Freni di genitori contro la delinquenza giovanile
SOTTO le presenti condizioni decadute e imperfette in questo ventesimo secolo non vi è, naturalmente, nessuna possibilità per la nascita di un bambino perfetto. Persino quindici secoli avanti Cristo, Giobbe giustamente disposto disse: “L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni, e sazio d’affanni. Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno”. (Giob. 14:1, 4) Il salmista Davide lo espresse per tutti i discendenti di Adamo: “Ecco io sono stato formato nella iniquità, e la madre mia mi ha concepito nel peccato”. (Sal. 51:5) Qualunque cosa il mondo possa vedere o non vedere in questo giorno della crescente delinquenza giovanile, possiamo sollecitare che quelle persone le quali desiderano e cercano la vita eterna nell’avvicinantesi, giusto nuovo mondo dovrebbero realizzare alcune possibilità di alleviare in qualche misura le macchie e le debolezze che appartengono alla nostra razza decaduta. Dovrebbero almeno far sì che i loro figliuoli nascano con le tendenze più nobili che possono possibilmente conferire loro sotto la disposizione divina. Saranno ancora decaduti i loro figliuoli, e avranno ancora bisogno di un Salvatore, e senza Cristo Gesù non potrebbero mai raggiungere nè la perfezione umana nè il merito della vita eterna nel nuovo mondo. Ciò nonostante, possiamo sforzarci per l’edificazione di noi stessi e del nostri figliuoli, adesso.
Si sforzi come vuole, la creatura umana è ancora naturale, ‘della terra, terreno,’ quindi può imprimere su di una moglie, ed ella sull’embrione del suo bambino, soltanto quegli effetti di pensiero e sentimenti che essi stessi posseggono. Necessariamente questi sono deficienti rispetto alle più elevate espressioni, le spirituali, le scritturali. Se per qualche ragione quelli che sono oggi consacrati a fare la volontà di Dio entrano in relazioni matrimoniali e lo considerano saggio di propagare una famiglia umana, hanno un grande vantaggio in questo rispetto sugli uomini e le donne naturali di questo mondo. Hanno ideali più alti, belle speranze, più nobili aspirazioni, allegrezze più pure. Tenendo conto dell’influenza dei loro pensieri ed emozioni e sforzi sul bambino in embrione, tali genitori sarebbero in condizione di fare per il bambino davvero molto di più di quanto potrebbero fare altri genitori, alla loro progenie.
Il mondo ha acquistato una sapienza egoistica in certo modo a questo riguardo. Per esempio, quelli interessati nel bestiame, mucche, cavalli, pecore, ecc., non soltanto prestano un’accurata attenzione all’unione, ma in aggiunta, specialmente quando cercano di allevare cavalli da corsa, hanno un’accurata attenzione per le madri durante il periodo in cui producono la progenie. Ogni loro bisogno e conforto è provveduto, le loro stalle sono pulite, chiare, bene illuminate; e senza conoscere con certezza a quale punto la cavalla possa apprezzare le figure, i muri della sua stalla mostrano figure di cavalli che corrono. Inoltre, quando è gravida vien portata dove può vedere cavalli in competizione, corse, ecc. Tutto questo è disposto allo scopo di produrre nella madre un’ambizione, la cui impressione riflessa sul suo puledro in embrione sarà utile, vantaggiosa alla velocità, e così finanziariamente o in altro modo profittevole e piacevole per il proprietario.
I genitori umani non hanno tale interesse finanziario nella loro progenie. Ma hanno o dovrebbero avere un più profondo e altruistico interesse. Le loro speranze e ambizioni in favore dei loro figliuoli dovrebbero essere di vederli ben dotati per quanto riguarda le qualità mentali e morali. Molti figliuoli sono stati generati da onesti genitori nel timor di Dio e sono stati benedetti in maniera corrispondente; e questa influenza, favorevole in un alto grado umano, è giunta ovunque è andata la buona notizia del regno di Dio. Così, dunque, quando i Cristiani si uniscono e propongono di generare progenie secondo la carne, dovrebbero ammaestrare le loro menti e i loro desideri in modo che il momento del concepimento dovrebbe essere non solo di amore e rispetto reciproco, ma di riverenza verso il Creatore e apprezzamento per questo potere di procreazione dato loro da Dio. Susseguentemente ogni giorno e ora gli interessi del bambino dovrebbero essere conservati in tutte le disposizioni della vita. Non dovrebbe essere considerato un semplice caso della vita, ma una cosa molto importante che involge l’eterno destino del bambino nascente.
La casa dovrebbe, massimo possibile, essere luminosa e allegra, la mente diretta a quei canali che sarebbero vantaggiosi, lettura e studio della Parola di Dio e sue spiegazioni scritte, e doveri pratici della vita. Vi dovrebbe essere un continuo riconoscimento del Signore Iddio e del suo regno per mezzo di Cristo in tutte le circostanze della vita, con uno sforzo per seguire i sentieri di giustizia, amore, e sapienza da alto, insieme ad amabili confidenze come fra marito e moglie, e gentili, misericordiosi e soccorrevoli sentimenti verso tutte le persone di buona volontà nel mondo. Con benevolenza, giustizia, amore, associati a tutte le circostanze della vita, le condizioni della casa sarebbero le più favorevoli. Ma una tale condizione potrebbe difficilmente essere immaginata senza la più ampia assistenza del marito e la sua accurata provvisione e sorveglianza. Dovrebbe ricordare che a un tale tempo la madre aspettante è la meno in grado di aver cura delle faccende, anche quando sono quelle che appartengono proprio a lei nella famiglia. Anche il marito dovrebbe stare più attento affin di introdurre conversazioni nella giusta maniera, più attento a provvedere cibo adatto e nutriente sia mentale che materiale, e, sopratutto, stimolare la pura mente della sua moglie in quanto al Signore Iddio e il suo glorioso proposito mediante il suo regno per mezzo di Cristo.
A questo suggerimento delle coppie cristiane potrebbero rispondere che non sono in una situazione così particolare nella vita da avere tutte le comodità e i conforti e le libertà dal governo della famiglia e altre cure in un tale tempo critico. Nondimeno, è bene mettersi davanti un ideale e sforzarsi per raggiungerlo. Il Cristiano non dovrebbe mai dimenticare che in questa come in altre circostanze della vita Geova Dio per mezzo del suo spirito e la sua grazia lo compensa di tutti gli svantaggi e le privazioni terrene. Tale Cristiano, sotto ogni riguardo in situazione sfavorevole, dovrebbe cercare ancor più seriamente con preghiera di avere il suo cuore pieno della pace di Dio che sorpassa ogni comprensione umana e lasciarsi guidare da quella, continuamente. Un risultato di questa pace nel cuore è che, nonostante il disordine che potrebbe inevitabilmente circondare la madre, il suo bambino godrebbe sicuramente una più grande misura di pace e amore che in altro modo, più di quanto ne avrebbero bambini nati sotto altre circostanze. Avrebbe delle basi per essere meno nervoso e irritabile più composto e pacifico, più disposto alla giustizia in princìpi e in condotta e meno inclinato alla delinquenza.
Le case cristiane che sono benedette con dei figliuoli dovrebbero essere governate dall’amore e non dalla verga letterale. È vero che la Scrittura dice: “Chi risparmia la verga odia il suo figliuolo”. (Prov. 13:24) “La follia è legata al cuore del fanciullo, ma la verga della correzione l’allontanerà da lui”. (Prov. 22:15) “Non risparmiare la correzione al fanciullo; se lo batti con la verga, non ne morrà; lo batterai con la verga, ma libererai l’anima sua dal soggiorno de’ morti”. (Prov. 23:13, 14) “La verga e la riprensione danno sapienza; ma il fanciullo lasciato a se stesso, fa vergogna a sua madre”. (Prov. 29:15) Ma la “verga” qui significa nel più ampio senso il potere dell’autorità dei genitori; e il genitore dovrebbe sempre adoperarla con sapienza e nello stesso tempo con fermezza, non allentando mai la sua stretta permettendo al bambino di diventare senza rispetto verso di essa e passarvi sopra con sprezzo. La verga letterale deve essere serbata semplicemente come una necessità occasionale per imporre le leggi dell’amore; e quando se ne fa uso dev’essere maneggiata dalla mano dell’amore e mai dalla mano d’ira incontrollata.
(Continua nel prossimo numero)