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Progresso nel domare la linguaLa Torre di Guardia 1952 | 15 settembre
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“Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente. Chi custodisce la sua bocca preserva la propria vita; chi apre troppo le labbra va incontro alla rovina. Chi modera le sue parole possiede la scienza, e chi ha lo spirito calmo è un uomo prudente. Chi custodisce la sua bocca e la sua lingua preserva l’anima sua dalle distrette”. (Prov. 10:19; 13:3; 17:27; 21:23) Tenete la lingua domata e imbrigliata quando vi eccitate, serrando la mano contro la bocca se occorre. (Giob. 40:4; Sal. 39:1; Prov. 30:32) Se siete troppo deboli in voi stessi per riuscire, considerate la preghiera del salmista: “O Eterno, poni una guardia dinanzi alla mia bocca, guarda l’uscio delle mie labbra”. — Sal. 141:3.
Domare la lingua è così vitale perché “morte e vita sono in potere della lingua”. È male usata nelle infuocate esplosioni d’ira ed è piena di mortifero veleno, ma una “lingua che calma, è un albero di vita”. (Sal. 34:12-14; Prov. 15:4; 18:21) Per mezzo d’essa si riconosce Dio e confessa Cristo e si “fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. Con tale glorioso servizio e con tali prospettive di vita avanziamo dunque nel domare la lingua mentre progrediamo verso la maturità. — Rom. 10:10; 14:11; Filip. 2:11; Ebr. 6:1, NM.
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Pietro, apostolo con le chiaviLa Torre di Guardia 1952 | 15 settembre
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Pietro, apostolo con le chiavi
QUALI mutamenti accaddero! Da sconosciuto pescatore a eminente apostolo di Gesù Cristo! Da pescatore di pesci a pescatore d’uomini! Quale trasformazione nella vita di questo Simone il cui nome fu persino mutato in Pietro! Tutta la sua carriera, compresi i suoi desideri, motivi, ambizioni e prospettive di vita, fu radicalmente mutata. Indicibili benedizioni, favori e privilegi entrarono nella sua vita. L’uomo illetterato e comune divenne un confonditore dei sapienti di questo mondo e il possessore di miracolosi poteri di vita e di morte. Per di più, gli vennero affidate speciali chiavi di conoscenza per schiudere i sacri segreti di Dio. Studiate perciò la vita, la personalità, la disposizione e la tendenza naturale di questo Pietro e ciò vi aiuterà a trasformare il vostro proprio io da questo vecchio mondo di peccato e morte al nuovo mondo di giustizia e vita.
Nascosta com’è nelle ombre dell’oscurità, poco è conosciuto della vita precedente di Simone. Alcuni pensano che avesse 30 o 40 anni quando diventò discepolo di Cristo. Il nome di suo padre era Giona. La città nativa di Simone Bar-Giona era Betsaida, sulla sponda settentrionale di Galilea. Ivi egli si diede alla pesca con suo fratello Andrea e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Simone era un uomo sposato e la suocera viveva nei pressi di Capernaum in una casa piuttosto grande. — Matt. 8:14; 16:17; Giov. 1:44.
L’occupazione di pescatore, anche se era umile, non era per nulla servile, né era incompatibile con una mente dotata d’intelligenza e cultura elevate. L’istruzione era obbligatoria per tutti i ragazzi giudei, perciò Simone, pur non avendo frequentato speciali scuole rabbiniche per conseguire diplomi o lauree in teologia, ebbe tuttavia una buona conoscenza delle cose di primaria importanza nella vita, cioè, le scritture sacre che esponevano il modo in cui Geova trattava col suo popolo eletto, e specialmente le Sue preziose promesse relative al futuro Messia.
Perciò non siamo sorpresi quando Simone ci viene primariamente presentato e troviamo che è uno dei discepoli di Giovanni Battista preparato a ricevere Cristo, Nell’autunno del 29 d.C. quando Giovanni esclamò: “Ecco, l’Agnello di Dio!” Pietro fu tra i primi ad accettarlo, e fu allora che Cristo disse per la prima volta a Simone: ‘Tu sarai chiamato Cefa’ (che è tradotto Pietro)”. (Giov. 1:35-44, NM) Sei mesi dopo Cristo estese a lui e ai suoi compagni l’invito: “Venite dietro a me, e io vi farò pescatori di uomini,” e immediatamente Pietro abbandonò ogni cosa e intraprese il ministero. (Matt. 4:18-20; Mar. 1:16-18; Luca 5:1-11, NM) L’accettazione di quella chiamata al servizio continuo segnò il principio di un periodo interamente nuovo e assai gioioso e benedetto nella vita di Pietro. — Matt. 19:27-29.
DISCEPOLO STRAORDINARIO
Considerate solo qualcuno dei meravigliosi privilegi di Pietro. Come uno dei dodici apostoli gli fu data autorità “sugli spiriti immondi” per curare “ogni specie di malattia”, e fu inviato a insegnare e predicare nel nome di Cristo. (Matt. 10:1-11:1; Mar. 3:16; Luca 6:13, 14, NM) Perciò, molte volte fu il primo a parlare a nome degli altri; come, per esempio, quando “Gesù disse ai dodici: ‘Volete forse andarvene anche voi?’ Simone Pietro gli rispose: ‘Maestro, da chi andremo? Tu hai detti di vita eterna.’ (Matt. 15:15; 18:21; Mar. 11:21; Luca 8:45; 12:41; Giov. 6:67, 68, NM) Pietro fu uno dei tre apostoli che presenziò alla risurrezione della figlia di Iairo, che contemplò la scena della trasfigurazione sul monte, che fu preso a parte per assistere all’agonia di Gesù nel Getsemani. (Matt. 17:1-6; 26:36-45; Mar. 5:35-37) Pietro e Giovanni furono quelli inviati a preparare l’ultima pasqua. (Luca 22:7-13) Fu Pietro che venne mandato a prendere il pesce che conteneva la moneta d’argento per pagare la tassa per il tempio. — Matt. 17:24-27.
Fu pure un beato privilegio di Pietro, mediante divina rivelazione, riconoscere Gesù come “il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”. Allora gli furono date due “chiavi” simboliche ch’egli usò più tardi per aprire la conoscenza tanto per i Giudei quanto per i Gentili concernente il regno celeste, e il suo impiego di queste chiavi fu confermato antecedentemente in cielo. — Matt. 16:13-20.
E così per tre anni Cristo istruì e ammaestrò Pietro nella via che porta alla vita, disciplinandolo e anche
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