Corriamo la corsa senza cadere
“Chi è altero d’animo è in abominio all’eterno. . . . La superbia precede la rovina, e l’alterezza dello spirito precede la caduta”. — Prov. 16:5, 18, VR.
LE REGOLE per correre la corsa vengono date da Geova mediante la sua Parola: “Io ti mostro la via della sapienza, t’avvio per i sentieri della rettitudine. Se cammini, i tuoi passi non saran raccorciati; e se corri, non inciamperai”. Per aiutare i Cristiani ad evitare la caduta, Geova fa apparire ripetutamente certe regole nella Bibbia. Una di queste è l’ingiunzione di eliminare la superbia, che è causa d’inciampo; di eliminarla come un peso opprimente, come qualche cosa che renderà il progresso nella corsa cristiana difficile o impossibile. “Deponiamo”, disse Paolo, “ogni peso”. — Prov. 4:11, 12, VR; Ebr. 12:1.
2 È appropriato, in questo “tempo della fine”, che comprendiamo perché la superbia è tanto in abominio a Geova e perché è una tale pietra d’inciampo che impedisce di correre bene “nella giusta contesa della fede”. Veramente, era proprio questo “tempo della fine” che avrebbe visto un gran numero di “amanti di se stessi”, di “superbi” e di uomini “gonfi di se stessi”. — 1 Tim. 6:12; 2 Tim. 3:1-4.
3 Che cos’è questa superbia che conduce alla caduta? È l’avere di sé un concetto troppo alto. Significa correre in modo contrario a quello designato dall’apostolo: “Io dico quindi a ciascuno fra voi che non abbia di sé un concetto più alto di quel che deve avere”. “Non vi stimate savi da voi stessi”. Significa darsi tanta importanza da esserne quasi intossicati. Chi è superbo è tanto presuntuoso e gonfio di se stesso da essere come ubriaco. Per una persona simile, correre la corsa cristiana “secondo le regole” è tanto difficile quanto per un ubriaco correre senza cadere, perché “prima della rovina, il cuor dell’uomo s’innalza”. — Rom. 12:3, 16, VR; 2 Tim. 2:5; Prov. 18:12, VR.
4 “La superbia precede la rovina”, perché Geova odia i superbi. Li detesta. Resiste loro. “Iddio resiste ai superbi”. Fra le sette cose elencate che sono in abominio all’anima di Geova vi sono gli “occhi alteri”. Cristo Gesù, la sapienza personificata, dice: “Io odio la superbia, l’arroganza, la via del male e la bocca perversa”. Quando era sulla terra Cristo dichiarò l’inflessibile regola: “Chi si esalta sarà umiliato”. Il risultato della superbia, quindi, è opposizione a Geova e a Cristo ed eventuale umiliazione dei superbi che si esaltano. — Giac. 4:6; Prov. 6:16, 17; 8:13, VR; Matt. 23:12.
PERCHÉ SONO IN ABOMINIO A GEOVA
5 È facile capire perché quelli che sono alteri d’animo sono “in abominio all’Eterno”. Essi non cercano Dio o la verità proveniente da Dio. “L’empio secondo la sua alterigia non fa alcuna ricerca; tutti i suoi pensieri sono: ‘Non c’è Dio’”. Tali persone pensano a come possono esaltare se stesse. Rifiutano di dare la gloria e la lode a Geova. — Sal. 10:4.
6 Superbia, arroganza, alterigia: queste sono tutte caratteristiche dei malvagi: “La superbia li cinge a guisa di collana”. “Gli occhi alteri e il cuor gonfio, lucerna degli empi, sono peccato”. Chi è altero d’animo non soltanto non cerca Dio ma si oppone a Dio e ai suoi servitori. Questa opposizione genera uno spirito di persecuzione: “L’empio nella sua superbia perseguita con furore i miseri”. Il superbo Faraone perseguitò con furore gli Israeliti e perciò subì le conseguenze del suo atto altero. L’orgoglio pone il fondamento per ogni specie di empietà, sì, per la biasimevole empietà di insegnare la falsa religione: “Se qualcuno insegna un’altra dottrina e non approva le sane parole, quelle del nostro Signore Gesù Cristo, né l’insegnamento che è in armonia con la santa devozione, egli è gonfio d’orgoglio, non comprendendo nulla, ma essendo mentalmente malato per questioni e controversie riguardo a parole. Da queste cose sorgono invidia, lotta, discorsi ingiuriosi, malvagi sospetti, violente dispute intorno ad inezie”. Nessuna meraviglia che i superbi, quelli che sono gonfi d’orgoglio, siano in abominio a Geova! Tali persone sono detestabili anche per gli uomini; quanto più lo sono per Dio! — Sal. 73:6; Prov. 21:4; Sal. 10:2, VR; 1 Tim. 6:3-5.
7 Ma perché tanti ammonimenti sulla superbia se è la caratteristica dei malvagi? Perché dovrebbe interessare a chi corre nella corsa cristiana? Perché la superbia può comparire nella vita del Cristiano e dimostrarsi disastrosa, perché la superbia fa parte della “vecchia personalità” che chi corre nella corsa cristiana deve abbandonare per correre “secondo le regole”. La ragione per cui un uomo convertito di recente non deve essere raccomandato per l’incarico di sorvegliante, dice l’apostolo, è “per tema che diventi gonfio d’orgoglio e cada nel giudizio pronunciato contro il Diavolo”. Sì, la creatura spirituale che è ora il Diavolo cominciò bene, ma la superbia la condusse alla rovina; un’umiliante caduta l’aspetta ad Armaghedon: “Il tuo cuore s’insuperbì nella tua magnificenza, tu perdesti la tua sapienza a causa del tuo splendore, ed io ti gettai per terra, ti esposi davanti ai re, affinché ti mirassero”. — 1 Tim. 3:6; Ezech. 28:17, Ti.
8 Dal caso di Satana il Diavolo e dall’ammonimento circa la nomina di sorvegliante di un uomo convertito di recente, si vede chiaramente che chi ha autorità e responsabilità è soggetto a diventare superbo. Ci fu il superbo e potente Aman, che fu condotto alla rovina dalla sua superbia. (Ester 3:5; 7:9) Ci fu il superbo Nabucodonosor, che perdette la ragione dopo aver detto, gonfio d’orgoglio: “Non è questa la gran Babilonia che io ho edificata come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?” (Dan. 4:30, VR) Ci fu il superbo re Belsatsar a cui Daniele disse: “E tu, o Belsatsar, suo figliuolo, non hai umiliato il tuo cuore”. (Dan. 5:22, VR) Egli perdette il regno e la sua vita. Ci fu il superbo Erode, che attribuì a sé la gloria invece di darla a Dio e fu pertanto “roso dai vermi”. (Atti 12:21-23) Veramente, la storia è una lunga serie di cadute di potenti uomini e nazioni, attestanti il fatto che “la superbia precede la rovina”.
LA PRESUNZIONE PRECEDE IL DISONORE
9 Chi possiede ricchezze è più soggetto a divenire superbo. “Il ricco si reputa savio”, dichiara la Parola di Dio. Osservate ciò che accadde al re Uzzia di Giuda. Fu un fedele adoratore di Geova, ma cadde quando sorse in lui la superbia. Nei suoi ultimi anni divenne forte e prospero: “Ma quando fu divenuto potente, il suo cuore, insuperbitosi, si pervertì, ed egli commise una infedeltà contro l’Eterno, il suo Dio, entrando nel tempio dell’Eterno per bruciare dell’incenso sull’altare dei profumi”. L’altero re Uzzia non aveva niente a che fare con questo. Pertanto i sacerdoti lo rimproverarono: “Esci dal santuario, poiché tu hai commesso una infedeltà! E questo non ti tornerà a gloria dinanzi a Dio, all’Eterno”. Il re Uzzia trasse forse beneficio da questo rimprovero? No, poiché “Uzzia, che teneva in mano un turibolo per offrire il profumo, si adirò; e mentre s’adirava contro i sacerdoti, la lebbra gli scoppiò sulla fronte, in presenza dei sacerdoti, nella casa dell’Eterno”. Colpito dalla lebbra nella fronte! Lebbroso fino al giorno della sua morte, Uzzia perdette i suoi doveri regali e suo figlio governò in sua vece. Che triste rovina! E successe ad uno che aveva fedelmente servito Geova per tanti anni. Ma la regola è sicura: “È venuta la presunzione? Allora verrà il disonore”. — Prov. 28:11; 2 Cron. 26:16-21, VR; Prov. 11:2.
10 Gli odierni servitori di Geova, anche quelli che non hanno incarichi di responsabilità, possono trarre beneficio dall’esperienza di Uzzia. Non siate fra quelli che non sono mai convinti di una cosa finché non l’abbiano provata. Non c’è ragione di provare la rovina derivante dalla superbia. Come se ne trae dunque beneficio? Guardandosi dagli atti di presunzione, dal dire o fare cose per cui non v’è motivo, per darsi importanza. Mantenete il vostro posto nell’organizzazione teocratica, non lasciando mai che la superbia vi faccia correre nel verso sbagliato, che conduce alla rovina.
LA SUPERBIA IMPEDISCE DI TRARRE BENEFICIO DAL RIMPROVERO
11 Non siate come Uzzia. Egli non trasse beneficio dal rimprovero e dalla correzione. Avrebbe potuto accettare il rimprovero dei sacerdoti e abbandonare immediatamente il santuario. Tale condotta avrebbe senza dubbio impedito l’umiliante rovina che subì. Ma egli lasciò che la superbia gli impedisse di accettare il rimprovero. “Hai tu visto un uomo che si crede savio? C’è più da sperare da uno stolto che da lui”. L’altero Uzzia disprezzò il rimprovero, si adirò perfino a causa d’esso. La superbia gli impedì di vedere i benefici del rimprovero. — Prov. 26:12, VR.
12 Siccome la correzione e la disciplina vengono per tutti i servitori di Geova, abbiamo bisogno di ricordare le parole di Paolo agli Ebrei: “Avete interamente dimenticato l’esortazione che vi è rivolta come a figli: ‘Figlio mio, non disprezzare la disciplina di Geova, e non venir meno quando sei corretto da lui; poiché Geova disciplina colui che ama, infatti egli sferza ognuno che riceve come figlio’”. Se un Cristiano disprezza la disciplina proveniente da Geova mediante la sua organizzazione, rifiutando di accettare il rimprovero in armonia con la Parola di Dio, allora è come Uzzia; lascia che la superbia lo privi dei benefici del rimprovero. “Veramente,” spiega l’apostolo, “nessuna disciplina per il presente pare che sia gioiosa, ma penosa; ma in seguito a quelli che ne sono stati ammaestrati essa produce frutti pacifici, cioè, giustizia”. Così quando viene la correzione dall’organizzazione di Geova, traetene beneficio. Non lasciate che il gigante della superbia vi ostacoli il cammino. La disciplina, sebbene penosa in principio, produce frutti pacifici, giustizia e vita. “Afferra saldamente la disciplina; non la lasciar andare. Custodiscila, perché essa stessa è la tua vita”. “Le correzioni della disciplina son la via della vita”. — Ebr. 12:5, 6, 11; Prov. 4:13; 6:23, VR.
13 Non c’è da sorprendersi che a volte la superbia causi dei malintesi in una congregazione cristiana. Se c’è la superbia probabilmente ci sono i risultati della superbia: ira, spirito di contesa, suscettibilità, invidia, ecc. “Chi è d’animo arrogante suscita contese”. La superbia è un ostacolo alla pace e all’unità. Si può porre rimedio ai malintesi prontamente non facendo posto alla superbia. È tanto facile lasciare che la superbia generi ipersensibilità. La persona troppo sensibile, quando si sente ferita nel suo orgoglio, può far cose che conducono alla caduta e alla rovina. Per esempio, è accaduto che un professante servitore di Dio abbia rotto la vitale relazione con l’organizzazione di Dio smettendo di partecipare alle adunanze. E perché? Spesso perché tale persona è stata ferita nell’orgoglio dalla sconveniente azione di qualche altro. Può darsi che si tratti effettivamente soltanto di un torto immaginario e che la superbia esageri l’intera faccenda, facendo nascere un malinteso. Ma se anche un altro servitore di Geova non ha corso la corsa “secondo le regole”, anche se quello è un servitore della congregazione, non lasciate che la superbia vi faccia escludere dalla corsa. Il premio della vita eterna merita forse meno della propria superbia? Riflettete un po’ su questa domanda. Ogni volta che permettiamo all’orgoglio di ostacolarci nella corsa, la caduta ci sta davanti. “La superbia precede la rovina, e l’alterezza dello spirito precede la caduta”. — Prov. 28:25; 16:18, VR.
14 La superbia può condurre ad un pericoloso spirito di competizione e ad invidiare altri che possono avere doni superiori. L’invidia, a sua volta, porta alla freddezza e alla mancanza di armonia. Quindi “non diventiamo vanagloriosi, suscitando competizione fra gli uni e gli altri, invidiandoci gli uni gli altri”. Ricordando che “la gelosia è la carie delle ossa”, non lasceremo che la superbia rovini le nostre forti ossa in senso spirituale per correre la corsa cristiana che ci è posta davanti. E chi può correre bene con le ossa rovinate? — Gal. 5:26; Prov. 14:30.
15 Vedendo alcuni dei cattivi risultati della superbia, come sia pericolosa la superbia per chi corre nella corsa cristiana e come siano abominevoli i superbi agli occhi di Geova, guardatevi dalla superbia. Ma come ci si può guardare dalla superbia? La Parola di Dio indica come.
GUARITE LA SUPERBIA CON L’AMORE E L’UMILTÀ
16 L’amore è abbastanza forte per conquistare la superbia e tutti i suoi cattivi risultati. “L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non viene provocato. Esso non tiene conto dell’offesa”. L’amore vincerà la superbia se avremo l’amore che Gesù indicò quando rispose alla domanda: “Qual è il più grande comandamento nella Legge?” Gesù disse:” ‘Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la mente tua’. Questo è il più grande e primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è questo: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. Un amore simile condurrà sicuramente a vincere la superbia perché esso conduce alla vera umiltà. — 1 Cor. 13:4, 5; Matt. 22:36-39.
17 Come sono opposte l’umiltà e la superbia! “Prima della rovina, il cuor dell’uomo s’innalza, ma l’umiltà precede la gloria”. La superbia conduce alla rovina, l’umiltà alla gloria. Per vincere il glorioso premio della vita ci occorre umiltà; occorre che corriamo bene. L’umiltà è dunque l’abito che deve indossare chi corre nella corsa cristiana; “Rivestitevi tutti di umiltà di mente l’uno verso l’altro, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché egli vi esalti al tempo dovuto”. — Prov. 18:12, VR; 1 Piet. 5:5, 6.
18 Che cos’è questa umiltà che precede la gloria e l’esaltazione? Nel mondo odierno l’umiltà è poco compresa ed è pure raramente manifestata. Molti nel mondo tengono l’umiltà in poca considerazione. Essi la confondono con la codardia e la debolezza: è una virtù dei deboli e dei codardi, essi dicono. L’umiltà è considerata anche un pretesto per nascondere la mancanza d’energia o la mancanza di capacità.
19 L’incomprensione e l’impopolarità odierne dell’umiltà non sono nulla di nuovo. Nei giorni di Paolo la vera umiltà non era compresa o praticata dai mondani. Ciò che era glorificato era o superbia o finta umiltà. Fra le virtù elencate da Aristotile, la superbia e l’orgoglio sono chiamate “la corona delle virtù”. Altri insegnavano che le cose materiali sono dannose in se stesse. Sembra che alcuni Cristiani colossesi fossero stati ingannati da una forma di finta umiltà, di gravoso ascetismo. In ciò vi era un duplice pericolo: induceva a credere che il premio della vita fosse aggiudicato a quelli che avrebbero semplicemente accettato la pratica negativa di rinunciare alle cose materiali. Secondariamente, ciò produceva una sottile forma di materialismo, dato che le proibizioni dell’ascetismo accentrano l’interesse e l’attenzione dell’individuo sulle cose materiali. Quindi, l’ascetismo frustrò il suo scopo: fece sì che l’individuo si concentrasse principalmente su quello che professava di disprezzare, sulle cose “che sono tutte destinate alla distruzione con l’uso”. Per avvertire i Colossesi che una simile forma di umiltà avrebbe potuto farli cadere, privandoli del premio della vita, Paolo scrisse: “Nessun uomo vi privi del premio prendendo piacere in una finta umiltà . . . in un severo trattamento del corpo”. No, la vera umiltà non è ascetismo. — Col. 2:18-23.
20 La parola “umiltà” deriva originariamente dalla parola latina humus, che significa “terra”. L’umiltà, letteralmente, è la modestia di mente; significa essere in basso verso terra. I Cristiani devono avere questa qualità come fosse il vestito da indossare: “Come eletti di Dio, santi ed amati, rivestitevi del tenero affetto di compassione, benignità, modestia di mente”, o, come indica la nota in calce, “umiltà”. L’umiltà, dunque, è l’opposto dell’orgoglio. Tuttavia, “la modestia di mente” non ha nulla a che fare con la servilità, con la viltà, con la codardia o con la mancanza di energia. L’errato concetto che l’umiltà sia debolezza priva la persona delle ricche benedizioni derivanti dalla vera umiltà. Vediamo come si coltiva la vera umiltà. — Col. 3:12.
IL FONDAMENTO DELL’UMILTÀ
21 L’umiltà ha origine dalla conoscenza, dall’amore e dal timor di Dio. L’umiltà ha origine quando ci rendiamo conto di quanto noi siamo piccoli e di quanto Dio è grande. L’umiltà comincia a radicarsi quando la creatura umana si rende conto di essere semplicemente come la tremolante fiamma di una candela ma che Dio, “il re eterno”, è più luminoso in gloria del sole splendente a mezzogiorno. (Ger. 10:10, VR) Sì, questo è il fondamento dell’umiltà: riconoscere l’infinita maestà di Dio e la nostra piccolezza. Tale riconoscimento deriva dalla conoscenza, da quella conoscenza che Geova impartì a Giobbe, com’è raccontato nel libro di Giobbe, nei capitoli da trentotto a quarantuno; tale conoscenza aiutò Giobbe ad umiliarsi “sotto la potente mano di Dio”. Abbiamo bisogno di tale conoscenza. Essa ci permette di porci nella giusta relazione con Dio e di ubbidire alle parole di Giacomo 4:10: “Umiliatevi nel cospetto di Geova, ed egli vi innalzerà”.
22 Umiliandoci nel cospetto di Geova poniamo anche una base per avere umiltà di mente verso il nostro prossimo, poiché la vera umiltà verso l’uomo è basata in definitiva sulla vera umiltà verso Dio. Con la vera umiltà si acquista la capacità di vedersi come si è realmente; inoltre, si è in grado di vedere gli altri come sono. Non dovendo sminuire le loro qualità e i loro successi, si può sinceramente apprezzare ciò che sono e ciò che fanno. A causa dell’umiltà, dunque, non si ha di sé un concetto più elevato di quello che si dovrebbe avere. Sebbene la ‘conoscenza gonfi’, la vera umiltà impedirà anche alle persone con istruzione superiore di gonfiarsi e di cadere a causa della loro superbia. Il Cristiano che ha vera umiltà può correre la corsa secondo le regole, “non facendo nulla per contenzione o per vanagloria, ma con modestia di mente considerando che gli altri siano superiori a voi”. — 1 Cor. 8:1; Filip. 2:3.
IL CONCETTO MONDANO DELL’UMILTÀ È SBAGLIATO
23 Com’è alterato il mondano concetto dell’umiltà, cioè che essa sia debolezza o un pretesto per nascondere la debolezza! La superbia effettivamente è debolezza; l’umiltà è forza. Cristo Gesù fu l’uomo più umile che fosse mai stato sulla terra. Tuttavia fu il più forte dei forti, il più coraggioso dei coraggiosi, il più saggio dei saggi, l’unico uomo che non conoscesse né debolezza né peccato. Che grandi opere compì, eppure rinunciò ad attribuire a sé tutto il credito! (Giov. 5:19) C’era mai stato un capo tanto grande come egli fu e che tuttavia potesse lavare i piedi dei suoi discepoli e potesse dire: “Io v’ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come v’ho fatto io”? Che autorità ebbe: “Ogni cosa m’è stata data in mano dal Padre mio”! E come era umile: “Io son mansueto ed umile di cuore”! — Giov. 13:15; Matt. 11:27, 29, VR.
24 Lungi dall’essere un pretesto per celare mancanza di intelligenza o di energia, l’umiltà è vera forza e vigore. È il mezzo per raggiungere la gloria. “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. “L’umiliazione tien dietro al superbo e la gloria andrà incontro all’umile”. — Luca 18:14; Prov. 29:23, Ri.
25 Tutto ciò che la Bibbia dice dell’umiltà è illustrato e confermato da quell’unico e grande esempio, Cristo Gesù. Dovremmo modellare la nostra mente e la nostra vita su quelle di lui. Questo è così vitale che l’apostolo comanda: “Serbate in voi questa attitudine mentale che fu pure in Cristo Gesù”. Quale attitudine? “[Egli] umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura. E per questa stessa ragione Iddio lo ha innalzato a una posizione superiore”. Sì, “per questa stessa ragione”, perché Cristo si è umiliato e si è mostrato sottomesso e ubbidiente a Dio, è stato esaltato al posto più alto che possa avere qualsiasi creatura nell’universo. Com’è verace il fatto che “prima della gloria vi è l’umiltà”! — Filip. 2:5, 8, 9; Prov. 15:33.
26 Sì, l’umiltà è forza. È il genere di forza che ci occorre per correre la corsa che ci è posta davanti. Dio dà forza soltanto agli umili: “Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui ch’è umile, che ha lo spirito contrito, e trema alla mia parola”. “Poiché così parla Colui ch’è Alto, l’eccelso, che abita l’eternità, e che ha nome ‘il Santo’: Io dimoro nel luogo alto e santo, ma son con colui ch’è contrito ed umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti”. Com’è stolto che chi corre si neghi la vivificante forza di Dio a causa della superbia! Come possono i superbi ricevere forza da Dio? Anche se essi pregano le loro preghiere sono ostacolate, come Gesù indicò nel caso del Fariseo la cui preghiera rifletteva la superbia che deriva dal giustificarsi da sé. — Isa. 66:2; 57:15, VR; Luca 18:10-14.
27 Correre la corsa secondo le regole non è gravoso se si ha vera umiltà. Quelli che sono veramente umili sono ammaestrabili; traggono beneficio dal rimprovero. Essi si rendono conto che non stanno rivaleggiando nella corsa e che devono correre tutti unitamente per avere l’amorevole ricompensa di Dio; quindi si aiutano reciprocamente, si incoraggiano reciprocamente. L’umiltà dà la possibilità di “predicare la parola” a tutti gli uomini, in tutte le circostanze. Dà la possibilità di addestrarsi per il ministero del Regno, di trarre beneficio dai consigli nella scuola di ministero, di imparare come dichiarare la buona notizia di casa in casa. L’umiltà dà la possibilità a quelli che hanno incarichi di responsabilità di essere come Gesù: umili e sempre accessibili. Se un uomo cerca l’incarico di sorvegliante, ricordi che la superbia è un ostacolo che può impedirgli di essere impiegato con maggiori privilegi di servizio nell’organizzazione di Dio, perché Dio detesta i superbi e si oppone loro. Ricordi che “prima della gloria vi è l’umiltà”. Ricordi le parole di Gesù: “Chi vuol divenire grande fra di voi dev’essere vostro ministro, e chi vuol esser primo fra di voi dev’essere vostro schiavo”. — Matt. 20:26, 27.
28 Pertanto eliminate la superbia, il peso che fa cadere. Mettetevi l’abito fatto per la corsa. “Rivestitevi tutti di umiltà di mente l’uno verso l’altro”. “Rivestitevi”, comanda Paolo, di “modestia di mente”. Questo è l’abito da indossare per correre senza cadere; poiché “il frutto dell’umiltà e del timor dell’Eterno è ricchezza e gloria e vita”. — Prov. 22:4, VR.
[Domande per lo studio]
1. Perché espone Geova certe regole nella sua Parola, e quale regola appare ripetutamente?
2, 3. (a) Perché questo è un tempo opportuno per conoscere perché Geova detesta chi è altero d’animo? (b) Che cos’è questa superbia che la Bibbia condanna e come l’averla influisce sulla corsa?
4. Come considerano Geova e Cristo i superbi? Con quale risultato?
5, 6. Perché quelli che sono alteri d’animo sono in abominio a Geova?
7. Perché gli ammonimenti biblici inerenti alla superbia dovrebbero interessare chi corre nella corsa cristiana, e chi ben illustra che la superbia precede la rovina?
8. Che cosa può rendere soggetti a diventare superbi, e come conferma ciò la storia?
9. Quale atto di infedeltà commise il re Uzzia e che cosa lo spinse a tale follia?
10. Come possiamo trarre beneficio dall’esperienza di Uzzia?
11, 12. Da che cosa non trasse beneficio il re Uzzia a causa della superbia, e quale lezione dovremmo prendere da ciò?
13. Come può la superbia causare malintesi e far cadere?
14, 15. Come può la superbia indebolirci, e che cosa dovremmo fare considerando gli effetti della superbia?
16. Perché l’amore è abbastanza forte per conquistare la superbia e quale amore occorre per avere umiltà?
17. Di quale abito abbiamo bisogno nella corsa per vincere il premio e perché?
18. Come considerano molti nel mondo l’umiltà?
19. Come consideravano la superbia alcuni pagani antichi, e come furono alcuni Cristiani colossesi ingannati evidentemente da una finta umiltà?
20. Che cos’è l’umiltà e che cosa deriva da uno sbagliato concetto d’essa?
21. Dove ha origine l’umiltà e qual è il suo fondamento?
22. Su quale fondamento si basa l’umiltà di mente verso il nostro prossimo, e come tale umiltà aiuterà chi corre nella corsa cristiana?
23, 24. Come smaschera Cristo la falsità del concetto mondano dell’umiltà e quindi quale concetto dovremmo noi averne?
25. Quale fu l’attitudine mentale di Cristo e quali furono i risultati d’essa, e che cosa dovremmo quindi fare?
26. Come considera Dio quelli che hanno lo spirito umile e con quale danno per i superbi?
27. Che cosa ci permetterà di fare l’umiltà, e che cosa dovrebbero ricordare coloro che cercano l’incarico di sorvegliante?
28. Come si veste chi corre nella corsa cristiana e con quale risultato?