Il futuro banchetto per tutti i popoli
“E Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di piatti ben oliati, un banchetto di vini ben chiariti, di piatti ben oliati pieni di midollo, di vini ben chiariti, filtrati”. — Isa. 25:6.
1. Anziché fare un banchetto, in che condizione si trova il mondo nel suo complesso?
ORA il mondo nel suo complesso non fa un banchetto di ricchi cibi e bevande. Il mondo è invece ogni anno più affamato. Questa pericolosa situazione è di continuo messa in risalto dalle relazioni che vengono pubblicate circa carestie, penuria di cibo e denutrizione in grandi zone della terra abitata.
2. Per quali ragioni l’India è un appropriato esempio di ciò?
2 Per esempio, pervengono preoccupanti notizie dal grande paese dell’India. Un giornale del 10 ottobre 1964 portava questo titolo: “L’ONEROSO CAPITALE DELL’INDIA — Penuria di cibo e inquinamento dell’acqua esasperano gli animi e mettono in pericolo la salute”. (Times di New York) Precedentemente, il 2 agosto 1964, un titolo diceva: “In India cresce la fame — Si teme nella nazione una crisi maggiore mentre l’aumento della popolazione supera quello della produzione alimentare”. Questo non è dovuto alla scarsità di agricoltori. Dei 450.000.000 di abitanti dell’India più dei quattro quinti abitano nelle zone rurali. Grazie a metodi e macchine migliori, i contadini indiani producono di più, ma la crescita annua di bambini indiani è troppo grande per loro. Ora per milioni di persone è di poco conforto il fatto che il Ministro per l’Alimentazione dell’India abbia detto in Parlamento che l’India sarebbe stata in grado di alimentarsi da sé alla fine del quarto piano quinquennale, nel 1971. Per molte persone questo resta da vedersi. — Times di New York dell’11 settembre e del 16 agosto 1964.
3. Quali indicazioni vi sono circa la povertà negli Stati Uniti del Nordamerica?
3 “Questo nostro ricco mondo si trova dinanzi alla carestia” era il titolo di un articolo in un giornale socialista americano del 19 settembre 1964. È riferito che persino negli Stati Uniti d’America vi sia molta povertà in certe regioni. Nel 1960 furono attribuite al defunto presidente John F. Kennedy le seguenti parole: “In realtà, ogni sera diciassette milioni di Americani vanno a letto affamati”. Questo significava circa un decimo della popolazione totale del paese a quel tempo. Quattro anni dopo il Congresso Americano ha approvato un disegno di legge di 950 milioni di dollari contro la povertà, e, in quell’occasione, il presidente Lyndon B. Johnson ha detto: “Ora questa Amministrazione dichiara guerra senza quartiere alla povertà in America”.
4. Quali avvertimenti hanno dato lo storico inglese Toynbee e il papa Paolo VI?
4 Nel 1959 lo storico inglese dott. Arnold J. Toynbee, parlando all’Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione delle Nazioni Unite a Roma, disse che i popoli del mondo dovranno controllare l’aumento della popolazione. Il genere umano, egli disse, deve far questo se “ora vuole salvarsi dai disastri causati in precedenza dalla peste e dalla guerra”. Egli avvertì: “Presto o tardi, la produzione alimentare raggiungerà il limite”. (Times di New York del 3 novembre 1959) Nel primo messaggio natalizio che il capo dello Stato del Vaticano, il papa Paolo VI, pronunciò il 23 dicembre 1963, egli ammise che il principale problema del mondo è quello di porre fine alla fame letterale, ma non si disse disposto a permettere ai cattolici romani di aiutare a risolvere il problema col controllo delle nascite, controllo che definì “illecito”.
5. Che cosa ne è stato in questi ultimi anni della popolazione mondiale, e che cosa si prevede per il 2000 d.C. in merito ad essa?
5 L’aumento annuo della popolazione mondiale è divenuto così grande che è stato chiamato “esplosione mondiale della popolazione”. Nel 1961 la popolazione mondiale aumentò di 50 milioni di persone. Ma ora l’aumento annuo è di 63.000.000, secondo una relazione fatta alle Nazioni Unite nel 1964. Essa diceva che la popolazione del mondo aumenta ad un ritmo da primato; il ritmo annuo di aumento sale. L’aumento è molto grande non solo in Asia, dove vive quasi metà del genere umano, ma nell’America Latina la popolazione, che l’anno scorso era di 200.000.000 di persone, cresce così rapidamente che ci si aspetta raddoppi in vent’anni; e lo studio fatto dalle Nazioni Unite calcola che alla fine di questo secolo salirà da 625.000.000 a 750.000.000 di persone. Infatti, questo studio delle Nazioni Unite prevede che verso il 2000 d.C. la popolazione del mondo intero sia raddoppiata, avvicinandosi ai sei miliardi o perfino superandoli.
6. Che cosa causa la difficoltà in questa situazione, e dalla seconda guerra mondiale qual è stata la situazione del mondo circa la fame?
6 In questa situazione la difficoltà sta nel fatto che l’aumento nel numero delle persone supera quello della produzione alimentare. Nel 1963-1964 vi fu una produzione da primato in varie derrate e un aumento in molti raccolti, ma questo aumento nella produzione alimentare era troppo piccolo per controbilanciare l’aumento della popolazione mondiale. Questo riferiva da Roma l’Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione delle Nazioni Unite lo scorso 11 settembre. Qualche tempo prima il Direttore Generale della F.A.O. aveva detto che, a motivo dello squilibrio tra l’aumento della popolazione mondiale e l’aumento della produzione alimentare dalla seconda guerra mondiale, “quasi metà della popolazione mondiale, 1.500 milioni di persone, soffrono per la fame o per cattiva nutrizione o per entrambe”. — Times di New York del 12 settembre 1964 e del 20 novembre 1963.
7-9. (a) Qual è dunque il più grande pericolo che minaccia il genere umano per colpa sua? (b) Secondo il giornalista Arthur Krock, qual è la “bomba più pericolosa”, e sotto quali aspetti?
7 Qual è dunque il più grande pericolo che minaccia il genere umano per colpa sua? Non la guerra con le bombe nucleari e le armi batteriologiche e radiologiche, ma il problema alimentare dovuto al rapido aumento della popolazione mondiale. Anche se una terza guerra mondiale non venisse mai, il problema alimentare rimarrebbe e peggiorerebbe fino a raggiungere il limite massimo. Il noto giornalista Arthur Krock mise in guardia contro questo pericolo in un articolo intitolato “La bomba più pericolosa”. Egli disse:
8 “Nella corsa delle grandi nazioni alla produzione di armi nucleari capaci di infliggere la distruzione in massa . . ., il loro Governo ha prestato poca attenzione alla limitazione di uno strumento più pericoloso per la distruzione della civiltà che si prepara rapidamente. Gli esperti di scienze sociali hanno definito quest’arma ‘la bomba della popolazione’, . . . L’Ufficio per le Informazioni sulla Popolazione . . . ha faticato sin da allora per destare le persone del mondo alla minaccia da esse stesse prodotta che, maturando, può infestare il pianeta di . . . ‘miliardi di contadini affamati e mezzo morti, condannati a una breve, miserabile vita di odio e fame’. . . . ‘Più della metà della popolazione mondiale’ che abita in zone densamente popolate, ‘colpita dalla malattia, dalla povertà, analfabeta’, è sull’orlo di un’esplosione della popolazione, scrisse il professor Notestein”.
9 In seguito, il giornalista Krock scrisse in un articolo dal titolo “Il principale problema della terra richiama l’attenzione”: “La formula per un luminoso futuro . . . omette persino la menzione di una tendenza che, se non è controllata, affollerà il pianeta verso il 2000 d.C. con milioni di persone in più di quelle a cui possono provvedere le sue risorse. Questo problema è stato opportunamente definito ‘la bomba della popolazione’, perché ha l’esplosivo potenziale di raddoppiare il numero degli abitanti dei paesi i quali non possono decentemente alloggiare, nutrire e impiegare quelli che hanno. . . . ‘Non parlarne perché è un soggetto controverso e sconfortante è un lusso che non ci possiamo permettere’”. — Times di New York del 2 ottobre e del 13 novembre 1959.
10. È dunque irragionevole parlare di un “futuro banchetto per tutti i popoli”, e da quale fatto dipende la nostra risposta corretta?
10 Certamente, in considerazione di tali tendenze del mondo parlare di un “futuro banchetto per tutti i popoli” sembra irragionevole. Ma lo è? Naturalmente, se fare un banchetto per tutti i popoli della terra dipendesse dai produttori alimentari, dagli uomini politici, dai capi religiosi, dai sociologi e dagli scienziati messi insieme, la predizione di tale banchetto sembrerebbe azzardata. Comunque, non dipende dagli uomini, che dall’anno 1914 si sono trovati in un’“angoscia delle nazioni, che non sapranno come uscirne”, come predisse Gesù Cristo diciannove secoli fa. (Luca 21:25) Dipende dall’Onnipotente Dio, il nostro Creatore e il Creatore del pianeta su cui viviamo. Nella sua amorevole benignità verso la creazione umana l’Onnipotente Dio ha promesso questo banchetto di cose buone da mangiare e da bere. Ha fatto mettere per iscritto questa promessa, affinché la leggiamo coi nostri stessi occhi. Ha fatto questa promessa in suo nome e per l’onore del suo nome deve mantenerla.
11. Quale domanda è dunque appropriato farsi, e perché?
11 Dio non ha mai mancato di mantenere nemmeno una delle promesse che dovevano adempiersi prima d’ora. A motivo della sua fidatezza, non mancherà di adempiere la promessa di provvedere un banchetto per tutti i popoli. Perciò la domanda che ciascuno di noi deve farsi con tutta serietà è: Accetterò l’invito di Dio a tale banchetto? Un modo in cui potete mostrare se accetterete il suo invito è quello d’essere disposti, d’essere abbastanza interessati ad ascoltare ora la buona notizia intorno ad esso. Lo siete voi?
TEMPO DEL SUO ADEMPIMENTO
12, 13. Quale promessa fa Geova in Isaia 25:6, e quale domanda sorge circa il luogo?
12 Prendiamo la Sacra Bibbia e apriamola alla profezia d’Isaia, capitolo venticinque, versetto sei, e leggiamo questa ispirata promessa fatta in nome di Dio: “E Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di piatti ben oliati, un banchetto di vini ben chiariti, di piatti ben oliati pieni di midollo, di vini ben chiariti, filtrati”.
13 Notiamo che Geova degli eserciti ha promesso di preparare questo ricco banchetto in un luogo che egli chiama “questo monte”. Vi sono molti monti sulla terra, ma qual è questo? È quello di cui Geova degli eserciti si interessa maggiormente.
14. Di quale monte si tratta, come indica Isaia 24:23, e perché la luna e il sole si vergogneranno per così dire di sé?
14 L’ebraico era la lingua in cui Geova Dio fece il primo annuncio di un banchetto per tutti i popoli, e meno di dieci righe prima di questo versetto (Isa. 25:6) nel testo ebraico egli menziona proprio il monte dove sarà fatto il banchetto. Vi leggiamo queste parole riguardo al regno di Dio: “Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché Jahve degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme; davanti ai suoi anziani sarà glorificato”. (Isa. 24:23, Ga) Il regno di Dio sarà così glorioso che la scintillante luna piena non si potrà paragonare ad esso in gloria, e nemmeno il sole incandescente a mezzogiorno. Si vergogneranno per così dire di sé.
15, 16. Hanno ragione le persone nel non guardare al sionismo né all’attuale Gerusalemme terrena per il banchetto promesso, e perché questa è la risposta corretta?
15 Alla semplice menzione del monte Sion, molti penseranno che ciò abbia a che fare col “sionismo”, ma si sbagliano. Ciò non ha nulla a che fare col moderno movimento chiamato sionismo, che ebbe inizio come movimento politico ad opera degli Ebrei in tutta la terra nel 1897, ma a cui non credono o che non è sostenuto neppure da tutti gli Ebrei.
16 Né ciò ha qualcosa a che fare con la Gerusalemme d’oggi, poiché l’antica città circondata da mura è ora un possedimento musulmano e la moderna città ad occidente, fuori delle mura, è una città giudaica, la capitale della Repubblica d’Israele. Inoltre, riguardo all’originale monte Sion, su cui sorgeva la città di Davide, esso non si trova entro le mura dell’attuale città di Gerusalemme benché appartenga ancora al regno musulmano della Giordania. Perciò le persone in generale hanno ragione nel non guardare al movimento politico dei sionisti né all’attuale Gerusalemme per il banchetto promesso da Dio per tutti i popoli.
17. Perché si dubita che oggi questa promessa di un banchetto abbia qualche valore, e chi ci aiuta a trovare il tempo della sua applicazione?
17 Potrebbero dunque esservi un altro monte Sion e un’altra Gerusalemme a cui guardare per l’adempimento della promessa di Dio di fare un banchetto per tutti i popoli? È passato molto tempo da quando Dio fece la promessa. Dio fece la promessa tramite il profeta Isaia verso il 732 prima che cominciasse l’Èra Volgare, il che significa 2.696 anni fa, essendo il libro profetico d’Isaia terminato verso quell’epoca. Come sappiamo se quest’antica profezia ha qualche valore oggi? Come possiamo essere sicuri che questa profezia di un banchetto si applica al nostro tempo o al prossimo futuro? Per fortuna la voce dell’ispirazione o la penna dell’ispirazione ci aiuta ad avere una soddisfacente risposta a tale domanda. Come? Ebbene, uno degli ispirati scrittori della Bibbia fu l’apostolo cristiano di nome Paolo. Egli in particolare ci fornisce la chiave ispirata per trovare la risposta corretta.
18. Con quale citazione quest’uomo ci permette di trovare il tempo dell’adempimento della profezia?
18 Questo uomo, Paolo, divenuto cristiano dopo che Gesù era morto ed era risuscitato nel 33 dell’Èra Volgare, scrisse una lettera ispirata alla congregazione cristiana di Corinto, in Grecia, verso il 55 d.C. In questa lettera egli citò il venticinquesimo capitolo di ’Isaia, proprio dal punto successivo alla profezia del banchetto. Ora, che cosa dice Geova Dio subito dopo aver annunciato il futuro banchetto per tutti i popoli? Egli fa un altro riferimento a “questo monte” e dice le sorprendenti parole: “Egli strapperà in questo monte il velo che velava la faccia di tutti i popoli, e la coltre che copriva tutte le genti; quindi eliminerà la morte per sempre; asciugherà il Signore Jahve le lacrime su ogni volto; l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché Jahve ha parlato”. (Isa. 25:7, 8, Ga) Tutte le nazioni trarranno sicuramente beneficio dall’adempimento di questa profezia.
19. Quale appropriata domanda fa Paolo, e in quale contesto?
19 Ebbene, nella sua lettera alla congregazione di Corinto l’apostolo Paolo parla estesamente della risurrezione dei morti, e, quando il suo capitolo sulla risurrezione dei morti giunge ad un entusiasmante culmine, Paolo cita Isaia 25:8 e l’applica. Egli dice: “Poiché la tromba suonerà, e i morti saranno destati incorruttibili, e noi saremo mutati. Poiché questo che è corruttibile deve rivestire l’incorruzione, e questo che è mortale deve rivestire l’immortalità. Ma quando questo che è corruttibile avrà rivestito l’incorruzione e questo che è mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: ‘La morte è inghiottita per sempre’. ‘Morte, dov’è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?’ Il pungiglione che produce la morte è il peccato, ma la potenza del peccato è la Legge. Ma grazie a Dio, poiché egli ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo!”
20. A quale tempo applica Paolo l’adempimento delle parole da lui citate da Isaia 25:8, e come lo spieghiamo?
20 Queste parole, che troviamo in 1 Corinti 15:52-57, furono scritte nel primo secolo dell’Èra Volgare, ma le parole citate dallo scrittore Paolo: “La morte è inghiottita per sempre”, furono scritte nell’ottavo secolo prima dell’Èra Volgare. Comunque, l’apostolo Paolo applica forse le parole citate al suo tempo, nel primo secolo? No! Egli applica le parole al tempo dell’“ultima tromba”, che suona dopo l’istituzione del regno di Dio, menzionato nel versetto cinquanta di 1 Corinti 15. Secondo l’applicazione che fa Paolo di queste parole, esse cominciano ad adempiersi alla risurrezione di coloro che saranno coeredi con Gesù Cristo nel regno celeste, risurrezione che ha luogo dopo che Gesù Cristo è venuto nel suo regno e rivolge la sua attenzione alla terra, dov’è ancora in vita un rimanente dei suoi fedeli seguaci e coeredi. (1 Tess. 4:14-17; Riv. 12:1-17) In tal modo l’apostolo Paolo pone l’adempimento di queste parole in un futuro lontano dai suoi giorni del primo secolo d.C.
21. Al tempo di chi applica Paolo l’adempimento della citazione, e come lo sappiamo?
21 Infatti, l’apostolo Paolo applica il tempo dell’adempimento della promessa divina di ‘inghiottire la morte per sempre’ al nostro stesso tempo. Come mai? Perché nel nostro tempo, dal 1914 d.C., vi sono le condizioni e gli avvenimenti mondiali indicanti che il messianico regno di Dio è nato nel cielo e suo Figlio Gesù Cristo cominciò a regnare nel 1914, quando scoppiò la prima guerra mondiale e quando cominciò un’èra di violenza che da quell’anno è solo peggiorata.
22. L’anno 1914 contrassegna la fine di quale periodo di tempo predetto dalla Bibbia, e in che modo il tempo in cui viviamo è un tempo privilegiato?
22 Infatti, il calcolo biblico del tempo è d’accordo con le date della storia mondiale e contrassegna il 1914 quale data della nascita del promesso regno di Dio nei cieli. Secondo i calcoli biblici del tempo i “Tempi dei Gentili”, o “fissati tempi delle nazioni”, finirono nell’autunno di quell’anno, e le cose che Gesù Cristo predisse diciannove secoli fa cominciarono ad adempiersi nell’ordine predetto. (Luca 21:5-24, Na, NM; Dan. 4:1-32; 12:1-4) Perciò noi viviamo nel tempo privilegiato in cui la morte deve cominciare ad essere inghiottita, e questo miracolo comincia prima dai fedeli seguaci di Gesù Cristo morti ai quali fu promesso un posto con lui nel regno celeste. Rivelazione 20:4-6 la chiama “prima risurrezione”. Poiché è una risurrezione alla vita con Gesù Cristo nel regno celeste, è una risurrezione invisibile ai nostri occhi. — 1 Cor. 15:50.
LUOGO DEL BANCHETTO
23. Poiché Paolo stabilisce il tempo dell’adempimento della promessa di Dio circa la morte, che cos’altro ne risulta di conseguenza?
23 L’applicazione da parte di Paolo della profezia d’Isaia ha un altro risultato. Quale? Questo fatto rallegrante: Se il tempo dell’adempimento di questa profezia circa l’inghiottire la morte comincia nel nostro tempo, anche la promessa divina di un banchetto per tutti i popoli comincia nei nostri giorni. La promessa del banchetto fa parte della stessa profezia circa quello che Geova Dio farà su “questo monte”. Quindi possiamo cominciare a pensare di accettare l’invito ad esso.
24. Perché Isaia 24:23 dice che Egli regna sul monte Sion e a Gerusalemme, dal momento che il regno di Dio è nei cieli?
24 Il regno di Dio retto da suo Figlio Gesù Cristo è nei cieli. Come mai, dunque, la profezia di Isaia 24:23 (Ga) predice che “Jahve degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme; davanti ai suoi anziani sarà glorificato”? Perché il monte Sion e la Gerusalemme in cui si adempiono questa profezia e la profezia che segue immediatamente non sono la Gerusalemme e il monte Sion d’oggi nel Medio Oriente, ma sono il celeste monte Sion e la celeste Gerusalemme.
25. Di che cosa fu un quadro profetico l’antica Gerusalemme, quando era fedele, e come Paolo mostra la differenza tra l’antica Gerusalemme e la Gerusalemme dei suoi giorni?
25 L’antica Gerusalemme che sorgeva sul monte Sion, quando era una città fedele a Geova Dio e alla sua adorazione, era un quadro profetico della Gerusalemme spirituale che è sul celeste monte Sion. Nella Gerusalemme di millenovecento anni fa Gesù Cristo fu condannato a morte e consegnato ai soldati romani perché fosse messo a morte su un palo, al quale venne inchiodato. L’apostolo Paolo mostra dunque la differenza fra la Gerusalemme terrena e la Gerusalemme celeste quando scrive ai suoi conservi cristiani: “[La] Gerusalemme d’oggi . . . è in schiavitù con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. (Gal. 4:25, 26) La Gerusalemme che seguì servilmente i suoi capi religiosi e assistette all’assassinio di Gesù Cristo fu in seguito distrutta nel 70 d.C.
26. Qual è oggi la città del solo vivente e vero Dio, secondo Ebrei 12:22-24?
26 In quest’anno 1965 la città del solo vivente e vero Dio non è qualche Gerusalemme terrena, le cui mura oggi non circondano neppure il terreno monte Sion, ma è quella menzionata in Ebrei 12:22-24, dov’è detto ai cristiani ebrei: “Vi siete accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, . . . e alla congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli, e a Dio giudice di tutti, . . . e a Gesù mediatore di un nuovo patto”.
27. Su quale monte è il regno di Dio in Rivelazione 14:1-3?
27 Nell’ultimo libro della Bibbia, in cui è scritta la visione che ebbe l’apostolo Giovanni, egli vide questo celeste monte Sion e in piedi su di esso il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che una volta fu sacrificato, coi fedeli seguaci che divengono coeredi con lui del regno: “Vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. . . . i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra”. (Riv. 14:1-3) Perciò Geova Dio regna gloriosamente sul celeste monte Sion e nella Gerusalemme celeste mediante suo Figlio.
28, 29. (a) Su quale monte, dunque, fa Dio il banchetto promesso, e dove vi parteciperanno le persone? (b) Come potrà il genere umano parteciparvi in quel luogo?
28 Perciò, dunque, “questo monte” sul quale Geova degli eserciti fa il banchetto di piatti ben oliati e vini vecchi raffinati per tutti i popoli è un monte celeste, simbolicamente parlando. Significa ciò che per fare questo banchetto i popoli dovranno andare negli invisibili cieli spirituali? Dovranno lasciare questa terra? No! Dove potranno dunque fare il banchetto a cui sono invitati? Proprio qui sulla terra, dove oggi grande carestia, errata distribuzione di provviste alimentari, fame, denutrizione e morte lenta di inedia regnano in mezzo alla popolazione mondiale in rapido aumento. Come sarà possibile?
29 Sarà possibile, perché questa terra, la creazione di Dio, è il reame sopra il quale domina il suo regno celeste. Questo reame terreno del regno di Dio non sarà mai distrutto, e la razza del genere umano non dovrà mai abbandonarlo. Il profetico Salmo 97:1 novantasette, versetto uno, dice agli abitanti della terra: “Jahve regna, esulti la terra; si rallegrino le molte isole”. (Ga) Malgrado le odierne condizioni del mondo possiamo rallegrarci.