-
Fatevi un buon nome ora!La Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
-
-
Fatevi un buon nome ora!
“Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai”. — Eccl. 9:10.
1. In quale tempo dobbiamo farci un buon nome presso Dio?
QUALCUNO dirà: ‘E se la fine non viene durante la mia vita? Nel corso dei secoli alcuni hanno pensato che la fine venisse durante la loro vita e invece non è venuta’. Anche se le loro aspettative non si sono realizzate, per molti di loro quello era sempre il tempo per farsi un buon nome presso Dio, per esercitare fede nel Figlio di Dio, onde essere risuscitati “nell’ultimo giorno” per ottenere la vita eterna. (Giov. 6:40; 11:24) Molto tempo prima degli attuali “ultimi giorni” l’apostolo Paolo poté dire: “Da ora in poi mi è riservata la corona della giustizia”. In qualunque tempo uno viva, quello è il momento per farsi un buon nome, che la fine del mondo sia vicina o lontana. — II Tim. 4:8; Ebr. 11:4-38.
2. (a) C’è qualcosa, di materiale o d’altro genere, che possiamo portare con noi alla morte? (b) Quale esortazione è dunque appropriata?
2 “Proprio come uno è uscito dal ventre di sua madre, nudo se ne andrà di nuovo, proprio com’è venuto; e uno non si può portare via nulla per il suo duro lavoro, che possa prendersi nella mano”. (Eccl. 5:15) Materialmente parlando, non c’è nulla che il morto “possa prendersi nella mano”. Ma egli può prendersi l’unica cosa di valore duraturo per cui valga la pena di vivere questa vita: un buon nome presso Dio. Mentre ognuno di noi è in vita, questo è il momento per farsi un buon nome presso Dio. Sfruttate questo tempo! Riscattatelo! “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai”. Specialmente ora che siamo alla fine di questo sistema di cose, quando c’è la possibilità che molti viventi non vedano mai la morte, è tempo di fare con la nostra potenza ciò che le nostre mani trovano da fare nell’attività cristiana. — Eccl. 9:10.
3. Quale accurata conoscenza è essenziale, e a cosa può servire?
3 Se vogliamo farci un buon nome presso Dio dobbiamo preoccuparci di due cose: del male e del bene. Dobbiamo smettere di fare il male e cominciare a fare il bene. Cosa ci vuole? Bisogna lavorare sulla mente. “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose”, disse Paolo, “ma siate trasformati rinnovando la vostra mente”. (Rom. 12:2) In Efesini 4:23 egli ripete la formula: “[Siate] rinnovati nella forza che fa operare la vostra mente”. E cosa sia tale forza è indicato in Colossesi 3:9, 10: “Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità, che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò”. La forza che fa operare la mente, che rinnova la mente e che fa ottenere il favore di Dio è l’accurata conoscenza della sua Parola, la Bibbia.
4. Perché non basta smettere per un po’ di fare il male, e cos’altro si deve fare?
4 Stringere i denti e accingersi risolutamente a smettere di fare le cose vietate non sempre funziona. Anche se riuscite per un po’ a smettere di farle non siete ancora fuori pericolo. Gesù lo mostrò con un esempio. Uno spirito impuro uscì da un uomo, la sua “casa”, e in seguito vi tornò. Trovando la casa non occupata, vi entrò con sette altri spiriti, “e le condizioni finali di quell’uomo [furono] peggiori delle prime”. (Matt. 12:43-45) Non bastava far uscire lo spirito malvagio dalla casa; affinché spiriti malvagi non vi rientrassero era necessario riempirla con cose buone. Non basta smettere di fare il male e lasciare un vuoto, ma dobbiamo cominciare a fare il bene. Per non dare spazio al male siate occupati a fare il bene. “Opponetevi al Diavolo”, disse Giacomo, “ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio, ed egli si appresserà a voi”. (Giac. 4:7, 8) La pigrizia è un invito per Satana; riempire la mente di verità è una protezione. — Filip. 4:8, 9.
IL BISOGNO DI GUIDA
5. Perché è difficile per molti leggere la Bibbia, e come fu risolto il problema nel caso di un uomo di diciannove secoli fa?
5 Oggi nel campo della religione e della filosofia c’è un groviglio di opinioni contrastanti sul bene e sul male. Nella loro ricerca, alcuni tentano di leggere la Bibbia ma riscontrano che è difficile. Non sono i primi a fare questa scoperta. Diciannove secoli fa un etiope viaggiava sul suo carro e leggeva il libro di Isaia. “Filippo [l’evangelizzatore] accorse e lo udì leggere ad alta voce il profeta Isaia, e disse: ‘Capisci effettivamente quello che leggi?’ Egli disse: ‘Realmente, come posso, se qualcuno non mi guida?’” Filippo salì sul carro e viaggiò con lui e gli provvide la guida necessaria. — Atti 8:26-35; 21:8.
6. Dove possiamo aspettarci di trovare oggi persone qualificate come Filippo, e dove non le troveremo?
6 Dove sono oggi persone qualificate come Filippo in grado di guidare altri e stabilire mediante la Bibbia qual è la condotta che permette di farsi un buon nome presso Dio? Non nelle rispettate, ortodosse religioni di stato della cristianità, come ci si potrebbe aspettare. Filippo non era un illustre scriba o fariseo, ma era un cristiano disprezzato, calunniato e perseguitato. La storia ci insegna che spesso i sistemi religiosi popolari istituzionalizzati sono preda di filosofie umane e si rendono colpevoli di adulterare le parole di Dio.
7. (a) In che modo l’antico Israele adulterò la Parola di Dio? (b) Fino a che punto alcune chiese e alcune persone che oggi frequentano le chiese della cristianità imitano Israele, trasgredendo quali scritture?
7 La nazione d’Israele aveva la legge di Geova, ma adulterò la Sua adorazione aggiungendovi le ignobili idolatrie dell’adorazione fallica di Baal, praticata nei boschetti e negli alti luoghi. Facendo riferimento a questo miscuglio, II Cronache 33:17 dice: “Il popolo sacrificava ancora sugli alti luoghi; solo che lo faceva a Geova loro Dio”. Fu per questo miscuglio di vero e falso che Elia sfidò Israele: “Per quanto tempo zoppicherete su due differenti opinioni? Se il vero Dio è Geova, seguitelo; ma se è Baal, seguitelo”. (I Re 18:21) Oggi molte chiese e molti che vanno in chiesa sono permissivi nei confronti di pornografia, film immorali, rapporti sessuali preconiugali, adulterio e omosessualità; arrivano al punto di condonare e praticare tali cose vietate da Dio. — Rom. 1:26, 27, 32; I Cor. 6:9, 10; Riv. 21:8.
8. Al ritorno dalla cattività babilonese, in quale altro modo la nazione di Giuda adulterò la Parola di Dio rendendola priva di valore?
8 Per aver commesso tali oscenità Giuda andò in cattività a Babilonia. Al suo ritorno, adulterò nuovamente la Parola di Dio, questa volta non con l’idolatrica adorazione fallica, ma aggiungendovi tradizioni e filosofie umane. Gesù condannò per questo motivo il loro sistema religioso, gli scribi e i farisei, dichiarando: “Perché anche voi trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione? Ipocriti, Isaia profetizzò appropriatamente di voi, quando disse: ‘Questo popolo mi onora con le labbra ma il loro cuore è molto lontano da me. Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano comandi di uomini come dottrine’”. — Matt. 15:3, 7-9.
9. Quale efficace paragone fece Paolo tra i mercanti di vino disonesti e i religionisti infedeli?
9 Paolo condannava l’aggiunta alla Parola di Dio di filosofie umane contaminatrici quando disse: “Abbiamo rinunciato alle cose subdole di cui c’è da vergognarsi, non camminando con astuzia, né adulterando la parola di Dio”. In quei giorni i mercanti di vino disonesti aggiungevano liquori scadenti o perfino acqua al vino per allungarlo e guadagnare di più. Allo stesso modo alcuni religionisti aggiungevano tradizioni e filosofie umane alla Parola di Dio per renderla più bene accetta alle persone del mondo. Ma non Paolo! “Non siamo venditori ambulanti della Parola di Dio come lo sono molti uomini”, dichiarò, “ma parliamo come mossi da sincerità, sì, come mandati da Dio, alla vista di Dio, in compagnia di Cristo”. — II Cor. 4:2; 2:17.
10. Quale avvertimento diede l’apostolo Paolo, e come esso non si è dimostrato un falso allarme?
10 Paolo avvertì che il cristianesimo sarebbe diventato apostata e infatti nel quarto secolo E.V. fu adulterato in modo flagrante attraverso l’imperatore romano Costantino. (Atti 20:29, 30) Si verificò così una fusione tra il cristianesimo e le dottrine demoniche che avevano avuto origine in Egitto e a Babilonia: trinità, anima immortale, inferno di fuoco, purgatorio, preghiere per i morti, uso di rosario e altre. Queste dottrine non provenivano dalla Bibbia, ma furono incorporate nei credi delle chiese cosiddette cristiane, e lì rimangono ancor oggi. Inoltre, le moderne chiese della cristianità adulterano ancora di più la Parola di Dio: cercano con l’esegesi di mettere in dubbio l’autenticità della Bibbia e hanno adottato la teoria non scientifica dell’evoluzione che nega che Dio è il Creatore del cielo e della terra e della vita!
11. Quali diverse qualità e convinzioni contrassegnano oggi coloro che sono guide sicure come lo fu Filippo?
11 Chi sono oggi guide sicure come lo fu Filippo? Coloro che credono che la Bibbia è l’ispirata Parola di Dio; che la considerano una lampada ai loro piedi e una luce al loro cammino; che non vi aggiungono né vi tolgono nulla; che lasciano che Dio e la sua Parola siano veraci mentre ‘rendono ogni uomo bugiardo’; e che si impegnano pubblicamente a ‘predicare questa buona notizia del regno in tutta la terra abitata in testimonianza’. (II Tim. 3:16; Sal. 119:105; Deut. 4:2; Rom. 3:4; Matt. 24:14) Essi si fondano sull’autorità della Bibbia e incoraggiano gli uditori a verificare quello che dicono, non prendendo per buona la loro parola, ma prendendo per buona solo la Parola di Dio. (Atti 17:11) Per farvi un nome presso Dio, dovete sforzarvi d’essere guide fedeli, “sempre pronti a fare una difesa davanti a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto”. O, come disse Paolo: “[Sappiate] come dare risposta a ciascuno”. — I Piet. 3:15; Col. 4:6.
CHE PERSONE DOVREMMO ESSERE
12. Cos’è più importante che studiare semplicemente la Parola di Dio e predicarla ad altri?
12 Per farci un buon nome presso Dio non basta studiare e conoscere le risposte. Dobbiamo applicare prima a noi stessi questa conoscenza. Per trarne beneficio personalmente dobbiamo metterla in pratica. Come l’uomo che nell’antico Israele andava alla casa in lutto, dobbiamo ‘porre a essa il cuore’. (Eccl. 7:2, Mariani) “Tu, dunque, che insegni a qualche altro, non insegni a te stesso? Tu, che predichi di ‘non rubare’, rubi? Tu, che dici di ‘non commettere adulterio’, commetti adulterio?” L’apostolo Paolo dichiarò inoltre: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (Rom. 2:21, 22; I Cor. 9:27) Più importante di quello che facciamo è cosa siamo: Com’è “la persona segreta del cuore”? ‘Quale sorta di persone dovremmo essere?’ — I Piet. 3:4; II Piet. 3:11.
13. Come corresse Geova il modo di giudicare di Samuele?
13 Quello che siamo non dipende da quello che sembriamo. Il profeta Samuele fu mandato da Iesse per ungere uno dei suoi figli come re d’Israele. Samuele fu colpito dal vigoroso figlio primogenito, ma Geova disse al suo profeta: “Non guardare il suo aspetto e l’altezza della sua statura, poiché l’ho rigettato. Poiché non come vede l’uomo vede Dio, perché il semplice uomo vede ciò che appare agli occhi; ma in quanto a Geova, egli vede ciò che è il cuore”. — I Sam. 16:7.
14. Quali ulteriori prove indicano che le apparenze possono ingannare, e qual è la cosa essenziale?
14 L’apparenza inganna. Gesù disse che gli scribi e i farisei apparivano giusti di fuori, ma che erano corrotti di dentro. (Matt. 23:3, 27, 28) I giudei dei giorni di Paolo pensavano che il segno esteriore della circoncisione li avrebbe salvati, ma Paolo disse: “Non è Giudeo colui che lo è di fuori, né è circoncisione quella che è di fuori nella carne. Ma è Giudeo colui che lo è di dentro, e la sua circoncisione è quella del cuore”. (Rom. 2:28, 29) Paolo elencò le grandi cose che poteva compiere, poi aggiunse: “Ma [se] non ho amore, non ne ho alcun profitto”. Qualsiasi cosa compiamo per farci un buon nome presso Dio dovrebbe essere fatta per amore, di cuore. “Io, Geova, scruto il cuore”. — I Cor. 13:1-3; Ger. 17:10.
15. Quale sorta di persone dovremmo essere?
15 Quale sorta di persone dovremmo dunque essere? L’apostolo Paolo fa il seguente elenco di cose comandate e di cose vietate, e non è facile conformarvisi:
“Il vostro amore sia senza ipocrisia. Aborrite ciò che è malvagio, stringetevi a ciò che è buono. Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi. Non vi attardate nelle vostre faccende. Siate ferventi nello spirito. Siate schiavi di Geova. Rallegratevi nella speranza che vi sta davanti. Perseverate nella tribolazione. Siate costanti nella preghiera. Condividete con i santi secondo i loro bisogni. Seguite il corso dell’ospitalità. Continuate a benedire quelli che perseguitano; benedite e non maledite. Rallegratevi con le persone che si rallegrano; piangete con le persone che piangono. Abbiate verso gli altri i medesimi sentimenti che avete verso voi stessi; non pensate alle cose alte, ma siate attirati dalle cose modeste. Non divenite discreti ai vostri propri occhi. Non rendete a nessuno male per male. Provvedete cose eccellenti dinanzi a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini. Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’. Non vi fate vincere dal male, ma vincete il male col bene”. — Rom. 12:9-19, 21.
16. Cosa dovremmo evitare e cosa dovremmo cercare?
16 Questa è la sorta di persone che dovremmo essere! Sarebbe spaventoso se la misericordia di Dio non intervenisse nei casi in cui veniamo meno per debolezza. Ecco dove possiamo trovare un grande aiuto: frequentando persone che hanno gli stessi obiettivi. “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male”. “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. Fuggite dall’adultero impero mondiale della falsa religione che adultera la Parola di Dio. “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati”. La sua coscienza è così incallita che non sente neppure la colpa, anche se i suoi peccati si ammassano fino al cielo. Essa si comporta come una meretrice letterale: “Ecco la via di una donna adultera: ella ha mangiato e s’è pulita la bocca e ha detto: ‘Non ho commesso nessun torto’”. È dunque essenziale acquistare forza frequentando coloro che cercano di farsi un buon nome presso Dio, “non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine”. — Prov. 13:20; I Cor. 15:33; Riv. 18:4; Prov. 30:20; Ebr. 10:25.
ORA È IL TEMPO!
17, 18. In che cosa dovremmo impegnarci ora, e perché non dovremmo rimandare?
17 Mentre si avvicina la fine del malvagio sistema di Satana, impegniamoci per essere ‘la sorta di persone che dovremmo essere’, per rinnovare la mente, per toglierci la vecchia personalità e rivestire la nuova e per farci un buon nome presso Dio ‘affinché il giorno della nostra morte sia meglio del giorno della nostra nascita’. (Eccl. 7:1) O, nel caso di quelli che sperano di ereditare il paradiso terrestre, affinché il giorno della morte possa non venire mai!
18 Forse pensate che a quest’ora la fine sarebbe già dovuta essere arrivata. Pensate che il Signore abbia rimandato la sua venuta? Cominciate a rallentare la vostra partecipazione all’importantissima opera di proclamare il regno di Dio, o vi lasciate addirittura andare a una condotta errata? Indipendentemente da quando verrà la fine, questo è il tempo di fare ciò che la nostra mano trova da fare per avere un buon nome. Chiunque di noi domani potrebbe non esserci più. Siamo come un fiore che appassisce, come un vapore che scompare, come un’ombra che passa. (Giob. 14:1, 2; Giac. 4:14) Ecclesiaste 9:12 avverte: “Neanche l’uomo conosce il suo tempo. Proprio come i pesci che son presi in una cattiva rete, e come gli uccelli che sono presi in una trappola, così sono accalappiati gli stessi figli degli uomini in un tempo calamitoso, quando cade su di loro all’improvviso”.
19, 20. (a) Oltre a vivere una vita moralmente pura, cos’altro è richiesto? (b) Perché è urgente agire ora?
19 Dobbiamo fare qualcosa di più del giovane che andò da Gesù a chiedere come poteva ottenere la vita eterna. Evidentemente conduceva una vita moralmente pura, ma questo non bastava. In aggiunta Gesù gli disse: “Vieni, sii mio seguace”. Gesù è il modello. (Matt. 19:16-22; I Piet. 2:21) Non solo egli seguì nella sua vita le norme di condotta stabilite da Dio ma proclamò anche ad altri “la buona notizia del regno”. “Pentitevi”, dichiarò, “poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Egli “intraprese un giro di tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona notizia del regno”. (Matt. 4:17; 9:35) Quando le folle volevano che restasse più a lungo con loro e tentarono di trattenerlo, Gesù disse: “Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato”. Quando vide le folle che erano spiritualmente “mal ridotte e disperse”, fu “mosso a pietà verso di loro, perché erano come pecore senza pastore. E cominciò a insegnar loro molte cose”. (Luca 4:43; Matt. 9:36; Mar. 6:34) Egli mandò gli apostoli a predicare, dando loro queste istruzioni: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. — Matt. 10:7, 8.
20 Ora viviamo nei difficili ultimi giorni di questo sistema satanico. “Il tempo rimasto è ridotto”. È urgente che dichiariamo la “buona notizia”. (I Cor. 7:29; 9:16) Ora è il tempo predetto in cui ‘questa buona notizia del regno dev’essere predicata in tutta la terra abitata in testimonianza, prima che venga la fine’. (Matt. 24:14) Qualunque sia il tempo fissato da Geova per portare la fine di questo sistema malvagio, non dimenticate mai che ORA, mentre siete vivi, ORA, prima che una morte imprevedibile sopraggiunga su di voi, ORA è il tempo di partecipare alla predicazione della “buona notizia” e di farsi un buon nome presso Dio!
[Immagine a pagina 28]
In qualunque tempo uno viva, quello è il momento di farsi un buon nome
-
-
Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
-
-
Domande dai lettori
● In che senso si può dire, come afferma I Corinti 6:18, che “ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del suo corpo, ma chi pratica la fornicazione pecca contro il proprio corpo”?
Alla suddetta affermazione Paolo fa precedere il comando: “Fuggite la fornicazione”. È evidente che aveva molto a cuore l’argomento, poiché passa dalle osservazioni precedenti al comando “Fuggite la fornicazione” senza alcun collegamento. E usa l’imperativo. Egli ci dice che ogni volta che si presenta la tentazione o l’opportunità di commettere fornicazione, non dobbiamo temporeggiare o pensarci sopra ma fuggire immediatamente. Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, ci diede a questo riguardo un ottimo esempio. Importunato dalla moglie del suo padrone Potifar, fuggì. — Gen. 39:12.
Perché l’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, si espresse così energicamente al riguardo? Perché Corinto era una città molto licenziosa, dove le tentazioni di commettere immoralità erano frequenti. Era un centro dell’adorazione di Venere, la dea dell’intemperanza sessuale. Non è strano che Corinto fosse considerata la città più immorale della Grecia. Dall’adorazione di Venere deriva il nome delle malattie causate dai rapporti sessuali immorali, le malattie veneree. A questo proposito ci è detto che la gonorrea è una delle malattie più antiche e più diffuse che affliggono la razza umana, mentre la sifilide è uno dei peggiori flagelli dell’umanità.
Come sono terribili gli effetti delle malattie veneree! Possono causare sterilità nella donna, cecità alla propria progenie e senilità, per non menzionare che alcuni degli effetti più tragici. Malgrado queste atroci conseguenze, le malattie veneree sono in aumento e si dice che stiano addirittura raggiungendo proporzioni epidemiche. Non c’è dubbio: alcuni altri peccati, come l’ubriachezza, possono nuocere in una certa misura al corpo se si persiste, ma commettendo fornicazione si pecca molto più gravemente contro il proprio corpo.
Il saggio re Salomone comprese che chi commette fornicazione pecca in questo senso contro il proprio corpo. Commentando le conseguenze delle relazioni con una meretrice, egli dice: “L’effetto che produce è più amaro dell’assenzio; è come un’affilata spada a due tagli. I suoi piedi scendono alla morte”. “Una freccia gli spacca il fegato, proprio come un uccello s’affretta nella trappola, ed egli non ha conosciuto
-