Che cosa intese dire il saggio?
Sono nelle mani di Dio
Per quanto fosse saggio, il re Salomone non poté sondare l’intero raggio dell’opera di Dio, non solo le cose che l’Altissimo fa ma anche quelle che tollera nell’adempimento del suo grande proposito. C’era tuttavia un’importante verità che Salomone ‘prese a cuore’ dopo aver fatto un attento esame degli affari umani. Quale? “I giusti e i saggi e le loro opere sono nella mano del vero Dio”. — Eccl. 9:1.
Sì, i giusti e i saggi, sia per quanto riguarda la loro persona che le loro azioni, sono nelle mani o in potere dell’Altissimo. Sebbene permetta che la calamità si abbatta su di loro, non perderanno certo la loro ricompensa. Geova Dio “conosce quelli che gli appartengono” e farà cooperare tutte le sue opere ‘per il bene di quelli che lo amano’. (Rom. 8:28; 2 Tim. 2:19) Possiamo trarre conforto e incoraggiamento da queste parole quando vediamo i giusti soffrire mentre i malvagi prosperano. — Eccl. 8:14.
Gli studiosi biblici degli ultimi secoli si sono chiesti che cosa volesse mai dire Salomone con le successive parole di Ecclesiaste 9:1: “Il genere umano non si rende conto né dell’amore né dell’odio che fu tutto prima di loro”. Può darsi benissimo che queste parole fossero scritte di proposito in questo modo affinché se ne potessero ricavare vari concetti pratici. Per esempio, un significato potrebbe essere che, siccome la morte pone fine all’amore e all’odio nutriti dagli individui, i vivi non hanno nessuna idea di quanto amore o quanto odio esistesse prima della loro nascita, cioè nella vita di coloro che vissero prima del loro tempo.
O forse le parole di Salomone si dovrebbero esaminare alla luce di quanto precede, cioè che Dio ha il potere sui giusti e sui saggi nonché sulle loro opere. L’amore e l’odio che essi e tutto il resto dell’umanità provano esistono perché Dio lo permette o lo tollera. Inoltre, l’Altissimo preconobbe molto tempo prima della loro nascita che gli uomini avrebbero provato odio e amore. Egli permise a una peccaminosa razza umana, con il suo amore e il suo odio, di venire all’esistenza. Dopo la ribellione di Adamo ed Eva, Geova Dio dichiarò: “Io porrò inimicizia fra te [il serpente originale, Satana il Diavolo] e la donna [non Eva, ma la “donna” di Dio (Gal. 4:26-31)] e fra il tuo seme e il seme di lei”. (Gen. 3:15) Quindi, sebbene Dio ‘si rendesse conto sia dell’amore che dell’odio’ che ci sarebbero stati fra il genere umano, questo era qualcosa che l’uomo stesso avrebbe conosciuto solo attraverso la dura esperienza.
Inoltre, le parole del saggio che troviamo in Ecclesiaste 9:1 si potrebbero spiegare come segue: Tra gli uomini imperfetti le emozioni dell’odio e dell’amore sono espresse di frequente in modo assurdo. Quindi gli uomini non si rendono conto o non comprendono il motivo di tutto l’amore e di tutto l’odio manifestati prima di loro. Comprese in questo modo, le parole di Salomone si potrebbero collegare alla sua successiva considerazione delle incertezze della vita e dell’imprevedibilità della morte che pone fine a tutto. Amore e odio possono essere altrettanto ciechi e incomprensibili.
Essendo in un mondo imperfetto e peccaminoso, gli uomini, giusti o malvagi, possono provare sia il bene che il male, sia amore che odio. Geova Dio concede sia ai giusti che ai malvagi d’avere da mangiare e da bere oltre che di beneficiare degli altri suoi generosi provvedimenti per tenerci in vita. (Matt. 5:45; Atti 14:16, 17) Inoltre, quando arriva il momento di morire, non c’è distinzione. Salomone continuò: “Sono tutti lo stesso in ciò che tutti hanno. C’è una sola eventualità per il giusto e il malvagio, il buono e il puro e l’impuro, e chi sacrifica e chi non sacrifica. Il buono è come il peccatore; chi giura [con leggerezza o senza pensare] è come chi ha avuto timore del giuramento”. — Eccl. 9:2.
Poiché può sembrare che non ci sia nessuna differenza esteriore fra ciò che accade ai giusti e ciò che accade ai malvagi durante la loro vita, e specialmente poiché tutti finiscono nella morte, si può pensare che non ci sia in realtà nessun vantaggio a vivere rettamente nel timore di Dio. Salomone indicò che questa è una ragione per cui alcuni uomini insistono a fare il male; infatti, disse: “Questo è ciò che è calamitoso in tutto ciò che s’è fatto sotto il sole, che, siccome c’è un’eventualità per tutti, il cuore dei figli degli uomini è anche pieno di male”. — Eccl. 9:3.
Ma il fatto che commettono illegalità reca loro alcun beneficio? No, poiché il saggio dichiara: “C’è la pazzia nel loro cuore durante il tempo della loro vita, e dopo di esso, ai morti”. (Eccl. 9:3) Mentre sono vivi agiscono come se fossero fuori di sé, seguendo senza alcun freno le loro inclinazioni e i loro desideri errati. Infine, la loro vita di gozzoviglie e concupiscenze finisce bruscamente con la morte. Qual è dunque la condotta veramente saggia?
Traete un sano godimento dalla vita
La vita si dovrebbe apprezzare e vivere bene. Salomone scrisse: “Poiché rispetto a chiunque è congiunto a tutti i viventi esiste una fiducia, perché un cane vivo è meglio che un leone morto. Poiché i viventi sono consci che morranno [pensiero serio che dovrebbe spingerli a usare bene la loro vita]; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla, né hanno più alcun salario, perché il ricordo d’essi è stato dimenticato. Inoltre, il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, e non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in alcuna cosa che deve farsi sotto il sole”. — Eccl. 9:4-6.
Solo da vivi si può nutrire fiducia, speranza. Quello è il tempo di farsi un buon nome presso il Creatore. Finché c’è vita, c’è speranza che vi sia un cambiamento in meglio, anche nel caso di chi si comporta sfrenatamente. Quando arriva la morte è troppo tardi. Quindi il cane vivo, benché disprezzato, è meglio di un leone morto, anche se è il re degli animali. I vivi possono ancora fare qualcosa, ma i morti non hanno nessuna parte in alcuna attività né nelle emozioni di amore, odio e gelosia che hanno una parte così notevole nell’esistenza terrena dell’uomo.
Perciò dovremmo godere delle opere delle nostre mani nel timore di Dio. Salomone ammonisce: “Va, mangia il tuo cibo con allegrezza e bevi il tuo vino con un buon cuore, perché già il vero Dio s’è compiaciuto delle tue opere. In ogni occasione le tue vesti siano bianche [luminose e pure, riflettendo non lutto o tristezza, ma gioia], e non manchi l’olio [che pure rappresenta la gioia, essendo l’olio rinfrescante e ristoratore] sulla tua testa. Vedi la vita con la moglie che ami tutti i giorni della tua vita vana che Egli ti ha data sotto il sole, tutti i giorni della tua vanità, poiché questa è la tua porzione nella vita e il tuo duro lavoro con cui lavori duramente sotto il sole. Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai”. — Eccl. 9:7-10.
È giusto e appropriato trarre un sano godimento dalla vita, incluso il mangiare e il bere. È il dono di Dio e, perciò, egli l’approva. Evidentemente questo è quanto volle dire Salomone quando, dopo avere incoraggiato a provare diletto nel mangiare e nel bere, dichiarò: “Perché già il vero Dio s’è compiaciuto delle tue opere”. Sì, l’Altissimo non vuole che conduciamo una vita austera, privandoci di ogni gioia. Essendo un Dio felice, vuole che le persone siano felici nella vita quotidiana, inclusa la vita coniugale. (Atti 14:17) Questo, naturalmente, non incoraggia una vita di intemperanze e di semplice ricerca dei piaceri. Salomone incoraggiò a lavorare, a valersi delle opportunità di usare le proprie mani nel fare il bene prima d’essere privati d’ogni capacità dalla morte e di finire nello Sceol, la tomba.
In questo mondo, quindi, la condotta più saggia è di godersi la vita mentre si può, ma entro i limiti delle leggi morali di Dio. La morte può ridurre tutto a nulla con molta rapidità, perché il più delle volte accade l’imprevisto. Il corridore più veloce può inciampare e perdere la corsa. Un potente esercito può essere sconfitto da forze inferiori. Un saggio può non riuscire a trovare un buon lavoro e così patire la fame. Persone dotate di ottime capacità negli affari possono, a causa delle circostanze, non essere in grado di usare le proprie capacità, e trovarsi così in povertà. Persone intelligenti possono incorrere nell’ira di chi esercita autorità e cadere pertanto in disgrazia. Il re Salomone notò casualmente questo fatto, ma, dopo averlo considerato con più attenzione, scrisse: “Tornai a vedere sotto il sole che i veloci non hanno la corsa, né i potenti la battaglia, i saggi neanche hanno cibo, quelli che hanno intendimento neanche hanno ricchezze, neppure quelli che hanno conoscenza hanno favore; perché il tempo e l’avvenimento imprevisto capitano a tutti loro. Poiché neanche l’uomo conosce il suo tempo [la morte infatti può sopraggiungere inaspettatamente]. Proprio come i pesci che son presi in una cattiva rete, e come gli uccelli che sono presi in una trappola, così sono accalappiati gli stessi figli degli uomini in un tempo calamitoso, quando cade su di loro all’improvviso”. — Eccl. 9:11, 12.
Proprio come i pesci possono essere presi inaspettatamente in una rete e gli uccelli in una trappola, la morte può sopraggiungere sugli uomini in modo inatteso, senza preavviso. Che efficace lezione diede Salomone su come trarre un sano e piacevole godimento dalla vita, dai suoi lati buoni e dalle opportunità che offre, mentre si può!