Non lottiamo illegalmente né interrompiamo la predicazione mondiale
1. Che cosa faremo nella nostra lotta per la libertà di predicare e che cosa non faremo?
I TESTIMONI di Geova non ricorrono mai a mezzi illegali o illegittimi nella lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo. Facciamo noi, Suoi testimoni, da noi stessi la legge? No! Noi non cospiriamo contro i funzionari governativi. Non cerchiamo di oltrepassare a forza il sipario di ferro! Non rechiamo danno ai funzionari, né ci armiamo per opporre loro resistenza. Non sosteniamo il rovesciamento del governo con la forza o la violenza mediante uomini o gruppi di uomini. E questo anche quando tale governo opprime l’opera assegnataci da Dio, cioè la predicazione della buona notizia del Regno. Ci serviamo unicamente degli strumenti di lotta disponibili secondo le leggi del particolare paese. E se la legge del paese non ha alcuna procedura con cui possiamo lottare legalmente, noi non cerchiamo di convertire il governo o di cambiarlo o di ribellarci contro di esso.
2. Come dobbiamo agire in certi paesi, perché, e chi stabilisce la condotta da tenere?
2 In alcuni paesi i governi sono così instabili, o l’opposizione alla verità è così intensa, che diventa imprudente predicare pubblicamente o apertamente. In tali paesi non si può ricorrere ai tribunali e i funzionari non proteggeranno i nostri diritti. Sappiamo che in tali paesi le agitazioni e i perturbamenti potrebbero presto causare un bando. Questo avviene perché vi è controllo cattolico o un governo totalitario. In altri paesi è solo mediante il favore dei funzionari che vien permesso di compiere l’opera di casa in casa. La predicazione nelle pubbliche vie è proibita. In tale situazione non s’insiste sul diritto di predicare nelle strade. Questo è stabilito dalla Società. La decisione non viene mai presa dai fratelli locali. Sostenere il diritto di compiere l’opera nelle pubbliche vie non farebbe altro che affrettare l’emanazione di un bando. Potrebbe indurre i funzionari ad impedire la predicazione della buona notizia di porta in porta. In questi paesi noi preghiamo “relativamente ai re e a tutti quelli che sono altolocati, affinché continuiamo a menare una vita calma e tranquilla con piena devozione e serietà”. — 1 Tim. 2:1, 2, NW.
3, 4. (a) Come si svolge l’opera di predicazione nei paesi dove non è legale andare di porta in porta? (b) Quali ragioni e quali argomenti scritturali esistono per tenere una tale condotta?
3 In alcuni paesi non è legale distribuire apertamente la letteratura di porta in porta. Per evitare dissensi con le autorità e un bando totale, la Società potrebbe ordinare che la testimonianza sia limitata alla predicazione orale con la Bibbia. In tal modo le persone di buona volontà sono identificate o segnate. Sono in seguito rivisitate e viene data loro opportunità di ricevere le pubblicazioni rivelanti la Parola di Dio. Questo viene fatto al momento opportuno. È fatto in privato, nelle loro case e fuori dalla vista del nemico. Non è forse più saggio evitare la pubblica distribuzione di letteratura in alcuni paesi, specialmente quando insistere a volerla distribuire apertamente significa una pronta fine della libertà di compiere l’opera? La domanda è sufficiente a dimostrare che la risposta dev’essere affermativa!
4 Vi sono solidi motivi scritturali per variare i metodi di lavoro da paese a paese. Non siamo mandati nel mondo per farci imprigionare. Non desideriamo morire martiri. Il nostro proposito è predicare il messaggio. Per farlo dobbiamo essere liberi e viventi. (Eccl. 9:10) Onde il vangelo venga predicato in tutto il mondo, dovremo ricordarci che Gesù disse che siamo “pecore in mezzo ai lupi”. È evidente che non possiamo predicare in Spagna o in Argentina come predichiamo oggi negli Stati Uniti. Dobbiamo pertanto esercitare il massimo tatto teocratico, dando prova di essere “cauti come serpenti e innocenti come colombe”. (Matt. 10:16, NW) Lo spirito di una mente equilibrata suggerisce che agire altrimenti sarebbe follia. Il proverbio dice: “L’astuto, visto il pericolo, si nasconde, l’incauto passa avanti e ne paga il fio”. (Prov. 27:12, Ti) Un detto comune è qui appropriato: “Gli stolti si precipitano dove gli angeli temono di camminare”. Quale bene risulterebbe dal combattere in taluni paesi una battaglia già perduta, per predicare in pubblico? Supponiamo che, come risultato della lotta, nessuna opera di testimonianza venga più permessa, che tutto sia vietato. Che cosa vale? Questo non gioverebbe all’opera. Non possiamo forse fare di più comportandoci in modo meno vistoso nel predicare il vangelo in tali nazioni? (2 Tim. 1:7) Con questa condotta l’opera in tali paesi continuerà. È questo che vogliamo, mantenere l’opera attiva affinché i nostri fratelli e le persone di buona volontà siano provvisti e nutriti di cibo spirituale dall’ufficio centrale della Società.
5. Come agiscono i testimoni di Geova quando una nazione proibisce completamente la loro opera?
5 Che cosa succede quando una nazione proibisce completamente la nostra opera? Le vie per la provvista di nutrimento spirituale dall’ufficio centrale terrestre sono chiuse! Ma i testimoni di Geova sono ancora nel paese. Non possono smettere di predicare. (Ger. 26:14, 15) Il bando impedisce soltanto che predichino in pubblico o all’aperto. Essi non potranno compiere, secondo la legge, la loro opera apertamente. Quindi, a causa di decreti oppressivi sono costretti a continuare la loro predicazione clandestinamente. Seguono la stessa condotta adottata dai primi cristiani a Roma. In quel tempo essi e la loro predicazione furono costretti nelle catacombe.
INTREPIDA PREDICAZIONE MALGRADO L’OPPOSIZIONE
6. Secondo i fatti, qual’effetto hanno avuto i bandi sull’opera di predicazione, e per quale motivo?
6 I fatti storici rivelano che i bandi non interrompono la predicazione. Mostrano piuttosto che, qualche volta, la predicazione clandestina dà risultati migliori di quella fatta apertamente. Più intensa è la persecuzione, più rapidamente il seme di verità germoglia quando incontra “terreno fertile”. Cresce rapidamente e si sparge estesamente in così caldo clima. Non si può impedire che la gente di buona volontà sorga e accetti la verità, così come non si può comandare a una pianta d’erba di non spuntare. È impossibile! I nostri fratelli, nei paesi dove i bandi sono in vigore, non disertano né si ritirano come fece l’infedele e fuggiasco profeta Uria. (Ger. 26:21) Essi fanno come Geremia, che fu messo al bando e subì minacce di morte. (Ger. 26:8) Rifiutò di fuggire dal paese. Fu gettato in una cisterna. (Ger. 38:6) Geova lo liberò. (Ger. 38:10-13) Come nel caso di Geremia, la verità è come fuoco nelle ossa dei moderni testimoni in tali paesi. (Ger. 20:9) Si può estinguere? No! Non può essere soffocato! Deve divampare! Nonostante le conseguenze di un bando essi non possono smettere di predicare. Geova ha dato questo ordine. Predicare significa vita. Fermarsi significa morte.
7. Chi è l’unico che dovremmo temere, ed in vista di quali promesse?
7 Noi tutti abbiamo la promessa di Geova. Egli la manterrà! È la promessa che Geova continuerà a coprirci con l’ombra della sua mano e delle sue ali. (Sal. 17:8; Isa. 51:16) Questa promessa vale tanto nei paesi comunisti quanto nelle nazioni democratiche. Egli libererà chiunque invoca il nome di Geova. (Prov. 18:10; Gioele 2:32) Dobbiamo quindi temere i dittatori comunisti o i grandi politicanti o i governatori di qualsiasi nazione? La risposta è ovvia: No! Mai! Temiamo unicamente Geova, l’Onnipotente Dio. “Non chiamate congiura tutto ciò che questo popolo chiama congiura; e non temete ciò ch’esso teme, e non vi spaventate. L’Eterno degli eserciti, quello santificate! Sia lui quello che temete e paventate!” (Isa. 8:12, 13) Possiamo aver fiducia nella protezione mediante l’ubbidienza a quest’ordine di Dio sia che il governo del paese dove dimoriamo sia liberale o oppressore.
8. Qual è la nostra determinazione e a causa di quale certezza?
8 Non abbandoneremo la nostra lotta per la libertà di predicare, neppure di fronte alla morte. Confideremo in Geova Dio in ogni tempo. Non vi è pericolo o afflizione così grande ch’egli non possa preservarcene e liberarcene. Noi sappiamo quello che ha fatto nel passato. Ricordiamo quello che disse Geova, l’Iddio Onnipotente, nostro Padre: “Non temere, perché io t’ho riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando passerai per delle acque, io sarò teco; quando traverserai de’ fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non ne sarai arso, e la fiamma non ti consumerà. Poiché io sono l’Eterno [Geova], il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore; io ho dato l’Egitto come tuo riscatto, l’Etiopia e Seba in vece tua. Perché tu sei prezioso agli occhi miei, perché sei pregiato ed io t’amo, io dò degli uomini in vece tua, e dei popoli in cambio della tua vita. Non temere, perché io son teco; . . . e voi me ne siete testimoni, dice l’Eterno: Io sono Iddio. Lo sono da che fu il giorno, è nessuno può liberare dalla mia mano; io opererò; chi potrà impedire l’opera mia”? — Isa. 43:1-5, 12, 13.
9. In che cosa poniamo la nostra fiducia, così come è rivelato da quale dramma profetico?
9 Abbiamo noi cristiani, seguaci di Cristo Gesù, una flotta, un esercito o una provvista di bombe atomiche? No! Non ne vogliamo! Non ne abbiamo bisogno! La nostra protezione è affermata da Sofonia, il quale scrisse: “L’Eterno [Geova], il tuo Dio, è in mezzo a te, come un Potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per via di te, si acqueterà nell’amor suo, esulterà, per via di te, con gridi di gioia”. (Sof. 3:17) Tutto ciò che dobbiamo fare per la nostra protezione è presto detto. Dobbiamo agire come i fedeli antichi Israeliti in alcune delle loro battaglie. Essi non fecero che cantare le lodi di Geova. Non adoperarono armi di guerra. Quando le potenti e alleate forze armate di Moab, Ammon e Monte Seir vennero contro Giuda, Geova ordinò a Giosafat di collocare dei cantori alla testa dell’esercito onde dessero lode in santa magnificenza. Ricordate il risultato? Certo! Fu una delle più grandi sconfitte militari della storia! (2 Cronache 20) Geova combatté pure la battaglia per il re Asa. Fu Lui, non gl’Israeliti, che distrusse l’esercito etiope di un milione di uomini. (2 Cron. 14:9-15) Non fu la forza superiore di Gedeone che sconfisse Madian. Il semplice manipolo di trecento uomini era superato da un esercito molte volte più grande. Sotto la direzione di Geova, essi incussero terrore all’esercito di Madian. Non fecero altro che rompere le loro brocche e lasciare risplendere la loro luce, suonare le trombe e gridare: ‘Per Geova e per Gedeone’. — Giudici 7.
10. Perché si può dire che la Parola di Geova è potente?
10 Noi cantiamo il cantico proclamando le lodi di Geova. Predicando noi spalanchiamo le porte della libertà affinché le persone di buona volontà affluiscano nelle città di rifugio. (Gios. 21:13, 21, 32, 38; Isa. 26:2) La sua parola contiene la speranza di liberazione per quelli che lo conoscono. “E avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno [Geova] sarà salvato; poiché sul monte Sion ed in Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto l’Eterno, e fra gli scampati che l’Eterno chiamerà”. (Gioele 2:32) La Parola di Geova, che proclamiamo, è potente. Edifica quello che dev’essere edificato, ma distrugge quello che dev’essere distrutto. Paolo disse: “Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per abbattere trincerate fortezze”. (2 Cor. 10:4, NW) Ricordiamoci che fu la Parola di Geova che fece venire il diluvio ai giorni di Noè. È la medesima Parola che porterà la distruzione del presente mondo malvagio nella battaglia di Harmaghedon. È anche la stessa Parola che creerà i nuovi cieli e la nuova terra nei quali “abiti la giustizia”. (2 Piet. 3:5-7, 13) Fu mediante la Parola di Dio che Noè compì la predicazione. Come il cataclisma di Harmaghedon si verifica mediante la Parola di Dio, così pure la predicazione, che dev’essere terminata prima dell’inizio della battaglia, sarà compiuta mediante la Parola di Dio. (Matt. 24:14; 2 Piet. 3:9, 10) Parimenti, mediante la Parola di Dio, anche noi, suoi testimoni, rimarremo fedeli al nostro compito di proclamare libertà ai prigionieri. — Isa. 61:1, 2.
PROCLAMIAMO LIBERTÀ
11, 12. Quale significato ebbe Levitico 25:10 nei tempi antichi, negli Stati Uniti nel 1776, e quale significato nei nostri giorni?
11 Quando nel 1776 l’America dichiarò la sua indipendenza dall’Impero Britannico, la campana, nella torre del campidoglio di Filadelfia nella colonia britannica di Pennsylvania, risuonò per la libertà. I rintocchi di quella campana furono uditi in tutta la terra mediante gli avvenimenti che seguirono. Su quella campana furono incise le parole: “Proclamate la libertà in tutto il paese, a tutti i suoi abitanti”. Queste parole storiche furono citate dal più grande libro della libertà, la Parola di Dio, la Bibbia. Geova Dio adoperò queste parole nella sua legge per Israele quando stabilì l’anno del giubileo. Quell’anno ogni uomo fu libero di tornare a casa sua, senza debiti. Era un anno santo di libertà. La nazione doveva ‘proclamare la libertà in tutto il paese per tutti i suoi abitanti’. — Lev. 25:10.
12 Le speranze che germogliarono nei cuori di coloro che udirono i rintocchi di libertà che echeggiavano dalla “Campana di Libertà” a Filadelfia diedero coraggio a molti uomini, che fecero grandi sacrifici e lottarono promuovendo una rivoluzione che portò libertà e indipendenza. Dopo più di un secolo e mezzo gli abitanti del “paese della libertà” vedono svanire la libertà. La vita futura della libertà è minacciata non solo in America, ma in tutto il mondo. In questo tempo di emergenza Geova Dio ha dato un potente colpo sulla grande Campana di libertà, la Parola di Dio. Il poderoso messaggio di libertà risuona! Noi, suoi testimoni, ne udiamo i rintocchi. Facciamo grandi sacrifici per la libertà. Noi stiamo ‘proclamando la libertà in tutto il paese’. Non viene fatto soltanto in un paese; ma in tutto il mondo facciamo risuonare la tromba della libertà. Il messaggio annuncia che il governo di Dio è per l’uomo l’unica speranza o permanente garanzia di libertà e della benedizione di vita eterna. Noi, suoi testimoni, con gli squilli delle nostre trombe predichiamo la libertà in tutto il mondo. Dichiariamo un messaggio di liberazione ai prigionieri che sono legati dagli errori religiosi di questo mondo di Satana il Diavolo. Noi, suoi testimoni, abbiamo proclamato libertà in tutto il paese.
13. Per tenersi liberi da Satana quale esempio di Gesù dobbiamo seguire?
13 Cantando le lodi di Geova noi proclamiamo il vero Liberatore dei prigionieri, Geova Dio. Noi diciamo ai prigionieri: “Uscite”. (Isa. 49:9) Geova garantisce ch’essi non ritorneranno prigionieri del Diavolo, come Adamo ridusse il genere umano. (Ezech. 39:28, 29) Il grande Liberatore e Combattente, Cristo Gesù, adottò una condotta opposta a quella di Adamo. Non fece compromessi col Diavolo, come Adamo. Egli dichiarò che Satana “non ha presa su me”. (Giov. 14:30, NW) Se seguiamo fedelmente le orme di Gesù, Satana non ha presa neppure su noi, e non potrà mai impadronirsi di uno dei fedeli prigionieri liberati e neppure delle persone di buona volontà.
14. Quale duplice opera svolgiamo oggi e in armonia con quali giudizi di Geova?
14 Noi rechiamo notizie di pace a quelli di buona volontà verso Dio. Pronunciamo un messaggio di morte e distruzione per quelli che odiano Geova. (Ger. 49:14) Gesù ci manda come ambasciatori per separare il popolo, come le pecore sono separate dai capri. (Matt. 25:31) Geova è pronto a ricompensare quelli che hanno qualità simili alle pecore e ad eseguire il suo giudizio contro quelli che si comportano come capri. Il fuoco del suo zelo adempirà questo. (Sof. 3:8) Noi della società del Nuovo Mondo abbiamo Geova quale nostro Dio. È veramente “beata la nazione il cui Dio è l’Eterno [Geova]; beato il popolo ch’egli ha scelto per sua eredità”. (Sal. 33:12) Ma ecco l’avvertimento: “La nazione e il regno che non ti serviranno, periranno; quelle nazioni saranno interamente distrutte”. — Isa. 60:12; Sal. 145:20.
15. Come lo scopo e la natura della nostra guerra e delle nostre armi sono paragonati alla lotta dei Giudei nei giorni di Ester?
15 Ritorniamo ora a quanto è narrato nel Libro di Ester relativamente alla lotta dei Giudei prigionieri sotto l’antico impero della Persia. Quella potenza mondiale dominava quasi tutto il mondo allora conosciuto. Quegli antichi servitori di Geova lottavano veramente in tutto il mondo. Come allora, così avviene ai nostri giorni. La loro lotta raffigura profeticamente la lotta mondiale dei testimoni di Geova per predicare oggi. (Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11) L’unica differenza fra la loro lotta e la nostra sta nelle armi adoperate. Essi si servirono di armi carnali. Noi non lottiamo con armi carnali. Noi, quali combattenti cristiani per il diritto di predicare in tutto il mondo, siamo armati unicamente dello spirito di Geova Dio e della spada del suo spirito, che è la Parola di Dio. (Efes. 6:17) Inoltre Geova ci ha dato un’armatura difensiva. Paolo la descrive. Eccone alcune parti: (1) la corazza della giustizia, (2) lo scudo della fede e (3) l’elmo della salvezza. Egli ci ammonisce di esser desti usandola. Ci istruisce anche a predicare “con ogni libertà di parola per far conoscere il sacro segreto della buona notizia, per la quale agisco come un ambasciatore in catene, onde ne parli con baldanza come devo parlare”. — Efes. 6:14-17, 19, 20, NW.
16, 17. (a) In quel tempo quali furono i risultati del combattimento dei Giudei per la loro vita? (b) Quali sono stati i risultati della nostra lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo, e mediante quale potenza è stata compiuta la predicazione?
16 I Giudei dell’antica Persia ottennero una grande vittoria. Che cosa accadde? Dopo che il decreto del re, secondo il quale i Giudei dovevano lottare per salvarsi la vita, fu rapidamente diffuso in tutto il paese mediante corrieri a cavallo, accadde una cosa strana. La narrazione dice, riguardo ai Giudei, che “nessuno poté resister loro, perché lo spavento de’ Giudei s’era impossessato di tutti i popoli. E tutti i capi delle province, i satrapi, i governatori e quelli che facevano gli affari del re dettero man forte ai Giudei, perché lo spavento di Mardocheo s’era impossessato di loro. E in ogni provincia, in ogni città, dovunque giungevano l’ordine del re e il suo decreto, vi furon, tra i Giudei, gioia, allegrezza, conviti e giorni lieti. E molti appartenenti ai popoli del paese si fecero Giudei, perché lo spavento dei Giudei s’era impossessato di loro”. — Ester 9:2, 3; 8:17.
17 Proviamo noi, attuali servitori di Geova, una simile allegrezza e prosperità nella nostra lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo? Esaminate l’incremento nel nostro numero: 1934:41.000; 1940:90.000; 1944:110.000; 1946:158.000; 1948:230.000; 1950:328.000; 1953:500.000. Ci siamo moltiplicati dodici volte in venti anni! Ecco! E tutto questo incremento si è verificato in mezzo a una persecuzione mondiale! Non è questa la prova che il timore di Geova si è abbattuto su questa gente e che la paura dell’uomo si è allontanata da loro? Veramente, è come profetizzò Zaccaria: “Così parla l’Eterno [Geova] degli eserciti: In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste, e diranno: Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”. (Zacc. 8:23) La predicazione in tutto il mondo è oggi una grande opera. Non è compiuta mediante il potere di qualche uomo o gruppo di uomini. È lo spirito di Geova e la potenza della sua Parola che ha compiuto questa mondiale mietitura di predicazione. (1 Cor. 3:7) Zaccaria scrisse: “Non per potenza né per forza, ma per lo spirito mio, dice l’Eterno [Geova] degli eserciti”. — Zacc. 4:6.
IL PREMIO DI QUELLI CHE NON FANNO COMPROMESSI
18. In armonia con l’esempio di Paolo qual è la determinazione del popolo di Geova riguardo alla lotta di predicare in tutto il mondo?
18 Si arresterà la lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo? No! Deve continuare. Sia che dimoriamo in paesi democratici dov’è accordata molta libertà, sia che ci troviamo in paesi dove la predicazione è limitata, o sia che ci troviamo in paesi governati da dittatori che non permettono libertà alcuna, ma imprigionano tutti i testimoni, la lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo deve continuare. L’apostolo Paolo ci lasciò un esempio da seguire. Egli predicò in carcere e lì continuò la sua lotta per la libertà di predicare. (Atti 28:30, 31) Così oggi, quando neanche noi siamo liberi di andare di porta in porta, dobbiamo predicare come prigionieri in catene. Né dobbiamo smettere nei paesi sotto dittatura. Nessuno può imporre silenzio a noi, suoi testimoni, neppure nelle carceri dei comunisti o in altre prigioni. Continueremo a predicare sia in carcere che fuori, e lo faremo coraggiosamente. Ricordate quello che Paolo scrisse ai Filippesi: “Secondo quanto aspetto e quanto spero, non avrò da arrossire di nessuna cosa, ma con tutta franchezza, come sempre, Cristo sarà glorificato nella mia persona, sia con la vita, sia colla morte”. — Filip. 1:20, Ti.
19, 20. (a) Che cosa sarebbe accaduto se Giuseppe, i tre Ebrei e Daniele avessero fatto compromessi? (b) E che cosa sarebbe accaduto se i primi cristiani e i veri cristiani di oggi avessero agito così?
19 Supponiamo ora che quelli che sono in carcere per la loro fedeltà avessero fatto compromessi e si fossero tratti indietro. Che cosa sarebbe accaduto? Nei tempi antichi Giuseppe avrebbe perduto il privilegio di essere adoperato da Geova in Egitto per salvare dalla fame suo padre, Giacobbe, insieme alla sua numerosa famiglia. I tre Ebrei avrebbero demeritato che un angelo di Geova camminasse con loro nella fornace ardente e li proteggesse. Geremia avrebbe perduto l’onore di proclamare i giudizi di Geova contro una città empia. E Daniele non avrebbe mai chiuso la bocca dei leoni. Questa schiera di testimoni non si trasse indietro. Essi non furono codardi. Paolo descrive per noi la loro fede e il loro coraggio, in Ebrei, capitolo undici.
20 Se Pietro e Paolo e gli altri apostoli avessero fatto compromessi e si fossero ritirati, avrebbero perduto la benedizione di sviluppare la prima congregazione cristiana e di scrivere le Scritture Greche. Anche i testimoni dei nostri giorni, ingiustamente incarcerati in molte nazioni, avrebbero perduto il loro benedetto privilegio d’iniziare l’opera e di riedificarla in molti paesi totalitari dove la predicazione era proibita. Non potrebbero ora provare la gioia di vedere l’attuale grande raccolta della gran folla di persone di buona volontà. “Poiché Iddio non ci ha dato uno spirito di codardia, ma di potenza e d’amore e di sanità di mente”. (2 Tim. 1:7, NW) Relativamente a quelli che si ritirano, il Rivelatore disse: “Ma in quanto ai codardi, a quelli senza fede . . . la loro porzione sarà nel lago che brucia con fuoco e zolfo. Questo significa la morte seconda”. (Apoc. 21:8, NW) Ringraziamo Geova Dio che i fedeli che ci hanno preceduto e i fedeli che si trovano oggi fra noi non sono fuggiti, come codardi dal campo di battaglia, nella lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo.
21, 22. (a) Qual è lo scopo principale di Geova nel permetterci di lottare e soffrire per la libertà di predicare? (b) Quale ulteriore scopo è perseguito quindi in armonia con la profezia di Ezechiele?
21 È chiaro che Geova permette che soffriamo attualmente e lottiamo per la libertà di predicare in tutto il mondo per motivi molto buoni. Il motivo principale è quello di rivendicare il suo grande e santo nome e la sua Parola. Un altro motivo è quello di scegliere la giusta qualità di persone, creature ubbidienti e coraggiose, con le quali egli vuole popolare la terra e far vivere nel nuovo mondo. (Matt. 5:5, 10; Apoc. 2:10) Geova sterminerà quelli che non meritano di vivere nel nuovo mondo.
22 Ancora un altro scopo è perseguito dalla nostra lotta per la libertà, quello di condurre il nemico ad Harmaghedon. Quindi, Geova si serve di noi, suoi testimoni, mediante la nostra lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo, come esca per il Diavolo, chiamato Gog nel libro di Ezechiele. In quel libro profetico è indicato che Gog sarà condotto all’assalto contro noi, il popolo di Geova. Geova rivela in quella profezia come Gog, il Diavolo, muoverà le sue forze visibili e invisibili, contro i testimoni di Geova da ogni parte della terra. Geova dichiara ch’egli menerà via Gog, il Diavolo, mettendogli degli uncini alle mascelle. Geova rivela che le forze visibili e invisibili di Gog cadranno “sui monti d’Israele”, cioè sull’organizzazione di Geova. (Ezech. 38:4; 39:1, 2) Quindi Satana e tutta la sua organizzazione e tutti coloro che sostengono il Diavolo saranno distrutti. I loro cadaveri saranno dati in pasto agli uccelli rapaci e alle bestie selvagge. (Ezech. 39:4-7) Geova dichiara alla fine: “E farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo d’Israele; e non lascerò più profanare il mio nome santo; e le nazioni conosceranno che io sono l’Eterno [Geova], il Santo in Israele”. (Ezech. 39:7) Non ritiriamoci dalla lotta. Possa Geova continuare a benedirvi mentre sostenete la “lotta per la libertà di predicare in tutto il mondo”. “Lodate Geova. Beato l’uomo che teme Geova, . . . Lodate Geova”. — Sal. 112:1; 113:1, AS.
“Sebbene camminiamo nella carne, noi non ci impegnamo in combattimenti secondo quello che siamo nella carne. Poiché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per abbattere trincerate fortezze. Poiché noi abbattiamo i ragionamenti e ogni altezza elevata contro la conoscenza di Dio, e portiamo in cattività ogni pensiero per renderlo ubbidiente al Cristo”. — 2 Corinzi 10:3-5, NW.