò questa visione all’apostolo Giovanni spiegò che era stata data da Geova Dio a suo Figlio Gesù Cristo, il quale l’aveva mandata “per mostrare ai suoi schiavi [di Dio] le cose che devono accadere fra breve”. (Riv. 1:1) Ora, 1.870 anni dopo, sullo sfondo di tutti gli avvenimenti scritti nella storia, possiamo esaminare la visione per identificare i cantori e vedere che cosa rende interessante il cantico per un uditorio così vasto.
QUANDO E DOVE ‘STA’ L’AGNELLO
6. (a) Come possiamo identificare colui che è rappresentato dall’‘Agnello che sta sul monte Sion’? (b) Che cosa significa il fatto che sta e come sappiamo che la Sion su cui egli sta non è la Sion nella Gerusalemme letterale?
6 “E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion”. Immediatamente siamo costretti a riguardare la città di Gerusalemme in Palestina. Chi è il simbolico Agnello? Non è altri che il risuscitato, glorificato Gesù Cristo. Egli è identificato in Rivelazione 5:5 come “il Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide”. Quando Gesù fu sulla terra fu della linea di Davide e perciò ebbe diritto legale al trono. Il monte Sion era il luogo dov’era situata la cittadella di Gerusalemme quando Davide era re d’Israele. Nella visione, comunque, Gesù non viene per essere sacrificato come Agnello. Diciannove secoli fa egli fu risuscitato dalla morte alla vita “nello spirito” e fu posto nella celeste Sion come ‘sicuro fondamento’, come simbolica provata, preziosa Pietra Angolare. (1 Piet. 3:18; 2:6) È visto mentre sta sul monte Sion. Questo significa che ha cominciato a governare, essendo il termine usato nella Bibbia per intendere che un re ha assunto il potere di regnare. (Dan. 12:1) Davide, nel secondo Salmo, parla dell’opposizione delle nazioni al dominio dell’“unto” di Dio (Gesù Cristo), e quindi raffigura Geova adirato, dicendo: “Io ho stabilito il mio re, sul Sion mio santo monte!” — Sal. 2:2-6, Ga; Atti 4:19-30.
7. Come possiamo determinare in quale tempo si adempie la visione?
7 Come ci aiuterebbe questo a capire il tempo dell’adempimento della visione di Giovanni? Ebbene, fu il regno della linea di Davide che fu rovesciato nel 607 a.E.V. Dio disse che vi sarebbe stato un periodo di sette tempi in cui le nazioni avrebbero esercitato il dominio, durante il quale periodo Gerusalemme sarebbe stata calpestata dalle nazioni gentili. Gerusalemme, essendo il luogo del “trono di Geova”, su cui sedette Davide, divenne un simbolo del dominio del regno di Geova nel “regno dei cieli”. (Matt. 4:17) Quando finirono i tempi dei Gentili, tempo che giunse nel 1914 E.V., la letterale Gerusalemme sulla terra non fu liberata, ma ciò che l’antica Gerusalemme simboleggiava fu restituito a colui “che ha il diritto legale”, cioè Gesù il Figlio di Davide, nei cieli. — Ezech. 21:27.
8. Che cosa accadde 1.900 anni fa ai seguaci di Cristo che provvede un modello per un parallelo del tempo oggi?
8 Qualche cosa nei tempi moderni che è parallelo agli avvenimenti di 1.900 anni fa ci aiuta ulteriormente a situare nel corso del tempo l’adempimento della visione di Giovanni. Alla Pentecoste del 33 E.V., circa tre anni e otto mesi dopo che era stato unto con spirito santo, Gesù Cristo cominciò, a sua volta, a ungere con spirito santo degli uomini che dovevano essere coeredi con lui, seguaci delle sue orme i quali, come lui, avrebbero mantenuto una condotta integra fino a una morte di sacrificio, con le prospettive di regnare con lui nei cieli.
9. (a) Che cosa ha avuto luogo in tempi moderni, secondo il parallelo del tempo, e che cosa doveva accadere allora? (b) Come mostra Rivelazione 11:15-18 quando si doveva dare la ricompensa ai santi e ai profeti di Dio?
9 Secondo il parallelo del tempo, dunque, tre anni e mezzo dopo il principio dell’autunno del 1914, nel qual tempo finirono i Tempi dei Gentili, ci porterebbero alla primavera del 1918, poco dopo il giorno della Pasqua giudaica. A quel tempo i fedeli seguaci sulla terra celebrarono, non la Pasqua, ma l’anniversario del Pasto Serale del Signore, come Gesù l’aveva istituito nel suo ultimo giorno pasquale. Lo stesso libro che contiene la visione dei cantori ci aiuta a capire che cosa doveva accadere allora, poiché questo libro dice che dopo l’insediamento del re nel potere sulla Sion celeste sarebbe arrivato il tempo per i fedeli seguaci delle orme di Gesù di ricevere la loro ricompensa. Leggiamo:
“Il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: ‘Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli’. E le ventiquattro persone anziane ch’eran sedute davanti a Dio sui loro troni caddero sulle loro facce e adorarono Dio, dicendo: ‘Ti ringraziamo, Geova Dio, Onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso il tuo gran potere e hai cominciato a regnare. Ma le nazioni si adirarono, e venne l’ira tua, e il tempo fissato di giudicare i morti, e di dare la ricompensa ai tuoi schiavi i profeti, e ai santi e a quelli che temono il tuo nome, i piccoli e i grandi, e di ridurre in rovina quelli che rovinano la terra’”. — Riv. 11:15-18.
CORO DI INCOMPARABILE GRANDEZZA
10. Chi sono i 144.000, e che cosa indica che il numero è letterale?
10 “E con lui centoquarantaquattromila”. Questo è il numero degli associati a Cristo nel suo dominio celeste, detto una volta numero sconosciuto all’uomo come le stelle del cielo e la sabbia sulla riva del mare, ma qui rivelato. Che sia un numero letterale è mostrato in Rivelazione capitolo 7, dove, dopo aver indicato il numero preciso di 144.000, si parla al versetto 9 di Rivelazione 7 di un altro gruppo, una “grande folla” che nessun uomo poteva numerare. Il numero 144.000 non potrebbe essere simbolico, poiché, se così fosse, non significherebbe nulla. Potrebbe anche non esserci nessun numero, poiché non ci sarebbe contrasto fra esso e la “grande folla” menzionata in seguito, che è innumerevole.
11. (a) Come sarebbero stati ricompensati i membri dei 144.000 che erano morti? (b) Che dire del “rimanente” rimasto sulla terra in questo tempo?
11 In che modo i “profeti” e “santi” cristiani che erano morti sarebbero stati ricompensati e sarebbero stati con lui sul celeste monte Sion? Essendo risuscitati proprio come lo fu lui, non con un corpo carnale, poiché con la carne non potrebbero stare con lui in cielo alla presenza di Geova Dio. L’apostolo ci spiega questo fatto in 1 Corinti 15:35-50, dove ci dice che “carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio”, ma che questi morti, essendo scesi nella morte con un corruttibile corpo fisico di debolezza, sarebbero stati destati con un corpo spirituale, incorruttibile, che avrebbe portato l’immagine del Celeste. La loro risurrezione, perciò, sarebbe avvenuta con un corpo spirituale e sarebbe stata invisibile agli occhi umani. Mentre la grande maggioranza dei 144.000 sono vissuti e son morti, al presente rimane tuttavia un “rimanente”, che, mentre completano il loro fedele corso sulla terra, hanno l’alto privilegio di partecipare al cantico e vederlo proclamato a un grande uditorio in tutta la terra.
A CHI RECANO TESTIMONIANZA I CANTORI
12. (a) Cosa simboleggia il fatto che sono scritti dei nomi sulle fronti dei 144.000? (b) Che cosa vide Giovanni sulle loro fronti come nome del Padre?
12 “Avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti”. Avere il nome dell’Agnello Gesù Cristo e il nome del Padre suo scritto sulla fronte, dove tutti possono chiaramente vederlo, simboleggia il fatto che sono schiavi di Geova Dio e di Cristo Gesù. Non hanno il nome di Babilonia sulla fronte come se fossero schiavi di Babilonia e le appartenessero. Ciò che l’apostolo Giovanni vide sulle fronti dei 144.000 era senza dubbio il sacro tetragramma ebraico (יהוה), al posto del nome del Padre (YHWH), o nella pronuncia italianizzata, Geova. I 144.000 perciò devono essere testimoni di Geova durante il loro corso terreno e continuare ora a essere suoi testimoni in cielo.
13. Come indica la visione fino a che punto si sarebbe udito il cantico?
13 “E udii un suono dal cielo come il suono di molte acque, e come il suono di alto tuono; e il suono che udii era come di cantori che si accompagnavano con l’arpa suonando le loro arpe”. Che coro! Centoquarantaquattromila cantori, non con voci terrene, ma con voci celesti, che cantano in perfetta armonia, accompagnati dalla pura musica dell’arpa. Fino a che punto sarebbe stato udito il cantico è indicato dal fatto che per Giovanni aveva il forte suono di molte acque e il suono di alti tuoni. Mai nella storia dell’universo c’è stato simile cantico né simile uditorio, milioni di angeli in cielo che ascoltano e l’intera terra che ne ode le gioiose, incoraggianti melodie. Vedremo come i cantori compiono ciò, mediante la direttiva e la potenza di Geova.
IL GRANDE TEMA DEL CANTICO
14. (a) Perché il cantico non si poteva cantare prima del 1914? (b) Chi lo cantò per prima, e perché è il più grande cantico dell’universo? (c) Che cosa ha fatto il sangue dell’Agnello per i cantori, e come condivideranno con altri i benefici del sacrificio dell’Agnello? (d) In che modo i Salmi provvedono ulteriori informazioni sul significato del cantico e chi deve udirlo?
14 “Ed essi cantano come un nuovo cantico davanti al trono e davanti alle quattro creature viventi e alle persone anziane”. Il cantico non era dunque conosciuto e cantato prima del 1914. È nuovo. I 144.000 integri coeredi di Cristo sono i primi a cantarlo. A motivo dei suoi cantori e del suo contenuto è il più grande e più poderoso inno dell’universo, poiché riguarda il regno di Dio come governo che è stato istituito dal 1914. Ha il più sublime tema, la più grande verità insegnata nella Bibbia: è in merito a Gesù Cristo che regna nel potere del Regno. Gesù Cristo il Re del regno di Geova è la grande Verità in adempimento di tutte le dichiarazioni profetiche della Bibbia, ed è colui che diede egli stesso un’eccellente testimonianza dinanzi a Ponzio Pilato d’essere venuto sulla terra per recare testimonianza a questa grande verità. Riguarda prima il più Importante dell’organizzazione del Regno, poiché il cantico stesso contiene parole rivolte all’Agnello di Dio: “Degno sei di prendere il rotolo e di aprirne i suggelli, perché tu fosti scannato e col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra”. (Riv. 5:9, 10) I 144.000 cantori avranno la profonda gioia di regnare con Cristo e partecipare al suo dominio sopra la terra, recando le benedizioni del patto abraamico, che provvide affinché tutte le famiglie della terra si benedicessero per mezzo del Seme, Gesù Cristo. A questi cantori si sarebbero applicati i comandi dei Salmi 96:1, 10; 98:1, 5; e Salmi 149:1, 2 (Ga):
“Cantate a Jahve un cantico nuovo, cantate a Jahve, tutta la terra! Proclamate fra le genti: ‘Jahve regna!’ Sì, fissa l’orbe, non vacillerà, giudica i popoli con equità”. “Cantate a Jahve un cantico nuovo poiché compì meraviglie! Gli diede vittoria la sua destra e il suo santo braccio. Inneggiate a Jahve con la cetra, con la cetra e accenti melodiosi!” “Alleluia! Cantate a Jahve un cantico nuovo, la sua lode nell’adunanza dei pii! Si allieti Israele nel suo creatore, i figli di Sion esultino nel loro re”.
15. (a) Perché i 144.000 sono gli unici che possono imparare il cantico? (b) Che cosa è loro derivato essendo “comprati dalla terra”?
15 “E nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra”. Nessun altro può imparare il cantico perché questi cantano il cantico per esperienza personale, che nessun’altra creatura eccetto l’Agnello e se stessi hanno avuta. Altri possono certamente udire il cantico e imparare da questi che ne hanno imparato le parole. Ma a questi è dato il privilegio di applicare a sé il cantico come coloro che regneranno sopra la terra. Poiché sono stati comprati dalla terra, essi subiscono, quando vengono risuscitati al cielo, un cambiamento di natura, e non fanno più parte del genere umano. Non sono più creature umane di carne e sangue.
16. (a) Perché i cantori devono esser “vergini”? (b) In che modo essi non si sono contaminati “con donne”? (c) Come e perché Babilonia la Grande ha combattuto per contaminare i cantori? (d) In che modo Babilonia la Grande, a questo riguardo, è stata come il suo prototipo?
16 “Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini”. Poiché questi devono regnare con Cristo, ed essere sacerdoti con lui, ed essere sua sposa, si deve seguire la regola imposta al sommo sacerdote d’Israele, cioè che gli era permesso prendere in moglie solo una vergine. Perciò, il sommo sacerdote di Geova, Gesù Cristo, deve avere solo una vergine come sposa celeste. (2 Cor. 11:2) Per questo i 144.000 non devono contaminarsi con donne, ma devono mantenere la loro verginità. Non commettono prostituzione o adulterio spirituale mediante un’unione o matrimonio religioso con organizzazioni religiose simili a donne di questo mondo. Questo ci spiega la lotta che Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, ha combattuto contro questi fedeli seguaci delle orme di Cristo Gesù. Per diciannove secoli, dietro istigazione del Diavolo, essa ha usato ogni mezzo nel tentativo di farli divenire impure prostitute e farli quindi rigettare dallo Sposo celeste. L’antica Babilonia stabilì un accuratissimo modello di ciò che ha fatto il suo antitipo, Babilonia la Grande, cioè che le vergini dell’antica Babilonia, prima di potersi sposare legalmente, dovevano andare al tempio di Venere (Ishtar) e prostituirsi ad essa sottoponendosi a una violazione pagata della loro verginità da parte del miglior offerente. Questi 144.000 seguaci delle orme di Gesù hanno subìto, come il loro Maestro, la più crudele persecuzione, tortura e morte per mantenere la loro verginità. Ora sono ricompensati. Certo hanno ragione di cantare questo cantico fortissimo e coi toni della massima felicità.
17. Come hanno essi seguìto l’Agnello e come continueranno a seguirlo ovunque vada?
17 “Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada”. Sulla terra essi si dedicarono a Geova Dio e furono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo, e hanno seguìto il Figlio, rifiutando qualsiasi opportunità di onore e acclamazione e dominio politico. Hanno resistito a tutti gli sforzi di Babilonia la Grande di indurli a fare compromesso in un’unione delle fedi o immischiandosi nelle cose delle nazioni di questo mondo. A motivo del grande amore di Gesù per i membri della classe della sua sposa e secondo la promessa che fece a quelli che gli sarebbero stati fedeli sino alla fine, egli è tornato per prenderli con sé. Ora sono in grado di seguirlo nei cieli mentre egli amministra il dominio del Regno, anche quando si leva contro Babilonia la Grande ed elimina infine le organizzazioni politiche e Satana stesso per preparare la via alla benedizione di tutte le famiglie della terra. — Giov. 14:3; Riv. 2:10.
IL CANTICO DEVE UDIRSI ANCORA PIÙ ESTESAMENTE
18. Come i 144.000 come primizie sono raffigurati il giorno di Pentecoste, e da dove sono presi?
18 “Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. Essi sono come le primizie che il sommo sacerdote giudaico prendeva dalla raccolta di grano e offriva a Geova Dio nel giorno di Pentecoste al tempio di Gerusalemme. Poiché sono come le primizie, tutto il resto della raccolta di grano deve raffigurare il resto degli uomini di carne e sangue. Le “primizie” sono prese di fra gli uomini e le donne, ma, come gruppo, è detto che sono fidanzate per sposare il celeste sposo ed essere sua sposa. — Lev. 23:15-20; 2 Cor. 11:2.
19. (a) In che modo particolarmente non si è trovata falsità nella loro bocca, e che cosa garantisce questo per il genere umano? (b) Dov’è radunato il numero del rimanente in diminuzione sulla terra e quale privilegio hanno in relazione al cantico?
19 Essi non si attengono ai falsi insegnamenti di Babilonia né propagano le sue menzogne e falsa religione. Si sono attenuti alla verità della Parola di Dio quando erano sulla terra e sono qualificati per cantare il cantico celeste. Sono presentati al loro Sposo casti e senza macchia. (Efes. 1:4; 5:27) Perciò, possiamo confidare in loro come membri del governo celeste che dominerà l’universo e porterà ordine ed equilibrio nelle cose degli uomini per attenersi sempre alla giustizia. Il regno di Dio e il suo nuovo ordine non svaniranno né si deterioreranno mai né renderanno meno severi gli altri princìpi nell’esercitare la loro autorità da un’estremità all’altra della terra. Il piccolo rimanente in diminuzione di questa classe di 144.000 persone sono, al presente, radunati in senso spirituale al celeste monte Sion su cui sta l’Agnello, cantando in armonia coi cieli e ammaestrando e addestrando la “grande folla” di terrene “altre pecore” in ogni nazione a richiamare l’attenzione di tutte le persone sul cantico e sul suo significato. — Ebr. 12:22; Riv. 7:9; Giov. 10:16.
20. (a) Come reagisce al cantico Babilonia la Grande? (b) Mentre si attende la distruzione di Babilonia la Grande, che cosa dovrebbero essere occupate a fare le persone che amano la giustizia?
20 Ciò nonostante, il cantico non è cantato senza opposizione. Come al medesimo inizio di Babilonia essa fu nemica del popolo di Dio e combatté contro la Sion terrena, così Babilonia la Grande non ha smesso la lotta. Sebbene fino ad ora abbia subìto la completa sconfitta nel tentativo di corrompere e macchiare i 144.000 membri della sposa, essa cerca ancora in ogni modo di fermare la proclamazione del cantico. In modo incoraggiante, nel libro di Rivelazione, o Apocalisse, l’inimicizia di Babilonia la Grande di lunga data è raffigurata mentre giunge al termine nella sua eterna distruzione e col glorioso trionfo della Sion tanto perseguitata. In successivi articoli considereremo come si giungerà al culmine di questa ostilità. Nel frattempo, considereremo attentamente il cantico universale che viene cantato e faremo tutto il possibile per aiutare le persone di cuore onesto a impararne lo straordinario significato e a sentire l’effetto intellettuale ed emotivo di questo cantico affinché siano spinte a rispondere con il grido esteso a tutta la terra: “La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”. — Riv. 7:10.
[Grafico pagina 571]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
GESÙ CRISTO
UNTO CON SPIRITO RISUSCITATO
PER ESSERE RE DAI MORTI
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29 30 31 32 33
PRINCIPIO
DELL’AUTUNNO PRIMAVERA
1914 1915 1916 1917 1918
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GESÙ CRISTO
COMINCIA A GOVERNARE DESTA I COEREDI
NEL POTERE DEL REGNO ALLA VITA CELESTE