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Usiamo amorevolmente ciò che ci viene datoLa Torre di Guardia 1961 | 15 novembre
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l’edificio non crollerà, benché l’empio Satana e le sue orde si riversino contro di esso. L’unità e la forza della società del Nuovo Mondo, compresi quelli che sono del corpo di Cristo, possono sicuramente esser mantenute usando amorevolmente la verità che è stata elargita da Geova per la nostra reciproca edificazione: “Ma dicendo la verità, cresciamo con amore in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, essendo armoniosamente collegato insieme ed essendo fatto per cooperare mediante ogni giuntura che dà ciò che occorre, conforme al funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura, contribuisce alla crescita del corpo per la propria edificazione nell’amore”. — Efes. 4:15, 16.
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Il pensiero che si cela nel proverbioLa Torre di Guardia 1961 | 15 novembre
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Il pensiero che si cela nel proverbio
È STATO detto che il proverbio sia “una gran sapienza celata nel minor numero di parole possibile”. La parola ebraica corrispondente a proverbio, Meshalím, significa paragone. Essa ha un significato più vasto della parola italiana, mediante la quale intendiamo un detto significativo che esprime con poche parole una verità nota o evidente.
Un proverbio può essere paragonato a un chicco di grano che, benché piccolo, ha il potere di germogliare e moltiplicarsi fino al punto di provvedere il cibo per milioni di persone. Un proverbio può anche paragonarsi a un prezioso diamante che, benché di piccole dimensioni, può costituire una fortuna. Anche un bambino che ha poca forza può nascondere e portare in giro un diamante. Ma se il valore del diamante fosse in ferro o in qualche altro metallo meno prezioso ci vorrebbe la forza di molte persone per trasportarlo. La stessa cosa avviene con i proverbi che sono preziosi per la sapienza mentale e morale che esprimono; sono piccoli abbastanza da portarli con noi e ritenerli nella più debole memoria, anche se il loro valore istruttivo è incalcolabile.
Nei tempi antichi, quando i libri erano scarsi, era normale che le osservazioni sulla vita e sul comportamento fossero riassunte nel minor numero di parole possibile e affidate alla memoria. Le persone ricordavano questi detti e li citavano di tanto in tanto come salvaguardia. Lo scopo del libro biblico di Proverbi è indicato da queste parole: “Per conoscere la sapienza e la disciplina, discernere i detti d’intendimento, ricevere la disciplina che dà l’assennatezza, la giustizia, il giudizio e la rettitudine, per dare accorgimento agli inesperti, conoscenza e abilità di riflettere al giovane”. — Prov. 1:2-4.
Molti proverbi furono desunti da esperienze e osservazioni fatte non da uno solo, ma da molti saggi. Perciò l’epigramma di Lord Russell definisce un proverbio “la sapienza di molti e l’arguzia di uno solo”. Alcuni proverbi ebbero origine da comuni situazioni della vita quotidiana del tempo, che è necessario conoscere per sapere come venne all’esistenza il proverbio e come esso debba essere compreso e applicato. Per mostrare il basilare e pratico valore della sapienza contenuta nei Proverbi, notatene alcuni e la lezione che c’insegnano.
PROVERBI 17:19 (Na)
“Chi ama la cattiveria ama la discordia, chi innalza la sua porta cerca la rovina”.
In varie parti della Palestina i Giudei erano costretti a fare porte molto basse alle loro case e ai cortili, non più alte di un metro, per impedire che uomini a cavallo entrassero nei cortili o in casa, rovinando così i loro beni. Chi costruiva porte o entrate alte, invitava i disastri. Il proverbio poteva anche riferirsi alla bocca quale porta che si apra per vantarsi e parlare in modo arrogante. Tale linguaggio è incline a suscitare e prolungar contese, il che conduce alla rovina.
PROVERBI 20:14 (VR)
“‘Cattivo! cattivo!’ dice il compratore; ma, andandosene, si vanta dell’acquisto”.
Questo proverbio è comune nei paesi orientali. Il compratore dice che l’articolo messo in vendita è “cattivo”. Il prezzo viene ridotto. Egli lo compra e se ne va, vantandosi del buon affare fatto. Non ci vuole capacità né esperienza per dire che un articolo è cattivo, ma ci vuole conoscenza e buon senso per stabilire il giusto prezzo per un articolo. Se il compratore deruba il venditore dicendo che l’articolo è cattivo, ha poco di cui vantarsi. Ha danneggiato un’altra persona e se stesso. Ha sottratto del denaro al suo prossimo e ha danneggiato la sua coscienza, e probabilmente ha perduto la fiducia del suo simile. Quindi ha poche ragioni per vantarsi.
PROVERBI 21:1 (VR)
“Il cuore del re, nella mano dell’Eterno, è come un corso d’acqua; egli lo volge dovunque gli piace”.
Il proverbio allude al metodo in uso in Oriente per annaffiare la terra. Da un solo corso d’acqua sono derivati molti canali, e aprendo una speciale chiusa il coltivatore può deviare il corso d’acqua da qualunque parte voglia. Così Geova può volgere i pensieri di un re secondo la sua volontà e la sua legge. Anche questo indica che Geova comanda lo spirito dell’uomo in quanto può esaminare i suoi più intimi pensieri e sentimenti, potere che nessun monarca umano può avere.
PROVERBI 25:13 (VR)
“Il messaggero fedele, per quelli che lo mandano, è come il fresco della neve al tempo della mèsse; esso ristora l’anima del suo padrone”.
Solo pochi privilegiati possiedono in Oriente depositi per la neve, cioè ripari scavati nel sottosuolo in cui preservare la neve da usare nell’estate. La neve del Libano o dell’Hermon era messa nel vino o in altre bevande per renderle più fresche al tempo della raccolta. Ma le persone comuni mantenevano fresche le loro bevande alcooliche con il semplice metodo dell’evaporazione. Bagnavano uno straccio nell’acqua, lo avvolgevano attorno alla bottiglia, e quindi esponevano la bottiglia al calore del sole. L’evaporazione portava via il calore del vino, e con questo procedimento il vino diventava quasi freddo come il ghiaccio. La buona notizia ristora l’anima come una bevanda fresca al tempo della raccolta.
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Edifici al posto della moraleLa Torre di Guardia 1961 | 15 novembre
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Edifici al posto della morale
● “La religione moderna sacrifica la sua precedente ‘rigidità, e vigore di credenza sull’altare della ‘mollezza e del piacere fisico’, disse un rabbino di New York . . . Il rev. dott. William F. Rosenblum descrisse ‘la suprema passione’ della chiesa e della sinagoga come il desiderio di costruire magnifici edifici mentre trascuravano la formazione di ‘un maestoso popolo spirituale’. ‘Una delle incontrovertibili lezioni della storia è che la nazione che abbia dissipato le sue energie e la sua ricchezza in imponenti edifici, trascurando di prestare uguale attenzione alla morale del suo popolo, è sempre declinata e spesso perìta’”. — Times di New York del 2 ottobre 1960.
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